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L'Argentina di papa Francesco verso la legalizzazione dell'aborto, Passa la legge alla Camera. Si attende il SI definitivo al Senato, tra le proteste della Chiesa

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view post Posted on 16/6/2018, 21:44

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Passa la legge alla Camera. Si attende il SI definitivo al Senato

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https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/1...senato/4428097/

Argentina, la Camera approva la depenalizzazione dell’aborto. Resta l’ostacolo del Senato
Argentina, la Camera approva la depenalizzazione dell’aborto. Resta l’ostacolo del Senato
L'interruzione, stando al progetto di legge, sarà consentita in forma "sicura, legale e gratuita" fino alla quattordicesima settimana di gestazione e anche dopo solo se la gravidanza è frutto di violenza sessuale, se la madre è in pericolo di vita o ci sono malformazioni del feto incompatibili con la vita. Il presidente Mauricio Macri, pur non essendo a favore, ha scelto di non esprimersi

di Adele Lapertosa | 14 giugno 2018
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Più informazioni su: Aborto, Argentina
Quale che sia il risultato finale, quella del 14 giugno è stata una giornata storica per l’Argentina: la Camera dei Deputati ha approvato il progetto di legge che depenalizza l‘aborto e lo consente in forma “sicura, legale e gratuita” fino alla quattordicesima settimana di gestazione, per ogni donna che lo richieda, e dopo questo termine solo se la gravidanza è frutto di violenza sessuale, se la madre è in pericolo di vita o ci sono malformazioni del feto incompatibili con la vita. Il sì, che sembrava sempre più a rischio nelle ultime ore, è arrivato alle 9.51 del mattino (le 14.51 italiane) dopo una maratona di voto di oltre 23 ore, a tratti drammatica e con vari colpi di scena, con 129 sì, 125 no e un’astensione. Adesso il testo passa al Senato.

Non è la prima volta che in Argentina si cerca di rendere più permissiva la legge sull’interruzione di gravidanza. Il primo tentativo c’è stato nel 2005 e dopo di allora ne sono seguiti, senza successo, altri sei. Nel frattempo, secondo le cifre del ministero della Salute argentino, sono morte 3.000 donne a causa degli aborti clandestini. A fare la differenza questa volta ha contribuito la grande mobilitazione popolare che ha accompagnato fin dall’inizio il dibattito parlamentare, con tanto di marce per la strada e occupazioni delle scuole, e il fatto che il presidente Mauricio Macri, pur non essendo a favore, abbia scelto di non esprimersi, annunciando fin dall’inizio che avrebbe accettato il risultato della decisione parlamentare, senza usare il diritto di veto che la legge gli riconosce. Lui stesso ha posto l’accento, poche ore dopo il voto, sul “dibattito storico, proprio di una democrazia”, che ha permesso di “dirimere con rispetto e tolleranza le differenze”, nella coscienza che “il cammino del dialogo è quello che può rendere forte il nostro futuro”.

Tuttavia la vittoria, come mostrano anche le cifre, è avvenuta sul filo di lana e non è stata per niente scontata. Il dibattito, lungo ed estenuante con più di 100 che hanno preso la parola, è stato seguito in tempo reale da migliaia di manifestanti – da un lato l’Onda verde (Ola verde) a favore, e dall’altro gli Azzurri, contrari – assiepata fuori dal Parlamento, nonostante il freddo dell’inverno australe ormai incipiente. All’inizio sembrava sicuro il sì, ma piano piano aumentavano le intenzioni di voto contrarie, tanto da arrivare ad un certo momento a 128 contrari e 126 a favore. Nelle prime ore del mattino la svolta ormai insperata, con alcuni deputati peronisti della Pampa e della Terra del fuoco, che inizialmente a favore del no hanno poi cambiato idea, fino al voto finale, con un piccolo incidente sul finale. Inizialmente infatti i sì contabilizzati erano stati 131 e 123 i no, ma poi due deputati hanno protestato perché il loro voto negativo era stato contato come positivo, facendo correggere il risultato finale della votazione in 129 sì, 125 no, e una astensione.

Adesso la palla passa al Senato, che dovrà aspettare una settimana prima di iniziare la discussione. Teoricamente i senatori possono bocciare il progetto di legge o modificare il testo e rimandarlo alla Camera, e il dibattito protrarsi per le lunghe. Ma i capigruppo al Senato dei due partiti di maggioranza, Miguel Angel Pichetto del Partito giustizialista, e Luis Naidenoff di Cambiemos, hanno dichiarato che ci sono i numeri per far passare la legge, secondo loro addirittura a luglio, mentre altri pronosticano a settembre. La Conferenza episcopale argentina, che si è detta addolorata per il voto, spera invece che al Senato si possano elaborare progetti di legge “alternativi”, nell’ambito di un dialogo “sereno e riflessivo”. Quale che sarà il risultato finale, indubbiamente si tratta di una pagina importante non solo per l’Argentina, ma anche per l’intero continente latinoamericano, dove l’aborto, consentito solo con pochissime eccezioni, è solo uno dei diritti su cui le donne hanno intrapreso una battaglia, per una maggiore parità di genere, in paesi dove il maschilismo è ben radicato.

https://www.ilpost.it/2018/06/14/argentina...-aborto-camera/
MONDO GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2018
L’Argentina ha fatto un passo verso la legalizzazione dell’aborto
La Camera ha approvato una legge molto più avanzata dell'attuale, nonostante l'opposizione del presidente e della Chiesa

Buenos Aires, 13 giugno 2018 (EITAN ABRAMOVICH/AFP/Getty Images)
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La Camera del Congresso dell’Argentina ha approvato una proposta di legge per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, che ora è concessa solo in caso di stupro o se la salute della donna sono in pericolo. La nuova proposta di legge – contro cui si è schierata con forza la Chiesa cattolica – è stata votata con 129 sì, 125 no e un astenuto, e passerà ora all’esame del Senato. La nuova legge prevede la possibilità di abortire in modo legale, sicuro e gratuito entro la quattordicesima settimana, indipendentemente dalle circostanze.



