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Urbino. Don Roberto Pellizzari indagato per abusi su minore e nascosto in Svizzera, Il vescovo italiano avvisa quello di Friburgo. Perquisita villa in Italia in cerca di tracce biologiche

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view post Posted on 16/4/2024, 15:24

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15 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Sotto sequestro la villa di un prete, ore di rilievi nelle stanze: mistero sul reato

L’abitazione, divisa in tre piani, 415 mq, appartiene a don Roberto Pellizzari, che da anni non vive più in Italia. L’indagine è della procura di Urbino. Il religioso è nipote dell’ex sindaco Aldo Amati: "Non sapevo nulla"


L’abitazione, molto ampia, coinvolta nella inchiesta

Pesaro, 16 aprile 2024 – Sigilli alla villa di un prete, che è nipote dell’ex sindaco di Pesaro Aldo Amati: sull’ipotesi di reato, però, bocche cucite. Sabato scorso gli agenti del Commissariato di Urbino hanno messo i sigilli all’abitazione di don Roberto Pellizzari che si trova in via Piobbichese a Sant’Angelo in Vado. Il sacerdote, figlio della sorella dell’ex sindaco di Pesaro Amati, da tempo risiede in Svizzera, a Le Locle, dove opera per la Missione Cattolica Italiana La chaux de Fonds. Per la piccola comunità di Sant’Angelo in Vado è un vero e proprio giallo: per tutta la giornata di sabato hanno visto almeno otto agenti con addosso la tuta bianca della scientifica, arrivati con almeno 3 auto, impegnati nei rilievi dentro la villa, in particolare nella zona dei garage. Sarebbero state repertate le impronte digitali all’interno della grande casa (lasciate sulle superfici e sui pavimenti), che è stata messa in vendita tempo fa per il tramite di un’agenzia immobiliare del paese. La villa al momento sarebbe completamente vuota e priva di mobili: prima di tornare a vivere in Svizzera, infatti, il parroco avrebbe dato disposizioni per vendere tutti i mobili che si trovavano all’interno, alcuni dei quali di pregio, attraverso un negozio di Urbania. Quale eventuale ipotesi di reato e a carico di chi tuttavia rimane un mistero: soprattutto il motivo che ha richiesto un così massiccio sforzo investigativo.

Sia la Procura, sia gli inquirenti, sia il diretto interessato contattato telefonicamente non hanno riferito alcunché. "Nessun commento, buona giornata", è stata l’unica frase pronunciata da don Roberto al telefono. "Non ho idea di cosa sia successo – commenta lo zio del sacerdote, l’ex sindaco Aldo Amati –. So solo che la villa era in vendita e che mio nipote era tornato per un periodo in Italia per occuparsi di mia sorella prima che morisse". Fino a circa un anno e mezzo fa il parroco, infatti, viveva nella villa, almeno fino alla morte della madre, Silvia Amati, che era rimasta vedova l’anno precedente. Sarebbe rimasto ad accudire gli anziani genitori a cavallo dell’epidemia Covid e, in quel periodo, avrebbe prestato servizio per la parrocchia celebrando la Messa e offrendo la benedizione pasquale ai fedeli. Don Roberto Pellizzari era nato e viveva in Svizzera dove i genitori avevano a lungo lavorato: al ritorno in Italia avevano fatto costruire la villa ereditata dall’unico figlio che, dopo la loro morte, l’aveva messa in vendita per il tramite di un’agenzia del paese. Il prezzo richiesto per la vendita è 415mila euro. "L’immobile è suddiviso in tre piani per un totale di circa 415 mq così composto – si legge nell’annuncio -: al piano residenziali, di circa 145 mq, ampio soggiorno, cucina abitabile con ripostiglio, tre camere da letto e due bagni. Al primo piano mansarda di 90 mq. Al piano seminterrato garage con due posti auto, cantina, lavanderia, bagno, magazzino, taverna e cucina per un totale di 180 mq".

