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La chiesa cattolica in Islanda, Tra conversioni forzate dei pagani e abusi insabbiati

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view post Posted on 29/10/2010, 07:52
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L'Islanda, 320.000 abitanti, è quasi totalmente luterana o atea. I cattolici sono meno del 2% e i preti della diocesi di Reykjavik, che copre tutta l'isola, sono appena 11: www.catholic-hierarchy.org/diocese/dreyk.html#stats

3 preti su 11 sono una bella media, non c'è che dire

www.direttanews.it/2010/10/28/in-is...e-di-sacerdoti/

IN ISLANDA 3 PRESUNTI CASI DI ABUSI SESSUALI DA PARTE DI SACERDOTI

IN ISLANDA 3 PRESUNTI CASI DI ABUSI SESSUALI DA PARTE DI SACERDOTI – Il consiglio della Chiesa Nazionale islandese sta esaminando tre presunti casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti. In uno di questi, la vittima al momento dell’abuso era minorenne. Per le altre due si tratta di adulti.

A riportarlo è il quotidiano islandese Fréttabladid, che scrive che solo uno dei tre sacerdoti è ancora in attività. Un altro è morto da tempo, il terzo si è ritirato. Proprio il prete in pensione avrebbe abusato del minorenne.

Per il sacerdote ancora in attività non sono state prese decisioni. Gunnar Rúnar Matthíasson, presidente del consiglio della Chiesa Nazionale, dubita comunque che il caso in questione richiederà l’espulsione del prete. In ogni caso, secondo Matthíasson è troppo presto per sbilanciarsi: i fatti in questione sono infatti ancora in corso d’esame.

In tutti e tre i casi, comunque, è trascorso troppo tempo dal momento dei presunti abusi perché si possa procedere legalmente.

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view post Posted on 8/2/2018, 17:15

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"Anche Gesù fu circonciso". E difatti conservano 12 prepuzi per prova

Beschneidung_APA

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/2/7...ei-e-musulmani/

Islanda: vescovo Tencer su proposta di legge per vietare la circoncisione, “sosteniamo pienamente ebrei e musulmani”


7 febbraio 2018 @ 16:56

“Vorrei dire innanzitutto che comprendo bene il concetto di circoncisione e che questa tradizione era ed è viva tra il Popolo di Dio nell’Antico Testamento, così come tra i credenti di fede musulmana”. Così ha scritto il vescovo di Reykjavik, David Tencer, in una lettera a Salmann Tamimi, imam della moschea di Ármúli, nella capitale islandese, a seguito della proposta di legge circa il divieto della circoncisione se non per motivi di salute, presentata nei giorni scorsi dalla deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir (Partito progressista) e sostenuta da deputati del Partito dei pirati, i Verdi di sinistra e il Partito del popolo. “Gesù stesso fu circonciso, come lo furono i suoi apostoli, ma per i cristiani non è necessario che il corpo sia circonciso, ma piuttosto che il cuore e le orecchie siano circoncisi”, scrive il vescovo cattolico, e che “la persona che appartiene a Dio sia interiormente circoncisa, con una circoncisione del cuore”. Riferendosi alla proposta di legge, scrive mons. Tencer: “Notiamo la preoccupazione degli altri in merito a questa questione: sembrerebbe che alcune persone vorrebbero usare la circoncisione per perseguitare qualcuno per motivi religiosi”. “Sosteniamo pienamente i musulmani e gli ebrei”, dichiara il vescovo, “nella loro lotta per esprimere la loro fede nella libertà”. Sullo stesso tema, e con le medesime preoccupazioni, si era espresso ieri il card. Marx, presidente della Comece (Commissione degli episcopati della Comuntà europea).
 
