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Chierichetti stuprati in Vaticano. Condannato don Martinelli a 2 anni e mezzo per corruzione di minore. Tutto tace dalla magistratura italiana, Assolto da violenza sessuale per prescrizione e insufficienza di prove. Il card. Cantoni: "omosessualità transitoria legata all’adolescenza"

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Don Gabriele MArtinelli accusato di abusi nel seminario minore in Vaticano

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Iene, bugie e comunicati

20 novembre 2017
Non pensavo che il programma televisivo “Le iene” fosse così seguito.
In questi giorni mi sono sentito rivolgere domande da tante persone, di Grandate e non, sui fatti descritti nel programma. Ma più che dare risposte, non avendone di certe, ho potuto fare solo delle considerazioni.

La prima è che ormai la sfiducia nelle gerarchie ecclesiastiche è dilagante.
E non tra coloro che noi continuiamo a definire “lontani” o “cristiani della soglia” o “cristiani anonimi”.
Bensì tra i “vicini”, tra i frequentatori abituali della parrocchia, dell’oratorio, tra coloro che partecipano regolarmente alla Messa. In queste persone si sta radicando sempre di più l’idea che “le alte sfere” non abbiano per nulla a cuore il bene delle persone, soprattutto dei più piccoli, ma siano impegnate solo a fare magagne e a nasconderle o a negarle nel momento in cui vengono scoperte.
Fa male sentir dire “io continuo a credere in Gesù, perchè se fosse per i preti…”. E questo senso di sfiducia è continuamente alimentato da fatti che sono portati all’attenzione dell’opinione pubblica e non efficacemente smentiti (“perchè sono veri”, affermano i più).
Di certo i dubbi e le perplessità che emergono dalla visione di quel programma televisivo sono molti. Non riassumo i fatti, rimandando alla visione del suddetto programma.
Mi limito ad elencare i commenti che più spesso mi è capitato di sentire.

Se è tutta una calunnia, un’invenzione, una vendetta di un omosessuale geloso e cacciato dalle autorità superiori perchè non agire in tribunale, con una denuncia?
Si tratta di un caso di perdono evangelico a oltranza e, quindi del martirio di chi lascia infangare il proprio nome e quello della Chiesa e di una delle sue istituzioni più prestigiose, il Preseminario San Pio X (che ci fa davvero una pessima figura, dipinto come luogo di lussuria e di depravazione ignorate o tollerate dai superiori), oppure si ha paura a denunciare perchè questo comporterebbe la scoperta di qualche scheletro nell’armadio?

D’altronde, se è vero, come afferma a chiare lettere il comunicato della Diocesi di Como, che “la Diocesi, in base agli elementi in suo possesso, si attiene alla correttezza dell’iter di valutazione dell’idoneità al sacerdozio del suddetto seminarista, il quale ha compiuto a Roma il proprio percorso formativo, valutato positivamente dalle autorità a questo preposte. Le accuse mosse sono già state oggetto di accertamento da parte delle competenti sedi ecclesiastiche: i Superiori canonici hanno osservato e valutato la persona e la sua condotta”, siamo decisamente di fronte ad un caso di calunnia, che deve essere assolutamente riconosciuto nella sede opportuna, attraverso un processo che porti alla condanna del calunniatore. Ne va del bene della Chiesa e della società intera.

E’ un servizio alla verità e lo si deve, se non altro, ai genitori dei ragazzi delle Comunità di Colorina, di Valle, di Cedrasco, di Sirta, Rodolo e Alfaedo, che si sono giustamente allarmati sapendo che i loro figli erano stati affidati ad un potenziale abusatore.

Inoltre il comunicato stampa si premura di affermare che il vescovo di Como ha ordinato presbitero questo giovane “dopo aver ritualmente compiuto quanto di propria spettanza”, cioè dopo aver consultato (immagino, perchè questa solitamente è la procedura) la commissione diocesana “de promovendis ad Ordines”, presieduta dal vicario generale e deputata all’acquisizione di informazioni sul candidato presbitero.
Con tutto questo lavoro di tutte queste personalità non si può sbagliare. E non può che restare in piedi l’ipotesi della calunnia.

E ora che il Vaticano (dispettoso!) riapre le indagini e intende approfondire tutta la vicenda?
Non potevano approfondirla nel 2014 il card. Comastri, l’allora vescovo di Como, i superiori del Preseminario, anzichè limitarsi a trasferire il seminarista sotto accusa nel seminario francese di Roma e il rettore del Preseminario a Como?
Ancora calunnie? O mezze verità? Chi sta mentendo e perchè?
Chi è stato superficiale? Chi ha cercato (tanto per cambiare) di minimizzare o, peggio, di insabbiare?
Non è forse ora di fare chiarezza senza rifugiarsi dietro i comunicati stampa (ah, i comunicati stampa!) e dando pubblica relazione dei fatti attraverso una conferenza stampa alla presenza di tutti i giornalisti interessati alla questione? Che cosa si teme? O forse si pensa di trarre beneficio dal ruolo di vittime intervistate a bruciapelo, per strada?
Non dimentichiamoci che il primo modo per alimentare la cultura del sospetto è quello di rispondere in modo evasivo alle domande o di non rispondere affatto o di fuggire precipitosamente.
L’immagine di una Chiesa in fuga dalla Verità. Una fuga sgommante, veloce e arrabbiata.

Questa è la cosa più tragica che rischiava (prima dell’intervento del Vaticano) di restare scolpita nella mente e nel cuore di tante persone.
Come sarebbe bello vedere una gerarchia ecclesiastica che affronta le proprie responsabilità senza sottrarsi al confronto, ammettendo gli eventuali torti e affermando le proprie eventuali ragioni!
E’ questo che tanti “vicini” chiedono, stanchi delle reticenze vendute come “bene della Chiesa” e come prudente attenzione a tutti i protagonisti di fatti incresciosi.

Tante persone ricordano ancora (e qualcuno le vive ancora sulla propria pelle) la sofferenze che la nostra Diocesi ha patito per i fatti del 2012, fatti nei quali l’ha fatta da padrone un misto di turpitudine, superficialità, supponenza e imbecillità.

Penso che sia proprio il caso di pregare, chiedendo al Signore che non siano replicati gli atteggiamenti di allora e che ognuno abbia il coraggio di rendere un’autentica testimonianza alla Verità.
Dobbiamo recuperare un po’ di credibilità, non possiamo lasciare che il messaggio evangelico non venga preso in considerazione per l’inadeguatezza di qualche prete o di qualche vescovo e non possiamo continuamente trincerarci dietro il fatto che “siamo tutti uomini e peccatori”.

Ma fare qualche peccato in meno sarebbe proprio fuori luogo?
Forse dovremmo provare, ognuno nel proprio ruolo, a far capire a tutti che la Chiesa ha davvero a cuore i piccoli, i deboli, gli indifesi, che non sono solo i profughi, ma anche i ragazzi delle nostre Comunità.
Confidiamo nell’azione di Dio, che guida la Sua famiglia e le permette di individuare il male e di estirparlo.
Senza paure. Senza compromessi. Senza complicità.
don Roberto

www.quicomo.it/blog/editoriale/abus...e-pandolfi.html

Le Iene e gli abusi in Vaticano | Don Pandolfi, il prete che da Grandate striglia la Chiesa

Le Iene, Coletti e gli abusi insabbiati: don Pandolfi, il prete che da Grandate "striglia" la Chiesa
Don Roberto Pandolfi era parroco di San Giuliano quando scoppiò lo scandalo del prete pedofilo

Redazione
20 novembre 2017 11:23

Le Iene e gli abusi in Vaticano | Don Pandolfi, il prete che da Grandate striglia la Chiesa

Sono le parole che molti fedeli, forse, volevano sentire dire da un uomo di chiesa a commento del caso sollevato dalle Iene a proposito dei presunti abusi sessuali avvenuti in Vaticano. Don Roberto Pandolfi sul sito della parrocchia di Grandate ha espresso serie e articolate considerazioni che suonano tutt'altro che di circostanza. Sembra di vedere in quelle parola più che una "tiratina" di giacca ai vertici del clero vaticano. Sembrano una strigliata. Sono parole che si riempiono ancor più di significato se si considera che don Pandolfi era il prete della parrocchia di San Giuliano a Como nel 2012, quando esplose il sordido scandalo degli abusi sessuali commessi dal suo predecessore Marco Mangiacasale che mantenne, fino all'inchiesta giudiziaria, rapporti stretti con quella parrocchia e con quei parrocchiani. Don Pandolfi dovette affrontare e in un certo senso gestire lo scandalo che, suo malgrado, travolse la sua parrocchia e allarmò i fedeli.

Pandolfi non difende a spada tratta nessuno, né l'ex vescovo di Como, Diego Coletti, né gli altri clericali chiamati in causa nel servizi della trasmissione Mediaset che parlano anche di un presunto insabbiamento che sarebbe stato architettato coscientemente per nascondere gli scandalosi episodi avvenuti all'interno del preseminario San Pio X che sorge a pochi metri dalla Cupola vaticana.

E ora che il Vaticano (dispettoso!) riapre le indagini e intende approfondire tutta la vicenda?
Non potevano approfondirla nel 2014 il card. Comastri, l’allora vescovo di Como, i superiori del Preseminario, anzichè limitarsi a trasferire il seminarista sotto accusa nel seminario francese di Roma e il rettore del Preseminario a Como?
Ancora calunnie? O mezze verità? Chi sta mentendo e perchè?
Chi è stato superficiale? Chi ha cercato (tanto per cambiare) di minimizzare o, peggio, di insabbiare?
Non è forse ora di fare chiarezza senza rifugiarsi dietro i comunicati stampa (ah, i comunicati stampa!) e dando pubblica relazione dei fatti attraverso una conferenza stampa alla presenza di tutti i giornalisti interessati alla questione? Che cosa si teme? O forse si pensa di trarre beneficio dal ruolo di vittime intervistate a bruciapelo, per strada?
Non dimentichiamoci che il primo modo per alimentare la cultura del sospetto è quello di rispondere in modo evasivo alle domande o di non rispondere affatto o di fuggire precipitosamente.
Questo è solo uno dei passaggi più densi di significato dell'articolo di don Pandolfi il quale, in definitiva, chiede una cosa sola alla sua Chiesa: fare chiarezza, nella totale trasparenza, senza nascondere le colpe, se ci sono, di chicchessia, fossero anche gli alti vertici del clero.



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Le Iene accusano l'ex vescovo di Como di avere insabbiato gli abusi sessuali in Vaticano

La confessione shock del Vicario Giudiziale che avrebbe dovuto indagare sui presunti abusi sessuali compiuti nel Preseminario San Pio X in Vaticano. Il presunto colpevole un giovane seminarista da poco ordinato prete


Redazione
20 novembre 2017 12:50

Ci si aspettava un seguito al servizio realizzato dalle Iene sui presunti abusi sessuali in Vaticano, ma forse non così scioccante. Dopo la puntata andata in onda il 12 novembre, domenica 19 novembre la trasmissione di Italia Uno ha mostrato il seguito di quella vicenda portata alla luce dalla Iena Gaetano Pecoraro e dal suo autore e cameraman Riccardo Spagnoli. Questa volta al centro del servizio c'era l'ex vescovo di Como Diego Coletti.

Le testimonianze raccolte e le indagini condotte dalle Iene hanno portato a lui. Pecoraro si è rivolto a Coletti dopo avere raccolto le presunte prove del fatto che l'ex vescovo della diocesi di Como fosse non solo al corrente di quegli abusi sessuali avvenuti nel pre-seminario del Vaticano, ma che addirittura non avesse fatto nulla per procedere nei confronti del presunto colpevole, cioè un giovane seminarista da poco ordinato prete dall'attuale vescovo Oscar Cantoni.

Stando al servizio l'allora vescovo Coletti avrebbe avuto in mano abbastanza elementi per poter deicidere di approfondire la vicenda, soprattutto nell'ipotesi che simili abusi sessuali potessero essere commessi ancora dal giovane prete. Invece Coletti avrebbe deciso di "insabbiare" tutto. Dopo quella decisione uno degli ex seminaristi - che adesso è testimone chiave dei servizi delle Iene - è stato cacciato dal pre-seminario del vaticano

www.notizie.it/scandalo-vaticano-iene/

Scandalo Vaticano, nuove testimonianze e confessioni a Le Iene
20 novembre 2017 di Giovanni Casareto Tempo di lettura: 2 minuti

Scandalo Vaticano, un servizio de Le Iene mette luce su un gravissimo caso di abusi sessuali su minori. Il caso e le indagini sono state insabbiate.

