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Morto Luigi Amicone, promotore dell'omofobia e fondatore del giornale della setta di CL, Organizzò convegni omofobi col pedofilo don Inzoli, Formigoni e Maroni

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view post Posted on 20/10/2021, 20:24

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Organizzò convegni omofobi col pedofilo don Inzoli, Formigoni e Maroni



www.gayburg.com/2021/10/camillo-la...gi-amicone.html

Camillo Langone elogia l'omofobia di Luigi Amicone: «Era antimosessualista. I milanesi sterili non l’hanno votato»
19 ottobre 2021


È dalle pagine de Il Folgio che l'ultra-fondamentalista Camillo Langone ha voluto ricordare il ciellino Luigi Amicone attraverso un elogio alla sue fede nell'omofobia e in Berlusconi.
In quel loro sostenere che il maschio valga tanto quanto il suo sperma ha ingravidato la vagina di una o più donne, Langone dice fosse «un uomo eccezionale» perché «era un padre di sei figli». E subito precisa che fosse omofobo e che «portò il sacro nel profano Meeting di Rimini raccogliendovi firme contro la legge sull’omofobia». Dice anche che Amicone fosse «antiomosessualista», ricorrendo ad un termine coniato dalla propaganda nazifascista per elogiare gli omofobi
Langone inizia così a dire che, da vero fondamentalista, doveva essere di destra, affermando che «alle ultime elezioni si era ricandidato per il consiglio comunale di Milano, naturalmente col centro-destra, e nell’ultimo video postato su Facebook la prima priorità sono i bambini: “Bambini, bambini, bambini. Bisogna fare asili nido, sostenere le mamme che hanno bambini, in ogni modo”. I milanesi sterili non l’hanno votato».

www.gayburg.com/2021/10/post-2.html
La leghista Cristina Cappellini ci accusa di diffamare Amicone. Lei lo portò a parlare contro i gay davanti ai preti pedofili
20 ottobre 2021


Cristina Cappellini è la leghista che, insieme alle lobby omofobiche, organizzò l'indegno comizio anti-gay voluto da Maroni che pose Luigi Amicone al cospetto del condannato Fomigoni e di quel prete pedofilo che stuprava minorenni anche dentro il confessionale. Ora la ritroviamo sulla pagina di don Mirco Bianchi ad elogiare i suoi insulti diretto a Gayburg.
La leghista dichiara sotto la sua responsabilità penale che saremmo dei «diffamatori» nel ricordare l'omofobia di Amicone, sostenendo che il raccontare i fatti significherebbe «non avere rispetto dei morti». Peccato che avessimo semplicemente elencato solo le teorie da lui sostenute, peraltro senza manco commentarle.

Ricorrendo ai soliti toni rancorosi e offensivi che tanto piacciono ai leghisti, la Cappellini scrive:



Il convegno a cui la cappellini invitò Luigi Amicone per parlare contro i gay era questo:



Sostenere che sarebbe «diffamatorio» definire omofobo un convegno dichiaratamente omofobi significa odiare la verità. E chissà se la signora Cappellini ritiene che basti insultare per cambiare l'oggettività dei fatti. Di certo la sua percezione della realtà pare spesso diversa da quelli degli altri, tant'è che la troviamo ad elogiare un Orban che calpesta i diritti di donne e gay mentre elogia i portuali che si fanno guidare dal camerata Tuiach contro il diritto alla salute di quella maggioranza di lavoratori che si sono vaccinati o che si fanno i tamponi. Dice anche di aver visto una fantomatica "violenta repressione", forse senza mai averne vista una se davvero pensa che un idrante possa essere definito in quel modo mentre poi sminuisce le vere violenze subite dai migranti in fuga:



Lo saprà la signoria Cappellini che è stato un decreto scritto dal suo Salvini ad aver imposto lo sgomberato del porto? E che diamine c'entrano i diritti umani con le pretese di negazionisti che vogliono poter minacciare la salute dei lavoratori che hanno fatto la loro parte nel contrasto alla pandemia?

