Laici Libertari Anticlericali Forum

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view post Posted: 27/4/2024, 16:10 Aosta. Il battito del feto prima di abortire: le torture cattoliche nei pubblici ospedali - Diritti civili


https://tg24.sky.it/cronaca/2024/04/27/pre...xVV3TKJZyLUhIBP


Pressioni antiaborto ad Aosta, volontari facevano sentire battito feto
Cronaca
27 apr 2024

"Ricevute diverse segnalazioni di donne che, giunte in presidi sanitari per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, sono state sottoposte a indebite pressioni", denuncia il Centro Donne contro la violenza del capoluogo aostano

Il battito del feto come strumento di pressione antiaborto. La denuncia arriva in una nota del Centro donne contro la violenza di Aosta: "Sono pervenute al Centro donne contro la violenza di Aosta segnalazioni di donne che, giunte in presidi sanitari pubblici del territorio regionale per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, sono state negli stessi luoghi sottoposte a indebite interferenze e pressioni da parte di volontari, consistenti nell'imporre l'ascolto del battito fetale o nella promessa di sostegni economici o beni di consumo, con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire, personalissima e spesso sofferta".
La denuncia del Centro donne contro la violenza

La struttura, "in sinergia con i Centri antiviolenza aderenti alla rete nazionale Di.re - Donne in rete contro la violenza, avvierà pertanto azioni di monitoraggio della corretta applicazione della legge 194/1978 nel territorio regionale, e azioni di sensibilizzazione e resistenza, sostenendo le donne e valutando con esse, qualora ne ricorrano le condizioni e nel rispetto della loro volontà, ogni iniziativa utile a tutela delle stesse". Il Centro donne "condivide, infatti, le preoccupazioni da più parti espresse per la scelta del governo di prevedere, con un emendamento alla legge 194, la possibilità per i consultori, presidi pubblici di accoglienza e tutela della salute della donna, di concordare la presenza delle cosiddette associazioni pro-vita, non solo a supporto dei percorsi di maternità difficile dopo la nascita, ma anche nella delicatissima fase di maturazione della decisione di interrompere, o meno, la gravidanza".

"Attacco frontale del governo alla 194"

"È gravissima la denuncia del Centro donne contro la violenza di Aosta che segnala pressioni e ingerenze sulle donne che si recano nelle strutture sanitarie pubbliche per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza. Spero che la vicenda verrà affrontata adeguatamente dalle autorità, intanto non c'è dubbio, e credo che nessuno possa smentire, che tutto questo è anche frutto del clima voluto da questo Governo che ha attaccato frontalmente la 194". Così la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella dopo la nota del Centro donne contro la violenza di Aosta.

Edited by pincopallino1 - 27/4/2024, 17:38
view post Posted: 25/4/2024, 07:23 Il sacrestano di P. Pio licenziato e reintegrato 3 volte: "Ho chiesto l'aumento da 5,5 a 9 €" - Diritti civili
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https://www.immediato.net/2024/01/16/i-fra...rio-di-san-pio/

I frati non mollano, ancora in tribunale (dopo tre sentenze) contro il sacrista del santuario di San Pio
Avviato l'ennesimo contenzioso nei confronti di Antonio La Porta. Avrebbe provocato un "grave nocumento alla Chiesa"
Di Michele Iula 17 Gennaio 2024

Ifrati cappuccini, dopo aver perso per tre volte in tribunale contro il sacrista licenziato per “ritorsione”, ricorrono ancora ai giudici. Il rettore del santuario di San Pio e responsabile legale della provincia monastica di Foggia, padre Aldo Broccato, forse ispirandosi alla battaglia dell’ex manager Fiat Sergio Marchionne contro i tre dipendenti “ribelli” di Melfi – pagati per stare casa -, ha avviato l’ennesimo contenzioso contro Antonio La Porta, chiedendo l’integrale riforma delle precedenti sentenze. Una quarta causa, dunque, contro lo storico dipendente, accusato di essere “un sindacalista più che altro” e, vieppiù, di aver provocato un “grave nocumento alla Chiesa italiana”.


I FATTI

La prima causa venne intentata dai frati per far valere le ragioni economiche alla base del mancato adeguamento dei contratti che regolano i rapporti con i dipendenti delle chiese italiane. Ma la sentenza mise in evidenza le condotte antisindacali, ritorsive e illecite dell’atteggiamento, dichiarando quindi nullo il licenziamento e condannando i religiosi al pagamento di almeno 5 mensilità più le spese legali. Il pronunciamento è stato poi ampiamente confermato nella forma e nella sostanza dalla sentenza del ricorso collegiale dinanzi a ben tre giudici, nella quale è stato confermato il pagamento delle spese legali. Infine, l’ultimo licenziamento per giusta causa, arrivato il giorno dell’espulsione dalla Fiudac/s (associazione dei lavoratori), con la motivazione che La Porta avrebbe causato ‘’grave nocumento all’intera chiesa nazionale coinvolgendo anche la CEI”. Il caos di ricorsi e provvedimenti di espulsione non ha convinto il giudice Ivano Caputo, che ha smontato tutte le accuse fatte a La Porta. Dall’ordinanza si desume che anche il secondo licenziamento avrebbe natura “ritrosiva”, perché fondata sulla volontà di superare le sentenze precedenti e continuare la “battaglia” nei confronti del sacrista.


IL CONTRATTO DELLA DISCORDIA

Tutto partirebbe dall’impegno sindacale per il riconoscimento del ‘salario minimo’, ovvero un compenso di 9 euro l’ora (anziché 5) agli apparati dei religiosi. Un passaggio che non avrebbe convinto il ministro provinciale, padre Francesco Dileo da Cerignola, che avrebbe dovuto attivare le procedure per aggiornare i rapporti, con le nuove condizioni previste dal Ccnl, per i circa 40 dipendenti del santuario di San Giovanni Rotondo, tra i più visitati dai credenti in Italia. I frati, con i contenziosi, stanno portando avanti la strada dell'”insostenibilità economica” della operazione, che a loro dire comprometterebbe la stessa esistenza della fondazione. Detto in altri termini: vorrebbero tenere in vita il vecchio accordo (5 euro l’ora).

“Vorrebbero delegittimare i soggetti firmatari di un contratto applicato ai propri lavoratori – dichiara la controparte -, chiedendo in pratica un Ccnl a misura e ad personam dei frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo! Non solo, qualora fossero riusciti a convincere i giudici alle loro ragioni in tribunale, si sarebbe aperta una voragine sociale inesplorata fino ad oggi in tutto il territorio nazionale: il rischio di licenziamento per chi partecipa – in favore dei lavoratori – al miglioramento delle condizioni in essere con un nuovo contratto”. “Insomma – aggiungono -, pur di disfarsi di un dipendente, hanno innescato una reazione a catena, sommando cause e ricorsi continui e con la citazione di diversi testimoni. Con le sentenze del tribunale di Foggia, dei giudici Aquilina Picciocchi, Beatrice Notarnicola, Ivano Caputo e Lilia M. Ricucci, la giustizia si è espressa in maniera inequivocabile a protezione futura di tanti lavoratori nelle medesime situazioni. La giustizia per fortuna ha fatto il suo nobile corso”.


TESTIMONI DI PESO

Il folto numero dei testimoni è molto particolare: in primis mons. Franco Moscone, vescovo di Manfredonia, citato in tutti e quattro i processi (quindi anche nel prossimo del 22 febbraio 2024). Il presule dovrebbe essere presente nonostante i tre processi passati in giudicato. Proprio lo stesso vescovo Moscone, lo scorso anno si presentò davanti ai cancelli della DOPLA al fianco dei lavoratori per mostrare solidarietà ai dipendenti a rischio licenziamento, dichiarando: “Quando si perde un posto di lavoro, si perde vita e si passa dalla legalità all’illegalità, si favorisce la malavita e si impoverisce un territorio e una città. Quando si dismette il Sud per favorire il Nord, non è soltanto un’azione di cui bisogna vergognarsi ma rischia di essere un’azione di tipo quasi criminale”.

