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Eutanasia Legale. Parte la raccolta firme per il referendum, L'Associazione Luca Coscioni e i Radicali Italiani per scegliere come e quando morire

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view post Posted on 18/6/2021, 13:39

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L'Associazione Luca Coscioni e i Radicali Italiani per scegliere come e quando morire



https://www.corriere.it/politica/21_giugno...43567179f.shtml

L’INIZIATIVA
Referendum sull’eutanasia, cosa prevede il quesito
L’Associazione Coscioni sta raccogliendo le firme per rendere non punibile l’eutanasia «attiva». Il caso di Daniela, malata terminale che voleva «morire nel migliore dei modi». Dopo la sentenza della Consulta, a che punto siamo con le leggi sul fine vita
di Renato Benedetto
Referendum sull'eutanasia, cosa prevede il quesitoshadow

A Roma e Milano i banchetti sono già stati allestiti e, presto, altri compariranno nelle principali città. L’Associazione Luca Coscioni ha avviato la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia, con il sostegno dei Radicali italiani e di diversi parlamentari, da Valeria Fedeli (Pd) a Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) e Roberto Giachetti (Italia viva), più esponenti dei 5 Stelle. L’obiettivo è di depositare in Cassazione, entro il 30 settembre, 500.000 firme.

Che cosa prevede
Il quesito prevede una parziale abrogazione dell’articolo 579 del codice penale, che riguarda l’«omicidio del consenziente», e vuole rendere non punibile l’eutanasia «attiva», che si ha quando vengono somministrati farmaci che provocano la morte di chi la richiede e non, come nel caso dell’eutanasia «passiva», quando si interrompono le cure necessarie alla sopravvivenza (come, ad esempio, l’alimentazione artificiale).

Il quesito
L’articolo 579 del codice penale oggi prevede che «chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni» e «si applicano le disposizioni relative all’omicidio se il fatto è commesso» contro un minore, una persona inferma di mente (anche per abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti) o il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o inganno. Il quesito prevede di abrogarne una parte: chi provoca la morte con il consenso è punito solo in caso di soggetti minorenni, di infermità mentale o di minacce e inganno. L’articolo 579 sarebbe riscritto così: «Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con le disposizioni relative all’omicidio se il fatto è commesso: contro una persona minore degli anni diciotto; contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno».

La sentenza della Consulta sul suicidio assistito
L’ultimo intervento, spartiacque, in materia di fine vita è stato quello della Corte costituzionale del 2019 sul «caso Cappato» per il suicidio assistito di Dj Fabo: l’esponente radicale — che aveva accompagnato a morire in Svizzera Fabiano Antoniani — era finito sotto processo, poi assolto. La Consulta allora bocciò l’articolo 580 del codice (istigazione o aiuto al suicidio) considerando non punibile chi, a certe condizioni, agevola il proposito di suicidio di persone che soffrono a causa di patologie irreversibili e sia tenuta in vita con il sostegno di trattamenti medici che ne impediscano la morte. Il Parlamento è stato chiamato a colmare un vuoto normativo importante in tema di fine vita: nonostante l’urgenza, però, le divisioni nella maggioranza rendono questo percorso difficile e non breve.

In Parlamento
In Parlamento, infatti, sono diversi i testi presentati negli ultimi anni. A cominciare dalla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia, depositata alla Camera nel 2013 e ancora ferma. Così come appaiono immobili le proposte a firma del deputato Giorgio Trizzino e quello del radicale Riccardo Magi, quello della Lega e dei 5 Stelle. Un testo base, che partendo dalla proposta di iniziativa popolare prova a mediare tra le diverse posizioni in Aula, è stato depositato a maggio, ma i lavori non sono ancora entrati nel vivo. E non è detto che queato accadrà a breve: «Un tacito accordo tra tutti i partiti e i presidenti di entrambe le Camere — attacca Giorgio Trizzino, ex 5 Stelle ora al Misto — non consentirà la prosecuzione dell’esame del disegno di legge in commissione e in Aula».