Edited by pincopallino1 - 17/4/2024, 15:43
 
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Il vescovo italiano avvisa quello di Friburgo. Perquisita villa in Italia in cerca di tracce biologiche

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16 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca
Il Resto del Carlino
Pesaro

La villa dei misteri. Abusi sessuali, l’inchiesta: blitz della Scientifica nella casa del prete
Lui vive in Svizzera e ha messo in vendita l’immobile di Sant’Angelo in Vado. Indaga la Procura. Fonti elvetiche: denuncia partita dal vescovo di Pesaro

esaro, 17 aprile 2024 – La villa dei misteri. E’ giallo intorno all’abitazione di un sacerdote originario di Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese, ma residente in Svizzera.

La polizia scientifica, sabato scorso, ha sigillato l’immobile sottoposto a sequestro penale per ordine della procura di Urbino.

Otto agenti della polizia scientifica da Ancona sono arrivati intorno alle 11 nella villa di via Piobbichese, di proprietà del 64enne don Roberto Pellizzari: tute bianche e valigette alla mano hanno setacciato la villa di proprietà del religioso alla ricerca di tracce anche biologiche.

Su quale sia l’ipotesi di reato e su chi sia l’eventuale destinatario dell’inchiesta, tuttavia, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.

esaro, 17 aprile 2024 – La villa dei misteri. E’ giallo intorno all’abitazione di un sacerdote originario di Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese, ma residente in Svizzera.

La polizia scientifica, sabato scorso, ha sigillato l’immobile sottoposto a sequestro penale per ordine della procura di Urbino.

Otto agenti della polizia scientifica da Ancona sono arrivati intorno alle 11 nella villa di via Piobbichese, di proprietà del 64enne don Roberto Pellizzari: tute bianche e valigette alla mano hanno setacciato la villa di proprietà del religioso alla ricerca di tracce anche biologiche.

Su quale sia l’ipotesi di reato e su chi sia l’eventuale destinatario dell’inchiesta, tuttavia, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.

Da tempo Roberto Pellizzari risiede in Svizzera, a Le Locle, cittadina nel canton Neuchatel dove opera per la Missione Cattolica Italiana La chaux de Fonds.

Era tornato a vivere a Sant’Angelo in Vado per circa tre anni a cavallo del periodo Covid per assistere l’anziana mamma rimasta vedova e che viveva con una badante.

L’anziana poi è morta più di un anno fa, in una casa di riposo. Nei tre anni don Roberto aveva offerto il proprio supporto alla parrocchia celebrando la messa e benedicendo le case in occasione della Pasqua.

Per la piccola comunità di Sant’Angelo in Vado è un vero e proprio giallo: la grande casa è stata messa in vendita tempo fa per il tramite di uno studio immobiliare del paese.

La villa al momento sarebbe completamente vuota: prima di tornare a vivere in Svizzera, infatti, il parroco avrebbe dato disposizioni per vendere i mobili che si trovavano all’interno altri effetti personali, invece, li avrebbe portati con sé in Svizzera.

Su quale sia l’ipotesi di reato e su chi ne sia l’eventuale destinatario tuttavia rimane il massimo riserbo degli inquirenti: soprattutto il motivo che ha richiesto un così massiccio sforzo investigativo.

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17 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Il Resto del Carlino

Villa sequestrata al sacerdote, spunta inchiesta su abusi sessuali: "A segnalarla fu il vescovo di Pesaro"

La diocesi di Pesaro-Urbino fece emergere un presunto caso di violenza comunicandolo al clero svizzero, che già indagava su svariati episodi. Nel mirino finì il prete che per alcuni anni era tornato a Sant’Angelo in Vado.

