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DJ Fabo. Archiviazione per Cappato: "Suicidio assistito non è reato", "Aiutò ad esercitare un diritto; diritto alla vita bilanciato con la dignità"

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view post Posted on 2/5/2017, 17:38
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"Aiutò ad esercitare un diritto; diritto alla vita bilanciato con la dignità"

DJ Fabo. Archiviazione per Cappato: "Suicidio assistito non è reato"

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Marco Cappato

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/0...pato-164446520/



Dj Fabo, la procura chiede l'archiviazione per Cappato: "Suicidio assistito non viola diritto alla vita"Dj Fabo, la procura chiede l'archiviazione per Cappato: "Suicidio assistito non viola diritto alla vita"
Marco Cappato (ansa)
Si era autodenunciato dopo aver accompagnato il 40enne a morire in una struttura in Svizzera. I magistrati: "Il diritto alla vita va bilanciato con il diritto alla dignità"

di EMILIO RANDACIO
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02 maggio 2017
13
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"Le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile e/o indegna dal malato stesso". La procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per Marco Cappato, tesoriere della fondazione Luca Coscioni. Cappato si era autodenunciato per "aiuto al suicidio", dopo che il 27 febbraio scorso aveva accompagnato dj Fabo a morire in una struttura in Svizzera.

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Il provvedimento firmato dal pm Tiziana Siciliano, dovrà ora passare il vaglio di un gip, prima di diventare definitivo. In pratica, per i magistrati, Marco Cappato ha aiutato Dj Fabo ad "esercitare il diritto alla dignità umana". Cappato (insieme con Mina Welby), è indagato anche dalla procura di Massa per la morte di Davide Trentini, il 53enne malato di sclerosi multipla, deceduto il 13 aprile in Svizzera dove era stato accompagnato dalla Welby per ottenere anche il suicidio assistito.

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Nel provvedimento di archiviazione di 15 pagine per Marco Cappato - firmato dai pm milanesi Tiziana Siciliano e Sara Arduino - vengono ripercorse le cure subite da dj Fabio dopo l'incidente stradale del giugno 2014, che lo hanno reso cieco e paraplegico e i suoi dolori. Nel provvedimento, particolarmente tecnico, si ricorda l'articolo 32 della Costituzione sul diritto alle cure, ma anche i pronunciamenti della Corte europea sui diritti dell'uomo e quelli relativi ai casi Englaro e Welby, per concludere che non si può obbligare un paziente in condizioni di "non vita" - parole usate qualche mese fa proprio da dj Fabo - a scegliere il proprio destino.

"Non pare peregrino affermare che la giurisprudenza anche di rango costituzionale e sovranazionale - scrivono ancora i pm - ha inteso affiancare al principio del diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell'umana dignità". Secondo la Procura, dunque, Cappato avrebbe avuto una condotta che si è limitata al solo trasporto di chi voleva esercitare un proprio diritto.

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"Prendo positivamente atto della richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Milano - è stato il commento di Cappato - in attesa della decisione del gip, posso confermare che è in corso e continuerà l'azione di aiuto alle persone che vogliono ottenere, in Italia o all'estero, l'interruzione delle proprie sofferenze, eventualmente anche attraverso l'assistenza medica alla morte volontaria in Svizzera".


http://www.lastampa.it/2017/05/02/italia/c...MTI/pagina.html
Dj Fabo, i pm chiedono l’archiviazione per Cappato: aiutò ad esercitare un diritto
ANSA
L’attivista Marco Cappato

Pubblicato il 02/05/2017
Ultima modifica il 02/05/2017 alle ore 18:19
MANUELA MESSINA
Il «diritto alla vita» di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, è «affiancato» e dunque pari al suo diritto «alla dignità della vita, inteso come sinonimo di umana dignità».
È questo l’argomento giuridico con cui la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Marco Cappato, l’esponente dei Radicali accusato di aiuto al suicidio per avere accompagnato il 40enne, tetraplegico e cieco, a morire in una clinica svizzera nel febbraio scorso.

Una equiparazione affermata, secondo i pm milanesi Tiziana Siciliano e Sara Arduini, che nella richiesta di archiviazione citano alcune sentenze della Suprema Corte e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, non solo dalla giurisprudenza «costituzionale, ma anche da quella sovranazionale».

Le pratiche di suicidio assistito, secondo la procura, «non costituiscono una violazione del diritto alla vita, quando connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale, o gravide di sofferenza e ritenute intollerabili o indegne dal malato stesso».

Secondo la Procura, Cappato avrebbe svolto una condotta che si è limitata al solo trasporto di chi voleva esercitare un proprio diritto.
A determinate condizioni, per i pm, un atto antigiuridico (l’aiuto al suicidio praticato da Cappato) diventa giuridico se realizzato al fine di sancire un diritto, ovvero quello alla dignità umana di Fabo, che se avesse sospeso le cure per morire sarebbe stato costretto a una lenta e non quantificabile agonia.

«Prendo positivamente atto della richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Milano dopo le indagini», ha commentato Cappato. «In attesa della decisione del gip, posso confermare che è in corso e continuerà l’azione di aiuto alle persone che vogliono ottenere, in Italia o all’estero, l’interruzione delle proprie sofferenze, eventualmente anche attraverso l’assistenza medica alla morte volontaria in Svizzera». Nei prossimi giorni un gip al Tribunale di Milano dovrà valutare l’istanza della procura, e decidere se accoglierla o meno.
 
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