Scandalo Vaticano, un servizio de Le Iene mette in luce su una situazione agghiacciante. Don Gabriele Martinelli, ancora prima di diventare prete, avrebbe compiuto gravi atti di pedofilia, con aggiunta di abusi di potere. Erano già state fatte delle indagini, almeno ufficialmente. Ma queste non sarebbero state fatte in maniera approfondita, e sarebbe stato quindi tutto insabbiato. Uno scandalo nello scandalo in Vaticano. Le Iene hanno registrato la confessione del giudice del tribunale ecclesiastico.

Sono pesanti e gravissime le accuse rivolte da almeno due giovani nei confronti di Don Gabriele Martinelli, un sacerdote 25enne nato a Chiavenna. L’uomo accusato di pedofilia ha trascorso l’infanzia a Lanzo d’Intelvi, per poi trasferirsi a Città del Vaticano. Qui ha frequentato il Preseminario San Pio X in Vaticano, luogo dove vengono formati i chierichetti a servizio di Sua Santità. Questo, secondo le accuse effettuate da due giovani intervistati da Le Iene, è stato lo scenario di violenze ed molestie sessuali su minori.

Il bruto si infilava nei letti dei ragazzini e pretendeva prestazioni sessuali. Don Gabriele Martinelli che a luglio è stato ordinato sacerdote dal vescovo Oscar Cantoni.

Don Gabriele Martinelli è stato accusato di abuso di potere. Pare che abbia fatto leva sul fatto di essere un seminarista che sarebbe entrato a far parte dell’Opera Don Folci, che gestisce la struttura San Pio X in Vaticano, per avere rapporti sessuali con almeno un ragazzo poco più giovane di lui. La vittima, all’epoca dei fatti, aveva solamente 13 anni.
Stando però alle sua testimonianza e a quella di un testimone oculare, entrambi intervistati dall’inviato de Le Iene, il bruto avrebbe colpito altre vittime. Il testimone ha anche affermato di aver segnalato le violenze al vescovo di Como, prima che il giovane fosse ordinato sacerdote.

Le indagini, ufficialmente, erano state avviate, e si sono pure concluse. L’allora Vescovo di Como Diego Poletti, si era occupato, a detta sua, di indagare in quel periodo.

Ma afferma di aver studiato minuziosamente il caso, e di non aver trovato nessuna base sufficiente per fare provvedimenti. Secondo lui tutte le testimonianze erano fantasie o comunque distorte.
Il giudice del tribunale ecclesiastico Don Andrea Stabellini, avrebbe dovuto prendere in mano il caso. Ha affermato, incalzato dall’inviato de Le Iene, di aver riconosciuto gli estremi per un provvedimento, ma che sarebbe stato fermato dal Vescovo Diego Poletti e dal Cardinale Angelo Comastri, arciprete dalla basilica papale di San Pietro in Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro e vicario generale del Papa. Don Andrea Stabellini non riesce a mascherare la sua angoscia nel fare questa confessione all’inviato de Le Iene.

www.leggo.it/spettacoli/le_iene/ab...17-3378190.html

Le Iene: "Abusi in Vaticano, ecco chi coprì il caso"
Dopo il servizio della scorsa settimana, 'Le Iene' hanno raccolto nuove testimonianze e condotto nuove indagini sul caso dei presunti abusi sessuali, da parte di un giovane seminarista poi diventato sacerdote, nei confronti dei compagni del preseminario San Pio X, in Vaticano. C'è anche la testimonianza di un altro ex studente dell'istituto vaticano, che oltre a fornire un'istruzione di livello a tanti ragazzi permetteva loro di servire, come chierichetti, sia Benedetto XVI, sia Papa Francesco.



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Il ragazzo, di buona famiglia, ha raccontato di aver frequentato l'istituto per tre anni, per poi lasciare e fare ritorno a casa. Anche lui, come altri due ex studenti del preseminario, ha raccontato di aver subìto molestie sessuali dal seminarista: «Il rettore, monsignor Enrico Radice, credeva molto in lui e per questo era sempre il primo chierichetto a servire il Papa. Mi prese un po' sotto la sua ala protettiva e mi fece iniziare a organizzare i chierichetti più piccoli. Si diceva che presto sarebbe diventato prete e che io avrei preso il suo posto come guida, ma mi avvertirono di stare attento a lui. Poi, un giorno, mentre ci stavamo picchiando per gioco mi ha palpato nelle parti intime per circa tre secondi. A quel punto, d'istinto, gli mollai due pugni e da allora mi iniziò a vessare e a umiliare».

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Non andò meglio agli altri due ragazzi che per primi avevano denunciato gli episodi, parlando all'inizio del 2013 con il loro padre spirituale. L'uomo decise di segnalare il caso a don Andrea Stabellini, il vicario giudiziale della Santa Sede, di fatto il titolare della pubblica accusa di fronte alla magistratura vaticana. Secondo il racconto di diversi testimoni sentiti dalla 'Iena' Gaetano Pecoraro, don Stabellini, che oggi non ricopre più quell'incarico, avrebbe dovuto procedere con l'accusa e rimuovere anche monsignor Radice proprio per la questione delle molestie del seminarista. In realtà, le cose andarono diversamente: monsignor Diego Coletti, allora vescovo di Como, bloccò tutto e fece trasferire il padre spirituale in una zona remota d'Italia. Non solo: uno dei due ragazzi, il polacco Kamil, fu espulso dal preseminario. «Mi arrivò una lettera da monsignor Coletti, fui cacciato e mi ritrovai costretto a vivere alla giornata, senza un posto dove stare e lontano dalla mia famiglia», ha raccontato.



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I dubbi più grandi, in questa vicenda, riguardano le indagini. L'interrogativo principale è: possibile che quell'archiviazione per mancanza di prove evidenti sia giunta senza neanche confrontare le testimonianze incrociate dei giovani preseminaristi? «Nessuno ci ha mai ascoltato, non siamo mai stati chiamati a testimoniare», spiegano gli ex studenti del San Pio X. È la domanda che 'Le Iene' hanno cercato di rivolgere anche a monsignor Radice e a monsignor Coletti; il primo nega ogni accusa, il secondo accetta di parlare ma dichiara di aver agito dopo aver cercato, invano, riscontri credibili. Inutile anche tentare di parlare con don Gabriele, l'ex seminarista, oggi prete, accusato degli abusi sessuali.



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A questo punto 'Le Iene' hanno cercato di chiedere chiarimenti a don Stabellini, che di fatto non diede luogo a procedere. L'uomo è preoccupato e impaurito e, a questo punto, con un'azione per stessa ammissione molto scorretta sotto diversi punti di vista, 'Le Iene' sono riusciti a ottenere una confessione. «Non potevo agire senza il permesso del vescovo, quando parlai con monsignor Coletti mi disse di non dar luogo a procedere perché aveva fatto altre indagini per conto proprio e affermò di avere abbastanza elementi per archiviare tutto» - spiega l'ex vicario giudiziale, ignaro del fatto che microfoni e telecamere sono ancora perfettamente attivi - «Per me c'erano le condizioni per procedere, ma monsignor Coletti disse di aver parlato anche col cardinal Comastri (di fatto il vice del Papa, ndr) e non mi fecero continuare con l'accusa. Sì, credo che entrambi abbiano voluto insabbiare il caso».

http://velvetmag.it/video/presunti-abusi-i...lla-santa-sede/

Le Iene Show prosegue l’inchiesta su presunti abusi sessuali in Vaticano e la Santa Sede apre un’indagine [VIDEO]
20/11/2017, di Olga Caputo

http://velvetmag.it/video/presunti-abusi-i...p_Brid_11177820

Le Iene Show e in particolare Gianluigi Nuzzi si stanno occupando dell’inchiesta sui presunti abusi sessuali in Vaticano e dalla Santa Sede arriva la conferma dell’avvio di una nuova indagine.

Dopo l’ultimo servizio dell’inchiesta Abusi in Vaticano de Le Iene Show, firmata da Gaetano Pecoraro; durante la puntata del 19 novembre, è stato mandato in onda un nuovo servizio Scandalo in Vaticano: nuove testimonianze, di ex chierichetti che hanno subito presunti abusi all’interno del Preseminario San Pio X in Vaticano e per la prima volta viene fatto il nome del seminarista accusato, il cognome non è stato reso noto visto che non vi sono certezze e si potrebbe rischiare il linciaggio di un innocente. I ragazzi ed ex chierichetti, che hanno affidato la loro testimonianza alla iena Pecoraro, in precedenze avevano raccontato il tutto alla propria guida spirituale, che poi ha segnalato il tutto a don Andrea Stabellini, che all’epoca dei fatti era il vicario giudiziale della Santa Sede, quindi titolare della pubblica accusa davanti alla magistratura vaticana, e poteva procedere con l’accusa e rimuovere monsignor Radice, dopo le accuse di molestie. Le cose non andarono così. Monsignor Diego Coletti, vescovo di Como, bloccò tutto e trasferì il padre spirituale in una zona italiana remota, inoltre due ragazzi furono espulsi dal preseminario.

Le Iene Show hanno provato a sentire sia Monsignor Radice e Monsignor Coletti; il primo ha negato tutto, il secondo ha accettato di parlare e ha dichiarato di aver agito e di non aver potuto constatare alcun reato. Pecoraro ha inoltre cercato di parlare con don Gabriele, l’ex seminarista accusato degli abusi sessuali, ovviamente non ottenendo alcuna risposta. Il programma d’inchieste giornalistiche di Italia Uno è riuscita ad ottenere una confessione da don Stabellini, l’uomo che non avviò alcun procedimento, il quale ha dichiarato: “Non potevo agire senza il permesso del vescovo, quando parlai con monsignor Coletti mi disse di non dar luogo a procedere perché aveva fatto altre indagini per conto proprio e affermò di avere abbastanza elementi per archiviare tutto”, il vicario ha poi aggiunto, senza essere consapevole del fatto che i microfoni e le telecamere sono attive: “Per me c’erano le condizioni per procedere, ma monsignor Coletti disse di aver parlato anche col cardinal Comastri (il vice del Papa) e non mi fecero continuare con l’accusa. Sì, credo che entrambi abbiano voluto insabbiare il caso”.

Dopo la messa in onda del primo servizio dell’inchiesta, il Vaticano ha immediatamente smentito il tutto e Greg Burke, direttore della Sala stampa Vaticana, ha scritto su Twitter: “Falsità sui chierichetti in Vaticano: il Papa non ha mai ricevuto presunta vittima né alcun testimone”. L’inchiesta de Le Iene Show è partita dalla pubblicazione del libro Peccato originale di Gianluigi Nuzzi, che è stato il primo a parlare di questi abusi. Subito dopo l’uscita del libro, la Santa Sede ha diffuso un comunicato ufficiale: “In merito alla vicenda che vede coinvolto un ex alunno del preseminario san Pio X, successivamente ordinato sacerdote, si precisa quanto segue. A seguito di alcune segnalazioni, anonime e non, a partire dal 2013 furono compiute, a più riprese, delle indagini sia da parte dei superiori del preseminario sia da parte del vescovo di Como, atteso che la comunità degli educatori appartiene alla sua diocesi. I fatti denunciati, che risalivano agli anni precedenti e che avrebbero coinvolto alunni coetanei tra loro, alcuni dei quali non più presenti nell’Istituto al momento degli accertamenti, non trovarono adeguata conferma. In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto”.
 
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view post Posted on 21/5/2021, 11:21

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Il Vaticano se ne lava le mani, ma la carne fresca continuerà a servire i monsignori

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Don Martinelli ed il suo superiore don Radice

Il Papa chiude il Preseminario per proteggere i bambini, verrà trasferito fuori dal Vaticano
ITALIA > PRIMO PIANO
Giovedì 20 Maggio 2021 di Franca Giansoldati
Il Papa chiude il Preseminario per proteggere i bambini, verrà trasferito fuori dal Vaticano

Città del Vaticano – Il solo sospetto che a due passi da Santa Marta possano essere stati consumati abusi sessuali sui chierichetti di San Pietro ha indotto Francesco ad intervenire pesantemente senza aspettare la conclusione del processo in corso nel tribunale vaticano e decidere la chiusura del Pre-seminario. Lo trasferirà altrove, certamente fuori dallo stato pontificio. Dall'anno prossimo – salvo cambiamenti dell'ultima ora - non vi saranno più ragazzini che vivono, studiano e dormono all'Ombra del Cupolone. Il convitto voluto dalla diocesi di Como e autorizzato da Pio XII nel lontano 1956 per dare una educazione ai bambini e, nello stesso tempo, sollecitare in loro la vocazione al sacerdozio traslocherà. Sarebbero, infatti, già stati individuate due strutture esterne. I chierichetti del Papa continueranno però ugualmente a frequentare la scuola media e il liceo in un istituto parificato e seguiteranno a fare servizio liturgico alle cerimonie papali. Tuttavia non abiteranno più tra le mura degli edifici vaticani, proprio per garantire la loro maggiore sicurezza e non esporli a eventuali situazioni ambigue o a quello spaccato di presunti plagi, violenze psicologiche, morbose attenzioni che sta emergendo dalle prime udienze del processo.


