Laici Libertari Anticlericali Forum

Violentò 2 straniere. Don Mariani fa 5 anni di galera ed il vescovo lo premia con 5 parrocchie, Mantova. Condannato a 6 anni e 2 mesi per abusi; ad 8 mesi per aver tentato di corrompere testimone.

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view post Posted on 11/9/2008, 20:12
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Ricatto per permesso di soggiorno: 6 anni e 2 mesi in Cassazione; 8 mesi per aver tentato di corrompere testimone

don-valter-2


www.cronacaqui.it/news-parroco-accu...izio_12179.html

Il sacerdote si è sempre proclamato innocente
Parroco accusato di violenza sessuale: chiesto il rinvio a giudizio
MANTOVA 11/09/2008 - La Procura di Mantova ha chiesto il rinvio a giudizio per don Walter Mariani, parroco di 61 anni di San Leonardo, una delle parrocchie di Mantova, accusato di violenza sessuale consumata e falso ideologico. Il gup, nei prossimi giorni, fisserà la data dell'udienza preliminare.

Don Walter Mariani, noto per il suo impegno a favore di tossicodipendenti e prostitute, è accusato da tre donne straniere di avere preteso favori sessuali in cambio di aiuto per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. I fatti risalirebbero al 2006. Secondo l'accusa il prete avrebbe consumato la violenza sessuale in canonica e in altri luoghi. Don Walter, interrogato dagli inquirenti, ha sempre respinto le accuse.

http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazze...C5PO_NC501.html

Parroco indagato per violenza sessuale
la Gazzetta di Mantova — 05 giugno 2008 pagina 14 sezione: CRONACA

L’accusa è molto pesante: aver preteso favori sessuali dalle donne straniere che aiutava in parrocchia in cambio di un intervento per ottenere il permesso di soggiorno e uscire dalla situazione di clandestinità. A finire nei guai è stato un sacerdote che guida una delle parrocchie del centro storico. Nei suoi confronti la procura ha avviato un’indagine dopo due diverse querele arrivate dalla questura. Negli uffici di piazza Sordello, a puntare il dito contro il sacerdote, si sarebbero rivolte due donne straniere. Le accuse sono vere? Lo stabiliranno i magistrati di via Poma. L’ipotesi di reato è violenza sessuale. Massimo riserbo, in procura, sulla vicenda che coinvolge il religioso. «Di questa storia non so assolutamente nulla» si limita a dire il sacerdote contattato da un cronista. A presentare la denuncia in questura sarebbero state due immigrate clandestine che si erano rivolte alla parrocchia del centro storico per ottenere aiuto. Donne arrivate in Italia senza documenti, con alle spalle una vita segnata dal disagio e da difficoltà non solo economiche. In parrocchia le due clandestine avrebbero trovato una parola di conforto da parte del sacerdote e l’impegno concreto di un aiuto per ottenere la carta di soggiorno. Il prete avrebbe promesso, sempre secondo la versione raccontata dalle presunte vittime, di mettere una buona parola sfruttando la sua rete di conoscenze. Ma il prezzo da pagare, per quei favori, sarebbe stato troppo alto. Secondo il racconto delle donne il parroco avrebbe preteso favori sessuali in cambio di un intervento concreto per riuscire a far avere alle due clandestine i documenti per restare in Italia e trovare un lavoro. Un ricatto accettato dalle vittime? O rifiutato dopo aver subito pressioni e qualche prima attenzione particolare? O le due donne, per motivi sconosciuti, hanno inventato tutto? Su questo sta lavorando la procura. Di certo c’è il fatto che le due immigrate si sono rivolte alla polizia. Dalle due denunce - ma il numero delle querele potrebbe essere superiore - è partita l’indagine, con l’apertura di un fascicolo giudiziario. Il parroco indagato avrebbe già ricevuto un avviso di garanzia. L’ipotesi di reato che al momento pesa sul sacerdote è quella di violenza sessuale.

http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazze...C3PO_NC301.html

Ricatto sessuale, tre donne accusano il parroco
la Gazzetta di Mantova — 06 giugno 2008 pagina 13 sezione: CRONACA

Sono tre le donne straniere che hanno denunciato il secerdote della parrocchia del centro storico cittadino accusato di aver preteso favori sessuali in cambio di un aiuto per ottenere il permesso di soggiorno. Gli episodi contestati al religioso, che deve rispondere delle accuse di violenza sessuale, concussione e falso, risalirebbero a due anni fa. L’indagine è ormai chiusa: sarà la procura a decidere se chiedere al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione o, al contrario, il rinvio a giudizio. In via Poma il riserbo sulla vicenda è strettissimo ma qualche particolare in più sulla storia che coinvolgerebbe il parroco, è emerso. Il prete ha ricevuto nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini. Se lo riterrà opportuno, il sacerdote potrà essere sentito ora dal magistrato per il cosiddetto interrogatorio di garanzia. A puntare il dito contro il sacerdote sono tre donne, anche se l’inchiesta si concentra, in particolare, su un episodio che risale ad un paio di anni fa e che è finito con una querela. A rivolgersi alla polizia è stata un’ex prostituta straniera che aveva chiesto aiuto alla parrocchia. Secondo il suo racconto il prete, accreditato dalla questura come referente per controllare la buona condotta della ragazza uscita dal giro del sesso a pagamento, avrebbe presentato una relazione negativa sul conto della donna. Per quale motivo? Sempre secondo l’accusa, il parroco avrebbe manifestato la disponibilità di aiutare la ragazza ad ottenere il permesso di soggiorno, ma solo in cambio di una prestazione sessuale. E dopo il ‘no’ della donna, si sarebbe vendicato. Per questo, tra i capi d’accusa, ci sono oltre alla violenza sessuale (limitata alle pesanti avances) la concussione e il falso. Il prete ha voluto informare intanto il consiglio pastorale della parrocchia. «Questa non me la dovevano fare» ha detto in lacrime il sacerdote che, evidentemente, si sente incastrato dalle gravissime accuse piovute nei suoi confronti. Tocca alla procura chiarire se le ipotesi di reato siano vere, o se le donne abbiano, per motivi sconosciuti, inventato tutta la storia.


