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Sesso con detenuti. Morto don Stroppiana, condannato in Cassazione a 3 anni e 10 mesi, Favori in cambio di sesso. Dopo la condanna la Curia lo lasciò al suo posto

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view post Posted on 7/1/2009, 18:16
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Favori in cambio di sesso. Dopo la condanna la Curia lo lasciò al suo posto

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Don Stroppiana all'anniversario di ordinazione (2012)


http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/20...o,17471785.html

Cassazione/ Cappellano in carcere tradisce propositi Stato laico

Anche se è considerato un servizio pubblico

Roma, 7 gen. (Apcom) - Il lavoro del cappellano in carcere può essere considerato un servizio pubblico ma, proprio per questo, tradisce i propositi di laicità dello Stato. Con una sentenza che sembra destinata a far discutere la Cassazione, nel confermare che il ruolo dei sacerdoti all'interno dei penitenziari è "di interesse pubblico", osserva però a questo proposito che "la riforma carceraria del 1975 tradendo in parte i propositi di laicizzazione della vita pubblica, continua a prevedere che il trattamento del condannato e dell'internato sia svolto avvalendosi anche della religione e mantiene l'assistenza cattolica come servizio stabile e interno alla struttura penitenziaria". L'occasione per "fare il punto" sul ruolo del cappellano del carcere è stata offerta ai giudici del Palazzaccio dal ricorso del sacerdote in servizio, negli anni scorsi, nel carcere di Sanremo.
Il cappellano è stato condannato per concussione per "aver indotto - si legge nel capo d'imputazione - tra il 1988 e il 1994, alcuni detenuti a concedergli prestazioni di natura sessuale" promettendo in cambio di intervenire per favorire la loro posizione giudiziaria. Contro la condanna a 3 anni e 10 mesi inflitta dalla Corte d'appello di Genova il religioso ha presentato ricorso sostendendo che non essendo un pubblico ufficiale non avrebbe potuto essere condannato per concussione, un reato previsto soltanto per chi ricopre incarichi pubblici. I giudici della sesta sezione penale della Corte, con la sentenza numero 12 del 2009, hanno confermato la condanna spiegando che i cappellani delle carceri pur non potendo contare su "poteri tipici della funzione pubblica", svolgono però un servizio pubblico "conclamato dalla normativa pubblicistica che lo governa".
Proprio con riferimento a tali norme la Cassazione precisa che "avuto riguardo ai compiti che la legge attualmente gli assegna e che sono funzionali all'interesse pubblico perseguito dallo Stato nel trattamento delle persone condannate o internate, il cappellano sicuramente svolge un servizio pubblico". Un ruolo, osservano i giudici, che "in parte tradisce i propositi di laicizzazione". La Corte tuttavia ammette che "nella prospettiva di affrancarsi, con una qualche timidezza, da tendenze confessionali, la riforma carceraria ha comunque rimosso il cappellano dal Consiglio di disciplina e dalla quasi totalità delle funzioni amministrative che il regolamento precedente gli conferiva".

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/imperia...appellano.shtml

Prestazioni sessuali dai detenuti
3 anni e 10 mesi a ex cappellano
07 gennaio 2009| F.L.

Quello svolto dai cappellani nelle carceri italiane è «un servizio pubblico», la cui natura «è conclamata dalla normativa pubblicistica che lo governa, dall’assenza dei poteri tipici della funzione pubblica, dall’attività intellettiva e non meramente applicativa o esecutiva che lo caratterizza».

Lo sottolinea la Cassazione, confermando la condanna a 3 anni e 10 mesi inflitta dalla Corte d’appello di Genova a un ex cappellano, Giuseppe Stroppiana, all’epoca dei fatti in servizio nel penitenziario di Sanremo, ritenuto responsabile di concussione per aver indotto, tra il 1988 e il 1994, alcuni detenuti a concedergli prestazioni di natura sessuale, con la prospettiva di poter incidere sulla loro posizione giudiziaria.

