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Prostituzione in comunità. Condanna ridotta a 5 anni a don Usai, Invece di vigilare faceva sesso con le immigrate nigeriane

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view post Posted on 28/12/2010, 22:02
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Invece di vigilare faceva sesso con le immigrate nigeriane

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Don Usai


Oristano, violenza sessuale:
arrestato il prete del carcere

Oristano, violenza sessuale: arrestato il prete del carcere La comunità "Il Samaritano" di Arborea

Violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione: con queste accuse è finito agli arresti domiciliari don Giovanni Usai, 67 anni di Assolo, cappellano del carcere di Oristano e fondatore della comunità Il Samaritano di Arborea.

Il sacerdote è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del tribunale Mauro Pusceddu su richiesta del pm Diana Lecca. Che ha anche chiesto e ottenuto la misura cautelare in carcere per Eze Alphonsus, 35 anni nigeriano, domiciliato presso la comunità Il Samaritano: per lui le accuse sono favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

ACCERTAMENTI Gli accertamenti dei militari sono iniziati tempo fa e sono andati avanti per un lungo periodo. Don Giovanni Usai è molto conosciuto per il suo impegno nel recupero di detenuti e accoglienza dei cittadini stranieri. Sempre in prima linea per aiutare i bisognosi, don Usai un paio di anni fa aveva accolto una comunità di nomadi che erano stati cacciati dal Comune di Terralba: aveva dato ospitalità alle tante famiglie rom che si erano ritrovate senza un tetto. Da alcuni mesi è cappellano del carcere oristanese di Piazza Manno.

DOMICILIARI Don Giovanni Usai trascorrerà la sua prima notte agli arresti domiciliari a Oristano in una struttura messa a disposizione dalla Diocesi. La notizia dell'arresto è stata subito comunicata all'arcivescovo Ignazio Sanna, che sta trascorrendo alcuni giorni di ferie in Germania e che per il momento ha preferito non commentare aspettando di farlo al suo rientro in città, previsto per giovedì 30. La notizia si è diffusa velocemente anche in città, dove don Usai è molto conosciuto per la sua attività a favore degli emarginati e dei detenuti cominciata ormai molti anni fa nella casa parrocchiale di Senis, un paesino di poche centinaia di abitanti del quale era parroco, e proseguita poi ad Arborea in un terreno concesso dalla Società Bonifiche Sarde. Attualmente il sacerdote era anche cappellano del carcere di Oristano. Sul fronte dell'inchiesta, i carabinieri della Compagnia e del Comando provinciale di Oristano mantengono il più stretto riserbo, anche perché le indagini - fanno sapere i militari dell'Arma - sono tutt'altro che concluse. I fatti per i quali è stato disposto l'arresto di don Usai e del cittadino nigeriano Eze Alphonsus sono avvenuti comunque all'interno della Comunità e la vittima della presunta violenza sessuale, per quanto è dato di sapere, sarebbe un'ospite della stessa struttura.

Martedì 28 dicembre 2010 21.30


www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/208336

Don Giovanni Usai, 61 anni, gestisce una comunità di recupero di detenuti

Sarcerdote arrestato in Sardegna
«Sfruttamento della prostituzione»

Con le stesse accuse in manette anche un nigeriano di 35 anni ospite della sua struttura

ORISTANO - Don Giovanni Usai, il sacerdote di Assolo, nell'oristanese, fondatore e responsabile della Comunità Il Samaritano per il recupero dei detenuti in una struttura nelle campagne di Arborea, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Oristano con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale.

L'ALTRO IN MANETTE - L'arresto è scattato in esecuzione di un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Oristano, Mauro Pusceddu, su richiesta del pubblico ministero Nadia Lecca. Assieme al sacerdote - 67 anni, una vita spesa a favore degli emarginati e dei detenuti -, è stato arrestato anche un ospite della comunità, il nigeriano Eze Alphonsus, 35 anni, con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. (fonte: Ansa)


www.corriere.it/cronache/10_dicembr...44f02aabc.shtml

VIOLENZA SESSUALE: PRETE ARRESTATO NELL’ORISTANESE

(AGI) - Oristano, 28 dic. - E’ agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale don Giovanni Usai, il sacerdote responsabile del “Samaritano”, la comunita’ di Arborea, nell’Oristanese, impegnata nel recupero dei detenuti.

Al prete, 67 anni, originario di Assolo (Oristano), i carabinieri della compagnia di Oristano hanno notificato stamane l’ordinanza della custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa nei suoi confronti dal gip del tribunale di Oristano Mauro Pusceddu, su richiesta del pm Diana Lecca. In carcere, invece, e’ stato condotto un ospite della comunita’, il nigeriano Alphonsus Eze, 35 anni, accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Don Usai, fondatore del “Samaritano” e’ molto noto in provincia di Oristano, dove e’ attivo nel recupero dei reteunti. La sua comunita’, costituita inizialmente in Marmilla, e’ ospitata ora nel comprensorio della bonifica di Arborea. Qualche anno fa era stata visitata dall’allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che l’aveva citata come esempio di positiva esperienza nel lavoro di reinserimento dei detenuti. (AGI) OR1/Rob

www.stato-oggi.it/archives/000115776.html

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Blitz quotidiano
assolo (oristano). "Ha sfruttato delle prostitute" Arrestato don Giovanni Usai


Edited by pincopallino1 - 28/10/2023, 07:44
 
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view post Posted on 29/12/2010, 10:44
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Arborea, arrestato il prete dei detenuti con l'accusa di violenza sessuale

Don Giovanni Usai, il sacerdote originario di Assolo, fondatore della Comunità Il Samaritano impegnata nel recupero dei detenuti, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale. L’arresto è scattato in esecuzione di un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesso dal gip del tribunale di Oristano Pusceddu

di Giampaolo Meloni


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Uno scorcio della comunità "Il Samaritano"


ARBOREA. Don Giovanni Usai, il sacerdote originario di Assolo, paesino dell'Oristanese, fondatore e responsabile della Comunità Il Samaritano impegnata nel recupero dei detenuti in una struttura realizzata nelle campagne di Arborea, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Oristano con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale. Con lui nei guai anche un giovane nigeriano accusato di favoreggiamento e sfruttamento.

