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view post Posted: 26/2/2024, 08:43 Il codice del grande inquisitore - Storia e Controstoria
Il codice del grande inquisitore
Codice di Torquemada per l'Inquisizione: mix di severità e redenzione, riflettendo fanatismo e misericordia nella lotta all'eresia.

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Si può dire che questo codice diede alla giurisprudenza dell'Inquisizione spagnola una forma definitiva, poiché essa, praticamen-te, non subì alcuna modifica durante più di trecento anni dopo la morte di Torquemada.
Vale la pena di riportarlo per esteso perché esso dà la prova della straordinaria intelligenza che lo ispirò e diresse: un'intelligenza semplicistica e sottile, diabolica e santa, senza alcuna coe-renza, neanche nella crudeltà, poiché si giudicava misericordiosa e pretendeva, meglio ancora, credeva di perseguire scopi cari-tatevoli.
Torquemada diceva di seguire questo modo di agire per amore della razza umana e per salvarla dalla dannazione eterna. Mentre piangeva sulla sorte degli infelici eretici che mandava al rogo, esultava al pensiero che la morte di uno solo, nel fuoco, forse salvava cento anime dalla corruzione e le preservava dalle fiamme senza fine dell'inferno.
Il codice di Torquemada era sincero, tragicamente sincero, della più disperante sincerità: quella del fanatismo, che distrugge ogni senso di proporzione e deforma le visioni spirituali. Ed ecco i famosi ventotto articoli delle cosiddette Istruzioni di Torquemada.

Articolo primo

Quando gli inquisitori sono nominati per una diocesi, una città, un villaggio o per qualsiasi altro luogo che non abbia ancora inquisitori, dopo aver dimostrato i loro poteri al prelato della chiesa principale o al governatore del distretto, con un proclama raduneranno tutta la popolazione e convocheranno il clero. Essi stabiliranno una domenica o un giorno di festa, in cui tutti dovranno adunarsi nella cattedrale o chiesa principale per ascoltare un sermone sulla fede. Essi faranno in modo che questo sermone sia pronunciato da un buon predicatore o da uno degli stessi in-quisitori, secondo giudicheranno preferibile. Il loro fine sarà di esporre in quale veste si trovano là, i loro poteri e le loro inten-zioni. Terminato il sermone, gli inquisitori ordineranno a tutti i fedeli di farsi avanti e di giurare sulla croce e sugli evangeli di aiutare la Santa Inquisizione e i suoi ministri e di non ostaco-larli, né direttamente né indirettamente, nel compimento della loro missione. Questo giuramento sarà particolarmente preteso dai governatori e altri ufficiali di giustizia locali ed i notai degli inquisitori dovranno assistervi.

Articolo secondo

Dopo, gli inquisitori ordineranno di leggere e pubblicare un monito comportante censure contro coloro che sono ribelli o contestano l'autorità del Santo Ufficio.

Articolo terzo

Quindi gli inquisitori pubblicheranno un editto accordante un periodo di grazia di trenta o quaranta giorni, secondo quanto stimeranno opportuno, in modo che tutte le persone cadute nelpeccato di eresia o di apostasia, avendo seguito i riti giudei o qualsiasi altro contrario alla religione cristiana, possano venire a confessare i loro peccati, raccontando tutto ciò che sanno o si ricordano, non solamente dei loro peccati, ma anche dei peccati degli altri, saranno accolte con carità. Esse saranno sottomesse a una salutare penitenza, ma non soffriranno né morte, né pri-gione, né confisca di beni, né ammenda di alcun genere, a meno che gli inquisitori, considerando la qualità dei penitenti e i peccati che confessano, non ritengano opportuno di infligger loro una penitenza pecuniaria. Per questa grazia e perdono che le loro altezze ritengono conveniente accordare a quelli che si sono ricon-ciliati, i sovrani ordinano il rilascio di lettere patenti col suggello reale, il tenore delle quali sarà esposto nell'editto pubblicato.

Articolo quarto

Coloro che si autoaccuseranno presenteranno le loro confessioni per iscritto agli inquisitori ed ai loro notai, con due o tre testi-moni, che saranno funzionari dell'Inquisizione o altre persone integerrime. Ricevuta questa confessione dagli inquisitori, che il giuramento sia richiesto ai penitenti nella forma legale, non solamente sui punti confessati, ma anche sugli altri da essi conosciuti e su cui possono essere interrogati. Si domandi loro da quanto tempo hanno ebreizzato o commesso altro peccato contro la fede, da quanto tempo hanno abbandonato le false credenze, se sono pentiti e hanno smesso di osservare quei riti. Siano poi esaminati relativamente alle circostanze dei punti confessati, affinché gli inquisitori possano convincersi che le confessioni siano veritiere.
Siano, in particolare, interrogati sulle preghiere che recitano e dove le recitano; e con chi hanno avuto l'abitudine di riunirsi per ascoltare la predicazione della legge di Mosè.

Articolo quinto

Coloro che autoaccusandosi, chiederanno di essere riconciliati con nostra santa madre chiesa, saranno richiesti di abiurare pubbli-camerte e alla discrezione degli inquisitori; questi, useranno pietà e indulgenza tanto quanto sarà loro possibile per la pace della loro coscienza. Gli inquisitori non ammetteranno alcuno alla penitenza e alla ritrattazione segrete, a meno che i peccati siano stati così segreti che nessuno, all'infuori del confessore, ne abbia o possa avere conoscenza; in tal caso tutti gli inquisitori potranno riconciliare e assolvere in segreto.

Articolo settimo

Il crimine di eresia, essendo particolarmente atroce, è desiderabile che i riconciliati possano rendersi conto, per le penitenze che sono loro inflitte, della gravità con la quale hanno offeso Nostro Signore Gesù Cristo e peccato contro di lui. Tuttavia, poiché è nostro intendimento trattarli con grande misericordia ed indul-genza, esentandoli dalla pena di morte sul rogo, dalla prigione perpetua e lasciando loro tutti i beni, alla condizione, come si è detto, che vengano a confessare i loro errori nel periodo di grazia indicato, gli inquisitori, oltre alle penitenze imposte ai suddetti riconcilati, ordineranno loro di impiegare in elemosine una certa parte delle loro ricchezze, secondo la posizione del penitente e la gravità della colpa confessata. Queste penitenze pecuniarie saranno devolute alla guerra santa che i nostri serenissimi sovrani fanno ai mori di Granata, nemici della nostra santa fede cattolica, e ad altre simili opere devote che possano essere intra-prese. Perché, come i suddetti eretici e apostati hanno offeso
Nostro Signore e la sua santa religione, così, dopo la loro reintegrazione nella chiesa, è giusto che sopportino penitenze pecuniarie per la difesa della santa fede. Queste penitenze pecuniarie saranno alla discrezione degli inquisitori; ma questi si regoleranno sulla tariffa loro data dal reverendo padre priore della santa croce (ossia Torquemada).

Articolo ottavo

Se qualche persona colpevole del detto crimine di eresia non si presenti prima dello spirare del termine di grazia ma venga volontariamente dopo e faccia la sua confessione in debita forma, prima di essere arrestata dagli inquisitori o citata, o prima che gli inquisitori abbiano ricevuto testimonianze contro di essa, sarà ammessa all'abiura e alla riconciliazione nello stesso modo di quelle che si saranno presentate spontaneamente durante il detto periodo di grazia e saranno sottomesse alle penitenze a discrezione degli inquisitori. Ma queste penitenze non saranno finanziarie, perché i suoi beni saranno confiscati (dimodoché la sua ammissione all'abiura non avviene affatto nelle stesse condizioni). Ma se il momento in cui si presenta alla confessione e viene a chiedere la riconciliazione, gli inquisitori sono già informati della sua eresia o della sua apostasia da testimoni, o l'hanno già citata a comparire davanti al tribunale per rispondere dell'accusa; in tal caso l'inquisitore ammetterà il penitente alla riconciliazione - se confessa interamente il suo errore e ciò che conosce degli errori degli altri - e gli imporrà penitenze più severe che ai primi, penitenze suscettibili di giungere sino al carcere perpetuo se il caso lo esige.
Ma alcuna persona che si presenti alla confessione dopo lo spirare del termine di grazia, non sarà sottomessa a penitenze pecu-niarie, a meno che le loro altezze non si degnino misericordiosamente di rimetter loro tutta o in parte la confisca incorsa da coloro che si riconciliano.

Articolo nono

Se dei figli di eretici cadono nel peccato di eresia per esservi stati istruiti dai loro genitori e, avendo meno di vent'anni, vengono a cercare la riconciliazione ed a confessare gli errori di cui sono a conoscenza per sé stessi, per i propri genitori o qualsiasi altra persona, e anche se si presentano dopo lo spirare del termine di grazia, gli inquisitori li accoglieranno con indulgenza, imporranno loro penitenze più leggere che ad altre persone nella medesima situazione e veglieranno affinché questi figli siano istruiti nella fede e nei sacramenti di nostra santa madre chiesa, perché sono scusabili in virtù della loro età e della loro educazione.

Articolo decimo

Le persone colpevoli di eresia e di apostasia, per il fatto di esser ricadute in questi peccati, incorrono nella perdita di tutti i loro beni e della loro amministrazione, a partire dal giorno quando hanno peccato per la prima volta, i suddetti beni essendo confiscati a profitto del tesoro di loro altezze. Ma in ciò che concerne le pene ecclesiastiche inflitte ai riconciliati, gli inquisitori, pronunciandosi sul loro caso, li dichiareranno eretici, apostati o osservanti di riti e cerimonie seguiti dagli ebrei; tuttavia, poiché ricercano la conversione con cuore puro ed una vera fede e sono pronti a subire le penitenze che debbono essere loro imposte, essi saranno accolti e riconciliati con la nostra santa madre chiesa.

Articolo undicesimo

Se un eretico o un apostata, arrestato su denuncia fornita contro di lui, dichiara che desidera la riconciliazione, confessa tutte le sue colpe e dice quali cerimonie ebree ha potuto seguire e ciò che sa delle colpe di altri, il tutto completamente e senza riserve,gli inquisitori lo ammetteranno alla riconciliazione infliggendogli la pena del carcere perpetuo, come è prescritto dalla legge. Ma se gli inquisitori, d'accordo con gli ordinari diocesani, considerando la contrizione del colpevole e la natura della sua confessione, ritengono di dover commutare questa pena in una più leggera, hanno facoltà di farlo. Pare che ciò debba essere particolarmente il caso, quando l'eretico, alla prima seduta del tribunale, o al momento della prima comparizione e senza aspettare l'esposizione delle sue colpe, dichiara il suo desiderio di confessare e di abiurare; questa confessione deve essere fatta prima che vi sia alcuna notorietà, sia dei testimoni sia delle accuse che si portano contro il colpevole.

Articolo dodicesimo

Se il procedimento contro un accusato è stato condotto sino alla pubblicazione dei testimoni e alla loro deposizione e se l'accusato allora confessa le sue colpe e desiderando formalmente abiurare i suoi errori domanda di essere ammesso alla riconciliazione, gli inquisitori lo ammetteranno, riducendo la sua condanna al carcere perpetuo. Ma sarà altrimenti se, considerando la sua contrizione e altre circostanze, gli inquisitori hanno qualche motivo di ritenere che la riconciliazione di questo eretico sia simulata; in tal caso lo debbono dichiarare eretico impenitente e abbandonarlo al braccio secolare: tutto ciò è lasciato alla coscienza degli inquisitori.

Articolo tredicesimo

Se qualcuno, tra coloro che si sono riconciliati durante il termine di grazia o dopo, non confessa tutti i suoi peccati e tutto ciò che sa dei peccati altrui e in particolare in un grave caso, e se tale omissione è dovuta non a dimenticanza ma a un proposito malizioso, come può essere posteriormente provato da testimoni; come è evidente che questo riconciliato è spergiuro e come deve essere presumibile che la sua riconciliazione sia simulata; anche se sarà stato assolto, lo si perseguiterà nuovamente come eretico impenitente non appena che lo spergiuro e la simulazione saranno stati scoperti. E ugualmente, se qualche riconciliato durante il periodo di grazia o dopo, si vanta in pubblico ed in tal modo che possa esser provato, dicendo di non aver commesso i peccati che ha confessati, sarà ritenuto per impenitente e per convertito simulatore e gli inquisitori procederanno contro di lui come se non fosse riconciliato.

Articolo quattordicesimo

Se qualcuno, essendo stato denunciato e convinto del peccato di eresia, lo nega e persiste nelle sue degenerazioni sino alla pronuncia della sentenza e se il detto crimine è stato provato contro di lui, anche se professi la fede cattolica e affermi di esser sempre stato e di essere cristiano, gli inquisitori lo dichiareranno eretico e lo condanneranno come tale; perché il delitto è giuridicamente provato e per il suo nifiuto a riconoscere l'errore, il condannato non consente alla chiesa di assolverlo e di usare misericordia verso di lui. Tuttavia, in simili casi, gli inquisitori debbono procedere con grande cura nell'interrogatorio dei testi-moni, interrogandoli in contraddittorio, raccogliendo elementi sul loro carattere e assicurandosi se esistano oppure no dei motivi per cui deporrebbero per odio o malvolenza contro il prigioniero.

Articolo quindicesimo

Se il detto crimine di eresia o di apostasia è provato a metà (semiplenamente provato), gli inquisitori possono decidere sull'opportunità di mettere l'accusato alla tortura e se, sotto la tortura, egli confessa il suo peccato, lo dovrà confermare in uno dei tre giorni seguenti. Se lo conferma, sarà punito come convinto di eresia; se non lo conferma, e smentisce la sua confes-sione, poiché il crimine non è allora provato ma neanche non provato, gli inquisitori, in ragione dell'infamia e della presunzione di colpevolezza dell'accusato, dovranno ordinare che egli abiuri pubblicamente il suo errore; o gli inquisitori possono ancora ripetere la tortura.

Articolo sedicesimo

Considerato che la pubblicazione dei nomi dei testimoni che depongono sul crimine di eresia può causare molto male e pericolo alle persone ed ai beni dei detti testimoni - poiché è risaputo che molti sono stati feriti e uccisi dagli eretici - è stato deciso che l'accusato non riceverà copia delle deposizioni fatte contro di lui, ma sarà informato di ciò che vi si afferma e che particolari suscettibili di condurre all'identificazione dei testimoni saranno taciuti. Tuttavia gli inquisitori, quando la prova sarà stata data dall'interrogatorio dei testimoni, dovranno pubblicare queste de-posizioni, sempre tacendo i nomi e quei dettagli suscettibili di condurre all'identificazione dei testimoni; e gli inquisitori potranno rimettere all'accusato una copia delle pubblicazioni sotto tale stesura (vale a dire monca), se egli lo desidera. Se l'accusato domanda gli uffici di un avvocato gliene sarà dato uno.
L'avvocato dovrà prestare giuramento formale che assisterà fedelmente l'accusato, ma altresì che, se in qualsiasi momento del suo ufficio, si renderà conto che la giustizia non è con lui, subito cesserà di assistere il delinquente e ne informerà gli inquisitori.
L'accusato pagherà le prestazioni dell'avvocato con i suoi beni, se ne possiede; se non ne possiede, l'avvocato sarà pagato su altre confische, se così sarà il beneplacito delle loro altezze.