Ora invece dovrà prender parte contro un dipendente che, al momento, guadagna circa 870 euro al mese ed ha una famiglia a carico. Eppure, come si legge in tutte e tre le sentenze, La Porta ha lecitamente svolto il ruolo di consigliere della commissione del rinnovo del CCNL assegnatogli in via ufficiale dalla FIUDAC/S per dare “maggiore dignità a lavoratori che percepivano stipendi da terzo mondo”. “Ad oggi – chiosa La Porta – la Fondazione San Pio, non ha ancora versato un solo euro in rispetto alle sentenze precedenti, né i risarcimenti al lavoratore, né il rimborso delle spese legali. A cosa serve adire continuamente i giudici se poi le sentenze che non ci piacciono non le rispettiamo?”, conclude.

https://www.foggiatoday.it/cronaca/terza-s...ni-rotondo.html
Maria Grazia Frisaldi
16 gennaio 2024

CRONACA SAN GIOVANNI ROTONDO
Terza sentenza a favore del 'sacrista' licenziato dai Frati Cappuccini: "Vicenda farà Giurisprudenza"
Il caso di Antonio La Porta, 46enne di San Giovanni Rotondo da 22 anni al servizio della Chiesa. A febbraio tornerà in aula per un nuovo procedimento chiesto dai Cappuccini per riformare integralmente le precedenti sentenze

Incassa la terza sentenza a favore, relativa al secondo licenziamento ‘per giusta causa’, e si prepara ad affrontare, per la quarta volta, la Fondazione San Pio Da Pietrelcina, rappresentata dall’avvocato Vincenzo De Michele, in Tribunale.

Stiamo parlando del sacrista-sindacalista di San Giovanni Rotondo, Antonio La Porta, che - difeso dagli avvocati Ottavio, Marco e Matilde Pannone - sta portando avanti una battaglia ‘di principio’ ingaggiata contro i frati cappuccini di San Giovanni Rotondo, che lo avevano licenziato in tronco dopo 22 anni di attività presso il santuario di San Pio (qui la vicenda).

Questo per aver dopo aver chiesto ed ottenuto, nelle opportune sedi, l’adeguamento del Contratto collettivo nazionale del lavoro (paga oraria a 9 euro l'ora, per 44 ore), risultato ottenuto a vantaggio di tutti i lavoratori della Chiesa. Reintegrato a lavoro dopo una causa ex articolo 700, istruita dinanzi al Tribunale del Lavoro di Foggia, La Porta è stato sospeso dai frati una seconda volta, avviando un secondo procedimento di licenziamento.

In merito al primo licenziamento, è stato rigettato già il ricorso presentato dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo e confermata la sentenza impugnata. La decisione è stata assunta dai giudici del Tribunale del Lavoro di Foggia Beatrice Notarnicola, Lilia M. Ricucci Giudice e Ivano Caputo, riuniti in composizione collegiale e concordi non solo sulla “infondatezza del ricorso”, ma anche sulla “condotta ritorsiva” nei confronti del lavoratore.

In merito al secondo licenziamento, lo scorso 8 gennaio si è pronunciato il giudice Ivano Caputo. La sentenza è ancora una volta a favore del lavoratore: “Questo Giudice non può che rinviare alle argomentazioni contenute nell’ordinanza collegiale pronunciata in data 5.12.2023 nella fase di reclamo svoltasi tra le parti in causa nell’ambito del procedimento di impugnativa del (primo) licenziamento intimato a La Porta” si legge scorrendo le 10 pagine del documento.

“L’intento ritorsivo traspare nitidamente dalla lettera di contestazione disciplinare datata 29.9.2023, attraverso le costanti ed esplicite allusioni della Fondazione all’attività di sindacalista esercitata da La Porta". Il lavoratore, infatti, è stato accusato di essere “più avvezzo a fare il sindacalista occulto di sé stesso che il sacrista”.

"Se a ciò si aggiunge la completa inconsistenza dei motivi formalmente addotti quale giusta causa di licenziamento, non v’è chi non veda come l’unica ragione effettiva del recesso risieda - secondo una valutazione globale fondata sull’id quod plerumque accidit - nel perdurante intento di rappresaglia manifestato dalla Fondazione nei confronti del lavoratore già in occasione del pregresso licenziamento per giustificato motivo oggettivo, poi dichiarato nullo”.

Pertanto, si legge in conclusione, “s’impone l’accoglimento del ricorso e, per l’effetto, la condanna della Fondazione datrice di lavoro alla reintegrazione del ricorrente nel proprio posto di lavoro ed al pagamento in suo favore di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto, maturata dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione, in misura comunque non inferiore a cinque mensilità”.

Nonostante il nuovo pronunciamento, la vicenda non sembra affatto conclusa. Il 22 febbraio, infatti, si torna in aula: i frati cappuccini hanno chiesto l’avvio di un nuovo procedimento per riformare integralmente le precedenti sentenze. Il caso verrà discusso dinanzi al giudice di prime cure, Aquilina Picciocchi. Tra i testi indicati in lista, figurano nuovamente il vescovo di Manfredonia, il superiore e il rettore di San Giovanni Rotondo.

“Vado avanti, amareggiato ma sereno”, spiega La Porta a FoggiaToday. “Sono consapevole che questa vicenda potrebbe portare a scrivere una sentenza destinata a fare Giurisprudenza in favore dei lavoratori della Chiesa. L'argomento, socialmente delicato, sembra venga trattato estrema superficialità”, aggiunge. "Qualora un giudice dovesse accettare la tesi dei Cappuccini", aggiunge il lavoratore, "si combinerebbe un 'macello sociale': nessuno più avrebbe più voglia di sedersi ad un tavolo di trattativa sindacale, visto che poi ne verrebbe legittimato il licenziamento", conclude.

https://www.immediato.net/2024/03/30/pasqu...-danno-ragione/
Pasqua amara per il sagrestano dei frati di San Pio, licenziato e mai reintegrato. Tre sentenze gli danno ragione
Antonio La Porta: "Il vescovo Moscone si è accanito verso di me, che avevo uno stipendio di 870 euro dopo 22 anni di lavoro, per aiutare i cappuccini"
Di Michele Iula 31 Marzo 2024 in Cronaca, Gargano

Antonio La Porta, un sacrista di 46 anni del Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, è stato licenziato ben tre volte per aver contribuito a migliorare il contratto di lavoro dei sacristi in tutta Italia attraverso il suo impegno sindacale nella Fiudacs (Federazione Italiana Unione Diocesane Addetti al Culto). Le sue colpe? Aver ottenuto un aumento di stipendio da 5,50 euro a 9 euro l’ora per i suoi colleghi e aver portato avanti la sua attività sindacale con dedizione. Al momento, sono ben 3 le sentenze a favore del sagrestano. Nonostante le ripetute condanne da parte del Tribunale di Foggia, che ha definito i licenziamenti “pretestuosi, discriminatori e ritorsivi”, i Frati Cappuccini della Fondazione San Pio da Pietralcina si rifiutano di reintegrarlo al lavoro.


Il 4 aprile si torna in aula, davanti alla dottoressa Aquilina Picciocchi con l’inizio del quarto processo della Fondazione San Pio contro La Porta: Padre Aldo Broccato contesta tutte le tre sentenze dei giudici, contestando ai giudici persino l’aver accettato l’art. 700 richiesto dal lavoratore, dichiarandolo ingiusto. Tuttavia, il non aver rispettato tutte le sentenze esecutive, potrebbe causargli diversi problemi. “Io voglio rientrare al lavoro come stabilito da tre sentenze che mi hanno dato ragione. Il 4 aprile inizierà il quarto processo su questa vicenda, neanche fossi un sicario di Cosa Nostra“, ha dichiarato La Porta a Fanpage.it.


