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Il prete no vax a Severgnini: "pennivendolo meno di un bimbo ritardato", Arsiero (VC). Don Zampiva accusa i cronisti di incitare ai vaccini per favorire le case farmaceutiche

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view post Posted on 23/1/2021, 22:01

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Arsiero (VC). Don Zampiva accusa i cronisti di incitare ai vaccini per favorire le case farmaceutiche



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Arsiero. Il parrocco ‘No vax’ contro il giornalista : “Lei è un pennivendolo e meno di un bambino ritardato…”
21/01/2021 Alto Astico, Attualità

La ‘scomunica’ al noto giornalista e vice direttore del Corriere della Sera Beppe Severgnini arriva a Milano direttamente dalla piccola Arsiero.

Non un appunto o una critica formale, ma una vera e propria invettiva dal sapore censorio quella che ha colpito il Severgnini nazionale: il mittente è Don Paolo Zampiva, parroco in servizio dal 2016 all’Unitá Pastorale Arsiero – Valposina.

Oggetto del contendere, a detta di Don Paolo, l’atteggiamento eccessivamente accondiscendente e complice che Severgnini avrebbe tenuto nei confronti delle case farmaceutiche, sponsorizzandone in modo acritico l’attività specie per ciò che attiene i vaccini, tema quantomai al centro del dibattito che divide con toni ben al di sopra delle righe favorevoli e contrari: sul ‘ring’ mediatico non solo gli specialisti del settore, ma capita sovente di trovarci la casalinga o il panettiere, tutti giurati esperti di chimica.

Su questo tema spinoso il prelato non ha avuto esitazione alcuna a mettere nero su bianco il suo pensiero, affidando le proprie esternazioni ad una mail inviata proprio alla rubrica ‘Italians’ che Severgnini cura personalmente all’interno del Corriere.

“Lei – scrive Don Paolo – “riguardo ai vaccini ha fatto delle dichiarazioni che neanche un bambino ritardato mentale farebbe. Io spero che lei possa ripensare alle stupidaggini che ha detto e fare un po’ di autocritica. Sono sinceramente preoccupato nel vedere che così tanti giornalisti come lei siete completamente venduti e piegati a 90° rispetto ai potentati. Lei non è un giornalista, è un pennivendolo”!

Considerazioni pesanti che il giornalista allievo di Indro Montanelli e opinion writer del New York Times dal 2013 ha cercato di stemperare in poche righe: “Ho lasciato la sua mail com’è (compreso “Ho penna per lei”, che scritto a un giornalista non è male..!). Una curiosità: quel “don” prima del nome è un vezzo? La prego, mi dica che è così. E lei non ripete certe cose da un pulpito…”.

Se il variegato mondo dei ‘No Vax’ ha trovato in Don Paolo l’alfiere, questo pare lo scopriremo presto: l’eco della rovente missiva ha cominciato a girare nella Valle dell’Astico e in particolare ad Arsiero dove nella locale casa di riposo il Covid ha lasciato dietro di sé una ventina di vittime e dove i contagi anche in paese hanno impensierito non poco autorità e sanitari.

Tra i contagiati, e neanche troppo lievemente, figura paradossalmente anche Don Paolo che è dovuto ricorrere all’ausilio dell’ossigeno: un lungo periodo di malattia e di isolamento che non l’hanno però minimamente dissuaso dalle sue posizioni quantomeno sospettose verso la scienza.



E aspettando che il parroco alpino torni ad indossare i paramenti sacri, ad Arsiero si attende non senza trepidazione per capire quale sarà il tema della prossima omelia.

Non finisce qua, il ‘don’, che ha un profilo facebook, oltre al noto giornalista professionista, ha attaccato pubblicamente anche dei personaggi istituzionali, come la ministra Azzolina, alla quale ha rivolto frasi non proprio adeguate alla veste sacra che indossa. Il sacerdote, insomma, sta facendo discutere tutti in paese, dove c’è chi lo difende e chi lo attacca ferocemente per le sue idee, che non si conciliano con il suo ruolo religioso. Pare sia stato anche ripreso da chi lo ha invitato ad abbassare i toni, facendogli capire che un sacerdote dovrebbe essere meno radicale e soprattutto, dovrebbe utilizzare un linguaggio meno aggressivo. ‘Pennivendolo…bambino ritardato mentale…’, non si entra nel merito del pensiero di Don Paolo, ma fa impressione l’utilizzo di insulti che si fa fatica a fare uscire dalla bocca di un prete. Ed è quello che ha quasi scioccato il giornalista Severgnini, che ha stentato a credere che quegli insulti a lui rivolti arrivassero non da un normale lettore, ma da un ‘don’ in carne e ossa.