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tanaca
view post Posted on 15/2/2018, 12:52




speriamo che la legge venga approvata....hanno inventato troppi dei e troppi obblighi.... alla fine non si sa quale sia quello giusto... quando ne scegli uno e poi sbagli, nel senso che lassù ne trovi un altro che voleva altri obblighi, o non ne voleva affatto, può capitare che si incazzi perchè hai sbagliato a scegliere.... :rolleyes:
se invece rispetti la legge del tuo stato nessun dio può punirti :bandierabianca:
 
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view post Posted on 20/2/2018, 13:00

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http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vati...io-3558447.html

L'Islanda è il primo Parlamento europeo a legiferare sulla circoncisione, insorgono ebrei e musulmani «un atto contro la libertà religiosa»

di Franca Giansoldati
Nel Parlamento islandese è allo studio una legge particolarmente severa contro la circoncisione sui bambini, una pratica antichissima imposta dalla religione sia ebraica che islamica, solitamente viene praticata sui neonati. Il testo della legge ha sollevato un putiferio in mezza Europa, anche perché il Parlamento islandese è il primo ad avere calendarizzato un passaggio legislativo del genere. Il testo propone sei anni di prigione per coloro che vengono ritenuti responsabili di rimozione di organi, o parti di organi sessuali. Una normativa simile in Islanda è già in vigore anche se riguarda solo la mutilazione genitale femminile, che è illegale dal 2005 ma non quella sui bambini di sesso maschile. L’iniziativa politica è stata immediatamente al centro di una battaglia trasversale e interreligiosa che ha unito cristiani, ebrei e musulmani e che, piano piano, si è estesa al resto dell’Europa, visto che se la legge passasse costituirebbe un precedente anche per gli altri Paesi dell’Unione.

Salmann Tamimi, presidente dei musulmani islandesi, ha guidato la protesta: «E’ un attacco alla religione». L’aria che tira non è delle migliori anche perché il blocco dei parlamentari che la spingono hanno spiegato che non c’è bisogno di sentire le associazioni ebraiche o islamiche per andare avanti, che si tratta di una questione di civiltà e pensata per la tutela dei bambini ai quali verrà risparmiata la recisione del prepuzio. Insomma una violazione. Per la cultura ebraica la circoncisione viene fatta sui neonati la prima settimana di vita. La vescova protestante, Agnes Sigurðardóttir, ha chiesto una riflessione generale; a suo parere il testo di legge finisce per criminalizzare i fedeli ebrei e musulmani. «Ci sono forme di estremismo che è bene evitare». In Islanda i partiti che intendono appoggiare il progetto al momento sono quattro e non sembrano disposti a mediazioni. Non è la prima volta che in Europa si affacciano suggerimenti simili.

Alcuni anni fa era accaduta in Germania una cosa analoga anche se allora si era trattato della sentenza del tribunale di Colonia: aveva messo nero su bianco che la circoncisione dei neonati per motivi religiosi resta una lesione corporale e dunque andrebbe vietata. Quei pochi millimetri di pelle del prepuzio erano riusciti a compattare subito le tre religioni abramitiche. Probabilmente anche Gesù stesso era circonciso secondo l’antico precetto ebraico. A Colonia i giudici avevano deciso sul caso di un ragazzo musulmano, portato d' urgenza al pronto soccorso per le conseguenze di un' operazione andata male. Alla lettura della sentenza il Rabbino capo di Berlino aveva tuonato: «si tratta di una dichiarazione di guerra all' ebraismo», e anche la comunità musulmana era pronta a scendere in piazza.

Lunedì 19 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 20-02-2018 11:20
 
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view post Posted on 8/1/2022, 06:33
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Tra conversioni forzate e pedofilia

cathedral-of-christ-the-king-iceland-island-landakotskirkja-wallpaper-preview
La cattedrale (incompiuta) di Reykjavík, nell'aspetto reale (e non nei progetti in cui è spesso raffigurata).


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chiesa_cattolica_in_Islanda

Storia Modifica
La prima presenza cristiana sull'isola risale all'epoca della colonizzazione, durante il IX ed il X secolo. Eremiti cristiani, probabilmente irlandesi, accompagnarono i primi coloni Vichinghi, ma questa presenza non lasciò tracce significative. Ben più importanti invece furono le pressioni politiche dei re norvegesi, in particolare di Olaf I (995-1000), supportate dalla presenza di missionari norvegesi e tedeschi. Evidenti tensioni tra i sostenitori delle religioni tradizionali nordiche e i fedeli della nuova religione, accanto alle pressioni norvegesi, spinsero il parlamento islandese, l'Althing, a votare il 24 giugno dell'anno 999 (o 1000) l'accettazione della religione cristiana come religione lecita ammessa sull'isola. Il paganesimo continuò a sopravvivere in Islanda per altri decenni, per poi scomparire completamente. Tutti questi avvenimenti sono stati descritti nell'Íslendingabók del prete islandese Ari Þorgilsson.