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Si tratta di una decisione drastica che il Papa ha già comunicato ai vertici del pre-seminario per azzerare ogni possibile rischio futuro, ed evitare che possano verificarsi ulteriori negligenze. Già nella seconda udienza del processo, alcuni mesi fa, la vittima, L.G. - oggi un uomo di 28 anni – ha descritto chiaramente le molestie che subiva di notte, nelle stanze dei ragazzi, all'insaputa dei responsabili. I due sacerdoti rinviati a giudizio sono don Gabriele Martinelli -29 anni - incriminato per violenze e l'ex rettore del collegio, don Enrico Radice accusato, invece, di favoreggiamento. In parallelo anche la magistratura italiana ha aperto un fascicolo (per calunnia, falsa testimonianza e diffamazione a mezzo stampa) dando mandato di perquisire la casa di don Martinelli, anche se pare non abbiano trovato nulla.





L.G. ha raccontato di essere stato costretto subire rapporti carnali, atti di sodomia, masturbazione su se stesso e sulla vittima da parte di don Martinelli in diversi tempi e luoghi del Vaticano, persino nella sacrestia di san Pietro. Circostanza però che, in altre deposizioni, è sembrata inverosimile perché la zona è sempre controllata e piena di telecamere. Tuttavia il quadro resta ben poco edificante, anche perchè i fatti descritti sarebbero avvenuti tra il 2007 al 2012 quando entrambi, vittima e abusatore, erano ancora minorenni.

La vittima all'epoca aveva scritto anche al Papa: «Le scrivo per denunciarle dei fatti gravissimi che ho subito durante gli anni. Fin dal primo anno ci sono stati degli atteggiamenti di plagio psicologico da parte di Gabriele Martinelli. Durante il secondo anno ho iniziato a subire violenza fisica e psicologica da Martinelli. Questi atteggiamenti si sono protratti fino all'ultimo anno. Spesso nel corso degli anni mi svegliavo durante la notte e trovavo Gabriele sdraiato nel mio letto che mi toccava e mi proponeva insistentemente e con minacce di avere rapporti sessuali con lui (…)» E ancora. «Alcune volte trovavo la forza di ribellarmi e lo cacciavo con calci e pugni. Questo generava sempre una vendetta nei miei confronti. Subivo rimproveri o castighi (…) L'influenza di Martinelli su monsignor Radice gli permetteva di agire indisturbato».

Don Radice all'epoca rettore della struttura avrebbe più volte avuto con Martinelli un atteggiamento indulgente. In una lettera datata 3 ottobre 2013 e indirizzata al vescovo di Como, Coletti, smontava la denuncia di L.G. contro Martinelli, parlando di “fumus persecutionis”. Descriveva un accanimento personale, forse dovuto a screzi tra ragazzi. Non solo. Avrebbe anche inviato una lettera in triplice copia (a nome del vescovo, su carta intestata della Diocesi di Como) per annunciare l’imminente ordinazione sacerdotale di Martinelli (ordinazione poi avvenuta).

Al di là di come finirà è un processo dai contorni sfilacciati, con testimoni che non ricordano, altri che cambiano versione tre volte tanto che il presidente del Tribunale, Pignatone, con uno dei testimoni ha persino perso le staffe («ma c'è qualcosa di oggettivo che è in grado di raccontarci?»).

Tuttavia il Papa ha tagliato la testa al toro, mettendo in sicurezza i chierichetti. La prossima udienza del processo è fissata per lunedì 7 giugno e servirà a sentire altri 5 testimoni. Forse si terrà in una nuova aula in via di allestimento, un ex laboratorio polifunzionale dei Musei Vaticani, più larga e capiente dell'attuale dove le norme covid sono a volte complicate da rispettare.

Tra le persone che sono state sentite dai magistrati vaticani c'è anche il vescovo di Como (titolare della diocesi dalla quale dipende giuridicamente la struttura del Pre-seminario) che ha difeso però la dignità dell'imputato, il sacerdote Martinelli. Prima di essere ordinato prete fu mandato in un monastero in Valle d’Aosta e poi in una struttura protetta a Como, per proteggerlo. Per Cantoni si trattava di «un provvedimento a sua difesa. Cantoni tuttavia ha aggiunto che in passato le segnalazioni che gli erano arrivate su Martinelli parlavano di «una condotta sessualmente inappropriata», anche se «è pacifico - ha detto - che negli anni in questione non essendo ancora chierico, mancava il requisito soggettivo per l’applicazione delle norme» (quelle sugli abusi da parte del clero sui minori). E che da quando si trovava a Como “prima come diacono poi come sacerdote non c’è stata una segnalazione su di lui. La sua era una tendenza omosessuale transitoria legata all’adolescenza». Inoltre ha aggiunto Cantoni, don Gabriele Martinelli ha sempre rispettato le regole imposte e nessuno, da quando è prete, «si è mai lamentato con me».




Ultimo aggiornamento: 21:47

Edited by pincopallino1 - 26/1/2024, 11:14
 
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view post Posted on 25/5/2021, 09:39
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Beh, il marocchino gli ha spillato 90mila euro. Poi è la volta di un italiano. Mah, vabbè! Restano tuttavia le prove pedofiliache di detenzione di materiale e di adescamento che lo inchiodano. Il ratman è senz'altro un essere spregevole. Fanno bene a spillargli denaro
 
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Sti poveri chierichetti me li piango. Bisognerebbe fargli indossare una cintura di castità all'ingresso del seminario
 
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Gli azzeccagarbugli del sacramento trovano ogni ragione per l'impunità

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www.meteoweek.com/2021/10/06/abusi...prosciolti-cpe/

Abusi ‘chierichetti del Papa’: i due imputati prosciolti
6 Ottobre 2021, 13:15Marta Zelioli
Nel processo per gli abusi al Preseminario che ospita i ‘chierichetti del Papa’, il Tribunale Vaticano, ha deciso di prosciogliere i due imputati don Gabriele Martinelli e don Enrico Radice.


Per alcuni reati sono assolti, per altri non punibili, per altri ancora è intervenuta la prescrizione. Il Pg aveva chiesto 6 anni di reclusione per il primo e 4 per il secondo. La sentenza è di primo grado ed è possibile il ricorso in appello.

Edited by pincopallino1 - 23/6/2022, 09:55
 
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https://press.vatican.va/content/salastamp...0639/01368.html


Sentenza del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano nel procedimento penale a carico di Gabriele Martinelli e di Enrico Radice, 06.10.2021

[B0639]

In nome di Sua Santità

Papa Francesco

Il Tribunale

composto dai signori Magistrati:

dott. Giuseppe Pignatone, Presidente

prof. Venerando Marano, Giudice

prof. Carlo Bonzano, Giudice

- visti gli art. 421 e ss. c.p.p.,

dichiara

Martinelli Gabriele non punibile, ai sensi degli artt. 53 ss. c.p., limitatamente ai fatti contestatigli fino al 9 agosto 2008, in quanto minore degli anni sedici;

assolve

Martinelli Gabriele dai reati a lui contestati in relazione al periodo successivo al 9 agosto 2008 per insufficienza di prove;

dichiara

nei confronti di Martinelli Gabriele, previa riqualificazione dei fatti in contestazione, limitatamente al periodo dal 9 agosto 2008 al 19 marzo 2009, quali integrativi del delitto di corruzione di minore previsto e punito dall’art. 335 c.p., estinta l’azione penale per intervenuta prescrizione ai sensi dell’art. 91 c.p.

dichiara

nei confronti di Radice Enrico, in relazione ai fatti contestati come commessi nell’ottobre 2013, estinta l’azione penale per intervenuta prescrizione ai sensi dell’art. 91 c.p.

assolve

Radice Enrico, in relazione alla contestata creazione di una lettera ad apparente firma del Vescovo di Como mons. Coletti, perché il fatto non sussiste;

dichiara

Radice Enrico non punibile, ai sensi dell’art. 215 c.p., in relazione alla contestazione avente ad oggetto le dichiarazioni rese al Promotore di Giustizia il 6 settembre 2018.

Città del Vaticano, 6 ottobre 2021

Giuseppe Pignatone, Presidente

Venerando Marano, Giudice,

Carlo Bonzano, Giudice.

Raffaele Ottaviano, Cancelliere.

[01368-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0639-XX.01]
 
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www.askanews.it/esteri/2021/10/06/...20211006_00152/

Mercoledì 6 ottobre 2021 - 14:54
Abusi, per il preseminario una sentenza vaticana con molte ombre
Sesso, mancanza di prove, prescrizioni, verifiche superficiali

Città del Vaticano, 6 ott. (askanews) – Il tribunale vaticano presieduto ha prosciolto i due sacerdoti accusati di abusi sessuali (don Gabriele Martinelli) e di faovreggiamento (don Enrico Radice) nel preseminario Pio X, che si trovava sinora all’interno dello Stato pontificio, con una sentenza che fa emergere però molte ombre.
Il collegio presieduto da Giuseppe Pignatone ha accertato, innanzitutto, “i rapporti sessuali, di varia natura ed intensità”, tra l’imputato, don Martinelli, e la persona offesa, L.G., per oltre cinque anni, ma non ha trovato “la prova per affermare che la vittima sia stata costetta a detti rapporti dall’imputato con la contestata violenza o minaccia”.


Quanto ai rapporto avvenuti nel primissimo periodo, quando la vittima aveva meno di 16 anni, è stato accertato “il reato di corruzione di minorenni”, che “è stato però dichiarato estinto per prescrizione”.
Quanto a don Radice, all’epoca rettore del seminario, il tribunale ha accertato che le verifiche e gli accertamenti fatti dopo le prime denunce “furono svolti … in modo assolutamente superficiale”, ma il reato è prescritto; che ha falsificato la firma del suo vescovo, ma ciò non gli è servito a eludere le indagini; e che nel corso di un interrogatorio non ha dichiarato il vero, ma il codice penale glielo permette.


Va ricordato che a maggio scorso, a processo in pieno svolgimento, la sala stampa vaticana comunicò che “da tempo si stava studiando l’ipotesi di un trasferimento del Preseminario S. Pio X al di fuori delle Mura Vaticane, anche per favorire la vicinanza dei giovani studenti ai luoghi dove svolgono i loro studi e praticano le loro attività ricreative. In una recente Udienza, il Santo Padre Francesco ha comunicato al Rettore, Rev.do Don Angelo Magistrelli, la decisione che il Preseminario, a partire dal prossimo mese di settembre, sposti la sua sede all’esterno della Città del Vaticano, in luogo conveniente. Sua Santità non ha mancato, nell’occasione, di esprimere viva gratitudine a Don Magistrelli per l’opera compiuta in questi 75 anni dalla fondazione dell’istituzione, riconoscendo che essa conserva la sua validità educativa e chiedendo che possa continuare l’apprezzato servizio liturgico svolto dai giovani studenti nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Si tratta, dunque, di una nuova tappa della vita e dell’attività del Preseminario S. Pio X, che offrirà senz’altro ad esso nuove opportunità di crescita e di sviluppo soprattutto nell’ambito della promozione delle vocazioni al sacro ministero”.
Oggi, ad ogni modo, è giunta la sentenza del processo avviato a ottobre dell’anno scorso. Di seguito il comunicato esplicativo del tribunale vaticano.


