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Nocera. Scambio politico mafioso su terreni della Curia. Prosciolto don Santoriello, sospeso dalla diocesi, Camorra, politica e preti in un vorticoso giro di interessi. Le mancate risposte della Diocesi

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view post Posted on 14/9/2017, 11:28

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Camorra, politica e preti in un vorticoso giro di interessi. Le mancate risposte della Diocesi


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Nocera Inferiore, Voto in cambio di soldi e piaceri: Quattro gli arresti, tra questi i candidati Ciro Eboli con il centrodestra e Carlo Bianco con il centrosinistra
Scritto da Tommaso D'Angelo, 22 agosto 2017

Pina Ferro

Un voto in cambio di 50 euro. Escamotage che non è servito alla rielezione ma che lo ha fatto finire nella rete della giustizia. L’asse politica e clan è stato bloccato al- l’alba di ieri dai carabinieri del Ros (reparto operativo speciale) del co- mando provinciale di Salerno. Quattro le persone finite in ma- nette con l’accusa a vario di titolo di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso ed estorsione. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale di Salerno su richiesta del pm Senatore della Dda. Nel corso dell’operazione sono state effettuate anche perquisizioni a carico di altri 19 indagati per il reato di corruzione elettorale. Al centro delle indagini del Ros i clan camorristici operanti nel- l’Agro nocerino sarnese e, in particolare, i loro interessi nel settore imprenditoriale. Uno il clan in particolare quello facente capo ad Antonio Pignataro. L’indagine è partita nel 2016 e prosegue quella che ha visto finire agli arresti i giovani protagonisti delle nuove leve criminali cittadine quelle che avevano animato la guerre per lo spaccio tra settembre e novembre dello scorso anno e riconducibili in parte ai fratelli Cuomo (Luigi cuomo è il cognato di Ciro Eboli). Seguendo queste indagini, gli uomini del colonnello Mabor sono risaliti al personaggio chiave dell’inchiesta, Antonio Pignataro tra gli ideatori dell’omicidio di Simonetta Lamberti vittima involontaria dell’agguato orchestrato nel 1982 a Cava de’ Tirreni per uccidere il padre il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina. L’uomo era agli arresti domiciliari per motivi di salute. Antonio Pignataro, detto “Zio Antonio” era riuscito a creare un nuovo nucleo associativo operando «dal balcone di casa». L’ordinanza è stata inviata anche al prefetto di Salerno per quanto di sua competenza e valutare tutti gli aspetti relativi all’inquinamento eventuale dell’attività amministrativa cittadina e della politica, trasversale alle ultime elezioni e che riguarderebbe «un sistema diffuso e trasversale a diverse formazioni politiche». L’obiettivo del clan era quello di realizzare un progetto di loro interesse per la mensa della Caritas, attraverso il cambio di de- stinazione d’uso di un terreno, cambio che sarebbe avvenuto at- traverso una delibera di giunta. Interessamento avvenuto tramite il vicesindaco della Giunta Romano Antonio Cesarano (e uno dei punti di riferimento dei Riformisti per Nocera che aveva appoggiato la coalizione Torquato nel 2012), il suo amico e candidato della lista Carlo Bianco.Nell’ultima tornata elettorale ‘Zio Antonio’ si è impegnato in prima persona per accrescere i voti di degli arrestati Ciro Eboli e Carlo Bianco. Il quarto ar- restato, Luigi Sarno avrebbe pro- curato voti al candidato Nicola Maisto, eletto nelle fila di Uniti per Torquato: Sarno era destinato agli arresti domiciliari ma, grazie al rinvenimento di cocaina nella sua disponibilità è finito in carcere.