Nel 1056 fu eretta la prima diocesi islandese, quella di Skálholt, mentre è del 1106 la fondazione della diocesi di Hólar. Primo vescovo islandese fu Ísleifur Gissurarson, che istituì a Skálholt una importante scuola, alla quale si formarono la maggior parte delle personalità ecclesiastiche. Dal 1152 le diocesi islandesi entrarono a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Nidaros.

Fu soprattutto dall'Islanda che partirono missionari per l'evangelizzazione della Groenlandia e fu per iniziativa del clero islandese che venne eretta agli inizi del XII secolo la diocesi di Garðar.

Tra i vescovi islandesi si ricorda in modo particolare Þorlákur Þórhallsson († 1193), noto come Torlaco, riconosciuto come santo dall'Althing nel 1198 e che papa Giovanni Paolo II nel 1984 ha elevato a santo patrono dell'Islanda. Nel suo magistero e nella sua azione rafforzò la disciplina ecclesiastica, combatté con energia la simonia e il concubinato dei presbiteri, l'interferenza delle autorità laiche negli affari ecclesiastici e nelle nomine dei vescovi, difese l'indissolubilità del matrimonio.

Nel XVI secolo la chiesa islandese fu coinvolta dalla Riforma protestante, che alla fine, in forza del principio cuius regio, eius religio, si impose nel Paese per imposizione dall'alto. Infatti il re danese Cristiano III, sotto la cui autorità dipendeva l'Islanda, impose nell'isola, come in tutti i suoi domini, la religione luterana come nuova religione di Stato. L'ultimo vescovo di Skálholt, Ögmundur Pálsson morì di morte naturale nel 1541. Il vescovo Jón Arason di Hólar, invece, si oppose strenuamente diventando l'ultimo baluardo del cattolicesimo e insieme difensore del nazionalismo islandese contro i soprusi dell'occupante danese. Una spedizione voluta da Cristiano III lo catturò con i suoi figli[2] e lo giustiziò il 7 novembre 1550.

Da questo momento il cattolicesimo scomparve dall'isola. Si ritiene che nella prima metà del XIX secolo nessun cattolico viveva nel Paese. Nel 1857 e 1858, rispettivamente, giunsero in Islanda due missionari cattolici, Bernard Bernard e Jean-Baptiste Baudoin, appartenenti alla prefettura apostolica del Polo Nord, che fondarono la prima missione cattolica nel Paese. La nuova costituzione islandese del 1874 garantiva la libertà di culto, e questo permise la ricostituzione del cattolicesimo. Il 12 giugno 1923 la Santa Sede istituì la prefettura apostolica d'Islanda, affidata ai missionari Monfortani; essa fu elevata al rango di vicariato apostolico il 6 giugno 1929; infine, il 18 ottobre 1968 fu eretta la diocesi di Reykjavík, che oggi (aprile 2021) comprende otto parrocchie in tutta l'isola.

Momento storico importante per la piccola comunità cattolica islandese fu la visita pastorale di papa Giovanni Paolo II il 3 e 4 giugno 1989.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/%C3...%C3%B3k

Oltre al prologo e ad una breve genealogia finale, l'Íslendingabók è suddiviso in dieci brevi capitoli. Eccone un veloce resoconto:

Prologo Modifica
1. Nascita dell'Islanda Modifica
L'Islanda viene fondata al tempo di Harald I di Norvegia da immigranti provenienti dalla Norvegia. Il primo colonizzatore, Ingólfur Arnarson, arrivò dove oggi sorge Reykjavík. Ari riferisce che alcuni monaci irlandesi, i papar, che si erano stabiliti precedentemente in Islanda, l'abbandonarono per non vivere al fianco di una popolazione di religione pagana.

2. Eredità delle leggi norvegesi Modifica
Quando l'Islanda era ormai un ampio insediamento un uomo di nome Ulfljótr portò con sé dalla Norvegia le prime leggi. Un altro individuo, Grímr Zoccolo di capra, esplorò tutta l'Islanda prima che gli alþingi (ossia le assemblee generali di tutti gli uomini liberi) potessero insediarsi. Il testo di Ari non è molto chiaro in questo punto. Presumibilmente, Grímr esplorò tutta la regione per trovare un buon punto d'incontro.

