Laici Libertari Anticlericali Forum

Abusi e pedofilia tra i Lefebvriani: tra l'8% ed il 9% i soggetti pericolosi, Accusati di violentare minori, trasferiti in giro per il mondo.

« Older   Newer »
  Share  
Hansss
view post Posted on 13/1/2013, 01:24




Religiosi accusati di violentare 12 minori trasferiti in giro per il mondo. I tradizionalisti traslocano a Roma

el-superior-general-de-los-lefebvrianos-bernard-fellay

Nel mondo cattolico, i cosiddetti tradizionalisti (lefebvriani o di altro genere) ritengono che far tornare la Chiesa cattolica alla prassi precedente il Concilio Vaticano II, sia un toccasana in grado di guarire molti, se non tutti i mali morali del Cattolicesimo.
E' un'idea talmente ingenua da parere ridicola, soprattutto se si considerano due cose:

1) Prima del concilio vaticano II che, a dire dei tradizionalisti, è la causa di tutti i mali, esistevano comunque casi di omosessualità o di pedofilia, per quanto nascosti e soffocati molto meglio di oggi.

2) Anche recentemente non sono mancate segnalazioni di clero omosessuale predatore nelle stesse file dei sacerdoti cattolici tradizionalisti.

Per mostrare questo, traduco un passo tratto dal blog di un anziano sacerdote tradizionalista (quindi è una testimonianza che viene da quel mondo, non da "cattivi laici"), dileggiato e cacciato da un vescovo tradizionalista. Questo prete, ora morto, rivela tutta una serie di legami, protezioni e complicità. Non c'è dunque nessuna differenza tra questo tipo di clero (che si ritiene "perfetto") e il clero cosiddetto "normale".
Stesso tipo di uomini, perché i presupposti umani nella formazione, alla fine, rimangono identici.

Il passo tradotto, da un testo molto più ampio, salta alcune questioni non attinenti con le questioni morali trattate e semplifica alcune espressioni.

=====================



IL CHIERICO OMOSESSUALE PREDATORE URRUTIGOITY PROTETTO DALL'EX ANGLICANO, MONS. WILLIAMSON [vescovo tradizionalista cattolico]

Un sacerdote omosessuale ordinato nella Fraternità Sacerdotale San Pio X [fondata da mons. Lefebvre] e protetto da mons. Williamson, denunciato da mons. Fellay.

Che significa questa protezione? Perché è durata così tanto? (10 anni).

Si deve individuare oramai l'ipotesi di un legame omosessuale infiltrato nella Fraternità?

....

Un chierico che ha conosciuto bene mons. Williamson ci ha rivelato la protezione da lui accordata al sacerdote Urrutigoity, oramai oggetto di molti processi per i suoi atti omosessuali commessi su diverse vittime in collegi o seminari cattolici.
La signora Randy Engel ci informa di questo nel suo libro "Il Rito della Sodomia", apparso nel 2006 negli Stati Uniti. [...] In tale libro, Randy Engel consacra molte pagine all' affaire Urrutigoity e al ruolo di mons. Williamson con l'implicazione di mons. De Galaretta [entrambi tradizionalisti cattolici]. [...]

Queste pagine descrivono con dei dettagli assai crudi e penosi da leggere l'orribile realtà degli atti perpretati dal sacerdote Urritigoity. [...]

Proveniente dalla città di Mendoza, in Argentina, Carlos Urrutigoity è entrato nel seminario di La Reja (in Argentina), seminario della Fraternità san Pio X.

Le sue tendenze omosessuali e i suoi attentati al pudore furono individuati nel 1987 dall'allora superiore del seminario de La Reja, il sac. Morello che fece un dossier contro di lui chiedendo la sua espulsione.

Il sac. de Galaretta, allora superiore del Distretto dell'America del Sud della Fraternità, come altri preti influenti della stessa, intervennero subito per proteggere il seminarista pederasta.

Secondo una nota manoscritta del sac. Morello, mons. de Galaretta sarebbe intervenuto per proteggere Urrutigoity su richiesta della famiglia Calderon.

Mons. Williamson giustificherà al dottor Bond (il superiore del collegio Saint Justin Martyr che farà scoppiare pubblicamente questo affaire) questo comportamento di mons.
de Galaretta [...].

In seguito a quest'azione del sac. Morello e dopo un passaggio di Urrutigoity nel priorato della Fraternità di Cordoba (Argentina) che gli permise di ricevere una raccomandazione che lo rendesse innocente, mons. Williamson lo accolse nel seminario di Winona negli Stati Uniti nel 1989.