http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazze...C3PO_NC302.html

I parrocchiani lo difendono: prete esuberante ma onesto
la Gazzetta di Mantova — 06 giugno 2008 pagina 13 sezione: CRONACA

Le finestre sono chiuse e il parroco, in giro, non c’è. Nel quartiere, però, ieri non si parla d’altro. E i parrocchiani dicono di essere al corrente già da diversi giorni della vicenda in cui il loro sacerdote è rimasto coinvolto. E’ stato lui stesso ad affrontare l’argomento, domenica, durante la messa delle 11. E lunedì sera ne ha riparlato durante il consiglio pastorale, convocato con un invito lasciato nelle buche della posta del quartiere per invitare i parrocchiani a parlare di vari temi, tra i quali anche le terribili accuse mosse da alcune donne che avevano chiesto il suo aiuto. «Durante l’incontro di lunedì, parlando di questa cosa, il parroco è scoppiato a piangere», racconta una signora che da anni fa anche la volontaria in parrocchia. E un’altra aggiunge: «E’ un uomo distrutto. Ha detto che questa cosa non se l’aspettava. Io lo conosco da anni, e non merita di essere diffamato in questo modo, dopo tutto quello che ha fatto per aiutare le persone in difficoltà». Anche un frequentatore più giovane della parrocchia ribadisce: «Il sacerdote per questo quartiere è un punto di riferimento molto importante con un impegno davvero notevole profuso a favore dei più deboli». «E’ una persona generosa, troppo, e può essere stato strumentalizzato», commenta un altro, sconsolato. «L’esuberanza - ammette un signore - fa parte del suo Dna, ma non intacca la sua rettitudine. E’ semplicemente il suo modo di fare, sempre pronto a scendere in campo, a coinvolgere e a prodigarsi. Noi gli abbiamo anche detto che siamo pronti a lanciare una petizione in sua difesa. Ma ci ha detto che non vuole assolutamente. Che lui, di queste cose, non ha bisogno. Accetterà quello che succederà». Una donna si rammarica: «Speriamo che domenica mattina, a dire messa, ci sia ancotra lui. Queste sono accuse molto infamanti. Servirebbe più rispetto per l’abito che porta». «Sì - conclude un abitante del quartiere - la gente pensa che sia un po’ birichino, ma è un ingenuo e non è il tipo di persona da fare violenza».

http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazze...C4PO_NC403.html

I ricatti del parroco, chiusa l'inchiesta
la Gazzetta di Mantova — 07 giugno 2008 pagina 13 sezione: CRONACA

La procura ha già trasmesso al sacerdote della parrocchia del centro storico finito nell’occhio del ciclone, la chiusura delle indagini. Due i reati contestati: la violenza sessuale e il falso ideologico. A metterlo nei guai le denunce di tre prostitute straniere. Ora il sacerdote - attraverso i suoi difensori - ha una ventina di giorni di tempo per presentare memorie, chiedere un supplemento di indagini o un interrogatorio. Più probabile quest’ultima scelta. La richiesta potrebbe essere avanzata la prossima settimana. Trascorso quest’arco di tempo, il pubblico ministero che si sta occupando della delicata vicenda, chiederà al giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio. In questa sede il sacerdote, che - secondo l’accusa - avrebbe chiesto prestazioni sessuali in cambio di un interessamento per far ottenere alle tre donne il permesso di soggiorno, potrebbe chiedere di essere processato con il rito abbreviato. Il che, in caso di condanna, gli varrebbe uno sconto di pena.

http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazze...C2PO_NC201.html

Ricatti sessuali, ora il parroco vuole parlare
la Gazzetta di Mantova — 25 giugno 2008 pagina 09 sezione: CRONACA

Pretendeva favori sessuali in cambio di aiuti per ottenere il permesso di soggiorno. E’ la pesante accusa di tre donne straniere rivolta ad un sacerdote di una parrocchia del centro storico cittadino, finito sul registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale e falso. Ora le indagini sono chiuse e fra una manciata di giorni dovrebbe scattare la richiesta di rinvio a giudizio. Prima che ciò avvenga, il parroco - attraverso i suoi difensori - ha chiesto alla Procura della Repubblica di essere interrogato. Interrogatorio che avverrà entro la settimana. Ad effettuarlo sarà il pubblico ministero che sì è occupato della scabrosa vicenda e che ha seguito passo a passo le indagini dopo la denuncia presentata dalle tre presunte vittime dei ricatti. Il sacerdote ha deciso di presentarsi al magistrato per chiarire la vicenda; per fornire risposte a quelle terribili accuse che gli sono piovute addosso da tre donne straniere approdate a Mantova senza documenti, segnate da una vita di sacrifici e di stenti e in cerca di un futuro certo e tranquillo. Sono state loro a rivolgersi agli uffici della questura per denunciare le pesanti richieste che avrebbe avanzato il parroco in cambio di aiuto. Che per loro sarebbe stato decisivo perchè avrebbe consentito di iniziare una nuova vita. Secondo il loro racconto, il prete ha preteso favori sessuali in cambio del suo interessamento teso a far loro ottenere i documenti necessari - come detto - per restare nel nostro Paese e trovare una sistemazione, un lavoro, che potesse consentire una esistenza meno sofferta e tribolata. Un ricatto accolto dalle vittime? O rifiutato ritenendolo inaccettabile? Oppure le tre donne in cerca di aiuto hanno inventato tutto magari per vendicarsi del fatto che il sacerdote non avrebbe mantenuto le promesse fatte? Proprio su questi interrogativi il sacerdote potrebbe fornire spiegazioni, chiarimenti, al pubblico ministero che - come detto - gli ha contestato due reati: quello di violenza sessuale e di falso. Quest’ultimo sarebbe da ricondurre al fatto di aver fornito alla questura indicazioni negative sulla buona condotta delle donne. In particolare di una uscita dal giro del sesso a pagamento. Il primo episodio pare sia accaduto un paio d’anni fa. Quello che ha fatto subito scattare le indagini della Procura, chiuse all’inizio di questo mese. Chiusura comunicata al parroco che nell’arco di tempo a disposizione - prima che il magistrato passi alla richiesta di rinvio a giudizio - ha chiesto di essere interrogato per replicare alle accusa che gli sono state rivolte.