3. Insediamento degli Alþingi Modifica
Gli alþingi si stabilirono a Þingvellir, che diventò una proprietà pubblica. Dopo 60 anni, la colonizzazione dell'Islanda fu completa. Ulfljótr diventò il primo legislatore.

4. Scelta del calendario Modifica
I più sapienti uomini d'Islanda notarono che il calendario stava lentamente perdendo la sincronia con le stagioni. Il problema stava nel fatto che il calendario in uso aveva 52 settimane all'anno, solo 364 giorni. Anche se la gente arrivò alla conclusione che mancava almeno un giorno nel calendario, i saggi furono riluttanti ad usare un anno che non conteneva un numero intero di settimane. Un uomo chiamato Þorsteinn surtr trovò allora un'ingegnosa soluzione: un'intera settimana doveva essere aggiunta una volta ogni 7 anni. La proposta venne tramutata in legge dall'assemblea.

5. Divisione dell'Islanda in quadranti giuridici Modifica
Il fatto di non avere un'assemblea giudiziaria locale ad hoc diventa un grosso problema, c'è un gran bisogno di una standardizzazione. Un uomo chiamato Þórðr gellir descrive agli alþingi le sue recenti difficoltà nel proseguire un certo caso in un'assemblea locale. Suggerisce quindi che il paese venga diviso in quadranti giudiziari, ognuno dei quali contenente tre assemblee. Ogni quadrante, quindi, avrebbe dovuto contenere una speciale assemblea per gli appelli. La mozione passa con l'emendamento che il quadrante nord debba avere quattro assemblee, in quanto gli abitanti della regione non si sarebbero accontentati di averne solo tre.

6. Scoperta e insediamento della Groenlandia Modifica
La Groenlandia venne scoperta da islandesi nel 985. Erik il Rosso diede alla regione questo nome (Groen=verde, land=terra; quindi "Terra verdeggiante") per incoraggiare la gente a emigrarvi. Gli emigranti del nord trovarono resti di abitazioni umane risalenti ad epoche precedenti, e dedussero che la gente che viveva lì era imparentata con gli skrælingjar del Vinland.

7. Conversione dell'Islanda al Cristianesimo Modifica
Il re Olaf I di Norvegia invia il prete missionario Þangbrandr in Islanda per convertire gli abitanti al Cristianesimo. Costui ottiene alcuni successi nel battezzare i capitribù ma incontra anche molte opposizioni, e finisce per uccidere due o tre uomini che hanno composto una poesia licenziosa su di lui. Torna in Norvegia dopo un anno o due con una litania di lamentele, e confida al re di nutrire una speranza molto esigua di poter convertire gli abitanti islandesi. Il re, furioso nell'udire queste notizie, pianifica di uccidere o comunque recare danno a tutti gli islandesi residenti in Norvegia. Due dei capitribù precedentemente convertiti da Þangbrandr incontrano il re e chiedono il loro aiuto nel convertire il paese.

Nell'estate del 999 o 1000 il problema della religione raggiunge il punto di crisi con gli alþingi. La fazione cristiana e la fazione opposta non vogliono condividere le stesse leggi, e i cristiani scelgono un nuovo legislatore per loro stessi, Hallr á Síðu. L'uomo riesce a raggiungere un accordo con Þorgeirr Ljósvetningagoði, il legislatore della fazione opposta: Þorgeirr troverà un compromesso accettabile per tutti.

Þorgeirr torna al suo accampamento, e rimane sotto una pelle per tutto il giorno e la notte. Il giorno dopo pronuncia un discorso a Lögberg, in cui afferma che l'unico modo per mantenere la pace nel paese sia avere le stesse leggi ed una stessa religione.

(IS)
«Þat mon verða satt, es vér slítum í sundr lögin, at vér monum slíta ok friðinn.»