Durante questi passaggi, il sac. Morello fu temporaneamente allontanato, nel primo semestre 1989, a Santiago del Cile, quando era superiore della Fraternità il sac. Schmidberger [...].

Per iniziativa di mons. Williamson, il seminarista Urrutigoity scriverà una lettera giustificativa sul suo arrivo a Winona nel 1989 e mons. Williamson la porterà personalmente a mons. Lefebvre, sollecitando ed ottenendo la sua autorizzazione per
l'ammissione di Urrutigoity a Winona. L'arcivescovo [Lefebvre], chiaramente strumentalizzato da mons. Williamson, esigerà dallo stesso la sorveglianza del seminarista sospetto "con un occhio da acquila".

Alla vigilia dell'ordinazione sacerdotale di Urrutigoity, nel 1989, il sac. Morello si recò personalmente a Winona per denunciare Urrutigoity ma mons. Williamson lo sosterrà davanti a lui evocando l'umiltà di tale seminarista e trattando lo stesso Morello come un "mentitore". In seguito il sac. Morello sarà accusato di "sedevacantismo" e il giorno seguente alla sua visita, sarà espulso dalla Fraternità san Pio X.


Nell'autunno 1993 il sac. Urrutigoity diverrà professore di dogma, latino e musica sacra nel seminario di Winona. [...] Il sac. Urrutigoity si distinguerà facendo degli esperimenti in liturgia mostrandosi favorevole al rito riformato nel 1965 ...

Dal 1993 al 1997 in seminario si sviluppò un certo malessere al punto che verso la metà del 1997 le questioni liturgiche e del canto sacro divideranno profondamente i seminaristi. [...]

Questa nuova dottrina liturgica e del canto sacro attirerà attorno a questo personaggio, da loro considerato come un guru, un piccolo gruppo di seminaristi che progettò di fare una associazione segreta in seno al seminario stesso [...].

Alla fine, l'agitazine del sac. Urrutigoity proseguì con il progetto di fondare una nuova comunità. Ma tale progetto fu respinto da mons. Fellay che espulse il sacerdote da Winona nel 1997. Mons. Williamson qualificherà il sac. Urrutigoity come "un giovane prete argentino dotato ma fiero".

In seno alla Chiesa conciliare [la Chiesa cattolica ufficiale], sotto la protezione di mons. Timlin, fonderà la SSJ (Società san Giovanni) contraddistinta da uno spirito tradizionale nella liturgia ma che sarà rapidamente compromessa da scandali sessuali.

Questo, fino al momento in cui i problemi morali si affastellarono. Allora, il sac. Urrutigoity fu finalmente trascinato davanti ai tribunali da un laico coraggioso, il dott. Bond, superiore del collegio Saint Justin Martyr (attaccato alla SSJ) che tentò di sensibilizzare vanamente mons. Timlin e, sfidando tutte le minacce, combatterà fino a far manifestare la verità strappando il collegio che dirigeva dalla tutela della SSJ nel 2001.

Tutti questi fatti, benché comunicati dal dottor Bond nel 2001 al caridnal Castrillon Hoyos, superiore del dicastero romano della Congregazione del Clero, saranno coperti da gran silenzio e la SSJ verrà protetta dalle autorità ecclesiastiche conciliari [=ufficiali].

Nonostante questi processi e l'irruzione pubblica di tutti gli scandali sessuali causati dal sac. Urrutigoity , il vescovo Timlin continuerà a coprire Urrutigoity .

Nel febbraio 1999, mons. Fellay scriverà una lettera in cui denuncerà il sac. Urrutigoity .
Mons. Williamson continuerà a conservare pubblicamente il silenzio su questa vicenda; solo mons. Fellay reagì con uno scritto ufficiale alle autorità vaticane.

Proteste e denunce si accumularono, nel frattempo, contro la SSJ, il sac. Urrutigoity e il sac. Marshall Roberts (un transfugo dell'Istituto di Cristo Re, accolto nella SSJ). Una vittima reclamerà 1 milione di dollari di danni e interessi nel 2002.

Esiste oramai un sito internet che contiene tutti i documenti di questo dossier contro il sac. Urrutigoity e la SSJ.

Dopo essersi rifugiato dal vescovo di CIudad del Este in Paraguay, mons. Rogelio Livieres Plano, il sac. Urrutigoity sarà incoraggiato e protetto da una lettera di tale vescovo che scriverà l'8 settembre 2006 un messaggio per sostenere la SSJ.


GLI SCANDALI MORALI DEL SAC. URRUTIGOITY [...]