Articolo diciassettesimo

Gli inquisitori interrogheranno personalmente i testimoni e non affideranno tali interrogatori ai loro notai o ad altri, salvo nel caso in cui un testimonio sia ammalato e impossibilitato a presentarsi davanti all'inquisitore e l'inquisitore ugualmente impossibilitato a recarsi presso il testimonio; se ciò accade, l'inquisi-tore può inviare il giudice ecclesiastico ordinario del distretto con un'altra persona onesta e un notaio, per raccogliere le de-posizioni.

Articolo diciottesimo

Quando qualcuno è messo alla tortura, gli inquisitori e l'ordina-rio debbono essere presenti o, almeno taluno fra loro. Ma se ciò è impossibile per un qualsiasi motivo, la persona incaricata dovrà essere un uomo competente e fedele (bombre entendido y fiel).

Articolo diciannovesimo

L'accusato assente sarà citato per mezzo di un editto pubblico, esposto alla porta della chiesa del distretto a cui appartiene e dopo trenta giorni di tolleranza gli inquisitori potranno procedere al suo processo come assente in contumacia. Se la sua colpevolezza sarà sufficientemente stabilita, la sentenza potrà essere pronunciata contro di lui. O se non lo è, egli potrà essere colpito come sospetto e tenuto come è obbligo per i sospetti a presentarsi per la discolpa canonica. Se manca di farlo entro il termine prescritto, la sua colpevolezza potrà essere presunta. La procedura contro l'assente può essere svolta in uno dei tre modi seguenti:
1. In conformità al capitolo Cum contumacia de bereticis, citando l'accusato a comparire e a difendersi relativamente a certe questioni riguardanti la fede e a certi peccati di eresia, sotto pena di scomunica; se egli non risponde, sarà denunciato come ribelle e se persiste in tale ribellione durante un anno, sarà dichiarato eretico formale. Questo metodo è il più sicuro e il meno rigoroso da seguirsi.
2. Se pare agli inquisitori che un'assente qualsiasi possa
esser convinto di un crimine, che sia citato a comparire e a provare la propria innocenza in un termine di trenta giorni; un periodo più lungo può ugualmente essergli concesso, se è neces-sario, per consentirgli di ritornare dal luogo dove si sa che egli si trova. Ed egli sarà citato a ogni stadio della procedura sino alla pronunzia della sentenza; allora, se sarà ancora assente, che egli sia accusato di ribellione e se il delitto è provato, che sia condannato anche assente senza altri ritardi.
3. Se, durante la procedura inquisitoriale, si manifesti una presunzione di eresia contro una persona assente (anche se il crimine non è chiaramente provato), gli inquisitori potranno citarlo con un editto, ordinandogli di presentarsi entro un dato termine per discolparsi canonicamente da detto errore, rimanendo inteso che se non si presenta o comparendo, non si discolpi, sarà ritenuto convinto della sua colpevolezza e gli inquisitori procederanno come prescritto dalla legge. Gli inquisitori, essendo istruiti ed esperti, sceglieranno il mezzo più sicuro e pratico nelle circostanze particolari di ciascun caso.

Articolo ventesimo

Se da documenti o da processi viene rivelata l'eresia di una persona defunta, sia proceduto contro di essa - anche se sono passati quaranta anni dal delitto commesso; - il fiscale l'accusi davanti al tribunale e, se sarà giudicata colpevole, il suo corpo sia esumato. I suoi figlioli od i suoi eredi potranno costituirsi a sua
difesa; ma, se non lo faranno o non riusciranno a provare la sua innocenza, sarà condannato e i suoi beni confiscati.

Articolo ventunesimo

Se i sovrani desiderino sia proceduto all'inquisizione anche delle proprietà dei nobili o nei territori dipendenti dalla corona, gl'in-quisitori vi procederanno e richiederanno ai signori di quelle località il giuramento di conformarsi alla legge in tutto ciò che essa dispone e di dare agli inquisitori tutta l'assistenza possibile.
Se si rifiuteranno, saranno perseguiti come sancito dalla legge.

Articolo ventiduesimo

Se gli eretici consegnati al braccio secolare lasciano figli minori e celibi, gli inquisitori disporranno e ordineranno che siano tutelati e allevati da persone che li istruiranno nella nostra santa religione. Gli inquisitori prepareranno un memoriale su questi orfani e sulla loro particolare situazione, affinché siano loro elar-gite, nella misura necessaria, elemosine tratte dalla carità reale, tale essendo il desiderio dei sovrani, quando tali figli siano buoni cristiani e specialmente quando si tratti di figlie, che dovranno ricevere una dote sufficiente per permettere loro di maritarsi o di entrare in convento.

Articolo ventitreesimo

Se qualche eretico o apostata riconciliato nel termine di grazia, è sollevato dalle loro altezze dalla pena di confisca, deve essere bene inteso che questo atto di clemenza si applica solamente alla parte dei beni perduta per il loro peccato. Non si estende ai beni che la persona riconciliata avrà diritto di ereditare da un'altra ugualmente colpita da confisca. Ciò al fine che una persona già beneficata da questa misura non si trovi troppo favorita nei confronti di un puro erede cattolico.

Articolo ventiquattresimo

Il re e la regina avendo, nella loro clemenza, ordinato che gli schiavi cristiani degli eretici siano liberati, anche se l'eretico si è riconciliato ed è esente da confisca, tale esenzione non si estenderà agli schiavi; questi saranno liberati in ogni caso a maggior gloria della santa fede.

Articolo venticinquesimo

Gli inquisitori, assessori ed altri funzionari dell'Inquisizione, tali che gli avvocati fiscali, notai ed uscieri, dovranno rifiutarsi di accettare regali da tutti coloro che abbiano o possano avere a che fare con l'Inquisizione, o di altri che agiscano in loro nome.
Il padre priore di santa croce li diffida di accettare alcuno di tali regali sotto pena di essere scomunicati, privati di ogni funzione dell'Inquisizione e costretti a restituire e rimborsare due volte il valore di ciò che avessero ricevuto.

Articolo ventiseiesimo

Gli inquisitori si sforzeranno di lavorare insieme in buona ar-monia; l'onore della loro carica lo esige e inconvenienti potrebbero sorgere dai loro dissensi. Se qualche inquisitore agisce in luogo dell'ordinario diocesano, non dovrà per ciò presumere di avere una preminenza sui suoi colleghi. Se qualche dissenso nasce fra gli inquisitori ed essi non possono dirimerlo tra di loro, dovranno tenerlo segreto in attesa di portarlo dinnanzi al priore di santa croce, che, come loro superiore, deciderà a seconda di ciò che riterrà preferibile.

Articolo ventisettesimo

Gli inquisitori si adopreranno di vigilare affinché i loro dipendenti abbiano tra loro buoni rapporti, vivano d'accordo e ono-revolmente. Se uno dei loro dipendenti commette uno sbaglio sia punito con indulgenza. Se gli inquisitori non possono ottenere che un funzionario esplichi bene il proprio ufficio, ne informino il priore di santa croce, che lo destituirà subito e provvederà a quella nomina che apparirà la migliore per il servizio di Nostro Signore e delle loro altezze.

Articolo ventottesimo

Nel caso di una questione che non sia stata prevista in questo codice, gli inquisitori procederanno come previsto dalla legge, lasciandosi alla loro coscienza di agire per il meglio al servizio di Nostro Signore e delle loro altezze.
Fino dai primi giorni del 1485 i tribunali diocesani del Santo
Ufficio funzionarono regolarmente su tutto il territorio spagnolo sottomesso all'autorità di Ferdinando e di Isabella, i "re cattolici"
Va da sé che l'operato dell'Inquisizione concordava pienamente con quello dei reali. Mentre Torquemada esiliava, bruciava,
"convertiva" mori ed ebrei, Ferdinando e Isabella si servivano dei tesori loro confiscati per impadronirsi di terre e di ville. Cosi la Santa Sede e il trono di Spagna trassero splendido profitto dalla loro alleanza.

Questo era "diffondere il Vangelo", , era questo "strappare i popoli alla tirannia moresca ed ebrea". Decisamente l'eufemismo è un fiore di retorica veramente squisito, uno di quei fiori di cui i potenti tante volte si servono per mascherare atrocità di ogni genere. Tommaso di Torquemada lo coltivò sempre con la massima devozione.
view post Posted: 23/1/2024, 14:33 Scandalo e Redenzione: Il Caso di Don Andrea Contin - La stanza del peccato
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Scandalo e Redenzione: Il Caso di Don Andrea Contin - Parroco di Padova coinvolto in uno scandalo di orge nella canonica e doppia vita.

In una piccola parrocchia di Padova, si è consumato uno degli scandali più eclatanti che hanno scosso le fondamenta della Chiesa Cattolica Italiana negli ultimi anni. Don Andrea Contin, un sacerdote di 48 anni, si è trovato al centro di accuse sconcertanti che hanno messo in luce una doppia vita fatta di orge organizzate nella canonica, numerosi amanti, e viaggi in resort naturisti in Francia. Le rivelazioni hanno sollevato un polverone mediatico, suscitando indignazione e dibattiti accesi sulla moralità e l'integrità all'interno della Chiesa.

La Doppia Vita di un Sacerdote

Le indagini della polizia su Don Contin hanno rivelato una realtà ben diversa dall'immagine del devoto servo di Dio. Secondo le accuse, il parroco non solo organizzava incontri sessuali nella sua abitazione ecclesiastica ma possedeva anche una valigia piena di oggetti sessuali, inclusi vibratori, maschere e attrezzature per bondage. Queste attività venivano talvolta documentate e fotografate, aggiungendo uno strato ulteriore di scandalo alle accuse.

La Risposta della Chiesa

La scoperta delle azioni di Don Contin ha provocato una reazione immediata da parte delle autorità ecclesiastiche. Il vescovo di Padova, Monsignor Claudio Cipolla, esprimendo incredulità e dolore, ha annunciato l'avvio delle procedure per la sospensione a divinis di Don Contin, segnando l'inizio di un processo di indagine interna che avrebbe determinato il suo futuro nella Chiesa. La decisione finale è stata quella di ridurre Don Contin allo stato laicale, un atto che lo rimuove definitivamente dal sacerdozio e riflette la severità con cui la Chiesa ha deciso di affrontare il caso.

Il Dibattito Pubblico e le Ripercussioni

Il caso di Don Contin non è stato solo un fatto di cronaca, ma ha aperto un dibattito più ampio sulla responsabilità e l'etica all'interno della Chiesa Cattolica. La vicenda ha messo in evidenza le difficoltà incontrate dalla Chiesa nel gestire situazioni di grave immoralità tra i suoi ranghi, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sull'efficacia delle misure disciplinari adottate.

Inoltre, la risposta della Chiesa a questo scandalo è stata osservata con grande attenzione, sia da parte dei fedeli che da quella dell'opinione pubblica, riflettendo un crescente bisogno di responsabilità e di un cambiamento culturale che prenda seriamente in considerazione la dignità e il rispetto delle persone.

Fonte:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/1...i-papi/4102354/
https://www.ilgazzettino.it/nordest/padova...in-3675690.html
https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cr...olte-1.16370015
view post Posted: 12/1/2024, 18:26 Scuola, gli studenti dicono "no" all'ora di religione - Attualità
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Negli ultimi anni, un crescente numero di studenti italiani ha iniziato a rifiutare l'insegnamento dell'ora di religione cattolica nelle scuole. Questa tendenza è stata evidenziata in uno studio condotto dall'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) in collaborazione con l'associazione OnData, che ha analizzato i dati forniti dal Ministero dell'Istruzione.

Durante l'anno scolastico 2022/2023, il numero di studenti che hanno scelto di non seguire l'ora di religione ha raggiunto circa 1,1 milioni, un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Nello specifico, nel 2020/2021, i non avvalentisi, cioè coloro che hanno rinunciato all'ora di religione, erano 1 milione e 14.841 (14,07%), saliti a 1 milione e 96.846 (15,5%) nell'anno successivo.

Tra le regioni italiane, la Valle d'Aosta si è distinta per avere la percentuale più alta di studenti che non seguono l'ora di religione (30,74%), seguita da Emilia Romagna (27,48%) e Toscana (27,12%). A livello provinciale, Firenze (37,92%), Bologna (36,31%), e Trieste (33,37%) hanno mostrato i tassi più elevati.

In Lombardia, uno studente su quattro ha rinunciato all'ora di religione cattolica, rendendo questa regione la quinta in Italia per numero di rinunce all'insegnamento. Mantova si è distinta come la provincia più "atea" in Lombardia, con il 28,9% degli alunni che preferisce non seguire l'ora di religione, seguita da Brescia (27,6%) e Milano (26,2%).

Questo cambiamento riflette una tendenza più ampia di maturità che attraversa l’Occidente. Da notare che l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane è stato introdotto nel 1929, a seguito del Concordato tra la Chiesa cattolica e lo Stato fascista.

Questi dati suggeriscono una crescente diversificazione nelle credenze e nelle scelte educative degli studenti italiani, con un numero sempre maggiore di famiglie e studenti che optano per alternative all'ora di religione cattolica nelle scuole.

Fonte:
https://www.ilmessaggero.it/scuola/scuola_...1pGfw5K6gQS06LE

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/1...o-anno/7408147/
view post Posted: 14/11/2023, 10:40 Riflessioni sulla Fine della Vita di Indi Gregory e la Decisione sull'Accanimento Terapeutico - Attualità
eticaemedicina


Riflessioni sulla Fine della Vita di Indi Gregory e la Decisione sull'Accanimento Terapeutico

La recente vicenda della piccola Indi Gregory, affetta da una rara e incurabile patologia mitocondriale, ha sollevato questioni profonde sulla gestione della fine della vita, in particolare riguardo all'accanimento terapeutico. La decisione di interrompere il supporto vitale per Indi, presa da un tribunale inglese nonostante l'offerta di trattamento da parte di un ospedale italiano, riflette un conflitto tra speranza, realtà medica e principi etici.

In primo luogo, ci si concentra su decisioni basate su evidenze scientifiche e mediche. Nella situazione di Indi, la scienza medica ha chiaramente indicato che non vi erano trattamenti disponibili capaci di invertire o fermare significativamente la progressione della sua malattia. Da questa prospettiva, l'accanimento terapeutico non solo prolunga inutilmente la sofferenza del paziente, ma ignora anche la realtà oggettiva della sua condizione.

In secondo luogo, si valorizza la qualità della vita rispetto alla sua durata. Nel caso di Indi, dove la qualità della vita era gravemente compromessa, un approccio basato sulla compassione e sull'umanità avrebbe potuto privilegiare la riduzione della sofferenza anziché tentare di prolungare la vita in condizioni dolorose e senza speranza.

Terzo, l'autonomia e i desideri della famiglia sono aspetti fondamentali. Tuttavia, quando i desideri dei genitori si scontrano con le valutazioni mediche, è essenziale trovare un equilibrio tra speranza e realtà. Rispettare l'autonomia della famiglia significa anche fornire loro informazioni chiare e accurate sulle condizioni mediche e sulle prospettive di trattamento.

Quarto, si enfatizza le decisioni etiche prive di influenze religiose, concentrandosi su ciò che è meglio per il benessere del paziente. Nel caso di Indi, questo avrebbe significato considerare attentamente la sua sofferenza e la dignità nella fase finale della sua vita.

