Laici Libertari Anticlericali Forum

Abusi su 15enne con disagio psichico, solo 3 anni a don Galli nell'appello bis: "denunciò tardi". E la diocesi lo assolve, Li sconterà ai domiciliari. L'arcivescovo Delpini lo trasferì a contatto coi bambini: "abusi abominevoli"

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view post Posted on 27/11/2020, 09:46

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Giorgio Gandola 26 novembre 2020
Abusò di un minore: don assolto dalla Chiesa
Mauro Galli, sacerdote condannato dalla giustizia italiana a oltre 6 anni per reati sessuali su un quindicenne, è stato scagionato dal tribunale ecclesiastico. Nell'era della tolleranza zero di Francesco, dovrebbe essere uno scandalo. Invece cala il silenzio

“C’erano fatti di rilevanza canonica ma non di rilevanza penale. C’erano fatti di rilevanza etica, morale, reputazionale”. L’avvocato Mario Zanchetti era nel pieno dell’arringa, due anni fa in Corte d’assise a Milano. Aveva come obiettivo l’assoluzione del suo assistito, don Mauro Galli, imputato di abusi sessuali su un minore. E su quella era concentrato, quindi davanti al giudice laico sottolineava comunque la gravità del comportamento del sacerdote, che aveva invitato quel ragazzo a dormire nel lettone del suo appartamento a Rozzano. “Non sto bagatellizzando la situazione, sto dicendo che ciò che ha fatto don Mauro è stato profondamente sbagliato e che le conseguenze non saranno piacevoli”.

Se si riferiva al procedimento canonico, quel giorno non ci ha preso neppure lui, l’esimio professore, membro della commissione diocesana per la tutela dei minori e storico legale dell’arcidiocesi di Milano. Nel processo vaticano don Galli è stato assolto. Etica e morale evaporano, si perdono nei meandri oscuri dove annaspa la verità, scompaiono dai sacri fascicoli dove tutto si annacqua. Assolto in prima istanza (quella regionale) nel silenzio generale. Dovremmo perfino scriverlo con il condizionale perché non ci sono comunicati ufficiali e neppure la famiglia di Alessandro Battaglia, la vittima che allora aveva 15 anni, ha in mano la sentenza. Eppure nel 2016 aveva partecipato al procedimento come parte lesa, aveva testimoniato in buona fede chiedendo di essere informata sull’evoluzione del caso.

Quattro anni dopo solo conferme verbali, voci nella nebbia, nel segno di una trasparenza ancora da imparare in barba allo smantellamento solo formale, ad uso dei media, del segreto pontificio.
 
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https://www.ilmattino.it/primopiano/vatica...te-5703099.html

MILANO

Abusi, prete condannato a 6 anni ma assolto dalla Chiesa: la mamma del minore chiede giustizia
Venerdì 15 Gennaio 202113:13
di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – «Personalmente posso affermare che non è vero che Papa Francesco ha tolto il segreto pontificio per tutti i casi di abusi sessuali. Purtroppo non è ancora possibile per le vittime ottenere gli atti dei processi canonici sulla pedofilia». Cristina Battaglia ormai lotta da sola contro i silenzi della Chiesa. Madre tenace e irremovibile non si stanca di pretendere giustizia per il figlio, vittima dieci anni fa di un prete. Fu abusato quando era ancora minorenne. Una brutta vicenda che si trascina irrisolta.

Il parroco don Mauro Galli fu denunciato prima alla Chiesa (la diocesi di Milano inizialmente si limitò a spostarlo da una parrocchia ad un'altra) e poi nel 2015 ai carabinieri. La quinta sezione penale del Tribunale di Milano lo ha condannato a 6 anni e 4 mesi di carcere.

In questi mesi la via crucis per la vittima e la sua famiglia è ricominciata poiché la giustizia ecclesiastica (che nel frattempo si era avviata) ha assolto il sacerdote condannato qualche tempo prima dalla giustizia civile.

Benedetto XVI, la vita del papa emerito ai tempi del Covid: non cammina più ma segue le notizie in tv

Volendo conoscere i motivi per i quali don Mauro Galli è stato ritenuto dal tribunale ecclesiastico parzialmente non colpevole dei fatti, il ragazzo ha fatto richiesta alla Chiesa lombarda che, per tutta risposta, ha spiegato alla vittima di non potere consegnare nessun documento in quanto la legge approvata da poco da Papa Francesco (relativa alla abolizione del segreto pontificio) non ha il carattere della retroattività. In pratica l'abolizione del segreto risale a due anni fa mentre le violenze e le denunce sono precedenti.

«Stante dunque la vigenza del segreto pontificio il tribunale non ha potuto dare informazioni (…) né rispondere ad eventuali richieste» si legge nella lettera ricevuta dal ragazzo che viene sinteticamente aggiornato: don Mauro Galli ha avuto una sentenza dimissoria, ossia non assolutoria piena. Gli atti del processo canonico ora sono in Vaticano, alla Congregazione della Fede, per una ulteriore verifica.

«Non sono in grado di trasmettere tutto o in parte gli atti di causa sia in quanto confliggerebbe con l'osservanza del segreto d'ufficio, sia perché questo tribunale ecclesiastico non è più in possesso di detti atti, avendoli a suo tempo trasmessi a chi di dovere» si legge. La lettera di alcune settimane fa porta la firma di monsignor Paolo Bianchi, vicario giudiziale.

Allo shock per la sentenza in parte assolutoria e per l'impossibilità di leggere gli atti e le motivazioni del tribunale ecclesiastico, Cristina, la madre del ragazzo, reagisce e decide di scrivere una lettera all'arcivescovo di Milano, monsignor Delpini.

La lettera gli verrà consegnata personalmente lunedi prossimo quando il prelato sarà in visita pastorale alla parrocchia del quartiere dove vive la famiglia. Si tratta di una lettera piena di dolore. «E' molto difficile per noi esprimere gratitudine per questa visita. La memoria ci porta all'incontro avuto con lei nel 2012 (…) Esprimevamo sgomento per la decisione di spostare don Mauro Galli ancora con dei minori dopo la nostra denuncia di abuso sessuale. Nemmeno dopo quell'incontro lei ha preso l'iniziativa di avviare l'indagine previa per accertare i fatti». L'indagine previa, infatti, venne aperta dalla diocesi solo nel 2015, quando la famiglia aveva fatto denuncia alla polizia e ai carabinieri.

Cristina annota con dolore che quando monsignor Delpini venne interrogato dalla polizia, nell'ambito del processo «disse di essere stato subito avvisato dal parroco di un presunto abuso e di essersi poi precipitato in parrocchia addirittura la viglia di Natale del 2011. Ricorda?».

Il sacerdote venne denunciato alla curia nel 2012 ma, per tutta risposta, l'anno successivo il prete, don Mauro Galli, fu spostato in una altra parrocchia lombarda a contatto con dei minori.

L'ultima batosta per la vittima - ora maggiorenne - è arrivata dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo che ha assolto parzialmente il parroco, don Mauro Galli. Una batosta che si aggiunge ad un incomprensibile divieto: se Papa Francesco due anni fa ha stabilito che il segreto pontificio andava abolito sempre perchè non gli sono stati consegnati gli atti? Ora il caso è alla Congregazione della Fede che dovrà decidere nel merito processuale.

