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Ascoli. "Il santone cura il tumore" con l'avallo della diocesi: "trasuda olio dalle mani", Il commercio dei batuffoli imbevuti del suo olio, chiede soldi ai fedeli, va in giro vestito da prete. Ma per la Curia nulla osta

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view post Posted on 26/9/2017, 14:39

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Promette di guarire dal tumore coi batuffoli, chiede soldi ai fedeli, va in giro vestito da prete Ma per la Curia nulla osta


Il veggente e p. Amorth

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17...1a382cc56.shtml


LA STORIA
«Il veggente cura malati di tumore»
Il vescovo D’Ercole: controlli in corso
Foto dei riti | I miracoli all’italiana
Si infittiscono le voci sul gruppo Amarlis, ispirato alla Vergine, che offre olio miracoloso. «Odore di incenso strano e fortissimo durante le funzioni: non sarà allucinogeno?» La diocesi di Ascoli: «Segnalazioni sia positive sia negative»
di Fabrizio Peronaci


«Se chiedono soldi, diffidate. Ovviamente le guarigioni non sono sicure...» «Occhio ai gioielli: non li consegnate se vi dicono che sono frutto del peccato». «L’incenso diffuso nell’aria annebbia la mente...» Ad Ascoli, da giorni, l’allarme-santone corre di bocca in bocca, e si irradia fino a Roma, dove il presunto veggente della Beatissima Vergine abita. L’epicentro, come raccontato dal Corriere in seguito alle rivelazioni dei familiari di alcune ragazze irretite, si trova a una trentina di chilometri dal capoluogo marchigiano, in una frazione collinare, Quinzano di Force, famosa per la lavorazione del rame e le invasioni barbariche di una quindicina di secoli fa.

L’immagine della Vergine sopra un piatto contenente olio «trasudato»
È qui, nella chiesetta (non sconsacrata) di Santo Stefano, che l’associazione Amarlis si riunisce periodicamente per venerare la cosiddetta Madonna Giglio tra le spine, apparsa per la prima volta al fondatore il 22 gennaio 2013, e svolgere i suoi riti: dalla recita del rosario alla consacrazione di «Dame», che amano autodefinirsi suore, dal «battesimo» di adolescenti cui viene posata una pesante croce sulle schiena alle preghiere di ringraziamento per il fenomeno della trasudazione dell’olio («extravergine puro al 100%») dalle mani dell’«Illuminato» e da immagini sacre. L’attività, pubblicizzata sul web (senza però fare il nome del santone, che viene chiamato «il messaggero»), fin dall’inizio è stata avallata dalla Chiesa ufficiale e sostenuta dagli ambienti dell’esorcismo, a partire da quel padre Amorth (morto giusto un anno fa) noto come il più esperto cacciatore del Maligno dei tempi moderni, passando per l’ex vescovo africano Basile Tapsoba, accolto di recente dalla diocesi di Ascoli, fino a monsignor Andrea Gemma, ex vescovo di Isernia anche lui esorcista.

Miracolo all'italiana
Adesso che l’identità del veggente è stata svelata, però, una certa inquietudine serpeggia nel palazzo della Curia locale. In ambienti religiosi, presa visione di foto e video (alcuni dei quali prontamente cancellati) circolanti in rete, si invita alla cautela. E, soprattutto, ci si interroga. Sicuro che il giovane Christian Del Vecchio, abitante in un appartamento alto-borghese della capitale, originario dell’isola di Ponza, buongustaio, fumatore di narghilè, appassionato interprete di canzoni napoletane nelle serate in terrazza tra amici, nonché (stando al suo profilo Facebook) acceso militante filo-palestinese, piuttosto che condurre pecorelle nel gregge finirà per danneggiare gravemente la Chiesa? I dubbi sono in crescita sia per valutazioni politiche, dal momento che alcune frasi del fondatore di Amarlis («Israele=sionismo=satanismo=inciviltà», «Occupanti perversi omicidi») paventano rischi di estremismo, sia per il genere di proselitismo svolto. Non deve essere stato un caso se due giorni fa, appena rientrato da un pellegrinaggio a Fatima, il vescovo Giovanni D’Ercole, dopo gli ultimi sussurri arrivati alle sue orecchie, si sia precipitato a incontrare il sindaco di Force, Augusto Curti, per raccogliere notizie.