Infine, si invita a riflettere sulla morte come parte naturale dell'esistenza umana, sottolineando l'importanza di affrontare la fine della vita con dignità e rispetto. La decisione di terminare il supporto vitale per Indi, sebbene straziante, può essere vista come un passo verso il riconoscimento della realtà della sua condizione e la necessità di affrontare la sua fine con compassione e dignità.

In conclusione, la vicenda della piccola Indi Gregory ci sfida a considerare come, in assenza di speranza realistica di miglioramento, l'accanimento terapeutico possa non essere la scelta più compassionevole o etica. Questo caso sottolinea l'importanza di bilanciare speranza e realtà, e di trattare la fine della vita con la sensibilità e il rispetto che merita.

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view post Posted: 6/10/2023, 18:57 Il trionfo del secolarismo: un cammino verso la libertà - Attualità
Genova, l'avanzata secolarista: "Verso celebrazioni senza prete all'altare"

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La città di Genova è al centro di una rivoluzione nella celebrazione della Messa: si sta andando verso un futuro in cui non ci saranno più preti all'altare. Questo fenomeno non riguarda solo Genova o l'Italia, ma è una tendenza globale all'interno della Chiesa Cattolica. In molti paesi europei e nordamericani, la carenza di sacerdoti ha portato alla fusione delle parrocchie e alla riduzione delle messe domenicali.

Secondo un articolo de "La Stampa", a Genova si sta già sperimentando la celebrazione senza prete. Il vicario del vescovo, don Calabrese, ha evidenziato il calo del numero di sacerdoti e la necessità di formare i laici per assumere alcune responsabilità sacerdotali. Negli ultimi dieci anni, il numero di preti si è dimezzato.

Ci sono diverse ragioni dietro a questa tendenza. Innanzitutto, la vocazione sacerdotale ha perso interesse tra i giovani. Inoltre, la secolarizzazione della società ha reso meno attraente la vita religiosa. Infine, gli scandali e le controversie che hanno coinvolto la Chiesa hanno contribuito a influenzare negativamente l'immagine del sacerdozio.

Oltre ai fattori interni alla Chiesa, ci sono anche fattori socio-culturali che contribuiscono alla diminuzione delle vocazioni. La modernizzazione, l'urbanizzazione e la crescente diversità religiosa hanno cambiato il modo in cui le persone percepiscono e praticano la religione. La figura del prete, una volta rispettata e ammirata, sta affrontando sfide in termini di reputazione pubblica.

Una delle principali ragioni per adottare il secolarismo è la necessità di garantire la libertà religiosa. Questo principio fondamentale permette a ogni individuo di praticare la propria religione o di non praticarne alcuna, senza subire discriminazioni o privilegi basati su credenze religiose specifiche.

Il secolarismo crea una società inclusiva che riconosce e rispetta le diverse fedi e convinzioni dei suoi cittadini, offrendo un terreno comune su cui tutti possano costruire un dialogo e una convivenza pacifica.

Inoltre, il secolarismo favorisce la razionalità e l'approccio basato sulla scienza nel processo decisionale politico. Le politiche pubbliche dovrebbero essere governate da valutazioni basate su dati scientifici e benessere sociale, piuttosto che su credenze religiose o sensibilità individuali. Questo garantisce che le decisioni siano prese in base a criteri oggettivi ed evita che la religione influenzi in modo eccessivo il processo decisionale.

Dal punto di vista dei diritti delle donne, il secolarismo assume un'importanza particolare. Spesso le religioni, anche se non tutte, hanno tradizioni e regole che possono limitare la libertà e l'uguaglianza delle donne. Promuovendo una separazione tra religione e stato, il secolarismo offre una protezione per le donne e le aiuta a raggiungere una piena emancipazione e parità di diritti.


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Riferimenti alla notizia:

https://www.lastampa.it/cronaca/2023/10/05...ltare-13653634/

https://fai.informazione.it/B889078E-B5AC-...ra-discriminati

https://www.ilsecoloxix.it/genova/2023/10/...ltare-13653417/

https://www.bazzing.it/genova-rivoluzione-...rete-allaltare/
view post Posted: 19/1/2023, 22:16 Persone giustiziate per eresia dalla Chiesa cattolica - Storia e Controstoria
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Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Persone_giustiziate_per_eresia

Persone condannate dalla Chiesa cattolica

Tale lista ha valore puramente indicativo, poiché considera in maniera generica la Chiesa cattolica come soggetto unico, senza distinguere i suoi diversi livelli e l'intreccio in ciascun caso con i rappresentanti del potere politico. La determinazione del reato di eresia era di competenza esclusiva della Chiesa cattolica che agiva attraverso i propri tribunali. L'Inquisizione comminava la morte, affidando l'esecuzione della pena all'autorità civile, il cosiddetto braccio secolare, avendo la costituzione 18 del Concilio Lateranense IV, la De iudicio sanguinis et duelli clericis interdicto, fatto divieto agli ecclesiastici di « spargere il sangue ».[1]

