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Droga tra le ostie e pedopornografia. Patteggia solo 4 mesi don Bastoni, Già finito in uno scandalo di coca e festini gay, era "guarito". S'è fatto spretare

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view post Posted on 11/11/2017, 15:01

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Già fermato con droghe nel 2012 era "guarito". Ma le restrizioni anti Covid gli hanno causato "un grave squilibrio mentale". Con l'8 x 1000 avete fatto tanto...

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Don Alberto Bastoni

www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/2...gerrimo/193059/

Festini con coca e sesso, la doppia vita del parroco “integerrimo”

Alberto Bastoni, 48 anni, un curriculum ecclesiastico di tutto rispetto ha fatto perdere le sue tracce da giorni
di RQuotidiano | 22 febbraio 2012

Più informazioni su: Cei, Cocaina, Droga, Gay, Orge, Parroci, Preti, Todi, Vescovi
Cocaina e presunte frequentazioni gay. A finire nei guai è un sacerdote di 48 anni di Rimini, Alberto Bastoni, che da giorni, come riporta oggi panorama.it, ha fatto perdere le proprie tracce.

Bastoni ha un curriculum ecclesiastico di tutto rispetto: è stato tenore nel coro dei “pueri cantores” della cappella Sistina, animatore degli incontri del Centro di azione liturgica promosso dalla Cei e addirittura rettore del Santuario dell’Amore misericordioso di Collevalenza, dove i vescovi italiani, per anni, hanno svolto le loro assemblee generali (la comunità dell’Amore misericordioso, fra l’altro, gestisce una casa annessa al santuario dove sono ospitati sacerdoti con problemi che vanno dall’alcool alla pedofilia).

Peccato che Bastoni abbia o almeno abbia avuto una doppia vita, come rivelano i verbali dei carabinieri di Todi. Il prete riminese- che è stato segnalato alla Prefettura come assuntore di cocaina dopo una soffiata che ha portato le forze dell’ordine sotto casa di Massimo Giraldi, istruttore di pattinaggio artistico a Torgiano- la notte del 30 gennaio scorso è stato fermato dagli uomini dell’Arma mentre era alla guida della sua Fiat Punto. Ai carabinieri il sacerdote ha consegnato “spontaneamente” tre dosi di cocaina nascoste nel portafogli, pagate 200 euro. Non solo. Bastoni ha consegnato anche 10 grammi di “tolylacetoethyle-thylamine”, un “fertilizzante” che viene inalato per ottenere effetti eccitanti. Questa la confessione del prete ai carabinieri: “Fumo la cocaina, tale metodo prevede che la droga venga sciolta con il calore in un cucchiaio, poi si versa in una bottiglia e si aspira”. E ancora: “Ho iniziato a fare uso di droga da sei anni, da quando mi trovavo a Roma per motivi professionali”.

Gli ambienti gay emergono dalle parole di Giraldi, a sua volta interrogato dai carabineri e a sua volta pizzicato quella sera con della coca (un grammo). Giraldi ha ammesso di aver ospitato Bastoni a casa sua e ha detto che il sacerdote più volte avrebbe portato amici per fare sesso: “Utilizzavano casa mia perché lui non ha la piena disponibilità di un’abitazione. A volte aveva con sé droga che consumava coi suoi amici, offrendone occasionalmente anche a me”. Ai militari che hanno perquisito la camera singola e lo studio in viale Madre Speranza, a due passi dal Santuario, il parroco ha espresso la propria disponibilità a collaborare alle indagini.

Indagini che hanno già portato ad alcuni arresti nell’ambito dell’inchiesta ancora in corso (uno degli indagati patteggerà la pena nel processo per direttissima che riprenderà la prossima settimana davanti al giudice monocratico del tribunale di Perugia, Marco Verola). Sulla rubrica del cellulare di Bastoni fioccano i numeri degli spacciatori: ad esempio, c’è quello dell’albanese Rudy che gli ha venduto la coca poco prima dell’intervento dei carabinieri in un parcheggio a Perugia. Ma anche quello di un argentino rappresentante di macchine per il caffè, conosciuto vicino ad una discoteca, e quello di un altro spacciatore. A questi il parroco riminese parlava in codice, dicendo “…siamo in due… oppure siamo in tre…” per fargli capire quanta droga serviva ad ogni occasione. C’è pure Cristian, che “ogni tanto cambia numero” e spaccia droga “di più alta qualità”, ha aggiunto Bastoni, mentre Jonathan si mostrava invece molto caro (“120 euro al grammo”) seppure dotato di buon cuore (“talvolta mi omaggiava di qualche dose”).

Il punto è che da quella notte il prete è scomparso. “Don Alberto purtroppo non sta bene, ha bisogno di cure e non tornerà per molto tempo”, fanno sapere dalla canonica.

di RQuotidiano | 22 febbraio 2012

www.lettera43.it/it/articoli/attual...don-coca/33759/

LO SCANDALO 24 febbraio 2012
Perugia, la Chiesa protegge don coca
Alberto Bastoni chiuso in una comunità.

