Laici Libertari Anticlericali Forum

Droga tra le ostie e pedopornografia. Patteggia solo 4 mesi don Bastoni, Già finito in uno scandalo di coca e festini gay, era "guarito". S'è fatto spretare

« Older   Newer »
  Share  
pincopallino2
view post Posted on 11/11/2017, 15:01 by: pincopallino2

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Già fermato con droghe nel 2012 era "guarito". Ma le restrizioni anti Covid gli hanno causato "un grave squilibrio mentale". Con l'8 x 1000 avete fatto tanto...

8841d335-bbd8-41ce-a001-be589ced847f_large-1
Don Alberto Bastoni

www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/2...gerrimo/193059/

Festini con coca e sesso, la doppia vita del parroco “integerrimo”

Alberto Bastoni, 48 anni, un curriculum ecclesiastico di tutto rispetto ha fatto perdere le sue tracce da giorni
di RQuotidiano | 22 febbraio 2012

Più informazioni su: Cei, Cocaina, Droga, Gay, Orge, Parroci, Preti, Todi, Vescovi
Cocaina e presunte frequentazioni gay. A finire nei guai è un sacerdote di 48 anni di Rimini, Alberto Bastoni, che da giorni, come riporta oggi panorama.it, ha fatto perdere le proprie tracce.

Bastoni ha un curriculum ecclesiastico di tutto rispetto: è stato tenore nel coro dei “pueri cantores” della cappella Sistina, animatore degli incontri del Centro di azione liturgica promosso dalla Cei e addirittura rettore del Santuario dell’Amore misericordioso di Collevalenza, dove i vescovi italiani, per anni, hanno svolto le loro assemblee generali (la comunità dell’Amore misericordioso, fra l’altro, gestisce una casa annessa al santuario dove sono ospitati sacerdoti con problemi che vanno dall’alcool alla pedofilia).

Peccato che Bastoni abbia o almeno abbia avuto una doppia vita, come rivelano i verbali dei carabinieri di Todi. Il prete riminese- che è stato segnalato alla Prefettura come assuntore di cocaina dopo una soffiata che ha portato le forze dell’ordine sotto casa di Massimo Giraldi, istruttore di pattinaggio artistico a Torgiano- la notte del 30 gennaio scorso è stato fermato dagli uomini dell’Arma mentre era alla guida della sua Fiat Punto. Ai carabinieri il sacerdote ha consegnato “spontaneamente” tre dosi di cocaina nascoste nel portafogli, pagate 200 euro. Non solo. Bastoni ha consegnato anche 10 grammi di “tolylacetoethyle-thylamine”, un “fertilizzante” che viene inalato per ottenere effetti eccitanti. Questa la confessione del prete ai carabinieri: “Fumo la cocaina, tale metodo prevede che la droga venga sciolta con il calore in un cucchiaio, poi si versa in una bottiglia e si aspira”. E ancora: “Ho iniziato a fare uso di droga da sei anni, da quando mi trovavo a Roma per motivi professionali”.

Gli ambienti gay emergono dalle parole di Giraldi, a sua volta interrogato dai carabineri e a sua volta pizzicato quella sera con della coca (un grammo). Giraldi ha ammesso di aver ospitato Bastoni a casa sua e ha detto che il sacerdote più volte avrebbe portato amici per fare sesso: “Utilizzavano casa mia perché lui non ha la piena disponibilità di un’abitazione. A volte aveva con sé droga che consumava coi suoi amici, offrendone occasionalmente anche a me”. Ai militari che hanno perquisito la camera singola e lo studio in viale Madre Speranza, a due passi dal Santuario, il parroco ha espresso la propria disponibilità a collaborare alle indagini.

