http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2...127c401dbc.htmlSacerdote arrestato presto dal Gip
Telecamere registrano schiaffi e umiliazioni a disabili
PIACENZA
11 novembre 2017
15:32
PIACENZA, 11 NOV - Comparirà davanti al gip di Piacenza nei prossimi giorni il sacerdote piacentino di 60 anni, don Angelo Bertolotti, arrestato due giorni fa dalla polizia con l'accusa di maltrattamenti nei confronti di disabili del Centro accoglienza e spiritualità 'Enrico Manfredini'.
Difeso dall'avv.Andrea Perini, che non ha rilasciato dichiarazioni, il prete abita nel centro Manfredini che gestisce in via Beati e che da trent'anni accoglie persone con problemi psichici. Don Bertolotti, colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita nello stesso centro Manfredini, verrà ascoltato nell'interrogatorio di garanzia dal giudice, il quale dovrà poi pronunciarsi sull'eventuale misura cautelare da applicare.
La vicenda ha tenuto impegnati gli investigatori per mesi: l'indagine è partita i primi di settembre dalle segnalazioni di un ex collaboratore di don Angelo, la Procura ha aperto un fascicolo e la Squadra mobile ha collocato nella struttura telecamere che hanno registrato schiaffi e insulti.
www.piacenzasera.it/app/facebook-84466.jsp"Maltrattamenti su disabili nel centro di accoglienza" Arrestato sacerdote
10 novembre 2017
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La Procura di Piacenza
Maltrattamenti aggravati e continuati su disabili.
E' la pesante accusa che ha fatto scattare le manette ai polsi di don Angelo Bertolotti, 60enne sacerdote piacentino responsabile del Centro Manfredini di via Beati a Piacenza, struttura di accoglienza che ospita persone disabili.
Le indagini, condotte dalla squadra mobile della questura sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, sarebbero scattate - come riferito anche dal Tg regionale della Rai - dopo una denuncia arrivata alla polizia: gli agenti hanno quindi posizionato telecamere all'interno del centro, le cui immagini avrebbero documentato le violenze alle quali venivano sottoposti gli ospiti: si parla di schiaffi, insulti e umiliazioni.
Vessazioni che si sarebbero ripetute in più occasioni.
Il religioso, che si sarebbe giustificato affermando di aver sempre lavorato nell'interesse dei disabili, si trova ora nel carcere delle Novate.
www.centromanfredini.com/centro.htmlIlCentro
Aperto tutto l'anno, ospita una comunità di ragazzi disabili senza famiglia.
La nostra storia inizia
..tanti anni fa quando ancora seminarista fui incaricato di seguire una parrocchia del centro storico di Piacenza nel suo lavoro pastorale. È nata una piccola comunità di giovincelli con una caratteristica particolare: una strettissima convivenza.
Ci trovavamo tutti i giorni per la S. Messa e il vespro.
Mi sembrava bello presentare l’esperienza cristiana non con belle chiacchiere isolate dalla vita, ma con gesti precisi e decisi: la preghiera, lo studio insieme, la diffusione della stampa cattolica, i momenti di catechesi, la caritativa e le vacanze.
(a lato don. Angelo Bertolotti)
Don Angelo Bertolotti
L’esperienza funzionò e la nostra sede fu per parecchio tempo il piazzale della chiesa e questa realtà visibile a tutti, provocava ora letizia, ora perplessità.
(Le mamme sono contente di parcheggiare i loro adolescenti all’ombra del campanile, ma diventano un po’ isteriche quando la fede dei loro figli e figlie continua anche nell’età più adulta, terrorizzate dal fatto che uno va ancora dal prete a 20, 25 anni: “Farà il prete o la suora?”)
Incuranti degli umori che ci circondavano, seguimmo quel positivo che ci teneva uniti e ci faceva camminare, crescere e lavorare sodo: Cristo Gesù Salvatore.
Semplificando, questo vivace contesto, nonostante le ovvie difficoltà e resistenze, si consolidò.
Uno dei momenti centrali e più significativi e aggreganti, furono le vacanze estive che assomigliavano più ad esercizi spirituali, qualcuno ha detto.
Ma a noi risultavano, forse per questo, più vacanze che mai.
A quei tempi, come oggi, l’ente pubblico preposto all’assistenza sociale era solito interpellare le parrocchie e le varie comunità affinché prendessero con sé giovani portatori di handicap più o meno gravi, per il periodo estivo. Così facemmo anche noi. Questa forma particolare di caritativa mi sembrava una benedizione, perché pensavo: “Di solito l’amicizia, quando inizia, va un po’ per simpatia, ed è difficile voler bene ad uno perché c’è e basta, e se c’è è figlio di Dio. La presenza di questi amici particolari ci aiuterà ad essere più attenti a tutte le persone, grazie al loro esplicito ed esigente richiamo”. E così per diversi anni. E siccome gli anni passano e i bimbi crescono, arrivò il momento in cui alcuni dei nostri amici particolari, persero i genitori, ormai anziani, e li vedevamo finire o in ospizi, o in istituti o in situazioni disagiate. Fu allora che dissi: “Il Signore ci sta parlando. Stiamo facendo finta di non sentire, di non vedere? Se è vero, come è vero, che il Signore parla attraverso le circostanze, se è vero che la prima parola di Dio è la vita, se la Sua grammatica e il Suo alfabeto sono i volti nella loro realtà, raccogliamo il messaggio. Mettiamo su famiglia per loro”.
Il salone del centro Manfredini
E siccome non credo alle mezze misure anche perché non mi risulta che Gesù abbia detto di fare un po’ di bene o di fare del volontariato, ma di dare la vita, partii subito con una proposta radicale. La casa famiglia doveva essere famiglia, con tutte le conseguenze e senza sconti o ferie di alcun genere. Nacque nel 1988 la cooperativa “Centro di Spiritualità ed Accoglienza Enrico Manfredini”. Manfredini fu vescovo a Piacenza per 15 anni, morì arcivescovo a Bologna, e tutti noi lo ricordiamo vivo nella memoria perché ci fu grande guida spirituale nei primi passi. Dunque una casa famiglia per portatori di handicap fisico o psichico adulti orfani. Pasqua, Natale, estate, inverno, lavoro e vacanze, niente part-time, ma una vera famiglia.
E così, senza fare 1000 incontri a tavolino, e senza nominare commissioni e sottocommissioni, ci buttammo nell’avventura. Un prete e una cuoca all'inizio, e poi tanti volontari. Ed eccoci qua al compimento del nostro quarto anno di vita che va. Le case famiglia di 6 persone ciascuna sono diventate 2, gli educatori qualificati sono diventati 5, i volontari sono rimasti numerosi.
Preghiamo perchè ci aiuti sempre
Abbiamo aperto, grazie alla immediata collaborazione e sollecitazione dell’amico Vittadini, una lavanderia a secco, che fa servizio pubblico per l’inserimento lavoro delle ragazze; successivamente un laboratorio di attività artigianale per l’assemblaggio per conto terzi di prodotti vari, per l’inserimento lavoro dei ragazzi. Mi sto preoccupando perché la rincorsa presa si è rivelata inarrestabile, ma guai frenare le mozioni dello Spirito; occorre, come qualcuno continua ad insegnarci, lasciarci trasportare dall’audacia della fede. La cosa bella è che in mezzo all’indifferenza dell’ente pubblico, alle perplessità di molti anche nella Chiesa, alle comprensibili difficoltà quotidiane, ci sono diverse persone tra i cosiddetti volontari, dedite a questo per vocazione definitiva. Forse questa è la nostra forza per grazia e non per meriti particolari.