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Orge gay. Il vescovo riabilita don De Nittis., I difensori della famiglia tradizionale che non ci pensano lontanamente a farsene una

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view post Posted on 30/7/2018, 15:11

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I difensori della famiglia tradizionale che non ci pensano lontanamente a farsene una

Orge gay. Il vescovo di Foggia riabilita don de Nittis

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Don De Nittis

www.foggiatoday.it/cronaca/foto-par...cia-foggia.html

Parroco nudo, foto hot in un paese della Provincia di Foggia

Parroco nudo, foto hot fanno il giro del paese: lo scandalo travolge una comunità incredula
La foto del parroco anche in una chat privata di Telegram. Il vescovo Renna: "Non ho dichiarazioni da rilasciare". L'escort campano Mangiacapra: "Ho letto il nome del parroco in una di quelle chat"

Giovanna Greco
28 luglio 2018 08:00

Da due giorni i telefoni sono bollenti in un paesino del Foggiano. E bollenti non è un eufemismo.

Le foto hot del parroco
Mezza popolazione, infatti, si è vista recapitare sui propri smartphone foto decisamente hot afferenti ad un personaggio del posto molto noto. Fin troppo noto dato che si tratta del parroco del paese. Le foto lo immortalerebbero nudo e sorridente nel bagno, che parrebbe della canonica. E ciò che crea ancor più scandalo è il fatto che le stesse foto si ritrovino anche in una chat privata di Telegram, nell’ambito di una conversazione dal sapore erotico (abbiamo preso visione degli screenshot).

La comunità divisa
La comunità in queste ore è sotto shock ma allo stesso tempo divisa, tra sostenitori e detrattori: c’è chi grida allo scandalo; chi, al contrario, fa quadrato intorno a don ***, parla di "fotomontaggio" e punta il dito contro la “malvagità della gente”. A fare da fil rouge, tuttavia, c’è un unico quesito: sono foto vere? Pare di sì, considerato che il prelato mostra il volto e che ci sono numerosi altri elementi che riportano a lui e alla canonica in cui vive, e che in tanti conoscono. Da qui scaturiscono le altre domande che in queste ore affollano le menti: perché fotografarsi nudo? E perché quelle foto si ritrovano su Telegram, in una chat dal contenuto chiaramente a sfondo sessuale?

Il dossier
Tanti quesiti, per rispetto dei quali abbiamo scelto oggi di non pubblicare nome del parroco e della località. Ma su cui si innestano una serie di informazioni/confessioni di cui Foggiatoday è in possesso da un po’ di tempo, a partire da una memoria e da rivelazioni hard provenienti da gole profonde all’interno del seminario di Molfetta, dove il nostro prelato sarebbe stato inviato a concludere gli studi dopo essere stato mandato via, pare, da un altro istituto.

Il vescovo non commenta
Rettore dell’epoca monsignor Luigi Renna, attuale Vescovo della diocesi in cui il parroco svolge la sua missione pastorale. E che parrebbe al corrente dello stordimento di queste ore se è vero che, contattato telefonicamente, non ci consente di fare domande e ci anticipa, seccato: “non ho dichiarazioni da rilasciare su ***, scriva questo se vuole scrivere qualcosa”. Null’altro. Eppure una parola, una qualunque, servirebbe, quantomeno per rassicurare quella parte di fedeli che crede nel valore della tonaca e la cui fede oggi rischia di incrinarsi di fronte al dubbio innescato dalla vicenda. Tanto più che una imminente promozione di cui si vocifera per Renna dovrebbe essere prova di tempra, autorevolezza e capacità di affrontare e gestire eventuali problemi, avendo sempre come stella polare la salvaguardia del rapporto e della connessione con i fedeli. Né siamo più fortunati quando proviamo a chiamare il prelato, per capire cosa significhino quegli scatti e perché sono contenuti in alcune chat private.

Le dichiarazioni dell'escort Mangiacapra
Oltre alle confessioni a cui abbiamo accennato, e che peraltro raccontano dell’esistenza di un vero e proprio giro di carattere orgiastico omosessuale che coinvolgerebbe altri preti e seminaristi al Sud, c’è un ulteriore elemento che ci spinge a cercare di capirne di più. Il nome del parroco in questione, infatti, non è nuovo ad uno degli artefici dei più grandi scandali che di recente ha coinvolto la Chiesa: Francesco Mangiacapra, l'escort campano che sta facendo tremare le diocesi di mezza Italia, autore di un dossier di 1300 pagine in cui si raccontano i “vizietti” di oltre cinquanta preti gay con i quali il gigolò è entrato in contatto e ha avuto rapporti sessuali a pagamento.

Oltre mille screenshot di chat erotiche su Facebook, Whatsapp, Telegram e immagini prese da Grindr, il social network utilizzato per incontri gay, consegnati alla Curia di Napoli e spedite al Vaticano, affinchè smistasse ai vescovi competenti. Oggi alcuni hanno preso provvedimenti disciplinari con sospensioni o spedendo i prelati in missione oltreoceano; altri si sono scusati pubblicamente; la gran parte, tuttavia, continua a vivere come se nulla fosse accaduto, magari continuando a cercarlo, ammette Mangiacapra. Si badi, qui non si parla di reati penali, ma di condotte gravi contro il diritto canonico e tutta una serie di prassi che prescrivono il rispetto del celibato (e che diventano tanto più scandalose e dalla “doppia morale” laddove si consumano rapporti sessuali definiti “contro natura”, banditi nella e dalla Chiesa).

Fatta questa digressione, Mangiacapra ci rilascia queste dichiarazioni: “Non ho avuto contatti personali con questo parroco ma ho letto il suo nome in una di quelle chat; lo ha fatto un altro prete lucano, don L., che attualmente è stato sospeso sempre per via delle mie rivelazioni. Certo è che se fossero vere quelle foto, il Vescovo avrebbe il dovere morale di dare chiarimenti ad una comunità disorientata”.
E aggiunge, raccontando la sua esperienza: “C’è un principio che in molti adottano: si non caste, tamen caute (se non castamente, almeno con cautela, ndr), pertanto tollerano fino a quando non scoppia lo scandalo. Ed è per questo che io credo che le situazioni debbano venire a galla. Non si tratta di mettere le persone alla berlina, ma è l’unico modo per indurre i presuli a prendere delle posizioni”.

Un mix di elementi insomma. Al momento nel centro foggiano c'è stordimento, ci si pone domande. Tante, troppe. E, da queste colonne, si cerca di capire e si chiede di fare chiarezza.






www.foggiatoday.it/cronaca/prete-fo...cia-foggia.html
Prete, foto e chat erotiche: il caso in provincia di Foggia

Foto hot, il prete lascia la parrocchia: tirato in ballo in conversazioni erotiche
Il caso in provincia di Foggia. L'escort Mangiacapra: "Ho da fare nuove rivelazioni alla Curia". Il don tirato in ballo in chat erotiche

Giovanna Greco
30 luglio 2018 14:01

Prete, foto e chat erotiche: il caso in provincia di Foggia

L’articolo di Foggiatoday sulle foto hot ritrovate sulle chat di Telegram del giovane parroco di un paesino del Foggiano ha sortito un primo effetto: due giorni fa, all’esito di un consiglio pastorale convocato in via d’urgenza dal Vescovo, il prelato sarebbe stato esortato a prendersi un periodo di pausa fuori paese. La decisione sarebbe stata assunta dallo stesso don, trapela, accettata da mons. Luigi Renna, e dovrebbe essere immediatamente messa in pratica. Ma c’è una seconda versione, quella che vuole che l’allontanamento sia “forzoso”, chiesto ed ottenuto da monsignor Renna nelle more di fare chiarezza sulla imbarazzante vicenda che vede protagonista il giovane prelato, che peraltro va via nel momento più delicato della vita religiosa del paesino.

Il dossier dell'escort Mangiacapra
Ma gli avvenimenti impongono un momento di pausa, probabilmente. Perché lo scandalo che ha travolto la comunità non è roba da poco e don *** è bene che consenta che si riacquisti serenità, questo sarebbe stato il ragionamento; tanto più che l’escort più famoso d’Italia degli ultimi tempi ha promesso “altro materiale” allo stesso Renna: “Ho da fare nuove rivelazioni alla Curia, e le farò in via ufficiale, verbalizzandole” conferma alla nostra testata Francesco Mangiacapra, l’ex gigolò che ha già ha consegnato al Vaticano foto, immagini e stralci di conversazioni (soprattutto su Telegram, che dà la possibilità di distruggere i messaggi in breve tempo) avute con decine di prelati con cui ha intrattenuto rapporti sessuali a pagamento: un dossier di 1300 pagine in cui si raccontano i festini orgiastici omosessuali che si consumerebbero all’interno della Chiesa. Che materiale ha in mano Mangiacapra?