esaro, 17 aprile 2024 – Giallo come un mistero, ma rosso come il filo che lega a doppio nodo l’Italia e la Svizzera. Sono i colori della vicenda nata intorno alla villa di Sant’Angelo in Vado, in via Piobbichese, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente a Le Locle, cittadina in Svizzera nel Cantone Neuchatel. La grande abitazione che si affaccia sulla strada è stata posta sotto sequestro dalla procura di Urbino. Sabato scorso otto agenti della polizia scientifica di Ancona con tute bianche e strumenti tecnici di indagine sono andati a caccia di tracce biologiche eventualmente presenti su pavimenti e pareti. Il sacerdote è tornato da un paio d’anni a vivere in Svizzera dove presta servizio per la missione cattolica italiana “La chaux de Fonds“: è ripartito dall’Italia dopo la morte della madre e dopo essere stato in Italia per alcuni anni allo scopo di accudirla perché anziana e malata. Contemporaneamente collaborava con la parrocchia locale officiando messe e celebrando le benedizioni pasquali.
E fin qui abbiamo parlato del giallo che ha coinvolto la piccola cittadina di Sant’Angelo in Vado dando spazio alle più svariate teorie tra gli abitanti del piccolo centro. Il filo rosso, tuttavia, è un altro ed emerge dalla stampa svizzera legando le due nazioni da una serie di coincidenze e fatti di cronaca sovrapponibili tra loro. Qui la storia ha un inizio assai più risalente rispetto ai sigilli messi dalla scientifica sabato scorso. A settembre del 2023, infatti, secondo quanto riferiscono fonti giornalistiche elvetiche, l’arcivescovo di Pesaro ha informato il suo collega di Friburgo, Vaud e Ginevra Charles Morerod che era stata aperta un’indagine per abusi sessuali nei confronti di un sacerdote nato a Ginevra da genitori italiani e che era partito per l’Italia per stare con i propri congiunti, anziani e malati, che erano tornati a vivere nella loro regione d’origine. Formalmente aveva lo status di sacerdote “fidei donum“, cioè distaccato presso una diocesi italiana. E’ stato durante la sua permanenza nella sua regione d’origine che si sarebbero verificati gli atti di cui ora è accusato. Si parla di abusi sessuali.

Venerdì 29 settembre 2023, secondo le stesse fonti giornalistiche, il procuratore di Neuchâtel Pierre Aubert ha comunicato di aver “recentemente ricevuto informazioni su atti di natura sessuale che sarebbero stati commessi all’estero da un sacerdote domiciliato nel cantone di Neuchâtel”. La portavoce della diocesi di Friburgo ha detto alla stampa elvetica che la diocesi stava "lasciando che l’indagine si svolgesse", prima di suggerire ai giornalisti di chiamare il vescovo italiano. La segretaria dell’arcidiocesi di Urbino, dove risiedeva il sacerdote, ha detto alla stampa che "è stata avviata una procedura canonica per ricercare la verità dei fatti e la responsabilità personale", in seguito alla segnalazione ricevuta in vescovado di un presunto abuso. L’arcivescovo Sandro Salvucci, da noi contattato, non ha risposto.
 
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17 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Si profila quindi una svolta sul giallo della villa dei misteri di Sant’Angelo in Vado, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente in Svizzera

Presunti abusi sessuali nella villa del prete, don Roberto Pellizzari. L'esterno e la camera da letto della casa, attualmente sotto sequestro per le indagini

Pesaro, 17 aprile 2024 – C’è la conferma del vescovo di Pesaro e Urbino riguardo al caso di presunta violenza sessuale a Sant’Angelo in Vado ma non solo: si tratterebbe di un abuso su minore. Si profila quindi una svolta sul giallo della villa dei misteri di via Piobbichese, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente in Svizzera a Le Locle, nel cantone Neuchatel.

Sabato scorso la Procura aveva disposto il sequestro della villa e gli agenti di polizia della scientifica di Ancona sono stati impegnati per molte ore ad effettuare rilievi nell’abitazione, alla ricerca di eventuali tracce biologiche. La diocesi affida a una nota alcuni chiarimenti sulla vicenda.