Indagini che hanno già portato ad alcuni arresti nell’ambito dell’inchiesta ancora in corso (uno degli indagati patteggerà la pena nel processo per direttissima che riprenderà la prossima settimana davanti al giudice monocratico del tribunale di Perugia, Marco Verola). Sulla rubrica del cellulare di Bastoni fioccano i numeri degli spacciatori: ad esempio, c’è quello dell’albanese Rudy che gli ha venduto la coca poco prima dell’intervento dei carabinieri in un parcheggio a Perugia. Ma anche quello di un argentino rappresentante di macchine per il caffè, conosciuto vicino ad una discoteca, e quello di un altro spacciatore. A questi il parroco riminese parlava in codice, dicendo “…siamo in due… oppure siamo in tre…” per fargli capire quanta droga serviva ad ogni occasione. C’è pure Cristian, che “ogni tanto cambia numero” e spaccia droga “di più alta qualità”, ha aggiunto Bastoni, mentre Jonathan si mostrava invece molto caro (“120 euro al grammo”) seppure dotato di buon cuore (“talvolta mi omaggiava di qualche dose”).

Il punto è che da quella notte il prete è scomparso. “Don Alberto purtroppo non sta bene, ha bisogno di cure e non tornerà per molto tempo”, fanno sapere dalla canonica.

di RQuotidiano | 22 febbraio 2012

www.lettera43.it/it/articoli/attual...don-coca/33759/

LO SCANDALO 24 febbraio 2012
Perugia, la Chiesa protegge don coca
Alberto Bastoni chiuso in una comunità.

FRANCESCO MURA

Padre Alberto non sta girovagando per l'Italia senza una meta, ma si trova ricoverato in una struttura protetta di proprietà della Chiesa.
La notizia è stata confermata dal vescovo della diocesi Orvieto-Todi, monsignor Giovanni Marra, con una nota pubblicata nella serata di giovedì 23 febbraio sul sito Chiesainumbria.it.
Il vescovo ha voluto tranquillizzare i parrocchiani che pensavano al peggio per Alberto Bastoni, il sacerdote coinvolto in festini a base di cocaina e frequentazioni gay, assicurando che il parroco di Collevalenza si trova in una comunità «idonea».
BASTONI SOSPESO DALLE SUE FUNZIONI. E per farlo ha scelto un comunicato scarno, ma fin troppo necessario per calmare polemiche e strane voci che si accavallavano di ora in ora.
«Il 2 febbraio, con decreto dell’arcivescovo Marra», si legge nel documento, «Bastoni è stato sospeso dalle funzioni di parroco di Collevalenza con la proibizione di svolgere ogni altra attività pastorale nell’ambito del territorio della diocesi».
PROTETTO IN UNA COMUNITÀ IDONEA. Secondo il vescovo, il sacerdote avrebbe accettato di buon grado il provvedimento e «la proposta del superiore generale di ritirarsi in una comunità idonea per tali sacerdoti». Comunità nella quale si troverebbe rinchiuso dal 5 febbraio, ma come spiega il Vescovo di Orvieto è «disponibile a dare conto in ogni sede del suo operato».
Anche questa volta è stata proprio la Chiesa a mettere la parola fine su una vicenda imbarazzante, ma anche penalmente rilevante, costringendo il sacerdote a un ritiro forzato, per allontanarlo dalle prime pagine dei giornali, ma anche per curarlo e riportarlo sulla retta via del sacerdozio. In attesa, naturalmente, del giudizio del tribunale.

