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Il Vaticano contro il DDL Zan: "Viola il Concordato", La multinazionale dei preti omosessuali contro quelli che non si nascondono sotto la tonaca

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view post Posted on 22/6/2021, 09:50

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La multinazionale dei preti omosessuali contro quelli che non si nascondono sotto la tonaca



www.open.online/2021/06/22/vaticano-vs-legge-zan/

POLITICA DDL ZAN • OMOFOBIA • VATICANO
Il Vaticano contro il ddl Zan, la nota diplomatica che avverte: «L’Italia viola il Concordato»
22 GIUGNO 2021 - 06:08
di Alessandro D’Amato

Una nota ufficiale della Segreteria di Stato consegnata all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede sostiene che la proposta di legge contro l’omotransfobia viola il Concordato del 1984. Ora la palla passa a Draghi e al Parlamento

Il Vaticano si schiera contro il ddl Zan. E lo fa nel modo più clamoroso. Ovvero attraverso una nota ufficiale della Segreteria di Stato in cui sostiene che la proposta contro l’omotransfobia che si trova all’esame in commissione Giustizia al Senato violerebbe in alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa. E si tratta di un atto senza precedenti perché mai, finora, il Vaticano era intervenuto per contestare una legge ancora da approvare esercitando le facoltà previste dai Patti Lateranensi.


Vaticano vs legge Zan: la nota di Paul Richard Gallagher
Il Corriere della Sera racconta oggi che a comunicare la nota all’ambasciata italiana presso la Santa Sede è stato Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria, di fatto il “ministro degli esteri” di Papa Francesco. Tecnicamente si tratta di una “nota verbale”, ovvero di una comunicazione formale non firmata. E nel testo si sostiene che «Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato». Si tratta dei commi che si trovano nell’Accordo di Villa Madama del 1984, firmato da Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli. E che assicurano alla Chiesa «libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale» ( comma 1). Mentre garantiscono «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (comma 2).


Perché la legge Zan secondo il Vaticano viola il Concordato
Secondo il Vaticano il Ddl Zan viola la libertà di organizzazione perché non esenta le scuole private dall’organizzare attività in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, che viene istituita con la legge. E, più in generale, minerebbe la libertà di pensiero dei cattolici. La nota è stata consegnata al gabinetto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio lo scorso 17 giugno. Ma, secondo il quotidiano, non è stata ancora portata all’attenzione del presidente del Consiglio Mario Draghi e del Parlamento. In teoria, le regole prevedono che di fronte a una presunta violazione del Concordato e a un problema che riguarda la sua corretta applicazione si attivi la “commissione paritetica” – disciplinata dall’articolo 14 – che è deputata a ricercare un'”amichevole soluzione”. Ma la Conferenza Episcopale Italiana si era già fatta sentire contro la legge. Una volta nel giugno 2020, quando aveva sostenuto che «Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio». E la seconda volta con una nota del presidente Gualtieri Bassetti: « Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza».

Cos’è il Ddl Zan e perché serve una legge contro l’omotransfobia
Approvato dalla Camera il 4 novembre 2020, il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia si intitola «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità». Prende il nome da relatore, il Dem Alessandro Zan. Il testo prevede la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro nei confronti di chi commette o istiga ad atti di discriminazione. E prevede anche il carcere da 6 mesi a 4 anni nei confronti di chi istiga o commette violenza, o per chi partecipa a organizzazioni che incitano a discriminazione o violenza. Il testo, che si compone di 10 articoli, prevede l’estensione dei cosiddetti reati d’odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa a chi compia discriminazioni verso omosessuali, donne, disabili.

E porta quattro modifiche nella normativa già esistente: la prima (articoli 2 e 3) riguarda l’aggiunta dei reati di discriminazione basati «sul sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere o disabilità» all’articolo 604-bis e 604-ter del codice penale. La seconda (articolo 6) tocca l’articolo 90-quater del codice di procedura penale: viene definita la «condizione di particolare vulnerabilità della persona offesa» (ora c’è solo la specifica relativa all’odio razziale). La terza (articolo 8) riguarda il dl 215/2003 sulla parità del trattamento degli individui indipendentemente dal colore o dalla provenienza etnica. La quarta (articolo 5) riguarda la legge Mancino. Intanto il segretario del Partito Democratico Enrico Letta conferma l’appoggio al Ddl Zan: «Siamo pronti a guardare i nodi giuridici ma sosteniamo l’impianto della legge che è una legge di civiltà», ha detto Letta stamattina a Radio Anch’io.
 