L'arresto è scattato in esecuzione di un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Oristano Mauro Pusceddu, su richiesta del pubblico ministero Diana Lecca. Assieme al sacerdote, 67 anni, è stato arrestato anche un ospite della comunità, il nigeriano Eze Alphonsus, 35 anni, al quale il magistrato ha contestato l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

A suscitare l'interesse degli inquirenti sarebbe stata la denuncia di almeno una persona, presumibilmente una donna, nei confronti della quale le attenzioni di natura sessuale sarebbero state prolungate, insistenti e pressanti fino a spingerla a superare il muro del silenzio imposto da una situazione così delicata come è il contesto della comunità. Ma secondo le prime indiscrezioni, le persone coinvolte nelle pratiche che hanno portato gli inquirenti a configurare accuse così nette e pesanti nei confronti del sacerdote e del giovane nigeriano non sarebbero solo figure femminili ma anche ospiti maschili: si tratta di vedere quali siano stati i ruoli delle persone. A delineare con chiarezza lo scenario saranno i carabinieri del Comando provinciale, probabilmente oggi con i dettagli dell'operazione.

Diffusa nella tarda serata, la notizia ha colto di sorpresa le persone che conoscono da tempo il sacerdote che ha dedicato la vita agli emarginati.


Il precedente. A mettere in fibrillazione in maniera analoga il mondo ecclesiastico e l'opinione pubblica era stato negli anni scorsi il caso di don Marco Dessì, l'ex sacerdote (non è più prete dal 3 febbraio scorso) di Villamassargia accusato di pesanti attenzioni di natura sessuale nei confronti dei ragazzi ospiti della sua comunità in Nicaragua, nei primi anni del Duemila. Dopo una lunga e difficile vicenda processuale, don Marco Dessì la scorsa estate ha beneficiato di uno sconto di pena (grazie all'accesso al rito abbreviato) ed è ora libero per decorrenza di termini.

Il personaggio. Don Giovanni Usai ha spesso fatto discutere per le sue iniziative, forti ma sempre di carattere umanitario. L'ultima riguarda Terralba, il centro vicino ad Arborea. Fu lui ad accogliere la famiglia di Rom che venne allontanata da Terralba perchè aveva occupato abusivamente un'area alla periferia del paese. Ma suscitò ancor più clamore quando mosse i primi passi nell'assistenza agli extracomunitari, accogliendo nella sua casa parrocchiale i primi detenuti in permesso per consentire loro di telefonare alle proprie famiglie. Erano i primi anni Ottanta. La prima bolletta fu di otto milioni di lire.

Concordò di pagare a rate. Ma la prima vera tappa nell'accoglienza è segnata da un episodio del 1991: era parrocco a Senis e diede ospitalità a un ragazzo che ottenne gli arresti domiciliari. I fedeli più vicini alla parrocchia organizzarono una raccolta di firme per allontanarlo dal paese. Ma lui lo tenne con sè. «Da allora - raccontò poi a un cronista - hanno abitato con me più di mille persone». Bilancio del 2003. Quantomai lusinghiero per il docente di Linguistica dell'università di Sassari che scelse di lasciare la cattedra per aiutare gli emarginati. Prima tappa: cappellano della colonia penale di Isili.

La storia. Oggi il registro certificato dalla magistratura dà un bilancio decisamente più alto: dal 2005 i detenuti accolti nella Comunità Il Samaritano di Arborea, in entrata e in uscita, sono 1200. Un lavoro cominciato nel 1999. L'11 novembre del 2002 l'inaugurazione del nuovo Centro di Arborea, in località Sassu, nel cuore del territorio agricolo, presente l'allora ministro della Giustizia Castelli. La cooperativa conta ventotto persone, sei posti letto sono riservati a detenuti per trascorrere brevi periodi di permesso premio e quattro sono riservati ai rilasciati dal carcere.

Sono stati gli stessi operatori ha spiegare l'anno scorso che «si è voluto così, dare ai detenuti, senza distinzione di razza, colore, religione e senza un punto di riferimento nella società, la possibilità di essere accolti per poter anch'essi beneficiare dei permessi premio e delle pene alternative». La Comunità lavora su due aziende agricole e un box al mercato civico di Oristano.

La Regione. Il progetto ha avuto dalle origini le attenzioni della Regione. All'inizio con il presidente Federico Palomba, poi con Renato Soru. E furono molto importanti le iniziative di solidarietà e raccolta fondi promosse a sostegno dall'allora arcivescovo di Oristano Piergiuliano Tiddia.
(29 dicembre 2010)

http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettagli...essuale/3059308
 
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GIRO DI SQUILLO IN COMUNITÀ:
NEI GUAI PRETE AD ORISTANO


Giro di squillo in comunità

Nella Comunità per il recupero di detenuti ed ex detenuti «Il Samaritano» di Arborea era stata organizzata una vera e propria casa di appuntamenti. E don Giovanni Usai, fondatore della comunità, sapeva tutto ma non avrebbe fatto niente per mettere fine allo scandalo. Questa, secondo le prime indiscrezioni, la sostanza dell'accusa di favoreggiamento della prostituzione per la quale ieri mattina i carabinieri di Oristano lo hanno arrestato. Maggiori particolari su tutta la vicenda saranno probabilmente resi noti dai militari nel corso di una conferenza stampa convocata per le 11 negli uffici del Comando provinciale di via Loffredo. Intanto don Usai ha trascorso agli arresti domiciliari in un edificio della Diocesi oristanese la sua prima notte da recluso dopo 30 e più anni spesi a favore dei detenuti, in particolare di quelli extracomunitari. Dopo l'arresto don Usai, che ha 67 anni, avrebbe avuto un lieve malore dal quale si sarebbe comunque subito ripreso. Negli ultimi mesi aveva avuto qualche problema di salute che probabilmente ha influito, assieme con l'età, nella decisione di concedergli gli arresti domiciliari.


www.leggonline.it/articolo.php?id=98803
 
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Il prete che piaceva alla Lega accusato di violenze

pubblicato il 29 dicembre 2010 alle 12:33 dallo stesso autore - torna alla home

Don Giovanni Usai, patron di una comunità di recupero detenuti, era a conoscenza del giro di prostituzione nella sua struttura. Ora è agli arresti.

Ha trascorso la sua prima notte agli arresti domiciliari Don Giovanni Usai, sacerdote sardo che dirigeva la comunità di recupero “Il Samaritano” di Assolo, in provincia di Oristano. Il sacerdote, informano le agenzie fin da ieri, è accusato dai carabinieri 6417 Il prete che piaceva alla Lega accusato di violenzedi “favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale”. Nuove informazioni sui fatti a lui contestati emergono in questi minuti.

