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Coronavirus. Centinaia di preti, suore e diaconi uccisi dal Covid., Categoria esposta per lo stile di vita promiscuo. Contagiano fedeli e non fedeli

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view post Posted on 14/3/2020, 19:28

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Alla larga da chi vive promiscuamente tra la folla anche in un'epidemia

coronavirus

www.reggionline.com/reggio-emilia-...onavirus-video/

Si è spento il grande cuore di don Guido Mortari. VIDEO
14 marzo 2020 Mattia Mariani

Parroco di Sant’Agostino per 54 anni, è morto in ospedale. Aveva promosso le attività oratoriali e le opere di carità verso i soli e i malati. A lui si deve il merito del recupero del teatro parrocchiale e del restauro del porticato

REGGIO EMILIA – E’ morto all’ospedale Santa Maria don Guido Mortari, per più di mezzo secolo parroco di sant’Agostino. Aveva 82 anni e fino a poche settimane fa è stato instancabile nell’incontrare ammalati e parrocchiani. Da qualche giorno era ricoverato dopo essere risultato positivo al Coronavirus.

Sembrava un prete d’altri tempi: uno di quelli che dava tutto se stesso per la propria parrocchia, il proprio oratorio e la gente che gli era stata affidata. Don Guido e la chiesa di Sant’Agostino sono apparsi agli occhi di molti una cosa sola. E’ stato il parroco che ha trasformato quell’area cittadina stretta tra un parco, due strade e un paio di scuole.

C’erano i bambini delle elementari e gli studenti del liceo che si incontravano davanti all’oratorio e in mezzo c’era don Guido, capace di parlare a tutti e di rimproverare, se necessario, chi lo meritava. Attentissimo ai giovani, non ha mai dimenticato i più maturi. In particolare anziani e ammalati erano costantemente i protagonisti della sua agenda. Fino a pochissime settimane fa ha portato la Comunione nelle case dei propri parrocchiani che non potevano più raggiungere la chiesa e partecipare alla messa.

Don Luca Grassi, che ha preso il posto di don Guido, lo ricorda come un pastore che aveva il sapore delle sue pecore perché ci stava in mezzo e le conosceva una a una. In 54 anni ha trasformato Sant’Agostino, restaurandone il porticato, il teatro e la chiesa. Era figlio di un ingegnere che nel secolo scorso collaborò a lungo con la Curia. Ancora incerta la data dei funerali, che saranno necessariamente in forma privata date le disposizioni governative sul Coronavirus.

www.ladige.it/territori/fiemme-fas...ottner-aveva-86
Coronavirus, seconda vittima trentina

È don Luigi Trottner di 86 anni

parroco di Campitello di Fassa

Ven, 13/03/2020 - 16:14

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PER APPROFONDIRE: coronavirusdon Luigi TrottnerCampitello di Fassa Tempo di lettura:
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Seconda vittima in Trentino e quarta in regione: nel reparto di terapia intensiva a Rovereto è morto don Luigi Trottner aveva 86 anni, parroco di Campitello di Fassa. Era stato ricoverato l'11 marzo al pronto soccorso di Cavalese.

Il sacerdote, originario di Vigo di Fassa, era una figura molto nota anche per le sue attività culturali.

Don Trottner aveva festeggiato i 50 anni di sacerdozio nel 2012. Fino al 1981 si trovava in Emilia Romagna, quindi tornò in val di Fassa e fu dapprima parroco ad Alba, quindi a Canazei e infine a Campitello negli ultimi vent'anni.

Era un sacerdote apprezzato e attivo, con un’autentica passione per la comunicazione, tanto che da tempo dirigeva il quadrimestrale del decanato di Fassa, “La Campana della Pieve”, molto letto dai valligiani.

www.avvenire.it/attualita/pagine/c...o-vincenzo-rini
Cremona. Addio a monsignor Rini, una vita per l'informazione cattolica
Maria Chiara Gamba, Cremona sabato 14 marzo 2020
Giornalista 75enne, il sacerdote era in ospedale per Covid-19. Ex presidente del Sir ed ex direttore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica


Raccontare la verità dei fatti era la sua passione. Monsignor Vincenzo Rini, giornalista cremonese 75enne, ex presidente Sir, ex direttore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica”, se n’è andato nella notte per il Covid-19. Da pochi giorni era stato ricoverato presso l’ospedale Maggiore di Cremona ma le sue condizioni si sono aggravate in maniera irreversibile.

Una vita spesa per informare e scrivere della gente e della Chiesa, con serietà ed entusiasmo tanto da diventare, dal 1996 al 1999, presidente nazionale Consis (Consorzio nazionale servizi informazioni settimanali) e, dal 1999 al 2005, presidente nazionale Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e Presidente del Sir (Servizio Informazione Religiosa) nel 2006.Il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, anche lui ricoverato presso il nosocomio cremonese per Covid-19, ha espresso il suo cordoglio, manifestando la sua vicinanza nell’affetto e nella preghiera alla famiglia e ai tanti amici che oggi lo salutano.“Don Vincenzo aveva la capacità di leggere e ricomporre il frammento dell’insieme” commentano a caldo Vincenzo Corrado direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei e don Ivan Maffeis attuale sottosegretario. Con questi ultimi aveva contatti frequenti. “Ogni incontro con don Vincenzo – continuano – rappresentava sempre una finestra nella speranza, quella virtù che ha contraddistinto la sua vita”.

Aveva condotto il settimanale diocesano di Cremona per 30 anni fino al 2016 quando si erano celebrati i 100 anni dalla nascita del giornale. Ma da quando aveva lasciato la guida del settimanale non aveva smesso di scrivere (anche dei romanzi) e di assumere incarichi a livello locale e nazionale. Attualmente era assistente dell’Ucid cremonese e, dal luglio scorso, anche consulente ecclesiastico del Gruppo lombardo e Consigliere ecclesiastico della Federazione provinciale Coltivatori Diretti di Cremona. Da due anni era anche stato nominato dalla Cei Assistente ecclesiastico nazionale dei Convegni di Cultura “Maria Cristina di Savoia”. Verrà tumulato nella cappella dei Canonici presso il cimitero di Cremona.

Il ricordo di don Maffeis e Vincenzo Corrado
Così l'Ufficio Cei per le Comunicazioni Sociali ricorda don Rini, in questa nota firmata don Ivan Maffeis e Vincenzo Corrado.

“Lo sguardo sacerdotale è misurato sullo sguardo di Dio, che sta ad osservare tutti i suoi figli, a partire da quelli che da lui si sono allontanati, con amore indissolubile”. Ci è tornato in mente questo pensiero di don Vincenzo Rini, presidente della Federazione nazionale settimanali cattolici (Fisc) dal 1999 al 2004, e successivamente dell’Agenzia Sir, nell’apprendere la notizia della sua morte con il coronavirus. Abbiamo avuto il dono di conoscere don Vincenzo da vicino. Un dono che è andato oltre gli incarichi a livello nazionale e che è proseguito nel tempo, fino a poche settimane fa. Le nostre telefonate erano frequenti e arricchenti. Don Vincenzo aveva la capacità di leggere e ricomporre il frammento nell’insieme. E con questo spirito, ha guidato per oltre trent’anni il settimanale diocesano di Cremona. Il tutto con grande ironia.

Ogni incontro con don Vincenzo rappresentava sempre una finestra aperta nella speranza, quella virtù che ha sempre contraddistinto la sua vita. C’è un aspetto della sua esistenza che forse più di altri abbiamo apprezzato: il suo sguardo, quella capacità di conservare gli occhi del bambino e unirli al sacerdozio. Come amava ripetere, “è lo sguardo del Padre celeste, che nessun tradimento, nessuna cattiveria umana può cancellare o deviare, l’espressione piena della sua misericordia, l’indicazione verace della misericordia che deve impregnare tutta la vita della comunità cristiana; l’immagine che deve imprimersi nel cuore di ogni prete affinché possa imparare dallo sguardo misericordioso di Dio a esserne, con il proprio sguardo, testimone e annunciatore”.

