https://www.repubblica.it/commenti/2021/06...bC8himuFhKIBMZ0Se la Chiesa vuole l'assoluta impunità
di Chiara Saraceno
(ansa)
22 GIUGNO 2021
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Un gesto senza precedenti. Opporsi ad un disegno di legge non in nome di "valori" legittimi, ancorché non da tutti condivisi, ma in nome di un trattato internazionale. Contro la legge Zan, che punta ad una integrazione alla legge Mancino, allargando i concetti di discriminazione e violenza inaccettabile e punibile penalmente a "motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità", il Vaticano rivendica il mancato rispetto, addirittura, del Concordato, perché violerebbe il diritto dei cattolici alla libera espressione delle proprie opinioni e imporrebbe anche agli istituti scolastici cattolici paritari azioni intese ad educare al rispetto per le persone, inclusi i bambini e ragazzi, a prescindere dal loro sesso, dal loro orientamento sessuale e dal fatto o meno che aderiscano, nel modo di atteggiarsi, di vestirsi, anche di sentirsi, ai modelli normativi cui si aspetta aderiscano le persone del loro sesso, o che abbiano una qualche disabilità.
Sono le stesse obiezioni, specie la prima, degli oppositori della legge che ora trovano un alleato probabilmente imprevisto nel dispiego di forza che mette in atto ponendosi come stato, non come autorità morale. Evidentemente non è bastata l'introduzione dell'articolo 4, a mio parere ovvio e ridondante e di cui non si era sentito il bisogno all'epoca dell'approvazione della legge Mancino, quando si parlava "solo" di discriminazioni basate sulla religione, l'etnia o la nazione.
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Sono, infatti, le opinioni espresse in modo tale da indurre disprezzo e legittimare la discriminazione quando non l'aggressione ad essere condannate. Viene da pensare che chi ha paura che le proprie opinioni possano essere oggetto di sanzione è consapevole di esprimerle in un modo violento, denigratorio, senza assunzione di responsabilità per le conseguenze dannose che ciò può avere per gli interessati.
Invocare la norma concordataria che sancisce la "piena libertà - della Chiesa Cattolica - di svolgere la sua missione pastorale e di manifestazione del proprio pensiero" per opporsi al disegno di legge Zan, suggerisce che per il Vaticano la libera missione pastorale e manifestazione del pensiero possono legittimamente tradursi in azioni discriminatorie, in pedagogia denigratoria e/o repressiva ed eventualmente anche nel sostegno a qualche pratica medico-psicologica che si proponga di correggere comportamenti definiti devianti contro ogni evidenza scientifica e con grande sofferenza delle persone coinvolte.
E' proprio sul piano pedagogico e delle "sue scuole", che pure si vogliono e proclamano paritarie e allo stesso livello istituzionale di quelle pubbliche, che probabilmente il Vaticano gioca la sua partita finale contro ogni tentativo di educare al rispetto delle differenze tra maschi e femmine e tra orientamenti sessuali e delle difficoltà che incontra chi, per lo più su base genetica, non sta bene, non si riconosce, nel sesso che gli/le è assegnato dal corpo alla nascita. E' su questo terreno che vuole avere mano libera, in nome del Concordato.
C'è da sperare che il governo e il Parlamento non si facciano intimidire e trovino le argomentazioni adatte per spiegare che non c'è nessun vulnus al Concordato, a meno che non si interpreti la norma evocata dal Vaticano come una assoluta impunità data alla Chiesa e ai cattolici di mancare di rispetto a chi, senza far male a nessuno, non corrisponde al loro modello di normalità. E c'è da interrogarsi, una volta di più, sulla opportunità di rivedere un concordato sempre agitato per ottenere privilegi (vedi regole dell'8 per mille) e per restringere diritti civili nell'ambito della vita personale e familiare.
IL RETROSCENA