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view post Posted on 23/6/2021, 08:24
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https://www.repubblica.it/commenti/2021/06...bC8himuFhKIBMZ0

Se la Chiesa vuole l'assoluta impunità
di Chiara Saraceno
(ansa)
22 GIUGNO 2021
2 MINUTI DI LETTURA
Un gesto senza precedenti. Opporsi ad un disegno di legge non in nome di "valori" legittimi, ancorché non da tutti condivisi, ma in nome di un trattato internazionale. Contro la legge Zan, che punta ad una integrazione alla legge Mancino, allargando i concetti di discriminazione e violenza inaccettabile e punibile penalmente a "motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità", il Vaticano rivendica il mancato rispetto, addirittura, del Concordato, perché violerebbe il diritto dei cattolici alla libera espressione delle proprie opinioni e imporrebbe anche agli istituti scolastici cattolici paritari azioni intese ad educare al rispetto per le persone, inclusi i bambini e ragazzi, a prescindere dal loro sesso, dal loro orientamento sessuale e dal fatto o meno che aderiscano, nel modo di atteggiarsi, di vestirsi, anche di sentirsi, ai modelli normativi cui si aspetta aderiscano le persone del loro sesso, o che abbiano una qualche disabilità.

Sono le stesse obiezioni, specie la prima, degli oppositori della legge che ora trovano un alleato probabilmente imprevisto nel dispiego di forza che mette in atto ponendosi come stato, non come autorità morale. Evidentemente non è bastata l'introduzione dell'articolo 4, a mio parere ovvio e ridondante e di cui non si era sentito il bisogno all'epoca dell'approvazione della legge Mancino, quando si parlava "solo" di discriminazioni basate sulla religione, l'etnia o la nazione.

Il giurista che lavorò al Concordato: "Atto di debolezza della chiesa, il ddl Zan non viola gli accordi"
di Maria Novella De Luca
22 Giugno 2021

Omofobia e Concordato Stato-Chiesa: ecco perché il Vaticano è intervenuto sulla legge Zan
di Paolo Rodari
22 Giugno 2021

Sono, infatti, le opinioni espresse in modo tale da indurre disprezzo e legittimare la discriminazione quando non l'aggressione ad essere condannate. Viene da pensare che chi ha paura che le proprie opinioni possano essere oggetto di sanzione è consapevole di esprimerle in un modo violento, denigratorio, senza assunzione di responsabilità per le conseguenze dannose che ciò può avere per gli interessati.

Invocare la norma concordataria che sancisce la "piena libertà - della Chiesa Cattolica - di svolgere la sua missione pastorale e di manifestazione del proprio pensiero" per opporsi al disegno di legge Zan, suggerisce che per il Vaticano la libera missione pastorale e manifestazione del pensiero possono legittimamente tradursi in azioni discriminatorie, in pedagogia denigratoria e/o repressiva ed eventualmente anche nel sostegno a qualche pratica medico-psicologica che si proponga di correggere comportamenti definiti devianti contro ogni evidenza scientifica e con grande sofferenza delle persone coinvolte.

E' proprio sul piano pedagogico e delle "sue scuole", che pure si vogliono e proclamano paritarie e allo stesso livello istituzionale di quelle pubbliche, che probabilmente il Vaticano gioca la sua partita finale contro ogni tentativo di educare al rispetto delle differenze tra maschi e femmine e tra orientamenti sessuali e delle difficoltà che incontra chi, per lo più su base genetica, non sta bene, non si riconosce, nel sesso che gli/le è assegnato dal corpo alla nascita. E' su questo terreno che vuole avere mano libera, in nome del Concordato.

C'è da sperare che il governo e il Parlamento non si facciano intimidire e trovino le argomentazioni adatte per spiegare che non c'è nessun vulnus al Concordato, a meno che non si interpreti la norma evocata dal Vaticano come una assoluta impunità data alla Chiesa e ai cattolici di mancare di rispetto a chi, senza far male a nessuno, non corrisponde al loro modello di normalità. E c'è da interrogarsi, una volta di più, sulla opportunità di rivedere un concordato sempre agitato per ottenere privilegi (vedi regole dell'8 per mille) e per restringere diritti civili nell'ambito della vita personale e familiare.