(IT)
«Sarà dimostrazione del vero che se non condividiamo le stesse leggi, non condivideremo nemmeno la pace»

(Þorgeirr Ljósvetningagoði)
Prima di pronunciare il compromesso, Þorgeirr si accordò con Hallr á Síðuper per convincere i presenti ad impegnarsi per accordarsi riguardo ad una nuova legislatura comune per tutto il paese. Þorgeirr decreta quindi che chiunque non sia battezzato venga convertito al Cristianesimo. Tre concessioni vengono fatte ai pagani:

Le vecchie leggi riguardo all'aborto dei neonati rimangono in forza;
Le vecchie leggi riguardo al consumo di carne di cavallo rimangono in forza;
Si possono eseguire sacrifici pagani in privato.
Alcuni anni dopo queste concessioni furono abolite.

https://unitalianoinislanda.com/2020/10/31...-islanda/?amp=1

La Chiesa Cattolica in Islanda
Roberto Luigi Pagani Roberto Luigi Pagani
1 anno fa


[Disclaimer: il seguente articolo non è animato da alcun intento apologetico o di propaganda. Mi occupo di storia e a volte la storia viene raccontata in modo impreciso o distorto. Correggere questi errori non significa schierarsi. È un dato di fatto che il ruolo della Chiesa Cattolica islandese venga spesso sminuito o distorto a fini propagandistici. Restituire un’immagine più conforme a quella che emerge dalle fonti storiche non equivale parteggiare per la Chiesa, ma per la realtà storica passata e presente]

Il Cristianesimo, nella sua confessione cattolica, è diventato la religione ufficiale d’Islanda nell’anno 1000 (o nel 999). Non essendo la conversione l’oggetto di questo articolo, non scenderò nei particolari (a dire il vero estremamente appassionanti) delle vicende, ma voglio lo stesso menzionare un paio di dati per dissipare alcune concezioni erronee su questo evento:

Viene spesso detto che il Cristianesimo fu introdotto per le pressioni esercitate dal re norvegese. In parte è vero, ma non immaginatevi un monarca rinascimentale cattolico che impone una conversione forzata a una tribù aborigena innocente e indifesa che non ha scelta se non convertirsi o morire: nel Medioevo la Chiesa era l’unica istituzione che aveva conservato l’apparato amministrativo dell’impero romano, e i re germanici non avevano scelta se non affidarsi in qualche misura a questo sistema capillare di controllo dei territori. Anche per questo la lotta per il controllo delle nomine ecclesiastiche e gli scontri tra chiesa e poteri secolari si è protratta a lungo nei secoli; controllare la chiesa significava poter avere controllo dell’amministrazione pubblica e della riscossione delle tasse. Il re norvegese sperava sicuramente di facilitare la sua intromissione nella politica islandese attraverso la Chiesa, ma le fonti raccontano primariamente di islandesi convertiti che desideravano osservare leggi coerenti con la loro nuova religione. Per evitare di creare motivi di guerre civili causate dalla coesistenza di due sistemi legali (cosa che creò non pochi problemi, ad esempio, nell’Italia longobarda, dove il diritto germanico si affiancava a quello romano), si decise che la religione ufficiale sarebbe stata quella cristiana.
Le fonti dicono che furono permesse delle dispense per praticare in segreto i riti pagani. Questo porta alcuni a dedurre che l’Islanda avesse soltanto un Cristianesimo di facciata e che gli Islandesi facessero solo finta di essere cristiani. In realtà le dispense durarono solo pochi anni, come testimoniato dalle fonti stesse che vengono citate in modo incompleto per sostenere la tesi del Cristianesimo di facciata.
A volte si sostiene la tesi del Cristianesimo di facciata per il pio desiderio di vendere l’Islanda come una terra magica dove il paganesimo è sopravvissuto in gran segreto e starebbe risorgendo in tempi recenti; per questo si citano “prove” come il fatto che i preti tenessero delle concubine (come se in Italia questo non fosse mai successo…mai sentito parlare di papa Alessandro VI Borgia?), oppure che i capi locali controllavano le chiese: questo è vero, ma solo per i primi due secoli, quando la chiesa era giovane. Poi, grazie al lavoro di islandesissimi vescovi, la chiesa ha raggiunto una sua autonomia ed è diventata l’istituzione più potente in Islanda.
Il culto Cristiano fu molto sentito nel medioevo islandese: si parla sempre dei due testi principali (l’Edda poetica e l’Edda in prosa) che hanno preservato la maggior parte delle informazioni in nostro possesso sulla mitologia germanica, ma non si parla della più abbondante produzioni agiografica! Le saghe medievali islandesi che hanno protagonisti i santi sono numerosissime e appassionanti ed epiche quanto quelle che narrano le vicende di personaggi autoctoni. Leggendo le gesta dei vescovi islandesi o dei santi stranieri, è più facile immaginarsi dei Gandalf che fanno magie, piuttosto che dei moderni preti che conferiscono benedizioni. Gli islandesi, poi, si recavano spesso in pellegrinaggio nei luoghi santi (Bari era una metà privilegiata), ed è sopravvissuta una sorta di guida turistica per pellegrini scritta da un abate islandese.
Prima della riforma luterana imposta dal re danese, ultimata nel 1550, i due vescovi islandesi erano di fatto i governanti del Paese.
La propaganda anti-cattolica che, a seguito della Riforma luterana, è diventata molto prominente nella cultura islandese dei secoli successivi, ha oscurato per lungo tempo il peso culturale della Chiesa nel Medioevo islandese. Soltanto in tempi recenti gli studiosi hanno rivelato come i monasteri fossero i maggiori centri di cultura del Paese (sembra ridicolo, per chi conosce il Medioevo europeo, pensare che potesse essere altrimenti, ma la propaganda protestante ha cercato di sminuire il ruolo del cattolicesimo nello sviluppo della cultura islandese). La dissoluzione dei monasteri e l’imposizione del luteranesimo ha significato la distruzione del sistema di assistenzialismo, il che ha portato a tempi più duri per i poveri e i destituiti. Per la giornata di Ognissanti, i capi islandesi erano tenuti a devolvere ai poveri l’equivalente di un pasto dei loro sottoposti, e le donazioni venivano distribuite dalla Chiesa durante assembramenti dei poveri nei vari distretti.