Le foto e le chat
Le fotografie dello scandalo che ha travolto il nostro giovane parroco stanno facendo il giro degli smartphone degli abitanti del paese, e lo si vede immortalato nudo e sorridente in un bagno che ha numerosi elementi di richiamo con la canonica. Perché esistono questi scatti? E perché le stesse foto si ritrovano anche in una conversazione sulla piattaforma Telegram, nell’ambito di una chat tra un altro parroco ed un seminarista a sfondo esplicitamente erotico-sessuale? E che ruolo ha il don in tutto questo? E’ vittima di uno sporco gioco? O è protagonista a tutti gli effetti?

La comunità è divisa
La comunità in queste ore è divisa: da una parte i fedelissimi e gli irriducibili difensori del prelato, che (per convinzione o per convenienza) hanno preso con maggior vigore a tentare di spazzare via qualsivoglia ipotesi, anche la più remota, di possibili coinvolgimenti del don in vicende di sesso; dall’altra coloro che gridano allo scandalo e che nelle foto girate nella piccola comunità ci vedono l’evidenza dei fatti.

La conversazione erotica
Mangiacapra intanto a Foggiatoday dichiara che il nome in questione non gli è nuovo, né lo sono le sue nudità (per quanto, tuttavia, lui rapporti col prelato non ne abbia avuti). Ma esistono delle chat che non gli fanno certamente buon gioco. Foggiatoday ne ha potuto visionare alcune da cui si evince che don G. (parroco già sospeso in quel di Basilicata per il dossier) avrebbe effettivamente organizzato incontri sessuali tra un seminarista e il prelato del foggiano.

Della chat riportiamo solo lo stralcio finale, a “rapporto consumato”, per meglio chiarire il tenore dello scambio

a) Puoi dami il numero di .... che vorrei ringraziarlo? Tranquillo non te lo rubo

b) oooh ma stai tranquillo che non mi preoccupo. Ho solo chiesto se posso dartelo, di sicuro posso ma io chiedo sempre

a) faccina sorridente

b) pensavo ve lo foste scambiato

a) e no, non c’è stato tempo, tra un c**** e l’altro (faccine che ridono)

b) dà il numero e aggiunge: sei stato bravo

a) grazie.

Questo, appunto, è lo stralcio “a rapporto consumato”; le parti precedenti, molto più volgari, le abbiamo omesse. Due sere fa il consiglio pastorale urgente, ma ancor nessun provvedimento forte di Renna che, evidentemente, attende di avere granitiche certezze sull’eventuale coinvolgimento del suo parroco.

Edited by pincopallino2 - 15/3/2021, 21:54
 
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view post Posted on 1/8/2018, 06:04

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http://www.foggiatoday.it/cronaca/prete-fo...covo-renna.html

Prete, foto nudo e chat erotiche: l'omelia del vescovo Renna

Scandalo foto e chat erotiche, il vescovo ammonisce la comunità: "Non fate commenti sul don e via dai social"
Le parole del vescovo Luigi Renna durante l'omelia concelebrata con il don travolto dallo scandalo delle foto e chat erotiche. Il gigolò Mangiacapra: "L'invito all'oblio non è congruo"

Giovanna Greco
31 luglio 2018 20:00


Prete, foto nudo e chat erotiche: l'omelia del vescovo Renna

“Come vi ho annunciato ieri al consiglio pastorale parrocchiale, comunico a tutta la comunità che per il bene di don *** e per il bene di questa comunità, egli oggi la lascia. Seguiamolo con la preghiera evitando ogni forma di giudizio e lasciamo tutto nel cuore e nelle mani del Vescovo, che non ammette di prendere lezioni né da giornalisti né da chi ha una vita che diverge da quella del Vangelo, e spero che anche voi non prendiate lezioni, se non da chi siede sulla cattedra della Croce”. E’ questa una parte dell’omelia con cui il vescovo Renna tre sere fa ha congedato (non si sa per quanto) il don coinvolto di recente nello scandalo di chat e foto erotiche svelato da Foggiatoday. Un allontanamento che non è chiaro se sia voluto dal presule o forzoso; in ogni caso è l’unico “provvedimento” assunto ad oggi, per il bene della comunità e del parroco stesso, per provare a recuperare serenità, nelle more di fare chiarezza e di maturare eventuali granitiche certezze.

Monsignor Renna, poi, rassicura i fedeli sul regolare prosieguo dell’attività della parrocchia: “Continueranno le celebrazioni eucaristiche la sera alle ore 19, si preparerà la festa, sarà tutto regolare, vissuto in uno spirito nuovo. Uno spirito nel quale non ci saranno combriccole di persone, né in chiesa né in Sacrestia” e suona, questo, come un ammonimento rispetto ad un “andazzo” maturato da qualche fedele evidentemente non gradito a mons. Renna. “Amate di più le vostre case, amate un po' di più le vostre famiglie non perdete tempo dietro le chiacchiere. Se dovete venire in chiesa, venite per fare un po' di adorazione eucaristica per il resto io sarò qui, però non mi piacciono queste persone che vengono qui a perdere tempo, si viene qui per le catechesi e per la preghiera; per il resto lo dico soprattutto alle donne, amate di più le vostre case e alle altre persone amate di più fare la Carità”

Quindi Renna invita a non fare commenti su don e, nell’epoca di internet, a stare lontani dai social, quasi fossero questi la causa dello scandalo (più che, ove acclarato, il materiale che coinvolge il presule): “Noi da soli non possiamo risolvere nulla. Ci affidiamo alla Madonna con la supplica alla Madonna di Pompei. A lei affido questa comunità sicuro che un giorno questa comunità potrà recarsi al santuario di Pompei a ringraziarla perché ci sia un clima nuovo e soprattutto sia estirpato un clima di giudizio. Il giudizio è frutto della coscienza. Vi prego di non fare nessun commento sul fatto che don *** lascia la comunità, né di solidarietà, né di altro su Facebook, non abbiamo nulla a che fare con i social che hanno dilaniato la carne di Cristo che siete voi”.

E proprio in virtù di questo, nega (e ha un che di clamoroso) lo scambio del segno della pace tra i fedeli, quasi che la pace sia stata attentata dal comportamento di una comunità (anche se non se ne comprende il motivo): “Chi decidete di essere? – tuona Renna- La comunità Cristiana o la comunità che ha svenduto la sua dignità e la sua vita sulla piazza? Per questo chiedo non il silenzio dell’omertà, ma il silenzio che si ha in una casa quando ci si deve confrontare sulle cose della casa propria”. Quindi rassicura: “Il vescovo ricercherà, troverà la verità, farà la giustizia che la chiesa richiede, però le modalità non sono quelle di noi cristiani sono quelle che provengono da Cristo al quale noi vogliamo chiedere di regnare su questo paese”.

“L’invito all’oblio non è congruo perché se un sacerdote vive una doppia vita, per quanto apparentemente comoda, tacere non è utile a se stesso né a tutte le persone per cui egli dovrebbe rappresentare una guida e un esempio da seguire. Il comportamento non consentaneo agli obblighi dei prelati non può restare sempre impunito perché ciò significherebbe permettere ancora di separare ciò che si esercita da ciò che si esprime, come è tipico di chi ha una doppia morale schizofrenica” scrive Francesco Mangiacapra sul suo blog, dove ha trascritto l’intera omelia, contestandola e mettendo in evidenza, a suo parere, le contraddizioni, e puntando il dito contro il “tentativo di incolpare la comunità, quasi a voler rendere il parroco vittima della comunità dei fedeli più che delle sue stesse azioni”.

Il gigolò campano che ha già fatto aprire decine di casi nella Chiesa di preti invischiati in giri orgiastici omosessuali, ha fatto sapere di avere “materiale” per la Curia di competenza, che presto verbalizzerà. Intanto Foggiatoday ieri ha dato conto di una chat in cui il prete in questione è tirato in ballo (qui), oltre che di alcune foto che lo ritraggono nudo nel bagno che ha numerosi elementi di richiamo con la canonica. Fino a provvedimento ufficiale, abbiamo scelto di non diffondere generalità del presule e località in questione.
 