LA VICENDA – Li spiega un lancio dell’Ansa, che fa il punto della situazione sulle indagini a suo carico.

A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della Comunita’ e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza. Non e’ chiaro pero’ se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l’accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze. Certo e’, pero’, hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della Comunita’ era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005

Dunque secondo gli inquirenti se don Usai non sapeva che nella sua struttura avveniva il commercio del sesso, sarebbe perchè non aveva voluto vederlo, vista l’intensità con cui la prostituzione si verificava nella struttura. E a suo carico, come detto, c’è anche un’imputazione per un singolo episodio di violenza sessuale.

Secondo l’accusa avrebbe chiesto a una ragazza, anch’essa nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione.

Abuso della sua posizione dunque: il don avrebbe chiesto un rapporto sessuale in cambio della garanzia di oliare le giuste rotelle.

UN CENTRO MODELLO – La vicenda giudiziaria investe dunque la comunità il Samaritano, che era tenuta su un palmo dalle cronache locali e nazionali. Le attività della struttura erano finiti sul Corriere della Sera e rilanciate da Ristretti Orizzonti, il magazine online che aggrega e commenta le notizie sul mondo della prigione e dei carcerati.

C’è una fattoria nelle campagne del Sassu, in Sardegna, vicino ad Arborea, dove lavorano in ventisette. Sono di quattordici nazionalità diverse, tutti soci a busta paga della cooperativa “Il Samaritano”. Guadagnano ogni settimana dai 50 ai 70 euro a testa, a seconda di quanti pomodori, zucchine, melanzane e altri ortaggi riescono a vendere. Hanno a disposizione 40 ettari di terra, 4 mila metri di serre, e da quattro giorni anche un box nel mercato civico di Oristano. E sono tutti detenuti. Il fattore è don Giovanni Usai, 58 anni il 7 luglio scorso, che oltre a fare il cappellano nel carcere di Isili, oltre a essere il parroco di Sant’Anna e Tiria, nell’Oristanese, oltre a studiare la geografia linguistica dell’isola, coordina le attività dell’azienda agricola inaugurata il 22 novembre scorso: la “Casa di Nostra Signora di Bonacatu”, che significa della Buona accoglienza. La prima, e finora unica, casa di accoglienza per detenuti ammessi alle pene alternative o agli arresti domiciliari. Un modello che l’altroieri il Guardasigilli Roberto Castelli indicava come “punto di riferimento da esportare per la validità dei metodi di reinserimento degli ex carcerati”.

Una copertura politica addirittura a livello nazionale per il prete sardo, con l’allora ministro della Giustizia della Lega Nord che lo definiva un modello.

L’idea del centro pilota di Arborea risale a pochi anni fa. “Non posso sopportare che i detenuti stiano 24 ore a oziare – spiega -. Il carcere è una struttura repressiva, ti chiede di rispettare le sue regole, ma non ti educa a ritornare nella società. Ne parlai con l’allora presidente della Regione, Federico Palomba. Pensavo a un’azienda come i monasteri benedettini, in cui la giornata è scandita dalla regola ora et labora: riflessione e lavoro. Il Consiglio regionale votò all’unanimità il progetto e lo inserì nella Finanziaria con un articolo di legge: era il 1999″. Nel Duemila è nata l’associazione “Il Samaritano”, diventata poi la cooperativa sociale di oggi: i soci sono detenuti ammessi all’articolo 21, agli arresti domiciliari, semiliberi e in affido ai servizi sociali. Più un agronomo, un tecnico e un ex detenuto che aiutano don Usai, “e che sono a libro paga, come gli altri”. “L’80% dei carcerati è recidivo perché dietro le sbarre non ha imparato nulla – conclude il fattore-cappellano -. L’Italia è piena di terreni incolti del demanio. Forse è arrivato il momento di sfruttarli per educare un detenuto a diventare responsabile. Di sé e degli altri”.

LATITANTI – Accanto al prete arrestato, altri membri della comunità sono coinvolti nelle indagini. Uno di essi è attualmente latitante.

L’inchiesta scattata all’inizio del 2010 ha portato all’arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un’occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della Comunita’ che pero’ e’ sfuggito all’arresto ed ora e’ ricercato.

Così, anche una comunità “modello” può diventare l’inferno dello sfruttamento delle prostitute nigeriane.

Cronache locali di Tommaso Caldarelli

www.giornalettismo.com/archives/107...-prostituzione/
 
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view post Posted on 29/12/2010, 14:43
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E secondo voi l'arcivescovo chi andrà a visitare, il prete indagato o chi denuncia le violenze?

www.diritto-oggi.it/archives/00054273.html

VIOLENZA SESSUALE: ARCIVESCOVO ORISTANO INCONTRERA’ DON USAI

(AGI) - Oristano, 29 dic. - L’arcivescovo di Oristano, monsignor Ignazio Sanna, in questi giorni in ritiro presso la comunita’ di Schoenstatt in Germania, ha appreso dal tenente colonnello Giuseppe Palma, comandante provinciale dei carabinieri, la notizia dell’arresto di don Usai, responsabile della comunita’ Il samaritano di Arborea e cappellano della casa circondariale di Piazza Manno, accusato di violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione. Il rientro in sede dell’arcivescovo e’ previsto per la serata di domani e per venerdi’ monsignor Sanna spera di ottenere il permesso di poter incontrare il sacerdote agli arresti domiciliari. Per la stessa giornata di venerdi’ e’ stato convocato il Collegio dei consultori diocesano. Si dovra’ valutare anche la possibilita’ della nomina di un commissario per la comunita’ “Il Samaritano” e di un cappellano per le casa circondariale di Oristano.
Monsignor Sanna, secondo quanto riferisce una nota della Diocesi, “anzitutto, assicura la sua vicinanza nella preghiera ed esprime la sua solidarieta’ e paternita’ al sacerdote don Giovanni; al contempo invita il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo”.
L’arcivescovo manifesta, quindi, “il suo dispiacere per una situazione che potrebbe creare dei problemi sia all’interno della comunita’ diocesana sia per come potrebbe essere vista in avvenire la comunita’ de ‘Il Samaritano’”. L’altro prelato si dice, inoltre, “sorpreso per uno sviluppo della vicenda che giunge completamente nuovo; infine, nutre fiducia nel corso della giustizia, perche’ si possa accertare nel piu’ breve tempo possibile la veridicita’ sulla intera vicenda”.
“A tutti si ricorda”, conclude la nota della Diocesi, “che la presunzione d’innocenza e’ un principio del diritto penale secondo il quale un imputato e’ innocente fino a prova contraria, don Giovanni compreso”
 
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perlanaturale
view post Posted on 29/12/2010, 14:50










http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronac...1645839919.html

Giro di prostitute in comunita' di recupero
Arrestato sacerdote in Sardegna




ORISTANO - Erano almeno cinque, forse sei, le donne, tutte nigeriane, di eta' compresa fra i 20 e i 30 che si prostituivano all'interno della Comunita' 'Il Samaritano' di Arborea per il recupero dei detenuti. Lo hanno rivelato i carabinieri del Comando provinciale di Oristano nel corso di una conferenza stampa che ha fatto il punto della situazione all'indomani dell'arresto del fondatore e responsabile della Comunita' don Giovanni Usai, ora agli arresti domiciliari in una comunita' religiosa di Oristano. A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della Comunita' e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza.