Il monsignore africano della diocesi di Ascoli e, alla sua sinistra, il veggente Christian Del Vecchio
Le voci parlano di modalità di «reclutamento» perlomeno sospette: «Per amor di Dio, io lo dico a tutti di fare attenzione, di non cascarci! - sbotta una fonte ben informata - Quelli di Amarlis puntano i malati di tumore: avvicinano i familiari con toni gentili e promettono di guarirli applicando sulla pelle batuffoli di olio miracoloso». Una delle adepte, arrivata ad Ascoli dopo aver fatto di corsa le valigie ed essere stata «prelevata» sotto casa, in un comune della cintura sud di Milano, da tre e o quattro collaboratori del gruppo (uno dei quali ragazzino), effettivamente sta vivendo la tragedia di una parente colpita dal cancro. Così come un’altra donna attiva in Amarlis, al punto da comportarsi come «una visionaria fanatica», raccontano in molti.
Altro aspetto da chiarire, il rischio della circolazione di sostanze psicotrope. «Un giovane che partecipava alle funzioni a Quinzano - garantisce un secondo testimone oculare che, tra molti timori, si è deciso a contattare il Corriere - è dovuto uscire all’aria aperta, a metà rito religioso, per respirare a pieni polmoni. L’incenso sparso in dosi massicce nella chiesa aveva un odore fortissimo e strano, mi ha raccontato. Come di stupefacenti, o allucinogeni». Suggestione popolare? Possibile. Ma la fonte incalza: «Stranamente, proprio quel giorno, dopo aver respirato l’incenso una ragazza ha avuto anche lei la visione della Vergine. E da quel momento non è stata più lei. Mah...»

Il vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole
Giallo irrisolto, insomma. Monsignor D’Ercole, una settimana fa, quand’era ancora in Portogallo sulle tracce di un’apparizione ben più famosa, aveva dato disposizioni ai suoi collaboratori di inviare ai giornali locali un comunicato ufficiale. «In seguito ad articoli di stampa apparsi in questi giorni circa Christian Del Vecchio e l’Associazione laicale Amarlis, si comunica che a codesta associazione la diocesi ha dato in affitto la canonica della chiesa di Quinzano». Rapporti di fiducia confermati, quindi: se il veggente paga addirittura l’affitto, vuole dire che qualche verifica (dall’esito positivo) in passato è stata compiuta. Nelle righe successive veniva precisato che il gruppo «non ha riconoscimento giuridico dalla diocesi di Ascoli Piceno» e che «il vescovo, già aggiornato della situazione, ne stava da tempo monitorando le attività, avendo ricevuto diverse segnalazioni sia positive che negative, con grande attenzione e prudenza». Parole neutrali, per rassicurare la popolazione. Che però non sono bastate. Di ora in ora, nelle terre dell’anisetta, il passaparola sul santone cresce, la gente si divide e tanti s’accapigliano... ([email protected])
26 settembre 2017 | 02:19

Edited by GalileoGalilei - 12/5/2018, 06:27
 
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view post Posted on 28/9/2017, 09:38

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http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17...0e731b92.shtml#

Amarlis, il santone a caccia di soldi «A noi seguaci chiese 60 mila euro» Strani riti e l’Iban sulla pagina Fb
Un supertestimone uscito dalla setta svela: «Christian Del Vecchio ci disse che doveva riscattare una casa a Napoli». Dubbi e contraddizioni. «Girava con tre telefonini. Raccontò che la Vergine gli era apparsa sul ramo di un albero»
di Fabrizio Peronaci


Il supertestimone che conosce guai e impicci della setta dell’olio miracoloso fa un mestiere importante, viene citato spesso nei giornali. Anche per vicende di primo piano. «Niente nome, età o altri dettagli», taglia corto. «Siamo intesi, bastano i fatti. Purché siano veri», replico. Lui – la fonte ben informata - il santone lo ha incontrato più volte. Anche in una chiesa. Quel Christian Del Vecchio amante della bella vita, fumatore di narghilè e acceso militante della causa palestinese («Israele=inciviltà», ha scritto su Fb), se l’è studiato bene. Ci ha parlato al telefono. Ha analizzato comportamenti e punti deboli, come la storia dei tanti (troppi?) familiari di malati di tumore aderenti al gruppo. Sa molto. E molto di più promette di rivelare quando questa storia di «bigotti e bizzocchi», come dicono dalle parti di Ascoli, in quel paesello chiamato Quinzano di Force già ribattezzato la Medjugorje delle Marche, verrà chiarita in ogni suo risvolto.