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view post Posted on 1/8/2018, 14:05

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ON DEMAND News Candela, prete nudo in chat

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CANDELA, PRETE NUDO IN CHAT
01/08/2018
Imbarazzo nella diocesi di Cerignola per le foto di un sacerdote del piccolo centro di candela, in provincia di foggia, che si è ripreso nudo in bagno circolate sui social network. Il vescovo lo ha momentaneamente sospeso in attesa di cercare la verità. I fedeli, intanto, si dividono



Servizio di Giovanni Di Benedetto



Intervista ai fedeli
 
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view post Posted on 6/8/2018, 07:08

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https://www.foggiatoday.it/cronaca/orge-pr...ngiacapria.html

Orge omosessuali tra preti: intervista a Francesco Mangiacapra

Preti hot e orge omosessuali, lo scandalo che imbarazza la Chiesa: parla l'escort Mangiacapra
Il gigolò Campano ha verbalizzato presso la Curia di Napoli le informazioni in suo possesso sul prete foggiano coinvolto nella vicenda shock svelata da FoggiaToday

Giovanna Greco
05 agosto 2018 11:27

Orge omosessuali tra preti: intervista a Francesco Mangiacapra

Francesco Mangiacapra, escort e autore di un dossier consegnato al Vaticano sui rapporti omosessuali che si consumerebbero all’interno della Chiesa. Ieri ha verbalizzato in Curia notizie in suo possesso afferenti ad un parroco del Foggiano, tirato in ballo nello scandalo svelato da Foggiatoday. Dove ha verbalizzato e cosa.

Mi sono recato alla Curia di Napoli ed ho verbalizzato quelle che a mio avviso appaiono evidenze fotografiche, indicando accuratamente i motivi che mi inducono a pensarlo. Ci sono poi tutta una serie di altri elementi da quali si evincerebbe come questa presunta condotta omosessuale del parroco in questione non sarebbe occasionale, bensì frutto di uno stile di vita incompatibile con la tonaca.

Perché non si è recato presso la Curia di competenza?

Lo avrei fatto direttamente a mons. Renna in persona ma Sua Eccellenza ha preferito farlo delegando un'altra Curia, probabilmente perché in questo momento così delicato non ha trovato il tempo di ascoltarmi direttamente, cosa che non avrei avuto problemi a fare.

Pensa che prima o poi ci riuscirà

Godo di una ottima credibilità tra i vescovi ai quali ho sottoposto le altre mie denunce, soprattutto perché hanno compreso la mia indole, che non è quella di puntare il dito ma di coadiuvarli nel ricercare la verità. Per questo sono certo che, anche a distanza, arriverò al cuore del Vescovo.

È riuscito comunque a sentirlo telefonicamente?

Sì, mi ha detto che avrebbe pregato per me, e mi fa molto piacere. Spero che, nel frattempo, trovi anche il tempo di prendere delle decisioni nitide, nel rispetto che deve alla sua comunità.

Perché verbalizza oggi e non quando ha redatto il dossier?

Avevo letto il nome di questo sacerdote in una conversazione tra un prete del mio dossier e un seminarista che erano soliti organizzare tra chierici delle orge itineranti nel Mezzogiorno ma, avendo avuto contatti diretti solo con questi ultimi e non con il parroco in questione, non mi ero sentito di coinvolgerlo. Quando è scoppiato lo scandalo sono venuto in possesso di ulteriori informazioni, anche da persone interne alla Chiesa.

Mangiacapra, sul suo blog ha trascritto punto per punto, contestandola, l’omelia che mons. Renna ha fatto alla comunità di fedeli all’indomani dello scandalo. Perché? Cosa non condivide?

Mons. Renna ha colpevolizzato la comunità intera accusandola di «aver svenduto la sua dignità e la sua vita sulla piazza», facendo pettegolezzi e calunnie su Facebook. Ma se la dignità svenduta a cui si riferisce il Vescovo sono le foto bollenti circolate, forse il vero fulcro del problema non è chi e perché ha diffuso queste foto, quanto piuttosto l’esistenza stessa delle foto.

Cos’altro?

Sconvolgente, poi, secondo me, la volontà del Vescovo di negare lo scambio del segno della pace, asserendo che la pace è stata attentata dal comportamento del paese che ha gridato allo scandalo: un anatema dal sapore medioevale. Incolpare una intera comunità, invitandola a dimenticare tutto e a stare lontana dai social network non è un modo per affrontare uno scandalo e superarlo; piuttosto appare come il tentativo di farlo cadere nel dimenticatoio, imbavagliando le persone.

Beh, sarebbe un po’ ingenuo nell’epoca di Internet…

Internet non dimentica, sono i Vescovi a dimenticare che nell’epoca digitale è impossibile consegnare gli scandali all’oblio. Personalmente invito i fedeli a non dimenticare, a non tacere, anzi a parlare se sanno qualcosa. D'altronde il Vescovo ha detto che si sarebbe impegnato a trovare la verità. Ma io credo che già la conosca.

Ha elementi per sostenere che mons. Renna sapesse del suo don?

Non mi è sfuggito che Mons. Renna conosceva il don in questione da quando era rettore del seminario di Molfetta, prima di diventare Vescovo, e quando l'attuale parroco era solo un giovane seminarista, il cui cammino spirituale ebbe anche un arresto momentaneo, per motivi che non è dato sapere. Un parroco dal carattere un po' irruento, non amato da tutti.

E quindi?

Nessuno può dire se già sapesse qualcosa e non ha agito prima ma questo. Adesso che lo scandalo è scoppiato, neppure ci interessa più: pur condannando il gesto di chi ha diffuso le foto - che ritengo inutile e dannoso -, credo che se gli scandali servono a sollecitare i cambiamenti e a far prendere coscienza ai vescovi inermi e a una comunità ignara, allora ben vengano. L’invito all’oblio non è congruo perché se un sacerdote vive una doppia vita, per quanto apparentemente comoda, tacere non è utile a se stesso né a tutte le persone per cui egli dovrebbe rappresentare una guida e un esempio da seguire.

Sulla base degli elementi che ha, ritiene che ci sarà un provvedimento di sospensione?

Nel congedare il parroco, al quale è stato dato il beneficio di un'ultima concelebrazione proprio insieme al Vescovo, quest'ultimo dal pulpito non ha chiarito - non so se volutamente o per distrazione - in quali termini il parroco si allontanasse: se spontaneamente o per ordine del Vescovo. E, nel caso sia stato il Vescovo a volere questo provvedimento, non è chiaro se si tratti di una sospensione formale o di un invito amichevole. Forse l’incertezza non è casuale, se è utile a non dare troppe spiegazioni alla comunità: di certo i dubbi che hanno portato all’allontanamento del curato sarebbero già stati di per sé un motivo valido per evitare di farlo salire sull’altare a concelebrare e a consacrare l’Eucarestia.

Avrà avuto i suoi buoni motivi, non spetta a noi dire cosa può o non può fare un Vescovo.

Di certo deve assumere una presa di posizione netta e pubblica, che tutti avremo il diritto di leggere nel bollettino diocesano. La ricezione delle mie informazioni e del mio incartamento sul caso di Candela ha comportato l'apertura ufficiale di un procedimento canonico che dovrà necessariamente concludersi con un provvedimento. Quando le macchie sulle tonache diventano significative, non si possono più lavare in famiglia. Non so se questo prete tornerà mai a Candela: in molti casi si spostano le pedine e il gioco continua.

E’ quello che è successo a seguito del suo dossier?

A distanza di molti mesi dal mio dossier, alcuni preti sono stati ufficialmente sospesi, altri sono spariti dalle parrocchie in sordina, qualcuno si è casualmente allontanato per "motivi di studio", qualcuno è entrato in terapia riparativa. Un solo Vescovo ha fatto delle scuse pubbliche, e ne ho apprezzato la sincerità. Un altro Vescovo in Sicilia, che non aveva preso provvedimenti sui suoi sottoposti a seguito delle mie segnalazioni, è stato beccato anche lui a scambiare foto bollenti in chat! Fondamentale sarebbe avere la consapevolezza che non tutte le situazioni insane possano sempre essere riparate e che in molti casi il vero rimedio non è affossare ma rassegnarsi alla incompatibilità con il sacerdozio e orientarsi verso la riduzione allo stato laicale, perché quel colletto bianco rappresenta una vocazione, non già un lavoro.

Il suo dossier consta di 1300 pagine. Ed ha contenuti scioccanti. Ci sono preti giovanissimi, finanche seminaristi. Nessuno pare porsi alcuno scrupolo, come se avessero scelto la vita in Chiesa non già per vocazione ma per nascondere una vita da omosessuali. Una vita che oggi, tra l’altro, è davvero assurdo nascondere. Lei come la vede?