Il caso di Daniela
L’Associazione ha citato un recente fatto di cronaca, la storia di Daniela, paziente oncologica di 37 anni, affetta da una grave forma di tumore al pancreas, senza speranza di guarigione, che aveva chiesto di essere «libera di morire nel migliore dei modi». Dopo aver contattato l’associazione, a febbraio aveva chiesto alla Asl di verificare se ci fossero le condizioni per il suicidio assistito, proprio riferendosi alla sentenza della Corte costituzionale. La risposta è stata negativa, lei ha fatto ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma, l’udienza è stata fissata il 22 giugno. Ma Daniela è morta il 5 giugno. «È inaccettabile che chi è nelle condizioni di Daniela sia costretta a un simile calvario. I malati non possono aspettare i tempi della burocrazia», commenta di Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni. «Era il 2006 — racconta — quando Piergiorgio Welby chiedeva, per la prima volta in Italia, una legge sull’eutanasia. Siamo nel 2021, e proprio ieri il tribunale di Ancona ha ribaltato l’interpretazione dell’Asl, concedendo a Mario, paziente tetraplegico di 43 anni, l’avvio dell’iter per il suicidio assistito. In 15 anni abbiamo assistito alla vicenda di Eluana Englaro, il cui padre ha combattuto nei tribunali per affermare la volontà della figlia, e a tante storie di persone uscite dall’intimo della propria famiglia e che pubblicamente hanno chiesto di poter agire legalmente nel proprio paese». Nel nel 2015, prosegue Gallo, «Marco Cappato e Mina Welby hanno annunciato che avrebbero aiutato i malati che ne avevano bisogno a raggiungere i paesi dove è legale rispettare tutte le scelte su come morire. Sono seguite le disobbedienze civili, come quella per il caso di Dj Fabo, nel 2017, in cui Cappato ha rischiato fino a 12 anni di carcere. Il Parlamento sull’onda di un processo pubblico, ha accelerato l’approvazione della legge sul testamento biologico», che affronta solo però solo in parte il fine vita. «Chiamata in causa per il processo di Cappato, per la prima volta interviene sul tema la Corte Costituzionale, evidenziando un vuoto normativo», conclude Gallo, ma «dalla sentenza che rende non punibile il suicidio assistito restano escluse alcune categorie di malati», come chi non è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale.

18 giugno 2021 (modifica il 18 giugno 2021 | 13:13)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/1...tavoli/6233520/

Marco Cappato

- 17 GIUGNO 2021
Eutanasia, le chiacchiere stanno a zero: ci vediamo ai tavoli

Eutanasia legale, parte la raccolta firme per il referendum: “Necessario agire a fronte di un Parlamento paralizzato e sordo”

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Potrei dire che abbiamo aspettato 37 anni. Tanto ne sono passati da quando Loris Fortuna, il padre della legge sul divorzio, presentò la prima proposta di legge per la legalizzazione dell’eutanasia. Ma il Parlamento non ne ha mai discusso. Diciamo pure che ne sono passati “solo” 15 dalla lotta di Piergiorgio Welby, “appena” 8 dal deposito della legge di iniziativa popolare sottoscritta da 140.000 cittadini. Potremmo aggiungere “soli” due processi e due richiami della Corte costituzionale.

Eutanasia legale, parte la raccolta firme per il referendum: “Necessario agire a fronte di un Parlamento paralizzato e sordo”

Per farla breve: non mi dite che servirebbe una legge, già lo sappiamo! Ma oggi l’unica possibilità di avere una buona legge sull’eutanasia senza dover aspettare qualche decennio ancora è il referendum per la legalizzazione. Dunque. le chiacchiere stanno a zero: chi è d’accordo per davvero raccoglie le firme; chi non è d’accordo, o (peggio) è d’accordo per finta, farà dotti ragionamenti su come questi temi andrebbero discussi in Parlamento e bla bla bla.

Per chi vuole dare una mano, c’è referendum.eutanasialegale.it. Per tutto il resto c’è il dibattito. Ci vediamo ai tavoli.
 
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