Il contatto con il capo di Amarlis risale a un anno fa, a Roma, dove l’Illuminato ha una delle sue residenze (appartamento elegante, altoborghese). «Sono credente, osservante - è la premessa del testimone dei fatti -. Io e altre persone ne avevamo sentito parlare per ragioni di fede ed eravamo curiosi. Il giovane Christian mi disse che la visione celeste l’aveva avuta davanti casa, a Napoli. Non doveva essere un posto in centro, dal momento che precisò, con tono emozionato, che la Madonna gli era apparsa sul ramo di un albero, non so se mentre era in finestra o in giardino». Come, come? Nel sito web c’è scritto che la Vergine gli si materializzò «in corridoio», mentre era «infermo» in casa, allettato, il 22 gennaio 2013. «Non lo so, forse si è confuso. All’inizio noi tutti abbiamo dato credito al personaggio, in quanto sapevamo dei suoi contatti con religiosi importanti, compreso padre Amorth, che era pure sempre l’esorcista ufficiale del Vaticano. Certo, il fatto che vestisse elegante, con maglioncini e scarpe di gran marca, ci parve strano, però può succedere. La fede è una faccenda intima, mi dissi, non bisogna fermarsi alle apparenze. Però, quando nei mesi successivi cominciò a chiedere danaro, tanto, i nostri dubbi diventarono certezze...»


L’ora della verità su Amarlis, insomma, si avvicina? Fede, superstizione o cos’altro? All’indomani dell’intervento del vescovo Giovanni D’Ercole, che ha annunciato un’indagine da svolgersi «con grande attenzione e prudenza», il passaparola sul gruppo devoto alla Madonna Giglio tra le spine ha rotto gli argini. Tanti parlano, sulla direttrice Ascoli-Roma. Ogni giorno di più. Anche se poi, immancabilmente, tutti alla fine implorano riservatezza («Per carità, temo ritorsioni»). La mia fonte è informata anche sulle parentele. Pesa le parole, dà la sensazione di conoscere bene la legge. «Christian - scandisce - opera in accordo con due o tre cugini. La sua forza sta nell’essere persuasivo, convincente. A noi seguaci aveva promesso che, su richiesta di Nostra Signora, come la chiama lui, presto avrebbe aperto non so bene se un santuario o un centro spirituale».

Vero, questo dettaglio è confermato da più parti. Fino a pochi giorni fa, prima che scoppiasse lo scandalo, la chiesa di Quinzano ottenuta in affitto dalla diocesi di Ascoli veniva considerata una sede temporanea dove pregare, svolgere le consacrazioni di “suore” o “sacerdoti” e, se fortunati, assistere alla trasudazione dell’olio. Ma l’obiettivo dichiarato era un altro: traslocare. «Dopo le prime richieste di obolo ordinario, di poco conto, quasi scontate in qualsiasi gruppo di preghiera per mandare avanti l’attività - aggiunge la fonte - Christian ci stupì moltissimo quando se ne uscì con una cifra pazzesca: mi servono 60 mila euro per riscattare la casa, ci comunicò». Quale casa? «Intendeva quella di Napoli, dove lui ha sicuramente molte relazioni. Se ho capito bene era stata pignorata, c’era di mezzo Equitalia. Io e gli altri restammo perplessi, delusi: nei giorni seguenti, tra di noi, ci chiedevamo se la sua fosse ingenuità o megalomania».