Secondo l’accusa, basata principalmente sulle dichiarazioni della persona offesa, Gabriele Martinelli, oggi sacerdote ma all’epoca alunno del preseminario San Pio X, dal 2006 al 2012 avrebbe commesso plurimi fatti di violenza carnale e di atti di libidine ai danni di un altro alunno, L.G., di sette mesi più piccolo dell’imputato, così integrando i reati previsti e puniti dagli articoli 331, 332 e 333 del codice penale.
L’approfondita istrittoria dibattimentale – durante la quale, oltre agli imputati, sono stati sentiti, nel contraddittorio tra le parti, numerosi testi ed è stata acquisita ampia documentazione, ivi compresi (per la prima volta in un giudizio penale) gli atti delle investigazioni svolte in sede canonica – ha consentito di aggiungere nuovi ed importanti elementi a quelli già emersi durante la fase dell’istruzione sommaria, tali da agevolare una valutazione più completa soprattutto in ordine alla natura dei rapporti intercorsi fra Martinelli e L.G., al loro evolversi nel tempo ed alla attendibilità delle dichirazioni in atti.
All’esito, il tribunale ha stabilito che debbano ritenersi accertati i rapporti sessuali, di varia natura ed intensità, tra l’imputato e la persona offesa, effettiamente protrattisi per l’intero arco ultraquinquennale sopra indicato; viceversa, difetta la prova per affermare che la vittima sia stata costetta a detti rapporti dall’imputato con la contestata violenza o minaccia.
In particolare, l’impossibilità di ritenere la costrizione della vittima provata al di là di ogni raigonevole dubbio deriva da alcune significative contraddizioni ed illogicità presenti nelle dichirazioni rese in diverse occasioni dalla vittima, da quanto emerge dai messaggi telefonici scambiati con Martinelli, e dal fatto che molti dei testi presenti nelle stesse stanze in cui, di volta in volta, avrebbero avuto luogo i rapporti sessuali hanno ripetutamente affermato di non avere mai visto o sentito nulla.
Conseguentemente, Martinelli è stato dichiarato non punibile in relazione ai fatti contestati fino al 9 agosto 2008 perché era all’epoca minore degli anni 16; è stato assolto dai reati a lui contestati per il periodo successivo all’agosto 2008 per insufficienza di prove.
Al contempo, il collegio ha ritenuto che i fatti relativi al periodo dal 9 agosto 2008 al 19 marzo 2009 (data in cui anche L.G. Ha compiuto 16 anni) – come detto certamente provati nella loro materialità, difettando solo la certezza in ordine alla coartazione della vittima – integrino comunque il reato di corruzione di minorenni (art. 335 cp), che è stato però dichiarato estinto per prescrizione, maturata già nel 2014, cioè molti anni prima della presentazione della querela (18 aprile 2018) e quindi dell’inizio delle indagini”.
Con la stessa sentenza è stata definita la posizione di don Enrico Radice, all’epoca dei fatti rettore del preseminario, imputato del reato di favoreggiamento in relazione a tre distinte condotte.
La prima è consistita nell’avere inviato il 3 ottobre 2013 al vescovo di Como mons. Diego Coletti, incaricato delle indagini in sede canonica sulle accuse rivolte da L.G. a Martinelli, nonché contro lo stesso Radice per la sua inerzia, una lettera nella quale aveva affermato che le dette accuse erano prive di fondamento e contraddette dai fatti, chiedendo di archiviare la pratica, come poi era in concreto avvenuto. In proposito il collegio ha rilevato che effettivamente le verifiche e gli accertamenti furono svolti dal rettore del preseminario e, ancor più, dal vescovo Colletti in modo assolutamente superficiale, senza approfondire le questioni essenziali onde giungere ad una rapida archiviazione. Peraltro mons. Coletti è oggi gravemente malato, sicché non è stato neppure possibile sentirlo in udienza. Per quanto riguarda don Radice, in relazione a questo segmento della condotta contestatagli è stata dichiarata l’estinzione del reato per prescrizione, dato il tempo trascorso già al momento dell’inizio delle investigazioni del promotore di giustizia.
Radice era poi poi imputato di favoreggiamento anche in relazione alla creazione di una lettera concui si comunicava l’imminente ordinazione sacerdotale di Martinelli e sulla quale egli avrebbe apposto la falsa firma del vescovo di Como, mons. Coletti. In relazione a tale condotta l’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste, in quanto essa non è risultata idonea a costituire alcun aiuto a eludere le indagini e quindi ad integrare il reato contestato.
Da ultimo Radice era imputato in relazione alle dichiarazioni da lui rese il 6 settembre 2018 al promotore di giustizia su quanto a sua conoscenza, nel 2013, circa i fatti oggetto del processo, dichiarazioni ritenute dall’accusa non rispondenti al vero e funzionali ad ostacolare le investigazioni nei confronti di Martinelli. Per questo segmento della condotta l’impitato è stato dichiarato non punibile perché, deponento il vero, avrebbe esposto se stesso al rischio di incriminazione in relazione al comportamento allora tneuto: l’art. 215 cp impone anche nello Stato della Città del Vaticano il rispetto del privilegio contro l’autoincriminazione (nemo tenetur se detegere) quale principio univeralamente riconosciuto dagli ordinamento giuridici moderni.
 
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"Abusi colpa di una tendenza omosessuale transitoria adolescenziale"




Politica
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Papa: 27/8 Concistoro, 21 nuovi cardinali, 16 'elettori'
Cinque sono italiani, 2 elettori e 3 over 80
In una combo i cinque nuovi cardinali italiani © ANSA
Redazione ANSA
CITTÀ DEL VATICANO
29 maggio 202215:17NEWS


Il prossimo sabato 27 agosto papa Francesco terrà un Concistoro in cui creerà 21 nuovi cardinali, di cui 16 'elettori' e cinque ultra-ottantenni.

Lo ha annunciato lo stesso Pontefice al Regina Coeli.

"Preghiamo per i nuovi cardinali affinché confermando la loro adesione a Cristo mi aiutino nel mio ministero di vescovo di Roma per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio", ha detto papa Francesco dopo aver letto l'elenco dei 21 nuovi cardinali, di cui 16 'elettori' in un futuro Conclave, che creerà nel Concistoro - il nono del suo Pontificato - annunciato per il prossimo 27 agosto.

Nei giorni successivi, ha sempre annunciato il Pontefice, "lunedì e martedì 29 e 30 agosto si terrà una riunione di tutti i cardinali per riflettere sulla nuova costituzione apostolica Praedicate Evangelium", che riforma la Curia romana.

Saranno cinque i nuovi cardinali italiani che papa Francesco creerà nel Concistori annunciato per il prossimo 27 agosto: di questi due saranno gli 'elettori' e tre gli ultra-ottantenni. Nuovi cardinali elettori saranno mons. Osacr Cantoni, vescovo di Como, e mons. Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulan Bator (Mongolia). Gli over-80 sono invece il vescovo emerito di Cagliari Arrigo Miglio, l'ex rettore della Gregoriana padre Gianfranco Ghirlanda, e mons. Fortunato Frezza, canonica di San Pietro.

Ecco i nomi dei nuovi Cardinali: 1. S.E.R. Mons. Arthur Roche - Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. 2. S.E.R. Mons. Lazzaro You Heung sik - Prefetto della Congregazione per il Clero. 3. S.E.R. Mons. Fernando Vérgez Alzaga L.C. - Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. 4. S.E.R. Mons. Jean-Marc Aveline - Arcivescovo Metropolita di Marseille (Francia). 5. S.E.R. Mons. Peter Okpaleke - Vescovo di Ekwulobia (Nigeria). 6. S.E.R. Mons. Leonardo Ulrich Steiner, O.F.M. - Arcivescovo Metropolita di Manaus (Brasile). 7. S.E.R. Mons. Filipe Neri António Sebastião di Rosário Ferrão - Arcivescovo di Goa e Damão (India). 8. S.E.R. Mons. Robert Walter McElroy - Vescovo di San Diego (U.S.A) 9. S.E.R. Mons. Virgilio Do Carmo Da Silva, S.D.B. - Arcivescovo di Dili (Timor Orientale). 10. S.E.R. Mons. Oscar Cantoni - Vescovo di Como (Italia). 11. S.E.R. Mons. Anthony Poola - Arcivescovo di Hyderabad (India). 12. S.E.R. Mons. Paulo Cezar Costa - Arcivescovo Metropolita dell'Arcidiocesi di Brasília (Brasile). 13. S.E.R. Mons. Richard Kuuia Baawobr M. Afr - Vescovo di Wa (Ghana). 14. S.E.R. Mons. William Goh Seng Chye - Arcivescovo di Singapore (Singapore). 15. S.E.R. Mons. Adalberto Martínez Flores - Arcivescovo Metropolita di Asunción (Paraguay). 16. S.E.R. Mons. Giorgio Marengo, I.M.C. - Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia). Insieme ad essi unirò ai membri del Collegio Cardinalizio: 1. S.E.R. Mons. Jorge Enrique Jiménez Carvajal - Arcivescovo Emerito di Cartagena (Colombia). 2. S.E.R. Mons. Lucas Van Looy sdb - Arcivescovo Emerito di Gent (Belgio). 3. S.E.R. Mons. Arrigo Miglio - Arcivescovo Emerito di Cagliari (Italia). 4. R.P. Gianfranco Ghirlanda sj. - Professore di Teologia. 5. Mons. Fortunato Frezza - Canonico di San Pietro".

Edited by GalileoGalilei - 29/5/2022, 15:25
 
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https://m.dagospia.com/abusi-sui-chieriche...transito-262441
“QUELLA DI DON MARTINELLI ERA UNA TENDENZA OMOSESSUALE TRANSITORIA LEGATA ALL’ADOLESCENZA” – IL VESCOVO DI COMO OSCAR CANTONI È STATO SENTITO COME TESTIMONE AL PROCESSO PER LE PRESUNTE VIOLENZE AI CHIERICHETTI DEL PAPA. E DIFENDE L’IMPUTATO, DON GABRIELE MARTINELLI: “DA QUANDO È A COMO HA TENUTO UNA CONDOTTA INECCEPIBILE…”

27.02.2021 18:19

Roberto Canali per www.ilgiorno.it

È stata e lunga e dettagliata la deposizione fornita dal vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, ascoltato ieri in Vaticano come testimone al processo per le presunte violenze ai chierichetti del Papa, consumate all’interno del Preseminario San Pio X gestito dall’Opera don Folci che dipende proprio dalla diocesi.

Una brutta storia di abusi, silenzi e complicità iniziata a settembre 2006 e proseguita fino al giugno nel 2012, quando a reggere la diocesi di Como c’era monsignor Diego Coletti, ma venuto alla luce solo più tardi grazie alla denuncia di una delle vittime e all’inchiesta compiuta dalla trasmissione tv "Le Iene".

Tra i tanti aspetti ancora da chiarire i 20mila euro chiesti dal vescovo di Como a don Gabriele Martinelli, imputato per i presunti abusi, da corrispondere a titolo di risarcimento al ragazzo che ha denunciato le violenze.



"Non una condanna perché il processo canonico non è mai iniziato – ha risposto monsignor Cantoni al collegio giudicante diretto dal magistrato Giuseppe Pignatone – Si tratta di una decisione presa al termine di un’indagine "votum episcopi" che diventerà esecutiva solo all’esito di questo processo".

gabriele martinelli in basso a destra
GABRIELE MARTINELLI IN BASSO A DESTRA



Il vescovo ha proseguito confermando che c’erano state segnalazioni su don Martinelli "per la sua condotta sessualmente inappropriata". "Una tendenza omosessuale transitoria legata all’adolescenza – ha spiegato – Don Martinelli da quando è a Como, prima come diacono poi come sacerdote, ha tenuto una condotta ineccepibile".



don gabriele martinelli
DON GABRIELE MARTINELLI

Da chiarire anche la posizione di don Enrico Radice, rettore del collegio e anche lui imputato per aver coperto l’operato di don Martinelli. Una sorta di terra di nessuno il Preseminario, nel cuore stesso del Vaticano, ma fuori dalla giurisdizione della Santa Sede come ha avuto modo di chiarire il vescovo con il vicario generale monsignor Angelo Comastri e il Segretario di Stato, il cardinale Parolin. Per anni sotto l’esclusivo controllo di don Radice e dell’Opera don Folci ora commissariata. "La diocesi è responsabile non solo delle questioni economiche ma anche di quelle pedagogiche – ha concluso monsignor Cantoni - sono molto preoccupato".
 
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http://vittorianozanolli.it/2022/05/31/can...l-coro-festoso/

Cantoni cardinale. Bettenzoli: ‘Io fuori dal coro festoso’
31 Maggio 2022
La notizia della nomina a cardinale dell’ex vescovo di Crema monsignor Oscar Cantoni,ù dimostra che la lobby di Comunione e Liberazione è ancora molto forte e condiziona anche le nomine papali.

