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Messe "abusive". Preti interdetti dalla diocesi di Reggio E., I monsignori vogliono il monopolio delle frottole e proibire quelle altrui

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view post Posted on 19/10/2023, 21:33

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Messe abusive, preti interdetti: “Stop anche ai sacramenti”
La diocesi contro i due sacerdoti lefebvriani di Casalgrande Alto, ultimo avviso: “Ma possono ancora ravvedersi”. La lunga sfida dei due sacerdoti: dai riti in latino alle celebrazioni no-mask


Messe abusive: braccio di ferro tra don Claudio Crescimanno (a sinistra) e il vescovo monsignor Giacomo Morandi (a destra)

Reggio Emilia, 19 ottobre 2023 – ”Mio nipote farà la comunione in un posto strano. Non capisco perché non vada nella nostra parrocchia”. La crepa che si creò nel 2021, tra la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e la comunità religiosa di Casalgrande Alto, in provincia di Reggio, si fa sempre più profonda e netta.

A dimostrarlo è l’ultimo divieto “di esercitare qualsiasi attività ministeriale, sotto ogni forma”, disposto dal vescovo monsignor Giacomo Morandi nei confronti dei due sacerdoti ‘forestieri’ Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani.

Un altro tentativo, quindi, di mettere la parola ‘fine’ alle celebrazioni non autorizzate e segnalate alla curia dai cittadini stessi già due anni fa. Pena l’impossibilità di esercitare a pieno la loro attività di sacerdoti. Qualora non rispettasse (di nuovo) la posizione presa dalla diocesi, don Crescimanno, originario della Bassa Modenese, andrebbe infatti incontro all’interdizione, ossia il non poter né celebrare né ricevere i sacramenti.

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Il sacerdozio di don Andrea Maccabiani invece, sempre da disposizione del vescovo, è da ritenersi sospeso e rischia l’invalidità dell’assoluzione nel sacramento della confessione.

"I sacerdoti investiti dai provvedimenti hanno ancora la possibilità di adeguarsi, con le forme appropriate, alla gioia della comunione cattolica" è la conclusione, ferma e amara, della nota diramata oggi dalla Diocesi.

Il caso esplose nel 2021, quando alla curia venne segnalata una comunità ritenuta sospetta dai fedeli cattolici, che celebrava messe in latino in un tendone. La diffida da parte della diocesi fu immediata, e altrettanto sferzante arrivò la risposta della comunità di don Crescimanno: "Noi siamo Lefebvriani". Ossia aderenti ai dettami di Marcel François Lefebvre, arcivescovo che fu scomunicato da Giovanni Paolo II nel 1988. Non ultima, a creare sdegno fu la completa noncuranza delle regole anti-Covid. E alle celebrazioni ’no-mask’ prese parte anche Corrado Ruini, assessore all’istruzione della Lega del Comune di Sassuolo, scatenando una discreta bagarre politica.


La questione venne affrontata in consiglio comunale a Casalgrande e la tensostruttura sparì a stretto giro, su ordinanza del sindaco Gianluca Daviddi. La proprietà del terreno e degli edifici che lì hanno sede, però, è tuttora della cooperativa agricola Sant’Isidoro, legata a don Crescimanno.

"A oggi non ho ricevuto altre segnalazioni di messe non autorizzate – riferisce Daviddi –. So però che lì, negli spazi della cooperativa, c’è una scuola parentale". Un sistema scolastico esterno a quello nazionale, ma consentito dallo Stato. "C’è una norma che autorizza questo tipo di organizzazione" conferma il sindaco.


Su cosa esattamente continui ad avvenire in quegli spazi privati, se solo lezioni di storia e geografia o anche liturgie ’alternative’, non è competenza dell’amministrazione indagare. "Noi possiamo eventualmente agire solo su un piano strutturale, in base al regolamento edilizio urbano – spiega il sindaco –. Così com’è stato nel caso del tendone, che era abusivo e per questo è stato smantellato". Resta da vedere se, nel braccio di ferro spirituale, la comunità di don Crescimanno sia disposta a indietreggiare di fronte all’ultima stoccata della diocesi.




https://laliberta.info/2023/10/19/diocesi-...ilia-guastalla/
Comunicato stampa circa i sacerdoti Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani

19 ottobre 2023
COMUNICATO STAMPA
circa i sacerdoti Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani

Diverse e ripetute sono state le notizie che negli ultimi anni hanno riguardato i sacerdoti Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani, legati alla “Cittadella della Divina Misericordia” in Casalgrande Alto (RE); già il Vescovo Massimo Camisasca era stato costretto ad intervenire più volte, informando altresì i fedeli.
Ora, su impulso dell’attuale Pastore della nostra Diocesi, l’Arcivescovo Giacomo Morandi, i sacerdoti Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani hanno rappresentato le rispettive posizioni a seguito dell’instaurazione del contraddittorio previsto dalle norme ecclesiali, anche con il vaglio della Santa Sede.