Il finale della storia va da sé: «L’affare non andò in porto, ovvio. Quella richiesta esorbitante fece crollare la nostra fiducia». A parte qualche contatto recente, ognuno per la sua strada. E ora? Lui - il supertestimone - ha conservato «delle ricevute, delle prove, degli appunti». Ricorda tutto e sa molto altro. «Ti dico solo che girava con tre telefonini», mi spiffera in un soffio, prima di congedarmi. Chissà se un giorno tanti dettagli torneranno utili. Di certo c’è che da ieri, sussurrano in molti nella Medjugorje marchigiana, polizia e carabinieri hanno cominciato a occuparsi della vicenda, tenendo d’occhio qualcuno, prestando orecchio a tal altro... ([email protected])
27 settembre 2017 | 07:39
 
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view post Posted on 1/10/2017, 20:08

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www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/amarlis-1.3429363

Force, il veggente ha deciso di andarsene. Ecco la lettera inviata al vescovo
Christian Del Vecchio svolgeva la propria missione nella canonica di Quinzano con il gruppo Amarlis e negli ultimi giorni intorno a lui si era creato tanto mistero

Ultimo aggiornamento: 28 settembre 2017 ore 16:21

Ascoli, 28 settembre 2017 - Il discusso veggente Christian Del Vecchio ha deciso di lasciare Force. L'uomo, che ha un'età compresa tra i 30 e i 35 anni, ha infatti indirizzato una lettera al vescovo Giovanni D'Ercole, nella quale annuncia di volersi allontanare momentaneamente da Ascoli. Del Vecchio, fondatore del movimento 'Amarlis', più volte ha ribadito di aver avuto delle apparizioni e ritiene di aver scoperto un olio santo, trasudato da alcune piante, richiamando spesso tanti fedeli nella canonica della chiesa di Quinzano, frazione di Force, da ogni parte d'Italia.

Negli ultimi giorni il veggente ha fatto molto parlare di sé, suscitando una grande attenzione da parte dei media nei confronti di 'Amarlis'. “Per evitare alla diocesi il disagio che i media stanno creando prendendo di mira la mia persona e l'associazione decido, almeno per ora, di allontanarmi – ha scritto Del Vecchio nella lettera indirizzata al vescovo. Ringrazio lei, monsignor D'Ercole, per la comprensione e la vicinanza nella preghiera che spero assicurata. Intendo così essere più libero di potermi difendere e nel tutelarmi dalle calunnie e diffamazioni, cercando di evitare altri impicci alla diocesi e alla sua persona Eccellenza. Sono certo che la verità trionferà e per questo offro la sofferenza di questo momento e sono grato a tutti coloro che mi sostengono con il loro affetto e la loro preghiera. Mi metto come sempre, memore delle parole e promesse che mi fece Ella Medesima incaricandomi di questa missione, nelle mani della Santa Vergine, la Madonna Santissima. Perdono di cuore, benedico e prego per tutti coloro che, mossi da Dio solo sa quali ragioni, cercano di farmi del male. Chiedo perdono a lei e alla Chiesa tutta se pur non volendo, sono stato causa di divisione invece che di unità tanto desiderata dal cuore della Vergine. Offro specialmente per lei Eccellenza e per la sua missione sempre più attuale, ogni cosa 'al Datore di ogni bene'.

'Voglia la Santa Vergine benedirci tutti e vederci cantare, un giorno, insieme, come spine già fiorite in Paradiso – ha concluso Del Vecchio - per l'eternità i Suoi cantici e le meraviglie che Dio le ha dato. Sono certo che dal Suo trono di gloria la Madonna e coloro che le sono sudditi in cielo prenderanno cura della missione che fino ad ora ho svolto indegnamente'.

Immediata la risposta del vescovo. “Ho preso atto della libera e responsabile decisione del signor Christian Del Vecchio di lasciare, almeno per ora, la canonica di Quinzano dove con la sua associazione era in affitto, decisione assunta per non creare ulteriore disagio alla diocesi – ha replicato D'Ercole -. Non posso nel contempo non esprimere serena amarezza per la facilità con cui ho visto pubblicate notizie ritenute diffamatorie dall’interessato. La diocesi aveva già da tempo avviato in modo riservato e costante il necessario discernimento richiesto dalla Chiesa in presenza di tali fenomeni e ritengo che qui o altrove sia indispensabile proseguire questo delicato e indispensabile servizio alla verità e alla salvaguardia della fede, nel rispetto dei carismi che Dio suscita liberamente all’interno del popolo cristiano. A coloro che credono nella potenza della preghiera domando di proseguire a invocare lo Spirito Santo, e sono convinto che se questa è opera di Dio nulla potrà distruggerla, se invece è opera umana si spegnerà come un fuoco di paglia o si sgonfierà come una bolla di sapone”.
 