Ramirdo di Cambrai, riformatore († arso, Cambrai, marzo 1077)
Pierre de Bruys, riformatore, fondatore del movimento dei Petrobrusiani († arso, Saint-Gilles (Gard), 1131)
Arnaldo da Brescia, riformatore († impiccato e arso, Roma, 18 giugno 1155)
Martino di Campitello, eretico cataro, († arso vivo, Ferrara, 1265)
il 13 febbraio 1278 quasi 200 Catari furono bruciati nell'Arena di Verona (Andrea Del Col "L'Inquisizione in Italia" Oscar Mondadori)
Gherardo Segarelli, fondatore del movimento degli Apostolici († arso vivo, Parma, 18 luglio 1300)
Maifreda da Pirovano († arsa viva, Milano, settembre 1300)
Andrea Saramita († arso vivo, Milano, settembre 1300)
Zaccaria di Sant'Agata, apostolico († arso vivo, Bologna, 16 dicembre 1303)
Fra Dolcino, al secolo Davide Tornielli, apostolico, successore di Gherardo Segarelli, († arso vivo, Vercelli, 1º giugno 1307)
Margherita Boninsegna da Trento, apostolica, († arsa viva, Vercelli, 1º giugno 1307)
Longino da Bergamo, frate, apostolico, († arso vivo, Vercelli, 1º giugno 1307)
Bartolomea da Savigno, apostolica, († arsa viva, Bologna, 21 novembre 1307)
Morte dei Templari Geoffrey de Charnay e Jacques de Molay. Miniatura conservata alla British Library
Margherita Porete, scrittrice e teologa beghina († arsa viva, Parigi, 1º giugno 1310)
Botulf Botulfsson, sacramentista, († arso vivo, Uppsala, 8 aprile 1311), unico martire in Svezia
Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dei cavalieri templari († arso vivo, Parigi, 18 marzo 1314)
Geoffrey de Charnay, cavaliere templare († arso vivo, Parigi, 18 marzo 1314)
Guilhem Santon, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
Déodat Miquel, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
Johan Barrau, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
Pons Rocha, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
Johan Barra, († arso vivo, Capestang, 18 ottobre 1319)
Peire Canonici, († arso vivo, Capestang, 18 ottobre 1319)
Bernard Leon, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
Bernard Martin, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
Bernard Surio, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
Jacme de Rieux, frate minore, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
Johan Durban, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
Johan Martin, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
Guilhem Belibasta alias Bélibaste, cataro perfetto († arso, Villerouge-Termenès, 1321)
Amegiardis, quindicenne, beghina, Béziers, († arsa, Béziers, 11 gennaio 1321)
Bernard ? († arso vivo, Béziers, 11 gennaio 1321)
Bernard Sers († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
Ciracus ? († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
Johan Olier († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
Peire ? († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
Peire Brun, prete († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
Bernardino da Nola († arso, Matera, 15 luglio 1321)
Guilhem Bom, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
Johan de Mezea, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
Peire Abanii, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
Raimon Fornier, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
Astruga di Lodève, beghina, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
Anuericus ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Basseta ?, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
Berenguier ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Biatris ?, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
Ermessendis ?, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
Esclarmonda Durban, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
Guilhem Fabre, prete, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Guiraut de Saint Martin, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Nicholau ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Peire ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Peire Alfandi, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Rotgier ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
Aymeric ?, († arso, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
Bernard Espruassora, († arso, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
Huc de Onlavis, († arso vivo, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
Johan de Echis, († arso vivo, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
Peire Arrufat, († arso vivo, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
Arnaut Pons, († arso vivo, Narbona, 28 febbraio 1322)
Bermonda ?, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Bernard de Argistris, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Bernard de Perinhac, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Bernard Raimon de Monesio, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Bernardin Anuli, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Bonhome de Gasconia, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Castilio de Gironda, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Deruna Catalana, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Fornier de Fefensaco, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Guilhem de Urgel, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Guilhem Separd, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Jacme de la Cros, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Peire Almardi, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Peire de Elne, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Raimunda de Caranta, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Rotbert de Narbonna, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Sicarda de Corberia, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
Bernard de Bosco, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
Johan Conilli, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
Peire de Johan, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
Raimon Maistre, frate minore, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
Bernard Peyrotas, prete, († arso vivo, Lodève, 10 agosto 1323)
Estève Seret, frate minore, († arso vivo, Lodève, 10 agosto 1323)
Frances Bastier, († arso vivo, Lodève, 10 agosto 1323)
Bernard Maury, detto anche Maurizio di Narbona, prete spirituale, († arso vivo, Avignone, 19 novembre 1326)
Aliorus de Sesena († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
Guilhem Domergue Veyrier, candelaio, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
Berengaria Domergue Veyrier, moglie di Guilhem, († arsa viva, Carcassonne, 1º marzo 1327)
Guilhem Serallier, fabbro, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
Raimon de la Cros, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
Peire de Cursaca, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
Boemondo di San Severo, († frustato a morte, 15 aprile 1327)
Cecco d'Ascoli, al secolo Francesco Stabili, medico, astrologo e alchimista († arso vivo, Firenze, 16 settembre 1327)
Raimunda Arrufat, vedova di Peire Arrufat, († arsa viva, Carcassonne, 10 settembre 1329)
Francesco da Pistoia, fraticello († arso vivo, Venezia, 3 giugno 1337)
Lorenzo Gherardi, fraticello († 1337)
Bartolomeo Greco, fraticello († 1337)
Bartolomeo da Bucciano, fraticello († 1337)
Antonio Bevilacqua, fraticello († 1337)
Giovanni da Castiglione, sacerdote, fraticello († arso vivo, Avignone, 3 giugno 1354)
Francesco da Arquata, fraticello, predicatore († arso vivo, Avignone, 3 giugno 1354)
Condanna al rogo di Jan Hus
Michele Berti da Calci al secolo Giovanni Berti, fraticello († arso vivo, Firenze, 30 aprile 1389)
William Sawtrey, prete, primo dei martiri lollardi († arso vivo, Smithfield, marzo 1401)
Giovanni Sensi, predicatore valdese († arso, Caprie (Valle di Susa), 30 marzo 1403)
James Resby, lollardo († arso, Perth, Scozia, 1407), primo condannato in Scozia per eresia
John Badby, sarto, lollardo († bollito, Smithfield, 15 marzo 1410)
Jan Hus, riformatore († arso, Costanza, 6 luglio 1415)
Girolamo da Praga, teologo riformatore, lollardo († arso, Costanza, 30 maggio 1416)
Giovanna d'Arco, eresia, idolatria, apostasia e stregoneria († arsa, Rouen, 30 maggio 1431)
Thomas Bagley, prete, lollardo, († arso, Smithfield, marzo 1431)
Pavel Kravař, hussita († arso, Saint Andrews, Scozia, 23 luglio 1433)
Friedrich Reiser, valdese, († arso, Strasburgo, 6 marzo 1458)
Anna Weiler, valdese, moglie di Reiser, († arsa, Strasburgo, 6 marzo 1458)
Giovanni Favelli, frate servita, priore di S. Ansano di Brento (Monzuno), incantatore di demoni ed eretico († impiccato e/o arso, Bologna, 1468)[2]
Giorgio da Monferrato, studente, eretico († arso, Bologna, 25 giugno 1481)[2]
Caterina Bianchetta, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, Cuneo, 10 dicembre 1495)
Caterina Bonivarda, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Caterina Borrella, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Giovanneta Cometta, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Giovannina Giordana, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Margherita Giordana, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Filippo Dolciati, Esecuzione di Girolamo Savonarola, 1498, Museo di San Marco, Firenze
Giovanna Motossa, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Giovanna della Santa, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Romea dei Sobrani, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
Girolamo Savonarola, riformatore († impiccato e arso, Piazza della Signoria, Firenze, 23 maggio 1498)
Domenico Buonvicini da Pescia, frate domenicano († impiccato e arso, Piazza della Signoria, 23 maggio 1498)
Silvestro Maruffi da Firenze, frate domenicano († impiccato e arso, Piazza della Signoria, 23 maggio 1498)
Joshua Weißöck († 1498)
Gentile Budrioli († arsa, piazza San Domenico, Bologna, 14 luglio 1498)[3]
Martucciada Lusciano, accusata di stregoneria († arsa viva nel castello di Casaluce 1500
Antoni Carni da Messina, giudaizzante († arso vivo, autodafé, Palermo, 6 giugno 1511)
Ghabriel de Polize, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
Giovanni Crispo, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
Giovanni de Toledo da Messina, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
Jacopo Rizo, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
Laura Palumba, giudaizzante († arsa viva, Palermo, 6 giugno 1511)
Ana de Quintana, giudaizzante († arsa viva, Palermo, 6 giugno 1511)
Beatriz de Quintal, giudaizzante († arsa viva, Palermo, 6 giugno 1511)
Gabriel Zapater, medico di Bivona, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
Cola Stagnataro, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
Antonino de Marino, giudaizzante († arso vivo, autodafé, Palermo-Piano Marina, 11 luglio 1512)
Antonio Corbiseri, di Carini, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Bernardino Babula, di Messina, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Cola Angelo La Muta, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Gabriel Garzìa, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Ghabriel Compagno, di Milazzo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Jacobo Estayte, alias Jacopo Staiti di Messina, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Joan de Aragon, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Joan de Leofante, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Joanne Lo Porto, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Joannis Antoni Tudisco, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Luis Yelpo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Manfrè La Muta, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Margaritella di Balsamo, di Messina, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Paulo Santafè di Cammarata, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Porcio Monterusso, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Simon de Leofante, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Soprana de Paternò o Patorno, di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 11 luglio 1512)
Bartolomeo di Balsamo, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, autodafé Palermo-Piano Marina, 29 settembre 1513)
Leonora de Balsamo di Palermo, moglie di Bartolomeo di Balsamo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Antonella de Iona di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Lisa La Muta di Palermo, moglie di Manfrè La Muta, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Guglielmo de Balsamo o de Bausano, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Joan Antonio Balvo, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Jacopo Balvo di Marsala, figlio di Joan Antonio Balvo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Perna Balvo di Marsala, figlia di Joan Antonio Balvo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Giovanni d'Attuni o de Attini, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Marco di Termini di Polizzi, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Alfonso Sellaro di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Andrea Carubba di Sammarco, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Angiulo de Balsamo di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Antonia de Balsamo di Palermo, madre di Nicolò Balsamo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Cola de Balsamo di Palermo, figlio di Antonia de Balsamo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Margarita de Balsamo di Palermo, moglie di Cola de Balsamo e nuora di Antonia de Balsamo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Antonia Romano di Mazara, vedova, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Beatrice Calabrese di Marsala, moglie di marinaio, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Bernardino Imbarbara, o Barbera, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Clara de Polizzi di Palermo, madre di Angela Marinara, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Francesca de Balsamo di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Francesco Balvo di Marsala, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Gerardo de Macrì di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Lucrezia de Macrì di Palermo, moglie di Gerardo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Giacoma Barbara di Marsala, neofita giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Giacomo Barbera di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Lucrezia Barbera di Marsala, moglie di Giacomo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Gianbattista Ferrario di Termini, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Guglielmo Geremia di Naro, cerdone, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Isabella de Andrea di Naro, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Joan de Leofante, alias Giovanni Elefante, di Sciacca, merciere, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Giovanni Santiglia, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Joannis de Vezini alias Giovanni Vicini, di Trapani, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Lucia Cimatore di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Nicolao Bonfiglio, di Castronovo, mastro candelaro, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Paolo Spataro di Sammarco, maestro insegnante, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Perna de Attuni, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Petro de Bononia, alias Pietro di Bologna, di Palermo, mastro ferraro, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Rosa Sartorii, di Messina, moglie del fu mastro Nardi Sartorii, neofita giudaizzante ostinata († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Simone Marinaro, di Palermo, mastro mezzano, giudaizzante († arso, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Vincenzo Maymuni o Maimone, di Sciacca, giudaizzante († arso, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Violante Gallardo o Gagliardo, di Marsala, moglie di Alonco Gallardo, mastro sellaro, giudaizzante († arsa, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Isabella La Matina, di Girgenti, giudaizzante († arsa, Piano Marina, 29 settembre 1513)
Bernardo di Milazzo, di Palermo, giudaizzante († arso, autodafé Palermo-Piano Marina, 10 agosto 1515)
Giacomo Siracusa, alias Jacobo Siracusa, di Giuliana, mastro, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
Granusa La Serna, di Marsala, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
Paulo de Antilla, di Palermo, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
Perna Messina, di Caccamo, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
Desiata Siracusa, di Giuliana, moglie di Bartolomeo Siracusa, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 10 agosto 1515)
Francesco La Sala, di Trapani, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 10 agosto 1515)
Lauken van Moeseke, sacramentario (negatore dell'efficacia dei sacramenti, † decapitato, Bruxelles, 30 agosto 1518)
Maddalena Ravizina, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, Varese, 8 giugno 1520)
Giovannina di Bernardo Vanoni, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
Mainetta, detta "codera", eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
Elisabetta Oleari, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
Caterina Fornasari, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
Tognina del Cilla, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
Margherita Fornasari, eretica e apostata, morta nelle carceri inquisitoriali, riesumata e arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
Hendrik Voes, sacerdote fiammingo, luterano, († arso, Grand Place, Bruxelles, 1º luglio 1523). Insieme a Johann Esch è considerato il primo martire protestante
Johann Esch, monaco agostiniano, luterano († arso, Grand Place, Bruxelles, 1º luglio 1523)
Jean Vallière, agostiniano, antitrinitario, prima vittima protestante francese († arso, Marché aux Pourceaux, Parigi, 8 agosto 1523)
Bolt Eberli, († arso, Schwyz, 29 maggio 1525), primo martire sacramentista
Jan de Bakker, o Johannes Pistorius o Jan Jansz van Woerden, sacerdote, fu il primo martire protestante dell'Olanda del nord († arso, L'Aia 15 settembre 1525)
Johann Reichel, di Strzegom, sacramentario, († impiccato, Świdnica, 20 maggio 1527)
Michael Sattler, anabattista, redattore dei Sette Articoli di Schleitheim († arso, Rottenburg am Neckar, 21 maggio 1527)
Margaretha Sattler, anabattista, moglie di Michael († annegata nel fiume Neckar, Rottenburg am Neckar, 22 maggio 1527)
Leonhard Kaiser, o Kayser o Keyser, luterano, († arso, Schärding, 16 agosto 1527)
Wendelmoet Claesdochter o Weynken Claes o anche Wendelmoet Claesdochter van Monnikendam, sacramentista († strangolata e arsa, L'Aia 20 novembre 1527), prima donna olandese ad essere giustiziata come eretica
Wolfgang Ulimann, anabattista, († decapitato nel 1528 presso Appenzello) con altri dieci compagni, le cui mogli furono affogate.
Patrick Hamilton, sacerdote scozzese, predicatore protestante († arso, Saint Andrews, Scozia, 29 febbraio 1528)
Balthasar Hubmaier, anabattista, teologo († arso, Vienna, 10 marzo 1528)
Elsbeth Hügeline, anabattista, moglie di Balthasar Hubmaier, († annegata nel Danubio, Vienna, 13 marzo 1528)
Leonhard Alexberger, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, Austria, 30 marzo 1528)
Hans Schützenacker, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
Sigmund Pentler, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
Mattheus Pürchinger, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
Hans Muhr, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
Hans Penzenauer, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
Georg Blaurock, soprannome di Jörg Cajacob, anabattista († arso, Klausen, 6 settembre 1529)
Hans Langegger, anabattista († arso vivo, Klausen, 6 settembre 1529)
Giovanni Milanese, († 1530)
Lamprecht Gruber, di Funes, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
Hans Beckh, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
Peter Hungerl, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
Lorenz Schuster, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
Peter Planer, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
Hans Thaler, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
Hans Beck, anabattista († arso, Castello di Gufidaun, Klausen, ottobre 1533)
Walser Schneider, anabattista († arso, Castello di Gufidaun), ottobre 1533)
Christian Alseider, anabattista († arso, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
Waltan Gsäl, anabattista († arso vivo, Castello di Guffidaun, ottobre 1533)
Wölfl von Gotzenberg, anabattista († arso vivo, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
Hans Maurer, anabattista († arso vivo, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
Peter Kranenwetter, anabattista hutterita († arso vivo, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