"In considerazione delle notizie riportate in questi giorni sulla stampa locale si comunica che l’arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado è stata raggiunta nei mesi scorsi, tramite lo sportello di ascolto nell’ambito del servizio di tutela dei minori e delle persone adulte vulnerabili, da una segnalazione di un caso di abuso su minore da parte di un sacerdote svizzero temporaneamente residente per motivi personali a Sant’Angelo in Vado. L’Arcivescovo ha attivato immediatamente tutte le procedure canoniche previste in questi casi, e, in particolare, ha subito segnalato la situazione al Dicastero per la Dottrina della Fede e ha contattato il Vescovo svizzero di Losanna, Ginevra, Friburgo. La nostra diocesi ha compiuto e compirà tutti gli atti previsti dalla legislazione vigente, in piena sintonia con il Dicastero per la Dottrina della Fede e con l'Autorità Giudiziaria civile. Si ribadisce che tali atti sono coperti dal segreto d’ufficio in considerazione della tutela del buon nome di tutte le persone coinvolte e della vigenza del principio giuridico di presunzione di innocenza fino a prova contraria. L’Arcivescovo e la Chiesa di Urbino condannano fermamente ogni forma di abuso, specie se ne sono protagonisti uomini di chiesa, e lavorano perché al più presto possa essere fatta luce sui fatti e si giunga a stabilire la verità e la giustizia per il bene delle persone coinvolte, con particolare attenzione alla presunta vittima".

Edited by pincopallino1 - 17/4/2024, 17:26
 
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Dall'Annuario diocesano di Urbino

PELLIZZARI don Roberto

Data Nascita: 13/10/1960

Data Ordinazione: 31/01/1999

Via Piobbichese, 24
61048 Sant'Angelo in Vado (PU)
 
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7 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Prete indagato per abusi su minore, il vescovo di Pesaro: “La prima denuncia a noi"

Sant’Angelo in Vado, la villa del sacerdote perquisita dalla polizia. Inchiesta tra Italia e Svizzera per violenza sessuale su minore. L’Arcidiocesi: "Segnalazione fatta al nostro sportello di ascolto"

ARTICOLO: Villa sequestrata al sacerdote, spunta inchiesta su abusi sessuali: "A segnalarla fu il vescovo di Pesaro"

Pesaro, 18 aprile 2024 – I pezzi del puzzle sul giallo della villa dei misteri a Sant’Angelo in Vado si stanno lentamente componendo formando l’immagine che nessuno vorrebbe vedere: abuso sessuale su minore. E’ arrivata ieri mattina, infatti, la conferma da parte dell’arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, che fa capo, come quella di Pesaro, a monsignor Sandro Salvucci, riguardo il caso di presunta violenza sessuale che si sarebbe consumato nella piccola comunità vadese, anticipata ieri dal Carlino.

E’ la clamorosa svolta sul giallo della villa di via Piobbichese, di proprietà del sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente in Svizzera a Le Locle, nel cantone Neuchatel.

Il sacerdote era tornato in Svizzera da un paio d’anni dopo averne trascorsi circa tre al fianco della mamma malata che accudiva nella villa insieme a una badante. Sabato scorso la Procura aveva disposto il sequestro della villa e gli agenti di polizia della scientifica di Ancona sono stati impegnati per molte ore ad effettuare rilievi nell’abitazione, alla ricerca di eventuali tracce biologiche.

La diocesi ha affidato ieri mattina alcuni chiarimenti sulla vicenda legata a doppio filo a quanto riportato nell’ottobre scorso dalla stampa elvetica. "L’arcidiocesi è stata raggiunta nei mesi scorsi, tramite lo sportello di ascolto nell’ambito del servizio di tutela dei minori e delle persone adulte vulnerabili, da una segnalazione di un caso di abuso su minore da parte di un sacerdote svizzero temporaneamente residente per motivi personali a Sant’Angelo in Vado".

E’ stato lo stesso arcivescovo ad avviare le procedure canoniche previste in questi casi e l’ha fatto immediatamente, senza temporeggiare. "L’Arcivescovo – si legge nella nota – ha subito segnalato la situazione al Dicastero per la Dottrina della Fede e ha contattato il Vescovo svizzero di Losanna, Ginevra, Friburgo".