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view post Posted on 12/5/2018, 05:19
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https://www.msn.com/it-it/news/other/la-ch...coli/ar-AAx8AnK
La Chiesa assolve il santone dell’olio «Non è contro la religione cattolica» Viaggio nel boschetto dei miracoli
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Corriere della Sera
Fabrizio Peronaci
15 ore fa
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Ecco le città più felici (e infelici) d’Italia. La tua c’è?
La Chiesa, per ora, assolve il santone dell’olio miracoloso che amava le serate conviviali in terrazza, fumava il narghilè e, per allietare gli amici, cantava a squarciagola . Si è conclusa con un verdetto non negativo la prima fase dell’indagine canonica aperta lo scorso anno dalla diocesi di Ascoli sull’attività di Christian Del Vecchio, 29 anni, il fondatore dell’associazione “Amarlis - Madonna Giglio tra le spine” salito alla ribalta per le sue promesse di guarire i fedeli dal cancro con batuffoli di olio sgorgato dalle sue stesse mani. E’ stato l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Curia marchigiana a diffondere la notizia: «A esclusivo conforto della Comunità dei fedeli e di quanti amano ricevere ufficiali notizie, a nome del Vescovo di Ascoli Piceno (Giovanni D’Ercole, ndr) ben consapevole del suo mandato ecclesiastico, quest’Ufficio ritiene doveroso intervenire con la dovuta chiarezza sulla vicenda che coinvolge il sig. Del Vecchio Christian, con l’Associazione Amarlis, domiciliato nella canonica della parrocchia di Quinzano, Force (AP), evidentemente oggetto d’interesse diffuso». Fin da subito, quindi, si precisa che il santone è tornato nella chiesetta che la stessa diocesi gli aveva concesso in affitto e dalla quale, per prudenza, lo aveva allontanato lo scorso settembre, dopo i primi articoli di stampa.

«Nulla osta»

Poi la nota di monsignor D’Ercole entra nel vivo del procedimento: «Secondo le ‘Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni’, emanate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e seguendo la comune prassi ecclesiale, il Sig. Del Vecchio è stato sottoposto ad una indagine canonica specificamente istruita nel pieno rispetto delle procedure previste in ‘subiecta materia’. L’inchiesta canonica ha condotto una vigile e prudente analisi della vita e dell’attività del Sig. Del Vecchio Cristian e si è chiusa in questa prima fase con il pronunciamento ‘pro nunc nihil obstare’ (per ora nulla osta), non essendo emersi ad oggi elementi (atti o fatti) contrari alla disciplina della religione cattolica e/o violazioni di precetti morali, civili e penali». Con qualche cautela e fatte salve novità sempre possibili, dunque, una prima «assoluzione» è concessa.

Amarlis, quegli strani riti in chiesa

Denunciato dalla Stradale

Secondo la diocesi di Ascoli, dopo approfondimenti svolti anche a Roma, in Vaticano, il santone noto per le sue accese posizioni anti-Israele e la prassi di imporre le mani sui propri «consacrati» (sacerdoti e suore di Amarlis) può proseguire il suo apostolato e continuare a organizzare raduni di preghiera. Il riferimento ai «precetti morali, civili e penali», per la verità, qualche problema di valutazione nelle scorse settimane deve averlo posto, in quanto lo stesso Del Vecchio, laico a tutti gli effetti, è stato fotografato e ripreso da telecamere in più occasioni mentre indossava l’abito talare, in violazione dell’articolo 498 del codice penale (usurpazione di titolo). Alla fine l’«intoppo» - compresa la relativa denuncia della Stradale, che l’aveva sorpreso al volante vestito da prete e senza patente in autostrada, in provincia di Pavia - è stato evidentemente ritenuto ininfluente.