FRANCESCO MURA

Padre Alberto non sta girovagando per l'Italia senza una meta, ma si trova ricoverato in una struttura protetta di proprietà della Chiesa.
La notizia è stata confermata dal vescovo della diocesi Orvieto-Todi, monsignor Giovanni Marra, con una nota pubblicata nella serata di giovedì 23 febbraio sul sito Chiesainumbria.it.
Il vescovo ha voluto tranquillizzare i parrocchiani che pensavano al peggio per Alberto Bastoni, il sacerdote coinvolto in festini a base di cocaina e frequentazioni gay, assicurando che il parroco di Collevalenza si trova in una comunità «idonea».
BASTONI SOSPESO DALLE SUE FUNZIONI. E per farlo ha scelto un comunicato scarno, ma fin troppo necessario per calmare polemiche e strane voci che si accavallavano di ora in ora.
«Il 2 febbraio, con decreto dell’arcivescovo Marra», si legge nel documento, «Bastoni è stato sospeso dalle funzioni di parroco di Collevalenza con la proibizione di svolgere ogni altra attività pastorale nell’ambito del territorio della diocesi».
PROTETTO IN UNA COMUNITÀ IDONEA. Secondo il vescovo, il sacerdote avrebbe accettato di buon grado il provvedimento e «la proposta del superiore generale di ritirarsi in una comunità idonea per tali sacerdoti». Comunità nella quale si troverebbe rinchiuso dal 5 febbraio, ma come spiega il Vescovo di Orvieto è «disponibile a dare conto in ogni sede del suo operato».
Anche questa volta è stata proprio la Chiesa a mettere la parola fine su una vicenda imbarazzante, ma anche penalmente rilevante, costringendo il sacerdote a un ritiro forzato, per allontanarlo dalle prime pagine dei giornali, ma anche per curarlo e riportarlo sulla retta via del sacerdozio. In attesa, naturalmente, del giudizio del tribunale.

Il 30 gennaio trovato in possesso di cocaina e altre droghe
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La parrocchia di Bastoni a Collevalenza.
La storia di Bastoni, sacerdote 48enne originario di Rimini e parroco di Collevalenza, paesino confinante con Todi, risale al 30 gennaio quando, a seguito di un controllo dei carabinieri, è stato trovato in possesso di tre dosi di cocaina e circa 10 grammi di tolylacetoethyle-thylamine, un fertilizzante che viene inalato per ottenere effetti eccitanti.
Come se non bastasse ad aggravare la posizione del sacerdote ci si è messo anche un 'amico', un istruttore di pattinaggio conosciuto in una chat gay, secondo il quale Bastoni avrebbe partecipato a numerosi festini a base di sesso e droga.
Lo scandalo è stato immediato e lui è finito in una bufera mediatica.
COMUNITÀ VICINA AL SACERDOTE. L'intera vicenda ha destato subito molto scalpore creando disorientamento. Soprattutto tra le persone che forse più di tutte hanno avuto modo di conoscere il sacerdote da vicino.
«È un momento molto triste per la nostra comunità», commenta padre Quinto Tommasi, il parroco che ha lasciato alla guida della parrocchia proprio padre Alberto, «ma quanto accaduto deve essere vissuto con comprensione e pietà cristiana. A miei ex parrocchiani chiedo di pregare e stringersi intorno alla parrocchia per superare insieme, con la preghiera e la misericordia verso chi ha sbagliato, un momento così duro e doloroso».
DALLO SPACCIO ALL'USO DI DROGA. Quello che comunque appare certo è che, oltre alle preghiere, Bastoni avrà bisogno anche di un ottimo avvocato che tenti di salvare il salvabile. I reati che potrebbero essergli contestati, soprattutto alla luce delle confessioni del sacerdote, vanno dallo spaccio all'uso di sostanze stupefacenti, sono pesanti, tanto da costargli molto care. Salvo miracoli, naturalmente.

www.romagnanoi.it/news/rimini/72796...ri-gay--la.html
Coca e incontri gay, la doppia vita del sacerdoteDon Alberto Bastoni, di origine riminese, è stato fermato con tre dosi di droga dichiarando di farne uso abituale. L'uomo che era con lui: "Conosciuti in una chat per omosessuali"

23/Febbraio/2012 - H. 08.32
RIMINI - Don Alberto Bastoni è tornato a far parlare di sè. Il 48enne sacerdote di origine riminese, è infatti il protagonista di una torbida vicenda, una doppia vita divisa fra parrocchia e incontri gay anche a base di cocaina.

Il caso è stato portato agli onori della cronaca dal blog Panorama. Don Bastoni, parroco di Collevanza (Perugia) è stato fermato dai carabineri di Todi nei mesi scorsi, ai militari avrebbe consegnato sponsaneamente tre dosi di cocaina, pagate 200 euro, e avrebbe confessato di farne uso abituale. L’uomo fermato con lui, un istruttore di pattinaggio artistico, avrebbe spiegato di aver conosciuto il prete in una chat line per omosessuali, chiamata "Gay Romeo".
Il sacerdote ha dato la sua piena disponibilità a collaborare con i carabinieri, che hanno perquisito la sua camera, lo studio e il cellulare, risultato pieno di nomi di pusher.

Dopo quella notte però, Don Bastoni è scomparso per alcuni giorni dalla parrocchia. Si è rifatto vivo qualche giorno più tardi, spiegando di attraversare un periodo di riflessione: "Sto ripensando a tutta la mia vita", adducendo anche motivi di famiglia per spiegare l’allontanamento dalla sua parrocchia.

www.farodiroma.it/padre-bastoni-cor...o-collevalenza/

Padre Bastoni. Il coraggio di un nuovo inizio. Ad Ascoli, dopo lo scandalo di Collevalenza (di Francesco Donat-Cattin)

10 Nov 2017
D'Ercole, padre Alberto Bastoni by redazione
“Anziché continuare a rivangare il passato, sarebbe meglio accompagnare gli sforzi di una persona che prende le distanze da un periodo ‘complicato’ e affronta il presente senza nascondersi, cercando di dare il meglio che può”. Sono parole di padre Alberto Bastoni, a cinque anni dallo scandalo che lo travolse quando era parroco a Collevalenza, in diocesi di Todi. Intervistato da “Cronache Picene”, don Bastoni oggi sembra una persona “uscita dal tunnel” nel quale era finito dopo essere stato trovato in possesso di alcune dosi di cocaina, e accusato anche di festini e frequentazioni omosessuali. Si sente “perdonato e riconciliato con Dio e con i fratelli” e per questo non ha voluto rinunciare al servizio ministeriale.