L’arrivo di otto agenti della scientifica di Ancona, in tuta bianca e con gli strumenti tecnici per i rilievi, aveva gettato non poco scompiglio tra gli abitanti di Sant’Angelo in Vado che, da sabato, si chiedevano quale fosse il motivo di un simile sforzo investigativo. Da parte della procura di Urbino che ha avviato l’indagine e da parte del Commissariato le bocche erano più che cucite, meglio dire serrate.

L’arcidiocesi, tuttavia, ha deciso di far luce almeno in parte sul giallo rivendicando la propria ferma condanna di "ogni forma di abuso, specie se ne sono protagonisti uomini di chiesa". La diocesi ribadisce il proprio impegno a lavorare affinché possa essere fatta luce al più presto sui fatti "e si giunga a stabilire la verità e la giustizia per il bene delle persone coinvolte, con particolare attenzione alla presunta vittima. La nostra diocesi ha compiuto e compirà tutti gli atti previsti dalla legislazione vigente, in piena sintonia con il Dicastero per la Dottrina della Fede e con l’Autorità Giudiziaria civile. Si ribadisce che tali atti sono coperti dal segreto d’ufficio in considerazione della tutela del buon nome di tutte le persone coinvolte e della vigenza del principio giuridico di presunzione di innocenza fino a prova contraria".

E le conferme riguardo la vicenda arrivano anche dal procuratore generale svizzero del cantone di Neuchatel Pierre Aubert, contattato ieri dal giornalista svizzero Nicolas Willemin della testata "Le nouvelliste". La Procura svizzera, infatti, aveva ricevuto un messaggio dall’episcopato di Losanna, Ginevra e Friburgo, trasmesso dall’arcivescovado di Urbino, che la informava del sospetto che un sacerdote attualmente residente nel Cantone di Neuchâtel avesse commesso reati sessuali in Italia.

Il procuratore ha chiesto ulteriori informazioni alle autorità ecclesiastiche italiane, che gli hanno risposto di aver aperto un procedimento ecclesiastico interno. Aubert ha quindi comunicato alle autorità giudiziarie italiane che la Procura di Neuchâtel è a disposizione per eseguire eventuali richieste di assistenza reciproca.
 
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www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cr...occhia-31f62168
Il prete e i misteri in villa: prima dei sospetti abusi don Roberto fu sospeso per un crac in parrocchia
Più di dieci anni fa denuncia e condanna per appropriazione indebita. Dalle due chiese di cui era responsabile sparirono parecchi soldi

Pesaro, 19 aprile 2024 – Un giallo nel giallo. Nel caso della villa dei misteri di Sant’Angelo in Vado sequestrata sabato scorso dagli inquirenti le risposte, seppur parziali, aprono le porte a nuove domande. Perché se l’indagine sul presunto abuso su minore era aperta già dal 2023 la perquisizione alla ricerca di tracce biologiche, con un maxi dispiegamento di forze da parte della scientifica di Ancona, è stata fatta solo sabato scorso, sei mesi dopo la segnalazione che ha dato il via all’inchiesta? I poliziotti hanno passato al setaccio un appartamento in vendita, di proprietà di don Roberto Pellizzari, sacerdote 63enne tutt’ora sospeso in via cautelare dalla curia svizzera a seguito della segnalazione fatta partire dal Vescovo Salvucci al suo omologo elvetico e al Dicastero ecclesiastico.

Tra l’altro la carriera di don Pellizzari aveva già attraversato dei momenti difficili: nel dicembre 2012 era già stato sospeso da monsignor Morerod per aver danneggiato finanziariamente, come riportava la stampa svizzera, le due parrocchie di cui era responsabile. Era stata presentata una denuncia penale per appropriazione indebita di fondi, diverse migliaia di franchi. Il tribunale del cantone di Vaud lo aveva condannato a 150 giorni di multa sospesa e gli aveva imposto di pagare quasi 8mila franchi svizzeri di spese. Nel dicembre 2013, tuttavia, la sua sospensione era stata revocata dalla diocesi dopo che aveva restituito il denaro.