Olio da tutto il corpo

© Fornito da RCS MediaGroup S.p.A.
Diversa e di esito per ora non positivo, invece, è la conclusione della diocesi di Ascoli (d’intesa con l’ex Sant’Uffizio) per quanto riguarda i poteri miracolosi del presunto veggente Del Vecchio, il quale nel sito Amarlis (prima oscurato e riaperto nelle scorse ore) descrive non solo le decine di apparizioni della Vergine a partire dal gennaio 2013, ma anche la frequentissima trasudazione di «olio d’oliva purissimo» da «mani, viso, petto, collo, occhi, piedi e costato del messaggero (così si autodefinisce, ndr)», olio in quantità abbondanti poi offerto su Internet imbevuto in batuffoli, previo offerta in danaro da versare su apposito codice Iban (anch’esso pubblicizzato in Rete). «Quest’Ufficio - ha spiegato monsignor D’Ercole nella sua nota - informa che, mentre proseguono i previsti accertamenti e il necessario monitoraggio, ogni pronunciamento circa le questioni di carattere mistico e/o soprannaturale è sospeso in attesa d’indispensabili approfondimenti secondo quella prudenza che contraddistingue ogni indagine di questo tipo».

Il «collega» scomunicato

Sulle facoltà soprannaturali, insomma, il verdetto è in itinere. Del Vecchio per ora è considerato affidabile, al contrario del suo amico e «collega» santone Mario D’Ignazio, fondatore di un «santuario» mariano in provincia di Brindisi, scomunicato dalla diocesi pugliese tre anni fa: proprio al fianco di D’Ignazio, Christian fu visto e filmato in . Altro capitolo irrisolto, le relazioni con i «confratelli» della setta Amarlis e in particolare con una famiglia di Sessa Aurunca (Caserta), gli Orazzo, figlio e padre.

Con il vescovo eparchiale

Salvatore Orazzo era con Del Vecchio quando fu fermato in autostrada, mentre Nello tempo dopo venne spedito come «plenipotenziario» dell’associazione Madonna Giglio tra le Spine in una missione in Egitto, dove pronunciando il sermone si impappinò e al minuto 2’ e 11” testualmente disse: «Ho visto la Vergina 56 volte». Frequentazioni a dir poco controverse, come quando a Luxor Christian fu fotografato mentre dava la comunione ai «fedeli» sotto gli occhi del vescovo eparchiale, monsignor Emmanuel Bishay, oppure, di nuovo a Sessa Aurunca, quando don Norberto D’Amelio, un parroco sostenitore di Amarlis, venne aggredito da un padre infuriato perché la setta gli aveva «distrutto» la figlia. Nonostante le anomalie, resta il fatto che, allo stato attuale, non sono stati ravvisati ostacoli insormontabili: il «messaggero dell’olio» può proseguire la sua attività. E nel frattempo, rassicura il vescovo di Ascoli, «la comunità può rimanere in pace avendo consapevolezza che le autorità ecclesiastiche coinvolte, ciascuna in base alla propria competenza, sono presenti e attive quotidianamente a salvaguardia del deposito della fede e della disciplina ecclesiastica». ([email protected])
 
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view post Posted on 15/11/2020, 08:34

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https://www.ilgiornalepopolare.it/ascoli-p...are-il-vescovo/

ASCOLI PICENO – LA SETTA E IL SUO SANTONE INDEMONIATO FANNO SALTARE IL VESCOVO
Giuseppe Folchini 15/11/2020
DOPO LO SCANDALO E LA PARTENZA DEL VESCOVO VERSO IL MONASTERO DELLA SETTA SI SONO PERDUTE LE TRACCE. IL SANTONE, OSPITE DELLA CANONICA, SI SAREBBE SPACCIATO PER SACERDOTE MA NON SOLO.

Ascoli Piceno – Non c’è pace per la Chiesa cattolica, martoriata da scandali e corruzione. I vescovi cadono come birilli e non solo per vicende finanziarie. Mentre continua la saga giudiziaria, che coinvolge i vertici della segreteria di Stato Vaticana, con tanto di femme fatale, nella profonda provincia marchigiana, spesso ancora bigotta e superstiziosa, salta un altro porporato, il vescovo di Ascoli Piceno monsignor Giovanni D’Ercole: “…Una scelta sofferta ma libera – racconta in un video il prelato – in un momento difficile come questo, sento il bisogno di dedicarmi alla preghiera. Entro in un monastero…” .