John Frith, luterano († arso vivo, Smithfield, 4 luglio 1533)
Andrew Hewet, luterano († arso vivo, Smithfield, 4 luglio 1533)
Adriaen de Wever, anabattista, (decapitato, Delft, 1534)
Andries van Niel, anabattista († arso vivo, Kuringen, Belgio, 9 gennaio 1534)
Adriaen Lourysz (o Adriaen Vermeer), anabattista, († decapitato con altri sette compagni ad Haarlem, 26 marzo 1534)
Adriaen Claes, anabattista, († decapitato, Olanda, 16 maggio 1534)
Henrick Rol, di Grave, anabattista, († arso, Maastricht, settembre 1534)
Adam Jans, anabattista, (giustiziato, Olanda, gennaio 1535)
Adriaen Antheunis Focsen, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Hendrik Hendriks Snyder, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Claes van Venlo, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Dirck Janssen, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Steven Janssen, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Steven van Oudewater, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Gerrit van Benschop, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
Jacob Claes van der Veer, anabattista († decapitato, Utrecht, 13 marzo 1535)
Adriaen de Kleermaker (o Adriaen Cornelisz Snijer), anabattista, († decapitato, L'Aia, 10 aprile 1535)
Aefke Harmen Thys, anabattista, († affogata, Leeuwarden, 14 aprile 1535)
Étienne Bénard, di Rouen, luterano († arso vivo, Marché aux Pourceaux, Parigi, 5 maggio 1535)
Marin Du Val, di Melun, luterano († arso vivo, Marché aux Pourceaux, Parigi, 5 maggio 1535)
Adriaen Aersen, anabattista, († decapitato, Zierikzee, 8 maggio 1535)
Albert van Meppel, anabattista, († giustiziato con altri dieci, Amsterdam, 14 maggio 1535)
Adriaen Cornelis, di Spaarndam, anabattista, († decapitato, Amsterdam, 15 maggio 1535)
Adriana Jans, anabattista, († affogata, Amsterdam, 21 maggio 1535)
Aeltgen Gielis, anabattista, († affogata, Amsterdam, 21 maggio 1535)
Aeltgen Wouters, anabattista, († affogata, Amsterdam, 21 maggio 1535)
Cornelisz Claes, anabattista († impiccato, Amsterdam, 1º giugno 1535)
Aechtgen Jans, anabattista, († impiccata, Amsterdam, 1º giugno 1535)
Aert Claudius Centurio, anabattista di Bruxelles, († decapitato, Utrecht, 11 giugno 1535)
Claudius Centurio, anabattista di Noyelles, padre di Aert, († decapitato, Utrecht, 11 giugno 1535)
Albert Pieters Sinckes, anabattista, († giustiziato, Alkmaar, 1536)
Aegje Elinx, anabattista, († affogata, Alkmaar, 1º febbraio 1536)
Jakob Hutter, coordinatore degli anabattisti comunitari (hutteriti), († arso vivo, Innsbruck, 25 febbraio 1536)
Lo strangolamento di William Tyndale, incisione in un'edizione del Libro dei martiri di John Foxe.
Adriaen Adriaens, anabattista, († decapitato, L'Aia, marzo 1536)
Arent Geryts, anabattista, († decapitato, L'Aia, 14 marzo 1536)
Adriane Vyncx, anabattista, († arsa viva, Bruges, 28 agosto 1536)
William Tyndale, protestante († strangolato e arso, Vilvoorde, 6 settembre 1536)
Albert Reyersz (o Oldeknecht), anabattista, († decapitato, Amsterdam, 12 aprile 1537)
Adriaen Cornelisse, anabattista, († decapitato, Zierikzee, 2 giugno 1537)
Hans Seidel, di Murau (Austria) anabattista hutterita, († decapitato, St. Veit, Carinzia, 1538)
Hans Donner, di Wels, (Austria), anabattista hutterita, († decapitato, St. Veit, 1538)
Aert Jans, anabattista, († decapitato, Delft, 7 gennaio 1538)
Stijntgen Mickers, madre di Frans e Guert, anabattista, († affogata, Alkmaar, 6 febbraio 1538)
Guert Mickers, anabattista, († affogata, Alkmaar, 6 febbraio 1538)
Adriaen van Gravenhage, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
Paulus van Druynen, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
Michiel Stevens van Oosterhout, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
Jan Blok, di Gand, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
Lysken Blok, anabattista, moglie di Jan Blok, († arsa viva, Vught, 11 settembre 1538)
Aecht Middelborch, anabattista, († affogata, Utrecht, 11 giugno 1539)
Jan Jansz van den Berg, di Kleve, (Germania) anabattista († decapitato, Amsterdam, 8 luglio 1539)
Geertruydt Adriaens de Roevre, anabattista († arsa viva, Vught, Nord Brabante, 11 settembre 1539)
Adriaen Wouters, anabattista di Schiedam, Olanda, († decapitato, Veere, 14 ottobre 1539)
Francisco de San Roman, luterano, primo martire protestante di Spagna († arso vivo, Valladolid, 1540)
Frans Mickers, anabattista, († affogato, Alkmaar, 16 aprile 1540)
Frans Jansz, anabattista, († impiccato, Utrecht, 2 aprile 1541)
Petruccio Campagna o Giorgio di Messina, frate, luterano († arso, autodafé, Palermo, 30 maggio 1541)
Aeff Peters, anabattista, moglie di Frans Jansz, († affogata, Utrecht, 13 giugno 1541)
Giandomenico dell'Aquila, protestante († arso vivo, 4 febbraio 1542)
Jan Claesz, libraio, predicatore anabattista mennonita, († decapitato, Amsterdam, 19 gennaio 1544)
Lucas Lambert van Beveren, di anni 87, anabattista mennonita, († decapitato, Amsterdam, 19 gennaio 1544)
Aelbert Gerritsz, anabattista, († decapitato, Utrecht, 21 giugno 1544)
Aecht Coenen, anabattista, († affogata, Leida, 14 luglio 1544)
Jan Dorhout, spiritualizzante fiammingo, loista, († decapitato, Anversa, 9 ottobre 1544)
Christophe Hérault, spiritualizzante francese, loista, († decapitato, Anversa, 9 ottobre 1544)
Loys Pruystinck, spiritualizzante fiammingo, fondatore della setta dei Loisti, († arso, Anversa, 25 ottobre 1544)
Maria van Beckum, anabattista, sorella di Ursula († arsa, Delden, Paesi Bassi, 13 novembre 1544)
Ursula van Beckum, nata van Werdum (moglie del fratello di Maria) anabattista, († arsa, Delden, 13 novembre 1544)
George Wishart, religioso scozzese, protestante († arso, Saint Andrews, Scozia, 1º marzo 1546)
Étienne Dolet, umanista, († impiccato e arso, Parigi, 3 agosto 1546)
Lucas Michielsz, pittore su vetro di Dordrecht, anabattista, († arso, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Tobias Quintincxsz, calzolaio, anabattista, († arso, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Pieter Jansz, calzolaio, anabattista, († arso, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Jan Pennewaerts, belga di Lovanio, anabattista, († arso, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Ellert Jans, sarto di Woerden, anabattista, († arso, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Ghysbert Jansz di Woerden, anabattista, († arso, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Barbara Thielemans di Dordecht, anabattista, († arsa, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Truyken Boens, belga di Anversa, anabattista, († arsa, Amsterdam, 20 marzo 1549)
Giorgio Costa, di Genova, mercante, luterano († arso, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 19 maggio 1549)
Diana Rosso di Paternò, giudaizzante relapsa († arsa, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 19 maggio 1549)
Fanino Fanini, predicatore protestante († impiccato e arso, Ferrara, 22 agosto 1550)
Domenico Cabianca, pellicciaio di Bassano, predicatore protestante († impiccato, Piacenza, 10 settembre 1550)
Pre Francesco Calcagno, prete, blasfemia e sodomia, luterano († decapitato e arso, piazza della Loggia, Brescia, 23 dicembre 1550)
Benedetto del Borgo da Asolo, anabattista († arso vivo, Rovigo, 17 marzo 1551)
Giorgio Siculo, al secolo Giorgio Rioli, predicatore († strangolato in cella, Ferrara, 23 maggio 1551)
Francesco Pagliarino, di Savoca, frate di S. Francesco di Paola, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 5 luglio 1551)
Antonino Caruso, da Militello, diacono eremita francescano, luterano († arso vivo, Piano della Loggia, 5 luglio 1551)
Galeazzo da Trezzo, di Sant'Angelo Lodigiano, predicatore protestante, († arso vivo, Lodi, 24 novembre 1551)
Jacobetto Gentile, calvinista († arso vivo, Capua, piazza S. Maria Maggiore, maggio 1552)
Vincenzo Iannelli, frate, calvinista († arso vivo, Capua, piazza S. Maria Maggiore, maggio 1552)
Adriaen Woutersson, anabattista di Heusden, Olanda, († decapitato con altri due compagni ad Anversa, 23 settembre 1552)
Mechtelt Melis, anabattista, moglie di Adriaen Woutersson, († annegata, Anversa, 23 settembre 1552)
Adriaen Cornelis, di Schoonhoven, Olanda, anabattista, († strangolato e arso, Leida, 24 novembre 1552)
Henrick Dirks, anabattista, († strangolato e arso, Leiden, 24 novembre 1552)
Dirk Jans, anabattista, († strangolato e arso, Leiden, 24 novembre 1552)
Annetgen Symons, anabattista, († strangolata e arsa, Leiden, 24 novembre 1552)
Mariken Jans, anabattista, († strangolata e arsa, Leiden, 24 novembre 1552)
Adriaen de Wintere, anabattista di Kruibeke, († arso vivo, Anversa, 20 gennaio 1553)
Giovan Battista Impellizzeri, di Mandanici, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 18 giugno 1553)
Aleph Jacobs, anabattista, († arso vivo, Leeuwarden, 28 giugno 1553)
Giovanni Buzio da Montalcino, detto il Mollio, francescano, luterano († impiccato e arso, Roma, Campo de' Fiori, 5 settembre 1553)
Tisserando da Perugia, detto il Perugino, tessitore di seta, luterano († impiccato e arso, Campo de' Fiori, 5 settembre 1553)
Zuan Battista Trabachin, anabattista († annegato, Venezia, 11 novembre 1553)
Il rogo di John Rogers, Londra, illustrazione in un'edizione del Libro dei martiri di John Foxe, 1684
Francesco Gamba da Brescia, predicatore protestante († impiccato e arso, Como, 21 luglio 1554)
John Bradford, sacerdote, riformatore protestante († arso vivo, Smithfield, 31 gennaio 1555)
John Lease, protestante († arso vivo, Smithfield, 31 gennaio 1555)
John Rogers, sacerdote, traduttore e commentatore della Bibbia, († arso vivo, Smithfield, 4 febbraio 1555)
Lawrence Saunders, sacerdote, riformatore protestante († arso vivo, Coventry, 9 febbraio 1555)
Rowland Taylor, riformatore protestante († arso vivo, Aldham, 9 febbraio 1555)
John Hooper, vescovo anglicano di Gloucester († arso vivo, Gloucester, 9 febbraio 1555)
William Hunter di Brentwood, protestante († arso vivo, Brentwood, 27 marzo 1555)
Robert Ferrar, vescovo anglicano di St. David's († arso vivo, Market square (ora Nott's square) in Carmarthen, Galles, 30 marzo 1555)
Agacio Giunta, luterano († arso vivo, autodafé Messina, 12 maggio 1555)
Paolo Rappi da Vigone, valdese († arso vivo, Torino, 22 giugno 1555)
Patrick Pakingham unitariano († arso vivo, Uxbridge, Londra, agosto 1555)
Hans Verhoeven, anabattista († arso vivo, Anversa, 27 agosto 1555)
Frans Deens, anabattista († arso vivo, Anversa, 27 agosto 1555)
Jan Drooghscheerder, anabattista († arso vivo, Anversa 27 agosto 1555)
Pieter van Beringen, anabattista († arso vivo, Anversa, 27 agosto 1555)
Jean Vernou di Poitiers, alias Giovanni Vernon, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
Antoine Laborie di Cajare, alias Antonio Labori, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
Jean Trigalet di Nimes, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
Bertrand Bataille della Guscogna, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
Guyraud Tauran di Cahors, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
Hugh Latimer, ex vescovo di Worcester, anglicano († arso vivo, Balliol College, Oxford, 16 ottobre 1555)
Nicholas Ridley, vescovo anglicano († arso vivo, Balliol College, 16 ottobre 1555)
Abraham van Roey, anabattista († arso vivo, Anversa, 4 febbraio 1556)
Thomas Cranmer, arcivescovo anglicano († arso vivo, Balliol College, Oxford, 21 marzo 1556)
Ambrogio Cavalli, agostiniano, calvinista († impiccato e arso, Campo de' Fiori, Roma, 15 giugno 1556)
Bartolomeo Hector di Poitiers, colportore valdese († impiccato e arso, piazza Castello, Torino, 20 giugno 1556)
Michele, detto cavalier Sermoneta, di Siena, colpì per gioco un crocifisso con un sasso († impiccato, Bologna, 20 giugno 1556)[4]
Pomponio de Algerio, studente, protestante († arso vivo in olio bollente, Roma, piazza Navona, 19 agosto 1556)
Baldo Lupatino, frate, protestante († annegato in laguna, Venezia, 17 settembre 1556)
Natale Cassar, di Malta, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 18 ottobre 1556)
Giovanni Giacomo Petrone, di Siracusa, religioso di S. Benito di Messina, luterano († arso vivo, Piano della Loggia, 18 ottobre 1556)
Nicola Sartorio di Chieri, evangelico († arso vivo, Aosta, 7 maggio 1557)
Francesco Cartone († 1558)
Adriaen van Hee, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
Joos Meeuwens, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
Willem Goosen, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
Egbert de Hoedemaker, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
Lambert van Doornik, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
Goffredo Varaglia, valdese, già frate cappuccino e teologo († impiccato e arso, Torino, piazza Castello, 29 marzo 1558)[5]
Girolamo Russo, di Ferla, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Bocceria Vecchia, 1º maggio 1558)
Gisberto di Milanuccio di Penne, eretico († arso vivo, Roma, Piazza Giudia, 15 giugno 1558)
Adriaen Pieters, di Winkel, Olanda, anabattista, († arso vivo, L'Aia, 7 luglio 1558)
Henrick Dacho, anabattista, († decapitato, Anversa, 7 ottobre 1558)
Hans Schmid, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 19 ottobre 1558)
Heinrich Adams, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 21 ottobre 1558)
Hans Weck, anabattista, missionario hutterita, cognato di Heinrich Adams († arso vivo, Aquisgrana, 21 ottobre 1558)
Alexander de Bode, anabattista, († giustiziato, Anversa, 19 novembre 1558)
Arent Aerssens, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
Peeter Henriks, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
Jan Collen, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
Geert Franssens, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
Tillmann Schneider, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 4 gennaio 1559)
Mathias Schmidt, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 4 gennaio 1559)
Antonio di Colella Grosso, eretico († arso vivo, Roma, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
Gabriello di Thomaien, sodomia, blasfemia († arso vivo, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
Leonardo di Paolo da Meola, eretico († arso vivo, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
Giovanni Antonio del Bò, cremonese, apostasia († impiccato e arso, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
Mahieu Antheunis, anabattista († arso vivo, Kortrijk, Belgio, 18 febbraio 1559)
Gelis de Groot, anabattista, († arso vivo, Kortrijk, 18 febbraio 1559)
Antonio Gesualdi, luterano († impiccato e arso, Roma, 16 marzo 1559)
Adriana Lambrechts, anabattista, moglie di Henrick Dacho, († affogata, Anversa, 19 marzo 1559)
Agustin de Cazalla, capellano e predicatore dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, luterano († garrotato e arso, autodafé Valladolid, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Francisco de Vibero, sacerdote, fratello di Agustin de Cazalla, luterano († arso vivo, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Beatriz de Vibero, monaca, sorella di Agustin e Francisco, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Antonio de Herezuolo, luterano († arso vivo, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Gonzalo Vaez Portughese, giudaizzante († arso vivo, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Alonso Perez prete, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Christophoro de Ocampo, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Francisco de Herrera, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Juan Garzia argentiere, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Christophoro de Padilla, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Isabella de Estrada, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Juana Velazques, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Catherina Romana, luterana († garrotata arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Catherina de Ortega, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
Adriaen Pan, o Adriaen Peeterson Pan, anabattista di Driel, Olanda, († decapitato, Anversa, 18 giugno 1559)
Aechtgen Joris Adriaens, anabattista, († affogata con altre cinque donne, Anversa, 19 luglio 1559)
Abraham Tancreet (o Tanghereet), anabattista, († arso vivo, Gand, Belgio, 7 agosto 1559)
Giacomo Bonelli, di Dronero, pastore e predicatore valdese († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Bocceria Vecchia, 18 febbraio 1560)
Maeyken de Hont, anabattista († annegata, castello di Steen, Anversa, 4 aprile 1560)
Janneken van Aken di Haerlebeke, anabattista († annegata, Anversa, 4 aprile 1560)
Lenaert Plovier di Meenen, anabattista († annegato, Anversa, 4 aprile 1560)
Mermetto Savoiardo († 13 agosto 1560)
Dionigi di Cola († 13 agosto 1560)
Gian Luigi Pascale, di Cuneo, pastore calvinista missionario tra i valdesi († strangolato e arso, Roma, Castel Sant'Angelo, 16 settembre 1560)
Bernardino Conte, valdese († arso vivo, Cosenza, novembre 1560)
Cornelio di Nicosia, alias Giancarlo, francescano conv., teologo, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
Francesco Vicino, di Padova, religioso, luterano († arso vivo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
Giovanni de Giluti o Gigliuto, di Noto († arso vivo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
Andrea Lanza (†1561), religioso, luterano († arso vivo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
Adam Henricx (o Kistmaeckers), anabattista, († annegato, Anversa, 23 luglio 1561)
Absolon de Zanger, anabattista, († arso vivo, Courtrai, 20 novembre 1561)
Willem van Haverbeke, anabattista, († arso vivo, Kortrijk, 20 novembre 1561)
Nicasen van Alcmaers, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
Andries de Molenaar, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
Adriaen Brael, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
Lucas Heindricx di Landegem, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
Marijn Euwout, anabattista († arsa viva, Bruges, 10 dicembre 1561)
Francijntgen de Molenaar, anabattista, moglie di Andries († arsa viva, Bruges, 11 dicembre 1561)
Jan Christiaenz di Zeebrugge, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
Maeyken Frans (o Trams), anabattista, († arsa viva, Bruges, 11 dicembre 1561)
Jelis Outerman di Diksmuide, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
Anthonis Keute, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
Hans Lisz, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
Hansken Parmentier, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
Frans de Swarte, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 23 marzo 1562)
Martijntgen van Alcmaers, anabattista, sorella di Nicasen van Alcmaers († annegata, Hondschoote, 23 marzo 1562)
Heyndrik van Dale, anabattista, († annegato, Anversa, 3 aprile 1562)
L'esecuzione di Hendrik Eemkens a Utrech nel 1562. Gli fu legato un sacco di polvere da sparo al collo e fatto esplodere
Gaspard Deken, alias Jasper de Schoenmaker, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 4 aprile 1562)
Charlo de Wael, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 4 aprile 1562)
Karel van de Velde, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 17 aprile 1562)
Hendrik Eemkens, anabattista († fatto esplodere, Utrecht, 10 luglio 1562)[6]
Lauwerens Allaerts di Gand, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
Pieter van Maldeghem di Nevele, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
Jacques Bostijn di Courtrai, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
Pieter van Maele di Gand, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
Bartolomeo Fonzio, protestante († annegato, Venezia, Canale dell'Orfano, 4 agosto 1562)
Mariken van Meenen di Haerlebeke, anabattista († annegata, Anversa, Castello Het Steen, 5 settembre 1562)
Lyntgen Wendelyn, anabattista († annegata, Anversa, Castello Het Steen, 5 settembre 1562)
Proentgen van Meteren anabattista, moglie di Karel van de Velde, († annegata, Hondschoote, 3 ottobre 1562)
Claesken van Meteren, anabattista, sorella di Proentgen († annegata, Hondschoote, 3 ottobre 1562)
Aert van Gershoven, anabattista, († affogato, Anversa, 17 ottobre 1562)
Jacob van Gershoven, anabattista, fratello di Aert, († affogato. Anversa, 17 ottobre 1562)
Giulio Gherlandi da Spresiano, anabattista († annegato, Canale dell'Orfano, Venezia, 23 ottobre 1562)
Hendrik Aerts, anabattista, processato dall'inquisitore Pieter Titelman insieme alla moglie e ad altri 11 anabattisti († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
Jan Maes di Bollezeele, anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
Jan de Swarte di Bailleul, anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
Claes de Swarte, anabattista, figlio di Jan († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
Perceval van den Berge di Zwevigem, anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
Pieter Meynghers, alias Pieter Schoenmaker (Pietro il calzolaio), anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