Il cattolicesimo fu ufficialmente proibito dal 1550, anno della decapitazione dell’ultimo vescovo cattolico, Jón Arason, che – in una modalità, se vogliamo, schizofrenica – viene considerato un eroe dell’indipendenza islandese ante-litteram. Dico schizofrenica perché trovo assurdo che un Paese che è stato per anni sotto una pesante propaganda anti-cattolica abbia eletto come suo eroe un cattolico decapitato da stranieri protestanti che volevano imporre il loro dominio in Islanda e confiscare le proprietà della Chiesa cattolica islandese!

La Riforma non ha cancellato ogni traccia del lungo periodo cattolico: molte giornate del calendario sono ancora chiamate con il nome del santo al quale sono dedicate, anche se il luteranesimo, tendenzialmente, non ammette il culto dei santi. Ad esempio, l’otto dicembre è detto Maríumessa, mentre il primo di novembre è detto Allraheilagramessa, “Messa di tutti i santi”.

Nell’Ottocento fu ripristinata la libertà di culto, e iniziarono ad arrivare i primi missionari cattolici, che acquistarono la proprietà di Landakot all’epoca vicino al “paesino” di Reykjavík, oggi in pieno centro. Nel 1929, sullo stesso sito, fu ultimata la costruzione della cattedrale di Cristo Re, Dómkirkja Kristi konungs, eccezion fatta per il tetto a punta del campanile, che non è mai stato ultimato.

Non sono mancati gli scandali, in particolare legati all’abuso dei bambini nella scuola legata alla cattedrale da parte di un prete di origine olandese, Ágúst George e una insegnante di origine tedesca, Margrét Müller, che hanno abusato sessualmente di almeno nove studenti tra il 1954 e il 1990. La chiesa ha cercato di insabbiare la vicenda prima che esplodesse lo scandalo, nel 2011.

Nel 1968 è stata creata la diocesi di Reykjavík, mentre nel 2017 è stato costruito il monastero francescano di Kollaleira, nei fiordi orientali, e ordini di suore esistono a Reykjavík e a Stykkishólmur, sulla penisola di Snæfellsnes.

Il cattolicesimo è la seconda religione più praticata d’Islanda, e conta più di 14.000 iscritti, anche se il numero reale, secondo le autorità, potrebbe aggirarsi intorno ai 30.000. Ogni giorno, la cattedrale offre la messa in islandese, mentre la domenica vengono celebrate quattro messe in lingue diverse: islandese, polacco, inglese e – talvolta – spagnolo. Prima del Coronavirus, la chiesa era regolarmente stipata, con molte persone costrette a restare in piedi (cosa ormai rara in molte parrocchie italiane!). In Islanda ci si può registrare ad un credo religioso per devolvervi automaticamente una parte delle proprie tasse. Se non si sceglie alcun credo, le tasse restano allo stato. Esistono diverse parrocchie cattoliche in tutto il Paese: Ásbrú, Stykkishólmur, Ísafjörður, á Akureyri, á Dalvík, á Egilsstaðir, á Reyðarfjörður e Höfn.