IL RETROSCENA
 
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view post Posted on 23/6/2021, 18:20

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www.lastampa.it/cronaca/2021/06/23...f=LSHRA-A-S9-T1

Ddl Zan, i parroci di strada contro il Vaticano: “Ingerenza inaccettabile, dietro non c’è la mano del Papa”
I sacerdoti esprimono tristezza e incredulità: una mossa in uno scacchiere più ampio di una partita politica

23 Giugno 2021

Dal Vaticano «ingerenza inaccettabile», si resta «perplessi», «basiti». All'indomani della notizia della mossa del Vaticano presso il governo italiano contro il ddl Zan che vuole arginare l'omotransfobia parlano i parroci di strada. Danno voce a sentimenti di rabbia, tristezza e incredulità. Don Gianluca Carrega, sacerdote torinese, responsabile su incarico della Diocesi dell'accompagnamento delle persone omosessuali, premette: «Si tratta di una mossa che non è semplice da spiegare anche a me stesso. Ma credo che vada interpretata per quello che è, cioè una mossa in uno scacchiere più ampio di una partita politica che va ben oltre queste questioni».

Il sacerdote si è fatto una idea chiara di come sia maturata l'iniziativa: «La mia impressione è che sia stata sollecitata da una minoranza dell'episcopato italiano e che quindi abbiano voluto la copertura della Santa Sede per questa battaglia ideologica ma alla fine probabilmente si risolverà in una bolla di sapone, però intanto ha richiamato l'attenzione di chi è sempre pronto a menare le mani». Sembrerebbe che il Papa non abbia sollecitato questa iniziativa: «E sarebbe strano il contrario - osserva -perché in controtendenza con quello che ha sempre fatto sino ad ora nei rapporti con i singoli Stati. Certo, si resta perplessi di fronte a questa iniziativa che fa pensare perché ci sono situazioni che richiederebbero più attenzione da parte della Santa Sede, pensando ad esempio a cosa capita in Ungheria e in Polonia, e lì però non si dice nulla. Se si interviene, si dovrebbe poi intervenire sempre e non solo quando ci si sente minacciati nelle proprie libertà».

Secondo don Carrega, l'iniziativa della Segreteria di Stato del Vaticano è destinata a sgonfiarsi: «Considerato anche il clima estivo. Credo abbiano cercato di forzare un po' la mano per fare vedere che si ha un po' di influenza nelle vicende politiche e nostalgia di stagioni passate che per fortuna non penso ritornino». Ora dunque che accadrà? «I tecnici troveranno anche le modalità per evitare che si vada in conflitto con il Concordato - dice don Gianluca Carrega - detto questo mi pare che nessuno abbia messo in discussione il principio che muove la legge Zan e su questo più pacificati lo siamo. Più una legge delicata come questa poi trova la convergenza della politica, più è facile che sopravviva anche ai cambi di governo. Se arrivasse la destra al governo non vorrei pensare che si arrivasse a cancellare questa legge, per cui se vengono coinvolti tutti sarà più difficile che questo accada».


Anche don Giulio Mignani, sacerdote ligure che in polemica con il no del Vaticano alla benedizione delle unioni gay non diede seguito alla benedizione delle Palme, è rimasto notevolmente «rattristato» dalla nota del Vaticano contro il ddl Zan: «Io la definirei una ingerenza, non si può dimenticare la laicità dello Stato italiano». Don Giulio non si e accontentato di leggere dai media. Ha preso in mano il Concordato e ne ha tratto le conclusioni: «Sono andato a rivedere l'accordo dell'84 visto che si citava l 'articolo 2 commi 1,3 e ho visto che in uno si parla della piena libertà di svolgere la propria azione pastorale, nel 3 si parla della libera manifestazione del pensiero. Anche nel ddl non mi pare si voglia impedire la libera manifestazione delle proprie opinioni. La Chiesa, io dico purtroppo, avrà sempre la possibilità di manifestare il proprio dissenso ma francamente io quel reato di opinione che si paventa non ce lo vedo proprio. Poi il Parlamento è sovrano, non ci può essere una ingerenza nel dire cosa si debba fare».
Dal Vaticano si è parlato di una azione volta non tanto ad affossare la legge Zan quanto a rimodularla. «Sembra però - obietta don Mignani - che il tentativo, se non di affossarla sia di svuotarla la legge. Poi da chi sia partita questa cosa non è chiaro». All'insaputa del Papa? «Io lo spero. Anche le modalità di consegna della lettera sono un po' strane». Don Giulio Mignani non si capacita neanche del fatto che dietro questa mossa vi sarebbe anche il fatto che si vogliano esentare le scuole cattoliche dalla giornata anti discriminazioni: «Penso e spero che nessuna scuola cattolica voglia insegnare il razzismo o l' omofobia . Mi sembra assurdo porsi contro questa legge perché lo spirito del ddl Zan è pienamente cristiano per cui resto basito da questa iniziativa. Ora spero che nessuno si farà intimorire o imbavagliare per un intervento di questo tipo o ne andrà della democrazia».
 
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