“Da quando sono stato fermato dai carabinieri – racconta – la mia vita è radicalmente cambiata. Nel giro di qualche ora ho perso tutto e sono rimasto solo con me stesso e la fede in Dio. E proprio la fede mi ha sostenuto tenendomi lontano da quello che poteva essere un disperato epilogo di fronte a una situazione che mi ha completamente spogliato di onorabilità, rispetto e dignità”. Dopodiché ha collaborato con le forze dell’ordine, “senza accusare nessuno”. “Mi sono assunto le mie responsabilità anche per non fare del male a qualcuno. Se poi le cose sono andate diversamente è perché il giudice ha voluto sentire anche la mia versione dei fatti, versione che mi ha scagionato da qualsivoglia accusa o da possibili rinvii a giudizio”, chiarisce.
Obbediente ai suoi superiori, padre Bastoni ha seguito per tre anni un percorso, ma “non in una comunità per tossicodipendenti come qualcuno impropriamente ha scritto, bensì a Trento, presso i Padri della Congregazione di Gesù Sacerdote (Venturini), in una delle strutture di accoglienza per sacerdoti in difficoltà”. “Preghiera, lavoro, psicoterapia, terapia di gruppo, direzione spirituale ma soprattutto un ambiente comunitario sano”, racconta, gli han ridato “fiducia e coraggio” per affrontare la “vita” e la sua “missione”.

“Proprio la mancanza di fiducia era una sofferenza che portavo con me fin dalla prima infanzia – confessa padre Alberto nell’intervista – Ma al termine del percorso mi è stata consegnata una relazione dall’equipe che mi ha accompagnato e grazie a questa e al nulla osta dei miei superiori ho iniziato a cercare un vescovo che mi permettesse non tanto di ri-ricominciare, quanto di partire da zero”.
Cosa questa che ha poi trovato e di cui è profondamente grato. Padre Bastoni infatti non aveva mai più parlato pubblicamente dopo lo scandalo che lo aveva travolto nel 2012, e il motivo che lo ha spinto a parlare proprio ora non è stato personale – cioè, come si potrebbe pensare, “per riabilitare” la sua immagine o “per far cessare i pesanti pettegolezzi” nei suoi riguardi – bensì, appunto, “per monsignor D’Ercole”, che lo ha accolto “come un padre” e che per questo è stato “criticato ingiustamente”. “Ora vorrei offrire la mia testimonianza, nel desiderio, tra l’altro, di far apparire la figura del vescovo Giovanni D’Ercole che la gente conosce meno: un uomo di Dio, il cui impegno principale è quello di annunciare e testimoniare il Vangelo della carità e della Misericordia, in modo concreto. È lui che mi ha accolto, come ha fatto con altri”. È stato l’unico vescovo che senza esitazione mi ha risposto ‘Volentieri ti accolgo’”.
Trovare questa “tenerezza” e la disponibilità “tipica di chi accoglie” e “sostiene concretamente le persone, ogni persona, senza distinzione”, è stato “un segno importantissimo”. Eppure, in questo suo gesto non ha visto “nulla di straordinario, ma solo l’esatta applicazione di quanto il Vangelo chiede a chi vuole essere discepolo di Gesù: annunciare il suo Amore e la sua Misericordia non in modo astratto ma con segni fattivi”.

“Un tale ha scritto, non senza sarcasmo, che monsignor D’Ercole un po’ se le cerca”, sorride padre Bastoni spiegando che “chi parla e scrive così, senza saperlo, ha in realtà dipinto la più autentica ed evangelica immagine del vescovo: quella del buon pastore che ‘cerca’ la pecorella smarrita, che se la mette sulle spalle, che cura le sue ferite e pazientemente la riporta nel gregge”. Questo, spiega il prete riminese di nascita ma ascolano d’azione, magari mette il D’Ercole “al centro di critiche feroci, anche in ambito ecclesiastico, talvolta spietate, ma se risaliamo alla fonte di queste si capisce ben presto che chi le formula è molto lontano dalla logica evangelica”.

Oggi però il peggio sembra passato e padre Alberto è da un anno vice parroco del Duomo di Ascoli, dove coordina l’attività pastorale sotto la guida di don Angelo Ciancotti, e presta servizio anche nella segreteria del vescovo. “Forse la scelta di mettermi immediatamente sotto gli occhi di tutti non è casuale – commenta – e fa parte del percorso di integrazione, lento e progressivo, in un contesto dove mi trovo molto bene e dove non sono stato accolto come un profugo o un esule disperato, anche se le insinuazioni talvolta sono motivo di sofferenza e gli attacchi mi addolorano”.