Il caso simile

Ha fatto il giro d’Italia ed ha avuto gli onori della cronaca nazionale il discorso di monsignor Pietro De Luca, nel Duomo di Paola. Il religioso durante la messa ha detto: “Per ritornare ad una vita buona abbiamo bisogno di ritornare all’amore grande delle parole. Faccio un esempio: Di Maio un giorno incontra Mario Draghi, ex governatore della Banca Centrale Europea. Quando Di Maio incontra Draghi, ha un diploma di scuola superiore curriculum nobile, ma popolare. Vendeva bibite al campo sportivo Dice Di Maio: “ho incontrato Draghi e mi ha fatto una buona impressione”. È come se io incontro Papa Francesco e dico che mi ha fatto una buona impressione. L’Italia si fa rappresentare da uno che incontra Draghi e dice che gli ha fatto una buona impressione”, ha affermato il prete al termine della funzione religiosa. Questa storia, che potrebbe sembrare una barzelletta, in realtà non lo è. E’ infatti una frase che è stata pronunciata davvero dal Ministro degli Esteri Di Maio in un incontro con Draghi nella scorsa estate. Ripreso da alcuni fedeli con il cellulare, Don Pietro ha poi affermato: “non fate girare il video”. Anche se è bastato qualche attimo per ripensarci: “anzi fai quello che vuoi. Sono libero cittadino e posso dire quel che voglio”.

Ai lettori l’opinione: ‘un parroco è davvero libero di dire quello che vuole come un semplice cittadino?’

Marco Zorzi

Natalia Bandiera

https://www.altovicentinonline.it/alto-ast...i-disorientati/
Arsiero. Il ‘don complottista’ preferisce il silenzio e non si scusa. Il sindaco: “Cittadini disorientati”
22/01/2021 Alto Astico, Cronaca

Il caso del prete no vax è di dominio pubblico, quei media contro i quali ce l’ha in maniera livorosa, si stanno occupando di lui. Per le sue teorie complottistiche e per quel suo non riuscire a trattenere un linguaggio a tratti violento, anche se c’è da tirare in ballo i bambini disabili con ritardo mentale.

Ad Arsiero oggi, dopo l’esplosione del caso, non si fa che parlare di Don Paolo Zampiva, del suo vivace profilo facebook e di quella lettera al vetriolo inviata al vice direttore del Corriere della Sera Beppe Severgnini.

“Lei non è un giornalista, ma un pennivendolo, lei è meno di un bambino ritardato mentale…”. E poi tutte una serie di accuse, sulle quali si può discutere a lungo dei contenuti, ma che appaiono raccapriccianti nei toni. Poche righe che hanno fatto inorridire il navigato giornalista che davanti alla parola ‘don’ che precedeva la firma del sacerdote ha stentato a credere che a mandargli quella lettera il 5 gennaio fosse stato proprio un uomo di chiesa.

Il sacerdote ha preferito non rilasciare dichiarazioni, nonostante il clamore mediatico e l’offesa ai bambini con handicap mentali, non ha sentito nemmeno il bisogno di chiedere scusa dal suo profilo facebook. A prendere la parola è stato invece il sindaco di Arsiero Cristina Meneghini che non ha nascosto imbarazzo davanti ad una situazione che non fa fare una bella figura al paese che è orgogliosa di amministrare. Il primo cittadino non entra nel merito del discorso vaccini e infatti qui il problema non sta nelle idee del prelato. Si sa che si tratta di un argomento dibattuto in questo momento storico in cui l’opinione pubblica è spaccata sull’utilità del farmaco anti covid e sulle paure di chi invece preferisce non farselo iniettare. Libertà sacrosanta che va rispettata. Qui c’è di mezzo ben altro: c’è un sentimento di intolleranza, di complotto portato alle estreme conseguenze, e di cattiveria che supera lo scambio delle opinioni.