Nello sguardo di don Vincenzo abbiamo davvero conosciuto lo sguardo della misericordia del Padre, uno sguardo che non condanna ma sa solo aprirsi a un amore infinto. È quello sguardo sacerdotale che, come quello di Cristo, condanna il male, senza rinunciare mai ad amare i peccatori. Don Vincenzo portava nel suo sguardo d’amore ai fedeli lo stesso sguardo d’amore misericordioso del Padre. E tutto ciò perché si lasciava guardare dall’amore di Dio, che lo seguiva, anzi, lo inseguiva sempre, nel suo servizio all’informazione per la Chiesa italiana, condiviso tra i settimanali diocesani e l’Agenzia Sir, tra bellezza del ministero e fatica del servizio per una buona stampa.

“Militi ignoti” è il titolo di un agile libretto scritto da don Vincenzo per ricordare diciassette profili di sacerdoti incontrati durante la sua vita e che hanno lasciato un segno indelebile nella sua esistenza e nella sua vocazione presbiterale. Per noi don Vincenzo sarai sempre il nostro “milite noto”. Grazie per la tua testimonianza e per il tuo servizio alla Chiesa.

Edited by pincopallino1 - 25/9/2020, 09:33
 
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view post Posted on 15/3/2020, 15:14

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Il Virus si accanisce sui mestieri esercitati tra la folla

Bergamo: 6 preti morti e 20 ricoverati in una settimana



www.bergamonews.it/2020/03/15/il-v...o-morti/360253/

Il vescovo Beschi: “Venti sacerdoti ricoverati e questa settimana 6 sono morti”
"Nessuno è esonerato da questa prova, estremamente dolorosa".

di Redazione - 15 Marzo 2020 - 13:17 Commenta Stampa Invia notizia 1 min
Più informazioni sucoronavirussacerdoti morti francesco beschivescovo beschi
Monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo
Il vescovo di Bergamo Francesco Beschi ne è consapevole e lo dichiara mesto ai microfoni di Rainews24: “Nessuno è esonerato da questa prova, estremamente dolorosa”.

Lo afferma dopo che venti sacerdoti della diocesi bergamasca sono ricoverati colpiti dal contagio da coronavirus e ben sei in questa settimana sono rimaste vittime del Covid-19.

“I nostri sacerdoti sono tanti e sono numerosi quelli che si sono esposti per stare vicino alla loro comunità. Quindi la loro malattia è un evidente segno di vicinanza, un doloroso segno di vicinanza e di condivisione del dolore” spiega il vescovo che non riesce a nascondere la grande tristezza.

Edited by pincopallino1 - 15/3/2020, 15:24
 
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view post Posted on 16/3/2020, 17:40

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Bergamo, i 7 preti morti per Coronavirus

www.santalessandro.org/2020/03/coro...casa-del-padre/

Coronavirus, il ricordo di quattro sacerdoti tornati alla casa del Padre 0
BY CARMELO EPIS ON 16 MARZO 2020 ·ACCADE A BERGAMO
Come rami recisi, continua ad allungarsi l’elenco di sacerdoti bergamaschi che hanno perso la vita per complicazioni aggravate dal coronavirus. In dieci giorni, dal 6 all’11 marzo, sono stati ben 7: monsignor Tarcisio Ferrari, 84 anni, già parroco di Pignolo in città; don Mariano Carrara, 72 anni, parroco di Urgnano; monsignor Achille Belotti, 82 anni, parroco emerito di Gavarno Sant’Antonio; don Tarcisio Casali, 82 anni, prete del Sacro Cuore. Negli ultimi tre giorni, dal 14 al 16 marzo, l’elenco si è allungato con altre 4 dipartite: don Giancarlo Nava, 71 anni, prete Fidei donum in Paraguay; don Silvano Sirtoli, 59 anni, vicario interparrocchiale di Sforzatica di Dalmine; don Giuseppe Berardelli, 72 anni, parroco di Casnigo; padre Giosuè Torquati, 71 anni, dehoniano. La tristezza di parenti e parrocchiani aumenta perché, come tutti coloro che stanno morendo, per le restrizioni governative dovute al morbo, le salme vengono sepolte senza funerali religiosi, in attesa della Messa di suffragio quando la tempesta passerà.

DON GIANCARLO NAVA
Già debilitato, è spirato sabato 14 marzo, nell’ospedale di Sondalo a quasi 71 anni. Era nato il 31 marzo 1949 a Mozzo. Maturata una forte sensibilità missionaria, era entrato nella comunità «Redemptor hominis», composta da sacerdoti, religiose e laici, avviata nel 1970 a Roma per l’apostolato fra i poveri e riconosciuta canonicamente nel 1981 dal vescovo di Hasselt in Belgio. Così raggiunse le missioni africane in Camerun, dove il 26 aprile 1981 era stato ordinato sacerdote nella diocesi di Doumé, ma incardinato in quella belga. Nel 1999 il suo arrivo in Paraguay, nella diocesi di San Pedro, dapprima a Capitano Bado e infine, il periodo più lungo, a Tacuatì. Per i contadini avviò una scuola di formazione. Aveva poi fondato spazi di studio per studenti di ogni età e luoghi di formazione culturale per gli adulti. Per raggiungere i fedeli aveva costruito varie cappelle sul vasto territorio. Per aver alzato la voce contro la corruzione politica dilagante, il traffico di droga e di armi, le carceri ridotte in stato pietoso, aveva ricevuto serie minacce. Nel 2004 era stato incardinarsi nella diocesi di Bergamo, restando in Paraguay. Prima di rientrare in Italia pochi mesi fa per motivi di salute, aveva inviato questo messaggio agli amici: «Tornare dopo 43 anni è come passare dal giorno alla notte. Desideravo morire in queste terre con la mia gente». Sarà sepolto nel cimitero di Ponte San Pietro.

DON SILVANO SIRTOLI
Si è spento domenica 15 marzo nell’ospedale Papa Giovanni a 59 anni. «La sua vita è stata un Vangelo vissuto — ricorda don Mario Carminati, vicario episcopale per le attività economiche, suo compagno di ordinazione —, lasciando un grande segno ovunque». Nato a Bergamo il 21 maggio 1960, don Sirtoli era nativo della parrocchia di Torre Boldone. Dopo l’ordinazione sacerdotale (21 giugno 1986) era stato vicario parrocchiale di Foppenico (1986- 92), quindi parroco di Torre de’ Busi (1992-2007) e di San Marco di Torre de’ Busi (1997-2007). Nel 2007 il suo arrivo a Orio al Serio come parroco. Ricordando il suo ingresso, aveva scritto con un pizzico di umorismo: «Sono passato dal canto mattutino degli uccellini della Val San Martino al volo continuo di aerei ed elicotteri». Vasto il cordoglio a Orio al Serio per la scomparsa. Per il suo impegno pastorale, la stima e l’affetto di cui era coralmente circondato, lo scorso anno il sindaco Alessandro Coletta gli aveva conferito l’onorificenza «Torre civica», che è un segno di cittadinanza onoraria. Nel 2018 era stato nominato vicario interparrocchiale delle due parrocchie di Sant’Andrea e Santa Maria d’Oleno in Sforzatica, frazione di Dalmine. «Sono tornato a fare il curato — aveva scritto sul Notiziario parrocchiale alla vigilia del suo ingresso — in una comunità̀ grande e attiva anche se non sono più un giovincello. Sforzatica mi è stata descritta come una comunità̀ vivace. Spero con l’aiuto del Signore di poter dare il mio contributo a mantenere questa ricchezza». Ed è stato di parola. Sarà sepolto nel cimitero di Dalmine.