Sulla storia che l’ha coinvolto, poi, di cui si leggono ancora tante cose sul web, padre Bastoni si lascia sfuggire qualche dichiarazione. “Qualcuno mi ha chiesto più volte di far cancellare da internet informazioni compromettenti. Ecco, questo sarebbe nascondersi. La gente invece deve essere informata, ma nessuno ha il diritto di giudicare o di eludere uno dei principi basilari del diritto: la presunzione di innocenza. Quando cammino per la piazza o giro per il centro, percepisco sguardi e commenti. I primi tempi, quando uscivo di casa, osservavo come i clienti di un bar adiacente iniziavano il loro cicaleggio cercando sul telefonino informazioni sul prete ‘tossico’. Sicuramente questa esperienza mi ha segnato, come uomo e come prete. È ovvio che queste tracce sono dovute anche alla natura dei fatti che mi hanno coinvolto, ma se fossero stati così gravi, sarei stato punito in modo proporzionato, specie in presenza di azioni giudiziarie nei miei riguardi”. E poi ha specificato: “Sicuramente ho le mie responsabilità ma ciò che è stato scritto e detto sul mio conto è in gran parte inventato da chi, nel disperato tentativo di evitare gravi conseguenze penali, ha infangato la mia persona consegnando il verbale di un interrogatorio alla stampa solo ed esclusivamente per trarne lucro. Su questo si è basata la tempesta mediatica: su quanto detto da altri che mi hanno accusato per scagionarsi, e non su fatti contestati in giudizio”. Perciò, quello che si sente di dire oggi è che “a nessuno è permesso di esprimere giudizi impropri sulle persone e sui fatti né arrivare a facili conclusioni”, perché “la realtà è molto più complessa” di quanto si pensi, ed è “ingiusto e sbagliato emarginare chi presumiamo abbia sbagliato o comunque è oggetto di pesanti critiche”.

Grazie a tutto questo oggi padre Bastoni riesce a “capire meglio tante situazioni di emarginazione, di rifiuto, di discriminazione” che prima vedeva “con occhi diversi”, e per questo ha aiutato e aiuta tuttora alcune persone che come lui hanno avuto un “passato complicato”, “consigliando di non nascondere disagi o difficoltà”. “Li invito a trovare il coraggio di farsi aiutare da qualcuno ma soprattutto a non farsi trascinare dalla ‘compensazione’ (droga, alcol sesso fumo, gioco) onde evitare conseguenze troppo irreversibili. A non avere paura di parlare delle proprie sofferenze interiori, qualunque esse siano. Per questo sento forte il compito di annunciare l’amore e la misericordia del Signore, il cuore del Vangelo insomma, ma da una prospettiva diversa rispetto a prima”.

Francesco Donat-Cattin

Edited by pincopallino1 - 10/11/2023, 18:59
 
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view post Posted on 3/6/2020, 13:43

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Già colpito da uno scandalo di coca e festini gay, era "guarito"

Pedopornografia e cessione di droga. Indagato p. Bastoni

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www.riminitoday.it/cronaca/sacerdo...ornografia.html

Sacerdote riminese allontanato dalla diocesi, su di lui indagine per droga e pedopornografia
„on Alberto Batoni, sacerdote 51enne originario di Rimini, è stato allontanato dalla diocesi di Ascoli dal vescovo monsignor Giovanni D’Ercole in seguito alla gravi accuse che pendono sul religioso. L'annuncio è arrivato direttamente dall'alto prelato che, in una nota diffusa domenica, ha parlato di un grave stato depressivo dovuto anche al lockdown che avrebbe portato il 51enne a tenere comportamenti non consoni. Sono due, tuttavia, le procure che indagano su don Bastoni: ad Ascoli c'è un fascicolo dove, come ipotesi di reato, gli inquirenti sono al lavoro per la detenzione e la cessione di piccoli quantitativi di cocaina. Ad Ancona, invece, si indaga sulla frequentazione del sacerdote di siti per lo scambio di immagini pedopornografiche. Non è la prima volta che sul religioso si concentra l'attenzione della magistratura. Nel 2012, quando ricopriva l'incarico di parroco a Collevalenza in provincia di Perugia, il sacerdote era stato accusato di comportamenti molto simili. All'epoca, infatti, era stato accusato di cessione di dosi di cocaina durante alcuni festini ai quali però non era emerso che partecipassero anche minorenni.“

www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cr...stoni-1.5183236
Perquisizione in casa di don Alberto Bastoni
Il sacerdote, dal 2017 accolto ad Ascoli dopo i problemi legati alla cocaina, accompagnato in caserma dai carabinieri in abito talare
Pubblicato il 3 giugno 2020

Una perquisizione e l’accompagnamento in caserma: nuovi guai per padre Alberto Bastoni, il parroco 56enne, di origini riminesi, che nel 2012, mentre era in Umbria, fu travolto da uno scandalo per cocaina e presunte frequentazioni gay. Nei giorni scorsi gli inquirenti che lo hanno fermato tra le case popolari di Colli del Tronto e portato via in abito talare, cosa che ha scosso non poco gli animi dei residenti. Bastoni, vice parroco della cattedrale, all’epoca dei primi scandali era prete di Collevalenza (Perugia) e ad...

https://ascoli.cityrumors.it/2020/06/03/as...-dalla-diocesi/

Ascoli, Nuovi guai per Padre Alberto Bastoni allontanato dalla Diocesi
Di Redazione Ascoli - 3 Giugno 2020 124

È stato allontanato dalla Diocesi di Ascoli, Padre Alberto Bastoni che il Vescovo Giovanni d’Ercole aveva accolto dopo una triste vicenda di sesso e cocaina.

Il Sacerdote è tuttora oggetto ad una indagine che ha portato i Carabinieri a perquisire la sua abitazione e lo stesso Padre Alberto ha chiesto di essere trasferito. Per il momento alloggerà in un monastero a Città di Castello.