http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazze...C3PO_NC305.html

Il sacerdote sarà sentito a fine mese
la Gazzetta di Mantova — 05 luglio 2008 pagina 13 sezione: CRONACA

Sarà sentito entro fine mese il parroco del centro storico accusato di violenza sessuale e falso per aver preteso da tre donne straniere favori sessuali in cambio di aiuti per ottenere il permesso di soggiorno. Le indagini sono terminate, ma la procura non ha ancora formalizzato le sue conclusioni. Prima che possa scattare una richiesta di rinvio a giudizio, il sacerdote vuole dire la sua, spiegare le circostanze finite nell’occhio del ciclone e offrire spiegazioni: lo ha chiesto attraverso i suoi legali e la Procura ha stabilito di sentirlo attorno al 25 luglio. A raccogliere la versione dei fatti del prete mantovano sarà il pubblico ministero che si è occupato della vicenda. L’accusa di falso si riferisce all’ipotesi che l’uomo abbia fornito all’ufficio immigrazione della Questura indicazioni non vere sulla buona condotta delle donne.

Edited by pincopallino2 - 19/12/2019, 20:03
 
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donnaconlapistola
view post Posted on 12/9/2008, 09:15




A volte mi viene il dubbio che ci danno notizie relative solo ad alcuni casi per tenerci buoni: come l'osso che si dà ai cani per non farli abbaiare. Ma poi gli stessi cani fanno le buche in giardino per nascondere l'osso in attesa del prossimo e magari, scavando scavando, trovano pure qualcos'altro. Grazie a te però di notizie ne abbiamo di più.
 
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view post Posted on 15/9/2008, 23:03
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...C3PO_NC303.html

Don Walter: parrocchiani, aiutatemi voi
la Gazzetta di Mantova — 15 settembre 2008 pagina 08 sezione: CRONACA

Il parroco di San Leonardo don Walter Mariani ha scelto i parrocchiani e la messa della domenica per rompere il silenzio sulla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto. Lo ha fatto con forte coinvolgimento emotivo ma senza entrare nel merito delle accuse che gli vengono rivolte. «Potete immaginare come possa sentirmi davanti a voi prima ancora che davanti a Dio - è stato il suo esordio nell’omelìa della celebrazione delle undici - vi chiedo di aiutarmi, di pregare con me perché io non cada nella tentazione di provare rancore verso chi mi accusa». Queste le prime parole di don Walter, a pochi giorni dalla richiesta di rinvio a giudizio della procura. Sul parroco pende un duplice capo d’accusa: violenza sessuale consumata, continuata ed aggravata verso tre donne e falso ideologico. Sono state proprio le presunte vittime - tre extracomunitarie che si sono rivolte a don Walter per essere aiutate ad ottenere il permesso di soggiorno - a denunciarlo. Il parroco di San Leonardo si è aperto davanti ai suoi parrocchiani: «Mi dispiace tanto di non essere un santo: sono fatto a modo mio e qualcuno ne ha approfittato per trascinarmi in questa situazione. Spero che non abbiate esaurito la vostra pazienza nei miei confronti». Com’era facile prevedere l’indagine sta già generando pesanti difficoltà nella vita del sacerdote: «Qualche giorno fa in pieno centro un ragazzino che frequentava questa parrocchia mi si è rivolto ad alta voce ricordandomi che sono finito sulle prime pagine dei giornali - ha raccontato - avrei voluto sprofondare». Sono state parole a viso aperto, dette da un uomo visibilmente scosso che solo per pochi minuti prima della messa era riuscito a tenere dentro l’emozione del momento, nascondendosi dietro ad una battuta («vado a cambiarmi per la celebrazione, ora sono vestito come se dovessi andare in via Poma» aveva ironizzato). La chiesa ieri mattina era affollatissima. Durante l’omelia il silenzio più totale. É stato al momento della preghiera dei fedeli che la comunità ha alzato la voce in difesa del suo sacerdote: «Preghiamo per don Walter, perché nel difendersi e nel reagire abbia quella forza che ha sempre avuto nell’aiutare gli altri anche quando c’era da sporcarsi le mani - è stato il pensiero letto da una parrocchiana - noi siamo con te, don!». Il riferimento, oltre alla normale attività pastorale, è alla gestione del centro di recupero per tossicodipendenti Cepia e all’azione di contrasto alla prostituzione che lo stesso don Walter porta avanti da anni nei locali della parrocchia di San Leonardo. In attesa che il giudice decida sulla richiesta di rinvio a giudizio, quella di ieri è stata un’ulteriore occasione in cui il sacerdote s’è espresso pubblicamente sulla vicenda. Lo aveva già fatto in parrocchia, appena saputo di essere indagato. Gabriele De Stefani
 
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view post Posted on 11/12/2008, 22:58
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http://unionesarda.ilsole24ore.com/unione2...contentId=54327

Mantova: parroco accusato di abusi sessuali
Il parroco della chiesa di San Leonardo a Mantova, Walter Mariani, 60 anni, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale e falso ideologico. Il prete è accusato di aver preteso da tre donne extracomunitarie favori sessuali in cambio dell'aiuto nel rinnovare il permesso di soggiorno: per la Procura la violenza è stata consumata in sacrestia, per più di una volta. I fatti risalgono a due anni fa quando le tre donne sono rivolte alle Polizia per denunciare il sacerdote, il quale ha sempre respinto le accuse. Don Walter è molto conosciuto nella città lombarda per la sua attività alla guida di una comunità per il recupero dei tossicodipendenti e l'ospitalità ad ex prostitute.
11/12/2008 22:35
 
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view post Posted on 13/12/2008, 11:24
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...C3PO_NC301.html