Cristina, mamma tenace, non demorde: «voglio giustizia per mio figlio».
 
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view post Posted on 13/6/2021, 10:17

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www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/pe...cesso-1.6476077

12 giugno 2021

Abusi su un quindicenne: parte il processo d’appello per il sacerdote
Don Mauro Galli, ex vicario nella parrocchia di San Pietro fu condannato in primo grado
di CHRISTIAN SORMANI

Processo d'appello per don Mauro Galli

Legnano, 13 giugno 2021 - Si apre il processo di appello per don Mauro Galli, ex vicario nella parrocchia di San Pietro nel quartiere Canazza a Legnano e responsabile della pastorale giovanile nelle parrocchie di Santa Teresa, dei Santi Magi e del Santissimo Redentore sempre nella città del Carroccio. Galli, 42 anni, era stato condannato in primo grado per aver abusato sessualmente di un ragazzo che all’epoca aveva 15 anni. L’imputato ha versato 100mila euro di risarcimento ai famigliari del ragazzo. La sentenza aveva anche disposto il divieto per l’uomo di avere contatti con minorenni, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. I fatti contestati avvennero a Rozzano nel 2011: don Galli aveva ammesso subito di aver dormito nello stesso letto con il minorenne, negando però gli abusi. Il prete dopo lo scandalo fu trasferito a Legnano su ordine dell’attuale arcivescovo di Milano Mario Delpini, all’epoca vicario di zona. Il prossimo 22 giugno alle 9,30, Don Galli dovrà comparire davanti ai giudici della prima sezione penale della Corte d’appello di Milano. In questi anni i familiari della vittima dell’abuso sessuale, hanno scritto decine di lettere a tutti i vertici della chiesa cattolica sia nella Diocesi di Milano che in Vaticano, includendo tra i destinatari anche direttamente il Santo Padre Papa Francesco. Una dolorosa vicenda farcita da menzogne, depistaggi e coperture di prelati che hanno cercato di fare quadrato attorno al prete. Il processo penale a porte aperte si aprì nel giugno 2017 e si concluse in primo grado il 20 settembre 2018 con la condanna del prete a sei anni e quattro mesi. I familiari del giovane abusato avevano fatto pervenire in Vaticano una nutrita documentazione già dal maggio 2015 sul comportamento omissivo dei due vescovi interessati della vicenda, Mario Delpini e Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia. Eppure don Galli, condannato a sei anni e quattro mesi da un tribunale italiano per abusi sessuali, è stato assolto dal tribunale della chiesa lombarda e ora il caso verrà trasferito in Vaticano. All’epoca dei fatti l’allora vicario episcopale, Mario Delpini, e l’allora responsabile dei giovani sacerdoti, Pier Augusto Tremolada, non aprirono alcun procedimento limitandosi a trasferire il sacerdote a Legnano.
 
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https://www.fanpage.it/milano/abusi-sessua...-anni-e-5-mesi/

Abusi sessuali su un minore, don Mauro Galli condannato in appello a 5 anni e 6 mesi

Don Mauro Galli, ex sacerdote dell’oratorio di Rozzano, nell’hinterland di Milano, è stato condannato in appello a cinque anni e sei mesi per abusi sessuali nei confronti di un ragazzo che all’epoca dei fatti aveva 15 anni. I giudici gli hanno concesso le attenuanti generiche, riducendo la pena rispetto alla sentenza di primo grado. L’avvocato della vittima: “Soddisfatti, il fatto è stato cristallizzato”.
ATTUALITÀCRONACALOMBARDIA 5 LUGLIO 2021 15:49di Francesco Loiacono

È stato condannato anche in appello don Mauro Galli, ex sacerdote dell'oratorio di Rozzano ritenuto colpevole di abusi sessuali su un ragazzino che all'epoca dei fatti aveva 15 anni. I giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello di Milano hanno condannato il sacerdote a cinque anni e sei mesi. In primo grado don Galli, che si è sempre professato innocente, era stato condannato a 6 anni e 4 mesi e la sostituta procuratrice generale Bianca Bellucci durante la scorsa udienza aveva chiesto di confermare in toto la sentenza, affermando: "La sofferenza della parte lesa è stata così evidente che non c’era necessità di fare appello". I giudici hanno però riconosciuto al sacerdote le attenuanti generiche, diminuendo così leggermente la pena.

Gli abusi risalgono al dicembre del 2011
I fatti contestati al sacerdote risalgono al dicembre del 2011: in quella circostanza don Galli avrebbe secondo i giudici abusato di un ragazzino che aveva ospitato per la notte nell'oratorio di Rozzano, nell'hinterland di Milano. Don Galli nel corso del processo di primo grado aveva ammesso di aver dormito nello stesso letto con Fausto (nome di fantasia, ndr), ma aveva negato gli abusi. In sede extragiudiziale il sacerdote però aveva risarcito con 100mila euro i famigliari del ragazzo, che non si sono mai costituiti parte civile e hanno cercato invano in questi anni di essere ascoltati dalle autorità ecclesiastiche. Una circostanza che era stata ritenuta "una discrasia evidente" dal pubblico ministero del primo processo, dal momento che era stato "risarcito un danno che si ritiene di non avere cagionato".

L'avvocato della vittima: Soddisfatti
La sentenza è stata pronunciata a porte chiuse. In aula non erano presenti né don Galli né la sua giovane vittima, che secondo quanto affermato dalla madre sta cercando di voltare pagina. All'uscita dall'aula, la famiglia della vittima ha tirato un sospiro di sollievo: "Siamo decisamente sollevati", ha detto la madre del ragazzo a Fanpage.it. La donna temeva infatti che la ricostruzione parziale dei fatti riferita durante la precedente udienza dall'avvocato del sacerdote potesse fare breccia tra i giudici. L’avvocato della famiglia, Fulvio Gaballo, al termine del processo ha detto a Fanpage.it e alle altre : "Siamo soddisfatti, il fatto è stato cristallizzato. Hanno concesso le attenuanti generiche, che erano state escluse nella sentenza di primo grado ma ci potevano stare. Speravamo di no perché i fatti sono molto gravi, però la Corte d'appello emette le sentenze a distanza di tempo e quindi ce lo potevamo aspettare. Comunque cinque anni e sei mesi è una sentenza sostanzialmente confermata, ci ragioniamo su 90 giorni per la motivazione. Il fatto è rimasto, questa è la cosa importante: il fatto non l'hanno toccato".

La madre della vittima si è poi soffermata con i cronisti sul pronunciamento del tribunale ecclesiastico che aveva "assolto", anche se non con formula piena, don Galli: "L'unica risposta scritta che ci è arrivata è che può continuare a fare il prete". La donna ha poi aggiunto di non avere notizie di don Galli, col quale comunque non c'è stato "nessun contatto di nessun tipo in nessun momento della vicenda, né il giorno dopo, né un anno né cinque anni dopo". La madre di Fausto ha poi riferito dell'incontro avuto a gennaio con l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini: "Ci ha concesso un colloquio di 8 minuti e 59 secondi durante il quale non ha praticamente proferito parola, il nulla. Gli abbiamo chiesto com'è possibile che da parte della Chiesa non ci sia stato nulla per riavvicinare nostro figlio alla fede, e su questo lui ha detto: ‘Io su questo tema non so proprio cosa dire'. E sinceramente da un arcivescovo facendogli una domanda sulla fede mi aspettavo molto di più del nulla. Gli abbiamo chiesto come mai tutta la vicenda era andata in questo modo, e lui ha detto: ‘Si poteva scrivere un'altra storia'".

