CITAZIONE (aretes @ 25/3/2007, 01:16)
CITAZIONE (Scarpia @ 24/3/2007, 18:20)
Semmai ognuno è confluito (almeno parzialmente) il quello che gli è succeduto.
Non si tratta di escludere nessuno, semmai si tratta di non conferire a qualcuno un ruolo primario e restare aperti al nuovo che arriva.
ma qual'è il nuvo che arriva?se l'uomo ha paura del domani? tu sapresti dare un nome alla civiltà in cui viviamo (non dirmi postmodernismo che è vecchia come battuta)? l'umanità senza la coscenza del passato,con anche i suoi errori va verso il baràtro,forse prendendo coscenza dei suoi errori,come per es. lo iom kippur (in ebraico la shoa) fatto dai nazisti,può evitare certi sbagli,come anche vedere il buono del cristianesimo, con cui tutta l'europa è impregnata,serve a dare speranza,come speranza sono chiamati a dare (questo per la loro vocazione) i cristiani; può esserci un pò di orgoglio a volere nella carta costituzionale la citazione della cristianità europea, ma è tutta fondata, e nessuno può obbiettare contro, anche,e soprattutto un ateo,che sul cristianesimo fa la sua battaglia di vita,direi più sul vaticano,cmunque è lo stesso
il nuovo che arriva è un'europa senza divisioni religiose, lontana dal fondamentalismo e dall'ignoranza in cui la chiesa cattolica l'ha tenuta per quasi due millenni.. ed è bene non dimenticare il passato (e saper vedere il presente) così da ricordare sempre di cosa sono capaci le religioni..
riguardo alle radici cristiane c'è da dire che le radici dell'europa sono antecedenti al cristianesimo, essendo senza ombra di dubbio grecoromane, il nome stesso europa deriva da uno dei personaggi della mitologia greca e la cultura grecoromana è quella che ha fatto dell'occidente ciò che è oggi.. il cristianesimo (le cui idee centrali sono tutto sommato buone, non a caso costantemente tradite dal cattolicesimo) ha costruito su quelle radici, così come successivamente ha fatto l'illuminismo..
un breve articolo di Lidia Menapace sulle vere radici europee..
RADICI E LAICITÀPremessa dell'autrice: è un tema del quale mi sono occupata altre volte, ma poiché i parlamentari che fanno parte della corte vaticana ricicciano ogni momento con le radici cristiane e la famiglia naturale, proverò a mettere tutti insieme i pensieri che ho sul primo dei due punti. Un'altra volta sulla famiglia "naturale".di Lidia Menapace
Come dico sempre, parlare di radici cristiane è un falso storico: "Europa" è più antico di "Cristianesimo". Si può piuttosto dire che, sbarcato dalla Palestina a Roma, il Cristianesimo viene perseguitato per un paio di secoli e poi vince con Costantino e passa un bagno di grecizzazione e romanizzazione molto profondo, sicché è corretto dire che esso Cristianesimo ha radici grecoromane. Il bagno nella grecità è rappresentato soprattutto dall'assunzione del pensiero aristotelico (filtrato dalle traduzioni che dal greco ne fecero i filosofi arabi) e quello nella romanità soprattutto nel fatto che viene abbandonata la precedente veterotestamentaria opinione sulla proprietà della terra e si assume quella del diritto romano che da allora costituisce il Cristianesimo nel più solerte difensore della proprietà privata. Di lì viene la definizione della proprietà privata come "diritto naturale". Questo singolare rovesciamento fa sì che, quando il Cristianesimo vince e diventa fonte del potere politico, esso si trasforma in Cristianità o Cristianesimo costatiniano, che fu messo sotto accusa dal Concilio Vaticano II, oggi cancellato o almeno oscurato.