Antonio Pignataro, il killer di Simonetta Lamberti condannato e liberato
Si era detto pentito per avere ucciso quella bambina di 11 anni, Simonetta Lamberti, tanto da accusarsi di aver fatto parte del commando. E così, l’anziano criminale era stato condannato a 30 anni di reclusione. Antonio Pignataro noto boss della Nuova Camorra Organizzata a Nocera Inferiore e che per un periodo era transitato anche nella Nuova famiglia, quel ultimo omicidio non lo poteva dimenticare. Ma poi, ottenuti gli arresti domiciliari, era tornato ad avere un ruolo di preponderanza nel panorama criminale e sociale di Nocera Inferiore tanto da volersi occupare di affari e di altre vicende compreso gli appoggi alla politica. È così, come hanno riferito gli stessi inquirenti, ha inventato la «camorra dal balcone», un modo nuovo che sottolinea come gli arresti domiciliari, in alcuni casi, non siano con- cedibili a persone con un curriculum pericoloso come quello di Pignataro, pure se ammalato, e che questi devono essere trascorsi eventualmente in case di cura cura, comunque lontano dal territorio che hanno contribuito con le loro malefatte a distruggere. Un cattivo esempio anche per altri componenti della famiglia, Pignataro, come lo è stato per il figlio Alessandro. Il giovane era av- viato su una strada diversa rispetto a quella del genitore ma già nel novembre 2015 era stato arrestato per furto di pneumatici a Batti- paglia e l’anno successivo condannato per per due rapine commesse tra Nocera Superiore a Cava de’ Tirreni. Insomma l’approssimarsi dell’uscita del genitore aveva avuto probabilmente un effetto deleterio anche sui familiari. Va ricordato che Nocera Inferiore come in altre realtà dov’è la ca- morra è stata molto presente, la liberazione di taluni criminali sol- lecita sempre le fantasie delle nuove leve delinquenziali e rappresentano un punto di unione e di raccordo tra vecchie e nuove leve criminali. Per questo sarebbe necessario scontare le pene lontano dalle pro- prie città o quantomeno in luoghi protetti e non accessibili a un vasto pubblico soprattutto quando i condannati hanno molti anni di reclusione da scontare e hanno un indubbio “cursus honorum” che può diventre un’arma per realizzare nuove strategia appena li- beri. Deve essere chiaro sempre e comunque chi commette gravissimi delitti va carcerato.

Ecco il modus operandi di “Zi ‘ntonio”
Spedizioni punitive, atti intimidatori, rapine, richieste di sconti su forniture e di assunzioni. Era attra- verso queste pratiche che Antonio Pignataro, alias Zio Antonio stava imponendo il proprio volere sul territorio di Nocera Inferiore, forte del suo passato. Per affermare il suo potere Zio Antonio si avvaleva di Ciro Eboli, Guerino Prudente, Aristide Castro e di certo France- sco (ancora non identificato. I quattro erano gli esecutori materiali degli ordini impartiti dal boss ristretto ai domiciliari. Pignataro era pronto a tutto per affermare la propria volontà o, punire sgarri subiti non solo da lui ma anche dai suoi familiari. Basti pensare alla spedizione punitiva posta in essere nei confronti di Y.S., reo di aver aggredito e picchiato il figlio di An- tonio Pignataro, Alessandro durante un incontro della Nocerina Calcio. Zio Antonio aveva programmato anche, insieme a Domenico Orsini (altro nome noto) delle ritorsioni ai danni di “Peppe fallit” ed altri collaboratori di giustizia. Ma a Pignataro ci si rivolgeva anche per “rimettere a posto” certe situazioni. E’ il caso di quando Pignataro intervenne nei confronti di una famiglia per far desistere un parente dall’occupare abusivamente una casa che era nelle disponibilità di altro soggetto; e ancora per difendere una donna dall’aggressione subita. E, fu incaricato R.A. a recarsi presso la Nocerina Calcestruzzi per rappresentare che dietro la forni- tura di calcestruzzo vi era in realtà Pignataro e per questo doveva praticare uno sconto. Una volta Carlo Bianco e Luigi Sarno arrivarono a pianificare una rapina ai danni dei coniugi Vastola. Si trattava di una punizione per aver subito un torto sul luogo di lavoro. Infine Antonio Cesarano si interessò per conto di Pignataro di procurare un lavoro presso una cooperativa comunale di Nocera ad una giovane donna.



L’interessamento per l’“opera pia”: Bianco, Cesarano, Eboli e Pignataro tesi a far realizzare una casa famiglia della parrocchia, in cambio dei voti del clan


«Vedi che quella cosa (la delibera di giunta comunale, ndr) è stata votata, ho chiamato a… e gli ho detto che voglio una copia di quella delibera… la devi far vedere a zio Antonio e un’altra devo portare al prete. Io la parola mia l’ho mantenuta… questa è la dimostrazione eccola qua la delibera firmata». E’ questa l’intercettazione dei Ros che inguaia Carlo Bianco, che nel maggio scorso era ancora consigliere comunale. Bianco era a telefono con l’amico di sempre e suo grande sostenitore politico, Antonio Cesarano, già vicesindaco con la giunta del sindaco Antonio Romano. I due a telefono parlano della delibera della giunta comunale di No- cera Inferiore, del 16 maggio scorso. Per questa vicenda sono indagati per scambio elettorale politico-mafioso sia Cesarano sia Bianco ma anche Ciro Eboli e Antonio Pignataro, “zi Antonio”, che voleva rivestire il ruolo di criminale di peso atteso il suo passato.