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A pesare in questa vicenda sono anche le dichiarazioni e i grandi silenzi degli altri religiosi. Monsignor Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e testimone al processo, scarica le responsabilità sui frati: “È a loro che dovete chiedere perché La Porta non è tornato al lavoro“. Il suo ruolo, dunque, sarebbe importante nel vicende. Come riferito dal giornale online, Moscone viene citato nella seconda sentenza del Tribunale di Foggia per aver inviato due e-mail alla Fiudacs nella quale sosteneva che La Porta “aveva dimostrato di avere interessi unicamente di materia sindacale”, come se questa fosse una colpa e non invece un diritto esercitato legittimamente. “Il comportamento del vescovo è il peggiore di tutti. Si è accanito verso di me, che avevo uno stipendio di 870 euro dopo 22 anni di lavoro, per aiutare i frati in una faccenda su cui hanno pienamente torto, quella del mio licenziamento”, ha commentato La Porta.

Padre Aldo Broccato, legale rappresentante della Fondazione – firmatario del licenziamento e di tutte le cause – invece si trincera dietro il silenzio, rifiutandosi di fornire spiegazioni: “Circa la situazione per la quale ci interpella ed essendoci un contenzioso in corso – ha risposto a Fanpage -, ci dispiace, ma non riteniamo opportuno rilasciare interviste o dichiarazioni in merito”.

La Porta, come in tutti questi casi, ora ha certamente in mano diversi strumenti per chiedere l’esecuzione forzata delle sentenze, fino ad arrivare in casi estremi al pignoramento dei beni. I frati, dal canto loro, hanno tempo fino al 3 aprile per chiudere la vicenda, per trovare un accordo prima dell’ingresso in aula.
view post Posted: 25/4/2024, 04:05 Imbroglio di Medjugorje. Veggenti scomunicano p. Livio: "colpa del vaccino" - Mens sana in corpore sano
Dal blog catto talebano di Blondet i fedeli delusi

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www.maurizioblondet.it/i-veggenti-...tIRK7ZsDpmYAWmu

“I veggenti hanno rotto con padre Livio”
Maurizio Blondet 23 Aprile 2024

Ricevo da una lettrice e posto. Non ho conferme di quanto dice, ma nemmeno motivo di dubitare. Qualcuno ne sa di più? E’ un fatto che p. Livio ha “sequestrato” la Madonna e i suoi messaggi. E anche o sono rimasto colpito dai suoi sproloqui sul “modernismo” …

Caro direttore

Da quando padre Livio si è vaccinato è cambiato, nelle idee, nel linguaggio.

I rapporti con Medjugorje ovvero con i veggenti sono saltati.

Credo che loro non vogliano più avere rapporti con lui.

Sicuramente è stata Marja (ascoltavo in diretta) a sentirsi costretta a modificare il senso di un messaggio della Madonna in tempo di Covid-restrizioni:

“…. se vi mettono delle catene questo non è da Dio…” era appena stato introdotto il green pass.

Marja, in diretta era stata costretta a modificare <catene> in <legami>, ovvero secondo Padre Livio legami voleva dire peccati, tentazioni mondane. Tanto per non creare scomode connessioni, anche perché ho verificato che sul sito di Medjugorje il termine catene era rimasto immutato.

Da allora in poi Maria non ha più voluto commentare in diretta con lui i messaggi, adducendo “bisogno di preghiera e raccoglimento. E fine del discorso.

Rapporti con i veggenti non ce ne sono più da anni.

Viaggi a Medjugorje, dove lui si recava ad esempio per le ferie, con ampi rapporti fotografici e in voce, zero, finish.

Sulle benedizioni alle coppie gay ha detto che: “al Papa si obbedisce sicut cadaver e non si discute”.

Fine del discorso che era stato avviato da ascoltatori via mail, ma lui ha risolto tagliando corto.

Ascoltatori? Non so, io ogni tanto mi sintonizzo alle 9 ma dopo 2 minuti, dopo aver verificato che i vaniloqui sullo zar e l’anticristo e Fatima e l’Apocalisse e i 10 Segreti proseguono in forma demenziale…

La più bella, si fa per dire… la sua interpretazione di modernismo (che la Madonna nei messaggi indica come male assoluto) è questa: il modernismo è stato combattuto da santi Papi, come S. Pio X perché vedeva la rovina del mondo moderno e la perdita della fede e della morale. Da parte di chi? ma di noi poveri peccatori moderni.

Medjugorje è la speranza del mondo - La storia di Medjugorje raccontata ..

Spero di averla fatta sorridere, anche se veramente dispiace veder dissolvere in malo modo un patrimonio prezioso.

Non credo che qualcuno possa chiudere la Radio perché è costituita come una società privata; certo può essere screditata dall’alto loco., e questo è quello che potrebbe temere.

Con immutata stima, la ringrazio sempre.

Giovanna D.B.

Ho ricevuto un conferma:
Caro Direttore

Posso confermare quanto scritto dalla sig.ra Giovanna circa il rapporto tra i veggenti di Medjugorie e padre Livio.

Qualche tempo fa ho avuto modo di parlare con un religioso che frequenta in modo assiduo Medjugorie, dove tra l’ altro ha costituito anche alcune opere e che conosce molto bene i veggenti avendo anche rapporti personali con alcuni di loro.

Gli facevo notare che per me era un problema e non condividevo la svolta di padre Livio ed il suo modo di affrontare le problematiche (Covid, green-pass, guerra Russia-Ucraina ed ultimamente anche la guerra in Palestina).

La sua risposta è stata secondo lui che P. Livio se non segue una certa linea gli verrà tolta la radio e poi in riferimento ai veggenti mi ha detto papale papale : ma i veggenti non la pensano come P.Livio e che dopo la correzione del messaggio come descritto dalla Sig.ra Giovanna i legami si sono proprio rotti.

Dispiace la deriva che ha preso Radio Maria perché comunque è un punto di riferimento per tanti ascoltatori, devo comunque dire che P. Livio ha fortemente difeso qualche giorno fa i Veggenti dalle accuse e dalle calunnie di una certa parte della stampa.

In ogni caso le elecubrazioni di P. Livio sono diventate irrecivibili.

La saluto cordialmente

L. Lino – Rimini

Ho ricevuto una smentita:
Il retroscena è un ex Direttore giornalistico che non controlla le fonti.

Se avesse preso la briga di controllare sul canale youtube di Radio Maria avrebbe scoperto che l’ultima intervista di padre Livio con Miriana risale a ben … 5 giorni fa.

E l’ultimo vis a vis con Marija risale a 3 mesi fa.

Perchè semina zizzania?

Crede di fare un buon servizio alla Regina così? Com’era la questione della trave e la pagliuzza?

La continuo a seguire con immutata stima, ma accetti questa correzione fraterna.

Personalmente Padre Livio non dice nulla di nuovo ai miei occhi visto che seguo Anguera dal 2009. E del resto pure Irlmaier che lei conosce dice lo stesso: i russi invaderanno parte dell’Europa, Roma compresa. E di certo non lo faranno per occupare i don Rodrigo romani, o le loro industrie (inesistenti) o i MInisteri o le infrastrut… raccordo anulare.

Lo faranno per il Vaticano, ovviamente.

Non sia ingenuo da aspettarsi una liberazione.

E bene fa padre Livio a precisarlo a chi crede che questa sarà una liberazione. Lei come troppi altri ha in testa un nemico solo: l’Occidente dissolto. Questa è certo una verità, ma parziale.