Non e' chiaro pero' se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l'accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze. Certo e', pero', hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della Comunita' era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005. Don Usai deve rispondere anche di violenza sessuale per un singolo episodio, avvenuto nel 2009. Secondo l'accusa avrebbe chiesto a una ragazza, anch'essa nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione. L'inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un'occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della Comunita' che pero' e' sfuggito all'arresto ed ora e' ricercato.

VESCOVO ORISTANO, FIDUCIA GIUSTIZIA - Dispiaciuto e sorpreso per quanto accaduto, comunque vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della Giustizia. E' arrivato via Internet dalla Germania il primo commento dell'arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, sulla vicenda che ha portato all'arresto del direttore della Comunita' Il Samaritano e cappellano del carcere don Giovanni Usai. Una nota pubblicata oggi sul sito della Diocesi spiega che monsignor Sanna, in ritiro nella comunita' di Schoenstatt, ha appreso la notizia dell'arresto direttamente dal comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Palma. Monsignor Sanna, prosegue la nota, ''anzitutto assicura la sua vicinanza nella preghiera ed esprime la sua solidarieta' e paternita' al sacerdote don Giovanni e invita il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo'.

Il vescovo esprime anche 'il suo dispiacere per una situazione che potrebbe creare dei problemi sia all'interno della comunita' diocesana, sia per come potrebbe essere vista in avvenire la comunita' 'Il Samaritano'. Il presule si dice inoltre sorpreso per uno sviluppo della vicenda che giunge completamente nuovo e, infine, nutre fiducia nel corso della giustizia, perche' si possa accertare nel piu' breve tempo possibile la verita' sull'intera vicenda''. Monsignor Sanna rientrera' a Oristano domani giovedi' 30 dicembre e spera di avere la possibilita' di incontrare don Giovanni gia' venerdi' 31. Nel frattempo ha gia' convocato il Collegio dei Consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la Comunita' Il Samaritano e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano.
 
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view post Posted on 30/12/2010, 10:12
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Arborea, via vai sospetto di ragazze, una nigeriana accusa don Usai

Oggi comparirà in tribunale per l’interrogatorio di garanzia don Giovanni Usai, il sacerdote che gestisce la casa per ex detenuti Il Samaritano, arrestato con l’accusa di violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione. Lo accusa una ragazza nigeriana. In cambio avrebbe offerto un posto di lavoro a tempo indeterminato e così la ragazza non avrebbe avuto scelta

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di Enrico Carta

ARBOREA. Lo accusa una ragazza nigeriana. È lei che don Giovanni Usai, il sacerdote che gestisce la casa di accoglienza per ex detenuti "Il Samaritano", avrebbe ricattato costringendola a una prestazione sessuale. In cambio avrebbe offerto un posto di lavoro a tempo indeterminato: in Italia è molto più che pane per un cittadino extracomunitario. E così, di fronte a quella che viene considerata una minaccia, la ragazza non avrebbe avuto scelta.

Tra l'espulsione certa e una vita migliore avrebbe scelto la seconda, accontentando però il sacerdote. Sono le accuse, non le sole, che hanno portato alla misura cautelare - il prete è ai domiciliari in un edificio della Curia - emessa nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu su richiesta del sostituto procuratore Diana Lecca.

Sono le accuse che convincono i carabinieri, che spiegano di aver fatto un accuratissimo lavoro di indagine. Sono le accuse che lasciano più che sgomento il mondo che ruota attorno a don Giovanni Usai. È incredula la Chiesa, sono increduli coloro che sino a due giorni fa lavoravano fianco a fianco con lui nelle campagne di Arborea.

Sono increduli i tanti amici e conoscenti che il sacerdote di 67 anni di Assolo ha in tutta l'isola e che l'hanno conosciuto per la sua instancabile attività in favore dei più deboli.

Eppure da queste accuse - oltre quella di abuso sessuale c'è anche quella di aver permesso che il centro Il Samaritano si trasformasse in una sorta di casa d'appuntamento -, don Giovanni Usai deve difendersi. Lo farà già questa mattina, assieme al cittadino nigeriano Alphonsus Eze (35 anni, arrestato martedì) accusato a sua volta di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, mentre un terzo nigeriano coinvolto nell'inchiesta e la cui identità non viene rivelata è al momento ricercato, perché su di lui pende un ordine di arresto del tribunale di Oristano.


Alle dieci, i primi due saranno in tribunale per l'interrogatorio di garanzia, durante il quale è possibile che don Giovanni Usai risponda alle domande del giudice, anche perché i carabinieri che martedì mattina sono andati a prelevarlo all'aeroporto di Elmas, dove era appena sbarcato, hanno detto che si è dimostrato immediatamente collaborativo.

E le domande e le spiegazioni da fornire saranno tante. I carabinieri del reparto operativo e quelli della stazione di Arborea hanno infatti avuto tempo e modo di raccogliere quelli che definiscono «elementi certi». È infatti dalle prime settimane dell'anno che controllano i movimenti all'interno del centro Il Samaritano, dove il via vai esagerato di persone ha destato più di un sospetto e dato fiato ad una serie di voci alle quali però in pochi davano credito.

E allora sono stati intensificati i controlli e sono stati fatte numerose attività di indagine, sulle quali il colonnello Giuseppe Palma comandante provinciale dei carabinieri e il tenente Claudio Mauti, non hanno fornito particolari dettagli, probabilmente per non scoprire le carte dell'inchiesta. Intercettazioni, appostamenti, probabilmente anche qualche deposizione. Tutto alla fine avrebbe combaciato, sino alla decisione della magistratura di intervenire.