Monsignor Cantoni, attuale vescovo di Como e per 11 anni responsabile della diocesi di Crema (dal 5 marzo 2005 sino al 2016), durante il suo incarico cremasco aveva stretto un forte rapporto con l’allora fondatore del Banco Alimentare, presidente dell’Associazione Fraternità ,parroco della Santissima Trinità, esponente di primo piano di CL, don Mauro Inzoli, ridotto allo stato laicale per abusi su minori (prescrizione per ben 17 casi e condanna per altri 6) condannato anche dalla magistratura ordinaria, che per troppo tempo è stata immobile a fronte delle notizie dei reati commessi.
Dall’allora vescovo Cantoni non arrivarono parole d’accusa nei confronti di don Inzoli, in quanto sostenne che la finalità dello spirito ecclesiale “è sempre di accompagnare maternamente i suoi figli, anche quando sbagliano, piuttosto che far prevalere giudizi di condanna”.
Il vescovo Cantoni è stato coinvolto in un programma delle iene (Italia Uno) che sulle tracce di un ex seminarista che avrebbe abusato di alcuni ragazzini nel pre-seminario di San Pio XI, a Roma, gestito dall’Opera don Folci, nominato sacerdote proprio da Cantoni a Como e collocato in una parrocchia lariana; siccome sembrerebbe che il vescovo fosse stato avvertito dei presunti abusi perpetrati dall’allora seminarista, alle domanda della iena Gaetano Pecoraro, il vescovo Cantoni affermava che la nomina a sacerdote era avvenuta nella piena regolarità.
Giova ricordare che all’epoca dei fatti le segnalazioni vennero ritenute infondate nel 2014, solo nel 2017 emersero nuovi elementi e la diocesi di Como venne delegata dalla Santa Sede a espletare l’indagine. Nel febbraio 2021, dopo anni di abusi, silenzi e complicità, il vescovo di Como, monsignor Cantoni, è stato ascoltato in Vaticano come testimone per le presunte violenze ai ” chierichetti “del Papa, una storia venuta alla luce grazie alla denuncia di una delle vittime e all’inchiesta delle Iene.
La chiesa lariana, all’epoca del vescovo Coletti, era già stata coinvolta in un altro caso di violenza sessuale su 5 ragazzine, dove colui che aveva abusato era l’economo della diocesi, condannato a tre anni e mezzo per violenza sessuale e dimesso dallo stato clericale proprio da papa Francesco, “per il bene della Chiesa”.
Questa nomina cardinalizia non mi vede partecipe del coro festoso, proprio perché non ci devono essere ombre, non devono esserci sospetti di favoreggiamento, di omissioni, di silenzi, su una problematica così dirompente come quella della pedofilia. Sempre a Como, Alessandro Maggiolini, ex vescovo che il 25 gennaio del 2005 ha ordinato vescovo Cantoni, indagato per favoreggiamento personale per aver informato l’allora parroco don Mauro Stefanoni, condannato a 8 anni di reclusione per violenza sessuale su minore psichicamente debole, aveva affermato: “Una cosa è prendere i necessari provvedimenti canonici, altro è come vescovi diventare strumenti della giustizia italiana…”
Capito? C’è del marcio in Danimarca, E anche a Como.

Beppe Bettenzoli
 
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www.ilgiorno.it/como/cronaca/abusi-vaticano-1.6829136

21 set 2021


Roberto Canali

Presunti abusi in Vaticano: il processo arriva a Como
Il gup di Roma ha acconsentito alla richiesta dei difensori dei due religiosi Oltretevere. don Martinelli rischia una condanna a sei anni per violenza carnale


Don Gabriele Martinelli potrebbe comparire anche di fronte ai giudici di Como

ARTICOLO: "Omosessualità sì ma transitoria": il vescovo di Como parla al processo sugli abusi
Como - Sono stati trasmessi alla Procura di Como gli atti per gli abusi sessuali nel Preseminario San Pio X in Vaticano, già al centro del processo in corso in Vaticano, per volere di Papa Francesco che aveva modificato anche i termini della prescrizione per poter sottoporre a giudizio don Gabriele Martinelli, accusato delle violenze, e don Enrico Radice, rettore del preseminario, imputato per favoreggiamento nei suoi confronti. La decisione è stata presa dal gup del tribunale di Roma, accogliendo l’istanza avanzata dalla difesa dell’imputato, nel corso dell’udienza preliminare ha disposto la trasmissione del fascicolo a Como. La Procura capitolina a gennaio scorso aveva chiuso le indagini sui presunti episodi di violenza sessuale avvenuti tra il 2010 e il 2012.

Nella vicenda è indagato anche il monsignore Enrico Radice, ex rettore del Preseminario, accusato di concorso in violenza sessuale: secondo gli inquirenti sarebbe stato a conoscenza dei fatti ma non avrebbe fatto nulla per impedirli né avrebbe denunciato. Anche se i presunti abusi, consumati dal 2010 e il 2012, sono avvenuti nella Città del Vaticano le autorità italiane hanno proceduto nei loro confronti in base al principio che un reato, anche se compiuto all’estero, può essere perseguito in Italia se chi lo compie vi si rifugia. Il trasferimento del fascicolo a Como è stato richiesto dalla difesa di don Martinelli e don Radice, nel corso della prima udienza al tribunale di Roma, facendo valere il principio del favor rei in base alla residenza dei loro assistiti.


Se il processo penale a Como potrebbe iniziare nel 2022 quello in corso in Città del Vaticano, iniziato un paio di anni fa, volge ormai alle sue battute conclusive. A fine luglio il Promotore di Giustizia della Santa Sede Roberto Zannotti, che è l’equivalente del nostro pubblico ministero, ha chiesto la condanna a sei anni per don Gabriele Martinelli, oggi quasi 29enne, per atti di violenza carnale aggravata e atti di libidine aggravati, e quattro anni per don Enrico Radice, 71 anni, imputato per favoreggiamento. Nello specifico, Zannotti ha chiesto 8 anni di reclusione, ridotti a 4 anni, per don Gabriele Martinelli per il reato di violenza carnale aggravata e altri 4 anni di reclusione, ridotti a 2, per atti di libidine aggravati. Quindi un totale di 6 anni di reclusione, ridotti a motivo della minore età dell’imputato all’epoca dei fatti, mentre per l’ex Rettore del Preseminario, monsignor Radice, imputato per favoreggiamento, sono stati chiesti 4 anni di reclusione. Nell’ordinamento penale vaticano infatti non è previsto il reato di concorso in violenza sessuale, per il quale aveva indagato la Procura di Roma e ora quella di Como.
 
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https://silerenonpossum.it/sentenza-preseminario/
10 aprile 2022

PRESEMINARIO SAN PIO X: IL PROCESSO È STATO FATTO ALLA VITTIMA

Il processo penale a carico di Mons. Enrico Radice e don Gabriele Martinelli si è concluso il 06 ottobre 2021 con una sentenza che assolve entrambi gli imputati. Sono stati accertati i rapporti sessuali, ma come vedremo, il Tribunale ha ritenuto fossero consenzienti. In merito al Rev.do Mons. Radice è stato accertato che ha dichiarato il falso ma è stato assolto dall’accusa perchè se avesse detto il vero si sarebbe auto incriminato (pag. 86). Il tutto riferito a dei soggetti che oggi sono presbiteri, e abbiamo già detto tutto. Come è nostro costume non abbiamo commentato la vicenda, pur avendo molto da dire, fino a quando non abbiamo avuto modo di leggere le motivazioni che sono state depositate solo il 17 marzo 2022.

Innanzitutto ripercorriamo insieme la vicenda. Nel novembre 2017 il Corriere della Sera pubblicava un articolo di giornale in cui venivano riportate le affermazioni di un giovane che frequentò il Preseminario San Pio X all’interno dello Stato della Città del Vaticano. Il ragazzo asseriva di aver subito molestie da parte di un suo confratello all’interno della struttura.

Cos’è il Pre Seminario San Pio X?
Si tratta di una struttura istituita nel 1956 per volontà di Papa Pio XII. Nacque per formare i futuri presbiteri già in età puerile. La Chiesa Cattolica, come è noto, ha ancora le due strutture: il seminario minore e quello maggiore. Nel primo, entrano i giovani che non hanno ancora compiuto i diciotto anni e nel secondo entrano quelli che li hanno compiuti. Pertanto, diversamente da quanto affermato durante il processo, sia dall’avvocata di Martinelli sia dallo stesso Tribunale, il Preseminario era un vero e proprio seminario. E qui bisogna fare una breve chiosa che vale per il presente procedimento ma anche per tutti gli altri. Esercitare il ruolo di avvocato o giudice in uno Stato significa dover conoscere anche ciò di cui si parla.

La definizione di “pre-seminario” nasce perché ovviamente ospita soggetti minori che accederanno solo successivamente al Seminario Maggiore. Chiamarlo Seminario minore o pre-seminario non è tanto differente. Peraltro, il codice stesso, sapientemente promulgato da Giovanni Paolo II, il quale aveva ben a cuore la formazione presbiterale, invita all’erezione di queste strutture ove possibile in tutte le diocesi. Poi è chiaro che i numeri parlano da sé e prevederli in tutte le diocesi è quanto mai utopico. Pertanto, chi frequentava questo luogo era un vero e proprio seminarista. In questi ultimi anni post-conciliari abbiamo assistito a coloro che definiscono il seminario una “casa famiglia”, il cammino propedeutico e idiozie varie. Tutti i seminari, minori o maggiori che siano, servono a vagliare la vocazione e pertanto cambiargli nome per accentuare questa aurea di discernimento non ha alcun senso. Sono seminari e chi li frequenta è un seminarista. Fine.

Il Preseminario San Pio X era l’unica esperienza di formazione all’interno dello Stato della Città del Vaticano e ovviamente aveva un carattere tutto particolare. I preseminaristi servivano le messe che i sacerdoti celebravano negli altari in basilica alla mattina, studiavano e pregavano. Anche questo aspetto nella sentenza sembra completamente superfluo, mai menzionato. Questi giovani avevano una vita spirituale e la loro vita era scandita anche dalla preghiera, non solo dallo sport e dallo studio. A seguito di questa spiacevole e gravissima vicenda, il Santo Padre ha deciso di sbattere la comunità fuori dal Vaticano e spostarli a Roma. Da giugno però il Preseminario andrà via anche da Roma è si sposterà definitivamente a Como. Una scelta sconsiderata quella di Francesco, il quale non ha il coraggio di affrontare la questione e pertanto la aggira. Il gesto di Francesco non fa altro che far crescere nei fedeli lo sconforto e la diffidenza nei confronti della Chiesa. In sostanza il Papa dice: “Qui minori non ne teniamo sennò non ne escono vivi”. Forse non è questo il metodo giusto, si vuol far credere che oltre Tevere ci sia un covo di uomini e donne affamati?

Leggendo il testo della sentenza che oggi vi proponiamo emerge chiaro come il tema non si voglia affrontare e, molto più grave, c’è completa incompetenza.

Il Preseminario fu fondato per volontà di Pio XII e don Folci, un presbitero della diocesi di Como. Proprio per questo motivo la struttura è gestita dall’opera fondata dal sacerdote e dalla Diocesi di Como.

La vicenda degli abusi
Dopo il primo articolo sul Corriere della Sera, anche la trasmissione Le Iene su Italia 1 ha fatto alcuni servizi dove intervistava i giovani coinvolti in questa storia. A seguito di questo clamore mediatico l’Ufficio del Promotore di Giustizia, il 13 novembre 2017, ha aperto un fascicolo.

Il 14 marzo 2018 la vittima ha presentato una formale denuncia-querela nella quale ripercorreva tutti gli eventi in maniera dettagliata e riferiva di essere stato vittima di abusi sessuali ad opera di un confratello. C O N F R A T E L L O. Non collega! Pignatone e i suoi colleghi, con anche gli avvocati, si studino un po’ cosa è la Chiesa Cattolica. I seminaristi sono CONFRATELLI!

Le indagini sono durate molto, soprattutto per i tempi che hanno sempre caratterizzato lo SCV. Il 21 luglio 2020 il PdG Roberto Zanotti ha chiesto di emettere il decreto di citazione a giudizio. Il 23 luglio 2020 veniva emesso il decreto e il 07 ottobre 2020 si è celebrata la prima udienza. Durante il processo si sono susseguiti una serie di interrogatori e testimonianze che hanno dell’incredibile. Innanzitutto, ci si chiede: il processo era nei confronti della vittima o del Martinelli e del Radice? Sembra di essere tornati a sessanta anni fa.