I nemici organizzati della Chiesa di Cristo sono 3 (Anguera): la Massoneria ecclesiastica, la Russia e l’Islam. Una manovra a tenaglia. Una tenaglia a tre denti (con un solo capo).

E qualcuno in alto (non così in alto, parlo di uomini) sembra averlo capito e mette in guardia i fedeli.

Edited by pincopallino1 - 25/4/2024, 07:27
view post Posted: 21/4/2024, 21:02 Chierichetti stuprati in Vaticano. Condannato don Martinelli a 2 anni e mezzo per corruzione di minore. Tutto tace dalla magistratura italiana - La stanza del peccato
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/2...pitale/7514586/

Così lo scandalo dei “chierichetti del Papa” è arrivato ai piani alti della Santa Sede. L’estratto del libro-inchiesta”Vizio Capitale”

di Giuseppe Pietrobelli | 20 APRILE 2024

Lo scandalo dei “chierichetti del papa”, ricostruito nel libro “Vizio Capitale. Sesso, potere e omertà in Vaticano”, scritto da Giuseppe Pietrobelli ed edito da Paper First, offre uno sconcertante spaccato delle connivenze che hanno coperto una vicenda torbida tra adolescenti avvenuta nel Preseminario “San Pio X” fatto ora chiudere da Bergoglio. È lo scandalo di chi sapeva e non ha fatto nulla per anni. Il chierichetto L. si confidò nel 2009 con il rettore don Renato Radice e nel 2013 con il vescovo di Como, Diego Coletti, spiegandogli di subire continue violenze. Fu minacciato di espulsione e non accadde nulla. Nel 2014 un testimone oculare, il polacco K, scrisse a vescovi e cardinali, perfino al Papa. L’inchiesta canonica fu insabbiata fino al 2017 quando il caso venne svelato dalla trasmissione “Le Iene”. Solo allora fu messo in moto il meccanismo che ha portato dopo sette anni, nel gennaio 2024 alla condanna in appello (due anni e 6 mesi di reclusione) per corruzione di minorenne a carico di don Gabriele Martinelli, assolto però con il dubbio dall’accusa di violenza sessuale. “Vizio Capitale” ha ricostruito con nomi e cognomi – in un capitolo cruciale, che qui pubblichiamo – la lunga catena dei porporati che in Vaticano sapevano e hanno taciuto.

“Non so nemmanco come ci si muoveva in Vaticano in queste cose… Adesso ci sono norme ben precise per questa materia date da Papa Francesco, ma dieci anni fa non c’erano”. Monsignor Vittorio Lanzani, vescovo di Labico, è stato congedato pochi giorni prima dalla Veneranda Fabbrica di San Pietro, di cui è stato delegato per vent’anni, quando il 26 marzo 2021 depone davanti al Tribunale Vaticano. Il promotore di giustizia Roberto Zannotti gli domanda: “Perché nel 2013, quando venne da lei prima K., poi L., non suggerì ai ragazzi di recarsi presso la Gendarmeria?”. Lanzani è colto di sorpresa: “…perché non mi è proprio passato per la mente… e perché essendo una materia molto delicata… essendo un ordine di cose interne di un seminario, il primo doveva essere il cardinale, questo avevo giudicato. Le giuro che non mi è venuta in mente la Gendarmeria”.

Quasi a volersi giustificare, scarica su chi gli stava sopra, ma ammette l’opacità di un potere discrezionale. Soltanto le riforme volute da Bergoglio nel 2019 hanno introdotto l’obbligo di denuncia a fronte di segnalazioni di abusi sessuali e tracciato un preciso percorso istruttorio. Di fronte alla notizia di un supposto reato grave, chiunque penserebbe di rivolgersi all’autorità di polizia, ma in Vaticano non è accaduto. Anzi, la “memoria” del vescovo di Como, Diego Coletti, nel gennaio 2014, è servita per mettere una “pietra tombale” sulla vicenda. Non è accaduto più nulla dalla primavera del 2013 fino al 15 dicembre 2017, quando il nuovo vescovo della diocesi lariana, Oscar Cantoni, darà formalmente il via a una nuova Investigatio Praevia.

Il fatto è che in Vaticano quasi tutti sapevano. Non si può dire che la questione fosse rimasta chiusa all’interno di una cerchia circoscritta. Tutte le strutture di governo ne erano state informate, in modo diverso e a seconda delle competenze. I segreti del Preseminario non erano più tali, ma si sarebbe dovuto verificare l’attendibilità dei racconti dei testimoni, affidandone il compito a chi avesse avuto la capacità e l’indipendenza per un accertamento senza preclusioni.

(…) Chi era a conoscenza dei fatti del Preseminario? In tempi e modi diversi almeno sette cardinali e tre vescovi, oltre a papa Francesco, anche se non è chiaro il momento in cui il Pontefice ne venne informato, visto che non c’è la prova che gli siano state recapitate tutte le lettere a lui indirizzate o inviate ai cardinali. Sicuramente le decisioni che ha adottato dal 2017 in poi dimostrano una piena consapevolezza della questione. Ma c’è anche uno stuolo di una quindicina tra sacerdoti e monsignori, oltre a comprimari. Siamo di fronte a una lunga catena comunicativa, con tanti gironi concentrici.

Immaginiamo le parole sussurrate, le confessioni all’orecchio, le stanze curiali dove ci si muove con passo felpato, il trionfo dell’allusione e del silenzio. Immaginiamo sacerdoti e vescovi che invitano alla prudenza, mentre il dubbio viene represso, salvo che nei confronti delle vittime, mentre dilagano pettegolezzi e sospetti. Immaginiamo i monsignori che vengono a sapere, apparentemente si indignano, e riferiscono all’autorità superiore. In alto, sempre più in alto.

Il primo cerchio è quello del Preseminario, con i chierichetti del papa, che comprende il rettore Enrico Radice e il seminarista Gabriele Martinelli (gli accusati nel processo), oltre ad almeno altri tre sacerdoti. Ci sono anche il padre spirituale don Marco Granoli (poi deceduto) e l’economo don Ambrogio Marinoni e un insegnante di religione autore di una prima lettera anonima. Tutti conoscono almeno una parte del segreto.

Si entra nel secondo livello quando don Granoli riceve le confidenze di L. e del ragazzo polacco K, nel 2013. K. dice di essersi consultato con don Carlos Encina Commentz, dal 2006 Officiale del Tribunale della Penitenzieria Apostolica, e con il domenicano padre Vincenzo Nuara, collaboratore della Pontifica Commissione “Ecclesia Dei”. Don Granoli, seppur rispettando il segreto confessionale, si rivolge con una lettera al consiglio direttivo dell’Opera don Folci (da cui dipendeva il Preseminario nda), a Como, composta dal superiore don Angelo Magistrelli, dal vicesuperiore don Gian Piero Franzi e dal segretario don Giampaolo Cozzi. Allarmato, chiede di fermare la strada verso il sacerdozio di Martinelli.

Intanto don Granoli manda K. dal vescovo Lanzani. Il colloquio avviene tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. Il vescovo riceve poi personalmente don Granoli e padre Pierre Paul, che dirige il coro della Cappella Giulia, il quale ha ascoltato il racconto tormentato di L. Anche l’ex ministrante si rivolge alla fine a Lanzani, che ha, quindi, addirittura quattro fonti diverse, due ragazzi e due sacerdoti. “Sono rimasto allibito e non ho fatto altro che suggerire a K. di andare a riferire tutto al cardinale Comastri” dirà sette anni dopo. Lo stesso ha fatto con L.

