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Le orge gay sadomaso in sacrestia di Mons Maniago, vescovo di Catanzaro., Allievo e gran protettore del pedofilo don Cantini, stupratore di centinaia di bambini.

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Catanzaro. Il nuovo vescovo Mons. Maniago e quell'orgia gay sadomaso in sacrestia

Allievo e gran protettore del pedofilo don Cantini, stupratore di centinaia di bambini.

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www.catanzaroinforma.it/cronaca/20...rtolone/217123/

di Giulia Zampina - 15 Settembre 2021
Sarà con tutta probabilità Claudio Maniago, attuale vescovo di Castellaneta, il successore di Monsignor Vincenzo Bertolone che in queste ore sta incontrando il Clero catanzarese.

Monsignor Maniago è nato a Firenze nel febbraio del 1959. Nominato Vescovo nel 2003 da papa Giovanni Paolo II, assume la guida di Castellaneta, per volere di Papa Francesco nel 2014.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...ella-notte.html

Le omissioni dell' allievo Maniago e quella notte a luci rosse in sagrestia
L' INCHIESTA penale sugli abusi nella parrocchia della Regina della Pace deve fermarsi. Ma la questione morale resta dolorosamente aperta e investe anche il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago, che di don Lelio Cantini è stato l' allievo più amato e più brillante. Scrive il gip Paola Belsito: «Restano cristallizzate nel fascicolo processuale le tante testimonianze di sopraffazione, di violenze fisiche e morali, di umiliazioni... Testimonianze che raccontano di un clima terribile, pesante, tetro, autoritario, blasfemo... perdurato per tantissimi anni». Un clima nel quale don Cantini, «approfittando evidentemente del suo carisma, della sua notevole capacità di imbonire,... riuscì a far credere a molti di essere il "Signore"». Mentre Rosanna Saveri, la perpetua, «otteneva potere ed obbedienza dichiarandosi la "Madonna", colei che aveva le visioni». A questa realtà di abusi fisici e morali, il vescovo Claudio Maniago avrebbe potuto porre fine, sostengono i magistrati. A lui si erano rivolti i suoi ex compagni di parrocchia, a lui avevano chiesto di intervenire. «I fatti che riguardano don Cantini sono stati per me fonte di sconvolgimento, anzi di interiore sbigottimento», dichiarò il vescovo ausiliare il 13 ottobre 2008. Ma tre anni prima, secondo le accuse, aveva invitato un ex parrocchiano a «lasciar perdere» con le sue denunce contro il sacerdote, «aggiungendo che il tutto si poteva ritorcere contro le vittime con conseguenze negative per loro, in quanto svolgevano attività professionali legate alla diocesi». «Velate minacce», le definisce il gip. Non punibili, tuttavia, perché non è stata presentata denuncia. Stessa sorte per il racconto di un testimone che nell' aprile 2007, dopo aver visto su Repubblica una foto di gioventù di Claudio Maniago, fu certo di riconoscerlo come il protagonista («il padrone») di una serata sado-maso organizzata nel 1996 da alcuni sacerdoti nella sagrestia di una chiesa non lontana da Cecina. Una serata così sconvolgente che l' uomo, che pure aveva messo un annuncio nella rubrica di incontri sado-maso di una rivista gay, a un certo punto disse basta e fuggì. Il sacerdote che aveva risposto al suo annuncio lo contattò dopo qualche giorno, offrendogli del denaro. Nell' ottobre 2007 i carabinieri del Ros hanno trovato la documentazione bancaria relativa al bonifico bancario di 4 milioni di lire, «proveniente proprio da un conto intestato "parrocchia per contributo" e ricevuto, sempre a dire del testimone, al fine di facilitare una sorta di "tacitazione" per gli abusi da lui subìti». I magistrati ritengono che il testimone sia credibile. Ma anche in questo caso la giustizia deve fermarsi perché l' uomo, pur sostenendo di aver subìto violenze, non ha mai presentato querela. «Né d' altronde - scrive il pm Paolo Canessa - il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago, chiamato esplicitamente in causa dal testimone, risulta aver presentato, a sua volta, alcuna denuncia per calunnia per i fatti addebitatigli». Obietta l' avvocato Valerio Valignani, che assiste monsignor Maniago: «E' una storia falsa. Ma il testimone parlava di un rapporto fra adulti, non riferiva alcun reato. Come poteva il vescovo presentare una denuncia per calunnia?». Quanto alle «velate minacce» agli ex amici di parrocchia, l' avvocato sostiene che più probabilmente si trattava di inviti alla prudenza: «Tanto erano minacce che i parrocchiani non si sono fermati». Di fronte al silenzio della Curia si sono rivolti al Vaticano (senza esito) e infine alla stampa. E soltanto allora, finalmente, sono stati ascoltati.