Questo è il comunicato della Diocesi.

“Si comunica che Padre Alberto Bastoni, che era stato accolto in prova nella Diocesi di Ascoli Piceno su richiesta del Superiore Generale della Congregazione dei Figli dell’Amore misericordioso a cui appartiene, è stato allontanato dalla Diocesi.

Apparentemente, infatti, sembrava che tutto procedesse nel migliore dei modi senonché, forse anche in conseguenza del lockdown, è caduto in una depressione maggiore unipolare che gli ha provocato un grave squilibrio mentale, umano e umorale che si è manifestato in comportamenti che hanno attirato una indagine da parte delle autorità competenti.

Il Vescovo diocesano appena si è reso conto dello stato di salute e del totale cambiamento di personalità e avendo avuto notizia da lui stesso di un’indagine a suo carico, gli ha chiesto immediatamente di lasciare la Diocesi, riaffidandolo al Superiore generale della sua Congregazione religiosa per le cure necessarie.

Con dispiacere, Mons. Giovanni D’Ercole ne dà notizia auspicando che don Bastoni possa al più presto risolvere i suoi problemi di salute e personali.

Da questo momento in poi ogni comunicazione o richiesta di informazioni andrà rivolta alla sua Congregazione di provenienza”.
 
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view post Posted on 7/11/2020, 08:43
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www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cr...-anni-1.5691127

Pedopornografia e coca, sacerdote rischia tre anni
La Procura di Ancona chiude le indagini sul riminese don Alberto Bastoni. A casa del prete trovate foto hard e la droga che teneva nel porta ostie
Pubblicato il 7 novembre 2020

La Procura della Repubblica di Ancona ha chiuso le indagini a carico di don Alberto Bastoni, sacerdote riminese che fino a maggio scorso è stato impegnato nella Diocesi di Ascoli, in particolare nella parrocchia della Cattedrale di Sant’Emidio. Il 56enne romagnolo era indagato per l’ipotesi di reato di possesso di materiale pedopornografico. Per questo nella sua abitazione alla Casa del Clero il 26 maggio scorso il sostituto procuratore, Ruggiero Dicuonzo, ha fatto effettuare una perquisizione delegata ai carabinieri di Ascoli che hanno sequestrato materiale informatico e telefonini nella disponibilità di don Bastoni.

I supporti sono stati analizzati dai tecnici che all’interno di un notebook hanno trovato una fotografia ritraente un soggetto minorenne in atteggiamenti a sfondo sessuale. Nello stesso notebook è stato individuato anche un video di contenuto analogo.

A don Bastoni è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Nei prossimi giorni i suoi avvocati, Simone Fioravanti e Umberto Gramenzi, valuteranno se chiedere che il sacerdote sia sentito, così come suo diritto. Hanno venti giorni di tempo per farlo. All’esito la magistratura anconetana tirerà le fila dell’inchiesta e deciderà se chiedere o meno il rinvio a giudizio.

A don Bastoni è contestato l’articolo 600 quater del Codice penale che punisce chiunque consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori di 18 anni; un reato punito con la reclusione fino a tre anni o con la multa non inferiore a euro 1.549 euro. Per materiale pornografico si intende la rappresentazione fotografica o cinematografica che implichi la partecipazione di un minore a scene o contesti a sfondo sessuale, escludendosi tuttavia la rilevanza della mera rappresentazione della nudità in sé e per sé considerata, ovvero senza attinenza alla sfera sessuale. La disposizione punisce la mera detenzione di materiale pedopornografico, con il dolo generico, costituito dalla coscienza e volontà della natura del materiale.

Durante la perquisizione del 26 maggio nell’abitazione di don Alberto Bastoni presso la Curia vescovile i carabinieri di Ascoli trovarono anche alcuni grammi di cocaina che il sacerdote consegnò spontaneamente. Lo stupefacente era stato riposto in una teca porta ostie che teneva in tasca. Per avergli ceduto la droga è indagato un ascolano. Anche a don Bastoni la Procura di Ascoli contesta la cessione di un piccolo quantitativo di stupefacente.

Peppe Ercoli

https://www.fioruccinews.it/2020/06/24/qua...comment-page-1/
MERCOLEDÌ, GIUGNO 24, 2020Categoria: Senza categoria
Quando due indagini diverse vanno in corto circuito
E’ per colpa di un’ inchiesta su un giro di droga tra ragazzini, che don Alberto Bastoni , 56 anni, ex parroco di Collevalenza, recentemente di nuovo dei guai per la cocaina che teneva nel porta ostie ad Ascoli Piceno , ha avuto a che fare anche con le indagini sull’omicidio di Sonia Marra, segretaria della scuola teologica di Montemorcino , scomparsa notte del 16 dicembre 2006.Il telefono del sacerdote è intercettato dai carabinieri di Todi e il lavoro investigativo è coordinata dal sostituto Manuela Comodi . Stanno ricostruendo la ragnatela che terrebbe insieme prete , spacciatori e consumatori. Don Alberto Bistoni parla con un aspirante all’abito talare che l’ha chiamato. Parlano d’altro, questa volta. Parlano della ragazza di Specchia arrivata a Perugia per l’Università. Sono mesi che non si sa dove sia e che fine abbia fatto.

Seminarista- L‘hanno buttata, quello è un modo per non farla ritrovare più… quella non la ritroveranno mai.

Parroco -Ma chi l’ha tritata?

S- L’hanno buttata nella monnezza.

P-Ma chi?

S- questo io non lo so… ma il suo corpo quello non lo troveranno…mai.