(Ha collaborato Simone Giancristofaro)

continua su: https://www.fanpage.it/milano/abusi-sessua...-anni-e-5-mesi/
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11 apr 2022

Christian Sormani

Legnano, abusi su minore dell'ex sacerdote: il 9 giugno la sentenza definitiva

Fissata l'udienza in Cassazione. Don Mauro Galli è stato già condannato a più di 5 anni

E'stata fissata per il giorno 9 giugno 2022 l’udienza in cassazione che deciderà la condanna definitiva o meno per don Mauro Galli, il sacerdote della diocesi di Milano condannato in Appello a 5 anni e 6 mesi per aver abusato di adolescente. L'ex sacerdote della pastorale giovanile alla chiesa di San Pietro in Canazza a Legnano, era stato condannato per aver abusato sessualmente, nel dicembre del 2011, di un ragazzino che all'epoca aveva 15 anni. La corte di appello aveva ridotto da 6 anni e 4 mesi a 5 anni e 6 mesi la condanna per l'ex parroco di Rozzano, nel Milanese.

I giudici avevano concesso in appello le attenuanti generiche non concesse in primo grado. La violenza sessuale sarebbe avvenuta tra il 19 e il 20 dicembre 2011. Da parte sua l’Arcidiocesi di Milano ha confermato che don Galli resta sospeso da ogni incarico pastorale e non può esercitare pubblicamente il ministero sacerdotale. All'epoca l’allora vicario episcopale (e oggi arcivescovo di Milano) Mario Delpini, e l’allora responsabile dei giovani sacerdoti (adesso vescovo di Brescia), Pier Augusto Tremolada, non aprirono alcun procedimento limitandosi a trasferire il sacerdote a Legnano.
 
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https://www.osservatoremeneghino.info/10/0...on-mauro-galli/
Rozzano: processo da rifare per Don Mauro Galli
Di Osservatore Meneghino


Rozzano: processo da rifare per Don Mauro Galli. La Cassazione ha infatti accolto il ricorso presentato dai difensori del sacerdote accusato di aver violato sessualmente Alessandro Battaglia. La questione ha avuto un eco nazionale e si trascina ormai da diversi anni. L’ex sacerdote della pastorale giovanile alla chiesa di San Pietro in Canazza a Legnano, era stato condannato per aver abusato sessualmente, nel dicembre del 2011, di un ragazzino che all’epoca aveva 15 anni. La corte di appello aveva ridotto da 6 anni e 4 mesi a 5 anni e 6 mesi la condanna. Ora però è tutto da rifare perché le ben dieci eccezioni sollevate dallo studio Zanchetti che difende Galli hanno colpito nel segno: si sono concentrate su molti aspetti, ma in particolare nel dettaglio di quale reato è stato contestato al religioso e alle testimonianze incongruenti in più punti della presunta vittima. Ma anche la poca considerazione per la versione alternativa dei fatti proposta dall’imputato: da una parte l’accusa sostiene che l’ex parroco avesse ordito una sorta di trama per far dormire l’adolescente da lui e molestarlo, dall’altra il religioso sostiene di aver ospitato il ragazzo perché dopo un litigio con i genitori minacciava di scappare di casa. Fatto di cui erano stati informati i genitori. Da una parte poi c’è il giovane che sostiene di aver subito una molestia notturna, dall’altro l’ex sacerdote che sostiene solo di averlo afferrato perché il ragazzo nel corso della notte aveva un incubo che lo stava facendo cadere dal letto. Insomma, due realtà completamente diverse che si affronteranno ancora in aula. Ma per molti protagonisti della vicenda sarà più la prosecuzione di un incubo perché la vicenda è comunque pesante, quale che sia il punto da cui la si osserva. E aveva creato guai persino all’attuale arcivescovo di Milano Delpini quando durante una testimonianza si era preso una colpa non sua: aveva dichiarato di aver spostato Galli in un’altra parrocchia, ma in realtà in quel momento non ricopriva ancora l’incarico che gli conferiva quel potere. Segno che anche i religiosi di alto rango di fronte alla sbarra possono sbagliare a ricordare.
 
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view post Posted on 23/1/2023, 13:27

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https://milano.corriere.it/notizie/cronaca...c5062exlk.shtml

Abusi del sacerdote, la Cassazione annulla la condanna: svelati in ritardo, dubbi sulla vittima delle violenze
Riaperto, con le motivazioni dell’annullamento della condanna in primo e secondo grado a 5 anni e mezzo, il caso di don Mauro Galli, l’ex coadiutore della parrocchia di Sant’Ambrogio a Rozzano

18 Gennaio 2023

La Cassazione riapre, con le motivazioni dell’annullamento della condanna in primo e secondo grado a 5 anni e mezzo, il caso di don Mauro Galli, l’ex coadiutore della parrocchia di Sant’Ambrogio a Rozzano imputato di violenza sessuale per avances che avrebbe fatto il 19 dicembre 2011 a un 15enne del quale era padre spirituale, educatore ed insegnante: alla base del ribaltone, per la Suprema Corte, è «il tardivo disvelamento» della violenza raccontata dal ragazzo solo dopo tre anni, il che «induce a perplessità non adeguatamente spiegate dai giudici di merito» e «impone pertanto una complessiva rilettura del percorso argomentativo» da affidare a un nuovo processo d’Appello.

La dinamica dei fatti si compone di due fasi, una pacifica perché ammessa anche dal prete e l’altra invece controversa: la tesi d’accusa è infatti che il giovane, di cui i genitori avevano concordato con il sacerdote un pernottamento nell’abitazione del prete in attesa delle preghiere del giorno seguente, fosse stato costretto a subire le avances del sacerdote con il quale condivideva il letto, nel corso di una notte seguita a una coinvolgente confessione «che lo aveva messo in mano» dell’imputato.

La prima parte, cioè l’avere ospitato il ragazzo nel proprio letto, era stata subito ammessa da don Galli, che per la palese inopportunità di questo comportamento era stato trasferito dal vicario generale della diocesi Carlo Redaelli da Rozzano a Legnano in affidamento a due sacerdoti e a uno psicologo, e poi nel luglio 2012 dal vicario generale Mario Delpini (attuale arcivescovo di Milano) lontano dal contatto con i minori, prima all’ospedale Niguarda come cappellano e poi a Roma in un istituto religioso di studi. Soltanto nel 2014 il ragazzo aveva fornito una nuova versione nella quale per la prima volta aggiungeva di aver dovuto resistere a pesanti approcci sessuali del sacerdote: denuncia dopo la quale la giustizia ecclesiastica nel maggio 2015 aveva sospeso don Galli da sacerdote.