Il 30 gennaio trovato in possesso di cocaina e altre droghe
Alberto Bastoni 120224130432
La parrocchia di Bastoni a Collevalenza.
La storia di Bastoni, sacerdote 48enne originario di Rimini e parroco di Collevalenza, paesino confinante con Todi, risale al 30 gennaio quando, a seguito di un controllo dei carabinieri, è stato trovato in possesso di tre dosi di cocaina e circa 10 grammi di tolylacetoethyle-thylamine, un fertilizzante che viene inalato per ottenere effetti eccitanti.
Come se non bastasse ad aggravare la posizione del sacerdote ci si è messo anche un 'amico', un istruttore di pattinaggio conosciuto in una chat gay, secondo il quale Bastoni avrebbe partecipato a numerosi festini a base di sesso e droga.
Lo scandalo è stato immediato e lui è finito in una bufera mediatica.
COMUNITÀ VICINA AL SACERDOTE. L'intera vicenda ha destato subito molto scalpore creando disorientamento. Soprattutto tra le persone che forse più di tutte hanno avuto modo di conoscere il sacerdote da vicino.
«È un momento molto triste per la nostra comunità», commenta padre Quinto Tommasi, il parroco che ha lasciato alla guida della parrocchia proprio padre Alberto, «ma quanto accaduto deve essere vissuto con comprensione e pietà cristiana. A miei ex parrocchiani chiedo di pregare e stringersi intorno alla parrocchia per superare insieme, con la preghiera e la misericordia verso chi ha sbagliato, un momento così duro e doloroso».
DALLO SPACCIO ALL'USO DI DROGA. Quello che comunque appare certo è che, oltre alle preghiere, Bastoni avrà bisogno anche di un ottimo avvocato che tenti di salvare il salvabile. I reati che potrebbero essergli contestati, soprattutto alla luce delle confessioni del sacerdote, vanno dallo spaccio all'uso di sostanze stupefacenti, sono pesanti, tanto da costargli molto care. Salvo miracoli, naturalmente.

www.romagnanoi.it/news/rimini/72796...ri-gay--la.html
Coca e incontri gay, la doppia vita del sacerdoteDon Alberto Bastoni, di origine riminese, è stato fermato con tre dosi di droga dichiarando di farne uso abituale. L'uomo che era con lui: "Conosciuti in una chat per omosessuali"

23/Febbraio/2012 - H. 08.32
RIMINI - Don Alberto Bastoni è tornato a far parlare di sè. Il 48enne sacerdote di origine riminese, è infatti il protagonista di una torbida vicenda, una doppia vita divisa fra parrocchia e incontri gay anche a base di cocaina.

Il caso è stato portato agli onori della cronaca dal blog Panorama. Don Bastoni, parroco di Collevanza (Perugia) è stato fermato dai carabineri di Todi nei mesi scorsi, ai militari avrebbe consegnato sponsaneamente tre dosi di cocaina, pagate 200 euro, e avrebbe confessato di farne uso abituale. L’uomo fermato con lui, un istruttore di pattinaggio artistico, avrebbe spiegato di aver conosciuto il prete in una chat line per omosessuali, chiamata "Gay Romeo".
Il sacerdote ha dato la sua piena disponibilità a collaborare con i carabinieri, che hanno perquisito la sua camera, lo studio e il cellulare, risultato pieno di nomi di pusher.

Dopo quella notte però, Don Bastoni è scomparso per alcuni giorni dalla parrocchia. Si è rifatto vivo qualche giorno più tardi, spiegando di attraversare un periodo di riflessione: "Sto ripensando a tutta la mia vita", adducendo anche motivi di famiglia per spiegare l’allontanamento dalla sua parrocchia.

www.farodiroma.it/padre-bastoni-cor...o-collevalenza/

Padre Bastoni. Il coraggio di un nuovo inizio. Ad Ascoli, dopo lo scandalo di Collevalenza (di Francesco Donat-Cattin)

10 Nov 2017
D'Ercole, padre Alberto Bastoni by redazione
“Anziché continuare a rivangare il passato, sarebbe meglio accompagnare gli sforzi di una persona che prende le distanze da un periodo ‘complicato’ e affronta il presente senza nascondersi, cercando di dare il meglio che può”. Sono parole di padre Alberto Bastoni, a cinque anni dallo scandalo che lo travolse quando era parroco a Collevalenza, in diocesi di Todi. Intervistato da “Cronache Picene”, don Bastoni oggi sembra una persona “uscita dal tunnel” nel quale era finito dopo essere stato trovato in possesso di alcune dosi di cocaina, e accusato anche di festini e frequentazioni omosessuali. Si sente “perdonato e riconciliato con Dio e con i fratelli” e per questo non ha voluto rinunciare al servizio ministeriale.