Noto spesso, quando si parla di cattolicesimo in Islanda, che sussiste una sorta di pungente urgenza nel sottolineare un dato, di per sé verissimo, ovvero che la maggior parte di questi cattolici sono in realtà stranieri provenienti da Paesi a maggioranza cattolica, in particolare Polonia, Lituania e Filippine. È abbastanza ovvio, in molti casi, che questo serve a suggerire indirettamente che il cattolicesimo non è qualcosa di islandese, come se ci fosse urgenza di proteggere una certa immagine. Limitarsi a dire che i cattolici sono soprattutto immigrati, però, nasconde alcune realtà eclatanti e degne di nota che è interessante menzionare: a parte il fatto che gli islandesi sono stati cattolici per cinque secoli e mezzo, oltre ad alcuni islandesi “DOC” convertiti, come il premio Nobel Halldór Laxness, due professori su sei nella facoltà di teologia sono convertiti alla confessione cattolica. Uno di questi è il preside di facoltà, mentre l’altro è il figlio di un ex-vescovo luterano d’Islanda. I membri della facoltà di teologia hanno il compito di educare i preti luterani per la Chiesa di Stato, nonché di partecipare alle elezioni del vescovo d’Islanda. Questo ha fatto aggrottare alcune sopracciglia, ed è sicuramente qualcosa di interessante, che fa capire come non si possa liquidare la diffusione del cattolicesimo in Islanda come un semplice influsso dalla Polonia o dalle Filippine.

Il vescovo cattolico attuale è un frate cappuccino di origini slovacche, Davíð Tencer, e la diocesi che amministra non fa parte di alcuna arcidiocesi, a differenza delle diocesi islandesi medievali (che erano suffraganee dell’arcidiocesi di Niðarós/Trondheim), ma è soggetta direttamente alla Sante Sede.

È un fatto abbastanza ovvio a chiunque dedichi i suoi studi al medioevo islandese, come il Cristianesimo abbia avuto un peso infinitamente maggiore di qualsiasi altro influsso sullo sviluppo della cultura di questo Paese dall’inizio del secondo millennio. Le famose saghe, incluse quelle ambientate nel periodo pagano, mostrano profondi influssi della morale e della cultura cristiana, essendo state composte almeno duecento anni dopo la conversione, e anche la famosa Edda di Snorri, risente del milieu culturale Cristiano in cui si muoveva il suo autore.

Tutto ciò non deve però deludere o infastidire (come spesso, tristemente, succede). Riconoscere il background Cristiano di questo materiale non significa permettere al Cristianesimo di appropriarsene. Così come il Cristianesimo non si è mai premurato di appropriarsi del canone veterotestamentario cercando di negarne le origini ebraiche, i neopagani di oggi che cercano in questo materiale islandese una sorta di “canone” religioso non dovrebbero sentirsi in dovere di negarne gli elementi cristiani. Ciò non significa scendere a patti con una religione che non ci piace, né tantomeno convertircisi! Io stesso, devo ammettere, sono arrivato in questo campo di studi con pregiudizi errati sui vichinghi e sul mondo nordico pagano, e ammetto anche che è stato un trauma scoprire quante falsità avevo appreso o dedotto leggendo materiale di dubbia autorevolezza su internet. Quello che ho scoperto, però, non è un’arida realtà noiosa assimilabile al tedio che associavo al partecipare forzatamente alle messe e ascoltare prediche poco interessanti quando ero ragazzino, ma un mondo dinamico, interconnesso, internazionale ed estremamente appassionante. Ho scoperto, come accennavo prima, che le vicende dei vescovi medievali sono ben lontane dall’essere meri racconti di missioni diplomatiche noiose, ma assumono spesso i connotati di epiche eroiche. Lo dico sempre agli studenti e a chi mi avvicina per consigli sugli studi del medioevo nordico: abbandonate i pregiudizi e le antipatie che avete acquisito per il Cristianesimo di oggi, non soltanto perché non potete evitarlo se volete studiare il medioevo europeo, ma anche perché il mondo Cristiano medievale è qualcosa di magico e avvincente, che è un peccato non godersi per via di nostri pregiudizi.