Già dal 1987 il sac. Urrutigoity attira l'attenzione del superiore del seminario di La Reja a causa del suo orgoglio manifesto e del suo intrattenere "amicizie particolari", costruendo un gruppo di discepoli. Ha inoltre tendenze omosessuali e fa scandali morali.

A La Reja si abbandonerà a toccamenti di parti intime dei seminaristi, durante la notte, nelle camere, durante il loro sonno, o nelle toilettes si laverà quasi nudo davanti agli stessi. Proporrà loro delle proposte scioccanti e si compiacerà, durante le confessioni, di evocare le tentazioni d'impurità e le tentazioni morali in genere.

Un vecchio discepolo del sac. Urrutigoity a Winona, il seminarista Matthew Selinger, accuserà nel 1999 il sac. Urrutigoity di averlo invitato ad introdurre una supposta davanti a lui, d'essersi bagnato nudo in sua presenza o ancora d'essersi introdotto di notte nella sua camera per dei toccamenti sulla sua persona mentre dormiva.

[...]

Nel 1998 iniziano le proteste ufficiali negli Stati Uniti contro i maltrattamenti sessuali del sac. Urrutigoity. Durante lo stesso anno, la SSJ diretta dal sacerdote argentino, decide di integrare un prete espulso dall'Istituto di Cristo Re a causa di problemi morali.

Nel marzo 1998 deve intervenire la polizia su richiesta del sac. Paul Carr (Fraternità san Pietro) poiché dei preti della SSJ distribuiscono alcool a dei minori.

[...]

Il 19 novembre 2001, il dott. Bond denuncia il sac. Urrutigoity con delle lettere al nunzio apostolico negli Stati Uniti e al cardinal Castrillon Hoyos.
Il 21 novembre, il sac. Urrutigoity minaccia il dott. Bond.

Il procedimento presso il cardinal Castrillon Hoyos sembra non aver seguito alcuno. Abbiamo già spiegato che il cardinale era intervenuto presso la Conferenza episcopale americana per dissuaderla dal sanzionare i preti pedofili in nome della "misericordia".

Castrillon Hoyos sembra giocare un ruolo di protettore dei chierici implicati nelle questioni morali.

il 12 gennaio 2002 la diocesi di Scranton riceve una protesta da parte di una vittima del sacerdote Urrutigoity .
Il 6 febbraio 2002 il sac. Marshall Roberts è accusato per questioni morali.
Il 20 marzo 2002 un antico studente denuncia la SSJ, la Fraternità san Pietro e la diocesi di Scanton. Chiede un milione di dollari in danni ed interessi.

....

www.virgo-maria.org/articles_HTML/2...Urrutigoity.htm

Edited by pincopallino2 - 21/1/2024, 14:23
 
Top
view post Posted on 10/4/2014, 16:11
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Con la scusa di scacciare il satanasso le violentava

https://www.corriere.it/esteri/14_aprile_1...ce2f7a60f.shtml

violenze avvenute all’istituto Notre-Dame de la Sablonniere

Parigi, torture e stupri a 3 docenti Arrestato l’esorcista lefebvriano

L’uomo, appartenente alla congregazione veterocattolica, avrebbe violentato prima un’insegnante e poi altre due con la scusa di praticare riti purificatori contro il demonio di Redazione Online


Accuse gravissime. Un prete lefebvriano è stato fermato in Francia con l’accusa di aver stuprato e torturato tre insegnanti nel corso di esorcismi in una scuola alle porte di Parigi. Il procuratore di Versailles, Vincent Lesclous, ha riferito che il prelato 40enne della Società di San Pio X - il cui nome non è stato rivelato per tutelare le vittime - è stato fermato senza la possibilità di restare in libertà su cauzione. Il prete è accusato di stupro aggravato, tortura e di aver commesso «atti barbari» nei confronti dei tre dipendenti di una scuola privata religiosa.

Le accuse

Secondo il quotidiano france se «Le Parisien» le torture sarebbero avvenute nell’autunno del 2010 nell’istituto Notre-Dame de la Sablonniere, gestito dalla Società di San Pio X, un gruppo integralista cattolico che si oppone alla riforma della Chiesa imposta dal Concilio Vaticano II. Secondo l’accusa, il prete avrebbe prima violentato un’insegnante durante un esorcismo che le avrebbe praticato per purificarla dal «male» di una precedente violenza sessuale. Successivamente avrebbe sfruttato la sua «influenza spirituale» per convincere altre due donne a sottoporsi a esorcismi. Il sacerdote, interrogato dalla polizia, ha dichiarato di non aver compiuto alcuna violenza e di aver solo «simulato» atti sessuali. Con 600mila adepti in 62 Paesi, la Società di San Pio X fu fondata nel 1970 dal vescovo francese Marcel Lefebvre ed è stata più volte accusata di antisemitismo e di integralismo religioso.