FRANCA SELVATICI
03 maggio 2011

www.corriere.it/Primo_Piano/Cronac..._scandalo.shtml
Cinque testimoni accusano il vescovo Maniago
Festini e minacce a Firenze
L'indagine porta alla Curia
Nell'inchiesta già coinvolto il parroco don Cantini, condannato dal tribunale della Chiesa. Chiamato in causa da una ventina di donne


Il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago è stato l'allievo predlietto di Don Cantini. Testimoni raccontano che anche lui avrebbe partecipato a festini a luce rossa (Ansa)
FIRENZE — La sentenza di condanna del tribunale della Chiesa sembrava aver chiuso la vicenda. E invece l'inchiesta penale su don Lelio Cantini, il parroco di Firenze di 82 anni riconosciuto colpevole dai suoi superiori di abusi sessuali nei confronti di alcune ragazze, adesso entra nelle stanze della curia. Esplora i rapporti tra il prete e quello che era il suo allievo prediletto, il vescovo ausiliare del capoluogo toscano Claudio Maniago. Verifica alcune denunce che lo coinvolgono in festini a luci rosse e tentativi di plagio di alcuni fedeli per costringerli a cedere le loro proprietà. L'alto prelato non risulta iscritto nel registro degli indagati, ma nei suoi confronti sono già stati disposti accertamenti e controlli. I magistrati hanno acquisito i tabulati delle sue telefonate e ora si concentrano sui conti correnti bancari proprio per stabilire la fondatezza delle accuse.

La primavera scorsa, tre anni dopo l'arrivo delle prime denunce, don Cantini e la sua perpetua Rosanna Saveri si rifugiano in un convento per sfuggire al clamore che il caso ha suscitato. Oltre una ventina di donne hanno accusato il sacerdote di averle violentate quando erano minorenni. Numerosi parrocchiani sostengono di essere stati plagiati e costretti a consegnargli denaro e beni immobili. L'obiettivo dichiarato da don Lelio era quello di creare una nuova Chiesa «non corrotta» e di trovare «ragazzi da inviare in seminario per colonizzare la struttura ecclesiale». Le presunte vittime si rivolgono alla curia e poi scrivono al Papa sollecitando le sanzioni previste dai tribunali ecclesiastici in attesa che arrivi il giudizio della magistratura ordinaria. Si tratta di fatti avvenuti molti anni fa, temono che alcuni reati vadano in prescrizione. La Chiesa intanto decide di intervenire. Il 2 aprile scorso l'arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli e il suo ausiliare Maniago vengono ricevuti in Vaticano da Benedetto XVI proprio per affrontare la vicenda e decidere gli eventuali provvedimenti. Il processo penale amministrativo autorizzato dalla Congregazione per la dottrina della fede è già stato avviato.