C'era da fermare l'attività di prostituzione che ancora sarebbe andata avanti e che vedrebbe coinvolte sei ragazze nigeriane, ospiti della comunità.

Hanno tra i venti e trent'anni e proprio nelle stanze del Samaritano, nel giardino della struttura e nelle campagne circostanti avrebbero venduto il loro corpo.

«Don Giovanni Usai sapeva e avrebbe lasciato fare. In ogni caso è responsabile anche dal punto di vista penale di quel che accade all'interno della struttura, dove è bene ricordare che ci sono ex detenuti», sostengono i carabinieri. Che hanno anche riportato indietro le lancette e fatto risalire l'origine dei reati al 2005. In tutti questi anni il sacerdote avrebbe taciuto e chiuso tutti e due gli occhi per consentire agli altri due indagati di continuare a pretendere dalle ragazze i soldi pagati dai clienti.


(30 dicembre 2010)


http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettagli...on-usai/3066917
 
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view post Posted on 31/12/2010, 10:48
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Nuove denunce per don Giovanni Usai, il sacerdote da due giorni agli arresti domiciliari in una comunità religiosa di Oristano, con l'accusa di violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione. I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni (Nas) e i colleghi del Nucleo ecologico addebitano, infatti, a don Usai numerose irregolarità nella gestione della comunità di recupero dei detenuti "Il Samaritano" di Arborea, di cui il sacerdote è fondatore e responsabile, e al cui interno opera una cooperativa agricola. In particolare, a don Usai è stata contestata la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e la macellazione clandestina, per le precarie condizioni igieniche dei locali (cucina e deposito), e per la presenza di vecchi residui di lavorazione e sporcizia varia, ed anche per la macellazione di bovini e ovi-caprini in locali non autorizzati. A don Giovanni Usai, inoltre, sono state contestate alcune violazioni di natura amministrativa: la mancanza di autorizzazione sanitaria per la preparazione di alimenti del personale preposto; e la detenzione nell'allevamento di quindici suini, privi del marchio aziendale e non inseriti nel registro di carico e scarico. I carabinieri hanno,quiondi, posto sotto sequestro beni per un valore di circa sessantamila euro. Tra questi, una cella frigo, quattro congelatori, animali d'allevamento (15 maiali) e un ingente quantitativo di carne (300 chili), formaggi (50 chili) e latte (260 litri).



www.angeloporcheddu.it/dblog/storico.asp

http://www.gexplorer.net/notizie/2010/12/d...interrogatorio/

Don Usai il sacerdote accusato di violenza sessuale, comparirà oggi in tribunale l’interrogatorio .
Gexplorer.net Notizie Italiane

Comparirà oggi in tribunale per l’interrogatorio di garanzia don Giovanni Usai, il sacerdote che gestisce la casa per ex detenuti Il Samaritano, arrestato martedì con l’accusa di violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione. A queste accuse si sono aggiunte anche quelle dei Nas che hanno sequestrato nella comunità merci e attrezzature per 60mila euro.

don Giovanni Usai

L’interrogatorio del sacerdote, inizialmente previsto per ieri , si terrà dunqueoggi, su richiesta dell’avvocato Anna Maria Uras. Il rinvio è stato motivato con la necessità di esaminare la documentazione presentata dall’accusa e nella quale si sostiene che don Usai, da più di 30 anni impegnato a favore dei detenuti, soprattutto di quelli extracomunitari, non avrebbe esercitato il necessario controllo sugli ospiti della Comunità “Il Samaritano”, in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza.

INTERROGATO IL NIGERIANO E’ durato solo pochi minuti l’interrogatorio di garanzia di Alphonsus Eze, il nigeriano di 35 anni arrestato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il direttore della Comunità per il recupero di detenuti ed ex detenuti “Il Samaritano”, don Giovanni Usai. L’imputato, assistito d’ufficio dall’avvocato Antonello Cosseddu, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo l’accusa faceva da palo fuori dalle stanze dove alcune ospiti della Comunità, tutte donne nigeriane, si prostituivano e in una di queste occasioni avrebbe intascato una percentuale sulla tariffa pagata dal cliente per la prestazione.

L’INDAGINE - Secondo i Carabinieri il via vai di persone estranee nei locali del Samaritano era molto intenso e la cosa, che andava avanti almeno dal 2005, non sarebbe dovuta sfuggire al religioso. Don Usai deve rispondere anche di un’accusa particolarmente infamante per un sacerdote: violenza sessuale per un episodio avvenuto nel 2009.

Secondo gli inquirenti avrebbe chiesto a una nigeriana una prestazione sessuale in cambio dell’assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di ottenere il permesso di soggiorno e restare in Italia. L’inchiesta scattata all’inizio del 2010 ha portato all’arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, il quale pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a pagamento e, in almeno un’occasione, si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite della Comunità, anche lui nigeriano, che però è sfuggito all’arresto e ora è ricercato. Nessuno dei collaboratori del sacerdote arrestato crede alle accuse e qualcuno parla addirittura di un complotto orchestrato per danneggiare la Comunità. Tutti sono rimasti al loro posto di lavoro, continuando le normali attività.

LA DIOCESI – L’arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, in ritiro nella comunità di Schoenstatt, in Germania, con una nota pubblicata ieri sul sito della Diocesi, si è detto “dispiaciuto e sorpreso” per quanto accaduto, comunque “vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della giustizia”. L’arcivescovo invita tutto “il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo”. Monsignor Sanna rientrerà a Oristano questo pomeriggio e spera di avere la possibilità di incontrare don Giovanni già venerdì 31. Nel frattempo ha già convocato il Collegio dei consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la Comunità Il Samaritano e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano.

DENUNCIA DEI NAS - Nuovi guai giudiziari per il direttore della Comunità di recupero “Il Samaritano” don Usai. Il religioso è stato denunciato anche per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e macellazione clandestina. Le nuove contestazioni sono arrivate al termine di una perquisizione eseguità nella comunità dai Carabinieri della Compagnia di Oristano con la collaborazione dei colleghi del Nucleo antisofisticazioni e del Nucleo operativo ecologico. A don Usai sono state addebitate una serie di sanzioni amministrative per la preparazione di alimenti da parte di personale privo delle necessarie autorizzazioni sanitarie e per detenzione di 15 maiali privi del marchio col codice aziendale e non inseriti nel registro di carico e scarico. Durante l’operazione dei Carabinieri sono stati sequestrati alimenti e attrezzature per un valore di circa 60 mila euro.

