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Ravenna. Il medico dei preti: "Invitati caldamente a far testamento all'Ospizio S. Teresa", "Un prete scappò, ma lo riprendemmo: aveva un cospicuo conto corrente ed una bella pensione"

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view post Posted on 21/2/2019, 14:04

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"Un prete scappò, ma lo riprendemmo: aveva un cospicuo conto corrente ed una bella pensione"

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Il card. Tonini


www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/c...eresa-1.4452581



Santa Teresa Ravenna, l'ex medico dei preti in tribunale. "I testamenti capitolo nero"
Pio Suprani racconta in aula del ricovero di don Edoardo Brioschi. "Ospiti caldamente invitati a cedere tutti i loro beni"

di LORENZO PRIVIATO
Ultimo aggiornamento il 20 febbraio 2019 alle 13:06

Ravenna, 20 febbraio 2019 - «I testamenti? Qui finiamo per aprire un capitolo nero dentro Santa Teresa...». Poi, più nello specifico: «Per ciò che mi risulta gli ospiti che accedono all’Opera vengono caldamente invitati a cedere tutti i loro beni a favore della struttura medesima». Ma ce n’era uno, don Edoardo Brioschi, che «voleva scappare» e si ritrovò con l’amministratore di sostegno. Concetti scanditi ieri da Pio Suprani, 65enne medico di base e per anni ‘dottore dei preti’ di Santa Teresa.

Frasi sullo sfondo di un processo che vede alla sbarra per circonvenzione di incapace un 70enne di San Bartolo cui l’ex parroco della frazione, don Brioschi appunto, poco prima di morire nel 2016 all’età di 91 anni, aveva donato 400mila euro in segno di gratitudine verso il padre che lo aveva aiutato a gestire chiesa e terreni. Oltre a confermare che don Brioschi era piuttosto lucido, il medico di base ha riferito che «voleva scappare da Santa Teresa», dove era ricoverato dal 2013. «Era insofferente» tanto che «a Pasqua del 2014 in effetti fuggì. Non gli piaceva stare lì. Era affetto da una patologia polmonare – ha spiegato rispondendo alle domande del Pm Alessandro Mancini e dell’avvocato difensore Massimo Martini –. Ma nessun deficit mentale».

Tornato a San Bartolo, dopo tre mesi fu trovato svenuto in canonica, quindi di nuovo ricoverato in ospedale e da qui riportato a Santa Teresa. «Mi chiese di continuare ad assisterlo come medico di base – ha spiegato Pio Suprani –. Era una persona intelligente e dotata di umorismo. Mai parlato con me di soldi né di possibili lasciti, aveva esatta cognizione del suo conto corrente, non era uno che faceva elargizioni a ‘go go’, né aveva cali di memoria. Un giorno mi chiese un certificato di autosufficienza. Lo trovai strano, mi spiegò che Santa Teresa gli voleva dare una badante. Ma il suo desiderio era di andarsene via, presso una struttura a Bergamo gestita da un nipote». Proprio in quel periodo Pio Suprani scoprì di essere stato avvicendato nel ruolo da un altro medico, che sarà sentito come testimone nella prossima udienza in calendario a maggio.

Interrogato nel settembre 2014 dalla polizia giudiziaria, il medico dei preti rispose così alla domanda se avesse mai sentito voci su don Brioschi: «Le uniche voci che girano a Santa Teresa sono che don Brioschi potrebbe avere un cospicuo conto bancario e in più riceverebbe un’ottima pensione». E alla domanda, ha altro d’aggiungere, rispose con la frase restituita ieri davanti al giudice Federica Lipovscek, dopo essere stato incalzato dall’avvocato Martini: «Gli ospiti di Santa Teresa vengono caldamente invitati a fare testamento a favore della struttura medesima». Parole che potrebbero spingere la Procura a compiere accertamenti ulteriori al riguardo.

Il susseguirsi degli eventi fa porre alcuni interrogativi alla difesa. La donazione dei 400mila euro era stata bloccata nel 2014 dalla banca poiché avrebbe richiesto un atto notarile. Dopo una vita parsimoniosa e di accumulo, la prima volta che don Brioschi intende donare qualcosa a qualcuno, e a sentire il dottore voleva andare altrove, gli viene assegnato un amministratore di sostegno, cosa che gli impediva di fare testamenti. Ma forse nessuno sapeva che ne aveva già fatti due: in favore del suo benefattore, nonché della Curia e di Santa Teresa.