La vicenda al centro dell’inchiesta è la richiesta del cambio di destina- zione d’uso di un terreno a Montalbino.

Secondo l’accusa, Carlo Bianco (candidato nella lista “Moderati per Torquato” elezioni del 11 giugno scorso) avrebbe accettato da Antonio Pignataro la promessa di procurare voti (pare un centinaio) con la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva dal nome che questi ha in quanto appartenente alla Nuova Camorra Organizzata la Nco di Raffaele Cutolo e la sua fama di pluriomicida. In cambio, Bianco si sarebbe interessato al cambio di destinazione d’uso di un fondo ubicato nella vicinanze della proprietà della diocesi di Nocera Inferiore sul quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa Caritas rispetto alla cui edificazione aveva interesse Pignataro e Ciro Eboli (attivo nella comunità parrocchiale della zona), grazie anche Antonio Cesarano che avrebbe avuto lo specifico compito di fungere da tramite tra Bianco e Pignataro che era agli arresti domi- ciliari.

La ricostruzione

Il sacerdote della parrocchia di San Giuseppe, don Alfonso Santoriello, il 15 ottobre scorso, aveva scritto al sindaco: « vengo a lei con la pre- sente, dettata dalla necessità del servizio pastorale che come par- roco svolgono nella parrocchia di San Giuseppe che abbraccia la fa- scia periferica di Nocera Inferiore dal rione Calenda fino alla zona di Montevescovado, per chiedere alla S.V.I. di poter beneficiare di una va- riante al Puc per il fondo limitrofo alla parrocchia suddetta. Si rende necessario un ampliamento delle strutture per le Opere Parrocchiali perché sono molte le richieste e pochi gli strumenti. Già da anni sia con gli operatori pastorali, sia con i giovani dell’associazione caritativa San Giuseppe ci siamo adoperati a soddisfare i bisogni del suddetto quartiere, perché sprovvisto di una casa di accoglienza una mensa e sale di catechismo e multimediale, dicevo da anni provvediamo in silenzio, senza lucro e nessuna pretesa dai vari enti, a sostegno di famiglie svantaggiate, al recupero scolastico dei bambini disagiati con attività di doposcuola e attività ludico-ricreative. Siamo in attesa di acquistare un fondo terreno rudere confinante sul lato nord con la proprietà della parrocchia. E, l’ampliamento e fondo esistente, consentirebbe la realizzazione delle suddette opere e faciliterebbe anche lo smalti- mento delle acque reflue dell’attuale chiesa parrocchiale nella fogna comunale in virtù di un avvicinamento al punto ottimale dimissione». L’area in questione è destinata ad area per verde urbano e non sono possibili gli interventi richiesti dal parroco visto il Puc in vigore. Il vescovo monsignor Giuseppe Giudice in una lettera del 9 maggio scorso, indirizzata al sindaco Manlio Torquato, in occasione della festa del Santo Patrono, scrive al Comune di Nocera Inferiore esprimendo parere favorevole alla richiesta inoltrata dal parroco e lo autorizzava la presentazione di un progetto corredato di quanto necessario.

Il 16 maggio scorso, vista la richiesta del parroco e la nota del ve- scovo, oltre al valore sociale dell’iniziativa indirizzati alle persone svantaggiate, la Giunta comunale ha dato il via libera alla valutazione della proposta del sacerdote, che a sua volta, qualora fosse stata positiva, necessitava del- l’approvazione del consiglio comunale. La Giunta ha deliberato un atto d’indirizzo ai funzionari responsabili degli uffici di piano e di area privata per l’avvio di un del procedimento di formazione ed eventuale approvazione della variante al Puc riguardo la richiesta don Alfonso Santoriello. Nella de- libera l’indirizzo la giunta evidenzia che vanno comunicate a tutti i soggetti interessati a partecipare l’avvio del procedimento, che è necessario verificare con l’ufficio preposto la sostenibilità ambientale della variante. Una variante che poi dovrà essere approvata dal consiglio comunale, a quel punto dal successivo a quello ormai “scaduto”.