DON GIUSEPPE BERARDELLI
È spirato lunedì 16 marzo nell’ospedale di Lovere a 72 anni. Era nato a Fonteno il 21 agosto 1947 ed era diplomato in Scienze sociali e in Pastorale. Dopo l’ordinazione sacerdotale (30 giugno 1973) era stato coadiutore parrocchiale di San Giuseppe al Villaggio degli sposi in città (1973-76) e di Calolzio (1976-84), quindi parroco di Gaverina (1984-93), di Fiorano al Serio (1993-2006) e dal 2006 di Casnigo. Era stato anche membro del Consiglio presbiterale diocesano (2013-14). Era molto stimato a Casnigo, dove non si è risparmiato nelle fatiche pastorali.

PADRE GIOSUÈ TORQUATI
È morto sabato 14 marzo, nella casa apostolica dei Dehoniani, la congregazione a cui apparteneva, a 81 anni. Era da tutti chiamato «Mago Allegria» perché aveva contrassegnato il suo ministero con giochi di prestigio e spettacoli in oratori, parrocchie, scuole e case di riposo. Diceva infatti che il Signore «non voleva salici piangenti». Era nato il 9 novembre 1938 a Miragolo San Marco, frazione di Zogno. Nel 1963 aveva emesso la professione perpetua assumendo il nome di Maurizio e poi ordinato sacerdote il 21 giugno 1968 ad Albino dal vescovo di Imola, il bergamasco Benigno Carrara. Aveva svolto diversi incarichi per il suo istituto a Padova, Vicenza e Albino, dove risiedeva dal 2004, aiutando anche le parrocchie diocesane. Era stato anche membro del Consiglio presbiterale diocesano (1973-76) e rappresentante dei religiosi nel Centro diocesano vocazioni (1977-80). Aveva caratterizzato il suo ministero nell’educare nei giochi di prestigio e nelle scenette, perché era convinto che si potessero trasmettere in questo modo i valori cristiani e umani. E ogni anno era il protagonista di centinaia di spettacoli. Aveva pubblicato ben 34 volumetti intitolati «Allegria», che avevano raggiunto tirature notevoli. Sarà sepolto nella cappella dei Dehoniani nel cimitero di Albino.

www.ilsettempedano.it/2020/03/16/co...andrea-curreli/

Covid-19: a Bergamo è morto anche don Andrea Curreli
Pubblicato da Mauro Grespini in Cronaca 415 Visite

E’ deceduto a Bergamo un altro sacerdote orionino legato all’Istituto e alla parrocchia del “Don Orione” di San Severino. E’ don Andrea Curreli, 85 anni, morto a causa del Coronavirus nella Casa di accoglienza per sacerdoti anziani e non autosufficienti della città lombarda, dove si trovava anche don Gilfredo Buglioni, scomparso alcuni giorni fa all’età di 96 anni.
Don Andrea era a Bergamo dal 2012, prima era stato a Gevova e, dal ’99 al 2008, era con noi a San Severino impegnato nella parrocchia al fianco dei parroci don Ettore e don Sesto. In molti lo ricordano per il suo fare bonario e composto, per la sua costante presenza in chiesa e in segreteria, spesso accanto ai fedeli più anziani, per scambiare con loro una parola di sostegno, oppure in oratorio dove incontrava tanti ragazzi per trascorrere insieme qualche ora di svago.

Edited by pincopallino2 - 16/3/2020, 18:39
 
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view post Posted on 16/3/2020, 18:04

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Trento. Morto Padre Angelico dell'Amico, cappuccino per Coronavirus

www.gazzettadellevalli.it/passo-to...ngelico-262218/


Emergenza coronavirus: altre quattro vittime in Trentino, è morto Padre Angelico
domenica, 15 marzo 2020

Trento – Altre quattro vittime da coronavirus in Trentino. I dati sono stati svelati dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e all’assessore Stefania Segnana, nel corso dell’incontro quotidiano per fare il punto sull’emergenza coronavirus. Tra le quattro vittime, che si aggiungono ai due dei giorni scorsi, spicca il nome di Padre Angelico, 85 anni, dell’Ordine dei Cappuccini, che aveva accompagnato un gruppo di anziani in pullman ad Assisi dal 21 al 23 febbraio scorso. Le altre vittime erano residenti a Ledro, Pinzolo e Val di Fassa.

https://tuttoggi.info/coronavirus-frate-co...-trento/558709/
Coronavirus, frate contagia 3 pellegrini in gita ad Assisi | Le ipotesi della provincia di Trento | Aggiornamenti
Il frate avrebbe contratto il Coronavirus in altre zone del nord Italia. Ad oggi non risulterebbero casi ad Assisi, anche se probabilmente, dopo le novità arrivate dal Trentino si faranno verifiche a livello localeSara Fratepietro |Mar, 03/03/2020 - 18:43
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Coronavirus, frate contagia 3 pellegrini in gita ad Assisi | Le ipotesi della provincia di Trento | Aggiornamenti
I quattro casi di Coronavirus registrati in Trentino tra ieri e oggi sono scaturiti da un pellegrinaggio ad Assisi avvenuto quasi due settimane fa. A contagiare 3 persone, sostiene l’azienda sanitaria di Trento, è stato un frate trentino (anche lui positivo), durante un pellegrinaggio ad Assisi con altre circa 40 persone provenienti dalla stessa provincia.

A fornire i dettagli è stato nella seduta odierna del Consiglio provinciale di Trento il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti.


“Alle 17.15 di oggi i casi di infezione da Covid-19 in Trentino sono 4” spiega la Provincia autonoma di Trento.

Pellegrinaggio ad Assisi dal 21 al 23 febbraio
“Dal 21 al 23 di febbraio – ha spiegato Fugatti – si è svolto un pellegrinaggio in pullman ad Assisi a cui hanno partecipato 42 trentini, più l’autista. Durante il pellegrinaggio, l’Apss ritiene si sia verificato il contagio. L’origine è stata ricondotta ad un ‘paziente zero’ nella persona di un frate, che nelle settimane precedenti il pellegrinaggio aveva viaggiato ripetutamente nel Nord Italia. Di conseguenza si pensa che il contagio iniziale si sia verificato fuori dal Trentino. Questa persona ha poi contagiato le altre 3″.

Il contagio tra i quattro trentini, dunque, sarebbe avvenuto durante la gita ad Assisi, ma coinvolgendo unicamente persone della provincia di Trento. Lo stesso frate definito “paziente zero” avrebbe contratto il Coronavirus in altre zone del nord Italia.

L’Azienda sanitaria di Trento – fa sapere una nota della Provincia di Trento – sta cercando di contattare tutte e 42 le persone che hanno partecipato al pellegrinaggio ad Assisi. Finora non sono emersi altri casi di contagio. Di conseguenza, il caso sembrerebbe essere stato circoscritto. Naturalmente le persone contagiate hanno avuto contatti con familiari e/o nipoti. Per precauzione è stata decisa la chiusura fino a lunedì 9 marzo di 5 scuole trentine che hanno avuto contatti con le 4 persone positive al Coronavirus. Si tratta degli istituti Galilei di Trento, Marconi di Rovereto, Sacra Famiglia di Trento, istituto Salesiano Maria Ausiliatrice di Trento, Istituto De Gaspari di Trento.

Quarantena fiduciaria per il personale dell’albergo di Assisi
Ad oggi non risulterebbero casi nella città di San Francesco, anche se dopo le novità arrivate dal Trentino, sono state subito effettuate delle verifiche a livello locale per capire dove il gruppo abbia soggiornato.

In particolare la Direzione regionale sanità della Regione Umbria annuncia la messa in quarantena del personale della struttura ricettiva dove il gruppo ha soggiornato dal 21 al 23 febbraio scorsi.