Vengono certo alla mente le parole della amata avvocata Tina Lagostena Bassi quando si batteva in aula perché non si ponesse l’attenzione su cosa avesse fatto la donna vittima di stupro ma piuttosto sulla gravità degli atti commessi dall’imputato. Qui è necessario fare un passo oltre. Superare le barriere di genere e iniziare a comprendere che la violenza è violenza. Non esiste sesso, orientamento sessuale o identità di genere. La vittima è vittima. Punto!

In questo processo, peggio ancora di quello in cui la Lagostena Bassi si spendeva, abbiamo dei giudici che definiscono l’omosessualità SODOMIA e che hanno la convinzione che per fare un rapporto orale, un po’ di consenso alla fine ci deve pur essere.

Riportiamo testualmente le parole del Presidente del Tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone:
Presidente: non è che subisce e basta Martinelli… cioè (nome della vittima), mi scusi, siccome si parla di sesso orale e quello dice “prendilo prendilo”, ci vuole chi lo prende.

Testimone XXXX XXXX: nel senso quello stavo dicendo, Martinelli diceva “prendilo” nel senso che voleva che (nome della vittima) prendesse il suo membro in bocca.

Presidente: sì, è chiarissimo questo, appunto, bisogna che ci sia anche una forma di collaborazione fra l’uno e l’altro per quello che lei ha scritto.

Collaborazione, chiaro? Stiamo parlando con un fanciullo che si è recato nello Stato del Papa per compiere un cammino di discernimento, di studio, di preghiera e di maturazione umana che si è invece ritrovato in una struttura dove un rettore del seminario governa come se fosse in una caserma e il suo pupillo si infila nel letto dei confratelli per masturbarsi. Stiamo parlando con un adolescente che ha chiaramente detto in aula che quegli episodi gli stanno, ancor oggi, creando degli incubi. Il collegio giudicante, piuttosto che soffermarsi sul perchè il Martinelli sentiva il bisogno di fare queste cose, si concentra su il fatto o non fatto della vittima?

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Ma non è solo Pignatone a fare domande assurde. Il giudice a latere, professor Venerando Marano chiede ad uno dei testimoni:

Giudice a latere Prof. Marano: l’atto iniziale, dopodiché il fatto che rimanesse fermo durante la condotta, questo le sto chiedendo, perché è una condotta che di per se secondo quanto risulta diciamo generalmente, non consente che una delle due parti rimanga fermo, perché altrimenti non può essere consumata, quindi…

Non è possibile ascoltare questi interrogatori senza sobbalzare dalla sedia. Per fortuna la Congregazione per l’educazione Cattolica ha pubblicato, proprio pochi giorni fa, una istruzione in cui si parla di educazione sessuale nelle scuole. Speriamo facciano educazione sessuale anche in Tribunale, perchè è impensabile che questi uomini non abbiano chiaro cosa significhi violentare una persona o fare un rapporto orale senza il consenso. Marano parla di “quanto risuluta generalmente” ma dove? Nei libri delle Orsoline?

Processo agli imputati o alla vittima?
Come chiaramente emerge dalle domande che vi mostreremo ancora, non si è trattato di un processo agli imputati ma alla parte offesa. In sostanza bisognava capire se a questo bambino alla fine non gli fosse piaciuto. Abbiamo parlato spesso della perversa idea che aleggia oltre Tevere da tempo.

Innanzitutto l’omosessualità è vista come una grave devianza, addirittura questa sentenza del tribunale dello Stato la definisce SODOMIA. Poi molti presbiteri, ma non solo, hanno la convinzione che l’omosessualità sia la porta verso la pedofilia. Teoria senza alcuna base scientifica, ovviamente. In secondo luogo, come affermava anche P. Amedeo Cencini, fidato inviato del Cardinale Pietro Parolin a Bose, l’omosessualità è ricerca di sesso. Quindi, il ragionamento che la Corte vaticana fa è: sei gay? Beh allora forse un pò ti è piaciuto, forse un pò hai partecipato.

Una sentenza che fa venire i brividi soltanto a pensarla, figuriamoci a leggerla.

Oltre Tevere stiamo rasentando la follia…
Emerge chiara una forma mentis che è seriamente preoccupante. Inoltre, come abbiamo evidenziato anche nel Processo Sloane Avenue, emerge la completa incompetenza di determinati soggetti. L’avvocata di don Gabriele Martinelli, nell’interrogare la vittima chiede: “Lei era vocazionista?” Giustamente il ragazzo le ha risposto: “che?” La donna voleva sapere se quel ragazzo avesse la vocazione oppure no. Peccato che i vocazionisti siano dei religiosi e non c’entrino nulla con il Preseminario san Pio X. I membri dell’istituto “Società delle divine vocazioni” vengono, appunto, detti vocazionisti. Ma siamo certi che l’avvocata non sappia neppure chi siano. La completa ignoranza del sistema emerge da tutta una considerazione che l’avvocata fa in merito al percorso che questo bambino avrebbe dovuto fare. Non solo quindi fanno il processo alle sue intenzioni ma gli danno anche insegnamenti di vita. Riportiamo tutto il pezzo dell’interrogatorio che ha dell’incredibile. Il Promotore di Giustizia Giampiero Milano, che già abbiamo visto all’opera nel processo Sloane Avenue (Iddio ce ne scampi) fa il processo alle intenzioni dell’adolescente, dicendogli: “ma è concepibile che lei non abbia opposto minima resistenza? Lei ha detto “io li subivo”, ma anche per subire determinati atteggiamenti, determinati comportamenti è necessario una pur minima collaborazione”. È possibile che un rappresentante dello Stato del Papa ed è anche membro osservatore del Consiglio d’Europa dica delle cose del genere?

Riportiamo testualmente l’interrogatorio:
P.G. Prof. Milano: senta, le voglio chiedere una cosa che probabilmente tutti vorrebbero chiederle, lei prima ha fatto riferimento alla prima volta… al primo contatto, al primo incontro sessuale con Gabriele Martinelli, lei ha utilizzato queste parole “si è infilato nel mio letto”. Ecco lei ha già fatto presente, ha già fatto presente il suo stato di disorientamento, ma è concepibile che lei non abbia opposto minima resistenza?

Vittima: eh… e certamente, una prima spiegazione a questa domanda è il fatto che io quando mi svegliavo Martinelli era già all’interno del mio letto e già mi stava toccando e quindi non è che io lo vedevo entrare e chiaramente poi c’è un colloquio e poi… e quindi era già l’atto in se per se, e poi io ero… quella fu la prima volta che io ebbi un contatto con il mondo del sesso, non avevo mai avuto nessun tipo di esperienza prima anche… non mi era mai capitato nulla di questo, quindi ero completamente bloccato, io ero… ero completamente paralizzato in quel momento.

P.G. Prof. Milano: ecco ma lei prima di entrare in preseminario aveva uno sviluppo normale della sua sessualità, oppure non… ecco lei mi ha risposto non aveva avuto esperienze, però non è necessario avere esperienze, c’è anche una maturazione a livello psicologico…

Vittima: ma questo indubbiamente….

P.G. Prof. Milano: sui temi della sessualità

Vittima: questo indubbiamente, però io sono andato… […] facevo la terza media, quindi fino in seconda media, si magari a volte con i compagni di classe, però bisogna… io capisco che a volte è un po’ difficile entrare in… nel pensiero di queste… di come funzionano queste piccole comunità, dove la maggior parte dei componenti sono anche molto ignoranti… non… a quella età così piccoli ma anche da adulti non si parla di sesso, non… o forse ero magari un po’ ingenuo io, non lo so… però non mi era mai capitato di pensare a questi argomenti, o forse ero ancora un bambino mentalmente anche… ma a 12 anni probabilmente lo ero, però avevo in testa altre cose e non mi ero mai posto il problema ecco, e non mi era mai capitato con i miei compagni di classe e tanto meno in famiglia di parlare di queste cose e neanche accennate insomma.

P.G. Prof. Milano: ho capito, senta lei in precedenza, riferendo al Tribunale, mi sembra che ha fatto riferimento nel tempo ad una sorta di evoluzione, ad una sorta di escalation delle modalità con le quali venivano espletati questi approcci di tipo sessuale. Ecco vorrei chiederle in che termini lei subiva? Lei ha detto “io li subivo”, ma anche per subire determinati atteggiamenti, determinati comportamenti è necessario una pur minima collaborazione.

Vittima: eh… ma… sì, il fatto è che… nei primi anni, nei primi momenti ero in uno stato di shock poi crescendo un po’ capivo che… avevo consapevolezza che questa cosa non mi faceva stare bene e non mi rendeva felice e quindi poi finalmente dopo un paio di anni riesco a trovare la forza, anche in virtù della mia crescita, di andare a segnalare questa situazione, la risposta poi è stata quella che è stata e li a quel punto… c’è stata una rassegnazione totale di questi fatti, quindi io sinceramente non vedo una mia… una mia collaborazione, ora non ricordo come era posta la domanda, in questo senso… io vedo piuttosto una rassegnazione perché tanto non potevo fare niente, perché quello che potevo fare lo avevo provato a fare e la risposta è stata “ah ti caccio via se continui a dire queste… queste cose” [il ragazzo si riferisce alle minacce che Mons. Radice era solito rivolgere ai preseminaristi n.d.r.] e quindi ad un certo punto l’unico mio obiettivo era quello di finire il preseminario e finire i miei studi al liceo in tranquillità, quindi io ho provato a chiedere aiuto e la risposta è stata quella, quindi…

P.G. Prof. Milano: e ha mai pensato in questo periodo di abbandonare il preseminario? Cioè di tornarsene nella sua comunità di origine?

Vittima: ma io… sì ci pensavo, io ci pensavo parecchio ma non era una… non era una… come si dice, una situazione attuabile per una serie di motivi … e poi c’era anche questa cosa…

Avvocata dell’imputato Martinelli: fondamentale per arrivare ad assecondarlo.

Vittima: eh…. tutto il fatto… tutto il discorso del… il fatto della… della vergogna del tornare nella mia comunità di origine e questo era sicuramente un fallimento, e il fatto di non poter continuare gli studi a Roma.

Avvocata dell’imputato Martinelli: ma mi perdoni, la freno, perché non poteva continuare gli studi a Roma, in preseminario lei mica andava alle superiori, lei dormiva al preseminario e quindi lei visto che siamo nella città eterna, poteva trovarsi magari un’altra struttura fuori le mura, magari ancora più vicino al Sant’Apollinare dove dormiva e avrebbe continuato ad andare alla stessa scuola con gli stessi insegnanti e con gli stessi compagni di classe, ma sarebbe stato più leggero nella vita quotidiana.

Vittima: si, purtroppo però non… in teoria sono d’accordo con lei avvocato, purtroppo non funziona così e la riprova è stata quando (nome di uno degli alunni che hanno testimoniato n.d.r) allontanato dal preseminario ha chiesto come cittadino europeo di iscriversi al Sant’Apollinare e gli è stata negata l’iscrizione perché il rettore aveva parlato con il preside.

Avvocata dell’imputato Martinelli: mi scusi signor Luca sulla questione di (nome di uno degli alunni che hanno testimoniato n.d.r) ci sono… c’è la documentazione in atti, non devo rispondere a lei in questo momento, ma i giudici hanno tutta la documentazione e le cose non sono andate proprio così. Quindi, non mi dica che lei non poteva trovare un’altra sede dove dormire a Roma? Sempre cattolica se voleva eh… non parlo di andare da… in casa di altri, struttura.

Vittima: no, non c’era questo tipo di alternativa avvocato.

Avvocata dell’imputato Martinelli: non c’era questa alternativa per quale motivo, perché non l’ha voluta trovare? Perché non mi dica che a Roma dieci anni fa, io ci sono nata e cresciuta eh… non ci sono strutture rette, se vuole proprio ecclesiastiche dove dormire e poter continuare ad andare nella scuola che lei sceglie?

Vittima: ma non è solo la scuola avvocato, le ho spiegato prima, è un insieme di situazioni che mi legavano comunque al preseminario.

Avvocata dell’imputato Martinelli: quali erano queste situazioni? Lei mi ha parlato…

[…]

Avvocata dell’imputato Martinelli: ma mi scusi eh, lei non ha neanche provato o ha provato, perché lei che ne sa che magari cambiando struttura e facendo la richiesta, visto che è emerso che lei, comunque, sia ha avuto e ha anche conoscenze nel mondo ecclesiastico magari poteva continuare ad andare in Basilica. Poi tra l’altro mi scusi, ma lei era vocazionista?