Ma torniamo all’inchiesta recente. L’appartamento sequestrato è stato svuotato del mobilio a inizio 2023 dopo che, almeno dal febbraio 2022 il sacerdote aveva deciso di rimettere in vendita l’immobile a seguito della sua decisione di tornare in Svizzera. Aveva trascorso in Italia i 3 anni precedenti per accudire l’anziana madre malata, deceduta nel 2022, e che dal 2020 si trovava in una casa di riposo del paese. Appartamento vuoto, pure riverniciato, disponibile alla visita di potenziali clienti e di proprietà di qualcuno che già allora era oggetto di indagine. Perché sequestrarlo ora e non allora?

Andiamo con ordine e rimettiamo in fila i pezzi della storia in ordine cronologico. Venerdì 29 settembre, il procuratore di Neuchâtel Pierre Aubert ha comunicato alla stampa svizzera di aver "recentemente ricevuto informazioni relative ad atti di natura sessuale che sarebbero stati commessi all’estero da un sacerdote domiciliato nel cantone di Neuchâtel". Questo è ciò che si legge nell’articolo su "Le nouvelliste", la diocesi è quella di Urbino e i presunti fatti sono, appunto, quelli di Sant’Angelo in Vado. Da cosa è scaturita ora la necessità di non inquinare eventuali prove che potrebbero essere racchiuse tra le mura di quella casa? Del resto si sta procedendo verosimilmente d’ufficio, ossia in assenza di un esposto di natura penale da parte di una presunta vittima ma sulla base, come ha comunicato in una nota ufficiale la diocesi di Urbino, da una segnalazione di un caso di abuso su minore effettuata tramite lo sportello di ascolto nell’ambito del servizio di tutela dei minori e delle persone adulte vulnerabili.
 
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20 apr 2024
ANTONELLA MARCHIONNI

Prete indagato e misteri. Sospeso, non trasferito. Vive vicino alla parrocchia
Don Pellizzari alloggerebbe in una casa non lontano dalla chiesa cattolica. Ma il vescovo di Friburgo gli impedisce di esercitare il servizio sacerdotale

Sospeso ma non trasferito. Il sacerdote del mistero, il cui telefono squilla per noi a vuoto da giorni, secondo fonti giornalistiche svizzere si troverebbe tutt’ora a Le Locle, 10mila abitanti, senza poter officiare la messa né svolgere attività riconducibili alla sfera religiosa. Il vescovo di Friburgo Morerod lo ha sospeso dal servizio sacerdotale già dalla fine del settembre scorso ossia da quando il vescovo Salvucci aveva segnalato al Dicastero ecclesiastico e al proprio omologo elvetico un presunto caso abuso su minore che riguardava proprio don Roberto Pellizzari, sacerdote della parrocchia locale.

Il sacerdote, 63 anni, originario di Sant’Angelo in Vado, era tornato a vivere in Svizzera nel 2022 dopo aver vissuto insieme alla mamma malata, assistita anche da una badante prima di essere ricoverata nel 2020 in una casa di riposo, per i tre anni precedenti. Gli abitanti di Sant’Angelo in Vado raccontano di averlo visto in paese, l’ultima volta, nel 2023 quando sarebbe rimasto circa un mese per sbrigare il trasloco dai mobili (in parte venduti ad un negozio della zona e in parte portati in Svizzera attraverso un’impresa locale). La villa è in vendita già dagli inizi del 2022. E Don Pellizzari è ancora a Le Locle e non sarebbe stato trasferito, come inizialmente ipotizzato dai giornali svizzeri, all’abbazia di Hauterive, vicino a Friburgo, in un convento già noto, secondo le stesso fonti giornalistiche, per aver accolto già in passato diversi ecclesiastici in situazioni analoghe.