Il dossier conteneva un campionario esemplificativo ma purtroppo non esaustivo dei nomi che potrei ancora fare alla Curia. Ho però dimostrato che esiste una vera e propria lobby di preti gay, una massoneria, un sottobosco: si frequentano tra di loro, si conoscono tutti, si avallano, si confrontano, si sostengono a vicenda. Il campionario umano che ho raccolto è frutto di anni di incontri personali e di segnalazioni da parte di ex seminaristi ed ex sacerdoti che, per coscienza e senza obblighi, hanno deciso di abbandonare l'abito talare per vivere onestamente il proprio orientamento sessuale.

Ma perché “andare con i preti” e poi denunciarli? Potrebbe sembrare un comportamento “estorsivo”.

Nel caso di questi preti avrei avuto tutto da guadagnare a mantenere il segreto, soprattutto economicamente: pagano bene e non avrebbero di certo avuto problemi a pagare per farmi tacere sulle loro abitudini. Ma mai mi è passato per la testa di ricattare nessuno, anzi ho denunciato sapendo di veder falciata la mia clientela. Ciò che mi ha sempre mosso è stata una sorta di ribellione di fondo, non moralistica ma profondamente umana, all’impunità e alla falsità di questi personaggi, capaci di scendere ai livelli più bassi della perversione pur mantenendo sempre una facciata pulita e onorata con cui permettersi di giudicare pesantemente gli altri dal loro pulpito.

Intanto oggi ad essere sotto accusa è chi accusa.

L’insulto morale di chi vede in questi preti delle vittime è un capovolgimento di ruoli tra il peccatore che denuncia l’immoralità e la guida morale che la commette che sfiora il paradosso e che dà una sola certezza: le pietre sul colpevole non le può lanciare nessuno, ma solo perché la Chiesa fa in modo di farle sparire tutte. Per questo ho deciso di creare questo filone di denunce ecclesiastiche, avvalendomi della credibilità che ho guadagnato mettendoci la faccia nel dare la voce anche a nome di tante persone che non trovano il coraggio di puntare il dito contro dei mostri che appaiono invincibili ma che in realtà sono dei vinti. In fin dei conti oggi continuo a combattere per altri una battaglia che ho già vinto per me.

Quindi, a suo modo, si sente un missionario anche lei…

Mi piace pensare che i preti che vengono con me non siano anime da salvare ma solo cuori e menti da liberare: fondamentalmente il mio lavoro di gigolò è simile a quello dei preti, solo più scrupoloso.
 
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view post Posted on 26/8/2018, 17:19

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http://www.foggiatoday.it/cronaca/parroco-...on-michele.html

Candela (Foggia), foto e chat hot del parroco: al suo posto Padre Michele Centola

Foto e chat bollenti, il vescovo sostituisce il parroco dello scandalo: a Candela arriva padre Michele Centola
L'ex frate prende il posto di don Michele De Nittis, la decisione è stata assunta dal vescovo Mons. Renna. Per Candela inizia ora un periodo di ricostruzione del filo rosso che lega Chiesa e fedeli

L'inchiesta di Giovanna Greco
09 agosto 2018 17:06

Candela (Foggia), foto e chat hot del parroco: al suo posto Padre Michele Centola

Candela avrà un nuovo amministratore parrocchiale temporaneo. Si tratta di Padre Michele Centola, già collaudato “restauratore di situazioni complesse”: sarà lui a gestire la parrocchia e a riconnettere spiritualmente la chiesa con i suoi fedeli dopo lo scandalo svelato da Foggiatoday sulle foto e le chat hard che vedono coinvolto l'ex parroco don Michele De Nittis, ormai allontanato dal centro dei Monti Dauni.

La decisione è stata assunta - con decisione e celerità a quanto pare - da monsignor Luigi Renna, vescovo della diocesi in cui ricade il paese foggiano, ed al quale è stata rimandata la difficile gestione del caso. Particolarmente convincenti potrebbero esser state anche le rivelazioni di Francesco Mangiacapra, verbalizzate presso la Curia di Napoli, e inviate in queste ore al Vescovo.

L’escort campano, autore di un dossier sulle orge omosessuali che avverrebbero nella Chiesa che hanno portato a diverse sospensioni (e, in un caso, a scuse pubbliche), aveva già dichiarato nei giorni scorsi a Foggiatoday, di avere ulteriore materiale bollente riguardante il don incriminato, del quale la testata ha deciso oggi (e solo oggi) di rivelarne il nome, all’esito di un provvedimento assunto dalla Curia.

Pare che Padre Michele Centola, ex frate, sia stato inviato tempi addietro anche in altre parrocchie del territorio foggiano, in circostanze più o meno simili, a sostituire presuli coinvolti in problemi similari, se non più gravi.

Per Candela inizia ora un periodo di ricostruzione del filo rosso che lega Chiesa e fedeli. Probabilmente all’ex frate toccherà anche l’insegnamento scolastico della religione nelle scuole del paese, ruolo che ricopriva l'ex parroco e che, pertanto, risulta ora vacante.

Ed anche dalle mura scolastiche fuoriescono voci particolarmente imbarazzanti per il presule allontanato: pare che alcuni genitori avessero chiesto l’esonero per i propri figli dall’ora di religione a causa di un rapporto conflittuale con il don. Tema sul quale ci riserviamo di approfondire. Se così fosse, l’arrivo di don Michele Centola dovrebbe rappresentare motivo di rasserenamento anche tra i banchi di scuola.

https://www.foggiatoday.it/cronaca/scandal...covo-renna.html

Scandalo prete a Candela: parla il Vescovo Renna

Prete coinvolto in foto e chat bollenti, il Vescovo avvia il procedimento canonico. E si preannunciano nuove rivelazioni...
Ratificata la nomina di don Michele Centola ad amministratore parrocchiale di Candela. Sul procedimento a carico di De Nittis mons.Renna mantiene il riserbo. Mangiacapra preannuncia "memorie imbarazzanti" di un ex seminarista

L'inchiesta di Giovanna Greco
20 agosto 2018 17:36

Scandalo prete a Candela: parla il Vescovo Renna

E’ stata ratificata il 16 agosto scorso la nomina di don Michele Centola ad amministratore parrocchiale della chiesa della Purificazione della Beata Vergine Maria di Candela. “Allo stesso tempo – si legge sul sito della Curia - S.E. mons. Luigi Renna, Vescovo di Cerignola – Ascoli Satriano, dichiara che nei confronti di don Michele de Nittis è in atto il procedimento canonico secondo quanto prescritto dal Codice di Diritto Canonico”. E’ questa la nota stringata che compare sul portale diocesano. Volutamente generica, afferma a Foggiatoday mons. Renna, per tutelare “la buona fama e la vita privata delle persone, come recita il canone 220”. Ossia, per tutelare don Michele de Nittis, il giovane parroco allontanato da Candela dopo lo scandalo notiziato da Foggiatoday sulle foto e le chat telefoniche bollenti a sfondo orgiastico omosessuale che lo vedrebbero coinvolto, e le rivelazioni di Francesco Mangiacapra, l’escort campano più famosa di Italia, che sul presule dei Monti Dauni ha consegnato alla Curia di Napoli (e, pertanto, allo stesso Renna, al quale il materiale dovrebbe essere già pervenuto) ulteriori elementi in suo possesso “da cui si evincerebbe come questa presunta condotta omosessuale del parroco in questione non sarebbe occasionale, bensì frutto di uno stile di vita incompatibile con la tonaca”.

Uno scandalo che ha portato nel giro di brevissimo tempo all’allontanamento di de Nittis da Candela. Monsignor Renna si è mosso con celerità, anche se sul provvedimento assunto preferisce mantenere il riserbo (pur ammettendone, implicitamente, la gravità): “Don Michele è stato rimosso – dichiara-, adesso c’è un percorso canonico sul quale vi è riserbo, come è giusto che sia, perché bisogna tutelare la buona fama e la vita privata delle persone”. Su che genere di provvedimento, se trattasi di indagine previa, sulle conclusioni a cui porterà, il Vescovo si limita ad osservare: “Si capirà con il tempo ciò che sto facendo e con quale pena, non bisogna entrare in questi ambiti perché si ha diritto alla buona fama, l’importante è sapere che si sta procedendo secondo il diritto canonico che prevede determinate cose. Chi conosce il diritto canonico sa quello che un prete deve fare. E un Vescovo ha dei superiori ai quali relaziona”.