Di seguito le disposizioni assunte:

1) quanto al sacerdote Claudio Crescimanno:

valutato che, tra le altre cose, ha esercitato il ministero in diocesi all’insaputa dell’autorità ecclesiastica, la disobbedienza alla disciplina ecclesiale circa l’azione liturgica e l’amministrazione dei sacramenti, l’appoggio a un presbitero ordinato illecitamente da un vescovo scismatico, l’affidamento della celebrazione del sacramento della Confermazione a un ministro privo della facoltà, la celebrazione del sacramento della penitenza senza avere mai chiesto e ottenuto la debita facoltà, nella condivisione di espressioni contrarie all’unità ecclesiale e al Magistero della Chiesa,
Mons. Arcivescovo ha deliberato di emanare formale

DIVIETO

nei confronti del sacerdote Claudio Crescimanno, di esercitare qualsiasi attività ministeriale, sotto ogni forma, nel territorio della Diocesi di Reggio Emilia- Guastalla.
In particolare, sussistendo la grave causa di cui al can. 974 § 1 CIC, allo stesso è stata revocata, a norma del can. 974 § 2 CIC, la facoltà di ricevere le confessioni nel territorio della Diocesi, con le conseguenti informative all’Ordinario proprio.

Con avvertenza che la violazione di quanto sopra comporterà:
– quanto al ministero, l’insanabile illegittimità di ogni atto di potestà d’ordine;
– quanto al Sacramento della Riconciliazione, l’invalidità dell’assoluzione (cf can. 966 § 1 CIC), tutto ciò con grave offesa ai singoli fedeli e arrecando un vulnus al Corpo ecclesiale, e la possibile integrazione del delitto di attentata assoluzione, previsto nel can. 1379 § 1, 2° CIC e art. 4 § 1, 2° delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
In caso di trasgressione del divieto sopraindicato, potrà essere inflitta la pena dell’interdetto, secondo quanto dispone il can. 1332 CIC.

2) quanto al sacerdote Andrea Maccabiani:

constatata la fondatezza dei gravi rilievi emersi, in particolare il fatto di essere stato consapevolmente ordinato presbitero da un vescovo scismatico incorso nella pena della scomunica, nella persona di Mons. Richard Williamson senza la legittimazione prevista dal diritto vigente, il medesimo è, in forza del can. 1388 CIC, sospeso dall’ordine ricevuto.

Inoltre, avendo tentato di impartire l’assoluzione sacramentale ascoltando le confessioni dei fedeli pur essendo privo della facoltà, a tenore del can. 1379 § 1 2° CIC, è incorso nella pena latae sententiae della sospensione.
Mons. Arcivescovo ha deliberato di emanare formale

DIVIETO

nei confronti del sacerdote Andrea Maccabiani, di esercitare qualsiasi attività ministeriale, sotto ogni forma, e di amministrare il Sacramento della Riconciliazione ad eccezione dei casi previsti dai cann. 976 e 986 § 2 CIC.

La violazione di quanto sopra comporta:
– quanto al ministero, l’insanabile illegittimità di ogni atto di potestà d’ordine;
– quanto al Sacramento della Riconciliazione, l’invalidità dell’assoluzione (cf can. 966 § 1 CIC), e l’integrazione del delitto di attentata assoluzione, previsto nel can. 1379 § 1, 2° CIC e art. 4 § 1, 2° delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

*

Con il presente comunicato i fedeli sono informati ed avvertiti circa gli equivoci in cui potrebbero incorrere.
Nell’occasione l’Arcivescovo manifesta dispiacere e amarezza per essere stato costretto ad assumere una chiara posizione, nonostante i diversi inviti e contatti; è del resto dovere di ogni vescovo “promuovere e difendere l’unità della fede e la disciplina comune a tutta la Chiesa” (LG 23) ove si manifestino, come in questo caso, aperte lacerazioni, in modo che ogni fedele e le diverse comunità possano continuare a sentirsi parte viva dell’unico Corpo: “Come infatti il corpo è uno e ha molte membra e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo” (1 Cor 12, 12).

I sacerdoti investiti dai provvedimenti hanno ancora la possibilità di adeguarsi, con le forme appropriate, alla gioia della comunione cattolica.

Dato dalla Curia vescovile il 19 ottobre 2023
 
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view post Posted on 24/10/2023, 10:00
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