La vittima: mi scusi?

Avvocata dell’imputato Martinelli: lei aveva la vocazione? Perché lei parla di seminaristi, ma seminaristi al preseminario non c’erano allora e non i sono oggi durante l’iter formativo, medie e superiori.

La vittima: le rispondo prima sulla vocazione o sul fatto che potevo tranquillamente mandare una lettera a San Pietro e chiedere di essere chierichetto? Non capisco…

[…]

“Io a Roma ci sono cresciuta eh”. L’avvocata del Martinelli che non sa neppure cosa significa vocazionista e non conosce neppure lo status giuridico del seminarista si mette a fare un pò la professorina. Perchè farci mancare un pò di Womansplaining in un ambiente che ci riporta indietro di 400 anni.

Certo, probabilmente la donna a Roma c’è cresciuta ma del Vaticano non ha ben chiare molte cose. Tralasciando il fatto che le scelte della vittima non devono certamente essere spiegate ed è libero di fare ciò che vuole, bisognerebbe concentrarsi sul fatto che dovrebbe essere qualcun altro a tenersi le proprie pulsioni nei pantaloni. È bene precisare, così anche questi soggetti capiscono come funziona, che un giovane per poter vivere a Roma deve avere delle entrate e a 14 anni è un po’ dura pensare che possa lavorare. Come è concepibile, poi, pensare che un soggetto che se ne è andato da una struttura del Vaticano venga accolto in altre strutture cattoliche? Ma questa gente dove vive? Ha presente come funziona l’abuso di potere da parte di questi soggetti? Il rettore fece questa cosa anche con un altro preseminarista e il Cardinale Comastri evitò che la vittima partecipasse al coro della capella giulia, ne parleremo più avanti. Come si può pensare che avrebbe trovato accoglienza in altre realtà? Possibile non ci sia nessuno che la mattina si guarda allo specchio prima di pronunciare certe idiozie?

Non possiamo che concordare con il ragazzo, non solo è difficile entrare in queste dinamiche, ma questa gente neppure ci prova a farlo. Allora forse sarebbe il caso che facesse altro nella vita.


Una lezione da imparare
Ciò che emerge dal dibattimento è chiaro. Come magistralmente spiega Padre Dysmas De Lassus, chi riveste ruoli di potere e mette in atto abusi di coscienza si mette attorno persone che sceglie secondo criteri ben precisi e queste divengono intoccabili. Dalle numerose testimonianze che si sono susseguite in aula emerge chiaramente che il Preseminario, con il rettorato di Mons. Radice era divenuto invivibile. Il rettore, addirittura, aveva estromesso da qualsiasi decisione formativa il padre spirituale e l’economo. I due sacerdoti, in aula, hanno chiaramente detto che c’erano due fazioni.

Addirittura due preti dell’Arcidiocesi di L’Aquila si erano messi a fare un progetto per accogliere nel Preseminario dei giovani universitari. Ora ci chiediamo: a L’Aquila hanno anche il tempo di progettare seminari di altre realtà? Cosa centrano gli universitari con un progetto volto a formare i più piccoli? Già in Abruzzo non hanno seminaristi, che si preoccupino delle loro cose. È incredibile come la voglia di stare sotto i rilfettori sia spasmodica per alcuni presbiteri.

Marinoni (economo) e Granoli (padre spirituale), ma anche gli altri testimoni hanno evidenziato poi come queste divergenze si esprimessero in quella che è il fulcro della vita quotidiana della Chiesa, ovvero la Liturgia. In moltissimi seminari italiani avviene la stessa dinamica. Il vescovo nomina il rettore del seminario che è chiaramente espressione di una Chiesa conciliare inesistente e quel prete avrà il compito di formare i futuri presbiteri di quella diocesi.

Perchè la chiamiamo “chiesa conciliare inesistente”? Perchè sono soggetti che predicano una liturgia che non è mai stata proposta dalla Sacrosantum Concilium e che però loro hanno recepito come frutto di una interpretazione “marcia” del testo conciliare. Tutta la vita, all’interno di queste strutture, finisce per girare attorno alla liturgia. È assurdo? Sì, è assurdo ma succede questo. La liturgia, espressione massima della Chiesa che prega, diviene un terreno di battaglia. Questo non avviene perchè i seminaristi sono strani ma avviene perchè sono i formatori che puntano tutto su questo aspetto. Fomentati anche da teologi che di teologico hanno ben poco e fanno delle battaglie ideologiche. Noi preferiamo un rito, voi un altro. Bene. Siamo espressione diversa della medesima Chiesa. Non è morto nessuno.

In questo caso lo vediamo chiaramente, il Radice teneva sul palmo di una mano il Martinelli che era “un leader” (così lo definisce in aula Mons. Radice) ed aveva recepito tutte le sue fisime in merito al “novus ordo” (emerge dal dibattimento, lo racconta il Martinelli stesso). Da qui è nata una fazione che hanno fomentato i preti, da una parte Radice, Martinelli & co e dall’altra tutti gli altri con economo e padre spirituale. Non sono di certo i giovani che si affacciano al seminario ad inventarsi queste cose, avvengono in tutte le diocesi e in tutti i seminari. Questi formatori non si preoccupano della crescita umana ed affettiva di questi giovani, nessuno di questi “grandi formatori” dice: “Prega come ti pare, basta che preghi”. Addirittura i giudizi sui candidati si basano sulle preferenze del rito. Se preferisce il rito antico allora non va bene perchè è nostalgico, e questi rettori si improvvisano anche psicologi. Sono tutte dinamiche che un Giuseppe Pignatone non potrà mai capire, una avvocata “cresciuta a Roma” non può assolutamente nemmeno immaginare. Questo però è il teatro in cui si dipana la vita quotidiana dei futuri parroci ed oggi è il teatro di questi abusi. Per giudicare una realta bisogna conoscerla, altrimenti si finisce per dire idiozie come in questi interrogatori.

Nella vita della comunità seminariale è poi di fondamentale importanza la figura del padre spirituale, il quale non può farsi la guerra con il rettore e gli altri formatori. Il cammino di formazione deve essere condiviso, amato e sposato da tutti i formatori e sopratutto dai formandi. Questa vicenda è uno specchietto di realtà che oggi non funzionano, è inutile. Dal dibattimento è emerso che il padre spirituale scrisse una lettera al vescovo dicendo che il Martinelli non sarebbe dovuto essere ordinato “per motivi gravissimi”. Innanzitutto il padre spirituale ha il dovere, sancito dal codice, di tacere su tutto quanto gli viene riferito in foro interno. Il suo compito sarebbe dovuto essere quello di invitare il Martinelli a desistere dalla sua volontà di essere ordinato. In secondo luogo, bisogna evidenziare come questo linguaggio abbia creato solo problemi in molteplici occasioni. Questo detto e non detto. Cristo diceva: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”, ce lo siamo dimenticato? Se un rettore, un vescovo hanno la convinzione che quel candidato non è da ordinare lo debbono scrivere nero su bianco e con precisione riferire i motivi. Forse hanno paura di scrivere perchè sono spaventati dalle possibili conseguenze? Bene, questo deve portare a pensare prima di agire.

Allo stesso modo emerge come Mons. Radice scelse di mettere i paraocchi e andare dritto per la sua strada. Il rettore continuava a dire che le dicerie sul Martinelli erano cattiverie perchè non volevano venisse ordinato. Ok? Perfetto. Ricordiamo che la sentenza ha accertato che i rapporti ci sono stati, ha ritenuto che fossero consenzienti ma i rapporti ci sono stati. Detto questo, è pensabile ordinare un soggetto che non è apprezzato dal presbiterio? Anche qui emergono tutti gli aspetti di cui parla Dom De Lassus. Con quale coraggio Radice ha pronunciato le parole: “Dalle informazioni raccolte presso il popolo cristiano e secondo il giudizio dato da coloro che ne hanno curato la formazione, posso attestare ne siano degni.” dopo tutte quelle vicende? Addirittura Mons. Coletti ha riferito di non aver firmato la lettera che annunciava l’ordinazione presbiterale del Martinelli e sembra che quella lettera fu invece preparata da Mons. Radice. Dalla sentenza emerge che lo stesso è stato condannato in sede canonica per quella falsificazione. La lettera fu scritta per accellerare l’ordinazione del Martinelli e un suo confratello, perchè? Emerge anche qui quella visione deviata del presbiterato come una meta da raggiungere a tutti i costi, come luogo privilegiato di esercizio del potere. Sono questioni preoccupanti, e non poco. Basti pensare che al termine di quell’anno scolastico, su indicazione della Segreteria di Stato, i sacerdoti furono tutti trasferiti. Ma perchè solo trasferirli? Qui c’erano accuse che dovevano portare ad un processo non ad un trasferimento.

La pervicacia del Radice è assurda. La Chiesa deve fare pace con i processi. Il processo non è nemico ma è la via giusta, unica via, per giungere alla Verità. Se queste segnalazioni fossero state frutto di cattiverie, si apriva il processo e si valutavano. Se si verificava l’infondatezza di queste considerazioni allora si ordinava il Martinelli e si perseguivano questi ragazzi per calunnia. Invece no, il processo è nemico e quindi guai ad andare davanti ad un giudice. Questo è stato fatto, purtroppo accade ancora, anche per i casi di pedofilia. L’indagine previa è fatta male e da soggetti non competenti. Anche nella vicenda di Martinelli ci sono state due indagini canoniche fatte dal Vescovo. Prima Coletti e poi Cantoni. Durante l’indagine Radice addirittura invitò il vescovo a chiedere la pratica. Ci rendiamo conto? E il vescovo gli diede retta, chiuse tutto. Pensate ad un pubblico ministero che riceve la lettera di un ministro e chiude l’indagine perchè glielo ha chiesto lui. Siamo alla follia. In questi preti, i quali certamente sono innocenti fino a sentenza definitiva, di certo manca il senso della giustizia e il senso di Dio.

Una vittimizzazione secondaria
Un’ultima considerazione la vogliamo fare in merito a S.E.R.Mons. Vittorio Lanzani e a S.E.R. il Sig. Cardinale Angelo Comastri. Sentito in aula, Mons. Lanzani ha testimoniato dicendo che aveva chiesto al Maestro della Cappella Giulia di non far partecipare al coro il ragazzo che denunciò gli abusi. Questo venne chiesto a Mons. Lanzani dal Cardinale Comastri. Sì, proprio Comastri quello che pochi giorni dopo l’elezione di Francesco lo accolse a Sant’Anna dicendo: “abbiamo sentito il profumo di Betlemme”. E che profumo!!!




Eppure anche il buon Comastri (che non è il Cardinale Arciprete della Basilicata, come scrive Pignatone, al massimo era Arciprete della Basilica. È bene precisare che il suo ruolo in questa vicenda è quello di Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano), che si scioglie a parlare della Madonna, oggi si è ricreduto un bel pò e addirittura se l’è data a gambe quando Francesco gli disse che doveva traghettare la riforma del Capitolo Vaticano per l’arrivo del nuovo Arciprete, Gambetti. Comastri quindi ha scelto di eliminare, anche lui, la vittima ma non si è certo preoccupato del problema, ovvero dell’abusatore. Possibile che quello Spirito Santo di cui parla non lo abbia ispirato? Per quanto poi quella struttura fosse guidata dalla diocesi di Como, nessuno di questi uomini si è preoccupato del clima che lì dentro si viveva? Nessuno si è preoccupato di dire al Vescovo di Como: “guardi, cambi la gestione perchè tutti si lamentano?”. Mah. E Mons. Lanzani allo stesso tempo, uomo di Dio certo ma piuttosto che dire al ragazzo: “rivolgiti a Comastri”, poteva prendere e recarsi dal Promotore di Giustizia a denunciare no? Nessuno di questi prelati ha pensato di dire al giovane: denuncialo! Chissà perchè. E a differenza di quanto raccontano sterili blog che si occupano solo di starnazzare su questioni liturgiche, Mons. Lanzani ora si trova nel Capitolo di San Giovanni in Laterano senza alcun incarico. Non perchè era “tradizionalista” o cos’altro, ma probabilmente perchè non sapeva affrontare questioni di tale gravità nel suo incarico.

Un ragazzo che sporge una querela si ritrova vittima due volte, perchè estromesso e visto come appestato. Hai denunciato? Bene, ora non entra più qui dentro. Provate a immaginare lo stato d’animo di una persona che si ritrova in questo circolo vizioso.