E si conclude qualche settimana dopo con una condanna che lo stesso Antonelli definisce «esemplare»: don Cantini è colpevole non soltanto di abusi sessuali, ma anche di «falso misticismo e controllo delle coscienze». Un plagio dunque. Il parroco non potrà più svolgere alcuna attività, viene di fatto interdetto. Il provvedimento del cardinale si chiude con la difesa della «serietà, della dedizione e della fedeltà del vescovo Maniago». In procura alcuni testimoni raccontano però una diversa verità. Due dipendenti della curia e due sacerdoti accusano Maniago di aver sempre saputo quale fosse la vera attività di don Cantini, che era il suo padre spirituale, e di averlo «coperto». Lo accusano soprattutto di aver partecipato alla gestione del patrimonio immobiliare sottratto ai parrocchiani. Poi vanno oltre e sostengono che anche lui avrebbe partecipato a festini a luci rosse. Parlano di diversi episodi, l'ultimo sarebbe avvenuto nel 2003. «Più volte — affermano — ci ha minacciato per costringerci al silenzio, ma adesso non possiamo più tacere».

I magistrati li ritengono attendibili e dispongono verifiche mirate. Acquisiscono i tabulati di un cellulare intestato alla curia di Firenze che risulta in uso al vescovo Maniago. Verificano le chiamate effettuate e ricevute tra gennaio e giugno scorsi. Accertano numerose telefonate tra lui e la perpetua, scoprono che almeno due volte l'alto prelato ha contattato il convento dove don Cantini si era rifugiato. Adesso vogliono scoprire il motivo di quelle conversazioni. Capire se sia giustificato dallo svolgimento del processo o se invece nasconda la volontà di accordarsi con i due. Il 21 aprile si presenta in procura Paolo C., 40 anni. Dice di aver deciso di parlare dopo aver letto i giornali, aver saputo quanto stava accadendo. E torna indietro di dieci anni. «Era agosto 1996 — racconta — e io, che sono omosessuale, avevo messo un annuncio su un giornale, nella rubrica "incontri sadomaso". Attraverso il fermo-posta fui contattato da una persona che mi diede appuntamento alla Certosa. Quando arrivò mi accorsi che era un sacerdote. Mi portò in una parrocchia vicino Cecina dove c'era anche un dormitorio estivo. Mi disse di chiamarsi don Andrea. Lì trovammo un altro prete e due ragazzi, certamente meridionali. Ebbi con lui un rapporto sessuale, poi rimasi la notte. Il giorno dopo mi dissero che sarebbe arrivato quello che loro chiamavano "il padrone". La sera ci fu l'incontro di gruppo, quel sacerdote l'ho riconosciuto in fotografia. Era Claudio Maniago ».

L'uomo entra nei dettagli, si sofferma sui particolari. «A un certo punto dissi basta, non potevo continuare». Paolo C. ricorda la sua fuga, la crisi. Dice di averne parlato con don Andrea «che in seguito mi aveva contattato varie volte». E aggiunge: «Mi offrirono dei soldi, poi mi fecero un bonifico. Avevo paura che si potesse pensare a una sorta di estorsione per comprare il mio silenzio, ma loro mi dissero che volevano farmi soltanto un'offerta». Sono poco più di tre milioni di lire. Il testimone fornisce i dati per risalire all'operazione, i pubblici ministeri delegano la polizia a effettuare le verifiche. Il passaggio di denaro viene rintracciato sulla Banca delle Marche. Ora proseguono gli accertamenti patrimoniali per scoprire se ci siano stati altri episodi analoghi. Soltanto quando il quadro sarà completato si deciderà se formalizzare le accuse. Prima dell'iscrizione nel registro degli indagati i magistrati vogliono incrociare i dati a disposizione ed effettuare altri riscontri.
Fiorenza Sarzanini
19 settembre 2007

www.lastampa.it/2007/09/18/italia/c...qXO/pagina.html
CRONACHE
18/09/2007
Firenze, bufera sul vescovo:
"E' lui quello dei festini"
Accuse contro l'ausiliare Maniago: «Orge sado-maso e minacce ai testimoni»

Claudio Maniago, vescovo ausiliario di Firenze finito nella bufera

FIRENZE
Anche il Vescovo ausiliare di Firenze, Claudio Maniago, chiamato in causa da alcuni testimoni tra cui due sacerdoti e due dipendenti civili della Curia stessa, è finito nel tritacarne dei sospetti, dei veleni, delle accuse indicibili che stanno destabilizzando la Chiesa fiorentina, e che ha visto già una testa cadere, quella di don Lelio Cantini, ex parroco della chiesa «Regina della Pace», indagato - insieme alla sua perpetua «veggente», Rosanna Saveri - dalla Procura di Firenze per violenze sessuali, psicologiche e plagio.