Don Pellizzari si troverebbe quindi in un alloggio della parrocchia non lontano dalla chiesa cattolica. C’è una sola parrocchia tra Le Locle e La Chaux-de-Fonds e i sacerdoti, compresi i cappellani delle comunità straniere, sono condivisi tra le due città. La Chaux-de-Fonds ha 35.000 abitanti e Le Locle 10.000, ma le due città sono molto vicine. Tradizionalmente si trattava di città protestanti, ma dagli anni Cinquanta sono aumentati i cattolici a causa dell’immigrazione italiana, spagnola e portoghese. Da qui la necessità di sacerdoti provenienti da queste regioni. Non sono noti provvedimenti restrittivi, se non la misura disciplinare della sospensione disposta dal vescovo, né procedimenti penali a suo carico in Svizzera e la procura italiana mantiene il più stretto riserbo sull’inchiesta aperta già dal 2023. La maxi perquisizione che ha sollevato un velo sulla vicenda è stata fatta sabato scorso: sei mesi dopo l’inizio dell’inchiesta. Questa tempistica solleva molti interrogativi sulla possibilità che siano emersi elementi di indagine nuovi da cui sia scaturita la necessità di una ricerca di prove, tracce e liquidi biologici per rilevare i quali la polizia scientifica di Ancona, intervenuta con otto agenti a mettere i sigilli alla villa di via Piobbichese, è dotata degli strumenti più avanzati. Prima ancora dei sigilli, già dai primi di marzo, la Procura di Urbino aveva raccolto informazioni e testimonianze ascoltando persone vicine alla presunta vittima. Cosa sia emerso da queste testimonianze è coperto dal segreto di indagine.
 
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view post Posted on 23/4/2024, 12:25
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www.catt.ch/newsi/italia-perquisit...e-di-neuchatel/

Italia: perquisita la casa di un prete di Neuchâtel
La casa di un sacerdote di Neuchâtel, nell’Italia centrale, nei giorni scorsi è stata perquisita, come riportano i media di ArcInfo. La polizia italiana sospetta il prete, già oggetto di un’indagine canonica, di abusi sessuali su un minore.
Il 29 settembre 2023, l’episcopato di Losanna, Ginevra e Friburgo (LGF) aveva annunciato che un sacerdote operante nel cantone di Neuchâtel era stato sospeso per sospetto abuso sessuale e che era stato avviato un procedimento canonico nei suoi confronti. Il caso è arrivato a una svolta il 13 aprile 2024, quando un’importante retata della polizia ha avuto luogo nella casa di proprietà del sacerdote di origine italiana nella cittadina di Sant’Angelo in Vado (Marche).

Grossa perquisizione
Secondo ArcInfo, quasi una dozzina di agenti della polizia scientifica in tuta bianca con delle valigette in mano, sono scesi da tre auto ed entrati nella casa. Gli agenti hanno perquisito tutti e tre i piani e posto i sigilli. Gli investigatori erano particolarmente interessati ai locali del garage e del seminterrato. Secondo i media di Neuchâtel, la polizia italiana sospetta che il sacerdote abbia abusato della figlia minorenne dell’assistente medico che aveva assistito la madre.

Il caso è stato denunciato alle istituzioni ecclesiastiche e ai tribunali italiani. La segnalazione, fatta nel settembre 2023, è stata inoltrata anche a mons. Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo (LGF), poiché il religioso risiede attualmente nel cantone di Neuchâtel. Il 29 settembre, la diocesi ha annunciato che il sacerdote è stato sospeso e che è stato avviato un procedimento canonico. La diocesi ha aggiunto di aver informato la Procura di Neuchâtel.