Edited by pincopallino2 - 8/1/2022, 09:40
 
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Criminale o negligente? Monsignor Gijsen accusato in Islanda
È una storia che non lo incrimina tanto come una mente criminale o addirittura un vescovo con ostilità contro i suoi accusatori, ma lo dipinge molto di più come un vescovo in una terra straniera che faceva troppo affidamento sul suo clero locale. L'indagine sulla storia degli abusi nella diocesi islandese di Reykjavík menziona più volte il nome del vescovo emerito Joannes Gijsen, in particolare nel caso di un uomo che lo accusa di aver nascosto un caso di abuso sessuale da parte di un prete.

Un po' di giornalismo investigativo del blogger olandese Remco van Mulligen rivela fatti che i media regolari evitano (a favore di segnalazioni parziali e suggestive). Delinea il caso dettagliato nel rapporto della commissione islandese che ha esaminato la questione e apprendiamo che si tratta di abusi commessi anni fa da un sacerdote della diocesi di Reykjavík, ora deceduto. Il predecessore del vescovo Gijsen, il vescovo Alfred Jolson, ha incontrato la vittima, che gli ha consegnato una lettera sigillata in cui illustrava il caso e, sebbene il vescovo avesse assicurato all'uomo che si sarebbe assicurato che non sarebbe successo nulla di simile in futuro, la lettera è stata lasciata negli archivi diocesani . Quando il vescovo Gijsen è arrivato nel 1996, è stato invitato a riprendere il caso. Lo ha fatto, ha incontrato la vittima ed entrambi hanno convenuto che la lettera doveva essere distrutta, poiché non c'era una chiara indicazione di abuso sessuale. Tutto questo,secondo la dichiarazione scritta del vescovo Gijsen alla commissione. Non c'è nessuna lettera e la vittima non è più viva.

Il fatto triste è che il sacerdote in questione, coinvolto anche in altri casi di abuso, aveva una posizione di potere senza rivali all'interno della Chiesa islandese. Poiché tutti i vescovi di Reykjavík sono venuti dall'estero (gli ultimi quattro vescovi provenivano da Paesi Bassi, Stati Uniti e Svizzera), hanno fatto molto affidamento sul clero locale, almeno per conoscere la situazione locale. Nessun sacerdote era più affidabile, almeno dal vescovo Gijsen, di un p. Agust George. E ora viene rivelato come il principale autore di più di un caso di abusi sessuali.

Come scrive Van Mulligen:

“La Commissione crea un'immagine del prete George come qualcuno che ha visto i vescovi andare e venire, e non era preoccupato per niente e per nessuno. Gijsen, ad esempio, ha esortato George diverse volte a creare un'amministrazione di ciò che è accaduto nella sua scuola [George è stato preside di una scuola elementare di proprietà della Chiesa]. Il prete gli assicurò che l'avrebbe fatto, ma non mantenne la parola data. Gijsen ha permesso che ciò accadesse".

Qualunque siano le ragioni addotte da monsignor Gijsen per non insistere su ulteriori indagini sulle affermazioni (perché questo caso non è stato l'unico che lui, o mons. Jolson, hanno trascurato), è chiaro che si sarebbe dovuto fare di più. Ora, sotto l'attuale vescovo Pierre Bürcher, la triste portata degli abusi sessuali da parte di p. George e l'abuso fisico da parte dell'insegnante Margét Müller diventa chiaro solo ora.

Insieme al fatto che mancano gran parte degli archivi diocesani del periodo in cui Gijsen fu vescovo a Roermond, abbiamo l'immagine che il vescovo Gijsen potrebbe aver avuto le giuste intenzioni, gli mancava la ferma mano proattiva che avrebbe dovuto essere impiegata quando il primo le voci sono diventate chiare. Mostra anche che i vescovi hanno il dovere di conoscere la loro diocesi e di assumerne un ruolo attivo nella sua gestione, ma amministrativamente e pastoralmente.

7 novembre 2012
 
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