Lo scandalo di don Cantini
Don Cantini è già stato «condannato» dal Vescovo, il cardinale Ennio Antonelli, al termine di un processo canonico - «essendo i fatti a lui contestati ormai lontani nel tempo e giuridicamente prescritti» -, al divieto (per cinque anni) di confessare, di celebrare messa e gli altri sacramenti, di assumere incarichi ecclesiastici. Ma quelle accuse, anche se lontane nel tempo (le violenze anche contro ragazze minorenni dai 12 ai 17 anni) sono state ritenute fondate. E l’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze avrebbe anche raccolto testimonianze di abusi e di violenze più recenti.

Nell’ambito di questa indagine sono emerse le accuse nei confronti del vescovo ausiliare, Claudio Maniago, che «sapeva» cosa faceva don Cantini e lo avrebbe protetto, coprendolo anche nella gestione (privatistica) del patrimonio immobiliare, frutto delle «donazioni» dei parrocchiani. Di più, secondo le testimonianze raccolte in Procura, anche il Vescovo Maniago avrebbe partecipato a degli incontri sessuali, l’ultimo nel 2003, e avrebbe «minacciato» i testimoni esortandoli al silenzio. L’alto prelato non sarebbe stato ancora formalmente iscritto sul registro degli indagati, anche se la Procura di Firenze ha avviato nei suoi confronti delle verifiche investigative sulla base dei testimoni che lo accusano: sono stati setacciati i tabulati telefonici del cellulare a lui riferibile e portate a termine, sembrerebbe con esiti positivi, delle prime verifiche bancarie. Storie indicibili, di festini a luci rosse. Le vittime delle violenze subite da don Cantini già nel 2004 si rivolsero al Vescovo Maniago, per chiedere aiuto. Ma non accadde nulla. Solo un anno dopo, si rivolsero al Vescovo Antonelli e il 20 marzo del 2006 addirittura a Sua Santità Benedetto XVI, a papa Ratzinger.

Il 21 aprile scorso, il pm Paolo Canessa, riceve nel suo ufficio un uomo, P. C., gay dichiarato, che ha riconosciuto nella foto pubblicata sulle pagine locali di un quotidiano il vescovo Maniago, come colui che partecipò, nell’agosto di dieci anni fa, a un incontro «sadomaso». «Feci un annuncio sul periodico “Contattiamoci” nella rubrica “sadomaso” - verbalizza il testimone - e un giorno fui chiamato da una persona che poi seppi essere un sacerdote che si presentò come “don Andrea”, che mi diede appuntamento alla Certosa del Galluzzo a Firenze e che poi mi portò sulla costa vicino Cecina. Ebbi un primo rapporto con don Andrea, che poi mi ospitò in quella che indiscutibilmente era la canonica di una chiesa. La mattina dopo, don Andrea e un altro sacerdote, don Mauro, mi dissero di prepararmi che sarebbe arrivato il “padrone”. C’erano anche due “ragazzi di vita”, meridionali... Il “padrone” l’ho riconosciuto in fotografia, era Claudio Maniago...».

Storia incredibile, quella verbalizzata da P. C. (in parte accennata sulle pagine locali di un quotidiano e per questo l’uomo è stato minacciato). Il testimone racconta della sua crisi, quella sera, del suo abbandono, della fuga. E che fu ricontattato da don Andrea che gli offrì (e poi diede) dei soldi, oltre tre milioni di lire: «Avevo paura - ha verbalizzato - che si potesse pensare a un’ estorsione per comprare il mio silenzio... ma loro dicevano di volermi fare soltanto un’offerta...».