Il caso del Preseminario conosce così un altro balzo verso l’alto – il terzo cerchio – perchè il cardinale è il vicario generale del Papa per la Città del Vaticano. Comastri è potente, gli basta alzare il telefono e può parlare con chiunque all’interno delle Mura Leonine. Siamo nel 2013. Convoca il rettore don Radice, “ingiungendogli di prestare molta attenzione nella gestione del Preseminario”, spiega Lanzani. “Il cardinale ha avvisato sia il Sostituto della Segreteria di Stato, sia il Superiore generale dell’Opera e il vescovo di Como, monsignor Coletti”. Ma come fa il vescovo ad essere certo che anche il livello superiore al cardinale Comastri sia stato informato? “So della comunicazione diretta alla Segreteria di Stato perché ero presente alla sua scrivania, lui alzò il telefono e chiamò il Sostituto, dicendo ‘succede questo e questo’. Mi ricordo bene che il cardinale ebbe ordini superiori”.
Ormai siamo arrivati due gradini sotto papa Francesco. Il sostituto della Segreteria di Stato è il cardinale Giovanni Angelo Becciu, che dirige la Prima Sezione, competente sugli Affari Generali, una specie di ministero degli interni della Santa Sede. Becciu rimane in quel posto fino alle dimissioni date nel 2018 a causa dello scandalo del palazzo acquistato a Londra. Visto che Becciu era subalterno al Segretario di Stato è evidente che il cardinale Pietro Parolin – che dal 2013 sta un livello sotto il pontefice – sia stato informato della vicenda delicatissima. Monsignor Lanzani conferma: “Il sostituto della Segreteria di Stato chiese espressamente che il ragazzo sospettato venisse allontanato dal Preseminario e che il rettore don Radice venisse sostituito”.

Fin dalla genesi, ovvero i mesi di giugno-luglio del 2013, lo scandalo dei “chierichetti del Papa” è arrivato ai piani alti della Santa Sede. Una prima lettera anonima indirizzata al Santo Padre è stata inviata anche a Comastri e ad altri due cardinali: Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, e Angelo Sodano, Decano del collegio cardinalizio, nonché ex Segretario di Stato.



Dal 2014 sugli uffici vaticani si abbatte il ciclone del giovane K. Non riammesso in Preseminario, proprio il giorno dopo aver raccontato degli abusi sessuali al cardinale Comastri, comincia a scrivere a tutti. Al cardinale Becciu, spiega: “Lo sapeva mezzo, se non tutto l’Oltretevere”. Al vescovo di Como, Coletti, da cui non riceve risposta. Altri scambi epistolari hanno come destinatari il cardinale Comastri e don Magistrelli dell’Opera don Folci. A settembre 2013 la denuncia arriva sul tavolo di monsignor Damiano Marzotto, sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale informa K. di aver girato tutto alla Congregazione per il Clero. Allora il polacco si affretta a scrivere al cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione fino al 2021. “Perché gli scandali sessuali del Preseminario e il fatto di essere stati coperti dal Rettore diventano ora un vero tabù? Perché non si può parlarne? Il vescovo di Como pare sia interessato ad ascoltare solo una parte e a negarmi il diritto alla difesa. Forse anche lui ha un qualche interesse nel nascondere la verità, ma io sicuramente non mi fermo qui. Non mi faccio sputare in faccia. La verità deve venire fuori”.

(…) Visto che in Vaticano non si muove foglia, K. gioca ancora tre carte, nel 2016. Scrive ad Antoine Herouard, rettore del Seminario Francese di Roma. Dopo quattro mesi di silenzio decide di arrivare direttamente ad un passo dal paradiso. Il 23 novembre scrive a papa Francesco e per conoscenza anche ai cardinali Pietro Parolin e Beniamino Stella. Più in alto di così c’è solo Dio, ma per quello non servono le lettere.
view post Posted: 21/4/2024, 14:32 Scisma. Il vescovo di Spoleto scomunica don Federico Nagel: "ci fa concorrenza" - Attualità
L'alto prelato ha paura che gli rubino la polpetta dal piatto

Boccardo-e-suore
Il vescovo Boccardo e le sue servitrici


https://www.perugiatoday.it/attualita/scis...gel-cesari.html

Spoleto: l'arcivescovo scomunica per scisma il "parroco" della Chiesa Cattolica Romana Antica
La decisione dell'arcivescovo

"Afferma di aver ricevuto l’Ordine Sacro del Presbiterato nella Chiesa Romana Cattolica Antica, dunque fuori dalla comunione della Chiesa Cattolica". E poi: "Veste abusivamente l’abito clericale". E ancora: "Ha comunicato la celebrazione di una “Prima Santa Messa” a Spoleto domenica 15 ottobre 2023 alle ore 18 in piazza Achille Sansi n. 5". E anche: "Si dice disposto ad accogliere penitenti per la confessione sacramentale". E di nuovo: "Chiede di essere contattato privatamente per eventuali vocazioni al sacerdozio". E infine: "Nella pagina web della citata Chiesa Cattolica Romana Antica appare con il titolo di “parroco” a Spoleto".

E alla fine per Federico Nagel Cesari, arriva la scomunica per scisma firmata dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo. Sì, scisma. Ad annunciarlo è una nota pubblicata sul sito dell'Archidiocesi.

"Coloro che dovessero prendere parte ad eventuali sue celebrazioni o ad altre pratiche di culto da lui presiedute, e manifestassero in tal modo di rifiutare la sottomissione al Sommo Pontefice, incorrerebbero nel delitto di scisma, che comporta la gravissima pena canonica della scomunica latæ sententiæ", chiarisce ancora la nota.

La "Chiesa Cattolica Romana Antica", si legge nel sito, "è l’espressione del movimento vetero-cattolico iniziato nei Paesi Bassi, che si è separato dalla giurisdizione Romana e ha valicato confini di ogni dove. Il movimento si diffuse con la consacrazione di un vescovo per l’Inghilterra nel 1908, vale a dire Mons. Arnold Harris Mathew, un ex prete cattolico e da questi la Chiesa Cattolica Romana Antica ricevette la sua fondazione nella fede apostolica e nella successione episcopale".

www.chiesacattolicaromanaantica.it/
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ancora un senso di umiliazione, mortificazione,
delusione, disorientamento; alza in alto lo sguardo,
rallegrati, apri il cuore alla speranza perché c’è una
Comunità Ecclesiale nella quale potrai trovare ascolto,
attenzione e anche il tuo posto se vorrai, per poter
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consapevolezza di essere un ” figlio amato da Dio” e
muoverti in quella libertà che Cristo ci ha donato mentre
per noi stendeva, liberamente, le braccia sulla Croce.
Inoltre, qui potrai trovare quanto è richiesto a chi cerca
Dio perché il suo Regno è per tutti e guadagnare la
Salvezza poiché anche questa Chiesa possiede le ” perle
preziose ” del Cattolicesimo. Questa Comunità
Ecclesiale, dunque, accoglie ogni fratello/sorella con
fraterna gioia. Un invito caloroso e sentito è rivolto ai
fratelli sacerdoti che hanno smesso di esercitare il
ministero ma che avvertono nel cuore il desiderio di
viverlo ancora: a loro giunga l’incoraggiamento accorato
a non considerare definitivamente chiusa l’eventualità di
un ritorno a lavorare nella ” vigna del Signore “, certi che
la potenza dello Spirito ” Fuoco d’Amore ” potrà
rinnovare lo zelo e donare novello vigore. Teniamo
sempre presente che Gesù bussa alla porta del cuore di
ciascuno e chiede di poter entrare per stare con noi. Egli
“non è venuto per i giusti ma per i peccatori, non per i
sani ma per i malati “. Gesù, e solo Lui, ha parole di vita
eterna perché è Dio. Lui, il Cristo, doni a tutti la pace e la
gioia, ci illumini, ci converta, ci riempia il cuore di
serenità e di amore !
Il nostro Metropolita…