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca...217828c75.shtml
Sacerdote accusato di pedofilia
al convegno sulla famiglia
Già sacerdote di riferimento di Cl, espulso dalla Chiesa con delibera di papa Francesco e sotto indagine. Il moderatore Luigi Amicone: «Uno scherzo da preti...»
di Andrea Galli e Simona Ravizza
A sinistra, in seconda fila, don Mauro Inzoli (Ansa)A sinistra, in seconda fila, don Mauro Inzoli (Ansa)shadow

Già sacerdote di riferimento di Comunione e Liberazione. Ex presidente del Banco alimentare. Ma espulso dalla Chiesa con delibera di Papa Francesco inviata al vescovo di Crema per abusi sessuali su minori e sotto indagine dalla Procura di Cremona. Sabato il 64enne don Mauro Inzoli era a Milano. Nel Palazzo della Regione. Al convegno sulla famiglia promosso da Regione Lombardia, Alleanza Cattolica e Fondazione Tempi , e definito omofobo per le tesi sostenute. Don Inzoli non era nella primissima fila affollata di autorità, tra cui l’ex governatore Roberto Formigoni (del quale si dice sia stato uno dei confessori) e l’attuale presidente Roberto Maroni. Era subito dietro. In seconda fila. E nella stessa aula dove un ragazzo gay veniva allontanato dopo aver preso la parola.


Adesso c’è imbarazzo, nelle file di Comunione e Liberazione. Il moderatore del convegno, Luigi Amicone, fondatore di Tempi (rivista vicina a Cl), si limita a dire: «Ci han fatto uno scherzo da preti...». Il convegno non finisce mai di provocare polemiche. Don Inzoli l’ha invitato qualcuno oppure la sua è stata una decisione autonoma? Il professor Stefano Zecchi era il vicino di «posto» del sacerdote. Racconta: «Non c’erano posti pre-assegnati. Quest’uomo non lo conosco. È rimasto zitto tutto il tempo. Applaudiva molto, sì, me lo ricordo. E alla fine mi ha parlato di una storia strana, del fatto che i bimbi down non esistono più in Danimarca perché non li fanno nascere...».



Al convegno non poteva partecipare chiunque. C’era anche il ministro Maurizio Lupi e bisognava vigilare sugli ingressi. Se don Inzoli si è «registrato», possibile che nessuno se ne sia accorto? Un ruolo importante nell’organizzazione l’ha avuto Comunione e Liberazione: all’interno del movimento il sacerdote è figura ben nota. Certamente don Inzoli può andare ovunque, non ha limitazioni alla sua libertà. Però va ricordata la lettera che, dopo il «messaggio» papale del giugno scorso, il vescovo di Cremona, monsignor Oscar Cantoni indirizzò ai fedeli: «In nome della verità, in questi anni sono state eseguite rigorose ricerche che hanno comportato pazienti e sofferti confronti con le persone che hanno riferito i fatti. La Chiesa ha preso atto della situazione, ha condiviso le sofferenze riportate, ha aiutato le vittime a ritrovare serenità e speranza, e ha concluso che don Mauro potesse responsabilmente riparare le ferite causate dal suo comportamento».


Fonti interne al Pirellone rivelano al Corriere che don Inzoli è stato accreditato dalla segreteria del presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo. Un altro di quei politici nella primissima fila nel convegno di sabato ed esponente di spicco di Cl. Un altro a pochi centimetri di distanza dal sacerdote ribattezzato nel corso dei suoi anni turbolenti «don Mercedes», per la costosa macchina con la quale girava.

La portavoce del presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo lunedì mattina ha smentito: «La notizia non corrisponde al vero. Gli accrediti istituzionali sono stati gestiti, come è noto, dalla Giunta regionale e il convegno, peraltro, era aperto al pubblico. Gli unici accrediti effettuati dalla segreteria sono stati per la moglie del presidente e per i collaboratori che lo che lo hanno accompagnato».

19 gennaio 2015 | 09:42
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