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Ginecologia vaticana. Asportazione dell'utero solo se inidoneo a procreare, Severamente vietato legare le tube: bisogna figliare senza controllo

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view post Posted on 3/1/2019, 23:09

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Severamente vietato legare le tube: bisogna figliare senza controllo


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https://www.lastampa.it/2019/01/03/vatican...EjJH3ti6qkSo0tA

Il Vaticano dice sì all’asportazione dell’utero se non idoneo a procreare
Una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede scioglie il dubbio morale circa la liceità della isterectomia nel caso in cui si ha la certezza medica che un’eventuale gravidanza termini con un aborto spontaneo e non si parli quindi di sterilizzazione

Il Vaticano dice sì all’asportazione dell’utero: se non può procreare non è sterilizzazione


Pubblicato il 03/01/2019
Ultima modifica il 03/01/2019 alle ore 17:12
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
Il Vaticano dice sì alla isterectomia, ovvero l’asportazione dell’utero, ma solo nel caso in cui esso sia irreversibilmente inidoneo alla procreazione dal momento che, in questo caso, non può parlarsi di sterilizzazione. Pratica, questa, a cui la Chiesa continua a rimanere moralmente contraria.

Aggiornando una risposta già fornita il 31 luglio del 1993 sui dubbi circa “l’isolamento uterino”, la Congregazione per la Dottrina della fede ha pubblicato oggi un responsum - approvato da Papa Francesco - in cui viene sciolto positivamente il dubbio sulla liceità di tale pratica, solo però nel caso in cui «l’utero si trova irreversibilmente in uno stato tale da non poter essere più idoneo alla procreazione, e medici esperti hanno raggiunto la certezza che un’eventuale gravidanza porterà ad un aborto spontaneo prima che il feto possa raggiungere lo stato di viabilità».

Il nuovo aggiornamento non abroga le risposte già fornite 25 anni fa, che - sottolinea una nota vaticana - conservano tutta la loro validità. Esse stabilivano che per la Chiesa è «moralmente lecita l’asportazione dell’utero (isterectomia) quando esso costituisce un grave pericolo attuale per la vita o la salute della madre», mentre sono «illecite», in quanto modalità di sterilizzazione diretta, «l’asportazione dell’utero e la legatura delle tube (isolamento uterino) con il proposito di rendere impossibile un’eventuale gravidanza che può comportare qualche rischio per la madre».

Nella nota illustrativa di oggi però si parla di casi diversi: «Casi estremi», si legge nel documento firmato dal cardinale prefetto dell’ex Sant’uffizio Luis Ladaria e dal segretario Giacomo Morandi, e «ben circostanziati» sottoposti in questi anni alla Santa Sede, che si configurano «come una fattispecie differente da quella presa in esame nel 1993, perché riguardano situazioni in cui la procreazione non è comunque possibile».

Nulla a che fare con i dubbi a cui era stata data risposta negativa nel ’93 dal Dicastero guidato allora dal cardinale Joseph Ratzinger. L’elemento che rende essenzialmente differente l’attuale quesito, spiega la nota, «è la certezza raggiunta dai medici esperti che, in caso di gravidanza, essa si interromperebbe spontaneamente prima che il feto arrivi allo stato di viabilità». Qui «non si tratta di difficoltà o di rischi di maggiore o minore importanza, ma di una coppia per la quale non è possibile procreare».

«L’oggetto proprio della sterilizzazione è l’impedimento della funzione degli organi riproduttivi e la malizia della sterilizzazione consiste nel rifiuto della prole: essa è un atto contro il bonum prolis», precisa la Congregazione. Nel caso in questione, invece, «si sa che gli organi riproduttivi non sono in grado di custodire un concepito sino alla viabilità, cioè non sono in grado di svolgere la loro naturale funzione procreativa», quella di mettere al mondo una creatura. La nascita di un feto vivo, dunque, non sarebbe biologicamente possibile, «perciò si è di fronte non già ad un funzionamento imperfetto o rischioso degli organi riproduttivi, ma ad una situazione in cui lo scopo naturale di mettere al mondo una prole viva non è perseguibile».

Risulta chiaro perciò che «l’intervento medico non può essere giudicato anti-procreativo, perché ci si trova in un contesto oggettivo nel quale non sono possibili né la procreazione né di conseguenza l’azione anti-procreativa». Come detto, allora, «asportare un apparato riproduttivo incapace di condurre a termine una gravidanza non può dunque essere qualificato come sterilizzazione diretta, che è e resta intrinsecamente illecita come fine e come mezzo».



In questa situazione il Vaticano fa però alcuni distinguo: rimane «una questione medica» il problema dei criteri per valutare se la gravidanza possa o non possa prolungarsi fino allo stato di viabilità. Mentre va valutato dal punto di vista morale «che sia raggiunto tutto il grado di certezza che in medicina è possibile raggiungere» e, in questo senso, «la risposta data è valida per il quesito così come esso in buona fede è stato posto».

Inoltre «la risposta al dubbio non dice che la decisione di praticare l’isterectomia sia sempre la migliore, ma solo che nelle condizioni sopra menzionate è una decisione moralmente lecita, senza perciò escludere altre opzioni (per esempio, il ricorso ai periodi infecondi o l’astinenza totale)», precisano i vertici della Congregazione.

In ogni caso, come ribadito dal magistero della Chiesa - e qui torna alla mente in particolare l’insegnamento di Paolo VI nella Humanae Vitae - l’ultima parola spetta sempre agli sposi che, «in dialogo con i medici e con la loro guida spirituale», devono scegliere la via da seguire, «applicando al loro caso e alle loro circostanze i normali criteri di gradualità dell'intervento medico».
 
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view post Posted on 10/1/2019, 10:22
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Il Vaticano dice sì??????? Ma 'ndove vivete? Aricoglionitiiiiiii
Rompete li cojoni agli italiani senza che nessuno ve ne abbia mai dato potere. Una questione così delicata, di specialistica medica, è riservata, ripeto: è riservata ai medici, cioè a quelle persone che sono esperte in materia. La morale, di cui voi tuttologi vi vantate di detenerne il copyright, mettetevela, si, si, là, esattamente là
:martel: :ban: :grr:
 
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