Comunque già dal principio il Cristianesimo, religione mediorientale si intreccia con Ebraismo e Islam oltre che con la filosofia greca e il diritto romano. Quando diventa Cristianità, ovvero potere politico, dà inizio a un processo millenario, punteggiato sì dalla costruzione delle meravigliose cattedrali paleocristiane, romaniche, gotiche che abbelliscono le contrade europee, del canto gregoriano, da tutta la pittura e scultura sacra, oltre che da molti santi e sante, benemerite anche per la storia civile, ma anche di tremende guerre per le investiture, che dal natale dell'800 da Carlo Magno fino a Francesco Giuseppe raccontano il Sacro Romano Impero . Se si aggiungono le crociate e le guerre di religione, si può capire il Trattato di Vestfalia che nel 1648 sanciva la composizione del lungo sanguinoso conflitto tra le versioni differenti del Cristianesimo col dire che "cuius regio, eius religio": era un modo utile, ma niente affatto liberante, dato che metteva la confessione religiosa lecita sotto il dominio politico come oggi in Iraq e altrove l'appartenenza all'una o all'altra delle versioni islamiche giace nel patrimonio politico di una tribù o territorio. Inoltre non è alieno dal conflitto anche con le altre religioni: ma voler parlare di radici ebraico-cristiane mi pare davvero troppo disinvolto, dato che gli Ebrei nei paesi cristiani sono quasi sempre stati perseguitati, nella forma più soft ghettizzati, nella più feroce sottoposti alla Shoah. Il rapporto con l'Islam è fortissimo in Spagna e in Sicilia, terre delle quali non si conosce la storia senza conoscere la presenza araba. Quanto alla Turchia, a parte che dalle zone dell'Anatolia vengono le più antiche comunità cristiane, i Turchi dopo gli Arabi sono legati alla storia d'Europa, tanto che a Lepanto ci fu il definitivo scontro navale (e le bandiere turche conquistate sono state considerate dalla Cristianità trofei di definitiva vittoria nello "scontro di civiltà", fino a quando Paolo VI non le restituì a Tuichi, per segnare che una vittoria militare non può essere fondamento di alcun diritto e meno che mai fisionomia della religione cristiana). Un bel po' di anni dopo Lepanto i Turchi erano arrivati alle porte di Vienna (1770) e lì furono sconfitti da Eugenio di Savoia, generale mercenario al servizio dell'imperatore d'Austra, "Prinz Eugen, der edle Ritter", il principe Eugenio, nobile cavaliere, come dice un famoso e popolare Lied tedesco. Ma i rapporti con la Turchia, antichi quanto il mito di Europa e il passaggio del Bosforo, non si limitano affatto a questo, tanto è vero che l'alleanza con gli Imperi centrali, dalla quale noi ci allontanammo col famoso "giro di valzer" all'inizio della prima guerra mondiale, includeva anche la Sublime porta. E' tempo di uscire da questi enormi pasticci che hanno seminato l'Europa di re cattolicissimi o cristianissimi, di alleanze ferree fra Trono e Altare, di imperatori sacri e romani, che praticavano una morale privata molto poco coerente con i titoli che si davano (Francesco Giuseppe aveva la sua amante nello splendido castello di Schoenbrunn, per dire). Una delle radici, questo si potrebbe dire davvero, è che persone palesemente fuori dalla morale cristiana, poi fanno prediche a tutti indicando la retta via. Esempio di doppia morale che non mi pare una gloriosa radice della quale vantarsi.
CI è voluta una fatica plurisecolare, lotte sanguinose, per affermare la laicità della politica, dell'arte, del pensiero, della scienza (e questo si chiama Machiavelli, Tasso, Giordano Bruno, Galileo) che dà luogo alla laicità dello stato e alla definizione giuridica del rapporto di cittadinanza e dei diritti conseguenti . Buttare via un tale patrimonio -come sembra fare Benedetto XVI- è davvero antistorico. Ma non basta aspettare che una ipotesi antistorica crolli da sé. Prima di crollare può fare danni gravissimi.
Sicchè la lotta contro le "radici" è giusta e va fatta con un qualche spessore. Serve anche la battuta anticlericale, non dirò di no, dato che spesso è anche divertente, ma è meglio l'argomento serio e la documentazione.
18 Marzo 2007
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