L’UnioneSarda
 
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view post Posted on 31/12/2010, 17:10
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Prostituzione: prete arrestato respinge accuse
Durante interrogatorio garanzia dichiara sua innocenza
31 dicembre, 16:40

(ANSA) - ORISTANO, 31 DIC - Ha respinto oggi tutte le accuse, dichiarandosi certo di poter provare la propria innocenza, nel corso dell'interrogatorio di garanzia durato circa tre ore, don Giovanni Usai, il sacerdote di 67 anni arrestato martedi' scorso per favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale, reati che avrebbe commesso nella sua veste di direttore della Comunita' per il recupero dei detenuti Il Samaritano di Arborea.

I difensori di don Usai hanno ribadito la convinzione che le accuse siano il frutto di una montatura. Il prete resta comunque agli arresti domiciliari. (ANSA).


http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sar...1645034720.html

 
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chandradevi
view post Posted on 31/12/2010, 18:47




Scriviamo queste righe con i nostri cuori e le nostre menti sentendoci moralmente colpiti da quel che va accadendo in questi giorni a seguito del fermo di Don Giovanni Usai.
Estremamente garantisti non intendiamo esprimerci sulle indagini, sui fatti, e sulla mera cronaca, perchè crediamo che la giustizia debba sempre fare il suo corso e che solo i giudici del tribunale possano esprimersi in merito.
Questo fatto di cronaca cittadina, che all'istante è balzata anche su prime pagine di giornali nazionali e non, ancora una volta ci indica quanto la comunicazione di massa possieda pregi e difetti.
E' certo che nella rete si crea l'informazione libera ma spesso anche troppa confusione, infatti si passa con rapida velocità ad essere recettore e creatore di informazioni, causando una grande confusione.
In rete e nei blog non si esita a criticare, giudicare e condannare Giovanni Usai apportando modifiche personali ai pezzi giornalistici con alquanto coloriti paragoni e similitudini, creandone un vero e proprio "mostro".
Pochi o nessuno osa o vuole ricordare di ciò che stanno a significare 35 anni di metodi alternativi alle misure restrittive, di impegno e rischio personale, di vita vissuta con gli ultimi e tra gli ultimi, praticando costantemente i valori di fratellanza ed umanità. In questo tortuoso camminare fianco fianco a con l'umanità che soffre, si agisce dimenticando sè stessi e lasciando dietro di sè schemi e pregiudizi.
Non siamo qui per sostituirci ad una accusa o ad una difesa, il nostro obiettivo mira a suscitare la sensibilità umana per chi colpevole o meno viene messo, a prescindere, alla gogna della piazza virtuale.

Eleonora Casula
Alessandro Vinci
Marco Contu
Alessandra Giarrusso
 
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view post Posted on 31/12/2010, 19:57
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Nessuna gogna. Qui raccogliamo notizie di stampa. Quando si sono presentati casi di accuse ingiuste o semplicemente non dimostrate non abbiamo esitato a riportare l'esito di ogni vicenda giudiziaria o di scandalo mediatico.

Mi limito ad osservare che i 35 anni di metodi alternativi non hanno nessuna attinenza alle indagini: i processi non si fanno sulla base delle reputazioni o degli attestati di stima ma sull'analisi dei fatti.

Prescindendo dal caso don Usai e senza nessuna pretesa di precostutuire una tesi, osservo che non è la prima volta che dei preti vengono accusati di aver abusato sessualmente o fisicamente di detenuti o ex detenuti o immigrate presso comunità da loro gestite.

Nei casi precedenti si è giunti a sentenze di condanna

1) don Cesare Lodeserto: https://laici.forumcommunity.net/?t=7085422
2) don Walter Mariani: https://laici.forumcommunity.net/?t=19658298
3) don Giuseppe Stroppiana: https://laici.forumcommunity.net/?t=23362317

Discorso a parte quello di padre Fedele Bisceglie, per cui le accuse di violenza sessuale che hanno portato a un processo sono solo quelle a carico di una suora e non anche delle immigrate che hanno denunciato violenze da parte del prete gestore della comunità per ex prostitute L'oasi: https://laici.forumcommunity.net/?t=5977981

Ritengo che affidare ai sacerdoti persone dalla debole condizione sociale sia pericoloso, perché i sacerdoti non vivono una normale vita affettiva e sessuale e perché spesso ritengono di dover rispondere prima alle autorità ecclesiastiche che a quelle civili.

Del resto la Cassazione ha sentenziato, proprio nel caso don Stroppiana, che non risponde ai principi dello stato laico l'istituzione dei cappellani carcerari, come don Usai.
 
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view post Posted on 2/1/2011, 14:21
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Arborea, “sesso e favori”
nella comunità di don Usai

image
Don Usai scortato dai carabinieri il giorno dell'interrogatorio (Alessandra Chergia)

Dal quadro accusatorio che ha portato agli arresti domiciliari don Giovanni Usai, fondatore della comunità "Il Samaritano" emergono nuovi sconcertanti particolari. La comunità di Arborea, per come viene descritta dall'accusa, sembra una casa di tolleranza. Accusa che il sacerdote ha respinto nell'interrogatorio di garanzia.

Stando agli elementi raccolti dagli inquirenti, attraverso dichiarazioni e intercettazioni, la comunità "Il Samaritano" viveva al suo interno secondo uno stile ben diverso da quello che proiettava all'esterno. Porte aperte giorno e notte e tanta attività sessuale, a pagamento o in cambio di favori. Spetterà naturalmente ai giudici stabilire la veridicità dell'impianto accusatorio. Ma intanto ci sono queste accuse, che pesano come macigni sulla testa di don Giovanni Usai, principale protagonista di questa storia. Accusa che parla di favoreggiamento della prostituzione e di violenza sessuale.

L'ACCUSA - Alla base della richiesta della misura cautelare "c'è la grave e principale tesi" secondo la quale don Usai avrebbe consapevolmente consentito all'interno della comunità "l'esercizio della prostituzione". Non solo, ma una delle donne nigeriane arrivate nella comunità ha dichiarato agli inquirenti "che da subito il sacerdote ebbe a pretenderle relazioni sessuali". Dopo qualche rifiuto iniziale - prosegue la donna nelle sue dichiarazioni agli inquirenti - "capì che l'unico modo per ottenere un contratto a tempo indeterminato era quello di soggiacere alle pretese sessuali" di don Usai.