Kathelijne van Lokerhoute, anabattista, moglie di Lauwerens Allaerts († decapitata, Castello Gravensteen, Gand, 24 marzo 1563)
Claesken Pertrijs, anabattista, moglie di Jan de Swarte († arsa viva, Rijsel, 27 marzo 1563)
Christiaen de Swarte, anabattista, figlio di Jan († arso vivo, Rijsel, 27 marzo 1563)
Hans de Swarte, anabattista, figlio di Jan († arso vivo, Rijsel, 27 marzo 1563)
Mahieu de Swarte anabattista, figlio sedicenne di Jan († arso vivo, Rijsel, 27 marzo 1563)
Minico Santoro (Domenico) da Mandanici, sacerdote, luterano († strozzato e poi arso, autodafé, Palermo, piazza della Bocceria Vecchia, 13 aprile 1563)
Antonijn de Waele, alias Antheunis Behaghe, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 9 novembre 1563)
Christiaen van Wettere, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 9 novembre 1563)
Janneken Cabeljaus di Ypres, anabattista, moglie di Hendrik Aerts († arsa viva, Rijsel, 22 febbraio 1564)
Calleken Steens di Sweghem, anabattista († arsa viva, Rijsel, 22 febbraio 1564)
Gian Francesco Alois, detto il Caserta, letterato italiano, valdesiano († decapitato e arso, piazza del Mercato, Napoli, 4 marzo 1564)
Giovanni Bernardino Gargano, nobile di Aversa, valdesiano († decapitato e arso, piazza del Mercato, Napoli, 4 marzo 1564)
Alessandro da Caverzago, notaio, predicatore protestante († arso vivo, piazza della Torricella, Piacenza, 2 giugno 1564)
Francesco di Pietro Secretuzzo, cipriota, riformato († impiccato e arso, presso Castel Sant'Angelo, Roma, 4 settembre 1564)
Maeyken Boosers, anabattista, († arsa viva, Tournai, 18 settembre 1564)
Antonio de Antona di Venezia, abitante a Siracusa, argentiere, luterano († strangolato e arso, autodafé, Palermo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
Richiardo alias Fruxa, di Mandanici, luterano († arso vivo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
Giacomo Impellizzeri, di Mandanici, luterano († arso vivo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
Iannello Scolaro, di Mandanici, luterano († arso vivo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
Antonio Rizzetto da Vicenza, anabattista († annegato, Canale dell'Orfano, Venezia, 8 febbraio 1565)
Francesco della Sega da Rovigo, anabattista († annegato, Canale dell'Orfano, Venezia, 26 febbraio 1565)
Adriaen van den Burie, anabattista, († arso vivo, Oudenaarde, 10 luglio 1565)
Lorenzo Vex, luterano († annegato, Venezia, 1566)
Pietro Robert della Goletta di Tunisi, francese, ugonotto († arso vivo, autodafé, Palermo, chiesa della Magione, 13 gennaio 1566)
Michele Giovanni Carobeni di Noto, († arso vivo, Palermo, chiesa della Magione, 13 gennaio 1566)
Muzio della Torella di Puglia, luterano († decapitato e arso, Roma, 1º marzo 1566)
Pompeo de' Monti nobile di Napoli, valdesiano († decapitato e arso, Roma, presso castel Sant'Angelo, 4 luglio 1566)
Curzio di Cave frate cappuccino, luterano († decapitato e arso, Roma, Castel Sant'Angelo, 9 luglio 1566)
Giovanni Pietro Thomaso di Noto, mastro calzolaio, luterano († arso vivo, autodafé, Palermo, Piano della Marina, 26 dicembre 1566)
Matteo de Amodeo alias lo Ruffiano, di Siracusa, luterano, († arso vivo, Piano della Marina, 26 dicembre 1566)
Bernardo Brescaglia di Modena, calzolaio, luterano († impiccato e arso, autodafé, piazza San Domenico, Bologna, 18 gennaio 1567)[7][8][2]
Baldassarre (forse d'Anna[9]) di Giovanni, da S. Maria del Gallo o da Venezia, pittore, luterano († impiccato e arso, piazza San Domenico, Bologna, 18 gennaio 1567)[7][8][2]
Martino Fani (o Marino de Furno[8]), ciabattino, luterano († impiccato e arso, piazza San Domenico, Bologna, 18 gennaio 1567)[2]
Giorgio Olivetto, luterano († arso vivo, Roma, 27 gennaio 1567)
Publio Francesco Spinola, umanista, riformista († annegato, Venezia, Canale dell'Orfano, 31 gennaio 1567)
Domenico Zocchi di Treviso, apostasia giudaica († impiccato e arso, Roma, piazza Giudia, 1º febbraio 1567)
Marco Magnavacca, riformista, evangelico († strangolato e arso, Modena, 16 febbraio 1567)
Girolamo Landi di Fondi, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 25 febbraio 1567)
Bernardo Rasola (o Rasala) da Milano o da Locarno, detto dalle Agocchie, luterano († arso vivo, Bologna, 22 marzo 1567)[10][11]
Gregorio Perini di Arezzo, frate, luterano († impiccato e arso, Roma, 23 giugno 1567)[10]
Pellegrino Righetti, luterano († impiccato e arso, Bologna, 5 settembre 1567)[10][11][7]
Pietro Antonio da Cervia, pittore, luterano († impiccato e arso, Bologna, 5 settembre 1567)[10][11][7]
Pietro Carnesecchi, umanista, riformista evangelico, (decapitato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 1º ottobre 1567)
Giulio Maresio, di Cividale del Friuli, francescano, riformista relapso († decapitato e arso, presso Castel Sant'Angelo, 1º ottobre 1567)
Alessandro Panzacchi, merciaio, protestante († arso vivo, Bologna, 8 ottobre 1567)[11][7]
Giorgio da Udine, protestante († arso vivo, Bologna, 8 ottobre 1567)
Luca di Faenza († 1568)
Thomas Szük († 1568)
Riccardo Perucolo, mastro pittore, protestante († arso vivo, Conegliano, marzo 1568)
Andries Jacobs (o Adriaen Jacobsen), anabattista, figlio di Jacob Dirks, († arso vivo, Anversa, 10 marzo 1568)
Hans Jacobs, anabattista, figlio di Jacob Dirks, († arso vivo, Anversa, 10 marzo 1568)
Jacob Dirks, anabattista, († arso vivo, Anversa, 10 marzo 1568)
Matteo Rondinini di Faenza, protestante († arso vivo, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 10 maggio 1568)
Girolamo Bertoni di Faenza, protestante († arso vivo, Roma, 10 maggio 1568)
Francesco Stanga di Faenza, protestante († impiccato e arso, Roma, 10 maggio 1568)
Matteo dalle Tombe di Faenza, protestante († impiccato e arso, Roma, 10 maggio 1568)
Lorenzo da Mugnano di Barbera della Marca, protestante († impiccato e arso, Roma, 10 maggio 1568)
Giambattista di Ripatransone, protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1568)
Bastiano de Paris di Ferrara, luterano († impiccato e arso, Bologna, 9 ottobre 1568)[12]
Silvio Lanzoni di Mantova, luterano († arso vivo, Bologna, 9 ottobre 1568)[10][12][7]
Antonino Nicolino di Guardia Piemontese, valdese († arso vivo, autodafé, Messina, 28 novembre 1568)
Pietro Gelosi di Spoleto, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 6 dicembre 1568)
Marcantonio Verotti di Venezia, calvinista († impiccato e arso, Roma, 6 dicembre 1568)
Francesco Castellani di Venezia, luterano († impiccato e arso, Roma, 6 dicembre 1568)
Pieter Pieters di Asperen, Olanda, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 26 febbraio 1569)
Adriaen Willemsz, anabattista, († decapitato, Vianen, Olanda, 22 marzo 1569)
Luca Bertoni di Faenza, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 28 febbraio 1569)
Willem Jansz di Durgedam, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 12 marzo 1569)
Quirijn Jansz di Utrecht, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 12 marzo 1569)
Cornelis Jansz di Haarlem, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 12 marzo 1569)
Jan van Ackeren di Ypres, anabattista († arso vivo, Anversa, Grote Markt (Piazza del Mercato Grande), 2 aprile 1569)
Jan de Timmerman di Courtrai, anabattista († arso vivo, Grote Markt, 2 aprile 1569)
Baltasar de Rosieres di Tournai, anabattista († arso vivo, Grote Markt, 2 aprile 1569)
Filippo Borghese di Siena, luterano († decapitato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 2 maggio 1569)
Giovanni Maria de Blasii, luterano († impiccato e arso, presso castel Sant'Angelo, 2 maggio 1569)
Aelken Jans, anabattista, († arsa viva, Middelburg, 2 maggio 1569)
Dirk Willems, anabattista († arso vivo, Olanda, 16 maggio 1569)
Camillo Ragnolo di Faenza, dottore in legge, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 25 maggio 1569)
Bartolomeo Bartocci di Città di Castello, commerciante, calvinista († arso vivo, presso Castel Sant'Angelo, 25 maggio 1569)
Alberto Boccadoro, francese, († arso vivo, presso Castel Sant'Angelo, 25 maggio 1569)
Francesco Cellario di Lacchiarella, alias Iacomo della Chiarella, pastore protestante († arso vivo, presso Castel Sant'Angelo, 25 maggio 1569)
Jasper de Taschringmaker (o Jaspar Hermansz), anabattista, († arso vivo, Anversa, 22 giugno 1569)
Pietro Arnaldo di Angers, francese, abitante a Palermo merciaio, luterano, dommatizzante († arso vivo al Piano Ucciardone, autodafé, Palermo, Piazza Nova del Cassaro, 26 giugno 1569)
Pietro Angelo Musco di Rixoles in Calabria, residente a Messina, argentiere, luterano († impiccato e arso al Piano Ucciardone, 26 giugno 1569)
Camilla Caccianemici, moglie di Camillo Ragnolo, protestante († impiccata e arsa, Faenza, in fronte alla chiesa di sant'Andrea in Panigale, 23 agosto 1569)
Pagolo Veloccio, di Spalano protestante († impiccato e arso, Roma, 24 agosto 1569)
Giovan Battista Sambeni, anabattista († annegato in laguna, Venezia, 26 settembre 1569)
Maeyken Janssens van der Goes, anabattista, moglie di Jasper de Taschringmaker († arsa viva, Anversa, 22 novembre 1569)
Abraham Picolet, anabattista († arso vivo, Anversa, 22 novembre 1569)
Hendrik van Etten, anabattista († arso vivo, Anversa, 22 novembre 1569)
Pietro Arrigoni, "eretico perfidissimo", († arso, Bologna, 29 novembre 1569 o, secondo alte fonti[13], 4 febbraio 1570)[7]
Sante N.?, zingaro, "eretico perfidissimo", († arso, Bologna, 29 novembre 1569 o, secondo alte fonti[13], 4 febbraio 1570)[7]
Arnaldo di Santo Zeno, frate († 1570)
Gian Matteo di Giulianello da Paola, protestante († impiccato e arso, Roma, 25 febbraio 1570)
Niccolò Franco, scrittore, libellista antipapale, eretico († impiccato, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 11 marzo 1570)
Giovanni di Pietro Mançon, francese, protestante († impiccato e arso, Roma, 13 maggio 1570)
Giacomo N.? da Como, luterano, ma forse sodomita († arso, Bologna, 27 maggio 1570)[7]
Antonio della Pagliara, latinizzato Aonio Paleario, umanista, protestante († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 3 luglio 1570)
Altinio Paltoni, protestante († impiccato e arso, Roma, 8 luglio 1570)
Sigismondo Arquer, eretico, († arso vivo, Toledo, 4 giugno 1571)
Gerrit Cornelisz, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 26 giugno 1571)
Adriaen Jacobs, anabattista di Dordrecht, († decapitato, Klundert, ottobre 1571)
Giovanni Antonio di Jesi, protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1571)
Girolamo di Pesaro, protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1571)
Pietro Paolo di Moranzano protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1571)
Anneken Jans, anabattista († arsa viva, Middelburg, Zelanda 3 dicembre 1571)
Alessandro Jechil, di Bassano, anabattista († arso vivo, Venezia, 22 dicembre 1571)
Geronima Guanziana di Valencia, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 9 febbraio 1572)
Dianora Guanziana di Valencia, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, 9 febbraio 1572)
Isabella Vidal di Montpellier, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, 9 febbraio 1572)
Dianora Vidal di Montpellier, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, 9 febbraio 1572)
Domenico della Xenia di Marsala († impiccato e arso, Roma, 9 febbraio 1572)
Teofilo Panarelli di Monopoli, protestante († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 22 febbraio 1572)
Alessandro di Giulio di Capua, protestante († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 15 marzo 1572)
Giovanni di Campagnano, alias Mezzalibra, protestante († impiccato e arso, Roma, 15 marzo 1572)
Adriaenken Jans, anabattista, († strangolata e arsa, Dordrecht, 28 marzo 1572)
Jan Woutersz, anabattista, († strangolato e arso, Dordrecht, 28 marzo 1572)
Giacomo Cortes, di Tropea, sacerdote († strozzato e arso all'Ucciardone, autodafé, Palermo, Piano dei Bologni, 1º giugno 1572)
Girolamo Pellegrino di Napoli, riformista († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant'Angelo, 19 luglio 1572)
Adriaen Rogiers, anabattista, († arso vivo, Gand, 4 dicembre 1572)
Martin van den Straeten, anabattista, († arso vivo, Gand, 4 dicembre 1572)
Mattheus Bernaerts, anabattista, († arso, Gand, 4 dicembre 1572)
Dingentgen van Hondschoote, anabattista, († arso, Gand, 4 dicembre 1572)
Antenore Gherlinzano (o Ghirlingano[13] o Gerlinzani[7]), pittore, luterano († arso, Bologna, 9 dicembre 1572)[10]
Adriaen van Daele, anabattista, († arso, Anversa, 17 febbraio 1573)
Adriaen de Hoedemaker (o Adriaen van den Zwalme), anabattista, († arso, Bruges, 7 agosto 1573)
Demetrio Madafari, di Pontedattilo in Calabria, († strangolato e arso all'Ucciardone, autodafé Palermo, Piano dei Bologni, 17 agosto 1573)
Cathalijne Claes, anabattista, figlia ventiquattrenne di Lieven Claes († arsa, Gand, 3 dicembre 1573)
Suzanneken Claes, anabattista, sorella venticinquenne di Cathalijne († arsa, Gand, 3 dicembre 1573)
Alessandro di Giacomo († 1574)
Benedetto Thomaria († 1574)
Jacob Antheunis, anabattista († arso, Anversa, 22 maggio 1575)
Nicolaes de Stevele di Armentières, (o Claes d'Armentières), anabattista († arso, Anversa, 7 ottobre 1575)
Francesco Giovanni Porcaro, di Calascibetta in Calabria, residente a Messina, argentiere, luterano († arso all'Ucciardone, autodafé, Palermo, Bocceria Vecchia, 1576)
Michiel Willems, tessitore, anabattista († arso, Gand, 19 luglio 1576)
Barbele Pieters, moglie di Michiel Willems, anabattista († decapitata, Gand, 19 luglio 1576)
Lippijntgen Roetsaerts, anabattista († decapitata, Gand, 19 luglio 1576)
Jossyne Bornaige, anabattista († decapitata, Gand, 19 luglio 1576)
Francisco de la Cruz, domenicano (Lima, 1578)
Giacomo Saliceti, di Bologna, eretico († arso, Bologna, 30 aprile 1579)[7][13][14][15]
Pompeo di Ascanio Loiani, eretico († arso, Bologna, 13 giugno 1579)[10]
Aurelio di Bartolomeo Nannarini o Nannara o Tanara, studente, († impiccato e arso, Bologna, 29 agosto o 29 ottobre 1581)[16][7]
Antonino Cavalcante, alias Renduni, di Cosenza, argentiere, luterano († arso, autodafé, Palermo, Piano Bologni, 10 agosto 1582)
Borro d'Arezzo, luterano, († arso, 7 febbraio 1583)
Diego López, luterano, († arso, 18 febbraio 1583)
Domenico Danzarelli, luterano, († arso, 18 febbraio 1583)
Prospero d'Imperatore d'Africa, di Barberia, luterano († strangolato e arso, Campo dei Fiori, Roma, 18 febbraio 1583)
Gabriel Enriquez, portoghese, luterano († arso, Campo dei Fiori, 18 febbraio 1583)
Alessandro Ghedini (o Gandini), eretico, († impiccato e arso, Bologna, 2 aprile 1583)[17][16]
Ludovico Moro, luterano, († arso, 10 luglio 1583)
Camillo Lomaccio, frate, luterano († strangolato, carcere Tor Nona, Roma 23 luglio 1583)
Giulio Carino, frate, luterano († strangolato, carcere Tor Nona, 23 luglio 1583)
Leonardo di Andrea, luterano († strangolato, carcere Tor Nona, 23 luglio 1583)
Pietro Benato, luterano († arso, 26 aprile 1585)
Giacomo Paleologo, umanista, domenicano, antitrinitario († decapitato nel carcere Tor Nona e poi arso in Campo dei Fiori, Roma, 22 marzo 1585)
Hans Aichner, hutterita, († decapitato e bruciato, Berkhausen, 13 agosto 1585)
Wolf Raufer, hutterita, († decapitato e bruciato, Berkhausen, 13 agosto 1585)
Jörg Bruckmaier, hutterita, († decapitato e bruciato, Berkhausen, 13 agosto 1585)
Giovanni Simone Francano o Franzano, lombardo († arso, autodafé Palermo, 1º maggio 1586)
Girolamo Donzellini, medico, luterano († affogato, Venezia, fine marzo 1587)
Claudio Textor, di Pont-de-Vaux, calvinista († affogato, Venezia, 18 aprile 1587)
Annibale Capello, sacerdote, polemista antipapale, eretico († mutilato e impiccato, Roma, 14 novembre 1587)
Ercole (o Ettore) N. da Tollè, dava rifugio ad un eretico († impiccato, Bologna, 28 novembre 1587)[10][17][16]
Francesco Casalini, luterano, sodomita e ladro († impiccato e arso, Bologna, 30 gennaio 1588)[17]
Fr.? Cattolini da Colmegna, luterano e sodomita († impiccato e arso, Bologna, 29 febbraio 1588)[18]
Vincenzo Murini (o Marini), luterano e sodomita († impiccato e arso, Bologna, 8 novembre[17] o 8 ottobre 1588[18])
Michiel Buyse, anabattista († strangolato ed esposto, castello di Gravensteen, Gand, 13 aprile 1589)
Joos de Tollenaere, anabattista († strangolato ed esposto, castello di Gravensteen, 13 aprile 1589)
Joosyne Swyntz, anabattista († strangolata, castello di Gravensteen, 13 aprile 1589)
Antonio N.?, luterano († impiccato e arso, Bologna, 15 aprile 1589)[18]
Vincenzo di Petronio Sega, luterano († impiccato e arso, Bologna, 15 aprile 1589)[18]
Giacomo Bruto, piemontese († arso, autodafé Palermo, 28 ottobre 1591)
Ercole Manfredini, "per sacrilegi errori che per rispetto si tacciono" († arso, Bologna, 27 aprile 1593)[17]
Antonio Garetti, "per sacrilegi errori che per rispetto si tacciono" († arso, Bologna, 27 aprile 1593)[17]
Francesco del Buso, "per sacrilegi errori che per rispetto si tacciono" († arso, Bologna, 27 aprile 1593)[17]
Gerardo Santi (detto Gherro), "per sacrilegi errori che per rispetto si tacciono" († arso, Bologna, 27 aprile 1593)[17]
Francesca Nannini, "per sacrilegi errori che per rispetto si tacciono" († arsa, Bologna, 27 aprile 1593)[17]
Elisabetta Nannini, "per sacrilegi errori che per rispetto si tacciono" († arsa, Bologna, 27 aprile 1593)[17]
Orazio Bargellini, accusato di aver sfregiato un crocefisso († giustiziato, Bologna, maggio 1593)[19][20]
Allegro, ebreo, accusato di aver "gravi peccato da scontare" († battezzato, poi giustiziato, Bologna, maggio 1593)[19][20]
Aeltjen Baten, anabattista († affogata, Liegi, fine ottobre 1593)
Maeyken Wouters, anabattista († affogata, Liegi, fine ottobre 1593)
Francesco Gambonelli († 1594)
Marcantonio Valena († 1594)
Francesco Pucci († decapitato e arso, Roma, 5 luglio 1597)
Celestino da Verona (Giovanni Antonio Arrigoni), frate cappuccino, eretico relapso e ostinato († arso vivo, Roma, piazza Campo de' Fiori, 16 settembre 1599)
Giordano Bruno, domenicano, filosofo, scrittore, eretico ostinato († arso vivo, Roma, piazza Campo de' Fiori, 17 febbraio 1600)
Domenico Scandella detto Menocchio († Pordenone, 1600)
Maurizio Rinaldi († 1600)
Bartolomeo Coppino († 1601)
Jan Tyskiewicz, unitariano († arso vivo, Varsavia, 16 novembre 1611)
Roberto Fedeli, da Rimini, libellista antipapale, eretico († decapitato, Roma, 26 agosto 1614)
Margherita Cherubina alias Arabia, di Pellegret in Turchia, schiava di Francesco Lombardo di Palermo, islamizzante († arsa viva, autodafé Palermo, 11 febbraio 1617)
David Chenich, di Longosol nella Turingia, calvinista († arso vivo all'Ucciardone, autodafé Palermo, chiesa di S. Domenico, 4 giugno 1617)
Assuero Bisbiach (o Busbrach), di Serbardmit (Colonia), anabattista, viaggiatore tedesco († impiccato e arso, autodafé Bologna, 5 novembre 1618)[21][22]
Sebastiano Chine, anabattista, dello Juclan (Magonza), abitante a Troina, barbiere († impiccato e arso, autodafé Palermo, 9 dicembre 1618)
Arnaldo da Tolosa (o Arnaldo Tronceus), di Firenze, agostiniano, († impiccato e arso, Palermo, 9 dicembre 1618)
Giulio Cesare Vanini, ateo († taglio della lingua, strangolato e arso, Tolosa, 9 febbraio 1619)
Vincenzo Giampietro, di Xamixon in Piccardia, Francia, abitante a Siracusa, frate eremita di anni cinquanta († arso vivo, autodafé Palermo, Piano Bologni, 12 dicembre 1621)
Antonio Montenegro, sacerdote, scrittore anticlericale († decapitato, Roma, Tor di Nona, 21 giugno 1623)
Geremia Rosselli, di Metz, Lorena, Francia, anni 28, calvinista, apostata († arso, autodafé Palermo, 13 febbraio 1628)
Francesco Manzoli, marchese, scrittore anticlericale († decapitato, Roma, 30 novembre 1636)
Antonio de Acunha, di Arronches, Portogallo, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
Antonio Corderes, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
Diego López de Fonseca, di Badajoz, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
Manuel Baptista Pérez, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
Manuel de la Rosa, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
Diego La Matina, agostiniano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano S. Erasmo, 17 marzo 1658)
Vincenzo Scatolari, scrittore anticlericale, eretico († impiccato, Roma, 2 agosto 1685)
Beatriz Kimpa Vita, profetessa congolese, fondatrice del movimento cristiano degli "Antoniani", († arsa a Evululu, Congo, 1706)
Filippo Rivarola, abate, libellista antipapale, eretico († decapitato, Roma, 4 agosto 1708)
Gaetano Volpini, abate, scrittore, eretico († decapitato, Roma, 3 febbraio 1720)
Maria Barbara Carillo, di Jaen, Andalusia, giudaizzante, di anni 95 († arsa viva, Madrid, 18 maggio 1721)
Geltruda Maria Cordovana, benedettina, strega († arsa viva, autodafé, Piano della Marina, Palermo, 6 aprile 1724)
Romualdo di Sant'Agostino (Ignazio Barberi), agostiniano, quietista († arso vivo, Piano della Marina, 6 aprile 1724)
Enrico Trivelli, scrittore, eretico († decapitato, Roma, 23 febbraio 1737)
Cayetano Ripoll, maestro di scuola, deista († impiccato, Valencia, 31 luglio 1826)[23]
view post Posted: 9/1/2023, 20:26 Il rapimento di Emanuela Orlandi. Intrecci tra Vaticano e banda De Pedis - Storia e Controstoria
Emanuela Orlandi, il Vaticano riapre il caso: nuove indagini