Malena Galmarini

@MalenaMassa
Deseo que en cada demanda, el Congreso represente al Pueblo como en este tema... Falta el Senado. Ahora la responsabilidad es doble: que se cumplan las leyes de Educ Sex Integral, Salud Sex y Reproductiva y que esta ley sea para excepciones. Gracias a todxs!

16:10 - 14 giu 2018
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Il dibattito alla camera è cominciato alle 11 di mercoledì 13 giugno, ora locale, ed è durato quasi 23 ore senza interruzione mentre fuori, per tutto il tempo, sono state organizzate manifestazioni, veglie e presidi: la piazza è stata divisa da una barriera in modo che i due schieramenti contrapposti non potessero entrare in contatto. I movimenti a favore della legalizzazione si riconoscono dai fazzoletti verdi e sono riuniti nel movimento femminista Ni una menos, nato nel 2015. Le femministe sostengono che la scelta del Parlamento non sia tra aborto o no, ma tra aborto legale o aborto clandestino.


Giovani attivisti e attiviste a favore della legalizzazione mentre dormono fuori dal Congresso, Buenos Aires, 13 giugno 2018 (EITAN ABRAMOVICH/AFP/Getty Images)

I movimenti contrari all’aborto sono riconoscibili anche dai fazzoletti rosa e azzurri che indossano. Nella serata di ieri, poco lontano dal Congresso, hanno montato un maxischermo su cui è stata proiettata l’ecografia eseguita in diretta da una dottoressa su una donna incinta: la dottoressa diceva «Non venite a dirmi che questo è solo un grumo di cellule».


Ora il progetto di legge passerà al Senato, che potrebbe impiegare diverse settimane prima di cominciare la discussione. Il voto, scrive il quotidiano argentino Clarín, potrebbe svolgersi il prossimo settembre. L’articolo 81 della Costituzione argentina dice che se un progetto viene respinto da una delle due camere «non potrà essere ripresentato nelle sessioni di quello stesso anno». Se il Senato non approverà il progetto già votato alla camera, quindi, prima di un anno in Argentina non si tornerà a parlare di interruzione di gravidanza. Se invece anche il Senato voterà a favore, il progetto diventerà legge. Il presidente dell’Argentina potrà comunque porre il veto e respingere totalmente o solo in parte ciò che è stato approvato dal Congresso. Mauricio Macri, che è esplicitamente contrario alla legalizzazione, ha detto che se la legge dovesse definitivamente essere approvata, lui non porrà il veto.

La proposta di legge in discussione prevede l’aborto come diritto fino alla quattordicesima settimana (terzo mese di gravidanza) e oltre la quattordicesima in tre casi (stupro, pericolo per la vita della donna e gravi malformazioni fetali). Include l’aborto nel programma medico obbligatorio (PMO), come dunque una prestazione medica di base, essenziale e gratuita, e stabilisce un tempo di 5 giorni dalla richiesta entro i quali deve essere garantito l’accesso al servizio. Secondo gli ultimi sondaggi i due terzi della popolazione argentina sono favorevoli della legalizzazione.

In Argentina l’interruzione volontaria o indotta della gravidanza è illegale ed è punita con il carcere. Nei fatti, in Argentina così come negli altri paesi in cui l’aborto è criminalizzato, c’è un doppio livello: alcune donne riescono a ottenere aborti relativamente sicuri (ma sempre illegali) assumendo il misoprostol o affidandosi a medici privati per un aborto chirurgico, ma sono le donne che possono permetterselo e non sono molte. Per il misoprostol è molto complicato ottenere una ricetta, e ha un costo che la maggior parte delle donne e delle adolescenti non può permettersi; per questo molte donne sono costrette ad assumere sostanze poco sicure e senza alcun controllo. I principali problemi si presentano dunque dopo la procedura. Anche in questo caso, mentre le donne che possono permetterselo si rivolgono a medici privati se qualcosa non va, a tutte le altre non resta che andare negli ospedali pubblici, dove il personale potrebbe però denunciarle alla polizia.

Nel 2014, l’ultimo anno di cui sono disponibili dati ufficiali, in Argentina 47 mila donne sono state ricoverate in ospedale per complicazioni post-aborto. Sebbene la grande maggioranza sia stata curata e mandata a casa, ci sono stati dei casi di denuncia. Nel 2016 una ragazza di 27 anni che aveva avuto un aborto spontaneo è stata condannata a otto anni di carcere per omicidio, dopo che il personale dell’ospedale l’aveva accusata di esserselo indotto. Infine, nonostante la legge argentina consenta l’aborto in casi estremi, la sua situazione è di fatto simile a quella dei paesi dove l’aborto è assolutamente vietato: in molte province la legge non viene applicata o viene ostacolata in tutti i modi.
 
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