Il ruolo

Bianco, a suo dire, si sarebbe interessato alla vicenda che, dalla documentazione in delibera, risulta sponsorizzata dal vescovo (tanto da scrivere al sindaco nel giorno solenne del santo patrono) e chiesta dal parroco. Una delibera che, in realtà, avviava solo un procedi- mento di valutazione e non era già il cambio di destinazione d’uso da verde pubblico a quello necessario per l’opera parrocchiale. Per questo suo presunto interessamento, Bianco si sarebbe aspettato i voti procuratigli da Pignataro che alla fine non sarebbero arrivati (da consigliere uscente, Bianco prese solo 137 voti) tanto da gridare al tradimento e prendersela con i “correi” dopo le elezioni. Sinceramente è poco credibile che fosse necessario un intervento di Bianco dopo una richiesta al cattolico Torquato da parte del vescovo che “raccomandava” un’opera di valore sociale in una delle zone più disagiate della città. Comunque sia, rimane gravissimo per un cittadino normale e ancor più per un consigliere comunale, anche il semplice aver avuto a che fare con un camorrista come Pignataro, figuriamoci fare un patto per avere i voti. Che siano arrivati o meno questi voti, per Bianco o Eboli (qualora risultassero provate le accuse) la vicenda sarebbe gravissima e senza appello.



50 euro a chi aveva votato quegli “Uniti per Torquato”

Erano Rocco Sileo e Luigi Sarno ad avere il compito di reclutare gli elettori, di suggerire il nome del candidato da votare, nel dare loro istruzioni su come documentare il voto dato e, all’esito, nel remunerarli su espressa richiesta di Nicola Maisto, candidato al consiglio comunale alle elezioni amministrative 2017 ed eletto nelle lista “Uniti per Torquato”. Sileo e Sarno nella giornata delle elezioni effettua- vano elargizioni di denaro a fa- vore di chi, essendosi recato alle urne, documentava di aver dato la preferenza ai candidati indicati. Nel dettaglio a tale Gennaro detto “piedone” recatosi al voto intorno alle ore 12,50 A.C., S,C, e E.C, e della cugina di queste ultime A.E. per l’importo di euro 40 ciascuna; a M.G.R. alla madre di quest’ultima al fratello Alfonso per l’importo di euro 40 ciascuno. L’inchiesta in ogni caso prosegue e non si escludono ulteriori sviluppi, tali da renderla ancor più clamorosa.







Il primo blitz del dicembre 2016 denominato “Un’altra storia”, dai capi ai pusher ai picchiatori

Droga, l’indagine continua sulle tre gang dello spaccio Gli organigrammi decimati dagli arresti tra Nocera e l’Agro

di Riccardo Finzi

NOCERA INFERIORE – L’indagine nasce come proseguimento di “Un’altra storia” che lo scorso dicembre, portò in carcere i fratelli Michele (37enne) e Luigi Cuomo (33enne), il 44enne Mario Passa- mano, il 29enne Antonio De Na- poli, il 32enne Luigi Vicidomini, il 31enne Domenico Rese, il 43enne Leontino Cioffi, il 40enne Diego Landino, il 35enne Mario Comitini, i fratelli Francesco D’Elia (35enne detto “Checchetto” o “checchecco”) e il 33nne Mario, il 33enne Marco Iannone (detto “Marchitiello ‘o stallone), il 24enne Mario Tortora (detto “Mario sce- sce”), il 38enne Camillo Fedele (detto “bicchierino”), il 27enne Giuseppe Abate, i 46enni Giuseppe Bergaminelli e Giuseppe Stanzione, il 33enne Riccardo Siani, il 27enne Carmine Cuomo e il 33enne Giuseppe Petti, tutti di Nocera Inferiore e il 41enne Raffaele Mellone di Pagani. Sono accusati di associazione per associazione di stampo camorristico Michele e Luigi Cuomo, Mario Passamano, Antonio De Na- poli, Domenico Rese, Luigi Vicido- mini, Leontino Cioffi, Raffaele Mellone, Diego Landino, Mario Tortora e Marco Iannone. Sono accusati di associazione dedita allo spaccio di stupefacenti Mario e Francesco D’Elia, Marco Iannone, Mario Tortora, Camillo Fedele e Giuseppe Petti. Stessa contestazione per Giuseppe Abate, Giu seppe Bergaminelli, Giuseppe Stanzione, Riccardo Siani e Carmine Cuomo. Dei pestaggi sono accusati Michele Cuomo, Mario Comitini, Raffaele Mellone. Di Rissa sono accusati Iannone, Tor- tora, Fedele e Passamano. Tre le organizzazioni di spaccio che si fronteggiavano in città. Una è quella capeggiata da Michele Cuomo con il contributo di Mario Passamano, entrambi molto vicino al clan Contaldo di Pagani, ormai disciolto. Questo aveva base a Ca- sale Nuovo e prediligeva le piazze di spaccio di piazza del Corso e dei tre Casali oltre quella di Cupa del Serio. Un’altra quella tra Giuseppe Abate e Giuseppe Bergaminelli che aveva base a Piedimonte. Sempre a Piedimonte e a Cupa del Serio operavano gli “uomini” di Francesco D’Elia, “sopra alle palazzine”, via Filangieri, dove abitano, però anche i fratelli De Napoli, vicini ai Cuomo.