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Il caso di Emanuela Orlandi si arricchisce di un nuovo capitolo. Il promotore della Giustizia Vaticana Alessandro Diddi avvierà nuove indagini in relazione alla scomparsa della 15enne avvenuta a Roma nel giugno 1983. L'iniziativa è legata a una serie di istanze presentate in passato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.


Il legale della famiglia: "Da un anno chiedevamo di essere ascoltati" "Noi ne siamo all'oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati", ha affermato la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò. "Avevo scritto al Papa il quale, rispondendomi, mi aveva indicato di avere un confronto con il procuratore generale. Lo abbiamo subito chiesto", aveva affermato a luglio 2022 l'avvocato, riferendo che per questo si era attivata con il promotore di Giustizia "a gennaio", quindi esattamente un anno fa. La lettera inviata dagli Orlandi al Pontefice risalirebbe invece a fine 2019, secondo la documentazione raccolta nel sito dedicato alla vicenda di Emanuela Orlandi.

A quasi 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, l'obiettivo degli inquirenti è quello di "scavare", riprendendo documenti e testimonianze. Come riporta l'Adnkronos, si ripartirà dai dati acquisiti durante il processo e si seguiranno nuove piste e vecchie indicazioni all'epoca non troppo approfondite.

Il fratello: "In Vaticano c'è chi sa tutto" "Da tantissimi anni chiediamo una collaborazione per arrivare a una soluzione finale. Che vengono aperte le indagini è una cosa molto positiva, finalmente forse ci potrà essere una collaborazione tra lo Stato italiano e lo Stato vaticano visto che, poco tempo fa, è stata fatta una proposta per aprire un'inchiesta parlamentare". A dirlo è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a Rainews24 dopo la riapertura delle indagini.

"Mi auguro di essere convocato e di poter verbalizzare. È una cosa che chiedo da tantissimo tempo con l'avvocato Laura Sgrò", ha spiegato Orlandi che ha raccontato, inoltre, di non aver parlato con nessuno del Vaticano e di aver appreso la notizia dalle agenzie. "Voglio andarci con i piedi di piombo - ha detto -. Sono disponibile e spero di essere ascoltato quanto prima perché nel tempo avrei voluto parlare con loro per i tanti elementi emersi in questi ultimi anni". Orlandi ha aggiunto che "ci sono cose importanti come i messaggi whatsapp del 2014 che mi sono arrivati tra due persone molto vicine a papa Francesco che parlano di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela".


Il fratello della ragazza si è augurato di "arrivare a una soluzione. La verità c'è, sta da qualche parte sta e molte persone la conoscono". Secondo Orlandi, "in Vaticano ci sono persone a conoscenza di tutto. Ci sono situazioni mai volutamente approfondite. Forse per la prima volta il Vaticano ha deciso di mettere un punto chiave, di arrivare a una soluzione".

Obiettivo trasparenza L'iniziativa della magistratura vaticana risponde a quella "ricerca della verità e della trasparenza" voluta fortemente da Papa Francesco. Le nuove indagini potrebbero rivelare dettagli importanti anche sulla vicenda della coetanea Mirella Gregori, scomparsa sempre nel 1983. Sul caso Orlandi nel corso degli anni ci sono state continue dichiarazioni da parte anche di Ali Agca, il turco che sparò a Papa Wojtyla, e che recentemente aveva denunciato la presenza di un dossier segreto in Vaticano sulla ragazza rapita nel 1983.

Il caso Orlandi anche nel libro di mons. Georg Gaenswein C'è anche il "mistero di Emanuela Orlandi" nel libro che sta facendo scalpore "Nient'altro che la verità" di monsignor Georg Gaenswein e che in queste ore ha incontrato Papa Francesco (forse in relazione proprio alle sue recenti dichiarazioni). "Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi - scrive il segretario personale di Benedetto XVI - per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste". "Ovviamente, nel contesto del Vatileaks - prosegue l'arcivescovo tedesco - non poteva mancare l'aggancio con la terribile vicenda del sequestro di Emanuela Orlandi, che da decenni riemerge periodicamente sulla stampa, con rivelazioni più o meno attendibili e significative". Conclude mons, Gaenswein: "Le dichiarazioni di padre Lombardi rappresentarono la ricostruzione più autorevole sulla quale basare qualsiasi presa di posizione: 'La sostanza della questione è che purtroppo non si ebbe in Vaticano alcun elemento concreto utile per la soluzione del caso da fornire agli inquirenti'".
view post Posted: 28/10/2022, 15:06 Vatican girl, la serie di cui il vaticano ha paura - Attualità
"Il Vaticano ha paura di questa serie": parla il fratello di Emanuela Orlandi e accusa i tre papi

fonte: https://www.today.it/attualita/pietro-orla...intervista.html

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I manifesti con il volto della cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 tappezzano tutta Italia da giorni. Il motivo? Una serie uscita ora su Netflix fa riaccendere i riflettori sul caso Emanuela Orlandi, ancora oggi pieno di dubbi. Il fratello Pietro Orlandi racconta a Today.it i dettagli inediti della vicenda.

Quando incontrai per la prima volta la produzione, ormai tre anni fa, nessuno sapeva niente. Era proprio Netflix che lo vietava. Mi chiama una persona interna al Vaticano e mi dice: ‘Ma Pietro, ma per caso stai partecipando a un documentario sulla storia di Emanuela?’. Io negai e chiesi perché. ‘Perché in Vaticano gira questa voce…c’è un po’ di allarme, hanno paura di qualcosa’". A parlare a Today.it è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, a soli 15 anni. Un caso ancora avvolto nel mistero, che oggi torna al centro del dibattito pubblico per via dell’uscita - il 20 ottobre scorso - di una docu-serie su Netflix dal titolo "Vatican girl".

La ragazza vaticana, ma anche la ragazza (rapita dal) Vaticano: è proprio questa la tesi portata avanti nelle quattro puntate. "Mentre in Italia cercavano di mettere la storia a tacere - ci spiega Pietro - ora andrà in onda in tutto il mondo. In 160 Paesi in contemporanea. E questa secondo me sarà davvero la svolta".

Non si sa se questa nuova attenzione mediatica riuscirà addirittura a far riaprire l’inchiesta giudiziaria, archiviata da anni: "Difficile - dichiara Pietro Orlandi - finché non trovo un magistrato che si vuole mettere di punta e ricominciare da capo per arrivare a capire. Finora non c’è stato. Qualcuno ci ha provato, come Capaldo. Che però poi è stato estromesso dal caso… Ci vuole qualcuno libero e indipendente. Sai quante volte mi sono sentito dire: 'C'è il Vaticano di mezzo, io non mi impiccio'. Nel mondo della politica, dei media, della magistratura, addirittura nel mondo della criminalità mi hanno ripetuto questa frase. Perché ricorda: il Vaticano fa comodo a tutti e tutti fanno comodo al Vaticano".

"Un prelato ci ha provato": le novità sulla pista sessuale

La vera rivelazione del documentario è quella della compagna di scuola di Emanuela, che parla per la prima volta e racconta di un prelato che si era avvicinato a Emanuela Orlandi pochi giorni prima della sua sparizione. "Questa ragazza l’avevo conosciuta quando era piccola - racconta Pietro - Anche nelle ricerca delle amicizie non me le ricordavo, poi ho ritrovato una sua cartolina. Una persona molto chiusa e timorosa. L’ho convinta perché è una cosa molto importante. Raccontò che mentre stava nei giardini vaticani, nella nostra solita tranquillità, una persona molto vicino al Papa ci ‘aveva provato’. Con un riferimento alla sfera sessuale".

Gli inquirenti non l’hanno mai ascoltata perché, secondo il fratello della ragazza scomparsa, "probabilmente gli inquirenti hanno sempre fatto riferimento alla lista di amicizie del Vaticano o della scuola di musica. Ce ne erano talmente tante! E questa amica dei tempi delle elementari era rimasta fuori…E credo che Emanuela scelse proprio lei per fare questa confessione proprio perché non apparteneva all’ambiente vaticano". Di sicuro, Emanuela non ha mai fatto riferimento a questo episodio con la sua famiglia, “Non avrebbe mai potuto - afferma Pietro - Mio padre l’avrebbe presa per pazza! Calcola che mio nonno entrò in Vaticano nel 1920, mio padre è nato là dentro. Lì si forgia l’ambiente vaticano, che è in un certo modo. Non avrebbe mai avuto il coraggio".

Dunque la pista della pedofilia acquista con questi dettagli una nuova importanza. "Emanuela doveva sapere per forza chi era - dice indignato Pietro - Una persona vicina al Papa non esisteva che non sapesse chi era, conoscevamo veramente tutti. L’amica testimone dice di non ricordarsi il nome…Forse ha paura a dirlo. Parliamo dell’83, quindi la pedofilia all’interno della Chiesa era veramente un tabù. Era tutto blindato. Anche se le cose già succedevano. Vi racconto un episodio di pochi anni fa, cinque o sei al massimo. Io incontrai un ex funzionario della gendarmeria vaticana che conoscevo molto bene. Mi disse: ‘Noi come gendarmeria, appena saputo della scomparsa di Emanuela, siamo andati subito con la sua foto in mano dai quei tre, quattro cardinali che sappiamo che con i ragazzini…le ragazzine….’ Capite?!? Immagina, parliamo dell’83 e loro, con tutta tranquillità, sapevano benissimo quali era i cardinali…pedofili! Quel gendarme me l’ha detto chiaramente. Quel tentativo di approccio poteva anche servire forse per portare Emanuela da un’altra parte, o per ricattare qualcuno".
E quando chiediamo dei nomi specifici il fratello di Emanuela non si tira indietro: "Beh, ci sono quei tre quattro cardinali che c’erano anche all’epoca. Ci sono persone, non ti dico di quella scena in particolare….Per esempio io sono convinto che il Cardinale Giovanni Battista Re è a conoscenza di alcuni fatti. E l'essere a conoscenza, rimanendo in silenzio, non è che li allontana dalle responsabilità". Non è ancora chiaro, perché proprio Emanuela, e non un’altra qualsiasi ragazza. Pietro ha una sua teoria su questo: "Perché era una cittadina vaticana, e ce n’erano pochissime. È l’unica cittadina vaticana che sia stata mai rapita. Se te metti Emanuela in una situazione con una persona…E documenti quella scena, hai un ricatto molto forte, no?".