In una nota della Regione si spiega che “con riferimento ai quattro casi di contagio da coronavirus accertati in Trentino su persone che hanno partecipato nei giorni scorsi ad un pellegrinaggio ad Assisi, precisa che il “paziente zero” è un religioso che si sarebbe contagiato in precedenza, in occasione di viaggi nelle regioni del nord Italia. In ogni caso le strutture sanitarie della regione Umbria, ricevuta la segnalazione, hanno immediatamente provveduto ad individuare e contattare tutti i soggetti con i quali la comitiva è entrata in contatto nell’area di Assisi e in particolar modo con la struttura ricettiva che li ha ospitati, disponendo – come da protocollo – la quarantena fiduciaria”.

www.cronachedellacampania.it/2020/...il-missionario/

Coronavirus, morto Padre Angelico: un bus di napoletani era stato con il missionario
Regina Ada ScaricoDi Regina Ada Scarico 9 ore fa



E’ morto la scorsa notte in un ospedale di Trento Padre Angelico, cappuccino missionario per 36 anni in Tanzania. Il frate è deceduto per il Coronavirus, aveva 87 anni.Padre Angelico dal 21 gennaio al 2 febbraio è stato in pellegrinaggio ad Assisi. Al suo rientro l’amara scoperta. Con il frate altre 1.600 persone provenienti da tutta Italia. Il missionario aveva accompagnato un pullman di 44 persone tutte di Trento, durante il meeting ha incontrato anche una cinquantina di fedeli proveniente da Napoli e da Marano con cui era in rapporti religiosi da diverso tempo.

Di ritorno a Trento, insieme a lui- come riporta Il Roma- sono risultate positive al Covid – 19 altre 9 persone attualmente in quarantena. Queste nove persone erano state più a contatto con il frate, sia durante il viaggio che durante le celebrazioni religiose. Il ‘Caso Codogno’ è esploso proprio mentre i fedeli si trovavano ad Assisi, a dire di una donna, altrimenti la partenza da Marano non sarebbe mai avvenuta. Dal meeting sono trascorsi 15 giorni. Ora anche i fedeli napoletani si sentono minacciati da una eventuale diffussione del virus tra di loro.



www.giornaletrentino.it/cronaca/co...ledro-1.2292803

Tra loro padre Angelico, del 1934, che accompagnò ad Assisi il pullman di anziani andato in pellegrinaggio

www.ecodellemissioni.it/index.old.php?nr=17&pg=5

Il 20 Novembre 2002 è ripartito per la Provincia cappuccina del Tanzania uno stagionato missionario, che già nel lontano 4 settembre 1969 aveva ricevuto dal Ministro Generale l’ Obbedienza per recarsi nella Missione del Tanzania: P. Angelico dell’Amico. Ritornato alcuni anni fa, per motivi di salute, sembra perfettamente ricaricato dalla sosta di rigenerazione e attratto da una nuova avventura missionaria. A 68 anni la vita, almeno quella “missionaria“, ricomincia ed i sogni risorgono. Guai a non credere ai sogni: si muore!

www.ecodellemissioni.it/29/edm00vp11.htm

Rientri
P. AngelicoIl ritorno in Provincia di Fr. Angelico Dell’Amico
Dopo quasi 37 anni di apostolato in Tanzania, Fr. Angelico lascia quella missione dove ha speso con serenità gli anni più intensi della sua vita di frate cappuccino e di sacerdote. In missione si è fatto amare e apprezzare per lo zelo apostolico, la generosità, le qualità umane e carismatiche, che ben fanno risaltare il suo animo francescano.
La salute, si sa, non è più quella degli anni giovanili e così Fr. Angelico si è dovuto arrendere a fratello corpo un po’ acciaccato... Ma statene certi, il suo spirito entusiasta di frate e sacerdote non verrà meno nella sua nuova fraternità di Lucca - Monte S. Quirico.

Edited by pincopallino2 - 16/3/2020, 22:57
 
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Bellizzi (AV), morto diacono neocatecumenale 76enne Raffaele Citro dopo messa bevendo dallo stesso calice


www.radioalfa.fm/decesso-coronavir...i-mons-de-luca/

Decesso Coronavirus, l’uomo era stato al ritiro spirituale ad Atena Lucana. La riflessione di mons De Luca Redazione 12/03/2020 Attualità Nessun commento
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Primo decesso nel Salernitano per un uomo con Coronavirus. Un 76enne di Bellizzi è morto all’ospedale di Battipaglia due giorni fa ed è risultato positivo al tampone.

A inizio mese l’uomo, che è anche diacono, era stato ad un ritiro catecumenale ad Atena Lucana.

Il 76enne di Bellizzi era stato sottoposto agli esami dopo il decesso causato da una grave polmonite. Era molto attivo nella vita sociale. Adesso si sta cercando di ricostruire nel dettaglio i suoi ultimi giorni di vita. L’uomo ha partecipato anche a un raduno spirituale di neocatecumenali in una struttura ricettiva di Atena Lucana dal 28 febbraio al 1 marzo con un gruppo di fedeli di Bellizzi.

Proprio per le persone che hanno frequentato la sua parrocchia è stata disposta la quarantena per consentire ai sanitari di procedere ai controlli. In particolare al raduno di Atena Lucana erano presenti almeno una ventina di cittadini provenienti da vari comuni del Vallo di Diano.

L’obbligo per le persone presenti al raduno, che sono state tutte rintracciate, è di non muoversi assolutamente di casa. Il sindaco di Sala Consilina ha invitato a fare altrettanto, per precauzione, anche ai cittadini che il 4 marzo hanno preso parte ad un ritiro spirituale nella Chiesa di San Rocco di Sala Consilina dove era presente la moglie del 76enne.

www.lacittadisalerno.it/cronaca/il...-casi-1.2388326
Il calice del contagio C’è l’escalation di casi
Positive altre 9 persone in rapporti coi catecumeni fra Picentini, Diano e Piana L’agghiacciante ipotesi: ad Atena Lucana avevano bevuto dalla stessa coppa