Violenza sessuale: don Walter sarà processato

la Gazzetta di Mantova — 12 dicembre 2008 pagina 15 sezione: CRONACA
Comparirà davanti al tribunale, in composizione collegiale, il 28 maggio del prossimo anno per rispondere di violenza sessuale e falso ideologico. Don Walter Mariani, parroco di San Leonardo è stato rinviato a giudizio ieri mattina dal Gup Gianfranco Villani e sarà processato col rito ordinario perchè i difensori Bianca Maria Momoli e Sandro Somenzi si sono battuti fino in fondo per il non luogo a procedere, ovvero l’archiviazione, tralasciando persino l’eventualità di chiedere il giudizio col rito abbreviato. Rito che, in caso di condanna prevede una pena scontata di un terzo. I due legali hanno parlato per circa un’ora sostenendo con forza che non c’erano nei documenti acquisiti, gli estremi per giungere ad un rinvio a giudizio. Rinvio, che si è limitato a chiedere il pubblico ministero Maria Saracino per i due reati che gli erano stati inizialmente contestati: violenza sessuale e falsità ideologica. Il primo si sarebbe materializzato attraverso il ricatto di tre donne straniere in difficoltà con il permesso di soggiorno: prestazioni sessuali in cambio di un interessamento per regolarizzare la loro posizione. Il falso sarebbe legato alle affermazioni sulla condotta delle donne stesse che avrebbero indotto in errore l’ufficio immigrazione della Questura. La decisione di rinviare a giudizio don Walter è stata presa dal Giudice Villani dopo una camera di consiglio piuttosto lunga e dopo un rinvio dell’udienza avvenuto una ventina di giorni fa su richiesta dello stesso rappresentante dell’accusa. Il pubblico ministero, infatti aveva chiesto ancora un paio di settimane di tempo per sentire nuovamente, in sede di incidente probatorio, uno delle tre straniere che avevano denunciato le violenze sessuali subìte da don Walter Mariani. Forse quella che aveva più elementi da fornire all’accusa per sostenere la richiesta di rinvio a giudizio visto che ha chiesto l’incidente probatorio? Il sacerdote sarà quindi a processo per rispondere di violenza sessuale continuata e aggravata e falso ideologico. Ma lui continua a smentire ogni accusa, nega nel modo più assoluto quegli episodi che gli vengono imputati. Lo ha detto anche al magistrato quando ha chiesto nel giugno scorso di essere sentito, accompagnato dai suoi difensori. Pensava di aver chiarito tutto. Invece non è stato così. A far pendere probabilmente in modo decisivo la bilancia dalla parte della Procura protrebbe essere stato - come detto - l’incidente probatorio tenutosi ultimamente quando è stata sentita una delle tre donne che aveva puntato il dito contro don Walter facendolo finire sulla graticola. Dichiarazioni che proprio per effetto della formula che è stata adottata, assumono il valore di prova. Non è escluso, dunque che sia stata questa la chiave del rinvio a giudizio del parroco di San Leonardo.
 
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http://gazzettadimantova.gelocal.it/dettag...-walter/1846976

SESSO CON STRANIERE IN CAMBIO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO

Suora e psicologa confermano
le accuse a don Walter


Tre giovani prostitute sarebbero state ricattate: sesso in cambio del permesso di soggiorno. Il processo è cominciato davanti al tribunale di Mantova. Don Walter, secondo le prime testimonianze, avrebbe avuto più volte atteggiamenti disinvolti.

di Giovanni Benvenuti

Le ricattava. Se non le avessero offerto il loro corpo non avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno o il rinnovo. E' quanto emerso dalle testimonianze al processo contro don Walter Mariani, 69 anni, parroco di San Leonardo, a Mantova, accusato di violenza sessuale.

Il sacerdote - ieri presente in aula e impassibile di fronte alle accuse che gli piovevano addosso, a fianco dei difensori Bianca Maria Momoli e Sandro Somenzi - è accusato anche di falso ideologico

Le violenze sarebbero avvenute tra il 2004 e il 2006 su tre giovani prostitute straniere - una lituana, una russa e una romena - ospiti per un programma di recupero della Casa di Ruth a Curtatone, ora chiusa.

Ieri alla prima udienza si è venuti a conoscenza che una di queste, la russa - tornata in patria - era incinta e che in un primo momento aveva lasciato intendere che il padre fosse proprio don Walter. Ma successivamente - ha svelato ieri la psicologa della «Casa», Laura Orlando - la giovane, che aveva partorito un maschietto, le aveva detto di aver scherzato, che il padre era un altro. A rivelare dei ricatti sessuali di don Walter sono stati ieri suor Redenta Duranti, all'epoca direttrice della Casa di Ruth e, appunto, la psicologa Orlandi.

La prima ha risposto con grande precisione, per tre ore, al fuoco di fila della domande di accusa e difesa. Ha riferito di aver saputo per la prima volta delle pesanti attenzioni di don Walter sulle ragazze della «Casa», della quale era legale rappresentante, nel giugno 2005. Il mese successivo ha detto di essere venuta a conoscenza di un rapporto sessuale avuto da una sua ragazza con don Walter nella sua camera da letto. E ancora, dei rapporti con la russa, che aveva poi rivelato di essere incinta.

A tal proposito la difesa ieri ha presentato una lettera d'amore, a firma della ragazza, senza busta, apparentemente «anonima», indirizzata a un certo Nico. La psicologa Laura Orlando, da parte sua, ha detto ai giudici che i primi segni di disagio sono emersi fin da subito. «Ho sempre saputo che don Walter aveva battute ambigue e inappropriate, che era originale e fuori dalle righe, ma senza malizia. Dava manate sul sedere. Qualche volta sono intervenuta ma lui non mi ascoltava, diceva che era il suo modo di fare. Una volta una ragazza mi ha detto che l'aveva baciata sulla bocca. Gliel'ho detto e lui mi ha risposto che era vero: ho provato fino a che punto ci stanno e fino a che punto sono troie».

