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Comunione ai divorziati solo se non fanno sesso, Il card. Antonelli spiega come papa Francesco è misericordioso con chi vuole rifarsi una vita

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view post Posted on 30/1/2018, 16:34

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Il card. Antonelli spiega come papa Francesco è misericordioso con chi vuole rifarsi una vita

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“Comunione ai divorziati risposati solo se non fanno sesso”
Il cardinale Ennio Antonelli, ex presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, interviene nel dibattito sul Sinodo di ottobre sulla famiglia
REUTERS

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Pubblicato il 08/07/2015
Ultima modifica il 08/07/2015 alle ore 20:08
GIACOMO GALEAZZI
CITTA’ DEL VATICANO
Ostia ai divorziati risposati se casti. Intervenendo nel dibattito ecclesiale in vista del Sinodo di ottobre sulla famiglia, il cardinale Ennio Antonelli definisce «perfettibile» la prassi vigente che ora nega la comunione a chi è unito in seconde nozze. Nel libro «Crisi del matrimonio ed eucarestia» (Edizioni Ares, con prefazione del cardinale Elio Sgreccia), l’ex presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia ed ex arcivescovo di Firenze sostiene che la concessione dell’eucarestia ai divorziati risposati si può anche prendere in considerazione, ma solo in situazioni particolari e a una condizione specifica: «la perfetta continenza sessuale», o almeno l’impegno «a vivere come fratello e sorella».




«Comunione ai divorziati risposati? Capiamo meglio il Vangelo» - VATICAN INSIDER



Soltanto in presenza di questo si può chiudere un occhio di fronte a qualche «ricaduta». Antonelli, legato al movimento dei Focolarini, si è laureato in lettere classiche all’Università di Perugia, ha insegnato per alcuni anni Lettere e Storia dell’arte nel liceo classico e nell’istituto d’arte. Dal 1968 al 1983 è stato docente di Teologia dogmatica all’istituto teologico di Assisi e ha insegnato nelle scuole di formazione teologica in varie diocesi dell’Umbria. Come segretario generale della Cei, è stato a lungo il braccio destro del leader dell’episcopato, Camillo Ruini.



Nell’ultima parte del pontificato di Karol Wojtyla, si è dedicato soprattutto alla preparazione degli Orientamenti Pastorali decennali della Chiesa italiana, in sintonia con le indicazioni date da Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica “Novo Millennio Ineunte”. Secondo il cardinale Antonelli «le unioni illegittime dei divorziati risposati e dei conviventi sono fatti pubblici e manifesti. La Chiesa le disapprova come situazioni oggettive di peccato. Se le approvasse quasi fossero il bene che al momento è possibile per essi, devierebbe dalla legge della gradualità alla gradualità della legge, condannata da san Giovanni Paolo II».



Inoltre «un deciso cambiamento pastorale è fortemente caldeggiato dai media; è largamente atteso dall’opinione pubblica e anche da molti cattolici, laici e chierici», ammette l’ex arcivescovo di Firenze ed ex presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, ricordando che «il cambiamento pastorale è ispirato dal desiderio di rendere la Chiesa più accogliente e attraente verso tante persone ferite dalla crisi del matrimonio, largamente diffusa nella società contemporanea». E «poiché le unioni illegittime sono fatti pubblici e manifesti, la Chiesa non può neppure trincerarsi nel silenzio e nella tolleranza. È costretta a intervenire per disapprovare apertamente tali situazioni oggettive di peccato», sottolinea il porporato.



Tuttavia, riconosce Antonelli, «è possibile che i conviventi soggettivamente non siano pienamente responsabili, a motivo dei condizionamenti esistenziali e culturali, psichici e sociali». È possibile perfino «che siano in grazia di Dio e abbiano le disposizioni interiori necessarie per ricevere l’Eucaristia». Tutto questo però «non si può presumere; deve essere verificato con un attento discernimento secondo la legge della gradualità». Insomma, «bisogna discernere se i conviventi sono davvero decisi a salire verso la vetta della montagna, che per essi è la perfetta continenza sessuale».



E «solo se c’è questo impegno sincero di conversione, eventuali passi falsi, eventuali ricadute nei rapporti sessuali possono comportare una responsabilità attenuata». E «quando nella Chiesa sotto la guida dei pastori si legge e si interpreta correttamente la Sacra Scrittura, il Cristo risorto rivolge ancora la sua parola agli uomini, una parola viva, carica della forza dello Spirito Santo». Insomma, «non insegna solo una dottrina, ma realizza un incontro e un evento di grazia: suscita la fede, rigenera chi ascolta e lo fa passare dalla morte alla vita, raduna il popolo di Dio e lo conduce per le sue vie».
 
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tanaca
view post Posted on 3/2/2018, 22:42




che faranno??? li controlleranno a distanza col bracialetto elettronico??
 
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1 replies since 30/1/2018, 16:34   2037 views
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