Candela, intanto, è stata riposta nelle mani di don Michele Centola, già “bonificatore” in passato di situazioni complicate, che ha preso possesso della parrocchia, ne ha fatto la residenza e a breve trasferirà la canonica, che attualmente è a Borgo Libertà (Cerignola).

Sull’insegnante di religione nelle scuole del paese (don Michele de Nittis aveva anche questo incarico), mons. Renna fa sapere che “se don Michele non c’è, evidentemente non dovrà andare don Michele. Bisogna aspettare i tempi, le nomine per gli insegnanti di religione verranno consegnate il 29 agosto”.

Nuove rivelazioni
Intanto sulla sua pagina Fb l’escort Mangiacapra anticipa la pubblicazione di un dossier di un ex seminarista foggiano. “Sabato 25 agosto – scrive- è la data in cui saranno pubblicate sul mio blog le memorie affidatemi da un ex seminarista che ha spontaneamente deciso di uscire da un contesto che non era quello che si aspettava. Il memoriale che renderò pubblico è scritto dall'ex seminarista di suo pugno, e lo lascerò intatto perché il mio interesse è far arrivare ai lettori la profonda mortificazione che traspare da chi lo ha scritto. Lo scopo dell'operazione non è perseguitare nessuno ma dimostrare a chi siede sulla cattedra della croce che è preferibile intervenire in tempo piuttosto che illudersi di poter sempre affossare gli scandali e mistificare la realtà. Il popolo di Dio ha bisogno della verità, e chiunque gliela restituirà sarà più vicino a Cristo a prescindere dagli abiti che veste”.

Lo scandalo, insomma, potrebbe continuare. E l’ex seminarista di cui parla Mangiacapra potrebbe essere lo stesso che ha chiesto nei giorni scorsi udienza al Vescovo Renna. Ne chiediamo conferma. “Tanti mi chiedono udienza, se anch’egli lo ha fatto, sarà ascoltato” ci risponde il Vescovo. “Ovviamente dal 27 agosto, giorno in cui riapre la Curia”.

https://www.igossip.it/attualita/scandalo-...brare-la-messa/
 
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http://www.marchiodoc.it/2.0/index.php?opt...izia-principale

Scandalo hot, Renna: "Pronto a scusarmi a fine indagine"
MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2018 14:33 SCRITTO DA MARCHIODOC 1 COMMENTI E-mailStampaPDF
Si dice pronto a chiedere scusa, ma quando il procedimento sarà terminato. Monsignor Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, interviene sullo scandalo a luci rosse scoppiato a Candela, travolta da foto hot attribuite al parroco. Renna ripercorre tutte le fasi del procedimento in corso e fa sapere che “siamo in dirittura d’arrivo”: a “brevissimo” vi sarà il decreto con cui sarà conclusa l’indagine interna a carico del giovane sacerdote oggi sospeso.




Ha saputo della condotta anomala del parroco nel giorno della pubblicazione delle foto?


Certo, se lo avessi saputo prima anche in maniera riservata avrei agito come altri vescovi hanno fatto in casi simili con estrema discrezione. Molti dettagli sono usciti allo scoperto perché è diventato un caso mediatico. Quando un vescovo riceve una segnalazione documentale ha il dovere di sentire la persona e di fare una investigatio previa. Anche se succede per via mediatica, ma chiaramente tutto ha una risonanza diversa. Nessuno può essere condannato se non viene tutto provato.


C’è chi ha messo in dubbio la veridicità delle foto


Prima di tutto mi sono accertato della veridicità delle foto e nel giro di tre giorni il parroco è stato invitato a lasciare la comunità per tutelare lui e per far sì che la comunità non vivesse una divisione già in atto. Dopo alcuni giorni ho raccolto del materiale e poi dopo una settimana ho iniziato l’indagine. Così ho sostituito il sacerdote e ho presentato a Candela il successore.


Come mai passa una settimana da quando inizia lo scandalo a quando parte l’indagine?


Passa una settimana perché ho atteso una documentazione scritta e riservata dal sacerdote. Con lui c’è sempre un dialogo, poi abbiamo raccolto altri elementi. Dopo è iniziato il procedimento nel quale arriva la sospensione cautelativa perché c’è un procedimento da terminare, ma poi tutto si chiuderà con un decreto. Al momento non possiamo dare una parola di definitività, l’investigatio previa è ancora in corso.


Che tempi si prevedono per la conclusione dell’indagine interna?


A brevissimo ci esprimeremo. Ma l’entità della pena non sarà comunicata all’esterno, perché è una sentenza di carattere canonico.


Quindi non si saprà mai come finirà questa vicenda?


No. Si desumerà se la persona non sarà più presente. Se non sarà più presente si capirà che c’è stata una pena, ma non si saprà quale pena. C’è un diritto alla privacy. In ogni caso, incontrerò la comunità visto che ci sono state molte interpretazioni, soprattutto quando il sacerdote ha deciso di lasciare la parrocchia.


Quindi ha scelto il parroco di lasciare?


In quel momento gli ho detto io di lasciare, ho suggerito io di lasciare, è stato un accordo reciproco. Volevo che si rendesse conto di quanto successo, ma chiaramente gli ho detto che ‘da domani non metti più piede in quella comunità’.


Pare ci siano stati comunque altre celebrazioni aperte al pubblico


Quando si ha una sospensione si può celebrare in una cappella privata, ma non in orari aperti al pubblico. Al massimo con i religiosi di quella cappella, o perfino da soli, ma non davanti ai fedeli. Si è gonfiato molto questo caso della celebrazione, ma adesso il sacerdote vive lontano, in una situazione nella quale è protetto.


Si è parlato molto dei suoi silenzi


Il silenzio rispecchia un canone del diritto canonico. È fatto per tutelare la privacy e la intimità dell’interessato, visto che si tratta di questioni morali e non penali o civili. E poi possiamo parlare solo quando ci sarà una sentenza definitiva sul caso.


Che idea si è fatto sul caso Candela?


Foto sulle chat e situazioni di questo tipo possono essere benissimo plausibili, ma quando arrivano agli occhi dei vescovi interveniamo in modo deciso perchè così non si può esercitare il ministero, ma allo stesso tempo diamo opportunità di recuperare.


È possibile che un sacerdote rientri dopo casi analoghi?


Dipende dalla gravità della cosa, ma non è consigliabile che ritorni. Se la gravità è notevole è diverso, si arriva fino alla riduzione allo stato laicale, ma non mi sembra questo il caso. Ma può succede anche, in generale, che si raccomandi di esercitare lontano dai luoghi in cui si è cresciuti. Nel caso specifico però non posso fare ancora valutazioni.


Ha fatto discutere la sua omelia a Candela, a partire dalla concelebrazione con il sacerdote che era finito proprio in quei giorni nell’occhio del ciclone e finendo alla negazione del segno della pace ai fedeli che hanno chiacchierato su facebook. Che segnale si voleva dare?


Ho invitato i fedeli al silenzio, ma non al silenzio omertoso. Si trattava di evidenziare che la comunità era divisa, tra favorevoli e detrattori. Si accusavano gli uni con gli altri: come fate a scambiarvi la pace, che così può diventare un rito vuoto, se vi accusate tra di voi? Affidatevi al vescovo e trovate la pace, questo ho detto e ho fatto.


Concelebrare la messa col sacerdote ‘incriminato’ non è stato un ulteriore elemento di divisione e di confusione tra – come li ha definiti Lei- i “favorevoli e i detrattori”?


Ho voluto dare al sacerdote la possibilità di celebrare l’ultima messa come segno di congedo dalla sua comunità. IL sacerdote si è prestato, ha avuto il coraggio di celebrare senza dire una parola e poi è andato via. Volevo che la comunità di Candela vedesse che andava via con le sue gambe. Farlo sparire così non mi sembrava giusto.


Quegli scatti hot sono stati un fotomontaggio?


Io non ho mai rilasciato dichiarazioni del genere. Se stiamo procedendo in una certa maniera bisogna fidarsi però. Se è andato avanti un processo una persona potrà dedurre…


Chiarissimo. il sacerdote si è scusato?


Si è reso conto della gravità della situazione, vive momenti di sofferenza, sa che la comunità è traumatizzata. Immaginate cosa prova una persona che per la chiesa ha dato la vita ma può aver commesso degli errori.


In altre diocesi il vescovo ha chiesto scusa per questo tipo di episodi. Farebbe lo stesso?