15 marzo 2020
SALERNO. L’agghiacciante ipotesi di una bevuta, tutti insieme, dallo stesso calice. Sarebbe questa la scintilla del contagio di numerose persone che hanno partecipato negli scorsi giorni al raduno di neo catecumenali svoltosi a fine febbraio ad Atena Lucana e che, di fatto, ha sviluppato il primo focolaio di coronavirus nel Salernitano, fra i territori del Vallo di Diano, dei Picentini e della Piana del Sele. Dopo il decesso all’ospedale di Battipaglia di un 76enne residente a Bellizzi, prima vittima del Covid-19 in provincia, il numero dei contagiati cresce: alla moglie dell’anziano e a cinque persone di Sala Consilina risultate positive già venerdì, il bollettino di ieri conta una crescita esponenziale dei contagi legati solo a quel ritiro spirituale. Sono sei i nuovi casi a Sala Consilina, altri singoli si contano ad Atena Lucana, Eboli, Bellizzi. Nove nuovi infettati a cui si aggiungono i precedenti per un totale di tredici casi riconducibili all’incontro tenuto presso un albergo di Atena Lucana, dal 28 febbraio al primo marzo. Una tre giorni di preghiera e riflessione, svolta quando già l’emergenza coronavirus era esplosa in tutt’Italia, su cui adesso si sta provando a fare luce: avanza, infatti, l’ipotesi che i partecipanti al raduno (17 fedeli e tre parroci) abbiano bevuto da uno stesso calice nel corso di una celebrazione religiosa. Un modo che, dunque, avrebbe permesso al virus di diffondersi e attaccare le persone con grandissima facilità. Creando, adesso, due differenti focolai nel Salernitano che preoccupano molto.
Il Diano nella paura. È salito a 12 il numero dei contagiati da Covid-19 nel Vallo di Diano: ieri è arrivato l’esito dei tamponi effettuati sulle persone che hanno preso parte al raduno di neocatecumenali svoltosi ad Atena Lucana e ai cinque positivi di due giorni fa se ne sono aggiunti altri sei. Sono 11, dunque, le persone infettate dal virus tutti residenti a Sala Consilina tranne un uomo di Atena Lucana del gruppo di preghiera. Attualmente in ospedale a Napoli c’è un uomo di Sala Consilina portato prima a Polla in isolamento e poi trasferito nel capoluogo partenopeo: le sue condizioni non destano preoccupazione.
Denunciato un contagiato. Ieri è stata fatta anche la prima denuncia nei confronti di una persona positiva che, nonostante l’obbligo di quarantena, è stata sorpresa mentre era in strada: si tratta di un uomo intercettato mentre si recava in un terreno nei pressi della sua abitazione a Sala Consilina. L’uomo è stato denunciato a piede libero ora rischia fino a 3 mesi di arresto. Al fermo si è giustificando adducendo che si stava recando nel terreno per accudire alcuni animali.
Sala Consilina deserta. Le strade del comune capofila del Diano sono diventate deserte quando appena si è diffusa la notizia dei primi contagi. Non ci sono stati problemi particolari: niente resse nei supermercati, stesso discorso per le farmacie. Alcune hanno deciso di lavorare “a battenti chiusi”. La paura di possibili contagi ha creato dei problemi anche ad alcune aziende valdianesi anche a causa di alcune notizie false fatte circolare attraverso i social. Al titolare di un’azienda alimentare è stato chiesto di non recarsi più in un punto vendita di Sapri per evitare possibili contagi. La paura, intanto, monta in tutta la provincia Sud: il sindaco di Camerota, Mario Scarpitta, ha vietato l’ingresso in città agli ambulanti provenienti da altri centri.
Stop crisi al “Curto”. All’ospedale di Polla, invece, non si registrano particolari problemi anche se mancano 23 tra medici, infermieri ed operatori socio sanitari messi in quarantena dopo il pasticcio delle dimissioni di una donna calabrese ritenuta negativa - e autorizzata a lasciare il “Curto” - quando invece era positiva al coronavirus. La struttura ha ripreso a lavorare regolarmente e, intanto, va avanti la doppia inchiesta - una interna, l’altra della magistratura - per far luce su quanto accaduto.
Picentini e Piana, altri casi. Nuovi test positivi non solo nel Diano. Uno dei catecumeni di Bellizzi che ha partecipato al ritiro spirituale è risultato positivo al tampone: le sue condizioni, al momento, non destano particolari preoccupazioni. Positivo pure un anziano ebolitano - anche lui passato per Atena Lucana con il gruppo di preghiera - che da qualche giorno presenta febbre alta. C’è da registrare, poi, un’altra positività nella zona, questa volta non legata ai catecumeni: si tratta di un medico di base residente a Salerno ma che fa studio a Montecorvino Pugliano e che già da qualche giorno si era messo in quarantena dopo alcuni contatti con possibili persone “sospette”.
Erminio Cioffi
Alessandro Mosca

https://napoli.fanpage.it/coronavirus-sale...denunce-penali/

Coronavirus Salerno, contagi dopo il ritiro religioso di Atena Lucana. Ora denunce penali

La Regione Campania ha messo in quarantena quattro grossi centri del Salernitano: Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano (Vallo di Diano). Il motivo? L’ondata di contagi dopo un ritiro religioso ad Atena Lucana. De Luca furioso: “Colpa di due iniziative messe in campo da un “predicatore” ed altri suoi collaboratori, in violazione a ordinanze già in essere”.
REGIONE CAMPANIASALERNOULTIME NOTIZIE 15 MARZO 2020 22:35di Redazione Napoli

Perché la Regione Campania ha deciso con un provvedimento durissimo, di mettere in quarantena 4 intere città della provincia di Salerno? Tutto nasce dall'ormai tristemente noto ritiro spirituale di neocatecumenali, un raduno religioso che si è tenuto in un noto albergo di Atena Lucana il 28, 29 febbraio e 1 marzo, cui è seguito, il 4 marzo, un incontro nella Chiesa di San Rocco a Sala Consilina. In quelle occasioni era presente il pensionato di 76 anni di Bellizzi, deceduto il 10 marzo scorso e risultato positivo al Covid-19.

La macchina della prevenzione sanitaria si è messa in moto obbligando alla quarantena tutti i partecipanti al raduno. Ma, intanto, il danno è stato fatto. I comuni interessati dalla quarantena e quindi dal divieto di entrata e uscita sono: Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano (Vallo di Diano) ma c'è preoccupazione anche nella Piana del Sele, in particolare a Eboli.

"La decisione di mettere in quarantena i 4 Comuni a sud della provincia di Salerno è la conseguenza di due iniziative messe in campo da un "predicatore" ed altri suoi collaboratori, in violazione a ordinanze già in essere -attacca Vincenzo De Luca -. Si rimane davvero indignati di fronte a questa irresponsabilità che ha prodotto decine di contagi, la quarantena per 4 Comuni e decine di contatti che andranno verificati nelle prossime ore. Ho dato mandato all'Asl di procedere alla denuncia penale di quanti hanno promosso o partecipato a questa iniziativa per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all'ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio. Nelle prossime ore, saremo se possibile, ancora più rigorosi di fronte a comportamenti irresponsabili, applicando le sanzioni previste, a cominciare da quanti hanno partecipato a queste iniziative"

www.acistampa.com/story/covid-19-i...in-italia-13570

www.acistampa.com/story/covid-19-i...in-italia-13570

Nella diocesi Brescia altri tre sacerdoti morti a causa di questo virus: si tratta di don Angelo Cretti, don Giovanni Girelli di 74 anni che ogni giorno passava anche all'Hospice per portare conforto ai malati terminali ed ai parenti e don Diego Gabusi.

www.battipaglianews.it/cronaca/bel...li-spostamenti/
Ecco la mappa degli spostamenti del signor Raffaele Citro, 76enne di Bellizzi deceduto lo scorso 10 marzo per Coronavirus. Dal 13 febbraio gli spostamenti hanno interessato le città di Atena Lucana, Bellizzi e Battipaglia. Coinvolte anche le città di Eboli, Montecorvino Pugliano e Montecorvino Rovella.
Il sindaco di Bellizzi Mimmo Volpe, come da protocollo, ha comunicato all’Asl Salerno e ai carabinieri di Bellizzi, gli spostamenti del signor Raffaele Citro, 76enne di Bellizzi risultato positivo al tampone del Coronavirus e deceduto lo scorso 10 marzo.

La ricostruzione comincia dalla visita in ambulatorio dello scorso 13 febbraio al Campolongo Hospital. Il 14 febbraio Citro ha il primo contatto con il medico di base Nazario D’Alessio. Due settimane più tardi partecipa ad un raduno di Catechisti in località Atena Lucana presso l’Hotel Cristal dove presero parte 17 persone e 3 sacerdoti.

Il 2 marzo serve la messa presso la chiesa parrocchiale di Bellizzi al funerale del signor Pietro Valva. Da quella sera, fino alle ore 5 del 10 marzo, Citro rimane a casa in stato febbrile. Dopodiché viene allertata la guardia medica e il dottor Antonio Vitolo si reca presso l’abitazione del defunto per visitarlo. Successivamente il medico del 118 trrasporta il Citro all’ospedale di Battipaglia con il personale a bordo sprovvisto di precauzioni. Alle ore 8.05 il dottor Ubaldo Carafa certifica la morte del Citro per insufficienza respiratoria acuta.

Diversi i parenti che hanno avuto contatti con il Citro e che hanno frequentato alcuni luoghi come la società sportiva di Pallavolo Battipaglia presso lo stadio Pastena, il Liceo Scientifico di Rovella, la scuola elementare Rodari di Bellizzi, la società Pallanuoto di Battipaglia e la società di calcio Giffoni sei Casali. Tra i parenti anche un’insegnante di religione presso gli istituti di Bellizzi, Belvedere di Battipaglia e Montecorvino Pugliano.