P- Ma io non conosco sta’ storia . Com’era sta’ storia?

S- .. era al tempo che c’era l’altro prete che hanno arrestato per droga ti ricordi?

P- Si, quello, coso…

Il prete citato durante un viaggio in Costarica si era spedito direttamente in Curia un pacco di stupefacenti. Frequentava anche lui, come la scomparsa, Montemorcino.C’è una certa curiosità da parte di don Alberto Bastoni che vuol sapere. Vuole i dettagli. Sulla sorte di Sonia come sul sacerdote che si era fatto recapitare per posta la cocaina. Il mondo delle voci sotterranee sembrano intrigarlo. La telefonata è lunga. Il mondo del piccolo spaccio del resto sembra conoscerlo bene. Nell’agenda del telefonino gli troveranno vari recapiti di pusher e consumatori. Tutti giovanissimi. Per gli inquirenti quello è il suo target. La trascrizione della conversazione viene girata al piemme Giuseppe Petrazzini che indaga sulla sorte Sonia Marra . Il magistrato li interroga. Don Alberto Bastoni dice di non sapere nulla; il seminarista di essersi inventato tutto perché era in conflitto con l’ambiente ecclesiastico. Nessuno dei due entrerà nel processo. L’imputato, il giovane forestale di Marsciano Umberto Bindella ( anche lui un frequentatore di Montemorcino) è stato scagionato da tutte le accusa in primo e in secondo grado. Febbraio 2012. Per la droga le cose si mettono male anche sul fronte giudiziario. L’ex parroco viene allontanato dalla diocesi di Orvieto per intraprendere un cammino di “riflessione e di rigenerazione umana e spirituale “ . Dopo qualche tempo è ad Ascoli Piceno , destinazione la parrocchia del Carmine. Per i suoi superiori è tornato ad essere un buon pastore di anime. Ma la situazione precipita di nuovo, nella droga e nella pedopornografia con due inchieste delle procure di Ancona e di Ascoli Piceno. Con la prima si cerca, lo hanno fatto con una perquisizione, pornografia minorile da scambiare on line e altre produzioni realizzate con dei minori. Con la seconda si vuol ricostruire il nuovo giro che don Alberto Bistoni avrebbe appeno messo in piedi con lo stesso sistema di Collevalenza..I carabinieri glielo fanno sapere il 2 giugno quando lo fermano, diretto a Città di Castello per farsi curare la “ depressione provocata dal lungo lockdown conseguente all’epidemia di coronavirus”. Protagonista ,da indagato o da testimone di almeno quattro inchieste, era appeno uscito dalla casa di una sua amica brasiliana.

( da Il Messaggero)

Edited by pincopallino2 - 20/4/2021, 11:32
 
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view post Posted on 4/12/2020, 10:22

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www.corriereadriatico.it/ascoli_pi...ie-5624055.html

Ex vice parroco finisce nei guai per le foto hard di minori sul suo computer.
Ascoli Pieceno
Venerdì 4 dicembre 2020

È quanto emerge a conclusione dell'indagine che la Procura di Ancona ha portato avanti nei confronti di padre Alberto Bastoni, l'ex vice parroco della cattedrale.

Ascoli - Deteneva materiale pedopornografico sul suo computer. E' quanto emerge a conclusione dell'indagine che la procura di Ancona ha portato avanti nei confronti di padre Alberto Bastoni, l'ex viceparroco della cattedrale allontanato lo scorso mese di giugno dall'allora Monsignor Giovanni D'Ercole.

Nei giorni scorsi è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini nei suoi confronti in cui si ipotizza il reato di detenzione di materiale pedopornografico. Dall'analisi tecniche effettuate in sede di indagini sull'hard disk del computer usato da padre Alberto Bastoni, gli investigatori hanno rinvenuto una foto in cui compare un minore mentre compie atti sessuali ed un video dal contenuto analogo.

Fatti che sarebbero
 
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view post Posted on 9/4/2021, 12:24

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https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cr...cesso-1.6225316

Droga a Don Bastoni, si apre il processo
Gli imputati, un ascolano e una brasiliana, sono accusati di aver ceduto delle dosi al sacerdote

E’ fissata per questa mattina al tribunale di Ascoli la prima udienza del processo che vede imputati Angelina Soares De Souza, brasiliana di 43 anni, e l’ascolano Marco Traini, entrambi accusati di aver ceduto droga, in circostanze diverse, a don Alberto Bastoni, il sacerdote allontanato dalla Diocesi di Ascoli a giugno 2020. La Procura ascolana ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti dei due soggetti, entrambi assistiti dall’avvocato Umberto Gramenzi. Traini deve...
 
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view post Posted on 3/7/2021, 18:32

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https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cr...usher-1.6549663

Pubblicato il 3 luglio 2021
IL CASO
Cocaina tra le ostie A processo i pusher
Due persone accusate di aver ceduto la droga al riminese don Bastoni

Il giudice del tribunale di Ascoli Tiziana D’Ecclesia ha dichiarato aperto il processo che vede imputati Angelina Soares De Souza, 43 anni, e l’ascolano Marco Traini, entrambi accusati di aver ceduto droga, in circostanze diverse, a don Alberto Bastoni, riminese d’origine, il sacerdote allontanato dalla Diocesi di Ascoli a giugno 2020. Il sacerdote era stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Ascoli con l’ipotesi di reato di detenzione e cessione di piccoli quantitativi di cocaina; dalla procura di Ancona per detenzione, scambio di materiale pedopornografico, frequentazione di siti e chat con immagini di minorenni in atteggiamenti a sfondo sessuale. Traini deve rispondere della cessione di 3,2 grammi di cocaina a don Bastoni che li deteneva occultati all’interno di una teca eucaristica.
 