Poi la teste ha raccontato che andava a trovare la ragazze alla Casa di Ruth, salendo nelle loro camere e che nutriva una simpatia per la russa. Ma don Walter non avrebbe avuto rapporti sessuali solo con le tre denuncianti ma anche con altre. L'Orlando ha ricordato infatti che a una nigeriana don Walter aveva chiesto di fargli massaggi a casa sua e che un giorno si era presentato seminudo. Ad un'altra aveva dato 100 euro e dopo le ha chiesto un rapporto sessuale, al quale è stata costretta per il solito ricatto del permesso di soggiorno.
(01 febbraio 2010)
 
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view post Posted on 2/2/2010, 13:08
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http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-ital...ggiorno-228545/

La suora e la dottoressa: “Il parroco chiedeva sesso in cambio del permesso di soggiorno”


Mantova: arriva una svolta nel processo a carico di don Mariani, il parroco accusato di violenza sessuale ai danni di tre prostitute dell’est Europa
Don Walter Mariani

Don Walter Mariani

Sono macigni le parole di suor Redenta Duranti e di Laura Orlando, chiamate a testimoniare contro don Walter Mariani, 69 anni, parroco della chiesa di San Leonardo, a Mantova, accusato di violenza sessuale, continuata e aggravata, ai danni di tre donne dell’est Europa e di falso ideologico.

Le violenze sarebbero state consumate dal 2004 al 2006 presso la “Casa di Ruth”, la struttura, adesso chiusa, che ospitava giovani prostitute straniere e della quale Suor Redenta e la dottoressa Orlando erano rispettivamente direttrice e psicologa. La prima ha riferito di aver saputo per la prima volta delle pesanti attenzioni di don Walter sulle ragazze nel giugno 2005. Il mese seguente era venuta a conoscenza di un rapporto sessuale avuto da una sua ragazza con don Walter nella sua camera da letto. Successivamente, aveva appreso dei rapporti con una delle tre vittime, che aveva poi rivelato di essere incinta.

Laura Orlando ha raccontato di aver notato i primi segni di disagio fin da subito. «Ho sempre saputo che don Walter aveva battute ambigue e inappropriate, che era originale e fuori dalle righe, ma senza malizia. Dava manate sul sedere. Qualche volta sono intervenuta ma lui non mi ascoltava, diceva che era il suo modo di fare. Una volta una ragazza mi ha detto che l’aveva baciata sulla bocca. Gliel’ho detto e lui mi ha risposto che era vero: ho provato fino a che punto ci stanno e fino a che punto sono troie». Secondo la teste don Walter andava a trovare spesso la ragazze, salendo nelle loro camere. Stando al racconto della psicologa, una volta a una nigeriana il parroco aveva chiesto di fargli massaggi a casa sua, facendosi trovare seminudo. Ad un’altra avrebbe dato 100 euro chiedendo dopo un rapporto sessuale, al quale la donna è stata costretta dal solito ricatto del permesso di soggiorno.

Arriva una svolta, dunque, per il processo a carico di don Mariani, iniziato nel maggio scorso, dopo che nel settembre 2008 era stato chiesto il rinvio a giudizio. Le indagini erano scattate a seguito della denuncia di tre ragazze, una moldava, una rumena e una russa, che avevano raccontato dei rapporti carnali in cambio di una mano con la questura. Sulle false attestazioni fatte dal parroco all’ufficio immigrazione si fonda, tra l’altro, l’accusa di falso ideologico che si aggiunge a quella di violenza sessuale continuata e aggravata.

*Enrico Messina

2 febbraio 2010
 
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view post Posted on 5/2/2010, 15:06
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http://gazzettadimantova.gelocal.it/dettag...parroco/1851144

Don Walter, la badante:"Io, vittima del parroco"
L’accusatrice dice di aver ricevuto dal parroco di San Leonardo un’offerta di 3mila euro per non testimoniare

MANTOVA. L’avrebbe costretta a rapporti sessuali non solo a casa sua ma anche nell’abitazione del datore di lavoro e una volta perfino in ospedale, nella saletta colloqui del reparto infettivi, dov’era ricoverata. Queste le accuse lanciate ieri in un’aula di tribunale da Nela, 43enne badante romena, al parroco di San Leonardo don Walter Mariani, a processo per violenza sessuale. Non solo, la donna - a cui rievocando alcuni momenti si sono più volte riempiti gli occhi di lacrime - ha anche rivelato che don Walter - presente in aula, sempre impassibile - aveva cercato di corromperla: nell’estate del 2008 le aveva dato appuntamento a Copparo, nel Ferrarese, offrendole tremila euro perché se ne andasse in Romania e tornasse solo dopo il processo.

Un episodio confermato da un testimone, residente nel Ferrarese, che aveva dato ospitalità a Nela per un anno ed era presente con la moglie all’incontro. Ieri il testimone in aula ha riconosciuto don Walter. Nela ha poi elencato le violenze subìte: tre nella casa del parroco, più di una nell’abitazione dove faceva la badante, e una all’ospedale dov’era stata ricoverata oltre un paio di mesi e dove don Walter andava spesso a trovarla, soprattutto dopo l’uscita dall’isolamento. Costretta ad avere rapporti o consenziente? I difensori dell’imputato hanno fatto alcune contestazioni alla teste relative alle dichiarazioni fatte in sede di incidente probatorio. Ad esempio «mi ha convinta» oppure «non sono stata costretta».

La sua risposta: «Me l’ha detto lei prima di iniziare l’udienza - rivolta all’avvocato Momoli - così sarebbe finito il processo». Nela non è stata tenera nemmeno con suor Redenta: «La suora lo sapeva, tutte le ragazze della Casa di Ruth le dicevano cosa faceva don Walter ma lei sosteneva che non era vero. Ieri a mettere sulla graticola il parroco ci sono stati altri due testimoni: un agente di polizia municipale bresciano che ha sposato una delle ragazze della Casa di Ruth e un insegnante di religione molto attivo nella parrocchia di San Leonardo e alla Casa.


L’agente ha riferito di una telefonata ricevuta da don Walter in cui il sacerdote gli ricordava che il giorno successivo la moglie avrebbe dovuto andare a testimoniare e che sarebbe stato opportuno modificare la versione dei fatti perché «era tutto un complotto costruito da suor Ilde e Laura Orlando».

