"Costretto a rinunciare al sacerdozio dopo aver rivelato al superiore la mia omosessualità
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Celebrata dal sindaco Lillo Firetto l’unione civile tra ‘ex carabiniere – oggi in sedia a rotelle per un incidente di servizio – e l’ex seminarista
di Andrea Maccarrone pubblicato il 31 luglio 2017
Lillo e Genì, prima unione civile molto speciale ad Agrigento
Il 25 luglio scorso, celebrata dal sindaco Lillo Firetto, si è tenuta ad Agrigento la prima unione civile di due agrigentini.
A unirsi, in un cerimonia molto classica circondati dall’affetto delle rispettive famiglie e degli amici, Lillo Ferrugia, e Genì Sciumè.
Lo scambio degli anelli
Una storia d’amore coronata dopo ben 12 anni di convivenza e percorsi di vita complessi. Lillo è, infatti, un ex carabiniere oggi in sedia a rotelle a seguito di un incidente di servizio, che è riuscito a fare coming out piuttosto tardi e dopo diverse relazioni eterosessuali, schiacciato da pregiudizi e aspettative sociali. Genì, invece, è un ex seminarista che ha rinunciato al percorso sacerdotale dopo aver rivelato la sua omosessualità ai superiori.
Nella loro relazione, quindi, si sono unite simbolicamente due delle istituzioni che nell’immaginario comune sono espressione della tradizione più rassicurante. Basti pensare a prodotti televisivi molto popolari come la serie Don Matteo.
Singolare anche l’occasione del loro primo incontro, avvenuto proprio in chiesa quando Genì, allora quindicenne, era un catechista. Lillo si era rivolto al parroco dopo la scomparsa del padre, anch’egli carabiniere, e in occasione di uno dei loro incontri aveva avuto modo di conoscere Geni. Ne nasce una corrispondenza che dura anni, mentre il ragazzo intraprende la via del seminario e del sacerdozio.
Lillo e Genì davanti al quadro di Davide e Gionata
Solo in seguito i due si ritrovano e decidono di avviare la loro vita in comune sfidando i pregiudizi della provincia siciliana. A sostenerli nel loro rapporto anche la condivisione della fede che riescono a conciliare serenamente col loro orientamento sessuale. Al punto di aver scelto una particolare immagine sacra per accompagnare la loro unione: una rappresentazione su legno di Davide e Gionata affettuosamente abbracciati. Secondo una interpretazione biblica, spiegano loro, i due personaggi dell’antico testamento sarebbero stati uniti da un vero e proprio amore.
L’abbraccio dei cari
Durante la cerimonia, al momento dello scambio degli anelli, a scoppiare in lacrime per l’emozione, non solo gli sposi ma anche un giovanissimo nipote di Genì. “Io penso che sia stato un momento anche pedagogico“. – Ha detto Lillo – “Sono contento che i bambini possano conoscere la realtà e prendere coscienza di sé stessi e non siano costretti al nostro stesso percorso di falsità e dolore”. “Mio nipote ci conosce bene”, – ha chiosato Genì – “ci vuole molto bene, ha frequentato la nostra casa con la mamma e la nonna e credo che sentendo i discorsi dei grandi ha vissuto insieme a noi la nostra liberazione”.