Le sentenze di condanna in Tribunale e in Appello spiegano il silenzio triennale del ragazzo con «il suo stato di affermata totale soggezione nei confronti dell’imputato». Ma per la Cassazione «non è adeguata giustificazione logica del silenzio la (residua) soggezione nei confronti di chi già tre anni prima, subito, aveva visto «nel breve volgere di qualche ora la distruzione della sua immagine pubblica e della sua stessa autorità ecclesiale, irrimediabilmente azzerate tanto nei rapporti con i superiori ecclesiastici (dai quali, ben presto informati e giustamente adirati, era stato emarginato), quanto nel giudizio della famiglia della persona offesa (altrettanto doverosamente infuriata)».

E questo aspetto, che per la Cassazione non quadra, impone anche un riesame della personalità del giovane, «pacificamente connotata» da aspetti narcisistici «per conquistare in qualche modo il centro della scena»: del resto «inesistenti attacchi asmatici, inventati choc anafilattici, e simulate possessioni demoniache, già prima dei fatti avevano palesato turbamenti tali da indurre i genitori ad affidarsi alla psicoterapeuta». Quadro che anzi, «piuttosto stabile prima e dopo i fatti», vide «un peggioramento progressivo e acuitosi nel periodo finale del triennio», semmai «legato all’incrinarsi dei rapporti con la fidanzata nonché agli insuccessi scolastici». Sino a «una condizione di sgradito isolamento personale» con «vari ricoveri ospedalieri nel 2013-2014 infine culminati (solo nel luglio 2014 e all’esito di un tentativo di suicidio) nel chiaro e teatrale disvelamento del preteso abuso sessuale risalente al 2011».
 
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view post Posted on 20/6/2023, 15:32

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www.fanpage.it/milano/chiesto-il-p...te-e-la-verita/
20 GIUGNO 2023
19:53
Don Mauro Galli accusato di violenza sessuale su un 15enne: chiede di patteggiare una pena a meno di 4 anni
Don Mauro Galli, accusato di essere il responsabile dell’abuso sessuale nei confronti di un 15enne nel 2011 quando era sacerdote a Rozzano, ha chiesto di patteggiare una pena inferiore ai 4 anni.
A cura di Giorgia Venturini

Punta al patteggiamento don Mauro Galli accusato di essere il responsabile dell'abuso sessuale nei confronti di un 15enne nel 2011 quando era sacerdote a Rozzano, alle porte di Milano. L'avvocato difensore infatti, il legale Mario Zanchetti, ha presentato durante l'udienza di Appello Bis una proposta di patteggiamento che prevederebbe una pena inferiore a quattro anni: se così fosse don Galli potrebbe sperare in una misura alternativa al carcere come l'affidamento in prova ai servizi sociali. Se accettare o meno la proposta spetterà alla corte che si esprimerà il prossimo 26 settembre.

La difesa: mancano le prove

Il sacerdote era stato condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi e in secondo a 5 anni e 6 mesi. La condanna poi era stata annullata in Cassazione e quindi la decisione era ritornato ai giudici dell'Appello. Gli abusi sarebbero avvenuti tra il 19 e il 20 dicembre del 2011: il sacerdote aveva invitato il 15enne a casa sua dove il ragazzino aveva trascorso la notte. Durante tutto il processo la difesa ha sempre sostenuto che non ci fosse stata nessuna violenza sessuale e che mancano le prove.

La famiglia della vittima ha chiesto aiuto alla Chiesa
La famiglia della vittima, molto cattolica, ha provato per diverso tempo a ricorrere alla Chiesa stessa per ottenere giustizia ed evitare che don Galli potesse rappresentare un pericolo per altri adolescenti. Ma ogni tentativo fu vano: infatti i genitori del 15enne erano venuti a sapere che il sacerdote veniva spostato di oratorio in oratorio. Così la famiglia, sfiduciata dall'atteggiamento della Chiesa, aveva denunciato Don Galli nel 2014. Ora la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna sottolineando il "tardivo disvelamento" dei fatti da parte del ragazzo di 15 anni. Ora spetterà alla Corte d'Appello accettare o meno la richiesta di patteggiamento.

www.milanotoday.it/cronaca/pedofilia-don-mauro-galli.html

IL PROCESSO
Così il prete accusato di pedofilia vuole evitare il carcere
Il sacerdote, don Mauro Galli, è accusato di violenza sessuale contro un ragazzino di 15 anni

20 giugno 2023 15:47

Don Mauro Galli, il prete accusato di pedofilia contro un ragazzo di 15 anni, punta a evitare il carcere. Potrebbe infatti patteggiare il sacerdote della diocesi di Milano a processo per un abuso sessuale avvenuto a Rozzano nel 2011, nei confronti di un ragazzo allora 15enne.

La difesa dell'imputato, rappresentato dall'avvocato Mario Zanchetti, e la pg Celestina Gravina, hanno infatti depositato martedì all'udienza di appello bis (collegio Correra, Galoppi, Rinaldi) una proposta di concordato, su cui la corte deciderà il prossimo 26 settembre.

L'accordo tra le parti, a quanto si apprende, dovrebbe prevedere una pena inferiore ai quattro anni, che consentirebbe così a don Galli di accedere a misure alternative al carcere, come l'affidamento in prova ai servizi sociali. In aula erano presenti sia la famiglia del ragazzo, che il sacerdote, condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi e in secondo grado a 5 anni e 6 mesi. Una condanna annullata con rinvio dalla Cassazione lo scorso gennaio.

Secondo la tesi dell'accusa nelle indagini, gli abusi sarebbero avvenuti tra il 19 e il 20 dicembre del 2011 nell'abitazione del religioso, dove il ragazzino aveva trascorso la notte "in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo". La difesa ha sempre sostenuto, però, che non ci fosse agli atti alcuna prova della violenza sessuale. La Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna, parlando del "tardivo disvelamento" della presunta violenza, raccontata dal ragazzo dopo tre anni dai fatti. La decisione dei giudici arriverà a fine settembre.

Edited by pincopallino2 - 27/6/2023, 14:13
 
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https://milano.corriere.it/notizie/cronaca...63113exlk.shtml
Don Mauro Galli, la pena per violenza sessuale in appello-bis scende da 6 a 3 anni: potrà scontarla ai domiciliari

di Luigi Ferrarella
26 settembre 2023, 14:13 - Aggiornata il 26 settembre 2023 , 14:46
L'ex coadiutore della parrocchia di Sant’Ambrogio a Rozzano imputato di violenza sessuale per avances che avrebbe fatto il 19 dicembre 2011 a un 15enne

Scende da 6 a 3 anni, ma resta per il reato di violenza sessuale - pur nella forma in cui in relazione ai mezzi, alle modalità e alle circostanze dell'azione si ritiene che la libertà sessuale della vittima sia stata compressa in maniera meno grave - la condanna milanese nell’Appello-bis (dopo annullamento in Cassazione dell’iniziale verdetto) di don Mauro Galli, l’ex coadiutore della parrocchia di Sant’Ambrogio a Rozzano imputato di violenza sessuale per avances che avrebbe fatto il 19 dicembre 2011 a un 15enne del quale era padre spirituale, educatore ed insegnante.