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view post Posted on 30/10/2021, 20:21

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30 ottobre 2021
Cocaina al sacerdote, in aula il racconto dei carabinieri
Un anno fa don Bastoni fu allontanato dalla diocesi. Dopo un paio di mesi si dimise. il vescovo D’Ercole

E’ entrato ieri nel vivo il processo che vede imputati Angelina Soares De Souza, brasiliana di 43 anni, e l’ascolano Marco Traini, entrambi accusati di aver ceduto droga, in circostanze diverse, a don Alberto Bastoni. Sono difesi dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti. Ieri mattina sono stati sentiti due carabinieri che effettuarono perquisizioni e intercettazioni ambientali; su richiesta della Procura il 25 febbraio...
 
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view post Posted on 21/5/2022, 10:54

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Alberto Bastoni ad Ascoli: "Io, dipendente dalla cocaina. Nessuno mi ha aiutato"
In aula per il processo sulla droga racconta il suo inferno: "Non sono più ’don’, mi sentivo indegno. Mi vergogno profondamente, ma non ho commesso solo atti sbagliati"

Alberto Bastoni, ex sacerdote della Cattedrale

Ascoli Piceno, 21 maggio 2022 - Don Alberto Bastoni ieri era ad Ascoli per testimoniare contro un uomo e una donna accusati di avergli spacciato cocaina.

Don Alberto, come sta?

"Mi chiami Alberto, don non lo sono più. Ho scritto a Papa Francesco per ottenere la dispensa dal sacerdozio perché mi sentivo indegno. Talmente indegno che dopo la prima perquisizione a casa, la sera del 28 maggio 2020 nell’anniversario della mia ordinazione, ho tentato il suicidio. Ho bevuto quello che pensavo mi avrebbe condotto durante la notte alla morte, ma non ci sono riuscito. Ora mi sto curando in una comunità di Città di Castello, che non è un ricettacolo di mostri, ma un luogo adatto per recuperare un prete che ha sbagliato".

Lei ha ammesso di aver assunto cocaina ed è indagato per possesso di materiale pedopornografico; il tutto mentre era impegnato in Duomo, ha celebrato messa, ha distribuito la comunione, ha fatto catechismo

"Alla gente di Ascoli ho inviato una richiesta di perdono tramite il vescovo D’Ercole. So che si sentono feriti e mi vergogno profondamente. Il mio è un pentimento sincero benché io non abbia fatto del male a nessuno. Il male l’ho fatto a me con la droga. Chiedo ancora a tutti di perdonarmi con fede cristiana".


La accusano di aver detenuto nel suo pc materiale porno riguardante minori.

"Ad oggi nessuno si è fatto avanti per denunciare comportamenti sconvenienti da parte mia verso minori o cose del genere. Mai e poi mai. Non sono un pedofilo".

Bastoni, anche prima di arrivare nel Piceno aveva avuto problemi di droga.

"La mia tossicodipendenza ha 13 anni di vita. Il lockdown mi ha mandato in depressione, aggravando il disturbo narcisistico legato ad un rapporto difficile con mio padre; per cui facevo scorta di cocaina, che assumevo per combattere angoscia e tristezza. Mi assumo la responsabilità per i miei comportamenti, ma ci sono anche altre responsabilità".

Ce l’ha con qualcuno?

"Sono venuto ad Ascoli per coronare il mio sogno di diventare un sacerdote diocesano e pensavo di superare così anche i miei problemi. Ho lavorato in cattedrale in un periodo difficile, con il parroco malato. Ho fatto tanto per la comunità ascolana, per i bambini, per gli anziani, per i malati, ma nessuno ora lo dice. Mi chiedo però: nessuno si è accorto dei miei problemi? Magari qualcuno se n’era accorto visto che sono stato pedinato, monitorato e non dai carabinieri… Perché dentro la Diocesi invece di farmi ritrovare bustine nel mio alloggio come a far intendere che sapevano, nessuno mi ha detto ’Alberto fermati, cosa stai facendo?’. Perché nessuno mi ha aiutato?".
 
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view post Posted on 4/2/2023, 12:01

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4 feb 2023

Ascoli

Dosi di cocaina per il sacerdote: una condanna e un’assoluzione
Imputati l’ascolano Traini e la brasiliana De Souza, accusati di aver ceduto droga: don Bastoni poi si spogliò dell’abito talare
Una condanna e un’assoluzione. Così è terminato ieri il processo che vedeva imputatati l’ascolano Marco Traini e la brasiliana Angelina Soares De Souza, accusati di aver ceduto droga, in circostanze diverse, all’ex sacerdote del Duomo di Ascoli Alberto Bastoni che a seguito di questa vicenda ha rinunciato all’abito talare. Il giudice del tribunale di Ascoli Tiziana D’Ecclesia ha condannato Traini a un anno e al pagamento di 2.000 euro di multa ed ha assolto Soares De Souza. L’accusa aveva chiesto la condanna a un anno per entrambi gli imputati, difesi dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti. Traini doveva rispondere della cessione di 3,2 grammi di cocaina a don Bastoni. "Quando perquisimmo il suo alloggio nell’ambito di altra inchiesta, il sacerdote ci consegnò spontaneamente un contenitore che aveva in tasca; all’interno c’era lo stupefacente" hanno riferito durante il processo il maresciallo dei carabinieri Luigi Palombi e il brigadiere Giuseppe Meco. A loro il religioso disse che la cocaina era per uso personale. "Due giorni prima, durante intercettazioni ambientali, cogliemmo una conversazione fra don Bastoni e Marco Traini all’interno dell’auto in uso a quest’ultimo, nella quale parlavano di un acquisto di cocaina da parte del sacerdote" hanno aggiunto i militari. Don Alberto venne poi fermato a Castel di Lama dai carabinieri: sotto un tappetino dell’auto c’erano due involucri con 7,5 grammi di cocaina. Nella casa a Colli di Angelina Soares De Souza, alla quale don Alberto aveva fatto visita prima di essere fermato, vennero sequestrati 240 euro ritenuti provento della cessione: "Io non gli ho dato alcuna droga, è lui che l’ha portata a casa mia e anche tanta". E’ stata la difesa della donna. Sentita durante il processo ha aggiunto che il contatto era avvenuto grazie a un sito per incontri. "E’ venuto a casa mia, si è chiuso in bagno e quando ne è uscito io l’ho mandato via, ma senza che io gli cedessi stupefacenti" ha concluso.
 
