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Vescovo di Avellino: "Se mi interrogano mentirò ai giudici"., Abusi e scandali sessuali dopo volantino anonimo: "don finocchio, don escort, fra - checca"

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pincopallino2
view post Posted on 23/1/2019, 18:01 by: pincopallino2

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Scandalo Diocesi Avellino: nella notte ancora affissioni notturne contro il Vescovo Arturo Aiello

23/01/2019 - 09:18 I fatti di cronaca che hanno investito la curia avellinese anche se, misteriosamente (ma non troppo) censurati dalla stampa locale irpina, non hanno fermato l’indignazione e lo sgomento di alcuni fedeli.
La frase confessata al taccuino del giornalista Franco Genzale: “Se mi interrogano mentirò ai giudici, si io mentirò”, che il Vescovo ha rivelato di aver pronunciato dinanzi all’intero clero diocesano dopo lo scandalo in cui si vedevano coinvolti circa dieci preti (con accuse di relazioni e abusi sessuali) sembra non perdonabile per alcuni fedeli.

Il Vescovo Arturo Aiello che già aveva offeso la città secondo molti, dichiarando nel suo insediamento: “Questa città per risvegliarsi avrebbe bisogno del viagra”, tentando poi di giustificarsi con la stampa, sembra che questa volta però abbia superato il limite.

L’allontanamento di don Enrico Russo infatti aveva suscitato dubbi e rancori in molti abitanti della città, in quanto il prete (exparroco) di Valle, era molto stimato dai propri parrocchiani e ritenuto un vero modello di prete.

Le motivazioni che furono addotte per giustificare il suo allontanemnto in un primo momento furono quelle attribuibili a motivi di salute. Poi con una segnalazione successiva rivelatasi infondata, ovvero l’invio di sms hot a uomini sposati (il povero prete si vide infangato su tutti i quotidiani nazionali) ed infine la verità dedotta, quella che forse non si voleva uscisse fuori (che può aiutare a capire il perché di certe accuse per delegittimarlo), ovvero che era lui il corvo. Dunque era proprio un prete l’autore della denuncia che sconvolse nel mese di Marzo l’intera diocesi.

Per quale motivo non denunciare simili immoralità al Vescovo? Certamente in molti si saranno posti questa domanda una volta accertata e scoperta l’identità del corvo. Oggi alla luce dell’inchiesta di Franco Genzale la risposta a questa domanda appare ovvia e forse anche il gesto considerato comunque illegittimo sembra comprensibile visti i contenuti di certe affermazioni da parte del Vescovo Aiello e confessati dallo stesso.

In tanto in città si è dato il via ad una raccolta di firme che si sta diffondendo a macchia d’olio e che ha già raggiunto le 7000 unità. L’obbiettivo dichiarato porta a porta di alcuni fedeli è chiedere alla nunziatura apostolica la rimozione del Vescovo e l’apertura di una indagine ufficiale.

Come se non bastasse si sono rifatti vivi ancora i “giustizieri della notte”. Quest’ultimi saliti alla ribalta della cronaca per aver insieme a don Enrico Russo effettuato la distribuzione dei volantini in città e nell’intera provincia irpina (e per essere riusciti a farla franca nonostante mesi di indagini della Digos e dell’arma dei Carabinieri e telecamere ovunque in città), hanno sembra nella notte di Martedì 22 Gennaio 2019, affisso davanti alle colonne dei manifesti pubblicitari di alcuni paesi della diocesi il manifesto riportato in foto nel presente articolo.
 
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