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Sos esorcismo e Corso prematrimoniale in rete. La diocesi va a caccia di fedeli internauti, Livorno. Se i clienti non vanno più in parrocchia tocca pescarli a strascico

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view post Posted on 16/2/2019, 17:31

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Se i clienti non vanno più in parrocchia tocca pescarli a strascico

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Monsignor Simone Giusti, vescovo di Livorno

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Messe online e richieste di preghiere: il vescovo va a caccia di fedeli sui social
Livorno: la “Parrocchia virtuale” ha raggiunto 5mila persone. L’ultima idea: il corso prematrimoniale su Skype
di Cristiana Grasso

16 febbraio 2019


LIVORNO. L’icona di messenger invece della porta della sacrestia dove raggiungere magari di soppiatto il sacerdote per quel primo consiglio, per l’urgenza di un dilemma. E lo schermo del computer direttamente sul pulpito per la diretta facebook della messa, la tastiera che libera le parole e magari anche certi imbarazzi e rende più facile chiedere “servizi” un po’ speciali, tipo un esorcismo. E ancora corsi via skype sull’amore coniugale (compreso quello “fecondo”) e un filo diretto online che guida verso la confessione. E poi il “Monastero Invisibile” dove inviare richieste di preghiere alla monache di clausura.

Siamo nella “Parrocchia Virtuale ”, Diocesi di Livorno. In pochi mesi la prima pagina aperta dal vescovo-architetto pisano Simone Giusti e tutta la brillante operazione gestita con don Paolo Razzauti (vicario episcopale) ha centrato l’obiettivo: cinquemila amici raggiunti in un baleno, fiumi di messaggi, di contatti, di entusiasmo. Così i giovani diaconi (presto sacerdoti) Vincenzo Coppia e Gherardo Lavorgna che affiancano don Paolo hanno aperto una seconda pagina pubblica e anche questa è stata un successo. Inaspettato fino a un certo punto.

Perché se è vero che Livorno è la città mangiapreti per antonomasia è vero anche che lo è in modo assai contraddittorio. Certo, sono passati i tempi in cui anticlericali incalliti e rossi capitolavano in fretta, si sposavano in chiesa, battezzavano e comunicavano i figlioli, sacro e profano, cerimonia e ribotta mangereccia. Oggi la partecipazione alla vita delle parrocchie e la celebrazione religiosa dei sacramenti sono in crisi ovunque, Livorno non fa eccezione. Geniale quindi l’idea di Giusti e della diocesi di giocare la carta dei social e acchiappare dalla finestra di Facebook tanti di quelli che sono usciti dalla porta della chiesa.

Don Simone Barbieri e (in piedi)...
Don Simone Barbieri e (in piedi) Vincenzo Cioppa mentre preparano il corso sull’amore coniugale
Giusti in questi oltre dieci anni da vescovo ha spesso sparigliato le carte della politica e dell’economia tirando orecchie a destra e a manca, non è tipo da farsi spaventare dal clamore. Lui e don Razzauti, tutti e due ragazzi nello spirito ma in realtà sacerdoti di lungo corso e lunga carriera, si sono buttati nel mare del web e ne stanno uscendo con una rete piena di pesci. Prendiamo il post “Sos Esorcismo”: «La Parrocchia virtuale vuole offrire un aiuto anche sotto questo aspetto ai fedeli che lo richiedono. Scrivendoci un messaggio in privato potremmo valutare insieme a dei sacerdoti se ci sia un bisogno reale del sacerdote esorcista». Pare che in molti scrivano, chiedendo proprio un aiuto di questo tipo, «anche troppi» commentano i curatori della pagina fb che ovviamente convogliano le richieste su canali “non virtuali”.E si scopre così che zitti zitti, sotto sotto, i livornesi nel diavolo ci credono eccome.
Anche la suggestiva messa online è seguitissima, “va in onda” dal monastero del Carmelo (zona sud della città), in via eccezionale i fedeli possono godere anche del saluto della madre superiore delle suore di clausura. Ma ciò che più piace ai fedeli di Facebook è la possibilità di inviare le “richieste di preghiera”. Tante di queste richieste sono pubbliche - proprio come quelle scritte a mano e attaccate ai ceri votivi - e vengono inserite nei commenti, proprio sotto al post del “Monastero Invisibile”. Si chiede alle suore di pregare per la propria famiglia, per la salute di qualcuno o in memoria di qualcuno, per trovare lavoro al figlio ma anche perché qualcuno di casa trovi l’anima gemella.

«Naturalmente la parrocchia virtuale non deve sostituire il rapporto umano, ci mancherebbe - dicono i “social media manager”diocesani -. Ma è un modo per raggiungere e aiutare ancora più persone. Un canale in più». Così, se per tanti i fedeli restano sacri l’odore d’incenso, il messale e il colloquio diretto con il prete, la comunità si allarga grazie a questo speciale aspersorio che immette, nel non luogo infinito del web, parole d’amore e di fede, incontri in diretta, preghiere e aiuto concreto.


16 febbraio 2019
 
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