La dinamica dei fatti al centro del processo si compone di due fasi, una pacifica perché ammessa anche dal prete e l’altra invece controversa: la tesi d’accusa iniziale era infatti che il giovane, di cui i genitori avevano concordato con il sacerdote un pernottamento nell’abitazione del prete in attesa delle preghiere del giorno seguente, fosse stato costretto a subire le avances del sacerdote con il quale condivideva il letto, nel corso di una notte seguita a una coinvolgente confessione «che lo aveva messo in mano» dell’imputato. La prima parte, cioè l’avere ospitato il ragazzo nel proprio letto, era stata subito ammessa da don Galli, che per la palese inopportunità di questo comportamento era stato trasferito dal vicario generale della diocesi Carlo Redaelli da Rozzano a Legnano in affidamento a due sacerdoti e a uno psicologo, e poi nel luglio 2012 dal vicario generale Mario Delpini (attuale arcivescovo di Milano) lontano dal contatto con i minori, prima all’ospedale Niguarda come cappellano e poi a Roma in un istituto religioso di studi.

Soltanto nel 2014 il ragazzo aveva fornito una nuova versione nella quale per la prima volta aggiungeva di aver dovuto resistere a pesanti approcci sessuali del sacerdote: denuncia dopo la quale la giustizia ecclesiastica nel maggio 2015 aveva sospeso don Galli da sacerdote. Le sentenze di condanna in Tribunale e nel primo Appello avevano spiegato questo silenzio triennale del ragazzo con «il suo stato di affermata totale soggezione nei confronti dell’imputato».

Ma la Cassazione aveva annullato la condanna e ordinato un nuovo Appello, ravvisando fosse «non adeguata giustificazione logica del silenzio la (residua) soggezione nei confronti di chi già tre anni prima, subito, aveva visto «nel breve volgere di qualche ora la distruzione della sua immagine pubblica e della sua stessa autorità ecclesiale, irrimediabilmente azzerate tanto nei rapporti con i superiori ecclesiastici (dai quali, ben presto informati e giustamente adirati, era stato emarginato), quanto nel giudizio della famiglia della persona offesa (altrettanto doverosamente infuriata)». In più per la Cassazione andava riconsiderata anche la personalità del giovane, «pacificamente connotata» da aspetti narcisistici «per conquistare in qualche modo il centro della scena»: del resto «inesistenti attacchi asmatici, inventati choc anafilattici, e simulate possessioni demoniache, già prima dei fatti avevano palesato turbamenti tali da indurre i genitori ad affidarsi alla psicoterapeuta». Quadro che, «piuttosto stabile prima e dopo i fatti», vide «un peggioramento progressivo e acuitosi nel periodo finale del triennio», semmai «legato all’incrinarsi dei rapporti con la fidanzata nonché agli insuccessi scolastici». Sino a «una condizione di sgradito isolamento personale» con «vari ricoveri ospedalieri nel 2013-2014 infine culminati (solo nel luglio 2014 e all’esito di un tentativo di suicidio) nel chiaro e teatrale disvelamento del preteso abuso sessuale risalente al 2011».

In requisitoria la rappresentante dell’accusa, la pg Celestina Gravina, pur chiedendo infine la condanna comunque a 3 anni aveva peraltro espresso la convinzione che si trattasse non di un caso di violenza sessuale (609 bis) su un giovane che «la famiglia preferiva credere posseduto dal demonio anziché attratto» dal corteggiamento fattogli da don Galli, ma di un caso di «atti sessuali con minorenne» attraverso l’abuso della posizione di fiducia e autorità (609 quater), atti rispetto ai quali il consenso del giovane era comunque viziato dal fatto che avesse 15 anni e mezzo invece dei 16 anni voluti dalla legge. Ma la Corte d’Appello non è entrata in questa valutazione di merito, e si è invece attestata sul ratificare il patteggiamento per violenza sessuale al quale il difensore Mario Zanchetti (con il sostituto processuale Daniele Loglio) aveva lavorato in via principale con la pg Gravina.

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26 settembre 2023, 14:13 - Aggiornata il 26 settembre 2023 , 14:46


www.ilgiorno.it/milano/cronaca/att...ozzano-iapr773h
26 set 2023
Atti sessuali con 15enne, ok al patteggiamento per don Galli: 3 anni di domiciliari
Milano, il parroco di Rozzano in primo grado è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione, pena ridotta a 5 anni e 6 mesi in Appello. Ora, con l'Appello bis e la proposta di concordato, evita il carcere

Milano, 26 settembre 2023 - Si è chiuso a distanza di quasi 12 anni dai fatti contestati il processo milanese a don Mauro Galli, l'ex parroco di Rozzano che era stato accusato di violenza sessuale, per un episodio del dicembre 2011, su un ragazzo che all'epoca aveva 15 anni. Oggi in un appello 'bis' i giudici hanno accolto la proposta di concordato, tecnicamente il patteggiamento di secondo grado in accordo tra accusa e difesa, con una pena definitiva di 3 anni da scontare in “detenzione domiciliare”.

Il patteggiamento
Un patteggiamento, riconosciuto dalla seconda sezione penale della Corte d'Appello milanese (Correra-Galoppi-Rinaldi), con l'attenuante del risarcimento del danno (il giovane e i familiari non erano parti civili) e con le attenuanti generiche. E soprattutto con la riqualificazione del reato da violenza sessuale ad atti sessuali con minorenne, con "abuso della situazione di cura e affidamento”, e con il riconoscimento anche dell'attenuante della “minore gravità” dei fatti.

Niente carcere per il don
Una pena così concordata tra la difesa, col legale e professore Mario Zanchetti, e la sostituta pg Celestina Gravina, che non porta in carcere il sacerdote. La pena della reclusione, infatti, è stata sostituita, stando alla sentenza, con quella della detenzione domiciliare. In primo grado don Galli era stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione, poi in appello la pena era stata ridotta a 5 anni e 6 mesi e, infine, la Cassazione aveva annullato, con rinvio ad un altro processo di secondo grado, la condanna.

Racconto violenza “tardivo”
Secondo la tesi dell'accusa nelle indagini, gli abusi sarebbero avvenuti tra il 19 e il 20 dicembre del 2011 nell'abitazione del religioso, dove il ragazzo aveva trascorso la notte “in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo". La difesa ha sempre sostenuto, però, che non ci fosse agli atti alcuna prova della violenza sessuale. La Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna, parlando del “tardivo disvelamento” della presunta violenza, raccontata dal ragazzo dopo tre anni dai fatti. Oggi in aula la pg Gravina ha criticato la sentenza di primo grado che aveva comminato una pena “non accettabile” e ha parlato di quel “ritardo” di 3 anni nel racconto dei fatti, anche se ha evidenziato pure la “palese inverosimiglianza della difesa dell'imputato su una vicenda riprovevole”.