Contro tale verdetto, l’imputato si era rivolto ai giudici di piazza Cavour, ritenendo insufficiente la motivazione inerente la sussistenza del reato di concussione. La Suprema Corte (sesta sezione penale, sentenza n.12) ha rigettato il ricorso del religioso: «il cappellano non svolge una funzione pubblica legislativa o giudiziaria - sottolineano gli `ermellinì - né, dopo il ridimensionamento dei compiti originariamente attribuitigli, una funzione amministrativa, intesa come attività caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi, sicchè non riveste la qualità di pubblico ufficiale”». Però, si legge ancora nella sentenza, «avuto riguardo ai compiti che la legge attualmente gli assegna e che sono funzionali all’interesse pubblico perseguito dallo Stato nel trattamento delle persone condannate o internate, il cappellano sicuramente svolge un servizio pubblico».

La riforma carceraria del 1975, ricordano i giudici di ´Palazzaccio, «tradendo in parte i propositi di laicizzazione della vita pubblica, continua a prevedere che il trattamento del condannato e dell’internato sia svolto avvalendosi anche `della religione e a tal fine, mantiene il servizio di assistenza cattolica come servizio stabile e interno alla struttura penitenziaria”.

In ogni caso, rileva la Cassazione, «non può sottacersi che, nella prospettiva di affrancarsi, con una qualche timidezza, da tendenze confessionali», la riforma carceraria «ha comunque rimosso il cappellano dal Consiglio di disciplina e dalla quasi totalità delle funzioni amministrative che il regolamento precedente gli conferiva». Il cappellano infatti è stato «privato anche del potere di controllo sulla corrispondenza, del governo della biblioteca, del potere di redigere i rapporti per l’osservazione del detenuto. I suoi compiti - conclude la Suprema Corte - di norma sono essenzialmente di natura religiosa e consistono nell’organizzare e presiedere alle pratiche di culto e nell’istruire e assistere i detenuti».

Edited by pincopallino2 - 30/8/2020, 16:52
 
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view post Posted on 10/1/2009, 11:29
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/imperia...e-parroco.shtml

Sesso con i detenuti,
la Curia assolve il parroco
10 gennaio 2009


Don Stroppiana rimane al suo posto. La condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di concussione a sfondo sessuale, confermata e resa definitiva dalla Corte di Cassazione il 7 gennaio, non comporterà alcuna conseguenza pratica per l’ex cappellano del carcere sanremese di Santa Tecla, tuttora parroco alla Marina e reggente alla parrocchia di San Bartolomeo.

Don Stroppiana era stato condannato in primo grado a 2 anni e 10 mesi, pena che in appello, dopo il ricorso dell’accusa, era stata aumentata ai 3 anni e 10 mesi confermati mercoledì scorso dalla Cassazione. Un inasprimento dovuto proprio al reato di concussione ai fini sessuali, che il parroco - sempre proclamatosi innocente - avrebbe esercitato nei confronti di alcuni detenuti, indotti a riservargli attenzioni “particolari” in cambio di favori e aiuti, come ad esempio portare messaggi ai familiari. Altre accuse, tra cui quella di favoreggiamento e cessione di droga, erano invece cadute.

Per quanto riguarda l’aspetto giudiziario, dei 3 anni e 10 mesi cui è stato condannato in via definitiva, don Stroppiana si è visto “cancellare” 3 anni dall’indulto; i 10 mesi rimasti sono stati in parte già scontati, in virtù degli arresti domiciliari cui era stato sottoposto nel 1996, poco più di 4 mesi in due diversi periodi. Al parroco, pertanto, rimangono da scontare meno di 6 mesi. L’avvocato difensore, il penalista genovese Stefano Savi, ha già annunciato che presenterà istanza per l’affidamento di don Stroppiana ai servizi sociali. Una richiesta che verrà quasi certamente accolta, considerando sia l’età del sacerdote - oggi ha 75 anni - che l’attività che svolge. Per concedere l’affidamento in prova, infatti, è necessario che il destinatario svolga un attività “socializzante”. E raccogliere in chiesa ogni domenica decine di fedeli senz’altro lo è. Oltre ad essere seguito dai servizi sociali, il prete dovrà anche essere sottoposto a verifiche da parte delle forze dell’ordine, altro aspetto che non dovrebbe portare a problemi di alcun tipo, considerando anche che don Stroppiana, fin dall’epoca del processo, ha osservato una sorta di ritiro volontario, anche per problemi di salute.