www.romagnanoi.it/news/home/1191043...ni--lascio.html
Il testamento di Tonini: lascio tutto all'Opera Santa Teresa, mi ha accolto come una madreIl Cardinale scrive nel documento: “Il più santo dei ricordi è la presenza, che sa di miracolo, del Reparto bambini cerebrolesi"
Il testamento di Tonini: lascio tutto all'Opera Santa Teresa, mi ha accolto come una madre Il feretro di Tonini al centro del Duomo|Altro
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Autorità e religiosi al Duomo per i funerali di ToniniAutorità e religiosi al Duomo per i funerali di Tonini
L'ultimo saluto al Cardinale. In chiesa anche Pier Ferdinando Casini

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La processione e le esequie del CardinaleLa processione e le esequie del Cardinale
Duomo gremito di fedeli, religiosi e autorità per l'ultimo saluto all'Arcivescovo più amato (foto Sanna)

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ersilio tonini, duomo, testamento, funerale

30/Luglio/2013 - H. 15.18
RAVENNA - Un Duomo gremito ha salutato questa mattina il cardinale Ersilio Tonini, morto a 99 nella notte tra sabato e domenica. Alla fine della funzione, il vescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni ha datto lettura del testamento che consta di tre brevi frasi. Eccole: “Con piena libertà di coscienza, consapevole delle responsabilità dei miei atti nei confronti della comunità ecclesiale di Ravenna" il cardinale ha voluto destinare quanto gli appartiene alla comunità ecclesiale dell’Opera Santa Teresa del Bambin Gesù di Ravenna.

“Motivazione decisiva – si legge nel testamento-: Questa è la casa che mi ha accolto al mio arrivo. Ed è qui che ho potuto respirare la felicità di una comunità che mi è stata madre paziente e generosa, erede della Santità di monsignor Lolli e del fervore di carità di monsignor Zalambani, agli inizi, e di don Matteo Solaroli lungo gli anni successivi, esempi di carità delicatissimi". Infine, dopo la firma, aggiunge in calce: “Mi permetto di ricordare il più delicato, il più santo dei ricordi che porto: è la presenza a Ravenna, presso l’Opera di Santa Teresa (presenza che sa di miracolo), del Reparto bambini cerebrolesi. È lì accanto a loro che ho benedetto il Signore per il miracolo di carità di cui ha goduto la mia anima". Dopo la lettura i fedeli, che fino a lì avevano seguito la cerimonia in modo molto composto e partecipato, si sono sciolti in un lungo applauso.

www.settesere.it/it/n6031-500-mila...anta-teresa.php
500 mila euro da un disabile, due indagati per truffa a Santa Teresa
Ravenna | 31 Luglio 2014 CRONACA 500-mila-euro-da-un-disabile-due-indagati-per-truffa-a-santa-teresa
Il Procuratore Alessandro Mancini ha annunciato, in una conferenza sampa il 30 luglio, di aver contestato al direttore di Santa Teresa e al coordinatore amministrativo della struttura l'accusa di truffa aggravata per un'operazione immobiliare che vede coinvolto un disabile 60enne da tempo ospite dell'Opera religiosa. Due anni fa, l'uomo aveva ricevuto l'ingente somma di un milione e 500 mila euro dalla madre che nel suo testamento aveva specificato che il denaro sarebbe stato del figlio e, dopo la sua morte, dell'istituto Santa Teresa se si fosse presa cura del 60enne fino alla fine dei suoi giorni. A ottobre dello scorso anno, direttore e coordinatore di S.Teresa hanno pensato di acquistare alcuni capannoni a Fornace Zarattini ed hanno firmato un preliminare versando una caparra da 500 mila euro, il 30% del valore dell'immobile. Il denaro era ovviamente del 60enne disabile e la firma è stata posta dal direttore di Santa Teresa, suo tutore legale. La stipula ci sarebbe dovuta essere a gennaio,ma la Procura ha voluto indagare su una caparra così ingente. E' così emerso che, dopo il preliminare, ci era posti il problema del carico fiscale di 300 mila euro sull'immobile, cifra che avrebbe portato a un milione ed 800 mila euro il prezzo dei capannoni. Quindi il coordinatore di Santa Teresa si era rivolto ad un giudice tutelare di Ravenna per dar vita ad un'amministrazione fiduciaria che gestisse il patrimonio- di cui non poteva ancora disporre visto che il 60enne disabile è ancora in vita- per godere di un risparmio d'imposta. Secondo l'accusa lo scopo era di far sì che i capannoni venissero ceduti a cooperative vicine all'Opera di Santa Teresa con canoni tra i 70 e i 100 mila euro annui. Non essendo andata a buon fine la stipula, il proprietario dei capannoni s'è trattenuto, legittimamente, la caparra di 500 mila euro. Gli indagati sono già stati sentiti in Procura. L'ex direttore dell'Opera, dimessosi poche settimane fa, ha ammesso di aver fatto errori gestionali,ma ha negato che ci fosse l'intenzione di truffare qualcuno.

Edited by pincopallino2 - 21/2/2019, 16:14
 
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