Verso il secondo grado
Ora il Promotore di Giustizia ha fatto appello e anche la difesa del giovane, auspichiamo vivamente di non leggere idiozie di questo tipo nella sentenza della Corte d’Appello che sarà firmata anche da presbiteri e la vergogna sarebbe ancor più grande.

S.I.

Edited by pincopallino2 - 2/7/2023, 19:49
 
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23 gen 2024
Abusi sul chierichetto del Papa: condannato a 2 anni e mezzo don Gabriele Martinelli
La Corte d’appello della Santa Sede ribalta la sentenza di assoluzione in primo grado. Il ruolo della diocesi di Como
Un momento dell'udienza in Vaticano. Nel riquadro, don Gabriele Martinelli

ARTICOLO: Scandali in Vaticano, papa Francesco “sloggia” il preseminario San Pio X
Como – I giudici della Corte di appello della Santa Sede hanno condannato a 2 anni e 6 mesi don Gabriele Martinelli, accusato di ‘corruzione di minore’ nei confronti di un allievo del Preseminario Pio X di Roma.

Una vera e propria sentenza choc quella rimbalzata dalla Città del Vaticano e diffusa dall’avvocato Laura Sgrò, difensore di parte civile, perché ha ribaltato la decisione di primo grado che invece aveva portato all’assoluzione di don Martinelli e del rettore dell’istituto religioso, gestito dalla Diocesi di Como. Una vicenda dalla tinte torbide finita sotto i riflettori perché dal Preseminario Pio X uscivano i 'chierichetti del Papa’ addetti a servire la messa in San Pietro. A scoperchiare per primo il vaso di Pandora era stato il giornalista Gianluigi Nuzzi nel suo libro ‘Peccato originale’, poi erano seguite alcune trasmissioni tv de ‘Le Iene’ e così nel 2017 il Vaticano aveva deciso di aprire le indagini, che avevano portato due anni più tardi, nel 2019, al rinvio a giudizio di don Gabriele Martinelli. Il rinvio a giudizio era stato possibile grazie all’intervento di Papa Francesco che aveva rimosso la causa di improcedibilità che avrebbe impedito l’apertura del procedimento in mancanza del mancato rispetto dei termini di presentazione della querela da parte della persona offesa.

Il principale accusatore di don Martinelli è stato il polacco Kamil Tadeusz Jarzembowski, giovane ex studente del Preseminario vaticano il quale, dopo aver preso la decisione di andarsene, aveva scritto una lettera a Bergoglio denunciando di ‘essere stato testimone di atti sessuali’. “Per noi si tratta di una sentenza storica - ha spiegato l’avvocato Sgrò - Dopo tanti anni non solo sono stati riconosciuti i fatti ma anche evidentemente il patimento e il dolore finalmente del mio assistito che ha potuto avere giustizia». Nel processo di primo grado erano stati prosciolti sia don Martinelli, allora accusato di violenza sessuale, sia don Enrico Radice, ex rettore del Preseminario, accusato di favoreggiamento. I fatti oggetto del processo sono avvenuti tra il 2007 e il 2012, ai danni di L.G., compagno di 7 mesi più giovane di don Martinelli. È la prima volta che in Vaticano viene pronunciata una condanna per abusi commessi nello stesso territorio vaticano. Il Preseminario San Pio X, che ospita i chierichetti del Papa, è legato alla diocesi di Como che gestisce l'istituto attraverso l'Opera don Folci. Il 6 ottobre del 2021, in occasione della sentenza di assoluzione in primo grado, la Diocesi di Como guidata dal vescovo, oggi cardinale, Oscar Cantoni, aveva diffuso un comunicato in cui esprimeva “paterna vicinanza e piena solidarietà a tutte le persone e le comunità ecclesiali ferite in vario modo da questa dolorosa vicenda”, sottolineando come per alcuni reati fosse “stata pronunciata l’assoluzione, per altri dichiarata la non punibilità e per altri la prescrizione”. “Confidando che la chiusura del processo e il ristabilimento della giustizia potranno offrire un’autentica occasione di rinnovamento comunitario, la Diocesi di Como - concludeva il comunicato - ringrazia tutti coloro che, sospinti da amore per la verità, hanno contribuito all’accertamento dei fatti e invita tutti i fedeli a pregare affinché il Signore possa donare a ognuno di noi la forza interiore per affrontare con trasparenza ed equità questa non facile vicissitudine». Adesso la Corte di appello ha rimesso tutto in discussione, almeno per don Gabriele Martinelli.
 
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ESTERO
Abusi al Preseminario, prete comasco condannato in appello
Il sacerdote era stato assolto in primo grado per il caso degli abusi sessuali sui ‘chierichetti del Papa’ nella struttura gestita dalla diocesi di Como

24 gennaio 2024
Ansa, a cura di Red.
Per la prima volta in Vaticano viene pronunciata una sentenza di condanna per abusi riguardante atti commessi nello stesso territorio del piccolo Stato. È quanto accaduto ieri, 24 gennaio, essendo stata ribaltata in secondo grado la sentenza che solo nell'ottobre del 2021 aveva prosciolto un sacerdote comasco all'epoca dei fatti allievo del prestigioso Preseminario San Pio X, quello in cui studiano i chierichetti che servono la messa del Papa: il presbitero era accusato di atti sessuali su un altro allievo. La Corte d'Appello presieduta da mons. Alejandro Arellano Cedillo ha dichiarato invece il sacerdote colpevole del reato di corruzione di minore, anche se "limitatamente al periodo dal 9 agosto 2008 al 19 marzo 2009", condannandolo a due anni e mezzo di reclusione.

Esulta la difesa della vittima, minorenne all'epoca dei fatti: "Si tratta di una sentenza storica", afferma l'avvocato Laura Sgrò, "dopo tanti anni non solo sono stati riconosciuti i fatti ma anche evidentemente il patimento e il dolore del mio assistito che ha potuto avere giustizia".

La vicenda è quella degli abusi al Preseminario San Pio X, allora collocato in Palazzo San Carlo, praticamente adiacente alla Domus Sanctae Marthae dove alloggia il Papa e successivamente trasferito fuori dal Vaticano per volontà dello stesso Pontefice: l'istituto è legato alla diocesi di Como, che lo gestisce attraverso l'Opera don Folci.

La vicenda era emersa non solo per le accuse della vittima, ma anche per quelle di un ex alunno polacco, testimone oculare delle violenze che aveva deciso di venire allo scoperto anche attraverso interviste televisive. Nel corso del primo dibattimento, la difesa dell'imputato aveva cercato di sostenere che le accuse fossero infondate in quanto partite proprio dopo l'espulsione di quest'ultimo dal Preseminario, e con le quali avrebbe cercato così una "vendetta". L'appello, invece, promosso dal promotore di giustizia aggiunto, Roberto Zannotti, in parziale riforma della sentenza di primo grado, si è espresso per una condanna andando a costituire anche un importante precedente per la giustizia vaticana.

Come si legge nel dispositivo, il sacerdote è stato riconosciuto "non punibile limitatamente ai fatti contestati fino al 2 agosto 2008, in quanto minore di anni sedici"; ma in base alla "riqualificazione dei fatti in contestazione quali integrativi del delitto di corruzione di minore", limitatamente al periodo dal 9 agosto 2008 al 19 marzo 2009, "colpevole del reato di corruzione di minore, previsto e punito dall'art. 335, comma 1 e 2". Gli è stata quindi inflitta una pena complessiva "di due anni e sei mesi di reclusione e mille euro di multa". A conclusione del processo di primo grado, durato quasi un anno, il 6 ottobre 2021 erano stati prosciolti sia il prete, allora accusato di violenza sessuale, sia l'ex rettore del Preseminario, accusato di favoreggiamento. I pm vaticani avevano chiesto sei anni di reclusione per il presbitero, oggi trentunenne ma per il periodo iniziale dei fatti minorenne, e quattro anni per l'ex rettore oggi settantatreenne. Entrambi i sacerdoti sono incardinati nella diocesi di Como.

Il Tribunale di primo grado, presieduto da Giuseppe Pignatone, aveva stabilito che "debbano ritenersi accertati i rapporti sessuali, di varia natura e intensità, tra l'imputato e la persona offesa" e invece "difetta la prova per affermare che la vittima sia stata costretta a detti rapporti dall'imputato con la contestata violenza o minaccia". Per i reati commessi invece prima del 9 agosto 2008, il sacerdote era stato dichiarato "non punibile", in quanto minore di 16 anni. Era scattata poi la prescrizione per il reato di corruzione di minore. I fatti oggetto del processo sono avvenuti tra il 2007 e il 2012, ai danni della vittima, compagno di preseminario di sette mesi più giovane dell'imputato.

www.repubblica.it/cronaca/2024/01/...4c0026328aa7f5b

La giornata - Dentro al tunnel
di Laura Pertici

Chierichetti del Papa, ribaltata in appello la sentenza di primo grado: sacerdote condannato per “corruzione di minore”
di Iacopo Scaramuzzi

Don Martinelli era stato prosciolto in primo grado, ma è stato condannato a due anni e sei mesi dopo la riqualificazione dei fatti avvenuti in una finestra temporale in cui aveva compiuto 16 anni

23 GENNAIO 2024 ALLE 19:22

“Corruzione di minore”: la corte d’appello ribalta la sentenza assolutoria di primo grado del tribunale vaticano e condanna don Gabriele Martinelli per gli abusi sessuali compiuti a danno di un seminarista del preseminario che si trovava a poca distanza da San Pietro ed è stato, ormai trasferito, dopo questo processo, fuori dalle mura vaticane. È stato il primo processo celebrato nel tribunale vaticano per abusi sessuali su minori, e quella odierna è la prima condanna.
 
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Comunicato dell’Ufficio stampa della diocesi
Como, 24 gennaio 2024
Ieri, 23 gennaio 2024, la Corte d’Appello vaticana si è pronunciata circa le accuse del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano rivolte a don Gabriele Martinelli, sacerdote del clero di questa Diocesi.
La Corte ha ritenuto don Gabriele Martinelli, ex allievo del Preseminario San Pio X, non punibile per i fatti contestati fino al 2 agosto 2008, in quanto minore di 16 anni, e, in relazione al periodo successivo al 9 agosto 2008, lo ha assolto dall’accusa di violenza carnale e atti di libidine su un compagno di sette mesi più giovane, costituitosi parte civile, per insufficienza di prove; la stessa lo ha, però, ritenuto colpevole del reato di corruzione di minore per le azioni avvenute tra il 9 agosto 2008 e il 19 marzo 2009 nell’Istituto in parola, condannandolo a due anni e sei mesi di reclusione e 1.000 euro di multa, dichiarando inammissibile la domanda di risarcimento danni presentata dalla parte civile.
La sentenza di secondo grado è stata resa al termine di un procedimento complesso, nel quale la Diocesi di Como ha offerto fin dall’inizio la più ampia collaborazione, mettendo tra l’altro a disposizione del Promotore di Giustizia vaticano il fascicolo relativo all’indagine previa espletata dal Delegato vescovile.
Circa il coinvolgimento di Mons. Enrico Radice, ex Rettore del Preseminario, il procedimento si è concluso avanti alla Corte d’Appello vaticana in data 8 novembre 2023 con l’inammissibilità degli appelli proposti contro il sacerdote.
La Magistratura vaticana e quella italiana stanno ancora procedendo nelle fasi di rispettiva competenza e la Diocesi di Como conferma la propria fiducia nel loro operato.
La Diocesi rinnova il proprio ringraziamento a tutte le persone che, con la loro testimonianza e con la consegna di documenti, hanno contribuito a ricercare la verità e – in attesa della definitività di tutti i giudizi ancora pendenti – ribadisce la solidarietà e vicinanza nei confronti di tutte le persone e le comunità ecclesiali che sono state pesantemente segnate da questa lunga e complessa vicenda umana e giudiziaria.
Nei confronti dei due sacerdoti permangono tuttora alcune misure cautelari canoniche (can. 1722 C.I.C.), tra le quali la limitazione dell’esercizio del ministero e la sospensione dallo svolgimento di attività pastorali che coinvolgono minori e adulti vulnerabili.
La Diocesi di Como conferma il proprio impegno nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili anche attraverso tutte le attività – in primis la disponibilità all’accoglienza e l’ascolto – offerte dal Servizio a tal fine dedicato, istituito nel 2020.

comunicato10
 
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