LA DIFESA - A tutte queste accuse ha ribattuto don Usai nel corso dell'interrogatorio di garanzia che si è svolto il 31 dicembre. Il sacerdote ha definito falsi tutti gli episodi che gli sono stati contestati. Uno dei suoi legali, l'avvocato Francesco Pilloni, ha puntualizzato che "c'è una malcelata voglia di provocare danno a quest'uomo da parte di soggetti che non hanno certo l'aureola. Le intercettazioni possono avere tante interpretazioni, non c'è niente di eclatante".

Domenica 02 gennaio 2011 11.46


www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/208699
 
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chandradevi
view post Posted on 2/1/2011, 16:43




bhè certo riportare un titolo " il prete che piaceva alla Lega" non è certo esclusivamente narrare fatti di cronaca. Comunque felici voi...
 
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view post Posted on 3/1/2011, 10:17
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Arborea, quattro testimoni
accusano don Giovanni Usai


Gli avvocati di don Usai, il sacerdote agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale, vanno all'attacco per smontare le accuse gravissime di quattro nuovi testimoni.

I legali di don Giovanni Usai sono al lavoro per smontare le accuse che hanno portato il fondatore della comunità di Arborea "Il Samaritano" agli arresti domiciliari. Anna Maria Uras e Francesco Pilloni studiano attentamente ogni dettaglio per smontare l'impianto accusatorio che dal principio hanno definito "infondato". I legali non parlano di un disegno preordinato per screditare don Usai, ma evidentemente insistono sui riscontri e sulle prove che andranno valutate accuratamente.

I TESTIMONI - Dopo la pesantissima accusa di una donna nigeriana che agli inquirenti aveva dichiarato "che da subito il sacerdote ebbe a pretenderle relazioni sessuali", ora spuntano quattro nuovi testimoni che non hanno risparmiato il fondatore della comunità. Testimonianze che al momento sembrerebbero isolate tra le persone che negli ultimi cinque anni hanno frequentato la comunità di Arborea.

Lunedì 03 gennaio 2011 09.10


www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/208817
 
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view post Posted on 12/1/2011, 11:24
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“Don Usai arrestato dai Carabinieri e già assolto da Rai Regione!”.

La lettera di una cittadina a Oppes & C. Che ne pensate?

Pubblicato il2 gennaio 2011 davitobiolchini

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L’arresto di don Usai, animatore da anni della comunità “Il Samaritano”, scuote le coscienze di molti. E’ un caso delicato che andrebbe trattato con grande prudenza e fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine. I quotidiani sono stati finora molto cauti, dando la notizia con grande risalto ma senza sposare alcuna tesi, innocentista o colpevolista. Cosa che invece non ha fatto il tg3 regionale. Questa lettera è stata inviata dalla nostra lettrice Maria Chiara Esposito alla redazione di viale Bonaria. La trovo assolutamente condivisibile.

Ciao Vito, mando al tuo blog la mail che ho inviato poco alla redazione del tg3 regionale con il provocatorio oggetto “don Usai e il privilegio di essere inquisito”. Da giorni la Rai dedica un servizio quotidiano all’assoluzione preventiva del direttore della comunità il Samaritano, un prete accusato di gravissimi reati. Dopo l’ennesimo sermone, oggi ho deciso di scrivere a qualcuno della redazione, con la sensazione che non gli sarà del tutto indifferente sentirsi rimproverare un po’. Mi piacerebbe avere un parere tuo e dei lettori del blog su un caso secondo me grave di uso a fini parzialissimi dell’informazione pubblica. Tra l’altro con una sfacciataggine inaudita.

Ti ringrazio per l’attenzione e auguro buon anno a te e a tutto il blog.

Maria Chiara Esposito



Gentile Direttore e gentile Redazione,

ormai da qualche giorno il vostro telegiornale riserva quotidianamente un servizio all’inchiesta che coinvolge don Usai della comunità Il Samaritano nell’accusa di sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale.

Si è, in base alla Costituzione, innocenti sino a prova contraria.

Spero che quel sacerdote lo sia, come lo spero di altri accusati di reati. Ovviamente l’auspicio è che le indagini e soprattutto i processi portino all’accertamento della “verità”, o almeno di una versione dei fatti quanto più possibile corrispondente alla realtà.

Avrei potuto, però, omettere queste prime righe e iniziare la mia mail direttamente così: come è possibile che il servizio pubblico conceda, e uso questo verbo non a caso, tanto spazio per affermare, addirittura per voce dello stesso giornalista autore del pezzo, l’innocenza di un cittadino indagato?

Come è possibile mandare in onda servizi che iniziano con la lettura della parabola del buon Samaritano (!?) e terminano con le note di una musica commovente sopra l’immagine al rallenty del prete che cammina da solo, quasi a suggerire l’idea di una figura eroica, di un uomo solo nella cattiva sorte, di una vittima?


Capisco che l’attività di quella comunità e del suo direttore ha un rilievo sociale primario, nel territorio in cui si trova e non solo, e quindi la notizia dell’inchiesta ha un interesse pubblico notevole, ma se ad essere accusato di simili reati fosse una persona qualunque (magari uno dei tanti Mohammed, Mustafa, Ibrahim arrestati quotidianamente per reati minori) e non un prete, sarebbe solamente pensabile una tale opera di difesa da parte di un telegiornale?

Mi sembra ingiustificabile, ingiusto e intollerabile.

E se don Usai fosse colpevole? E se ci fosse davvero qualche vittima di un reato da lui commesso?

Tralascio le considerazioni sul fatto che il tg3 regionale appartiene al servizio pubblico. Aggiungo solo che mi è capitato per caso di guardare il telegiornale in questi giorni, dato che da anni a casa mia non ho un televisore. E questa vicenda mi conferma nella mia scelta.

Vorrei una risposta a questa mail, perché nella Costituzione oltre al principio del diritto di difesa (che si esercita nelle sedi competenti) stanno anche quello di eguaglianza (se fossi accusata di un reato così grave, vorrei anche io avere la possibilità o il privilegio offerto a don Usai dalla Rai) e della libertà di informazione, che implica anche la libertà di chi l’informazione la riceve e il diritto ad un minimo di dignità della notizia.