Caso chiuso anche per la curia, che fin dall’inizio delle indagini, nella prima metà degli anni ‘90, ha sempre difeso il sacerdote. «Rispettiamo l’atto giudiziario - spiega il vicario generale della diocesi Ventimiglia-Sanremo, monsignor Umberto Toffani - ma don Stroppiana merita tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza: per noi i sacerdoti, anche dovessero aver commesso degli sbagli, sono come un figlio per un padre o una madre, o come dei fratelli. Il nostro rapporto con i parroci non è di tipo burocratico, non sono dipendenti. Certo non possiamo e non intendiamo aggiungere alla pena cui è stato condannato, che espierà, un ulteriore pena da parte nostra. Infierire nei suoi confronti sarebbe una mancanza di carità. Non solo per la sua età: stiamo parlando di un sacerdote che per oltre 50 anni ha servito la Chiesa con tutto se stesso».
 
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view post Posted on 12/1/2009, 08:54
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http://www.sanremonews.it/it/internal.php?news_code=78937



pcl nuovo simbolo
Sanremo: comunicato del PCL sul caso Don Stroppiana

La sezione imperiese 'Buenaventura Durruti' del Partito Comunista dei Lavoratori, in una nota stampa inviata alle redazioni, fa il punto della situazione sulla condanna inflitta a Don Stroppiana, il prete del l'ex carcere di Santa Tecla:

"La condanna inflitta dalla Cassazione a Don Stroppiana, ex cappellano del carcere di Santa Tecla, per concussione a sfondo sessuale, getta nuovamente luce sulle tante pagine buie della Chiesa, ponendo per l’ennesima volta in discussione la moralità dei propri membri e vertici. Nonostante le accuse, a tutti ormai note e, inoltre, confermate pubblicamente l’altro ieri dalla stampa locale, la Curia vescovile non ha esitato a garantire al parroco Don Stroppiana una protezione sui media e una tutela legale che lo ha assistito per tutto l’iter processuale. Se le gerarchie vaticane ancora oggi ritengono opportuno punire con l’espulsione, la scomunica o con altre sanzioni comminate dai loro tribunali tutti i preti o altri membri del clero che non nascondono il proprio orientamento sessuale, che rivendicano per essi stessi il diritto di contrarre matrimonio, che si dichiarano favorevoli al riconoscimento delle coppie di fatto, che insomma su basi oggettive e scientifiche si scontrano con l’arretratezza dei dogmi imposti dalla Chiesa cattolica, non si comprende come mai si rivelino immancabilmente indulgenti e solidali nei confronti di sacerdoti, cardinali e vescovi rei di atti di pedofilia o di abusi sessuali di diverso genere che finiscono per cavarsela quasi sempre con un trasferimento e senza scontare nemmeno un giorno di carcere. Anche se continuerà a rimanere in zona, Don Stroppiana, infatti, godrà dell’indulto, che ridurrà la pena da 3 anni e 10 mesi a soli 6 mesi, che non saranno scontati in carcere, bensì in affidamento ai servizi sociali come preteso dalla difesa. Ciò che rende ancora più sconvolgente l’intera vicenda è la solidarietà espressa senza alcuna remora dalla Curia nei confronti del sacerdote e la volontà di reintegrarlo nelle attività pastorali in provincia. Se le 'attenzioni particolari' che Don Stroppiana pretendeva in cambio di favori sono tollerate dai vertici ecclesiastici locali, ciò ci rende inevitabilmente perplessi su quali possano essere i criteri di selezione secondo cui, la Curia, si riserva nominare i propri prelati e ad assegnare loro incarichi attinenti al sociale o avente funzioni educative.