http://rtalive.it/2017/08/quegli-interroga...-parroco/49263/
Quegli interrogativi a cui devono rispondere vescovo e parroco
31 agosto 2017 - CRONACA Commenti
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Vescovo-parroco-parrocchia-eboli
Quali rapporti avevano Eboli e Bianco con la parrocchia di San Giuseppe?
NOCERA INFERIORE – Quell’inutile documento del vescovo. Martedì è giunto, e pure tardivo, un comunicato stampa della diocesi nocerina che ricostruiva i tempi dell’opera pensata e proposta a Montevescovado, quella casa famiglia finita al centro dell’inchiesta su uno scambio elettorale politico mafioso che ha portato in carcere Carlo Bianco, ex consigliere comunale, il boss Antonio Pignataro, il candidato al consiglio comunale Ciro Eboli.

Monsignor Giudice ha ricostruito l’iter della pratica che ha portato a una delibera di giunta di indirizzo per far valutare la possibilità di un cambio di destinazione d’uso dell’area necessaria alla realizzazione della casa famiglia. Una ricostruzione pubblicata dal nostro giornale con le foto dei documenti il giorno dopo gli arresti (e quindi martedì della settimana scorsa) e ripresa da altri quotidiani. Insomma,quel comunicato
stampa del vescovo era inutile: già si sapeva tutto, del resto anche pubblicato sul sito del Comune di Nocera Inferiore. Come non era necessario dire di essere contro le illegalità e altre cose del genere: ci mancherebbe altro.

Il vescovo e don Alfonso Santoriello (già ascoltato dai magistrati come persona informata sui fatti), il parroco di San Giuseppe che ha avviato la pratica, devono ai cittadini e soprattutto ai fedeli dire chi erano per loro Ciro Eboli e Carlo Bianco, in particolare il primo, quali rapporti intercorrevano tra questi e le strutture ecclesiastiche, se hanno mai avuto a che fare con Antonio Pignataro. Risponda a queste domande il presule, le dichiarazioni finora giunte sono tardive, inutili e francamente insufficienti.

Le Cronache

www.telenuova.tv/inchiesta-per-scam...arroco-sospeso/

Inchiesta per scambio politico mafioso, parroco sospeso
admin | 14 settembre 2017 | 0 Commenti
Don Alfonso Santoriello, il parroco della chiesa di San Giuseppe a Nocera Inferiore finito nell’inchiesta del presunto scambio elettorale politico mafioso,
è stato momentaneamente sospeso. Ufficialmente il religioso è a riposo dal 4 settembre. Al suo posto il vescovo Giuseppe Giudice ha nominato due sostituti, don Fiocco e don Cinque

Nello Ferrigno

Edited by pincopallino1 - 29/1/2024, 02:56
 
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view post Posted on 17/9/2017, 22:14

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http://rtalive.it/2017/09/dalla-decisione-...-alfonso/49772/

Dalla decisione del Riesame altri elementi per capire il futuro di don Alfonso
15 settembre 2017 - CRONACA Commenti
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Il perchè dei giudici e le 200 pagine della DDA.
Le motivazioni della decisione del tribunale del Riesame saranno fondamentali per comprendere il perché è stata annullata la misura cautelare sull’associazione per delinquere di tipo camorristico e confermata solo quella del scambio elettorale politico mafioso. Secondo alcuni, potrebbe significare che l’indagine ha provato finora solo la richiesta di voti da parte di Carlo Bianco e Ciro Eboli al boss Antonio Pignataro.

Motivazioni che potrebbero interessare anche il futuro del sacerdote don Alfonso Santoriello parroco di Montevescovado, nelle ultime ore sostituito dal vescovo Giuseppe Giudice. Il Capo “B” prevede che la merce di scambio tra Pignataro, Eboli e Bianco sia stata voti in cambio dell’interessamento dell’ex consigliere comunale all’iter della pratica per l’autorizzazione in Comune al cambio di destinazione d’uso per la costruzione di una casa famiglia da parte della parrocchia San Giuseppe a Montevescovado di Nocera Inferiore.