Sono pronto a chiedere scusa, quando sarà terminato il processo di accertamento della verità. È giusto che lo faccia a nome mio e del diretto interessato se verranno accertate le contestazioni mosse. Altrove è stato fatto, ma nei tempi giusti dettati dal diritto canonico, e soprattutto alla fine dell’investigatio previa.


Il fenomeno del sexting, degli scambi di foto hot via cellulare, è diffusissimo, anche nella chiesa. Così come orge e omosessualità. Che spiegazione da?


Nei seminari arrivano tanti giovani che sono figli dei nostri tempi ed anche il discorso della castità e dell’orientamento sessuale seguono le mode e le tendenze conteporanee. Quando arriva alla nostra attenzione però il sacerdote viene subito attenzionato. Ma bisogna essere molto equilibrati nel giudizio dei casi, che sono sempre diversi tra loro.


Molti seminaristi interrompono il percorso e lo riprendono. Molte volte è un campanello d’allarme che segnala inciampi da tenere sotto controllo.


Certo, ma ci possono essere molte ragioni. Se l’inciampo riguarda lo studio o il comportamento si può sempre rimediare, ma se riguarda la questione morale, è impossibile che un seminarista diventi sacerdote. Con tipi di problemi morali nessun vescovo può dare l’ordine sacro.


Del caso Candela si è occupato anche l’escort napoletano Mangiacapra. Che ne pensa?


Non lo conosco personalmente, ma ritengo che la sua funzione finisca nel momento in cui ha fornito delle prove utili.


Si sente di ringraziarlo?


Dico che ha fatto bene ad aiutare la Chiesa a fare chiarezza, ma non mi piace come ha gestito l’aspetto mediatico. Tutti hanno diritto ad un buon nome ed anche io, se fosse nella mia diocesi, rispetterei la sua buona fama se fosse un mio diocesano.


Però non è stato molto tenero: gli ha detto che non segue la vita del Vangelo e che non accetta suoi consigli


Sembrava volesse dettare la linea, i tempi, come se non li conoscessi. Un vescovo conosce il diritto canonico, ma sa anche quando deve applicarlo. Pure io so che è bene chiedere perdono e scusa, ma so quando è il momento. Pure io so che esiste la sospensione, ma so quando è il momento.


Cosa si aspetta alla fine di questa storia?


Che le accuse debbano stemperarsi nella nostra comunità, non ci si riunisce intorno all’uomo ma intorno a Gesù.


CI sono state altre segnalazioni di condotte anomale in questi giorni di caos?


No, esplicite nessuna. Per esplicite intendo chi ci mette la faccia, o chi porta documenti e non segnalazioni anonime.


Cosa vuole dire ai fedeli?


Si deve avere fiducia nella Chiesa, anche in questo momento in cui la Chiesa è invasa da tanti scandali. Ma il momento dell’insabbiamento, come dimostra Papa Francesco e come impone la nostra coscienza, è terminato.

 
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Candela: chiuso il procedimento a carico di Don Michele De Nittis

l caso è chiuso: il Don fuori da Candela, ma strascichi e veleni contro chi ha osato criticarlo
Chiuso il procedimento a carico di Don Michele de Nittis, il parroco interessato dallo scandalo hot rivelato da Foggiatoday. Ma nella comunità non c'è pace: veleni su un giovane laico, autore di uno scabroso memoriale

Giovanna Greco 11 settembre 2018 18:00

Candela: chiuso il procedimento a carico di Don Michele De Nittis

“Don Michele De Nittis non è più parroco di Candela dal 29 luglio, da quella data è partito l'iter di un procedimento canonico, che si è concluso da poco. Ovviamente va ricordato che non è un rito civile, ma è di esclusiva competenza della chiesa. La giusta tutela della sua fama mi porta a fermarmi qui, l'avrei fatto per ciascuno di voi, laico o chierico che fosse. Sapete bene che la chiesa non comunica neanche l'entità della nullità del matrimonio, viene rivelato il tutto solamente quando la persona affronta delle nuove nozze. La giusta tutela della sua fama mi porta a fermarmi qui e a chiedervi di pregare per lui, perché in questo periodo della sua vita possa fare un cammino spirituale intenso”.

E’ questa una parte del discorso finale che il Vescovo di Cerignola, Mons. Luigi Renna, ha tenuto alla comunità di Candela domenica scorsa. Renna fa sapere che il procedimento a carico di Don Michele De Nittis si è concluso, e però non dice come. “La tutela della buona fama” glielo impedisce.

"Un cammino spirituale intenso"
E tuttavia le parole utilizzate, la richiesta di riservatezza, la rapidità dei tempi con cui tutto si è svolto e si è concluso, lasciano intendere che l’esito non sia stato favorevole per il giovane parroco allontanato da Candela dopo l’inchiesta di FoggiaToday, che ha rivelato chat e foto hot che lo interessavano, a cui si sono aggiunte le verbalizzazioni di Francesco Mangiacapra, l’escort più famoso di Italia (e nella Chiesa). “Si desumerà se la persona non sarà più presente” diceva Renna qualche tempo fa. Ed in effetti di un possibile rientro di don Michele non se ne parla, anzi Renna preannuncia per lui “un cammino spirituale intenso”, mentre a Candela già in agosto è arrivato don Michele Centola e l’insegnamento scolastico di religione, notizia recente, è stato affidato al diacono Vincenzo Tallone. Il tutto con buona pace di quella parte di fedeli che ha sempre creduto alla “innocenza” di Don Michele, avviando – chi con sincerità d’animo, chi strumentalmente- una raccolta firme per chiederne il ritorno.

L’annuncio della chiusura del procedimento e il mancato ritorno di De Nittis spiazzano tutti, in primis i fautori della tesi del “fotomontaggio”. Neanche Renna l’ha mai perorata. “Non ho mai detto che quelle foto erano un fotomontaggio, anche perché non ne avevo le competenze. Tutto è stato affidato alla autorità inquirente ecclesiale, che ha fatto la sua ricerca”. Per parte sua Renna dice di starsi “occupando delle responsabilità in merito alla diffusione delle foto, per verificare se c’è qualcuno che ha voluto creare lo scandalo, e perché. Dobbiamo distinguere tra il reato canonico e lo scandalo. Sono due cose diverse, che si possono incontrare, ma ognuno ha la sua procedura. Il reato è una cosa e la persona informata poteva venire dal Vescovo a presentare le sue rimostranze. Non voglio gettare la croce della responsabilità solo sui candelesi, probabilmente ci sono altre persone che si sono inserite da fuori”. Questo quanto dichiara a Foggiatoday. Ma c'è chi, vessato da tempo, sceglie ora di alzare la voce.

“Il Vescovo continua a non fare chiarezza. Non ha detto, ad esempio, che un processo canonico inizia laddove si accerta la veridicità delle prove. E pur di tutelare la buona fama del prete, non tutela la dignità di un suo figlio laico”. Rompe il silenzio Giuseppe Capano, giovane candelese ex seminarista, spesso preso da mira da Don Michele de Nittis nei suoi due anni di permanenza a Candela. “Renna continua a puntare il dito contro i mezzi di comunicazione e a non tutelare il nome mio e quello della mia famiglia, disattendendo tutti gli accordi”.

Quali? Capano nei giorni scorsi si è fatto coraggio ed ha presentato a Renna uno scabroso memoriale in cui sono contenute le motivazioni per cui, tempo addietro, lasciò il seminario. Sei pagine fitte in cui, ci dice, sono menzionati anche De Nittis e suoi collaboratori, “gli stessi che continuano a detenere le chiavi della parrocchia e che domenica scorsa hanno avuto la sfacciataggine di ridermi in faccia”. Cosa aveva chiesto a Renna? “Proprio in virtù di questo rapporto conflittuale con l’ex parroco, si era sparsa la voce che fossi stato io a diffondere le foto, cosa naturalmente non vera. Ho chiesto al Vescovo di aiutarmi a ripulire il nome mio e della mia famiglia da queste falsità. Non lo ha fatto, nessuna menzione pubblica domenica”. E il suo negozio, un panificio, denuncia preoccupato, comincerebbe a svuotarsi, “perché la gente mi reputa un traditore”. Tutto surreale, ma nei paesini funziona così. “A ciò si aggiunga l’attività di discredito che alcuni personaggi noti del luogo stanno consumando nei miei confronti, tentando addirittura di limitarmi nelle mie libertà basilari, quale quella di esprimere un mio pensiero sui social”.