«Gli ho fatto osservare che stava dicendo cose gravi davanti a un pubblico ufficiale e il discorso si è chiuso lì» ha spiegato l’a gente. L’insegnante Maurizio Rossi ha raccontato al tribunale di come nel tempo s’è incrinata la grande fiducia che nutriva in don Walter e nella sua capacità educativa. Ha parlato di mani allungate anche verso ragazzine di dodici-tredici anni.

«Robe odiose - ha detto - glielo dicevo. Gli ho scritto anche delle lettere di fuoco ma non mi ha mai risposto. Durante gli incontri - ha osservato l’insegnante - negava i fatti dicendo che erano tutte invenzioni. Ammetteva solo di aver dato un bacio a una ragazza della Casa di Ruth. Gli abbiamo suggerito di andar via dalla Casa e di non frequentare più le ragazze. Lui ha risposto che non avrebbe lasciato la Casa in mano a nessuno». Il processo proseguirà il 22 febbraio.
(05 febbraio 2010)
 
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...C2PO_NC205.html

Processo a don Walter Tocca alla difesa

la Gazzetta di Mantova — 22 febbraio 2010 pagina 08 sezione: CRONACA
Riprende oggi nelle aule del tribunale di via Poma il processo a don Walter Mariani, il parroco di San Leonardo accusato di violenza sessuale per una serie di episodi che sarebbero avvenuti in parrocchia e nel centro per il recupero di prostitute gestito dallo stesso sacerdote nel quartiere. Dopo la sfilata dei testimoni dell’accusa (tra cui una suora e una psicologa) oggi la parola passa alla difesa, che porterà in aula i suoi testi. E potrebbe parlare anche lo stesso don Walter.
 
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Don Walter: sono tutte menzogne

la Gazzetta di Mantova — 23 febbraio 2010 pagina 11 sezione: CRONACA
«Accuse assolutamente da fantascienza». L’autodifesa di don Walter Mariani, il 69enne parroco di San Leonardo, è ferma e determinata. Ha avuto solo un’incrinatura. E’ stato quando rievocando l’apertura della Casa di Ruth con una giovane prostituta incinta sfuggita al suo sfruttatore, gli è venuto un groppo in gola. E’ stato un attimo, poi ha ripreso col suo carattere forte a difendersi a denti stretti dalle pesanti accuse di violenza sessuale sulle ragazze ospiti della Casa, e falsità ideologica, consistita nel non farle avere il rinnovo del permesso di soggiorno. Don Walter - nel corso delle oltre due ore di interrogatorio - ha lasciato intendere di essere rimasto vittima di un complotto. Ma ha respinto ogni maldicenza, ogni accusa, che vistosamente hanno deformato la sua immagine di pastore di anime. «Attraverso la messa - ha detto - nasce una forma di simpatia, di confidenza, tranquillamente accolta da tutti. Un bacio, un abbraccio, un pizzicotto, un bacio sulla fronte o su una guancia ma mai uno sfogo libidinoso, una rapporto di abusi, gesti che indicassero la mia morbosità». E quelle relazioni negative alla prefettura sulle ragazze affinché non venisse rinnovato il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie? Perché non sottostavano alle regole per le ospiti della Casa di Ruth. Don Walter ha respinto le pesantissimi accuse rivoltegli da Nela Zampira, la ragazza romena che lo ha flagellato senza fargli sconti. La violenza sessuale in ospedale dopo essere uscita dall’isolamento? Una cosa assolutamente da fantascienza, l’ha definita il sacerdote. «L’ha inventata solo per il diniego del permesso di soggiorno e perché era arrabbiata per i soldi che sosteneva di non aver ricevuto». E le violenze subìte nella casa del datore di lavoro quando lui non c’era? «Mai entrato in casa. Mi fermavano a salutarla sempre sulla porta». Poi gli abusi in San Leonardo. «Tutte menzogne. Come è fantascienza il regalo di tre cellulari alle ragazze». E i 3mila euro offerti a Nela perché se ne tornasse in Romania durante il processo, in presenza di un testimone? «Non è vero». Ma il teste l’ha confermato. «Dovrei entrare nella vita privata del testimone.» E la violenza sessuale che avrebbe subìto Jurchita? «Non ho mai usato violenza su di lei, nè fisica nè morale. Qualcuno gliele ha fatte dire queste cose». E con Svetlana? «Non c’è stato nessun rapporto, nè completo, nè parziale». «Nemmeno consenziente?» ha chiesto il presidente del collegio, Cristina Ardenghi. «Nemmeno consenziente, e neanche palpeggiamenti». E quel bacio in bocca a Svetlana con la frase: «Voglio vedere fino a che punto sono ancora troie»? Don Walter nega il bacio e pure la frase in quei termini. Ha ammesso invece la telefonata a un vigile urbano del Bresciano che aveva sposato una ragazza della Casa di Ruth, ma non perchè ammorbidisse una dichiarazione piuttosto pesante e dura fatta agli inquirenti. Ha negato anche di aver detto ad Elena, nel corso di una passeggiata in città con le altre, «tutti ti guardano perchè sei una troia di lusso. Ho detto solo tenca di lusso». Sempre su una domanda relativa a palpeggiamenti ad Elena, si è limitato a dire: non voglio rispondere. Prima del suo esame era stata sentita un’altra delle ragazze denuncianti, la lituana Marcenite Jurchita, 33 anni. La ragazza ha riferito di essere stata aggredita e violentata da don Walter nella sua stanza da letto il 9 luglio 2005. In un’altra circostanza di aver ricevuto 100 euro per fare un regalo ai suoi bambini. Più confusa è stata su una lettera con espressioni di grande affetto inviata a don Walter dalla Lituania nella quale parlava anche di soldi non ricevuti. - Giovanni Benvenuti
 