I soldi e la crisi
P. C. ha indicato al pm Canessa la possibilità di trovare dei riscontri: «Quei soldi mi furono bonificati sul conto della agenzia 1 della Banca di Iesi (poi Banca delle Marche ndr.)». Effettivamente, dai primi accertamenti confermano una movimentazione proprio in quel periodo. Un «indizio» che non prova nulla ma che, evidentemente, rappresenta per gli inquirenti un punto a favore della credibilità del testimone. Ma non è soltanto questa «accusa» ad aver convinto la Procura di Firenze ad allargare le indagini sugli abusi sessuali compiuti da don Cantini, il padre spirituale, il «maestro» che ha guidato il Vescovo Maniago nel suo percorso che lo avrebbe portato ad indossare la tonaca. Ci sono i testimoni della Curia. E l’inchiesta del pm Canessa adesso vuole verificare la fondatezza di quelle «accuse».

Edited by pincopallino2 - 8/1/2024, 12:17
 
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view post Posted on 29/11/2021, 10:36

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«Monsignor Maniago nuovo vescovo di Catanzaro»

CRONACA visibility1049 - lunedì 29 novembre 2021 di Dario Benedetto
Monsignor Claudio Maniago

La redazione di RaiNews non ha dubbi: oggi a mezzogiorno è atteso l'annuncio del nuovo vescovo di Catanzaro e si tratta di monsignor Claudio Maniago.


Il vescovo toscano, così, lascerebbe Castellaneta per diventare arcivescovo metropolita: una nomina fortemente voluta da Papa Francesco, per dare nuovo slancio pastorale alla chiesa di Catanzaro-Squillace, travolta da una serie di pesanti polemiche legate alla soppressione del Movimento Apostolico da parte della Santa Sede.

L'annuncio ufficiale, sempre secondo RaiNews, sarà dato dall'amministratore apostolico della diocesi e vescovo di Crotone, monsignor Panzetta.

Intanto, fonti castellanetane vicine al vescovo Maniago confermano la notizia seppur non sbilanciandosi. Comunicati ufficiali sono attesi anche da Palazzo vescovile nella tarda mattinata odierna.

Improbabile però, secondo noi, che monsignor Maniago lasci la diocesi di Castellaneta prima delle imminenti festività natalizie.

https://www.corrieredellacalabria.it/2021/...vo-arcivescovo/

LA NOMINA
Diocesi di Catanzaro-Squillace: oggi l’annuncio: monsignor Maniago nuovo arcivescovo
Il presule è attualmente vescovo di Castellaneta, in Puglia: succederà a Bertolone dimessosi anticipatamente a metà settembre
Pubblicato il: 29/11/2021 – 8:52
Diocesi di Catanzaro-Squillace: oggi l’annuncio: monsignor Maniago nuovo arcivescovo


CATANZARO Il nuovo arcivescovo metropolita della Diocesi di Catanzaro Squillace sarà monsignor Claudio Maniago, attualmente vescovo di Castellaneta, in Puglia: lo riferiscono fonti della Curia catanzarese. L’annuncio della indicazione di monsignor Maniago avverrà questa mattina alle ore 12 nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro.
Maniago è stato designato da Papa Francesco quale successore di monsignor Vincenzo Bertolone, che si era dimesso anticipatamente lo scorso 15 settembre: da quel giorno la Chiesa di Catanzaro-Squillace è stata retta dal vescovo di Crotone, Angelo Panzetta, quale amministratore apostolico.
Ora la nuova guida della Diocesi, quella di monsignor Manaiago, avrà il compito, particolarmente arduo, di ricostruire un clima di fiducia nel popolo dei fedeli catanzaresi, travolto e provato dalle ultime vicende, come la soppressione del Movimento Apostolico, a causa di opacità nella gestione dell’organizzazione, da parte della Santa Sede e le dimissioni anticipate di monsignor Bertolone. Monsignor Maniago, nato a Firenze 62 anni fa, è stato ordinato vescovo nel 2003 da Papa Giovanni Paolo II e nominato vescovo di Castellaneta da Papa Francesco nel 2014.
 
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view post Posted on 31/12/2023, 07:01

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