L’Arcivescovo mons Roberto A. Coppola,
ha Frequentato il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo; la
Pontificia Facoltà Teologica ” Seraphicum”; dove ha
conseguito il Baccellierato in Teologia. la Pontificia
Facoltà Marianum” per la Licenza e la Pontificia
Università Lateranense. Nello Stato della Virginia, Stati
Uniti, è stato Ordinato Sacerdote il 31 luglio 2008 e al suo
rientro in Italia è stato raggiunto dalla nomina a Parroco
della Parrocchia “Regina della Pace” sita nel Territorio
del Comune di Sessa Aurunca CE.
Il 3 Ottobre 2010, in New Haven Connecticut, USA, è stato
ordinato Vescovo per l’Italia e la Provincia del
Mediterraneo per la Chiesa Cattolica Carismatica v.s.c.
Nel 2021 lascia la Chiesa Cattolica Carismatica ed entra
nella Chiesa Cattolica Romana Antica della quale è
attuale Arcivescovo Metropolita.
view post Posted: 20/4/2024, 11:25 Urbino. Don Roberto Pellizzari indagato per abusi su minore e nascosto in Svizzera - La stanza del peccato
https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cr...occhia-76223e18

20 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Prete indagato e misteri. Sospeso, non trasferito. Vive vicino alla parrocchia
Don Pellizzari alloggerebbe in una casa non lontano dalla chiesa cattolica. Ma il vescovo di Friburgo gli impedisce di esercitare il servizio sacerdotale

Sospeso ma non trasferito. Il sacerdote del mistero, il cui telefono squilla per noi a vuoto da giorni, secondo fonti giornalistiche svizzere si troverebbe tutt’ora a Le Locle, 10mila abitanti, senza poter officiare la messa né svolgere attività riconducibili alla sfera religiosa. Il vescovo di Friburgo Morerod lo ha sospeso dal servizio sacerdotale già dalla fine del settembre scorso ossia da quando il vescovo Salvucci aveva segnalato al Dicastero ecclesiastico e al proprio omologo elvetico un presunto caso abuso su minore che riguardava proprio don Roberto Pellizzari, sacerdote della parrocchia locale.

Il sacerdote, 63 anni, originario di Sant’Angelo in Vado, era tornato a vivere in Svizzera nel 2022 dopo aver vissuto insieme alla mamma malata, assistita anche da una badante prima di essere ricoverata nel 2020 in una casa di riposo, per i tre anni precedenti. Gli abitanti di Sant’Angelo in Vado raccontano di averlo visto in paese, l’ultima volta, nel 2023 quando sarebbe rimasto circa un mese per sbrigare il trasloco dai mobili (in parte venduti ad un negozio della zona e in parte portati in Svizzera attraverso un’impresa locale). La villa è in vendita già dagli inizi del 2022. E Don Pellizzari è ancora a Le Locle e non sarebbe stato trasferito, come inizialmente ipotizzato dai giornali svizzeri, all’abbazia di Hauterive, vicino a Friburgo, in un convento già noto, secondo le stesso fonti giornalistiche, per aver accolto già in passato diversi ecclesiastici in situazioni analoghe.

Don Pellizzari si troverebbe quindi in un alloggio della parrocchia non lontano dalla chiesa cattolica. C’è una sola parrocchia tra Le Locle e La Chaux-de-Fonds e i sacerdoti, compresi i cappellani delle comunità straniere, sono condivisi tra le due città. La Chaux-de-Fonds ha 35.000 abitanti e Le Locle 10.000, ma le due città sono molto vicine. Tradizionalmente si trattava di città protestanti, ma dagli anni Cinquanta sono aumentati i cattolici a causa dell’immigrazione italiana, spagnola e portoghese. Da qui la necessità di sacerdoti provenienti da queste regioni. Non sono noti provvedimenti restrittivi, se non la misura disciplinare della sospensione disposta dal vescovo, né procedimenti penali a suo carico in Svizzera e la procura italiana mantiene il più stretto riserbo sull’inchiesta aperta già dal 2023. La maxi perquisizione che ha sollevato un velo sulla vicenda è stata fatta sabato scorso: sei mesi dopo l’inizio dell’inchiesta. Questa tempistica solleva molti interrogativi sulla possibilità che siano emersi elementi di indagine nuovi da cui sia scaturita la necessità di una ricerca di prove, tracce e liquidi biologici per rilevare i quali la polizia scientifica di Ancona, intervenuta con otto agenti a mettere i sigilli alla villa di via Piobbichese, è dotata degli strumenti più avanzati. Prima ancora dei sigilli, già dai primi di marzo, la Procura di Urbino aveva raccolto informazioni e testimonianze ascoltando persone vicine alla presunta vittima. Cosa sia emerso da queste testimonianze è coperto dal segreto di indagine.
view post Posted: 19/4/2024, 12:39 Taranto. Minore abusata in oratorio. Prete 56enne a processo: "sapeva e non intervenne" - La stanza del peccato
https://www.quintopotere.it/orrore-a-taran...9QXoLiqvsTI-siz

Orrore a Taranto, 13enne violentata nel centro di accoglienza. Sacerdote a processo: “Sapeva e non ha parlato”
CRONACA
19 Aprile 2024
Raffaele Caruso

Palpeggiamenti, violenze e scatto di alcune fotografie. Il Tribunale di Taranto ha condannato un 47enne originario di Grottaglie a 7 anni di reclusione per abusi su una ragazzina di 13 anni, compiuti in una struttura di accoglienza. I fatti risalgono al 2021, l’uomo è stato condannato anche all’interdizione perpetua da tutte le attività a contatto con i minori. Una vicenda orribile in cui è coinvolto anche un sacerdote 56enne di Taranto, responsabile del centro dove sono state commesse le violenze e dell’organizzazione di volontariato di cui faceva parte l’orco.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa sapeva quello che accadeva, ma non ha mai parlato e non è mai intervenuto per fermarlo. Per questo è stato rinviato a giudizio e si dovrà accertare sue eventuali responsabilità. La difesa del sacerdote sostiene che le denunce dei familiari, tra cui anche quelle della sorella della vittima, siano arrivate tramite confessioni. Il silenzio sarebbe dunque stato dettato dal segreto professionale. La tesi della Procura è che il parroco sia stato più volte messo al corrente delle violenze in sedi distinte dalla confessione.
view post Posted: 19/4/2024, 02:20 Taranto. Minore abusata in oratorio. Prete 56enne a processo: "sapeva e non intervenne" - La stanza del peccato


www.lagazzettadelmezzogiorno.it/ne...yHKuJlf_FSaB9Zk

18 aprile 2024

TARANTO

Minorenne molestata anche nell’oratorio: a Taranto un 46enne nei guai. Sacerdote a processo, «Sapeva»

FRANCESCO CASULA

Minorenne molestata anche nell’oratorio: a Taranto un 46enne nei guai. Sacerdote a processo, «Sapeva»
Il responsabile era finito in cella per altre vicende e ottenne i domiciliari nella comunità di cui il religioso era assistente spirituale. L’uomo era già stato condannato a 15 anni di carcere per violenza sessuale sulle figlie della ex compagna

TARANTO - È stato condannato a 7 anni di reclusione un 46enne della provincia di Taranto accusato di abusi sessuali su minore. Sarà invece un processo a stabilire le responsabilità di un sacerdote, responsabile del centro in cui sarebbero avvenute le molestie, che secondo il pubblico ministero Vittoria Petronella pur essendo a conoscenza di quanto accaduto si sarebbe trincerato dietro il segreto confessionale.

È stato il giudice Fulvia Misserini, al termine dell'udienza di ieri a emettere il verdetto nei confronti dell'uomo e a disporre il rinvio a giudizio per il sacerdote. Nella sua sentenza il giudice Misserini ha inflitto una condanna più bassa rispetto ai 9 anni chiesti dall'accusa, ma ha inoltre stabilito l'interdizione perpetua dell'imputato da tutte le attività a contatto con i minori. Infine il magistrato ha accolto la richiesta di risarcimento di 20mila euro presentata dai familiari della bambina costituiti parte civili attraverso l'avvocato Elena Gambirasio.