Voti che secondo Bianco non sarebbero arrivati ma la Dda non gli crede. In questa ottica, il ruolo del sacerdote, che non risulta indagato, anche solo di proponente della richiesta al centro dell’interessamento del boss è imbarazzante per la chiesa e quindi il provvedimento del vescovo anche per garantire serenità a don Alfonso e alla comunità. Il sacerdote, che è parente della moglie di Eboli (sorella di giovani ritenuti emergenti nel panorama criminale nocerino, i fratelli Cuomo), ha sempre respinto interessi occulti da parte di chiunque sull’opera.

Altri particolari emergeranno dalle 200 pagine di documenti aggiuntivi presentati dalla Dda ieri.

Le Cronache
 
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view post Posted on 29/9/2017, 14:12

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http://www.puntoagronews.it/in-evidenza/it...e-il-prete.html

Nocera Inferiore. Voti comprati, l'inchiesta: indagato anche il prete
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29 Settembre 2017 Author : La Redazione
Nocera Inferiore. Voti comprati, l'inchiesta: indagato anche il prete
Inchiesta "Un’altra storia", indagato per false informazioni al pubblico ministero l’ex parroco della chiesa di San Giuseppe, Alfonso Santoriello. Stessa accusa anche per l’ex candidato sindaco, Mario Stanzione. Il sacerdote era stato sentito dagli inquirenti tempo fa,come persona informata sui fatti, per fare chiarezza sul progetto per la realizzazione di una casa famiglia e avrebbe riferito di non conoscere Antonio Pignataro. L'inchiesta sulla compravendita di voti in campagna elettorale si allarga a macchia d'olio. Nei giorni scorsi era emerso anche Ilario Capaldo, ex assessore e consigliere attuale di maggioranza, nell'elenco degli indagati.
 
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view post Posted on 30/11/2017, 20:45

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https://www.ottopagine.it/sa/cronaca/14342...inferiore.shtml

Camorra e voto di scambio, chiusa indagine a Nocera Inferiore
Sono 24 gli indagati. Tra questi anche un prete

Condividigiovedì 30 novembre 2017 alle 11.14
camorra e voto di scambio chiusa indagine a nocera inferiore
Nocera Inferiore.
Camorra e voti comprati a Nocera Inferiore. Si sono concluse le indagini della Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 24 indagati. Le accuse vanno dallo scambio elettorale politico-mafioso alla corruzione elettorale, fino all'estorsione aggravata dal metodo camorristico e alla violenza privata. Coinvolti un ex consigliere comunale, un prete, un ex assessore ed un ex candidato sindaco.

Tutto è nato dalle attività criminali del 60enne pluripregiudicato Antonio Pignataro, condannato in concorso per l’omicidio della figlia del magistrato Lamberti, Simonetta. L’indagine ribattezzata «Un’altra storia» è partita nel 2015. I 24 indagati sono: Carmine e Giuseppe Afeltra; Gianluca Arcucci, Olga Clara Attanasio, Carlo Bianco (ex consigliere comunale), Emanuela, Marika e Soraya Cancro, Antonio Cesarano (ex assessore e vicesindaco), Ciro Eboli, Angela Consalvo, Francesco Gambardella, Nicola Maisto (ex consigliere comunale), Antonio Pignataro, Maria Grazia Romano, Luigi e Pio Sarno, Gerardo Villani, Rocco e Mirko Sileo, Mario Stanzione (ex candidato sindaco), il parroco Alfonso Santoriello, Pasquale Galasso e Luigi Chiavazzo. Le accuse variano, per Pignataro, il suo braccio destro Ciro Eboli e l’ex consigliere comunale Carlo Bianco, si parla di scambio elettorale politico-mafioso.

Uno scambio di voti che avrebbe poi riguardato anche l'approvazione di una delibera d’indirizzo alla ex giunta del sindaco Manlio Torquato, concentrata sull’edificazione di un terreno, sul quale sarebbe stata poi costruita una mensa Caritas. La richiesta fu inoltrata proprio da Alfonso Santoriello, parrocco della chiesa di San Giuseppe. Il sacerdote è indagato per false dichiarazioni al pubblico ministero titolare dell’indagine, Vincenzo Senatore. Avrebbe nascosto la verità sui suoi rapporti con Eboli, Bianco e Pignataro.