I dubbi dei periti
La pg ha spiegato ancora che nel procedimento sono mancati “degli elementi di fatto che dovevano essere meglio analizzati”. E ha messo in luce pure alcune riserve dei periti sulla “capacità testimoniale” del giovane. Da qui anche la riqualificazione della contestazione con tutte le attenuanti. Per i suoi legali “don Galli si è trovato a difendersi da una accusa dai confini mobili”. Tra le testimonianze agli atti anche quella della fidanzata del giovane che “ha parlato 6-7 anni dopo i fatti”. Come hanno stabilito i giudici, il prete nel corso della detenzione domiciliare potrà essere autorizzato di volta in volta agli spostamenti utili “per la sua attività lavorativa

Edited by pincopallino2 - 27/9/2023, 09:02
 
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Il sito clericale ci informa che l'assoluzione ecclesiastica è stata appellata, ma non ci spiega qual è l'esito dell'appello all'ex Sant'Uffizio.

Confessa che è stato sottoposto alla stregoneria degli esorcismi, anche da un cardinale, e per questo sarebbe. inattendibile

L'unica regola è rispettare l'omertà e mettere la vittima in cattiva luce.



https://silerenonpossum.com/caso-don-marco-galli/


IL CASO DON MAURO GALLI E LE MENZOGNE DI FRANCA GIANSOLDATI

La Corte d’Appello di Milano (Correra-Galoppi-Rinaldi) ha emesso una sentenza di condanna di tre anni di reclusione ai danni del Rev.do don Mauro Galli, presbitero dell’Arcidiocesi di Milano. La condanna è stata inflitta a seguito di un annullamento da parte della Corte di Cassazione italiana della precedente sentenza.

Il reato per il quale il sacerdote viene condannato non è più il 609 bis del codice penale italiano, ovvero la violenza sessuale ma 609 quater, atti sessuali con minorenne.

Recita l’articolo: “Fuori dei casi previsti dall’articolo 609 bis, l’ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato, o che abbia con quest’ultimo una relazione di convivenza, che, con l’abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici, è punito con la reclusione da tre a sei anni”. Inoltre, è stata riconosciuto l’attenuante “Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”.

Il sacerdote sconterà la sua pena agli arresti domiciliari. Pur rispettando la sentenza dell’autorità giudiziaria italiana, riteniamo che tale decisione sia ingiusta e il Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo ne ha spiegato le motivazioni assolvendo il Galli già nel 2019.

I fatti
Per spiegare come realmente sono andati i fatti, dobbiamo ripercorrere quanto accaduto in questi anni in cui don Mauro Galli, e con lui tutta l’Arcidiocesi di Milano, sono stati sottoposti ad una gogna mediatica senza precedenti.

La notte fra il 19 e il 20 dicembre 2011 un ragazzo di 15 anni ha dormito nel medesimo letto del sacerdote a Rozzano. Subito dopo ha iniziato a circolare la voce di un possibile “comportamento inappropriato del chierico”. Pertanto, il Galli è stato allontanato dalla parrocchia e nel 2013 è stato inviato a Roma a studiare. Si badi bene che si parla di comportamento inappropriato e non di reato (per la giustizia italiana) o delitto (per la giustizia ecclesiastica).

Solo nel 2015 arrivano opportune informazioni all’Arcidiocesi di Milano che sceglie di aprire l’investigatio previa, la quale si apre con decreto del 21 gennaio 2015 per volontà dell’attuale arcivescovo di Milano, S.E.R. Mons. Mario Enrico Delpini, il quale ritenne opportuno approfondire quanto veniva denunciato.

È bene sottolineare questo aspetto perchè Delpini è stato accusato più volte di aver coperto don Galli. Queste accuse sono false. La madre del giovane ha addirittura registrato e divulgato un colloquio con S.E.R. Mons. Pierantonio Tremolada, accusandolo di aver coperto e giustificato il sacerdote.

L’arcivescovo Delpini, al tempo vicario, agì con prudenza e secondo il dettato del canone 1717 §1: “Ogniqualvolta l’Ordinario abbia notizia, almeno probabile, di un delitto, indaghi con prudenza, personalmente o tramite persona idonea, sui fatti, le circostanze e sull’imputabilità, a meno che questa investigazione non sembri assolutamente superflua”.

Anche S.E.R. Mons. Pierantonio Tremolada, attuale vescovo di Brescia, riferì alla famiglia che le disposizioni adottate erano misurate secondo quanto venne denunciato inizialmente: “Il giovane ha dormito con il sacerdote”. La versione del ragazzo e della famiglia, infatti, è cambiata dopo tre anni. Inizialmente parlarono di “dormire insieme”, solo dopo tre anni riferirono del “tentativo di violenza sessuale”.

Luci ed ombre
È doveroso riferire che il giovane era in cura da uno psichiatra ed uno psicoterapeuta all’epoca dei fatti(2011). Questo è bene sottolinearlo, non perché si vuole screditare lo stesso ma perché i professionisti, sentiti sia in sede civile che ecclesiastica, hanno riferito che il ragazzo non ha MAI fatto riferimento a “tentativi di violenza sessuale” avvenuti quella notte.

Hanno poi chiaramente negato che questa questione fosse emersa all’interno dei colloqui. Difatti, è bene ricordare che in quel caso questi professionisti avrebbero avuto l’obbligo deontologico di denunciare all’ autorità giudiziaria. Questo non avvenne.

Solo nel 2015 il giovane si rivolgerà all’Autorità Giudiziaria riferendo una tentata violenza sessuale. La madre, sentita durante il procedimento ecclesiastico, ha riferito che è stata lei a pensare ad un abuso, non lo disse il giovane.

“Nella mattinata fui chiamata dalla scuola perché mi riferivano che stava male. Quando arrivai lo trovai rigido nei movimenti e guardava fisso nel vuoto. Gli chiesi se avesse mangiato qualcosa che lo aveva fatto star male o fosse successo qualcosa di particolare, se c’era qualche compito, qualche interrogazione che lo preoccupassero” ha detto in sede di testimonianza.

La madre, quindi, non si stupisce del comportamento del figlio perché questi episodi erano già avvenuti ed erano capricci che in aula hanno confermato altri testi. Visto che non riceveva risposta a queste domande, la donna chiese al giovane se fosse successo qualcosa con don Mauro la sera precedente e lui rispose: “Sì, quello che si può immaginare”. Senza aggiungere altro.

“In base a quello di cui si sente oggi parlare io pensai ad un abuso sessuale”, riferisce la donna. Pensai, dice. Il ragazzo, però, ha sempre detto che avevano dormito insieme e non che il sacerdote avesse tentato di abusare di lui.

In aula, inoltre, sono sfilati numerosi professionisti che hanno riferito anche che il ragazzo fingeva di avere possessioni diaboliche (per ben 6 mesi) per ottenere attenzioni. Questo ha posto diversi interrogativi sull’attendibilità del ragazzo. Fra i diversi sacerdoti che fecero esorcismi sul ragazzo c’era anche S.E.R. il Sig. cardinale Renato Corti, di venerata memoria. Dopo diversi incontri con alcuni esorcisti, un sacerdote gli disse che non era posseduto e lui, lo ha riferito il giovane stesso in sede di incidente probatorio il 19.10.16 davanti al tribunale penale, ha smesso di fingere.

Anche all’oratorio, riferiscono i testimoni, aveva iniziato ad avere “attacchi di ansia”. Questi, però, sono terminati quando “è stato prospettato il fatto che non avrebbero più potuto tenerlo se fosse andata avanti così”.