“Da quando sono stato fermato dai carabinieri – racconta – la mia vita è radicalmente cambiata. Nel giro di qualche ora ho perso tutto e sono rimasto solo con me stesso e la fede in Dio. E proprio la fede mi ha sostenuto tenendomi lontano da quello che poteva essere un disperato epilogo di fronte a una situazione che mi ha completamente spogliato di onorabilità, rispetto e dignità”. Dopodiché ha collaborato con le forze dell’ordine, “senza accusare nessuno”. “Mi sono assunto le mie responsabilità anche per non fare del male a qualcuno. Se poi le cose sono andate diversamente è perché il giudice ha voluto sentire anche la mia versione dei fatti, versione che mi ha scagionato da qualsivoglia accusa o da possibili rinvii a giudizio”, chiarisce.
Obbediente ai suoi superiori, padre Bastoni ha seguito per tre anni un percorso, ma “non in una comunità per tossicodipendenti come qualcuno impropriamente ha scritto, bensì a Trento, presso i Padri della Congregazione di Gesù Sacerdote (Venturini), in una delle strutture di accoglienza per sacerdoti in difficoltà”. “Preghiera, lavoro, psicoterapia, terapia di gruppo, direzione spirituale ma soprattutto un ambiente comunitario sano”, racconta, gli han ridato “fiducia e coraggio” per affrontare la “vita” e la sua “missione”.

“Proprio la mancanza di fiducia era una sofferenza che portavo con me fin dalla prima infanzia – confessa padre Alberto nell’intervista – Ma al termine del percorso mi è stata consegnata una relazione dall’equipe che mi ha accompagnato e grazie a questa e al nulla osta dei miei superiori ho iniziato a cercare un vescovo che mi permettesse non tanto di ri-ricominciare, quanto di partire da zero”.
Cosa questa che ha poi trovato e di cui è profondamente grato. Padre Bastoni infatti non aveva mai più parlato pubblicamente dopo lo scandalo che lo aveva travolto nel 2012, e il motivo che lo ha spinto a parlare proprio ora non è stato personale – cioè, come si potrebbe pensare, “per riabilitare” la sua immagine o “per far cessare i pesanti pettegolezzi” nei suoi riguardi – bensì, appunto, “per monsignor D’Ercole”, che lo ha accolto “come un padre” e che per questo è stato “criticato ingiustamente”. “Ora vorrei offrire la mia testimonianza, nel desiderio, tra l’altro, di far apparire la figura del vescovo Giovanni D’Ercole che la gente conosce meno: un uomo di Dio, il cui impegno principale è quello di annunciare e testimoniare il Vangelo della carità e della Misericordia, in modo concreto. È lui che mi ha accolto, come ha fatto con altri”. È stato l’unico vescovo che senza esitazione mi ha risposto ‘Volentieri ti accolgo’”.
Trovare questa “tenerezza” e la disponibilità “tipica di chi accoglie” e “sostiene concretamente le persone, ogni persona, senza distinzione”, è stato “un segno importantissimo”. Eppure, in questo suo gesto non ha visto “nulla di straordinario, ma solo l’esatta applicazione di quanto il Vangelo chiede a chi vuole essere discepolo di Gesù: annunciare il suo Amore e la sua Misericordia non in modo astratto ma con segni fattivi”.