Intanto il Prefetto di Salerno Salvatore Malfi, starebbe valutando l’esistenza di indizi per chiedere o meno l’invio della commissione d’accesso al Comune di Nocera Inferiore per infiltrazioni di tipo mafioso.
 
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view post Posted on 21/10/2018, 07:16

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www.ilmattino.it/salerno/boss_casa...r8Tyo5uvfU4PmBQ

Il boss e la casa famiglia: sindaco e vescovo testimoni dei pm

di Nicola Sorrentino

Il vescovo Giuseppe Giudice, il sindaco Manlio Torquato, i consiglieri comunali e un ex boss della camorra. Questi e altri sono i testimoni che la procura Antimafia di Salerno chiamerà a deporre per il processo «Un’altra storia», l’indagine che ipotizza un patto tra un ex assessore del Comune, un ex consigliere comunale, un aspirante consigliere e la criminalità organizzata, rappresentata da Antonio Pignataro, l’ex cutoliano condannato per l’omicidio della piccola Simonetta Lamberti.

L’ipotesi di quell’accordo prevedeva voti alle elezioni di giugno per gli aspiranti candidati e ora imputati, Carlo Bianco e Ciro Eboli, in cambio dell’approvazione di una delibera di giunta, che avrebbe fatto partire l’iter per la costruzione di una casa famiglia. Oltre ai carabinieri del Ros, il tenente colonnello Gabriele Mambor e Giancarlo Santagata, il pm Vincenzo Senatore chiamerà a testimoniare il vescovo Giuseppe Giudice, il suo segretario Angelo Santitoro, i parroci Domenico Cinque e Antonio Adinolfi. Insieme al sindaco Manlio Torquato, saranno chiamati a riferire su quello che è il cuore del processo: quella casa mensa sulla quale il boss Antonio Pignataro avrebbe messo gli occhi e che doveva sorgere a Montevescovado, su un terreno di proprietà della parrocchia San Giuseppe. Circostanza costata il processo anche al parroco don Alfonso Santoriello sospeso poi dall’incarico.
Sabato 6 Ottobre 2018, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 06-10-2018 09:45

Edited by pincopallino2 - 15/1/2024, 14:58
 
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NOCERA INFERIORE, CHIESTA CONDANNA PER POLITICI E BOSS
SETTEMBRE 18, 2021 REDAZIONE BOSS, CONDANNA, NOCERA, POLITICI, REQYISITORIA
Requisitoria della Procura sul processo tutta un’altra storia a Nocera Inferiore: “Condannate boss e politici”. Il pm della Dda Guglielmo Valenti ha presentato richiesta di condanna di 16 anni di reclusione per Antonio Pignataro, boss ex Nco e ultimo killer in vita di Simonetta Lamberti, 7 anni per l’ex consigliere comunale Carlo Bianco e l’ex assessore e vice sindaco Antonio Cesarano; 10 anni per Ciro Eboli, 8 anni per Domenico Orsini, Rosario Vallone e Pasquale Avallone; 10 anni per Guerino Prudente; un anno e mezzo per Gerardo Villani e Francesco Gambabardella; un anno e 8 mesi per Nicola Maisto (altro ex consigliere comunale a Nocera Inferiore). Chiesta l’assoluzione per Carmine Afeltra, il sacerdote don Alfonso Santoriello (rispondeva di false dichiarazioni, non ha commesso il fatto) e il non luogo a procedere per Luigi Chiavazzo. Al centro dell’inchiesta il cambio di destinazione urbanistica di un suolo situato nei pressi della chiesa di San Giuseppe, in via Montalbino, nel quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa Caritas e casa famiglia. L’opera fu oggetto di una delibera della Giunta comunale approvata nel maggio del 2017. Secondo l’accusa, il boss Pignataro si sarebbe interessato direttamente alla questione, curando direttamente i rapporti con aspiranti politici in corsa per le amministrative a Nocera Inferiore.


https://www.facebook.com/telenuova.tv/post...eLJKdqSBANUHPsl
Gruppo Telenuova

15 gennaio 2024 alle ore 12:59
Una fiaccolata di vicinanza e solidarietà per manifestare pubblicamente la stima per l’ex parroco di San Giuseppe di Nocera Inferiore Don Alfonso Santoriello che venne allontanato dal vescovo della Diocesi Nocera Sarno dalla parrocchia a lui affidata, per le vicende giudiziarie in cui venne coinvolto. Visto la sentenza di non doversi procedere nei confronti di Santoriello, l’arrivo insomma del proscioglimento, tanti fedeli si ritroveranno per vicinanza al parroco. Appuntamento sabato 27 gennaio alle ore 17 in piazza municipio a Nocera Inferiore.