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Ora spunta un testimone a favore di don Walter

la Gazzetta di Mantova — 29 giugno 2010 pagina 08 sezione: CRONACA
E’ ripreso ieri mattina, con la sfilata dei testi della difesa, il processo a carico di don Walter Mariani, il parroco di San Leonardo chiamato a rispondere di violenza sessuale su alcune ragazze all’epoca (tra il 2004 e il 2006) ospiti della Casa di Ruth a Curtatone. In particolare un educatore del Cepia non solo ha tenuto a sottolineare che don Walter non saliva mai nelle camere delle ragazze, come era emerso nel corso delle fasi precedenti del processo, ma ha precisato anche che quel 14 luglio del 2005, ovvero l’episodio della doccia di una delle giovani ospiti che sarebbe rimasta vittima, all’uscita, degli abusi del sacerdote, l’imputato era con lui in salotto a guardare la televisione. E’ stato evidenziato anche che le ragazze di sabato - giorno in cui sarebbero accaduti determinati episodi - non andavano mai in San Leonardo. Restavano a Curtatone a pulire la casa di Ruth. Un’altra teste ha riferito al collegio giudicante che don Walter era una persona spontanea «che abbracciava sempre tutti, ma con un fare paterno. Mai visto atteggiamenti che potessero far sospettare altro e mai sentito espressioni sull’aspetto fisico delle ragazze». Conclusa la sfilata dei testimoni, il pubblico ministero Antonino Condorelli ha chiesto di poter sentire come teste di riferimento la ragazza che aveva accompagnato in questura suor Redenta nel giorno in cui ha presentato denuncia contro don Walter. Una ragazza - Katina Oxana - di Sanpietroburgo ospite della Casa, che non figura tra le querelanti. Richiesta accolta dal tribunale per attribuire valenza probatoria alle dichiarazioni della suora. Condorelli ha anche chiesto un’integrazione di due dei capi di imputazione dove si parla di ritorsioni e costrizioni per ottenere rapporti sessuali. Nella prossima udienza, fissata per il 19 luglio, saranno sentiti la giovane menzionata - sempre che si riesca a reperirla - e un altro testimone, quindi prenderà il via la discussione con la requitoria del pm. Le arringhe dei difensori Bianca Maria Momoli e Sandro Somenzi e la camera di consiglio per la sentenza sono fissate per il 21 luglio. - Giovanni Benvenuti

 
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VIOLENZA SESSUALE
Chiesti 11 anni di carcere
per don Walter, parroco di San Leonardo
Il sacerdote è accusato di aver preteso favori sessuali da tre donne, ospiti di una casa di accoglienza da lui gestita, in cambio della promessa di un interessamento per il rinnovo dei permessi di soggiorno. La sentenza è prevista per mercoledì
Don Walter Mariani, 69 anni
Don Walter Mariani, 69 anni
MANTOVA. Undici anni di carcere è la condanna chiesta dal procuratore della Repubblica di Mantova Antonino Condorelli e pm al processo contro don Walter Mariani, 69 anni, parroco di San Leonardo accusato di violenza sessuale. La sentenza è prevista per mercoledì.

Don Mariani, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, avrebbe preteso favori sessuali da tre donne straniere in cambio di una buona parola per ottenere il rinnovo dei permessi di soggiorno. Le tre donne erano prostitute ospiti di una struttura di accoglienza gestita dal sacerdote. Il pubblico ministero ha chiesto invece l'assoluzione per il reato di falso ideologico.

I difensori del sacerdote - Bianca Maria Momoli e Sandro Somenzi -si sono battuti per l'assoluzione dalla violenza sessuale «perché il fatto non sussiste» e «in subordine per mancanza di querela». Stessa richiesta per il falso in quanto don Walter, non rivestendo il ruolo di pubblico ufficiale, non poteva fare relazioni alla questura per il rilascio del permesso di soggiorno.

Il sacerdote ha accolto la pesantissima richiesta di condanna senza tradire emozioni dopo aver seguito col volto scuro e lo sguardo fisso l'intera requisitoria di Condorelli, che gli ha rovesciato addosso una serie di accuse da rabbrividire. Violenze estorte ad alcune ospiti della Casa di Ruth dall'alto della sua posizione di gestore della struttura, quindi di pubblico ufficiale. Una posizione che - ha sottolineato Condorelli - ha fatto scattare la procedibilità d'ufficio. La sentenza è prevista per mercoledì.
(19 luglio 2010)

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view post Posted on 21/7/2010, 16:09
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www.radiolombardia.it/rl/news.do?id=34322

21-07-2010 16:07
Prete condannato per violenza sessuale
Cinque anni di carcere per violenza sessuale. A tanto è stato condannato oggi dal Tribunale di Mantova don Walter Mariani, 69 anni, parroco di san Leonardo. La sentenza di primo grado è stata pronunciata dopo una camera di consiglio durata due ore. Il sacerdote è stato condannato per una sola delle tre violenze sessuali su altrettante prostitute ospitate nel centro di accoglienza da lui gestito a Mantova di cui era accusato. Il pm, aveva chiesto per lui undici anni di carcere. In mattinata, durante l'ultima udienza, don Walter ha reso una
dichiarazione spontanea respingendo tutte le accuse concludendo tra le lacrime.


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view post Posted on 2/3/2011, 15:40
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Don Walter ancora a processo

Violenza sessuale, avrebbe offerto 3mila euro alla vittima per ritrattare le accuse. Tempistica confusa, la difesa contesta

di Giancarlo Oliani

Don Walter ancora a processo
Nuovi guai per don Walter Mariani. Il prete già condannato a cinque anni per violenza sessuale, è tornato sul banco degli imputati a Ferrara. Deve rispondere di intralcio alla giustizia. In pratica avrebbe offerto tremila euro a Nela Zanfira, la romena presunta vittima della violenza, affinché ritrattasse, prima del processo, le accuse nei suoi confronti.

Il suo avvocato, Sandro Somenzi, si prepara a dare battaglia su quelle che ritiene affermazioni confuse e infondate. Anche perché - sostiene il legale del parroco di San Leonardo - le versioni della donna sono state cambiate tre volte. La prima rilasciata alla questura di Mantova, è stata modificata a favore del sacerdote nel corso dell'incidente probatorio del novembre 2008 in cui lo scagionava completamente dalle gravi accuse. Ma poi nel luglio dell'anno successivo è tornata nuovamente ad accusarlo, convincendo il tribunale.