Monsignor Giovanni D’Ercole
Nella Curia ascolana, invece, corrono voci di dimissioni ben poco spontanee, legate ad una torbida vicenda sulla setta Amarlis, guidata dal santone Christian Del Vecchio. La vicenda inizia nel 2017 quando vengono pubblicati dal Corriere della Sera alcuni articoli di Fabrizio Peronaci che denunciano la preoccupazione dei fedeli in merito alle attività della setta, ospitata addirittura nella canonica di Quinzano di Force in provincia di Ascoli.

Del Vecchio andava in giro promettendo la guarigione dei malati di cancro, con l’olio che colava dalle sue mani seguito dall’immagine della Santa Vergine che appariva nel giardino antistante la canonica spargendo tutt’intorno un intenso profumo di rose. Il santone, come se non bastasse la commedia, pubblicava in rete l’Iban per raccogliere fondi. Tutto ciò si sarebbe consumato con il silenzio-assenso dell’ex vescovo D’Ercole.


A sinistra Christian Del Vecchio: professione santone. Con padre Gabriele Amorth
Per sedare le voci intorno agli accadimenti sospetti la Chiesa locale svolgeva indagini su Amarlis, senza riscontrare illeciti nella condotta del santone. Solo successivamente, dopo l’inchiesta “seria” svolta da un plenipotenziario del Pontefice, si è scoperto che l’indagine precedente era stata condotta solo da una persona – e non da una commissione come da regolamento ecclesiastico – il parroco di Cupra Marittima, don Alberto Moriconi, il quale non si preoccupava nemmeno di sentire le presunte vittime, limitandosi ad ascoltare il parere degli adepti di Del Vecchio. E così nell’ottobre scorso la setta viene fatta sloggiare dalla canonica.


Il santone con Adua Del Vesco
La decisione era nell’aria da tempo, dopo che in Vaticano giungevano foto compromettenti del santone nelle quali si vede che l’uomo vestito da sacerdote, con tanto di tonaca, e un selfie scattato a Lourdes con l’attrice Adua Del Vesco, concorrente del Grande Fratello Vip. Nel giardino dove avvenivano le presunte apparizioni il giornalista Peronaci scopre ben nascoste delle essenze profumate che servivano a profumare l’aria di rose per rendere mistica la messinscena. Lo stesso don Alberto, riferiscono fonti ecclesiastiche anonime, pare fosse consumatore di cocaina. Mica di tisane al gelsomino o alla verbena.


Don Alberto Moriconi
Fino a qui la vicenda terrena, che potrebbe avere anche un seguito giudiziario, ma sembra esserci anche un risvolto diciamo ultraterreno. Sono le stesse fonti vicine alla Santa Sede a riferire che il Vaticano pare ritenga Christian Del Vecchio posseduto dal Maligno. Dieci anni fa, infatti, il santone si denudava in Piazza San Pietro al passaggio di Benedetto XVI, contenuto a fatica dai servizi di sicurezza, palesemente in stato confusionale.


Le vittime della setta
Nel giardino della canonica, concessa al santone, venivano rinvenute statue della Madonna abbandonate alle intemperie. Il posseduto da Belzebù, in pratica, si faceva schermo con simboli religiosi amatissimi dai fedeli mariani come una riproduzione a grandezza naturale della Vergine Immacolata. Addirittura riferiscono fonti bene informate che Del Vecchio sarebbe stato vittima di visioni e manifestazioni di fenomeni trascendentali come trasudazione e formazione di stimmate.


La statua della Madonna abbandonata
L’incaricato del Pontefice poneva contestazioni “teologiche” al vescovo dimissionario che avrebbe omesso di riferire dei “poteri” di Del Vecchio. Poteri probabilmente effettivi ma negativi, frutto di possessione demoniaca. L’uomo praticava il male e non il bene ed era orientato verso l’illegalità e il crimine, come la raccolta truffaldina di denaro per fedeli creduloni e, secondo alcuni, il presunto consumo di stupefacenti. Un ringraziamento a Fabrizio Peronaci e al suo gruppo di Giornalismo Investigativo per avermi supportato nella ricostruzione della vicenda.

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