Edited by pincopallino2 - 16/3/2020, 23:00
 
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Categoria esposta per lo stile di vita promiscuo. Contagiano fedeli e non fedeli

coronavirus
 
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Casale Monferrato. Morto don Mario Devecchi

www.lastampa.it/alessandria/2020/0...irus-1.38588904
Casale, addio a don Mario Devecchi: era positivo al coronavirus
Aveva 89 anni ed era stato parroco di Robella d’Asti

MARINA MAFFEI
PUBBLICATO IL
13 Marzo 2020

CASALE MONFERRATO. La notizia della morte, avvenuta questa mattina, venerdì 13 marzo, di don Mario Devecchi, 89 anni, ha creato forte apprensione in Val Cerrina dopo che si è accertato che l'anziano era risultato positivo al coronavirus. Il sacerdote era ricoverato all'ospedale Santo Spirito di Casale dall'8 marzo per altre patologie.

Edited by pincopallino2 - 18/3/2020, 08:16
 
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Don Claudio Casertano, orionino da Bergamo


https://www.terremarsicane.it/avezzano-pia...udio-casertano/

Avezzano piange la scomparsa di Don Claudio Casertano
di Elisabetta Gallotti 17 Marzo 2020in Attualità, Avezzano, Ultim'ora
Avezzano piange la scomparsa di Don Claudio Casertano


Avezzano – Don Claudio Casertano aveva 67 anni, è morto nel centro della “Piccola Opera di Don Orione’ a Bergamo era originario di Roma ma per molti anni è stato ad Avezzano.

Don Claudio è stato allievo di San Filippo, il 26 novenmbre 1978 è entrato in congregazione ed è stato ordinato Presbitero il 29 maggio 1988 in San Pietro a San Giovanni Paolo, ha esercitato il suo Ministero a Roma, Avezzano, Palermo, Ercolano ed Anzio, ha compiuto diverse esperienze missionarie prima in Giordania a Zarqa dal 1983 al 1991 e poi in Argentina dal 1998 al 2004, dal 2015 era a Bergamo in qualità di Consigliere della casa e Cappellano, da poco aveva contratto il coronavirus in forma leggera, Don Claudio è il terzo confratello della comunità che muove negli ultimi tre giorni.
 
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Padre Remo Rota, sacramentino di Lecco.

https://lecconotizie.com/cronaca/lecco-cro...-anni-in-congo/

Scomparso padre Remo Rota, missionario per lunghi anni in Congo
Di Redazione -17/03/2020
Tempo di lettura: 2 minuti

Originario della bergamasca, padre Remo era stato missionario per la Comunità pastorale lecchese
Positivo al Coronavirus, si è spento all’età di 77 anni
LECCO – Lutto nella Comunità pastorale “Madonna della Rovinata” per la scomparsa di Padre Remo Rota, tanti anni missionario in Africa. Anche la sua morte, come quella di altri sacerdoti (in ultimo quella di don Silvano Sirtori di Calolzio), è legata al Coronavirus di cui ne era stata riscontrata la positività.


Anche le altre Comunità pastorali con cui Padre Remo collaborava, Olginate e altre parrocchie nella bergamasca, si uniscono al dolore per la sua perdita.
Originario di Roncola San Bernardo in Val Imagna, Padre Remo è lecchese d’adozione: i suoi genitori si erano trasferiti a Germanedo nel 1956, lo stesso anno in cui il religioso era entrato in seminario a Ponteranica, in provincia di Bergamo. Dopo aver servito la comunità di San Benedetto del Tronto, nel 1976 padre Remo è partito per lo Zaire, diventato poi Repubblica Democratica del Congo.


Padre Remo Rota
Dopo 38 anni come missionario, padre Remo era rientrato in Italia per occuparsi del centro missionario di Ponteranica come procuratore, occupandosi dei rapporti con le realtà delle missioni in Congo, Senegal e Camerun.

“Ho fatto di tutto e spero di aver fatto bene anche il servizio di Prete con i miei difetti – scriveva il religioso – Sono contento di aver fatto questa esperienza di religioso-prete-missionario e di continuare… Ho avuto molto da Germanedo e non solo soldi per realizzare quanto ho fatto e sono veramente riconoscente anche a tanti giovani che sono venuti a visitarmi e vivere una esperienza missionaria che ha prodotto e produce frutto nella loro vita e nel contesto parrocchiale”.



Don Carlo Patti, Lodi.

https://www.ilcittadino.it/cronaca/2020/03...cyx3/index.html

Martedì 17 Marzo 2020
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CORONAVIRUS Don Carlo Patti muore al S. Raffaele
Il parroco di Borghetto e Casoni aveva 66 anni ed era originario di Boffalora

Raffaella Bianchi

Lodi

È spirato all’ospedale San Raffaele, don Carlo Patti, 66 anni, parroco di Borghetto e Casoni dove era appena arrivato, nell’ottobre 2019. Ricoverato da 15 giorni, la diagnosi è stata quella di polmonite da coronavirus, come testimonia la famiglia che in queste ore sta organizzando il trasporto della salma fino a Boffalora, dove il sacerdote sarà tumulato.

Don Carlo Patti era nato proprio a Boffalora il 13 aprile 1953 ed era prete dal 18 giugno 1988. In diocesi dal 2005 era anche coordinatore dei Gruppi di preghiera di Padre Pio. Era stato parroco di Salerano e Casaletto Lodigiano dal 2012 al 2019 e di Santa Maria in Prato dal 2016 al 2019. Rettore del Collegio vescovile dal 2006 al 2012, don Carlo aveva una lunga esperienza in ambito scolastico e pastorale: assistente ecclesiastico A.Ge.S.C. dal 2006 al 2013, era stato preside del liceo Scientifico San Carlo dal 2002 al 2012, direttore della scuola elementare “Collegio Scaglioni” dal 2002 al 2012, presidente della Fondazione Scuole diocesane dal 2001 al 2012. Prima ancora, consulente ecclesiastico U.C.I.I.M. dal 1994 al 1996 e preside e docente della scuola media diocesana “P.Andreoli” dal 1988 al 2012.

Lo ricordano anche le Figlie dell’Oratorio in quanto loro cappellano dal 2005 al 2012, oltre che nelle parrocchie di Mairano e Gugnano dove è stato collaboratore dal 2002 al 2012 e all’Addolorata in Lodi dove è stato amministratore parrocchiale nel 1996 – 1997 e poi ha collaborato dal 1988 al 2002.

È stato inoltre superiore della “Casa del S.Cuore” in Lodi dal 2005 al 2010.
 
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Don Marco Barbetta, Milano

https://www.ilsussidiario.net/news/morte-d...carron/1997963/

MORTE DI DON MARCO BARBETTA/ Il messaggio di Julián Carrón
Pubblicazione: 17.03.2020 - Lettera firmata
E’ scomparso don Marco Barbetta, la cui lunga malattia è stata aggravata dal coronavirus. Aveva 82 anni
marco barbetta
Don Marco Barbetta
Cari amici

la scorsa notte il nostro carissimo don Marco Barbetta è tornato alla casa del Padre, dopo essere stato colpito da una grave malattia e poi dal coronavirus.

La sua vita è trascorsa tutta sotto il segno della fedeltà alla vita del movimento, dentro la Chiesa ambrosiana che ha servito come parroco. Il riconoscimento di Cristo e il suo «sì» a Lui erano stati suscitati dall’incontro con don Giussani nel 1953, quando era un giovane studente, prima ancora che la nostra storia iniziasse. Così anni fa ricordava quell’inizio che aveva rivoluzionato la sua vita: il rapporto con Giussani era «legato ai due termini esperienza e verifica che ti danno una certa percezione della ragione e della fede attraverso una cosa che avviene, non attraverso un discorso». Queste parole ˗ esperienza e verifica ˗ oggi acquistano un peso specifico infinitamente più grande, per la sfida davanti alla quale siamo tutti.

Domandiamo al Signore, per intercessione di don Giussani, che il sacrificio di don Marco dia frutto in ciascuno di noi, così che anche il nostro piccolo o grande sacrificio quotidiano, imposto dalle circostanze, incrementi la certezza e quella «speranza fondata» di cui abbiamo bisogno in questo momento, per esserne testimoni davanti a tutti: «Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (Rm 14,8).