Cordialmente

Maria Chiara Esposito





http://vitobiolchini.wordpress.com/2011/01...che-ne-pensate/


giovedì, 6 gennaio, 2011
L’arcivescovo: «Stiamo vicino a don Usai»

Oristano, monsignor Sanna ha incontrato il sarcerdote accusato di abusi sessuali. Colloquio nel convento dei frati Cappuccini, dove il fondatore della comunità «Il Samaritano» è agli arresti domiciliari

ORISTANO. Si sono guardati negli occhi. Hanno parlato per diversi minuti, ma nessuno, se non i due protagonisti, conosce esattamente le parole che si sono scambiati. L’arcivescovo della diocesi oristanese, monsignor Ignazio Sanna, ha varcato ieri mattina attorno alle dieci la porta del convento dei frati Cappuccini, dove dal 28 dicembre è ai domiciliari il sacerdote don Giovanni Usai. Il fondatore della comunità per detenuti “Il Samaritano” di Arborea è accusato di abuso sessuale e di favoreggiamento della prostituzione, assieme a due cittadini nigeriani.
È stato il primo incontro tra il massimo esponente delle gerarchie ecclesiastiche locali e don Giovanni Usai. Un colloqui atteso prima della fine di dicembre, ma arrivato solamente ieri dopo l’autorizzazione del magistrato.
Al termine dell’incontro, è stata la stessa Curia a divulgarne parte del contenuto sia sul proprio sito ufficiale www.diocesioristano.it che su youtube, con un video girato dal sacerdote Ignazio Serra. Lo ha fatto attraverso una breve dichiarazione dell’arcivescovo, in cui monsignor Ignazio Sanna ha affermato di essersi comportato secondo «Il dovere di un padre verso il proprio figlio in difficoltà e in un momento di sofferenza. Bisogna stargli vicino – afferma l’arcivescovo -, io gli ho manifestato la mia solidarietà e la mia vicinanza». Poi un accenno alle condizioni spirituali di don Giovanni Usai: «È provato, ma ha fiducia e spirito di fede. Nel convento può concelebrare la messa assistito dai confratelli. Può vivere serenamente questa prova forte che il Signore gli ha dato».
Poi il riferimento alla diocesi e l’appello rivolto ai confratelli: «Ci dobbiamo sentire come una famiglia – prosegue l’arcivescovo -, dove si condividono gioie e sofferenze». Quindi ha ribadito «vicinanza e solidarietà» a don Giovanni Usai, ricordando che «è importante nutrire questo sentimento di solidarietà». Parole di conforto che, in una giornata importante anche dal punto di vista giudiziario, fanno il paio con la mossa degli avvocati difensori, Anna Maria Uras e Francesco Pilloni. Mentre don Ignazio Sanna incontrava don Giovanni Usai, è stata depositata in cancelleria a Cagliari la richiesta di riesame della misura di custodia cautelare.
La difesa, che aveva annunciato nei giorni scorsi di voler ricorrere contro il provvedimento degli arresti domiciliari, firmato dal giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu su richiesta del pubblico ministero Diana Lecca che coordina l’inchiesta, ha fatto così la seconda mossa. La prima era stata compiuta il 31 dicembre con la lunga deposizione che don Giovanni aveva rilasciato allo stesso giudice. E la sostanza della richiesta di riesame ricalca e amplia la tesi che il sacerdote aveva evidenziato nell’interrogatorio di garanzia. Quella cioé di essere vittima di una sorta di complotto ordito ai suoi danni, probabilmente da chi non gradisce la presenza del Samaritano e le sue battaglie in favore dei più deboli. Entro 10 giorni, nuovi giudici dovranno dare una risposta. E dire se i testimoni sono affidabili oppure no.

Da La Nuova Sardegna


www.mosinforma.org/2011/l%E2%80%99a...don-usai%C2%BB/


La chiesa difende don Usai.

Di greg (del 10/01/2011

La chiesa arborense difende don Giovanni Usai, e polemizza per "…il modo in cui è stato condotto a termine e reso pubblico l'arresto domiciliare" del sacerdote, responsabile della Comunità per il recupero di detenuti “Il Samaritano” di Arborea, accusato di violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione. L'ufficio stampa della diocesi ha reso noto un documento, diffuso dal Consiglio Presbiterale Arborense, l’organismo rappresentativo di tutti i sacerdoti della diocesi di Oristano, dove si esprime "…perplessità circa le modalità dell'arresto di don Usai, fermato all'aeroporto di Cagliari, al rientro dalla penisola, operazione resa nota in una conferenza stampa dal Comando provinciale dei carabinieri”. Nel comunicato, il Consiglio Presbiteriale fa presente che “…don Giovanni ha speso gran parte della sua vita e delle sue sostanze per testimoniare il suo indiscusso e concreto amore per i poveri e gli emarginati, manifestando un coraggio non comune nell'aver scelto di vivere in un ambiente quanto mai difficile, carico di rischi e di pericoli, noncurante delle critiche e delle denunce cui poteva andare incontro". Il Consiglio Presbiteriale, inoltre, sottolinea che “…una grande carità cristiana e sacerdotale ha spinto don Usai ad essere un nuovo samaritano, seguendo le orme di Cristo, e a prendersi cura di innumerevoli fratelli e sorelle rifiutati e abbandonati ai bordi della nostra società, ospitati in una moderna struttura d'accoglienza, alternativa al carcere, sempre valutata positivamente e con ammirazione". Quindi l'augurio perchè “…don Giovanni Usai possa veder riconosciuta la sua innocenza, possa superare questo momento doloroso attraverso la preghiera, possa veder restituita la libertà e riprendere, con rinnovato coraggio ed impegno, la sua attività pastorale". Il Consiglio Presbiteriale Arborense, inoltre, “…esprime fiducia negli organismi della giustizia ed auspica che possano accertare, nel più breve tempo possibile, la veridicità sull'intera vicenda".

www.angeloporcheddu.it/dblog/storico.asp




Gen11
1\2011. CONSIGLIO PASTORALE MANIFESTA SOLIDARIETà A DON GIOVANNI USAI

Il Consiglio Pastorale Diocesano esprime vicinanza e solidarietà a don Giovanni Usai in questo momento di grande sofferenza. Ne riconosce doti di coraggio, abnegazione e grande carità, poste senza risparmio a servizio dei più deboli ed emarginati. Questi hanno trovato sostegno nel cammino di recupero della propria dignità nella comunità guidata dal sacerdote del presbiterio oristanese. Il Consiglio Pastorale Diocesano auspica che in tempi brevi la magistratura possa far luce sulla vicenda che ha coinvolto don Usai e le attività da lui sostenute.



www.diocesioristano.it/home/item/12...vanni-usai.html
 
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37 replies since 28/12/2010, 22:02   20691 views
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