“Ritengo che sia abbastanza furbo. Sono un paio d’anni che non va più a scuola”, ha riferito un testimone in aula.

La sentenza ecclesiastica
Il procedimento ecclesiastico giunge a sentenza emessa dal Tribunale Ecclesiastico Regionale di Milano il 24 giugno 2019.

“Su quel che accade in quella notte, le versioni fra don Galli e ***** sono state concordanti per circa tre anni e poi dal 2014 hanno cominciato a divergere ma con una particolarità: la versione dell’imputato è la stessa in tutte le occasioni in cui è stato richiesto di fornire spiegazioni, quella fornita da **** è cambiata sostanzialmente. Si noti che questo tribunale dispone di un maggior numero di deposizioni rispetto a quelle su cui è basata la sentenza della V sezione penale del tribunale ordinario di Milano, cioè di un maggior numero di occasioni in cui Don Mauro ha ribadito sempre la stessa versione e in cui ****** ********, invece, è risultato contraddittorio”, scrivono i giudici.

Sei anni e quattro mesi aveva sentenziato il tribunale di Milano ma le cose non andarono così ed anche la Corte di Cassazione della Repubblica Italiana decise di annullare la sentenza perché «non è adeguata giustificazione logica del silenzio la (residua) soggezione nei confronti di chi già tre anni prima, subito, aveva visto nel breve volgere di qualche ora la distruzione della sua immagine pubblica e della sua stessa autorità ecclesiale, irrimediabilmente azzerate tanto nei rapporti con i superiori ecclesiastici (dai quali, ben presto informati e giustamente adirati, era stato emarginato), quanto nel giudizio della famiglia della persona offesa (altrettanto doverosamente infuriata)».

La sentenza del Tribunale Ecclesiastico corrispondeva a verità e la versione di don Galli era chiara. Anche Desiderio Vajani, promotore di giustizia, ritenne la sentenza sufficientemente convincente e non fece appello.

Il Dicastero per la Dottrina della Fede e il giustizialismo moralistico
Sono false le affermazioni di Franca Giansoldati la quale sul Messaggero scrive: “Galli non ebbe una sentenza assolutoria piena”. Vista la tendenza a fare di tutta l’erba un fascio da parte di questi giornalisti ignoranti, è bene ricordare che dormire con un minore non significa necessariamente abusarne. Ciò che il tribunale ecclesiastico è chiamato a giudicare è se vi sia stata, oppure no, una violenza sessuale.

Questo atteggiamento moralistico-giustizialista, purtroppo, è entrato a gamba tesa anche nel Dicastero per la Dottrina della Fede, grazie al fatto che abbiamo portato dentro arcivescovi maltesi, mosnignori spagnoli con il pallino dell’omosessualità e gesuiti che pensano di essere i nuovi giudici dell’inquisizione.

Franca Giansoldati, inoltre, riferisce il falso anche in merito allo status quo del procedimento in questione, ma andiamo per gradi.

L’11 dicembre 2019 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ricevuto la notifica della sentenza del tribunale lombardo. Il 10 gennaio 2020 il Padre Robert Joseph Geisinger, S.I, promotore di giustizia, fa appello. Il gesuita scrive: “La sentenza inoltre afferma che sarebbe impossibile che fisicamente si sia eseguito un approccio tanto complicato atteso che l’abuso sessuale sarebbe durato perlomeno un paio d’ore ma non sarebbero mai state rinvenute tracce organiche nemmeno sulla biancheria del ragazzo. Quanto appena riferito non può, a parere dello scrivente, avere un significato decisivo nel senso dell’impossibilità dell’avvenuto abuso perché il mancato ritrovamento delle predette tracce organiche può essere dovuto a vari motivi, non ultimo alle opportune precauzioni che il reo potrebbe aver adottato nel caso.

Senza tener conto poi del fatto che l’imputato facendo uso delle proprie capacità di autocontrollo potrebbe aver voluto non raggiungere l’orgasmo al fine e magari di prolungare quanto più possibile l’evento”.

Queste affermazioni di Geisinger dovrebbero essere analizzate e Sosa dovrebbe pensare ad inviare questo gesuita da un buon psichiatra. Molte volte nell’analizzare questioni altrui queste persone rivelano molto di loro stesse. Certe cose non si capisce neppure come si facciano a pensare. L’abusatore che si premunisce di contraccettivo e addirittura ha talmente tanto “autocontrollo” da voler “prolungare l’evento”. Cosa abbia fatto Galli non lo sappiamo ma di certo possiamo immaginare cosa farebbero altri alla luce di ciò che scrivono.

Pertanto, la sentenza del tribunale ecclesiastico regionale viene appellata dal promotore di giustizia gesuita perché chiaramente bisogna portare a condanna il sacerdote. Già il tribunale milanese si lascia andare ad una considerazione che va oltre le proprie competenze e dice che il “comportamento non è idoneo e gravemente inopportuno nei confronti del minore”. Stando però al procedimento, il quale da ragione al Galli che riferisce di aver solo dormito nello stesso letto con il ragazzo, non si capisce questo giudizio “morale” e ben poco “giuridico” da dove venga fuori.



Sant’Uffizio quando pare a noi
Tralasciando questa chiosa, però, la decisione è assolutamente ordinata e logica. La Congregazione (oggi Dicastero), però, da diversi anni ha scelto di fare la guerra contro i sacerdoti. Se un caso giunge a Roma è la fine. Questo accade perché si è scelto di seguire l’onda del momento e i giornali dettano le impressioni, le sensazioni, le paure. Eppure, lo abbiamo visto chiaramente, Franca Giansoldati è una di quelle giornaliste che non riesce a partorire un articolo che non abbia almeno 10 errori. Anche in questo caso la sua ignoranza non le permette di parlare con cognizione di causa. Gli atti di questo procedimento, infatti, non sono qui in Vaticano ma si trovano presso un altro tribunale a cui è stato affidato il compito di emettere un altro giudizio.

Perchè? Perchè il primo non soddisfaceva le assurde idee del gesuita Geisinger. Le cose oggi sono cambiate rispetto agli anni in cui, effettivamente, diversi errori sono stati commessi. Con l’impostazione Ratzinger, però, si andavano a colpire quelle realtà che non agivano, tergiversavano o occultavano. Allo stesso tempo non si trasformava il Dicastero in un megafono dei giornali giustizialisti. Nel silenzio, nel lavoro certosino, si agiva e si puniva chi commetteva i delitti. Rispettando sempre la buona fama delle persone.

Quindi la narrazione non può continuare ad essere quella di vent’anni fa: “La Chiesa nasconde, la Chiesa non si muove, la Chiesa copre”. Semplicemente i procedimenti necessitano di tempo e vengono portati avanti con grande competenza. Sarebbe meglio che non si agisse in modo ideologico, come fa Geisinger, ma comunque si tenta di giungere a sentenze giuste.