Situazioni contro le quali Capano ha ingaggiato un legale e si avvia a percorrere le vie giudiziarie. Giorni di inferno, insomma, per lui, per restare in tema religioso. Rispetto a cui la parola di un Vescovo molto potrebbe. Soprattutto se l’obiettivo finale è ripristinare un clima di pacifica convivenza spirituale e serenità. "Il Vescovo la consideri l'esortazione di un figlio al padre" conclude Capano, sconfortato.
 
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Dal processo canonico a don Giuseppe Viggiani accuse a don Michele De Nittis

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www.foggiatoday.it/cronaca/candela-...-gay-preti.html

Candela, orge in Chiesa: il j'accuse a Don Michele De Nittis

Testimonianza shock: all'ombra del crocifisso orge gay tra escort e preti
A Candela si consumavano orge itineranti: il j'accuse arriva in mattinata da un laico chiamato a testimoniare in Basilicata nel processo canonico a carico di don Giuseppe Viggiani. Lo scandalo svelato a luglio da Foggiatoday

Giovanna Greco 16 novembre 2018 16:58


A Candela si consumavano orge. In chiesa. Anzi, per esser più precisi, in canonica. Quello che prima era chiacchiericcio di paese (parzialmente suffragato dallo scandalo hot rivelato da Foggiatoday che ha coinvolto il prete allontanato qualche mese fa, Don Michele De Nittis), ora viene messo nero su bianco nella nuova documentazione che presto sarà portata all’attenzione di monsignor Renna. E viene messo nero su bianco da un testimone, un laico, chiamato a testimoniare in un altro processo canonico (sempre bollente) e che, secondo indiscrezioni, avrebbe fatto mettere a verbale, spontaneamente, come anche a Candela si sarebbero consumati incontri orgiastici tra chierici. Almeno due le circostanze riferite.

Il j’accuse sarebbe arrivato in mattinata, in Basilicata, nella Curia in cui si sta svolgendo il processo a carico di Don Giuseppe Viggiani, altro prete lucano coinvolto nel dossier erotico di Francesco Mangiacapra, il famosissimo escort dei preti che con il suo libro-rivelazione sta facendo tremare mezza Chiesa italiana.

Il testimone in questione, nel confermare le “orge itineranti” contenute nel dossier a carico di Don Viggiani, avrebbe aggiunto altra carne a cuocere, parlando spontaneamente di “orge itineranti” che si sarebbero consumate tra laici e chierici anche in Puglia, in quel di Candela, costringendo così il giudice a prenderne atto, verbalizzare la "nuova" notizia di reato e farne fascicolo da inviare a Cerignola, diocesi di competenza.

Prima di questo momento, Don Michele De Nittis era stato travolto dallo scandalo a causa di foto di nudità e stralci di chat piccanti circolate sui cellulari che lo vedevano interessato, oltre che dalle verbalizzazioni presso la Curia di Napoli dello stesso Mangiacapra, che fece vergare quanto di sua conoscenza, “pur non avendolo mai incrociato nella mia attività di escort” precisava su questo colonne il gigolò campano. - Elementi che, tuttavia, mons. Renna, Vescovo della diocesi di Cerignola, deve aver ritenuto prove attendibili se è vero che non solo il parroco è stato allontanato da Candela, ma anche ridotto a presbitero diocesano-.

Oggi a carico dell’ex don candelese c’è qualcosa in più. C’è un testimone. Una laico. E parla di orge. Almeno due, consumatesi in canonica. A Candela. Mentre una comunità di fedeli intera ne era all'oscuro.

Materiale che ora arriverà nelle mani del Vescovo ofantino, al quale competerà aprire una nuova indagine. Per Viggiani il Vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro, Vincenzo Carmine Orofino, un anno fa chiedeva pubblicamente scusa alla comunità lucana.

Il 23 novembre, intanto, Candela, celebrerà l'insediamento ufficiale del nuovo parroco, giunto il 9 agosto scorso in paese, don Michele Centola.

Edited by pincopallino2 - 22/10/2019, 09:59
 
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view post Posted on 27/11/2018, 18:57

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https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca...indaga/1814665/

Prete nudo su Telegram: foto hot fanno il giro del paese/ Foggia, scandalo in parrocchia: la curia indaga
Foggia, foto hot del prete nudo circolano su Telegram: scandalo in parrocchia, la Diocesi indaga e allontana il sacerdote in attesa di un giudizio chiaro
27.11.2018 - Niccolò Magnani
Parrocchia
Scandalo in parrocchia (Pixabay)
Un nuovo scandalo si affaccia nella tranquilla Diocesi di Foggia dopo i tanti “dossier” su alcuni preti che negli scorsi mesi hanno affollato le (morbose) cronache nazionali dietro a fatti o presunti tali riportati dall’escort omosessuale Francesco Mangiacapra. È ancora una volta Pomeriggio 5 a dare voce alla “querelle” contro lo scandalo avvenuto nella parrocchia di un piccolo paesino della provincia di Foggia, Candela: in estate diverse foto dell’allora parroco nudo giravano su Telegram facendosi “largo” negli smartphone di mezzo paesino. Non solo foto però, anche chat a sfondo erotico che sarebbero contenuti in un unico dossier presentato alla Diocesi qualche mese fa: in un primo momento il Vescovo Renna aveva preferito non commentare l’intero polverone, considerato i pochissimi fatti fin li accertati. Poi però la Diocesi ha preso in mano la situazione e ha cominciato ad indagare, con primo effetto immediato l’allontanamento del parroco dal piccolo paesino in cui era insediato da anni nonostante la giovane età.

PARROCO NUDO SU TELEGRAM, LA CURIA INDAGA
«Non ho avuto contatti personali con questo parroco ma ho letto il suo nome in una di quelle chat; lo ha fatto un altro prete lucano, don L., che attualmente è stato sospeso sempre per via delle mie rivelazioni. Certo è che se fossero vere quelle foto, il Vescovo avrebbe il dovere morale di dare chiarimenti ad una comunità disorientata», attaccava l’escort Mangiacapra in una intervista esclusiva a Foggia Today. Nel frattempo però, la stessa Diocesi ha considerato l’accaduto svolgendo le dovute analisi e indagini sulle foto hot del parroco nudo durante i presunti festini in canonica. «Certo, se lo avessi saputo prima anche in maniera riservata avrei agito come altri vescovi hanno fatto in casi simili con estrema discrezione. Molti dettagli sono usciti allo scoperto perché è diventato un caso mediatico. Quando un vescovo riceve una segnalazione documentale ha il dovere di sentire la persona e di fare una investigatio previa. Anche se succede per via mediatica, ma chiaramente tutto ha una risonanza diversa. Nessuno può essere condannato se non viene tutto provato», spiegava a fine agosto il vescovo Monsignor Luigi Renna della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano in una intervista a “Marchio.doc”. Non solo, il Monsignore oltre a predicare un sano equilibrio senza “scatti mediatici” che purtroppo spesso rovinano tante vite (non solo quelle dei diretti interessati, ma anche della parrocchia in questione che anche stavolta non ha nessuna colpa) ha poi concluso «Si deve avere fiducia nella Chiesa, anche in questo momento in cui la Chiesa è invasa da tanti scandali. Ma il momento dell’insabbiamento, come dimostra Papa Francesco e come impone la nostra coscienza, è terminato».
 
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LA LETTERA | Parla l’ex seminarista: “Il mio incontro con Renna…”
29 Dicembre 2019 Marchiodoc 1 Commento


Giuseppe Capano
Di seguito l’intervento di Giuseppe Capano, ex seminarista di Candela, che ci scrive dopo l’ondata di polemiche che ha travolto il vescovo della diocesi Cerignola-Ascoli Satriano mons. Luigi Renna. Ciò che colpisce, leggendo la missiva (alla quale il prelato è invitato, qualora lo volesse, a rispondere) è un metodo che si ripete nella gestione delle “emergenze” che si ripetono. E che si tratti di scandali sessuali, come quello avvenuto a Candela, o si tratti di intrecci poco consoni con aziende legate alla malavita, l’atteggiamento della Chiesa rimane omissivo.

Di seguito il testo integrale.





Riuscire a decifrare tutta la mia angoscia non è cosa facile, soprattutto per la provenienza delle offese, calunnie che mi sono state rivolte in questi anni. Mi chiamo Giuseppe Capano, ho 24 anni e “per fortuna” sono un ex seminarista della diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano.