Milano, 17 marzo 2020

don Julián Carrón
 
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Altri 3 preti bergamasci si aggiungono alla lista

https://diocesibg.it/requiem-sacerdoti-dio...ti-dal-1-marzo/

Affidiamo alla misericordia di Cristo Buon Pastore e alla preghiera della Chiesa la vita e il ministero sacerdotale dei sacerdoti diocesani che sono morti in questo periodo, per i quali si darà comunicazione di data e luogo della Messa Esequiale, quando sarà possibile.


Don Donato Forlani

Don Ettore Persico

Don Guglielmo Micheli

Don Adriano Locatelli

Don Enzo Zoppetti

Don Francesco Perico

Don Gian Pietro Paganessi

Don Remo Luiselli

Don Gaetano Burini

Don Umberto Tombini


Don Giuseppe Berardelli

Don Giancarlo Nava

Don Silvano Sirtoli

Don Tarcisio Casali

Mons. Achille Belotti

Don Mariano Carrara

Mons. Tarcisio Ferrari

Edited by pincopallino2 - 22/3/2020, 08:38
 
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Morta altra suora di Tortona, suor Maria Ortensia Turati, 88 anni, oltre a suor Maria Caterina Cafasso, 82 anni

https://www.lastampa.it/alessandria/2020/0...tona-1.38603181
Addio a un’altra delle Piccole Suore Missionarie della Carità ricoverate all’ospedale di Tortona
Madre Maria Ortensia Turati, 89 anni, superiora generale dal 1993 al 2005. “Una donna intraprendente, gioiosa, attiva”, dicono le religiose


Da sinistra, suor Maria Ortensia Turati, aveva 89 anni e suor Maria Caterina Cafasso, di 82

MARIA TERESA MARCHESE
PUBBLICATO IL
17 Marzo 2020

TORTONA. E’ morta nelle ultime ore di ieri, lunedì 16 marzo, un’altra delle Piccole Suore Missionarie della Carità ricoverate venerdì all’ospedale di Tortona, Madre Maria Ortensia Turati, 89 anni. Un grande dolore per tutte le suore orionine, che l’hanno avuta come Superiora generale dal 1993 al 2005. «Una donna intraprendente, gioiosa, attiva - dicono le religiose -, di un grande amore a Don Orione e alla Congregazione, simpatica, socievole. La sua figura rimarrà per sempre nel nostro cuore».

Il giorno prima, domenica 15 marzo, era morta Suor Maria Caterina Cafasso, 82 anni, originaria di Fontanetto Po - Vercelli. Aveva 42 anni di professione religiosa e apparteneva alla Provincia «Mater Dei» (Italia, Romania e Spagna).

Ieri intanto un’altra suora è stata ricoverata all’ospedale di Novi Ligure per l’aggravarsi delle sue condizioni. Si aggiunge alle ormai 16 religiose ricoverate nel Covid Hospital di Tortona, tutte risultate positive al test del coronavirus. Le altre 22 sono in quarantena in un’altra struttura della congregazione orionina. La Casa Madre di via Don Sparpaglione è stata sanificata da Ecoprogram, che ha offerto la propria opera per la disinfezione dei locali del convento.

Edited by pincopallino2 - 18/3/2020, 08:16
 
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www.avvenire.it/attualita/pagine/c...milia-lombardia

Coronavirus. Dalla Lombardia all’Emilia, ecco chi sono i preti uccisi dal virus
Francesco Ognibene mercoledì 18 marzo 2020
Cresce di giorno in giorno il numero dei sacerdoti morti a causa del contagio, altre decine sono positivi, ricoverati o in terapia intensiva. Bilancio pesantissimo nelle diocesi di Bergamo e Parma
La chiesa di Robbiano in Lombardia
La chiesa di Robbiano in Lombardia - Lapresse

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Si ammalano e muoiono come gli altri, insieme agli altri, forse persino più degli altri, anche se ora è molto difficile azzardare questo genere di contabilità statistica. I preti italiani stanno in mezzo alla gente, da sempre, per missione ma prima ancora per la natura popolare del nostro clero. Inevitabile trovare anche loro nell’elenco delle vittime mietute da questa spaventosa epidemia. In alcune diocesi con numeri impressionanti.

È certamente il caso di Bergamo dove sinora i sacerdoti morti per o con il virus (ma davvero importa la differenza tra l’una e l’altra categoria?) sono addirittura 10: don Remo Luiselli (81 anni), don Gaetano Burini (83), don Umberto Tombini (83), don Giuseppe Berardelli (72), don Giancarlo Nava (70), don Silvano Sirtoli (59 anni), don Tarcisio Casali (82), monsignor Achille Belotti (82), don Mariano Carrara (72) e monsignor Tarcisio Ferrari (84), la figura più nota essendo stato segretario dell’arcivescovo Gaddi dal 1963 al 1977.

Anche la diocesi di Parma sta pagando un tributo pesante con 5 sacerdoti morti: don Giacomo Bocchi e don Pietro Montali (entrambi 89enni), don Andrea Avanzini (il prete più giovane che risulta morto sinora con i suoi 55 anni, contagiato probabilmente dalla madre anziana, positiva, con la quale viveva) e il 94enne don Franco Minardi, che fu secondo direttore della Caritas diocesana. Ultimo deceduto per ora, martedi' 17, don Fermo Fanfoni, 82 anni.

Figura assai nota nella sua diocesi per l’impegno accanto ai più emarginati è quella di don Giorgio Bosini, 79 anni, della diocesi di Piacenza–Bobbio, fondatore del Ceis locale (oggi associazione La Ricerca onlus), già molto malato e del quale dunque è ancora difficile ricondurre con certezza la morte al virus, al pari dei due gemelli don Mario e don Giovanni Boselli, 87 anni, incredibilmente morti a pochi giorni di distanza. Certamente ucciso dal contagio don Giovanni Cordani, 83 anni, parroco di Rivergaro, a lungo insegnante.

Cremona conta due morti: il giornalista don Vincenzo Rini (grande amico di Avvenire), 75 anni, e don Mario Cavalleri, ben 104 anni, per un trentennio alla guida della “Casetta”, realtà di accoglienza per poveri, tossicodipendenti e profughi.

A Milano grande emozione ha suscitato la scomparsa di don Marco Barbetta, 82 anni, cappellano del Politecnico, figura nota nel movimento di Cl, primo prete ambrosiano vittima del virus. Sgomento analogo per la morte, dopo giorni di lotta in terapia intensiva, di don Luigi Giussani, 70 anni, vicario della popolare parrocchia milanese di San Protaso, omonimo del fondatore di Comunione e Liberazione e tra i riferimenti del movimento in città (tanto da essere ribattezzato affettuosamente "Gussanello" tra i tanti amici), oltre che assistente spirituale degli studenti all'Università Statale, teologo e intellettuale finissimo, animatore in parrocchia di catechesin per gli adulti lucide ed entusiasmanti, delle quali circolano appunti specchio del suo pensiero rigoroso e spalancato sulla speranza. Due preti ambrosiani legati a Cl, entrambi sempre in mezzo ai giovani.

Della diocesi di Lodi era don Carlo Patti, 66 anni, pure lui morto ieri.

Una vittima anche in diocesi di Brescia: don Giovanni Girelli, 72 anni, in servizio nell’unità pastorale di Orzinuovi, cittadina falcidiata dal Covid–19.

Due morti anche nelle diocesi del Piemonte: a Casale Monferrato don Mario Devecchi, 89 anni, e a Tortona don Giacomo Buscaglia, 82.

Decine i sacerdoti positivi, alcuni in condizioni gravi, una situazione che potrebbe costringere presto ad aggiornare questa spoon river dei preti italiani.

«Dolore nel dolore». Il messaggio del vescovo di Parma

I preti morti in questi giorni sono stati tumulati senza rito funebre, come tutte le altre vittime del virus. Come i suoi confratelli delle diocesi coiunvolte, anche il vescovo di Parma Enrico Solmi ha rimandato alla fine dell’emergenza una Messa di suffragio per i sacerdoti che hanno pagato con la vita l’esposizione al contagio. Intanto ha però voluto rivolgere alla diocesi, provata da tanti lutti, un suo messaggio. Eccolo.