In generale, riflettiamo
Il caso don Galli deve però portarci a fare alcune riflessioni generali. In primo luogo, l’importanza della buona fama. Il sacerdote viene dipinto immediatamente come colpevole dal primo momento in cui l’accusa arriva sui giornali. Nessuno, leggendo questi articoli, si chiede come mai questi giornalisti si accaniscono sui semplici preti di parrocchie disperse per il mondo ma perdono tutta la loro protervia quando si trovano davanti al Papa e gli potrebbero chiedere come mai ha coperto Marko Ivan Rupnik.

In secondo luogo, l’incapacità dello stesso Dicastero per la Dottrina della Fede di analizzare un evento senza gli occhiali del Torquemada del momento. L’incapacità di guardare con verità ai fatti. Sono numerosi i casi che giungono ai tribunali ecclesiastici o in Dicastero e sono vicende di vendette, ripicche, dispetti, giochi di potere, ecc… Oggi bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e scindere anche quella che è la sfera morale da quella giuridica. Avere un rapporto con una persona adulta e consenziente, non è un delitto. Se questa un domani riferirà che il consenso non vi era, bisognerà che lo dimostri. Le regole del processo non cambiano a seconda di chi è l’accusato.

Poi bisogna sempre chiedersi se non vi siano motivazioni terze: richieste di soldi, lotte di potere, vendette, ecc…Questo avviene spesso anche all’interno di questo piccolo Stato.

Anche perché questi episodi non possono non farci pensare a casi, come quello di Marko Ivan Rupnik o di Don Mauro Inzoli, dove le cose erano andate in modo ben diverso, la colpevolezza era evidente, ma qualcuno ha scelto di non utilizzare il criterio “comune per tutti”.

d.T.M.

Silere non possum


Articolo pubblicato il 26 settembre 2023
 
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view post Posted on 27/9/2023, 14:41

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Dopo quasi 12 anni la Chiesa non ha trovato il tempo per processare don Galli, le cui violenze vennero a conoscenza della diocesi di Milano il 24 dicembre 2011

https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-...li-2511054.html

Si è concluso il processo a don Mauro Galli
Nota della Diocesi a seguito dell’accoglimento da parte della Corte d’Appello della richiesta di concordato avanzata dalla Procura generale e dalla Difesa del sacerdote

27 Settembre 2023

La Diocesi di Milano ha appreso che ieri la Corte di Appello di Milano ha accolto la richiesta di concordato sui motivi di impugnazione da parte della Procura Generale e della Difesa di don Mauro Galli. Dopo l’annullamento della sentenza di condanna a cinque anni e mezzo di reclusione per il reato di violenza sessuale – annullamento deciso dalla Corte di Cassazione nel giugno 2022 -, il sacerdote è stato condannato alla sanzione sostitutiva della detenzione domiciliare per tre anni, con autorizzazione a svolgere l’attività lavorativa infrasettimanale per otto ore al giorno. È stata inoltre riconosciuta l’attenuante del «fatto di minore gravità» sul presupposto della insostenibilità delle più gravi accuse contenute nella denuncia presentata nel 2014 per una vicenda risalente al dicembre 2011.

Dal punto di vista dell’ordinamento ecclesiale, mentre si attende l’esito del processo canonico in corso, sotto la responsabilità della Santa Sede, don Mauro Galli resta sospeso dall’esercizio pubblico del ministero, condizione in cui si trova fin dall’avvio del procedimento.

Sebbene la decisione della Corte d’Appello appaia in linea con la decisione della Suprema Corte che aveva messo in dubbio le più gravi condotte addebitate al sacerdote, la Chiesa di Milano rimane colpita e addolorata per una vicenda che ha provocato grande sofferenza per la vittima, per i suoi familiari e per tutte le altre parti coinvolte.

Nel riconoscersi bisognosa di conversione e mai al riparo da scandali e fragilità, la Chiesa ambrosiana – come tutta la Chiesa universale – è inoltre consapevole che la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso (sessuale, ma anche di potere e di coscienza) non possono ammettere ritardi e incertezze. Per questo la Diocesi negli ultimi anni ha intensificato l’impegno per la formazione, la prevenzione e il contrasto degli abusi, in particolare nei confronti dei minori, in linea con le indicazioni della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana.

Nel 2019, contestualmente alla pubblicazione delle Linee guida in materia di Formazione e Prevenzione – a cui ogni istituzione, comunità ed educatore della Diocesi è chiamato ad attenersi -, è stata istituita la figura del Referente diocesano per la Tutela dei Minori, affiancata dal novembre 2021 dal Servizio di ascolto, a cui è stato affidato il compito di prima accoglienza e ascolto di coloro che si dichiarano vittime di abusi in ambito ecclesiale, così come delle persone che sono a conoscenza di una situazione di presunto abuso.

https://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/do...egnano-0e80b457
26 set 2023
CHRISTIAN SORMANI

Don Mauro Galli e gli abusi sessuali a un ragazzino. La condanna e le mancate scuse: com’è finito il processo dopo 12 anni

Per l’ex vicario parrocchiale di Legnano un patteggiamento e tre anni da scontare ai domiciliari. Le violenze risalgono al 2011 a Rozzano. La famiglia della vittima: “Abbiamo evitato la prescrizione”

Don Mauro Galli era accusato di violenza sessuale
PER APPROFONDIRE:
ARTICOLO: Atti sessuali con 15enne, ok al patteggiamento per don Galli: 3 anni di domiciliari
ARTICOLO: Abusi sessuali su minore. Sconto di pena per don Galli. La Diocesi: "Resta sospeso"
Legnano (Milano) – Si è conclusa ieri una vicenda durata dodici anni fra documenti, carte, accuse di abusi, tribunali e avvocati. Ieri mattina al tribunale di Milano, nella seconda sezione penale della Corte d’Appello, si è svolta l’ultima udienza dell’appello bis per don Mauro Galli, l’ex vicario parrocchiale di Legnano condannato per abusi. Il prete, con sentenza di condanna definitiva, sconterà tre anni di reclusione ai domiciliari.

Quello andato in scena al tribunale di Milano è stato di fatto un "concordato in appello", una sorta di patteggiamento proposto dalla difesa e accettato dalla procura generale. Sul processo incombeva la prescrizione. Gli abusi erano avvenuti a Rozzano e la notizia dei presunti reati compiuti dal prete di fatto era già arrivata in diocesi prima del trasferimento a Legnano il primo marzo del 2012.

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Don Mauro era stato spostato nella città del Carroccio per essere poi nominato vicario parrocchiale della parrocchia di S. Pietro in Legnano e incaricato della Pastorale Giovanile delle parrocchie di S. Teresa del Bambino Gesù, dei Santi Magi in Legnano e di SS. Redentore in Legnarello. Di fatto vicino a giovanissimi dopo essere stato allontanato da Rozzano per fatti risalenti al 2011, quando nell’abitazione del sacerdote un adolescente che si trovava per trascorrere la notte in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo sarebbe stato avvicinato con troppa tenerezza e atteggiamenti equivoci e poco consoni, quali dormire insieme in un letto matrimoniale abbracciando il ragazzo.

Al processo erano presenti i familiari della vittima: "Era la migliore conclusione possibile per evitare il rischio della prescrizione che, di fatto, avrebbe vanificato tutto l’iter processuale".
 
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40 replies since 11/6/2017, 15:49   8642 views
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