Invece di limitarsi a diffondere la parola del Vangelo come richiederebbe il suo ruolo, don Zampiva si sente depositario di verità assolute, della conoscenza di accordi tra giornalisti e poteri forti che assolderebbero i cronisti tutti per convincere la gente a vaccinarsi facendo guadagnare le lobby farmaceutiche. Una sfilza di luoghi comuni smontati dalla stampa autorevole che giornalmente invita l’opinione pubblica a non cadere nelle bufale diffuse sul web. Una vera e propria piaga sociale.

“Sono dispiaciuta, delusa e vorrei che tutta questa divisione cessasse – ha detto amareggiata Cristina Meneghini – Quella lettera a Severgnini era davvero pesante, irrispettosa dei bambini disabili. Ho più volte contattato il nostro parroco per invitarlo ad abbassare i toni, ricordandogli che lui stesso è stato vittima del covid, è stato malissimo e la nostra comunità ha perso tante vite umane a causa di questo virus che dovrebbe renderci più sensibili e uniti”.

Cristina Meneghini è affranta, vorrebbe che l’aria che si respira in paese fosse spazzata via dal buon senso, dai sentimenti umani di una comunità che si augura ritrovi l’unità. La divisione che percepisce la fa soffrire e vorrebbe porre rimedio. ‘Questi social esasperano – ha detto il primo cittadino, che nell’emergenza Covid non si è risparmiata, prendendo posizioni decise e cercando sempre la via del dialogo in cui crede fortemente – dovremmo recuperare il senso della vita vera, quella fatta di rapporti reali e non virtuali’.

Marco Zorzi

nota di Redazione

Caro don Zampiva, sappiamo che è un nostro lettore. Chi le scrive sono due giornaliste che, le assicuriamo, non sono al servizio delle case farmaceutiche (magari lo fossimo!), né dei poteri forti. Viviamo a due passi da Lei e per tutta la giornata di oggi abbiamo atteso la sua telefonata. Non volevamo che lei ritrattasse le sue idee contro i vaccini, che rispettiamo in nome di quella libertà di pensiero è il motore del nostro giornale, dove mai nessuno è stato censurato anche quando quello che esprimeva non apparteneva alle nostre idee. Avremmo potuto, andare giù molto più pesante e replicare il suo stile di comunicazione, anche perché noi non indossiamo una tunica e non abbiamo preso i voti religiosi. Ma le vogliamo dare una lezione di educazione, invitandola a riflettere sul fatto che le idee vanno difese sempre, ma espresse nelle modalità civili. I pensieri di ognuno sono preziosi e non è perchè vengono espressi con violenza e offesa che diventano più forti. Un’idea quando vale rimane anche se detta a bassa voce. Quello che non si può tollerare non è il fatto che lei pensi che i giornalisti siano al servizio dei grandi poteri e che ‘vendano’ la loro penna a chi paga il prezzo più alto, lo pensi pure, non ci tocca, ma non le possiamo perdonare l’aver utilizzato i bambini con ritardo mentale per vomitare il suo livore nei confronti di Severgnini. Può non essere il massimo della simpatia, ma non si può accettare che un sacerdote, che dovrebbe avere a cuore i bambini disabili, utilizzi delle parole così irriguardose. Sa cosa significa per un genitore leggere le sue parole su un giornale nazionale? Conosce il dramma di chi vive giornalmente la disabilità mentale? Forse no, se ha utilizzato quelle parole con così tanta leggerezza. Ha preferito non scusarsi nemmeno con la comunità di mamme e papà di persone disabili, ma se veramente crede nella sua missione in nome di Dio, si assolva iniziando a frequentare qualche casa. Ad Arsiero vivono tanti bambini con problemi mentali e forse è di quelli che dovrebbe occuparsi anziché stare sui social come un adolescente. Ringrazi piuttosto gli abitanti del suo paese che non hanno inviato una lamentela ai poteri forti della chiesa”.

Le pennivendole Rosa Natalia Bandiera e Anna Bianchini

 
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view post Posted on 28/1/2021, 20:32
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Ma chi è sto pretaccio, checca antilaica che si permette di offendere un uomo di quella portata? Ma si è almeno reso conto della differenza di cultura, di conoscenza e di valore umano che vi è tra i due? Ma stai al tuo posto imbecille, leggi la Bibbia, invece di cazzeggiare sui social come gli adolescenti che Severgnini se ne sbatte delle case farmaceutiche
 
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