I comunisti non si possono limitare a condannare la sola ipocrisia della Chiesa, che attualmente rischia di crollare sulle proprie basi culturali millenarie per le tante contraddizioni emerse in questi anni a causa dei numerosi scandali di pedofilia e di malagestione delle cliniche convenzionate con le Regioni. Ben lontani da qualsiasi isteria di tipo giustizialista, il Partito Comunista dei Lavoratori non può esimersi dal contestare l’azione quotidiana della magistratura italiana che nelle sue sedi si limita a punire esclusivamente imputati per reati sociali e politici, ma che assolve i responsabili dei crack finanziari o i padroni rei di infortuni e morti sul lavoro, che si dimostra clemente nei confronti di chi assassina barbaramente una donna, che consente ai mafiosi di contrarre matrimonio e che si rivela lassista sui reati a sfondo sessuali compiuti da membri del clero. E’ anche vero che le leggi di uno Stato borghese, caratterizzate dalla difesa dei privilegi di ristrette caste e corporazioni non sono fatte a favore di chi lavora".

Andrea Di Blasio

Lunedì 12 Gennaio 2009 ore 08:44
 
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view post Posted on 2/2/2014, 06:49
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http://www.riviera24.it/articoli/2012/05/2...sacerdozio-foto

Don Giuseppe Stroppiana ha festeggiato i suoi 80 anni e il 50° di sacerdozio/ FOTO

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Sanremo - Parroco della chiesa di San Bartolomeo Apostolo e anche della chiesa di Nostra Signora della Misericordia a Sanremo

Sono una parrocchiana della chiesa di San Bartolomeo Apostolo, ieri, sabato 26 maggio, abbiamo festeggiato l'80° compleanno e il prossimo anniversario di 50 anni di sacerdozio del nostro pastore Don Giuseppe Stroppiana che è parroco anche della chiesa di Nostra Signora della Misericordia a Sanremo.


La festa è stata fortemente voluta anche perchè Don Giuseppe, il prossimo 1° giugno, lascerà le 2 parrocchie per tornare nella sua città natale, Chieri (To) e prendersi cura di una sorella anziana.
Alla festa, tenutasi nel capannone della Protezione Civile, era presente tutta la comunità, i familiari e un caro confratello Don Giorgio Bellotto, parroco della chiesa di Nostra Signora del Rosario a Baragallo.

Merla-han de Vries.

di Diocesi24

28/05/2012
 
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view post Posted on 30/8/2020, 15:51

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https://www.diocesi.torino.it/site/don-giu...rnato-al-padre/

Don Giuseppe Stroppiana è tornato al Padre
Santo Rosario giovedì 27 agosto ore 18.30; funerale venerdì 28 agosto 2020 alle 10.15 nel Duomo di Chieri

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Nella mattina di martedì 25 agosto 2020, all’ospedale Cottolengo di Torino, è tornato al Padre don Giuseppe Stroppiana, di anni 88. Don Giuseppe era originario di Chieri ed aveva avuto una vocazione adulta; era incardinato nella diocesi di Sanremo-Ventimiglia, dove era stato parroco per diversi anni. Dopo la pensione, era tornato a Chieri e si era reso disponibile per la celebrazione delle Messe.

Preghiera del Santo Rosario giovedì 27 agosto alle ore 18.30 nella parrocchia Santa Maria della Scala – Duomo di Chieri.

Esequie venerdì 28 agosto alle ore 10.15 nella stessa parrocchia.

La comunità cristiana è invitata a unirsi nella preghiera di fraterno suffragio.
 
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4 replies since 7/1/2009, 18:16   1294 views
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