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Prete sospeso dalla Curia di Nocera, i parrocchiani chiedono il reintegro
II suo nome compare nell’inchiesta della Dda di Salerno

di Nello Ferrigno
Lunedì 15 Gennaio 2024, 19:21

II suo nome era comparso nell’inchiesta “un’altra storia” della Procura di Nocera Inferiore e della Direzione distrettuale antimafia di Salerno sullo scambio politico elettorale che sarebbe avvenuto nel 2017 in piena campagna elettorale per le amministrative. Ma don Alfonso Santoriello, ex parroco del quartiere Montevescovado, non è stato mai indagato.

Al centro dell’inchiesta la costruzione di una casa famiglia e di una mensa in un terreno della parrocchia di San Giuseppe che il boss Antonio Pignataro avrebbe voluto costruire con i favori di alcuni candidati al consiglio comunale.

Nel settembre del 2017 il vescovo della Diocesi Nocera Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, allontanò il sacerdote dalla parrocchia. A distanza di anni un gruppo di parrocchiani hanno chiesto al sindaco Paolo De Maio e al dirigente del commissariato di polizia, Aniello Ingenito, il permesso per una fiaccolata “per manifestare pubblicamente solidarietà, vicinanza e stima a don Alfonso per le sue vicissitudini giudiziarie trascorse in queste sette anni di ingiusto allontanamento della parrocchia a lui affidata”. Il corteo è in programma il prossimo 27 gennaio con raduno alle ore 17 a piazza Diaz, vicino al municipio, e arrivo davanti alla cattedrale di San Prisco, dove risiede il vescovo.

Nel novembre scorso la Cassazione ha annullato le condanne per Pignataro, Ciro Eboli, l'ex vicesindaco Antonio Cesarano e l'ex consigliere comunale Carlo Bianco.

L'accusa era di scambio elettorale politico-mafioso.
 
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Prete sospeso dalla Curia di Nocera, i parrocchiani chiedono il reintegro
II suo nome compare nell’inchiesta della Dda di Salerno

di Nello Ferrigno
Lunedì 15 Gennaio 2024, 19:21

II suo nome era comparso nell’inchiesta “un’altra storia” della Procura di Nocera Inferiore e della Direzione distrettuale antimafia di Salerno sullo scambio politico elettorale che sarebbe avvenuto nel 2017 in piena campagna elettorale per le amministrative. Ma don Alfonso Santoriello, ex parroco del quartiere Montevescovado, non è stato mai indagato.

Al centro dell’inchiesta la costruzione di una casa famiglia e di una mensa in un terreno della parrocchia di San Giuseppe che il boss Antonio Pignataro avrebbe voluto costruire con i favori di alcuni candidati al consiglio comunale.

Nel settembre del 2017 il vescovo della Diocesi Nocera Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, allontanò il sacerdote dalla parrocchia. A distanza di anni un gruppo di parrocchiani hanno chiesto al sindaco Paolo De Maio e al dirigente del commissariato di polizia, Aniello Ingenito, il permesso per una fiaccolata “per manifestare pubblicamente solidarietà, vicinanza e stima a don Alfonso per le sue vicissitudini giudiziarie trascorse in queste sette anni di ingiusto allontanamento della parrocchia a lui affidata”. Il corteo è in programma il prossimo 27 gennaio con raduno alle ore 17 a piazza Diaz, vicino al municipio, e arrivo davanti alla cattedrale di San Prisco, dove risiede il vescovo.
 
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22 gennaio alle ore 12:12

Gruppo Telenuova

Le famiglie vicine a Don Alfonso Santoriello, ex parroco del quartiere Montevescovado a Nocera Inferiore, rispettando la sua volontà e per la stima che hanno nei suoi confronti, hanno deciso di non fare alcuna fiaccolata di protesta. Chiedono però al Vescovo, di intervenire e dare a Don Alfonso nuova vita Sacerdotale e ritorno alla sua missione Parrocchiale. “La fiaccolata nasceva proprio da questa mancanza di fiducia che è cresciuta negli anni, sette ormai, e dal desiderio di aiutare un Sacerdote che tanto bene ha fatto” affermano le famiglie.
 
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