“Un tale ha scritto, non senza sarcasmo, che monsignor D’Ercole un po’ se le cerca”, sorride padre Bastoni spiegando che “chi parla e scrive così, senza saperlo, ha in realtà dipinto la più autentica ed evangelica immagine del vescovo: quella del buon pastore che ‘cerca’ la pecorella smarrita, che se la mette sulle spalle, che cura le sue ferite e pazientemente la riporta nel gregge”. Questo, spiega il prete riminese di nascita ma ascolano d’azione, magari mette il D’Ercole “al centro di critiche feroci, anche in ambito ecclesiastico, talvolta spietate, ma se risaliamo alla fonte di queste si capisce ben presto che chi le formula è molto lontano dalla logica evangelica”.

Oggi però il peggio sembra passato e padre Alberto è da un anno vice parroco del Duomo di Ascoli, dove coordina l’attività pastorale sotto la guida di don Angelo Ciancotti, e presta servizio anche nella segreteria del vescovo. “Forse la scelta di mettermi immediatamente sotto gli occhi di tutti non è casuale – commenta – e fa parte del percorso di integrazione, lento e progressivo, in un contesto dove mi trovo molto bene e dove non sono stato accolto come un profugo o un esule disperato, anche se le insinuazioni talvolta sono motivo di sofferenza e gli attacchi mi addolorano”.

Sulla storia che l’ha coinvolto, poi, di cui si leggono ancora tante cose sul web, padre Bastoni si lascia sfuggire qualche dichiarazione. “Qualcuno mi ha chiesto più volte di far cancellare da internet informazioni compromettenti. Ecco, questo sarebbe nascondersi. La gente invece deve essere informata, ma nessuno ha il diritto di giudicare o di eludere uno dei principi basilari del diritto: la presunzione di innocenza. Quando cammino per la piazza o giro per il centro, percepisco sguardi e commenti. I primi tempi, quando uscivo di casa, osservavo come i clienti di un bar adiacente iniziavano il loro cicaleggio cercando sul telefonino informazioni sul prete ‘tossico’. Sicuramente questa esperienza mi ha segnato, come uomo e come prete. È ovvio che queste tracce sono dovute anche alla natura dei fatti che mi hanno coinvolto, ma se fossero stati così gravi, sarei stato punito in modo proporzionato, specie in presenza di azioni giudiziarie nei miei riguardi”. E poi ha specificato: “Sicuramente ho le mie responsabilità ma ciò che è stato scritto e detto sul mio conto è in gran parte inventato da chi, nel disperato tentativo di evitare gravi conseguenze penali, ha infangato la mia persona consegnando il verbale di un interrogatorio alla stampa solo ed esclusivamente per trarne lucro. Su questo si è basata la tempesta mediatica: su quanto detto da altri che mi hanno accusato per scagionarsi, e non su fatti contestati in giudizio”. Perciò, quello che si sente di dire oggi è che “a nessuno è permesso di esprimere giudizi impropri sulle persone e sui fatti né arrivare a facili conclusioni”, perché “la realtà è molto più complessa” di quanto si pensi, ed è “ingiusto e sbagliato emarginare chi presumiamo abbia sbagliato o comunque è oggetto di pesanti critiche”.

Grazie a tutto questo oggi padre Bastoni riesce a “capire meglio tante situazioni di emarginazione, di rifiuto, di discriminazione” che prima vedeva “con occhi diversi”, e per questo ha aiutato e aiuta tuttora alcune persone che come lui hanno avuto un “passato complicato”, “consigliando di non nascondere disagi o difficoltà”. “Li invito a trovare il coraggio di farsi aiutare da qualcuno ma soprattutto a non farsi trascinare dalla ‘compensazione’ (droga, alcol sesso fumo, gioco) onde evitare conseguenze troppo irreversibili. A non avere paura di parlare delle proprie sofferenze interiori, qualunque esse siano. Per questo sento forte il compito di annunciare l’amore e la misericordia del Signore, il cuore del Vangelo insomma, ma da una prospettiva diversa rispetto a prima”.

Francesco Donat-Cattin

Edited by pincopallino1 - 10/11/2023, 18:59
 
Top
10 replies since 11/11/2017, 15:01   2232 views
  Share