«È dolore nel dolore vedere che anche i sacerdoti si ammalano – a volte per zelo pastorale – e vanno oltre la porta del triage dove, comprensibilmente, nessuno può entrare. Poi, alternandosi speranze e ricadute, ci lasciano. Cinque sono i preti della Diocesi che sono morti dall’inizio di questa epidemia. Anche loro hanno condiviso questa via crucis e al Vescovo resta la fitta dell’apprenderne la morte – come un colpo che fa piegare le ginocchia – il dolore che pervade me e il presbiterio, le comunità. Scatta il suffragio nella preghiera, nella celebrazione eucaristica e si profilano domande anche pastorali sul dopo. A me vescovo e pochissimi altri spetta l’attesa della salma al cimitero. La preghiera breve, come atto penultimo di un accompagnamento fatto di segni e di suffragio, in attesa di potere celebrare degnamente la Santa Messa in suffragio, quando si potrà, dando l’occasione ai fedeli e a chi ha condiviso anni di compagnia e prossimità – don Franco settant’anni nella stessa parrocchia! – di salutare il parroco e di affidarlo al Padre della Misericordia. Sono tra le fasi più dolorose della vita di un povero vescovo come me, sostenute dalla certezza della Risurrezione, della Vita eterna, invocando ancora forza per il gregge e il pastore e Luce per essere condotti là dove il Signore ci indica, procedendo come lui vuole.

(Ha collaborato Chiara Genisio)

Edited by pincopallino2 - 18/3/2020, 16:17
 
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www.gazzettadiparma.it/parma/2020/..._anime-2954201/

Padre Fausto, don Fermo e don Giacomo: addio a tre amatissimi pastori di anime
18 marzo 2020, 10:16
Padre Fausto, don Fermo e don Giacomo: addio a tre amatissimi pastori di anime


La diocesi piange (altri) tre amatissimi sacerdoti e religiosi. Se ne sono andati il padre stimmatino Fausto Torresendi, per anni attivo (e indimenticato) nella parrocchia del Montanara SS. Stimmate e anima del Centro Orizzonte, don Fermo Fanfoni (83 anni), amatissimo parroco di Mezzani e dei paesi limitrofi, e don Giacomo Bocchi, 89enne parroco di Coltaro e Torricella, a cui era legatissimo.

www.facebook.com/Stimmatini/posts/...qP20A&__tn__=-R
Stimmatini
16 marzo alle ore 21:32 ·
Una preghiera insieme per p. Fausto, ricoverato questa mattina a Verona per coronavirus e per i vari confratelli che hanno iniziato la quarantena in questi giorni.

www.confrades.com/morti/mortiqrstu/TorresendiFausto.htm

Edited by pincopallino2 - 18/3/2020, 14:43
 
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https://primabergamo.it/cronaca/almeno-qui...o-a-pradalunga/

REQUIEM INFINITO
Almeno quindici sacerdoti morti: addio anche a mons. Francesco Perico
Un elenco lunghissimo, il dolore di tante comunità. Mons. Perico aveva 91 anni e risiedeva alla Fondazione Piccinelli di Scanzorosciate. Per vent'anni fu attivo alla Celadina, poi parroco a Pradalunga
Almeno quindici sacerdoti morti: addio anche a mons. Francesco Perico
Val Seriana, 18 Marzo 2020 ore 13:24
La pandemia di coronavirus sta colpendo pesantemente i sacerdoti della Diocesi. L’età media del clero locale sicuramente elevata e le necessità pastorali che hanno esposto ed espongono i sacerdoti a occasioni di contagio sono elementi che concorrono ad un bilancio particolarmente pesante. Nelle ultime settimane se ne sono andati don Remo Luiselli, don Gaetano Burini, don Giuseppe Berardelli, mons. Achille Belotti, mons. Tarcisio Ferrari, don Mariano Carrara, don Tarcisio Casali, don Silvano Sirtoli, don Giancarlo Nava, padre Giosuè Torquati, don Umberto Tombini, padre Remo Rota, padre Agazzi, don Gian Pietro Paganessi.

A questo triste elenco si è aggiunto mercoledì 18 marzo anche mons. Francesco Perico, parroco emerito di Pradalunga. Nato nel 1928 a Villa d’Almè, era stato ordinato nel 1954. Dopo cinque anni di servizio quale coadiutore a Grumello del Piano, per 20 anni era stato alla Celadina. Nel 1979 fu nominato parroco di Pradalunga, dove rimase fino al 2003. Per i successivi nove anni ha vissuto a Locate e nel 2009 è stato nominato Canonico Onorario del Capitolo della Cattedrale di Bergamo, divenendo Monsignore. Dal 2012 risiedeva presso la Fondazione Piccinelli a Scanzorosciate.

https://www.arquidiocesedeuberaba.org.br/p...3%A9-agazzi-sss
Nota de Falecimento - Padre André Agazzi, SSS
Estimados irmãos e irmãs da FAMÍLIA EYAMARDIANA E DEMAIS AMIGOS: Pe. Eugênio Barbosa Martins, SSS, nos comunica nesta manhã a páscoa do nosso querido Pe. André Agazzi, SSS, falecido durante a noite. Que o nosso Bom Deus o acolha na eternidade depois deste longo tempo cuidando, como bom pastor, do rebanho do Senhor.


Pe. André Agazzi, SSS, nasceu em 28 de julho de 1933 na cidade de Sorisole, Bérgamo, Itália. Batizado em 29 de julho do mesmo ano, na Paróquia São Pedro Apóstol – Sorisole.


Ingressou ao Postulantado dos Padres Sacramentinos em 29 de Setembro de 1950; ao noviciado em 29 de setembro de 1951; realizando a sua primeira profissão em 29 de setembro de 1953 e os votos perpétuos em 29 de setembro de 1956.


Logo após a profissão perpétua inicia estudos de teologia (1956), na Escola San Benedetto del Tronto: SSS.

Ordenado Diácono em 29 de junho de 1959 em San benedetto del Tronto e Presbítero em 27 de agosto de 1959 em Montalto (Marche), Itália.


Enviado em missão sacramentina, chega ao Brasil no ano 1961, morando primeiramente nas comunidades de Monte Santo e Uberaba.


Comunidades onde ele Morou:

1961 – 1968 Monte Santo e Uberaba

1968 – 1970 São Paulo (capital)

1970 – 1982 Cravinho (SP)

1982 – 1986 Belo Horizonte; São Paulo

1986 – 1995 São Paulo

1995 – 1996 Belo Horizonte

1996 – 1998 Uberaba

1998 – 2016 Belo Horizonte; Sete Lagoas


Padre André foi Mestre de noviços nos noviciados de Uberaba e Sete Lagoas. Foi também Superior Provincial da Congregação entre os anos 1987 a 1995.


Viveu entre nós por mais de 55 anos, fazendo do Brasil a sua segunda pátria e dos brasileiros a sua segunda família. Muitos dos religiosos sss foram seus formandos, muitos dos Leigos e Ligas Sacramentinos viram nascer a sua vocação eucarística por causa dele, muitos adoradores e adoradoras aprenderam a se ajoelhar frente ao santíssimo seguindo o seu exemplo. Viveu com humildade, amou exageradamente até a entrega total de si, serviu com alegria e espalhou o fogo eucarístico por onde passou.


Irmãos – as, continuemos unidos em oração por todos os irmãos nas nossas comunidades italianas que sofrem diretamente com esta pandemia.


Ps: vamos colocar o nome de Pe. André nas missas de hoje, pelos mais de 50 anos de sua vida dedicados à Igreja do Brasil.


Unidos em oração como família sacramentina.

Padre Marcelo Carlos da Silva, sss

Superior Provincial


Fonte: Sacramentinos

Edited by pincopallino2 - 20/3/2020, 15:34
 
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