Nessun procedimento a Neuchâtel
Il procuratore del Cantone di Neuchâtel, Pierre Aubert, ha dichiarato ad ArcInfo di non essere in grado di decidere se aprire un’indagine penale su questi fatti. Ha spiegato di aver chiesto ulteriori informazioni alle autorità ecclesiastiche italiane. Queste ultime hanno confermato l’apertura di un procedimento interno, aggiungendo che la presunta vittima e la sua famiglia non hanno ancora presentato una denuncia alle autorità civili. Non è stato quindi aperto alcun procedimento nel Cantone di Neuchâtel. La diocesi di LGF ha dichiarato che sta collaborando con le autorità giudiziarie ed è consapevole che chiunque sia indagato non deve lasciare la zona. Si noti che il prete in questione nel Canton Vaud era già stato condannato per appropriazione indebita nei confronti di parrocchie.
23 aprile 2024

Edited by pincopallino1 - 28/4/2024, 06:53
 
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Violenza sessuale nella villa del prete: ragazzina racconta gli abusi del sacerdote
La giovane avrebbe esposto una serie di fatti che hanno appesantito il quadro indiziario. L’indagato è don Roberto Pellizzari, il sacerdote di Sant’Angelo in Vado: ora si trova in Svizzera
ANTONELLA MARCHIONNI

Pesaro, 28 aprile 2024 – È stata ascoltata dalla Procura di Urbino la presunta vittima nell’inchiesta che ha coinvolto, con l’accusa di abuso su minore, il sacerdote 63enne Roberto Pellizzari, attualmente residente in Svizzera, la cui villa di Sant’Angelo in Vado era stata perquisita e posta sotto sequestro due settimane fa dalla polizia scientifica di Ancona.

Non si ferma dunque la Procura, che intende far luce sull’accaduto quanto prima ma soprattutto con tutte le cautele del caso dovute alla giovanissima età della presunta vittima minorenne. La raccolta di testimonianze era stata avviata ancora prima dei sigilli all’abitazione, già dai primi di marzo, quando erano state raccolte testimonianze da parte di persone vicine alla ragazza. Cosa sia emerso da queste testimonianze, compresa l’ultima, è coperto dal segreto di indagine. Gli inquirenti avevano messo i sigilli alla grande abitazione che si trova in via Piobbichese e, per molte ore, avevano passato al setaccio ogni stanza della grande casa messa in vendita dal parroco già dagli inizi del 2022. L’apertura del fascicolo d’indagine, da parte della Procura di Urbino che attualmente sta procedendo d’ufficio, risaliva al 2023: mesi dopo la Procura ha disposto questa perquisizione su larga scala, con l’utilizzo di otto agenti da Ancona e l’impiego di strumentazioni specifiche volte a cercare non solo impronte digitali ma anche eventuali liquidi biologici. E secondo fonti giornalistiche svizzere Roberto Pellizzari, per il quale non sono noti provvedimenti restrittivi né procedimenti penali a carico in Svizzera, si trova tuttora a Le Locle, sospeso dall’esercizio delle funzioni sacerdotali ma non trasferito.

Il vescovo di Friburgo Morerod lo aveva sospeso già dalla fine del settembre scorso ossia da quando il vescovo Salvucci aveva segnalato al Dicastero ecclesiastico e al proprio omologo elvetico un presunto caso abuso su minore che riguardava proprio Pellizzari, sacerdote della parrocchia locale. Quest’ultimo era ripartito stabilmente per la Svizzera nel 2022 dopo aver trascorso circa tre anni insieme alla mamma malata, assistita anche da una badante. La madre era stata poi ricoverata nel 2020 in una casa di riposo locale. In paese gli abitanti riferiscono di averlo visto l’ultima volta nel 2023: un soggiorno di circa un mese per il disbrigo del trasloco dei mobili mobili (in parte venduti ad un negozio della zona e in parte portati in Svizzera). Solo la maxi perquisizione e il sequestro della villa hanno sollevato un velo sulla vicenda.

L’interrogativo, tra i tanti, rimasto aperto, riguarda la tempistica ovvero la possibilità che siano emersi degli elementi di indagine nuovi da cui sia scaturita la necessità, a mesi di distanza rispetto all’apertura del fascicolo, di una ricerca di prove e tracce anche biologiche.
 
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