I fatti. Durante il dibattimento Nela racconta che il prete, prima dell'inizio del processo, ha chiamato sul cellulare Agatino Diolosa, l'uomo di Copparo in provincia di Ferrara che all'epoca la ospitava, per avere un incontro. Un incontro nel corso del quale il sacerdote avrebbe promesso tremila euro in cambio di una ritrattazione delle accuse. Senonché, sempre nel corso del procedimento penale, il difensore contestando che il prete non poteva avere il cellulare dell'uomo, ha indotto la donna a cambiare nuovamente versione: il cellulare era forse il suo. Altra circostanza che accresce la confusione.

Il reato per il quale don Walter dovrà comparire davanti al tribunale di Ferrara sarebbe stato commesso due mesi prima del dibattimento avvenuto nell'aprile del 2009. Ma che senso ha - si chiede il legale - dare una nuova versione dei fatti dopo che la donna aveva scagionato il prete nel corso dell'incidente probatorio nel novembre del 2008. Alla fine il tribunale di Mantova si è convinto che l'offerta di denaro da parte del prete alla sua presunta vittima sia avvenuta addirittura nell'estate del 2008. Da qui la decisione del pubblico ministero di intraprendere l'azione penale, con la trasmissione degli atti al tribunale di Ferrara.

«Vado a discutere - commenta l'avvocato Somenzi - un reato che il tribunale di Ferrara ha registrato con la data dell'aprile 2009, mentre per Mantova tutto è avvenuto dell'estate del 2008». La condanna emessa dal tribunale di Mantova nel luglio scorso riguardava solo una delle prostitute, Nela Zanfira, mentre don Walter era stato assolto per le altre due. Contro tale decisione il pubblico ministero Antonino Condorelli aveva presentato ricorso in appello.


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view post Posted on 22/10/2011, 09:04
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Piange in aula davanti al prete che la violentò
Il sacerdote è accusato a Ferrara di aver promesso denaro per testimoniare il falso

Copparo. Cercò di convincere la donna che lo accusava di averla violentata a ritirare la denuncia nei suoi confronti e a cambiare versione. In premio le avrebbe promesso tremila euro. Abbastanza per farlo accusare di subornazione, reato specifico del codice penale.

Lui è don Walter Mariani, 69 anni, parroco di San Leonardo, parrocchia della diocesi di Mantova, che per anni ha tenuto una comunità di recupero di tossicodipendenti e inseguito anche una casa di accoglienza, la Casa di Ruth. Della vicenda, che risale a qualche anno fa, se ne occupa per competenza territoriale il tribunale di Ferrara. L’incontro contestato sarebbe avvenuti infatti a Copparo. Sul periodo però, il 2008 o il 2009, vige la scarsa memoria dei testimoni chiamati in aula.

A partire dalla stessa donna, una 43enne di nazionalità romena, che a Mantova lo accusò di violenza sessuale (il primo grado finì con la condanna del sacerdote a cinque anni, sentenza contro la quale il difensore, l’avvocato Sandro Somenzi, ha già presentato ricorso in appello). La donna, chiamata a deporre davanti al giudice Silvia Giorgi, è crollata emotivamente e, in preda a una crisi di pianto, ha dovuto interrompere l’esame, per riprenderlo un’ora dopo. Nonostante l’intervallo però la memoria ha continuato a non aiutarla e non ha saputo collocare l’incontro con il parroco nel 2008 o nel 2009.

Lo stesso vale per chi l’accompagnò in piazza a Copparo. L’unico dettaglio utile del secondo teste per collocare il giorno del presunto reato sarebbe l’aver accompagnato la figlioletta al pronto soccorso per una frattura. Ma anche qui l’uomo, un amico che insieme alla moglie ospitò per un periodo la donna in casa propria, cade in contraddizione parlando prima di una mano rotta, poi di un polso slogato, salvo correggersi alla fine e ricordare che “nella caduta mia figlia si procurò anche una contusione alla clavicola”.

Al banco dei testimoni arriva anche una coppia di conoscenti della 43enne. Lui è un agente di polizia locale presso il comando di Brescia. Lei, ex ospite della casa gestita da don Mariani, è diventata sua moglie. L’agente riporta un ulteriore elemento a carico del parroco: “mi chiamò nel 2009, il giorno prima dell’udienza in cui doveva testimoniare mia moglie per chiedere se si poteva modificare la sua deposizione. Disse che tutto (il processo allora in corso a Mantova per violenza sessuale, ndr) era un complotto contro di lui orchestrato dalla psicologa della struttura e dalla suora che ci lavora. Gli dissi che quanto stava facendo era una cosa gravissima” e lo riferì all’ispettore che seguì le indagini a carico dell’imputato. La mattina dell’udienza poi, “incontrammo Nela (questo il nome della donna che accusò il prete, ndr) fuori dalla procura di Mantova, che ci raccontò dell’episodio dell’offerta di denaro”.

Al termine dell’udienza ferrarese don Mariani ha rinunciato ad essere ascoltato e ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee, nel corso delle quali ha raccontato come conobbe Nela: “dopo essere stata arrestata decise di denunciare i suoi sfruttatori, ottenendo così i benefici di legge che le evitarono l’espulsione e accettò un programma di reinserimento”.

Programma che iniziò presso la Casa di Ruth, ma “dopo un periodo positivo – prosegue il sacerdote – non era più disposta ad accettare le regole della struttura e si allontanò”. Per questo don Mariani presentò alla questura una relazione negativa sul suo programma di reinserimento, che costò alla donna il mancato rinnovo del permesso di soggiorno e l’avviso del provvedimento di espulsione. “Lei mi chiamò supplicandomi di tornare sui miei passi, minacciando che altrimenti ‘sapeva come rovinarmi’. Quando poi seppi della denuncia a mio carico capii a cosa si riferiva. E lei, denunciandomi, è riuscita a ottenere il rinvio dell’espulsione”.

Don Mariani nega poi che l’incontro di Copparo sia mai avvenuto, confermando invece la telefonata all’agente di polizia, “ma non ho assolutamente chiesto che la moglie cambiasse testimonianza, volevo solo poterli incontrare”.

Terminato la fase dibattimentale, il processo si avvia ora alla discussione. L’udienza è fissata per il 18 gennaio.



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