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view post Posted on 25/5/2023, 06:51

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Pedopornografia Ascoli, ex sacerdote a processo
Alberto Bastoni era al Duomo di Ascoli: il materiale è stato ritrovato durante una perquisizione nella sua abitazione presso la curia vescovile

Don Alberto Bastoni

Ascoli, 25 maggio 2023 – La Procura distrettuale di Ancona ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio per Alberto Bastoni, ex sacerdote della Diocesi di Ascoli; deve rispondere di detenzione o accesso a materiale pornografico e il processo a suo carico inizierà il 10 novembre prossimo.

Tutto è iniziato con una perquisizione effettuata il 26 maggio 2020 nell’abitazione di don Alberto Bastoni presso la Curia vescovile. Quel giorno i militari dell’Arma si presentarono a casa del sacerdote di origini riminesi su mandato della Procura distrettuale di Ancona che lo ha iscritto al registro degli indagati per l’ipotesi di reato di detenzione di materiale pedopornografico.

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L’indagine ha preso in esame telefoni cellulari, computer, hard disk, supporti informatici che erano nella disponibilità di don Alberto e che vennero sequestrati. La perquisizione è stata disposta dal sostituto procuratore di Ancona Ruggiero Dicuonzo avendo motivo di ritenere che nell’alloggio potesse essere custodito materiale relativo a pornografia minorile e alla detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minori di 18 anni. La magistratura dorica sarebbe arrivata a sospettare che don Bastoni detenesse materiale pornografico riguardante minori avendo avuto traccia di sue frequentazioni di siti e chat inerenti questo tipo di materiale. Il sacerdote difeso dagli avvocati Umberto Gramenzi e Simone Fioravanti deve difendersi dall’accusa di aver violato l’articolo 600 quater del codice penale che riguarda chiunque si procuri o detenga materiale pedopornografico, seppure non ne sia stato l’autore o gli sia stata offerta a titolo gratuito. Ipotesi di reato accertata il 9 aprile 2020.


"Ad oggi nessuno si è fatto avanti per denunciare comportamenti sconvenienti da parte mia verso minori o cose del genere. Mai e poi mai. Non sono un pedofilo" disse Alberto Bastoni in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino al termine di un’udienza riguardante due persone accusate di avergli spacciato cocaina. Imputatati erano l’ascolano Marco Traini e la brasiliana Angelina Soares De Souza, accusati di aver ceduto droga, in circostanze diverse, all’ex sacerdote del Duomo di Ascoli Alberto Bastoni che a seguito di questa vicenda ha rinunciato all’abito talare. Il giudice del tribunale di Ascoli Tiziana D’Ecclesia ha condannato Traini a un anno e al pagamento di 2.000 euro di multa ed ha assolto Soares De Souza. L’accusa aveva chiesto la condanna a un anno per entrambi gli imputati, difesi dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti.
 
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view post Posted on 10/11/2023, 19:02

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Prete con materiale pedopornografico patteggia quattro anni
10 nov 2023

Nel 2020 venne perquisita la casa dell’ex sacerdote di origini riminesi, Alberto Bastoni, presso la Diocesi di Ascoli, che deve anche pagare 1.100 euro di multa
PEPPE ERCOLI

Ascoli, 10 novembre 2023 – Si è conclusa la vicenda giudiziaria riguardante l’ex sacerdote della Diocesi di Ascoli e di origini riminesi, Alberto Bastoni, che era accusato di possesso di materiale pornografico riguardante soggetti minori di 18 anni. Difeso dagli avvocati Simone Fioravanti e Umberto Gramenzi, Bastoni ha patteggiato davanti al giudice del tribunale di Ancona Matteo Di Battista a 4 mesi di reclusione e 1.100 euro di multa (pena sospesa).

La sua abitazione presso la Curia vescovile di Ascoli venne perquisita il 9 aprile 2020, mentre i supporti informatici un mese dopo. Gli approfondimenti effettuati sull’hard disk estratto dal suo notebook hanno fatto emergere una foto e un video a sfondo sessuale, con la presenza in ognuno di un soggetto minorenne.

"Il nostro assistito vuole dimenticare questa parentesi dolorosa della sua vita che ormai fa parte del passato. Ha già riconosciuto i propri errori manifestando il proprio pentimento e si è ormai definitivamente reintegrato nella vita sociale”, il commento dei suoi legali, avvocati Umberto Gramenzi e Simone Fioravanti.
 
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