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Il prete maltrattatore seriale di cani: "Li prende e li fa morire di fame", Civita Castellana: "prende cani di razza ma poi non se ne cura"

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view post Posted on 10/4/2024, 20:14

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Prete accumulatore seriale di cani, il veterinario: “Li prende, poi muoiono di fame”


10/04/2024
Prete accumulatore seriale di cani, il veterinario: “Li prende, poi muoiono di fame”


Prete accumulatore seriale di cani, il veterinario: “Li prende, poi muoiono di fame”. Un prete viterbese – ebbene sì, un uomo di chiesa – sarebbe il protagonista di una brutta storia di maltrattamenti sui cani che capitano sotto le sue grinfie.
A raccontarla è Marco Cianchella, un veterinario che lavora a Civita Castellana e si è dovuto occupare di persona delle condizioni di alcuni degli animali detenuti dal sacerdote.

Il veterinario: “Li prende, poi muoiono di fame”
Detenuti, non posseduti: molti dei cani sono infatti intestati ad altre persone, anche se è lui ad averli. “E’ una situazione che va avanti da molto tempo, sento parlare di questo personaggio da anni”, afferma Cianchella. Cosa accade? “Non si tratta di vere e proprie violenze, non li picchia ma neanche se ne prende cura”. Col risultato che alcuni di questi cani arrivano da lui “in condizioni di salute disastrose, disperate; uno è morto dopo una settimana di terapie, altri sono riuscito a salvarli”.

Prete accumulatore seriale di cani
Il veterinario descrive l’ecclesiastico come “una sorta di accumulatore, prende i cani dappertutto, sempre di razza, forse per esporli o allevarli, ma quando non gli può stare dietro li prende e li porta a casa di qualcuno chiedendo di tenerli e assicurando di prendersene cura, cosa che poi non avviene. Questo signore abita a Viterbo mentre i cani sono sparsi un po’ in tutta la provincia: Montefiascone, Teverina, Soriano”.
Sul caso è intervenuta anche l’Enpa (Protezione animali), con esposti alla Asl e alle forze dell’ordine: ci sono stati dei controlli, che però, per paradosso, non hanno evidenziato situazioni fuori norma.

Il veterinario: “Mi arrivano in fin di vita”
Il fatto è che “ci sono grandi carenze legislative, soprattutto nel Lazio: la detenzione di un animale a scopo privato non prevede direttive stringenti, per cui una volta che venga appurata la presenza di ciotole per il cibo, nessuno controlla che vengano anche riempite”. E così i malcapitati “mi arrivano in fin di vita, ridotti pelle e ossa, con piaghe e analisi del sangue disastrose, pieni di parassiti. Non è lui a chiamarmi, bensì le persone cui aveva chiesto di tenere i cani, i quali riferiscono che lui si rifiuta di chiamare un veterinario o di curarli”.
 
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