Edited by pincopallino1 - 19/4/2024, 13:39
view post Posted: 18/4/2024, 17:49 Don Spagnesi, prete spacciatore, dovrà risarcire la parrocchia per 123.000 € - La stanza del peccato
Con l'8 x 1000 avete pagato sesso e droga per il sacerdote e il suo amante



www.iltirreno.it/prato/cronaca/202...hia-1.100508050

Prato, l’ex sacerdote diventato spacciatore dovrà restituire 123.180 euro alla parrocchia

Don Francesco Spagnesi

La sentenza civile, dopo la condanna penale, chiude il delicato caso di cui è stato protagonista don Francesco Spagnesi
18 aprile 2024

PRATO. A oltre due anni dalla sentenza del dicembre 2021 con la quale l’ex parroco della Castellina, don Francesco Spagnesi, è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti, arriva un’altra sentenza, in questo caso civile, che lo condanna a restituire alla parrocchia dell’Annunciazione la somma di 123.180 euro. L’ha deciso alla metà di gennaio il giudice Elena Moretti nella causa intentata dalla parrocchia contro l’ex sacerdote, ridotto allo stato laicale nell’ottobre 2023 da papa Francesco. La somma è riferita al denaro sottratto alle casse della chiesa nelle annualità 2020 e 2021. Quei soldi, secondo quanto emerso nel processo penale, furono usati per acquistare sostanza stupefacente (la droga liquida Ghb) di cui Spagnesi era diventato dipendente insieme al suo compagno.
view post Posted: 17/4/2024, 16:41 Urbino. Don Roberto Pellizzari indagato per abusi su minore e nascosto in Svizzera - La stanza del peccato
Dall'Annuario diocesano di Urbino

PELLIZZARI don Roberto

Data Nascita: 13/10/1960

Data Ordinazione: 31/01/1999

Via Piobbichese, 24
61048 Sant'Angelo in Vado (PU)
view post Posted: 17/4/2024, 14:42 Urbino. Don Roberto Pellizzari indagato per abusi su minore e nascosto in Svizzera - La stanza del peccato
www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cr...-prete-wq3pzeyf

17 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Si profila quindi una svolta sul giallo della villa dei misteri di Sant’Angelo in Vado, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente in Svizzera

Presunti abusi sessuali nella villa del prete, don Roberto Pellizzari. L'esterno e la camera da letto della casa, attualmente sotto sequestro per le indagini

Pesaro, 17 aprile 2024 – C’è la conferma del vescovo di Pesaro e Urbino riguardo al caso di presunta violenza sessuale a Sant’Angelo in Vado ma non solo: si tratterebbe di un abuso su minore. Si profila quindi una svolta sul giallo della villa dei misteri di via Piobbichese, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente in Svizzera a Le Locle, nel cantone Neuchatel.

Sabato scorso la Procura aveva disposto il sequestro della villa e gli agenti di polizia della scientifica di Ancona sono stati impegnati per molte ore ad effettuare rilievi nell’abitazione, alla ricerca di eventuali tracce biologiche. La diocesi affida a una nota alcuni chiarimenti sulla vicenda.

"In considerazione delle notizie riportate in questi giorni sulla stampa locale si comunica che l’arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado è stata raggiunta nei mesi scorsi, tramite lo sportello di ascolto nell’ambito del servizio di tutela dei minori e delle persone adulte vulnerabili, da una segnalazione di un caso di abuso su minore da parte di un sacerdote svizzero temporaneamente residente per motivi personali a Sant’Angelo in Vado. L’Arcivescovo ha attivato immediatamente tutte le procedure canoniche previste in questi casi, e, in particolare, ha subito segnalato la situazione al Dicastero per la Dottrina della Fede e ha contattato il Vescovo svizzero di Losanna, Ginevra, Friburgo. La nostra diocesi ha compiuto e compirà tutti gli atti previsti dalla legislazione vigente, in piena sintonia con il Dicastero per la Dottrina della Fede e con l'Autorità Giudiziaria civile. Si ribadisce che tali atti sono coperti dal segreto d’ufficio in considerazione della tutela del buon nome di tutte le persone coinvolte e della vigenza del principio giuridico di presunzione di innocenza fino a prova contraria. L’Arcivescovo e la Chiesa di Urbino condannano fermamente ogni forma di abuso, specie se ne sono protagonisti uomini di chiesa, e lavorano perché al più presto possa essere fatta luce sui fatti e si giunga a stabilire la verità e la giustizia per il bene delle persone coinvolte, con particolare attenzione alla presunta vittima".

Edited by pincopallino1 - 17/4/2024, 17:26
view post Posted: 17/4/2024, 09:52 Urbino. Don Roberto Pellizzari indagato per abusi su minore e nascosto in Svizzera - La stanza del peccato
Il vescovo italiano avvisa quello di Friburgo. Perquisita villa in Italia in cerca di tracce biologiche

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https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cr...o-bd1b1564?live

16 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca
Il Resto del Carlino
Pesaro

La villa dei misteri. Abusi sessuali, l’inchiesta: blitz della Scientifica nella casa del prete
Lui vive in Svizzera e ha messo in vendita l’immobile di Sant’Angelo in Vado. Indaga la Procura. Fonti elvetiche: denuncia partita dal vescovo di Pesaro

esaro, 17 aprile 2024 – La villa dei misteri. E’ giallo intorno all’abitazione di un sacerdote originario di Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese, ma residente in Svizzera.

La polizia scientifica, sabato scorso, ha sigillato l’immobile sottoposto a sequestro penale per ordine della procura di Urbino.

Otto agenti della polizia scientifica da Ancona sono arrivati intorno alle 11 nella villa di via Piobbichese, di proprietà del 64enne don Roberto Pellizzari: tute bianche e valigette alla mano hanno setacciato la villa di proprietà del religioso alla ricerca di tracce anche biologiche.

Su quale sia l’ipotesi di reato e su chi sia l’eventuale destinatario dell’inchiesta, tuttavia, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.

esaro, 17 aprile 2024 – La villa dei misteri. E’ giallo intorno all’abitazione di un sacerdote originario di Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese, ma residente in Svizzera.

La polizia scientifica, sabato scorso, ha sigillato l’immobile sottoposto a sequestro penale per ordine della procura di Urbino.

Otto agenti della polizia scientifica da Ancona sono arrivati intorno alle 11 nella villa di via Piobbichese, di proprietà del 64enne don Roberto Pellizzari: tute bianche e valigette alla mano hanno setacciato la villa di proprietà del religioso alla ricerca di tracce anche biologiche.

Su quale sia l’ipotesi di reato e su chi sia l’eventuale destinatario dell’inchiesta, tuttavia, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.

Da tempo Roberto Pellizzari risiede in Svizzera, a Le Locle, cittadina nel canton Neuchatel dove opera per la Missione Cattolica Italiana La chaux de Fonds.

Era tornato a vivere a Sant’Angelo in Vado per circa tre anni a cavallo del periodo Covid per assistere l’anziana mamma rimasta vedova e che viveva con una badante.

L’anziana poi è morta più di un anno fa, in una casa di riposo. Nei tre anni don Roberto aveva offerto il proprio supporto alla parrocchia celebrando la messa e benedicendo le case in occasione della Pasqua.

Per la piccola comunità di Sant’Angelo in Vado è un vero e proprio giallo: la grande casa è stata messa in vendita tempo fa per il tramite di uno studio immobiliare del paese.

La villa al momento sarebbe completamente vuota: prima di tornare a vivere in Svizzera, infatti, il parroco avrebbe dato disposizioni per vendere i mobili che si trovavano all’interno altri effetti personali, invece, li avrebbe portati con sé in Svizzera.