Come già detto in apertura, non è facile esplicitare il tutto proprio perché si parla della chiesa diocesana, che in questi anni ha rappresentato per me e per la mia famiglia motivo di ansia e di tristezza. In questi giorni, si sta parlando molto della figura ( a tratti discutibile) di Mons Luigi Renna, ma non è una mia prerogativa emettere giudizi verso cose che non conosco completamente.





Sicuramente, nel 2018, avrete sentito parlare dello scandalo delle foto hot, che ha attanagliato la comunità di Candela. In queste foto, emergeva tutto il sistema messo in piedi dall’ex parroco, raffigurando lo stesso in momenti intimi. Aldilà della veridicità dei fatti, il vescovo non si è mai assunto le proprie responsabilità accusando la comunità candelese di “essere colpevole” dell’accaduto.

Questo non è tutto, perché il monsignore ha negato per un periodo di tempo il segno della pace, continuando a puntare il dito senza alcun ritegno. Purtroppo, dati i miei forti contrasti con l’ex parroco, il vescovo e una fetta della comunità hanno iniziato ad accusarmi per le foto affermando: “E’ un palese fotomontaggio creato da Capano per screditare il don”. Tutto questo mi ha ferito, ma nonostante ciò, sono riuscito ad ottenere udienza dal vescovo nella sede estiva di Ascoli , dove egli stesso mi esortava alla calma e al silenzio.

Già il silenzio, è un atteggiamento che troppo spesso viene tirato in ballo nella chiesa, cercando in tutti i modi di screditare gli oppositori. Credetemi, ho supplicato il vescovo di aiutarmi a ripulirmi da tale accusa ma non c’è stato nulla da fare. Il suo obiettivo, come affermato nella messa del settembre 2018, era quello di “difendere la buona fama del sacerdote”, senza chiedere minimamente scusa alla comunità. Sono stato un suo seminarista per poco tempo, ma come ripetuto più volte mi ha profondamente deluso perché tra le altre cose, ha favorito il mio isolamento e non ha fatto nulla per far emergere la verità.





La mia amarezza si fonda sulla figura episcopale, suscitando nella mia mente più volte le stesse domande: Come fa un vescovo a non dire la verità e perché non aiuta una persona ingiustamente incolpata? Ad oggi, non riesco a rispondere a questi interrogativi ma per lo meno mi sono fatto un’idea sul monsignore. Certamente, questa storia mi ha stravolto la vita, creando nella mia anima molti dubbi sull’essenza stessa della chiesa. Il vescovo, i miei ex compagni di seminario e il mio vecchio padre spirituale, non hanno recepito le parole del Santo Padre di “andare controcorrente” , lasciando cadere la buona novella nel solito silenzio di circostanza.

Attualmente non vedo la luce di Cristo ma solo tenebre, perché fino quando la verità non tornerà ad essere pietra angolare ogni iniziativa, sermone risulterà vano e inconcludente. Per questo continuo a credere, che prima di essere credenti dobbiamo cercare di essere credibili.

Giuseppe Capano
 
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view post Posted on 7/10/2020, 15:49

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SCANDALO SESSUALE IN UNA DIOCESI PUGLIESE
Un ex seminarista: «Ho partecipato a delle orge itineranti tra laici e chierici»
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“Il vescovo non ammette di prendere lezioni né da giornalisti né da chi ha una vita che diverge dal Vangelo”. Con queste parole esordiva, esattamente due anni fa, mons. Luigi Renna, riferendosi allo scandalo che ha travolto la diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Precisamente, nel luglio del 2018 un paesino della provincia di Foggia, di poco più di 2000 anime, si ritrovò a dover fronteggiare uno scandalo senza precedenti: sui cellulari della piccola comunità arrivarono, da fonte tutt’ora ignota, diverse foto dell’ex parroco don Michele De Nittis nudo nella propria abitazione. Al di là della veridicità delle foto, l’opinione pubblica del paese si divise, contestando la realtà dei fatti; ma la stessa chiesa diocesana, seppur contro voglia, ammise la terribile vicenda. Il vescovo, ben consapevole della gravità dei fatti, cercò subito di insabbiare tutto, scaricando la colpa sui cittadini di Candela, negando addirittura il segno di pace nelle celebrazioni quotidiane. Un gesto veramente grave, che ha fatto parlare in lungo e in largo, ma al vescovo non interessava, perché il suo unico obiettivo era quello di non far trapelare la notizia. Ovviamente gli episodi che si stavano verificando a Candela, finirono sotto la lente di ingrandimento della stampa locale e nazionale.

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A rompere il ghiaccio sulla vicenda ci pensò Francesco Mangiacapra, famosissimo escort di prelati, con il suo dossier che continua a far tremare la Chiesa italiana. Lo stesso Mangiacapra, rispondendo alla nostra redazione, ha rilasciato in queste ore un’esaustiva memoria dei fatti, ponendo numerosi interrogativi: “Una partita a scacchi, quella del mons. Renna, alla ricerca della verità sul caso di don De Nittis, che non è finita ma che continua con uno spostamento di pedine. C’è stata poca chiarezza da parte del vescovo e ad oggi non si capisce se si sia mai svolto un processo canonico o se, piuttosto, tutto si sia sommariamente risolto con una semplice ammonizione”.

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In realtà, il diritto canonico (Cic 1983) non prevede che la pena sia resa pubblica ai fedeli, ma quanto meno si invita alla chiarezza e alla trasparenza verso il popolo di Dio. Nel contempo, il vescovo parla di un processo svolto nei confronti del parroco De Nittis; un procedimento resosi necessario dopo la testimonianza di un laico (ex seminarista) che ammette di aver partecipato a festini erotici in cui era presente anche don Michele De Nittis: “Ho partecipato alle orge itineranti che si sarebbero consumate tra laici e chierici in quel di Candela”. Pertanto oltre allo scandalo delle foto hot si aggiunge quest’altro elemento di vitale importanza, dove si evince un sistema ben collaudato di incontri a luci rosse tra parroci e laici. Da quello che emerge, l’ex parroco del paese al confine con la Campania, era ben avvezzo a questi spostamenti che chiariscono in maniera ineccepibile una piaga da sempre presente all’interno della chiesa.

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A risvegliare il malumore e le perplessità della comunità di Candela e dell’opinione pubblica italiana, comunque, ci ha pensato lo stesso vescovo Luigi Renna, apparendo in diretta tv e sui canali della diocesi con don De Nittis. Nella nostra ricerca, abbiamo trovato delle foto recenti su Facebook in cui il vescovo della Diocesi Cerignola-Ascoli Satriano è don De Nittis, sono ritratti mentre celebrano messa insieme. Uno schiaffo morale a tanti fedeli che hanno sofferto a causa di questa vicenda, ma il vescovo ha ben pensato di reintrodurre il sacerdote in sordina, buttandosi alle spalle, come se nulla fosse, tutti i precedenti.

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Francesco Mangiacapra che, come detto prima, ha un peso importante con le sue rilevazioni, durante la breve intervista rilasciata all’InternationalwebPost, ha aggiunto: “A mio avviso, il tutto dovrebbe passare da un ravvedimento e soprattutto dalle scuse pubbliche da parte di un sacerdote che ha degli obblighi morali. Inoltre, bisogna anche tenere conto del fatto che in questa storia sono intervenuti a testimoniare dei soggetti terzi, per questo il vescovo non dovrebbe continuare a gestire questa situazione senza esprimersi, solo per il pretesto di tutelare la buona fama del don (De Nittis, ndr).

cms_19380/0.jpgConcludo auspicando che il vescovo possa presto chiarire pubblicamente le sorti e il futuro di don Michele De Nittis, per ribadire alla sua comunità di continuare a rappresentare degnamente non solo l’autorevolezza della propria mitria ma soprattutto i doveri morali che essa rappresenta”.

La verità avrà vita difficile fino a quando non si deciderà di lasciare spazio al Vangelo. Gli interessi personali e la paura di uno scandalo non devono minare le basi di nessuna comunità cristiana. Nessun vescovo o sacerdote ha il diritto di abusare della ingenuità del popolo fedele, perché esso merita rispetto e comprensione. Tutto questo si spera che si possa risolvere nel più breve tempi possibile, perché certe vicende indeboliscono la credibilità della chiesa.

Pianeta terra, 07 Ottobre 2020 ore 16:44
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view post Posted on 9/10/2020, 12:37
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Una persona dove prenderebbe il coraggio di seguire la fede cristiana se hanno la faccia tosta a riabilitare un maiale del genere? Poi si lamentano che non ci sono più vocazioni. Ma andate a da via i ciapp, cujòtt
 
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11 replies since 30/7/2018, 15:11   4331 views
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