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Dopo la caduta il vescovo di Brindisi abolisce il Corpus Domini a cavallo: "carrozza o calesse", Non se lo sogna di farsela a piedi. Dopo 764 anni i cavalli aggiungeranno al pingue prelato una pesante carrozza

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view post Posted on 15/6/2018, 09:47

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Non se lo sogna di farsela a piedi. Dopo 764 anni i cavalli aggiungeranno al pingue prelato una pesante carrozza

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Dopo la caduta niente più Corpus a cavallo, l'arcivescovo: «Quanto affetto»
Dopo la caduta niente più Corpus a cavallo, l'arcivescovo: «Quanto affetto»
di Elda DONNICOLA



BRINDISI - Visibilmente provato, ancora dolorante e convalescente ma profondamente addolcito dall’enorme vicinanza ed affetto che ha ricevuto dal 3 giugno ad oggi, giorno del Corpus Domini che gli è costata una rovinosa caduta da cavallo, da qualche giorno l’arcivescovo di Brindisi-Ostuni Domenico Caliandro è tornato a casa. L’intera comunità si è stretta attorno al padre della chiesa locale. Decine e decine di messaggi gli sono stati recapitati negli ultimi dieci giorni, anche dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli dove è stato prima di arrivare a Brindisi e persino dalla Diocesi di Ugento dove era stato prima ancora. Non vi è chi non abbia saputo della rovinosa caduta da cavallo di monsignor Caliandro nel corso della processione del Corpus Domini a Brindisi, unica città dove la processione con il simulacro del Santissimo si svolge a cavallo.
Malgrado i suoi 72 anni ancora da compiere e qualche problema di salute, l’arcivescovo non se l’era proprio sentita, almeno fino ad allora, di abolire una tradizione così cara ai brindisini e anche per questa edizione, con grande sforzo, aveva deciso di salire sul cavallo, di abbracciare con la sua veste il simulacro del Santissimo e di far partire il corteo dei fedeli per le vie della città. Solo pochi passi e al primo piccolo scossone del cavallo in via Montenegro, la cinghia che manteneva la sella si è spezzata causando la caduta del vescovo, il successivo trasporto in ospedale, cinque costole rotte e una sesta compressa. «Sono stato molto male – racconta adesso monsignor Caliandro – solo oggi per la prima volta sono riuscito ad alzarmi e a muovere qualche passo, ma è stato davvero molto doloroso, le costole rotte sono dolorosissime». Monsignor Caliandro, in quel momento, non si è reso conto che ci fosse qualcosa che non andava, in caso contrario avrebbe chiesto aiuto. «Non mi sono accorto di niente – dice –, ricordo solo che ho sentito il cavallo che si torceva malgrado fosse un animale particolarmente docile. Tutto è accaduto in un attimo e sono caduto per terra». Peccato che non ci fosse stato qualcuno nelle immediate vicinanze quantomeno per attutire il colpo. «La cinghia si è completamente spezzata – conferma monsignor Caliandro – me l’hanno fatta vedere. In realtà quella sella andava ingrassata con qualche unguento, era una sella che aveva 60 anni e non era mai stato fatto. Io stesso ci avrei dovuto pensare, sono stato superficiale, mio padre me lo aveva insegnato che i finimenti vanno ingrassati. Non avendolo fatto, il cuoio con il passare del tempo è divenutato sempre più duro, come un cartone, e alla fine non ha più retto».
Caliandro è stato inondato da manifestazioni di affetto. «Ringrazio tutti di vero cuore – afferma con un pizzico di commozione – ho ricevuto tantissimi messaggi anche da Gallipoli e dai sacerdoti di Ugento. Anche in ospedale ho ricevuto un grande sostegno da parte di tutti i medici e dal personale tutto, ringrazio tutti con affetto».
A preoccupare l’arcivescovo sin dai primi momenti dell’incidente è un appuntamento che lo attende per il 28 giugno. «Devo ordinare quattro sacerdoti, tre della nostra Diocesi e uno di Guagnano – dice – è molto importante, spero di farcela, farò di tutto per farcela». Per ora è ancora tempo di riposo e di convalescenza per l’arcivescovo ancora dolorante, ma sul prossimo Corpus Domini c’è già un punto fermo, è evidente che monsignor Caliandro non salirà più a cavallo. «Ho ricevuto un ammonimento da parte dei vescovi che si sono riuniti per l’occasione – rivela – ritengono che sia giunta l’ora di abolire questa tradizione. Per quanto mi riguarda con i miei consiglieri studierò una forma alternativa magari utilizzando una carrozza o un calesse e se non sarà possibile porterò il Santissimo a piedi come si fa in tutte le altre città».
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Venerdì 15 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 06:50

www.senzacolonnenews.it/apertura/it...a-800-anni.html
Addio cavalcata del vescovo, dopo la caduta di Caliandro la tradizione cambia dopo 800 anni | VIDEO
10 giugno 2018

Quella di domenica scorsa potrebbe essere stata l’ultima processione con il vescovo a cavallo per il Corpus Domini di Brindisi: dopo l’incidente che ha visto protagonista monsignor Domenico Caliandro, caduto rovinosamente dal cavallo con frattura di varie costole, la Curia brindisina ha deciso che dal prossimo anno la processione si svolgerà in maniera diversa. Probabilmente ci sarà ancora il cavallo, ma l’arcivescovo non monterà giù in sella.
“Cercheremo di mantenere viva la tradizione, ma non possiamo rischiare l’incolumità dei vescovi”, spiega don Fabio Ciollaro, vicario generale della Curia e in questi giorni “sostituto” dell’arcivescovo.
“Troveremo una formula che, rispettando la storia, non crei altri pericoli. I vescovi sono spesso anziani e non è il caso di metterli in pericolo”.
Don Ciollaro la notte scorsa ha incontrato i fedeli a Jaddico, dove intorno all’una, è giunta la processione di fedeli che come ogni anno, per dieci chilometri, ha portato la statua di Maria dal rione Commenda sino al santuario.
La messa è stata dedicata anche a monsignor Caliandro, come ringraziamento alla Madonna per il suo rientro a casa, dopo quasi una settimana di ricovero nel reparto di Pneumologia dell’ospedale Perrino.
“Per il momento saranno ridotti a minimo gli incontri del vescovo”, ha spiegato Ciollaro. “Ma è vigile e continuerà ad occuparsi delle vicende principali della Curia”.

Ultima modifica: 10 giugno 2018
 
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