Su quale sia l’ipotesi di reato e su chi ne sia l’eventuale destinatario tuttavia rimane il massimo riserbo degli inquirenti: soprattutto il motivo che ha richiesto un così massiccio sforzo investigativo.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cr...pesaro-bd1b1564

17 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Il Resto del Carlino

Villa sequestrata al sacerdote, spunta inchiesta su abusi sessuali: "A segnalarla fu il vescovo di Pesaro"

La diocesi di Pesaro-Urbino fece emergere un presunto caso di violenza comunicandolo al clero svizzero, che già indagava su svariati episodi. Nel mirino finì il prete che per alcuni anni era tornato a Sant’Angelo in Vado.

esaro, 17 aprile 2024 – Giallo come un mistero, ma rosso come il filo che lega a doppio nodo l’Italia e la Svizzera. Sono i colori della vicenda nata intorno alla villa di Sant’Angelo in Vado, in via Piobbichese, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente a Le Locle, cittadina in Svizzera nel Cantone Neuchatel. La grande abitazione che si affaccia sulla strada è stata posta sotto sequestro dalla procura di Urbino. Sabato scorso otto agenti della polizia scientifica di Ancona con tute bianche e strumenti tecnici di indagine sono andati a caccia di tracce biologiche eventualmente presenti su pavimenti e pareti. Il sacerdote è tornato da un paio d’anni a vivere in Svizzera dove presta servizio per la missione cattolica italiana “La chaux de Fonds“: è ripartito dall’Italia dopo la morte della madre e dopo essere stato in Italia per alcuni anni allo scopo di accudirla perché anziana e malata. Contemporaneamente collaborava con la parrocchia locale officiando messe e celebrando le benedizioni pasquali.
E fin qui abbiamo parlato del giallo che ha coinvolto la piccola cittadina di Sant’Angelo in Vado dando spazio alle più svariate teorie tra gli abitanti del piccolo centro. Il filo rosso, tuttavia, è un altro ed emerge dalla stampa svizzera legando le due nazioni da una serie di coincidenze e fatti di cronaca sovrapponibili tra loro. Qui la storia ha un inizio assai più risalente rispetto ai sigilli messi dalla scientifica sabato scorso. A settembre del 2023, infatti, secondo quanto riferiscono fonti giornalistiche elvetiche, l’arcivescovo di Pesaro ha informato il suo collega di Friburgo, Vaud e Ginevra Charles Morerod che era stata aperta un’indagine per abusi sessuali nei confronti di un sacerdote nato a Ginevra da genitori italiani e che era partito per l’Italia per stare con i propri congiunti, anziani e malati, che erano tornati a vivere nella loro regione d’origine. Formalmente aveva lo status di sacerdote “fidei donum“, cioè distaccato presso una diocesi italiana. E’ stato durante la sua permanenza nella sua regione d’origine che si sarebbero verificati gli atti di cui ora è accusato. Si parla di abusi sessuali.

Venerdì 29 settembre 2023, secondo le stesse fonti giornalistiche, il procuratore di Neuchâtel Pierre Aubert ha comunicato di aver “recentemente ricevuto informazioni su atti di natura sessuale che sarebbero stati commessi all’estero da un sacerdote domiciliato nel cantone di Neuchâtel”. La portavoce della diocesi di Friburgo ha detto alla stampa elvetica che la diocesi stava "lasciando che l’indagine si svolgesse", prima di suggerire ai giornalisti di chiamare il vescovo italiano. La segretaria dell’arcidiocesi di Urbino, dove risiedeva il sacerdote, ha detto alla stampa che "è stata avviata una procedura canonica per ricercare la verità dei fatti e la responsabilità personale", in seguito alla segnalazione ricevuta in vescovado di un presunto abuso. L’arcivescovo Sandro Salvucci, da noi contattato, non ha risposto.
view post Posted: 16/4/2024, 15:24 Urbino. Don Roberto Pellizzari indagato per abusi su minore e nascosto in Svizzera - La stanza del peccato
www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cr...-prete-f8b7dbfe

15 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Sotto sequestro la villa di un prete, ore di rilievi nelle stanze: mistero sul reato

L’abitazione, divisa in tre piani, 415 mq, appartiene a don Roberto Pellizzari, che da anni non vive più in Italia. L’indagine è della procura di Urbino. Il religioso è nipote dell’ex sindaco Aldo Amati: "Non sapevo nulla"


L’abitazione, molto ampia, coinvolta nella inchiesta

Pesaro, 16 aprile 2024 – Sigilli alla villa di un prete, che è nipote dell’ex sindaco di Pesaro Aldo Amati: sull’ipotesi di reato, però, bocche cucite. Sabato scorso gli agenti del Commissariato di Urbino hanno messo i sigilli all’abitazione di don Roberto Pellizzari che si trova in via Piobbichese a Sant’Angelo in Vado. Il sacerdote, figlio della sorella dell’ex sindaco di Pesaro Amati, da tempo risiede in Svizzera, a Le Locle, dove opera per la Missione Cattolica Italiana La chaux de Fonds. Per la piccola comunità di Sant’Angelo in Vado è un vero e proprio giallo: per tutta la giornata di sabato hanno visto almeno otto agenti con addosso la tuta bianca della scientifica, arrivati con almeno 3 auto, impegnati nei rilievi dentro la villa, in particolare nella zona dei garage. Sarebbero state repertate le impronte digitali all’interno della grande casa (lasciate sulle superfici e sui pavimenti), che è stata messa in vendita tempo fa per il tramite di un’agenzia immobiliare del paese. La villa al momento sarebbe completamente vuota e priva di mobili: prima di tornare a vivere in Svizzera, infatti, il parroco avrebbe dato disposizioni per vendere tutti i mobili che si trovavano all’interno, alcuni dei quali di pregio, attraverso un negozio di Urbania. Quale eventuale ipotesi di reato e a carico di chi tuttavia rimane un mistero: soprattutto il motivo che ha richiesto un così massiccio sforzo investigativo.

Sia la Procura, sia gli inquirenti, sia il diretto interessato contattato telefonicamente non hanno riferito alcunché. "Nessun commento, buona giornata", è stata l’unica frase pronunciata da don Roberto al telefono. "Non ho idea di cosa sia successo – commenta lo zio del sacerdote, l’ex sindaco Aldo Amati –. So solo che la villa era in vendita e che mio nipote era tornato per un periodo in Italia per occuparsi di mia sorella prima che morisse". Fino a circa un anno e mezzo fa il parroco, infatti, viveva nella villa, almeno fino alla morte della madre, Silvia Amati, che era rimasta vedova l’anno precedente. Sarebbe rimasto ad accudire gli anziani genitori a cavallo dell’epidemia Covid e, in quel periodo, avrebbe prestato servizio per la parrocchia celebrando la Messa e offrendo la benedizione pasquale ai fedeli. Don Roberto Pellizzari era nato e viveva in Svizzera dove i genitori avevano a lungo lavorato: al ritorno in Italia avevano fatto costruire la villa ereditata dall’unico figlio che, dopo la loro morte, l’aveva messa in vendita per il tramite di un’agenzia del paese. Il prezzo richiesto per la vendita è 415mila euro. "L’immobile è suddiviso in tre piani per un totale di circa 415 mq così composto – si legge nell’annuncio -: al piano residenziali, di circa 145 mq, ampio soggiorno, cucina abitabile con ripostiglio, tre camere da letto e due bagni. Al primo piano mansarda di 90 mq. Al piano seminterrato garage con due posti auto, cantina, lavanderia, bagno, magazzino, taverna e cucina per un totale di 180 mq".

Edited by pincopallino1 - 17/4/2024, 15:43
1204 replies since 26/2/2019