Il volto segnato da rughe d’espressione, ma gli occhi sempre vispi. Anche dopo ben 39 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, Pietro non ha mai smesso di cercare la verità. "Viva o morta la ritroverò, giuro che la ritroverò", dice. Nonostante i depistaggi, il muro di gomma del Vaticano, i tentativi da più parti di insabbiare la storia. Ha dedicato la sua vita a questa storia: "Mi manca tutto di lei - confessa - Devo dire che eravamo legatissimi. Mi mancano anche le litigate, le prese in giro tra fratelli. Per me quando se ne è andata, rimane una giornata bruttissima. Faceva caldissimo, lei voleva che la accompagnassi a scuola di musica…E io quel giorno avevo un altro impegno e non la accompagnai. Mai avrei pensato di non rivederla mai più"

Ora non abita più in Vaticano, "ma Emanuela risulta ancora all’anagrafe vaticana come cittadina vaticana e come vivente. Io non ho voluto fare dichiarazioni di morte presunta”. “Il Vaticano è un mondo diverso e a parte - continua - I giardini vaticani erano come i nostri giardini di casa. Abbiamo avuto un’infanzia felicissima. Che poi, è come un piccolo paese…Ci abitava una decina di famiglie di dipendenti. Abbiamo fatto cose da ingenui come giocare a guardie e ladri con i gendarmi che ci correvano dietro. Varcavo quel cancello e mi sentivo a casa. Ci sembrava il luogo più sicuro al mondo. Per noi il Papa e la Chiesa erano il punto di riferimento. C’era la fiducia più totale, per anni e anni. Se un Pontefice ti dice: ‘sto facendo quanto umanamente possibile’. Cosa devi fare? Non gli credi?! Solo dopo abbiamo smesso di fidarci". La sua famiglia è da generazioni credente, ma ora hanno "perso tutti la fiducia nella chiesa".

Ma come è cambiata la quotidianità di Pietro dopo la scomparsa della sorella? "Io lavoravo allo Ior, la famosa banca vaticana. Sembra assurdo, sembro il raccomandato dei raccomandati perché Giovanni Paolo II mi ha messo lì. Sei mesi dopo la scomparsa di Emanuela, io stavo veramente male, stavo iniziando a uscire di testa, e papa Wojtyla venne a casa nostra. Mi propose quel lavoro. Disse: ‘Vuoi diventare il banchiere del Papa?’. Avevo 24 anni. Mio padre tirò un sospiro di sollievo perché era preoccupato per il nostro futuro. L’unico che non voleva era Marcinkus. Poi qualche anno fa mi hanno pre pensionato. Pensavano di togliermi di torno, non capendo che da quel momento invece sarei stato più libero".

Quando gli chiediamo se questo sia mai stato un tentativo di "corruzione" per comprare il suo silenzio, lui controbatte che aveva "dei dubbi solo dell’insistenza dell’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus a non prendermi. Era lui che diceva ‘Ma il fratello di Emanuela…chissà cosa diranno? Questo è uno dei mille dubbi di questa storia…".

C’è stato poi un momento più duro degli altri in questo lungo periodo: "Di momenti di illusione di aver ritrovato Emanuela viva ce ne sono stati tanti in questi 39 anni. Però, quello in cui noi eravamo veramente convinti di andare a riprendere mia sorella risale al 1993, cioè 10 anni dopo la scomparsa. Quella volta io, mia madre e mio padre ci recammo in Lussemburgo perché da segnalazioni attendibili e da foto che ci erano arrivate, sembrava che Emanuela fosse tenuta all’interno di un convento di suore di clausura. Quindi partimmo non con l’intenzione di andare a verificare ma di andare finalmente a riabbracciare Emanuela. Con noi c’era tutto il gruppo di inquirenti che indagava sulla scomparsa di mia sorella, tra cui: il giudice Adele Rando e il capo della squadra mobile di Roma Nicola Cavaliere. Furono proprio loro a portarci presso la questura di Lussemburgo. Gli stessi magistrati erano convinti che stavolta era fatta, che avevamo tutti insieme ritrovato Emanuela e noi ovviamente eravamo al settimo cielo per la gioia al punto che mentre mia madre era nella stanza dove c’era questa suora che avrebbe dovuto essere Emanuela, io insieme al dottor Cavaliere mi misi al telefono con tutti i giornalisti italiani dicendo loro ‘preparatevi che torniamo in Italia con mia sorella’. Questo per dire che non avevamo dubbi, quella volta eravamo veramente convinti di averla ritrovata. E invece appena mia madre tornò dall’incontro capii subito dalla sua faccia disperata che quella suora purtroppo non era Emanuela. Da momento più felice della vita, si trasformò nel più triste".

Il silenzio assordante del Vaticano, per ben tre pontificati

Dall’83 a oggi si sono succeduti ben tre Papi e la verità ancora non è emersa. Ma ci sono state differenze negli atteggiamenti di Wojtyla, Ratzinger e Francesco? A dire di Pietro poche, visto il minimo comune denominatore del muro di gomma. "Wojtyla - afferma il fratello di Emanuela - è quello che per primo ha fatto calare il silenzio e l’omertà su questa storia. Nonostante sia stato lui a creare il caso mediatico. Perché quando dal balcone ha ricordato Emanuela, ha parlato di ‘responsabili’. Io fino a quel momento avevo paura di ritrovarmi Emanuela morta dietro un qualsiasi cespuglio. Fu proprio Wojtyla a parlare di Emanuela viva. In uno dei bollettini dell’angelus dove c’è una sorta di scaletta di ciò che farà il Papa, c’era scritto: ‘Sequestro di persona: il Papa si rivolgerà ai famigliari…’ Sono loro stessi a parlare di sequestro di persona!". In effetti, l’immagine di Giovanni Paolo II ne esce davvero male da questa serie. Ma, secondo Pietro Orlandi: "Meglio di come è nella realtà”.

Con Ratzinger le cose non cambiano. "Ratzinger ha fatto come Pilato - se ne è lavato completamente le mani. All’epoca stava quasi sempre a cena con Wojtyla, era cardinale e il suo braccio destro. Non poteva non sapere niente. Nel suo pontificato non ha mai accennato a questa storia. Sul finale però secondo me lui ha cercato di mettere un punto, quando l’ex magistrato che si occupava dell’inchiesta, Capaldo, ebbe nel 2012 un incontro con delle persone del Vaticano. Loro chiedevano un favore alla Procura: che De Pedis venisse tolto dai riferimenti con il Vaticano perché la cosa imbarazzava la Chiesa. E in cambio avrebbero dato una mano sul caso Orlandi".

Un momento molto basso, che ancora oggi non è mai stato raccontato con precisione. "Questi due emissari - incalza Pietro - Capaldo li incontrava sempre in procura ed era presente anche un’altra magistrata, la dottoressa Maisto (la magistrata è morta il 25 ottobre 2022 ndr). Gli emissari dissero che erano disposti a consegnare come ‘scambio’ un fascicolo, che conteneva alcuni dei nomi che erano stati coinvolti. L’esistenza di quel fascicolo c’è. A ribadirlo è anche il Corvo, l’informatore dell’inchiesta Vatileaks. Disse che sulla scrivania di Padre Georg, segretario di Ratzinger, c’era una cartellina con scritto ‘rapporto Emanuela Orlandi’. Quindi esiste un fascicolo. E probabilmente Giani, il comandante della gendarmeria era stato incaricato di preparare quel fascicolo. A Capaldo, che chiedeva solo notizie da dare a noi risposero: ‘Le faremo sapere…’".

Gli elementi della 'trattativa', dunque, erano questi: "La Chiesa avrebbe ridato i resti di Emanuela e in cambio la Procura avrebbe dovuto inventare una storia verosimile per togliere tutti i sospetti del Vaticano dal caso. La verità in pratica non doveva mai uscire per loro… Nel 2012 Capaldo fece una dichiarazione pubblica dicendo che c’erano persone in Vaticano a conoscenza dei fatti e disse che non riteneva necessario riaprire la tomba. Subito dopo Capaldo venne fatto fuori dal caso. Il Procuratore di Roma Pignatone si dissocia da quelle dichiarazioni, gli toglie l’inchiesta e la avoca a sé. Per quanto riguarda la tomba, la aprì. In pratica, fece tutto quello che chiedeva la Chiesa, senza niente in cambio per giunta. Archiviò tutto. E dov’è finito ora Pignatone?! Ha finito il mandato due anni fa in Procura di Roma e Papa Francesco lo ha promosso a presidente del Tribunale Vaticano", dice Pietro senza mezzi termini.

Poi, dopo Ratzinger, è stato il momento di Papa Francesco. "Io l’ho incontrato la prima volta - narra il fratello di Emanuela - una quindicina di giorni dopo la sua elezione. Nella parrocchia di Emanuela, tra l’altro: la parrocchia di Sant’Anna. Eravamo io e mia madre e lì ci disse quella famosa frase: ‘Emanuela sta in cielo’. E non aggiunse altro. Francesco ha alzato il muro più di altri e lui è a conoscenza dei fatti. Lo sostengo perché nel tempo c’è stato un incontro con Ratzinger, che aveva fatto fare da tre cardinali una sorta di Dossier delle situazioni particolari in Vaticano, riservato. Nessuno lo sa, ma non poteva certo mancare il caso Orlandi in quelle 300 pagine consegnate a mano da Ratzinger a Bergoglio".

Abbiamo chiesto a Pietro Orlandi cosa direbbe a Papa Francesco, se potesse parlare direttamente con lui. Ecco la risposta: "Chiederei a Papa Francesco perché ci ha detto a me e mia madre che Emanuela è morta. Quando ad inchiesta aperta non si aveva la prova né della vita né della morte. Vorrei dirgli di liberarsi veramente la coscienza, perché se tu costruisci una casa sul fango, prima o poi crolla tutto. Perché sono convinto che se la verità su Emanuela dovesse venire fuori senza il vostro aiuto e nel vostro silenzio e dovesse venir fuori che c’è stata una vostra responsabilità e fino all’ultimo avete cercato di nascondere la verità… io vi assicuro che tutto il vostro mondo che va avanti da 2mila anni crollerebbe!".

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view post Posted: 26/10/2022, 12:48 Papa Francesco: "Anche suore e preti hanno il vizio online", il diavolo entra dal porno. - Attualità
Porno, Papa Francesco: "Anche suore e preti hanno il vizio online"

fonte: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/po...7-202202k.shtml

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"Cari fratelli, state attenti. Indebolisce l'anima", ha sottolineato il Pontefice in un incontro con i seminaristi che studiano a Roma

Sul porno Papa Francesco ha messo in guardia i seminaristi. "È un vizio che ha tanta gente, tanti laici, tante laiche, e anche sacerdoti e suore. Il diavolo entra da lì". In un incontro con i seminaristi che studiano a Roma, il Pontefice ha, quindi, sottolineato: "Non parlo soltanto della pornografia criminale come quella degli abusi dei bambini: questa è già degenerazione. Ma della pornografia un po' 'normale'. Cari fratelli, state attenti a questo".
Il Papa ha risposto a un seminarista che chiedeva al Papa come comportarsi con il mondo digitale e i social media. "Credo che queste cose si debbano usare, perché è un progresso della scienza, fanno un servizio per poter progredire nella vita", ha affermato. Poi ha ammesso: "Io non li uso perché sono arrivato tardi, sapete? Quando sono stato ordinato vescovo, 30 anni fa, me ne hanno regalato uno, un telefonino, che era come una scarpa, grande così, no?. Io dissi: 'No, questo non ce la faccio a usarlo'. E alla fine ho detto: 'Faro' una chiamata'. Ho chiamato mia sorella, l'ho salutata, poi l'ho restituito. 'Regalami un'altra cosa'. Non sono riuscito a usarlo. Perché la mia psicologia non andava o ero pigro, non si sa".

Ai giovani seminaristi, il Pontefice invece ha detto che i telefonini e tutti i dispositivi digitali vanno usati. "Voi dovete usarli, dovete usarli solo per questo, come l'aiuto per andare avanti, per comunicare: questo va bene". Poi ha aggiunto che occorre prestare attenzione per esempio a non perdere troppo tempo. Ma anche a non usarli come strumento per la pornografia. "C'è un'altra cosa, che voi conoscete bene: la pornografia digitale. Lo dico a chiare lettere. Non dirò: 'Alzi la mano chi ha avuto almeno un'esperienza di questo', non lo dirò. Ma ognuno di voi pensi se ha avuto l'esperienza o ha avuto la tentazione della pornografia nel digitale".

"Il cuore puro, quello che riceve Gesù tutti i giorni, non può ricevere queste informazioni pornografiche. Che oggi sono all'ordine del giorno. E se dal tuo telefonino tu puoi cancellare questo, cancellalo - ha indicato il Papa ai futuri sacerdoti -, così non avrai la tentazione alla mano. E se non puoi cancellarlo, difenditi bene per non entrare in questo. Vi dico, è una cosa che indebolisce l'anima. Il diavolo entra da liì: indebolisce il cuore sacerdotale". E ha concluso: "Scusatemi se scendo in questi dettagli sulla pornografia, ma c'è una realtà: una realtà che tocca i sacerdoti, i seminaristi, le suore, le anime consacrate. Avete capito? Va bene. Questo è importante".

Gli altri moniti del Pontefice: attenti a comodismo e carrierismo - Bergoglio ha chiesto ai futuri sacerdoti di essere sempre al servizio di Dio e della gente: "C'è una figura che sempre mi ha colpito, il sacerdote comodo, un po' il 'monsieur l'abbe'' delle corti francesi, un funzionario - voi che lavorate in curia state attenti! -, il sacerdote funzionario. Il sacerdote funzionario vive il sacerdozio come se fosse un impiego. È comodo, ha i suoi orari, questo spetta a me, questo no; E così con la crescita si trasforma in uno 'zitellone', con tante abitudini maniacali, è un nevrotico quotidiano. State attenti - ha avvertito Papa Francesco -, state attenti a questo. Non cercare la propria comodità; il sacerdozio è un servizio sacro a Dio". Ai seminaristi ha chiesto di stare attenti anche al carrierismo: "C'è un'altra cosa che accompagna questa comodità è la dimensione 'arrampicatrice', i sacerdoti arrampicatori, che fanno carriera. Per favore fermatevi, fermatevi. Perché l'arrampicatore alla fine è un traditore, non è un servitore. Cerca il proprio vantaggio e poi non fa niente per gli altri", ha ammonito il Papa.
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