10 aprile 2014 | 15:04

Edited by pincopallino2 - 25/1/2019, 05:08
 
Web  Top
view post Posted on 25/4/2017, 16:58
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Religiosi accusati di violentare 12 minori trasferiti in giro per il mondo. I tradizionalisti traslocano a Roma

Papa Francesco fa pace coi Lefebvriani. Scoppia lo scandalo pedofilia

el-superior-general-de-los-lefebvrianos-bernard-fellay
Il capo dei lefebvriani, vescovo Bernard Fellay

https://cruxnow.com/global-church/2017/04/...nalist-society/
Report charges cover-up of sexual abuse by traditionalist society
Inés San MartínApril 5, 2017 VATICAN CORRESPONDENT

Bishop Bernard Fellay, superior of the traditionalist Society of St. Pius X, ordains a priest during a 2009 ceremony in Econe, Switzerland. (Credit: CNS photo/Denis Balibouse, Reuters.)

An explosive report airing tonight on Swedish television charges that the traditionalist Society of St. Pius X knew about at least three cases of its priests being accused of sexually abusing minors, but failed to enforce a 'zero tolerance' policy. An alleged victim told Crux he believes the Vatican should have done more to hold the society accountable.
Share:
ROME - A major report airing tonight on Swedish television documents four clerical sexual abuse cases, with previously unknown details on three of them, within the Society of St. Pius X, a traditionalist breakaway group founded by Archbishop Marcel Lefebvre in the wake of the Second Vatican Council.
At the center of the report are four different men. Three are priests, who remain in active ministry, and one is a former seminarian and volunteer at a church run by the Society of St. Pius X (SSPX) in Idaho who’s been sentenced to life in prison after being found guilty of abusing seven boys over the course of a decade.
They allegedly have abused at least 12 minors over the span of three decades, in France, Germany, Australia, Ireland, the United States, and the United Kingdom.
The report comes out just a day after the Vatican announced, with Pope Francis’s approval, that priests belonging to the traditionalist society, which currently has no legal standing within the Catholic Church, will be able to celebrate sacramentally valid marriages.
Since its inception in 1970, the SSPX has been a lightning rod in the life of the Catholic Church. It’s seen in a favorable light by some Catholics who harbor reservations about the liberalizing reforms unleashed by Vatican II (1962-65), but as retrograde and dangerous by others who object to its hard-line positions on matters such as ecumenism, inter-faith dialogue, religious freedom, and liturgical reform.
Some have also accused the SSPX of turning a blind eye to prejudices the Church has made strenuous efforts in recent decades to combat, including anti-Semitism.
Beginning with Pope Paul VI in the 1970s, every pope has made efforts to reach out to the Society and try to re-integrate it into the Church, seeing healing schism as a time-honored papal priority.
Most recently under Pope Francis, a hypothesis has been floated that the group might be brought back into the fold through the canonical structure of a personal prelature, which is currently held only by Opus Dei. That possibility had been suggested under emeritus Pope Benedict XVI.
It’s not clear whether the new revelations will set back those reunion efforts. In any event, they raise questions about the extent to which the society is committed to the fight against clerical sexual abuse, which has become a defining cause of both recent popes and also the Catholic Church around the world.
The Catholic Church today vows to respect a policy of “zero tolerance” with respect to both abusive priests and also bishops who engage in cover-ups.
(Producers of the Swedish program interviewed a variety of commentators and reporters on Catholic affairs. This reporter was among those interviewed, speaking not on the abuse allegations but the general situation of the SSPX and the Church.)
A source who claims to be a victim of one of the three priests featured in the Swedish TV report spoke with Crux on Monday night, on the condition of anonymity. He said that if he could speak to the Vatican department in charge of negotiations with the SSPX, he would tell them that they are being “irresponsible and hypocritical, in the sense that they [members of the Vatican department] know full well about these stories.”
That department is the Congregation for the Doctrine of the Faith (CDF), headed by German Cardinal Gerhard Müller, which includes a commission called Ecclesia Dei, responsible for outreach to the traditionalist body. Though officially headed by Müller, the commission is run on a day-to-day basis by Italian Archbishop Guido Pozzo.
The CDF is also the Vatican department with lead responsibility for handling cases of clerical sexual abuse.
As things stand, however, the Vatican’s influence over the SSPX is extremely limited. Father Eduardo Baura, a professor of Canon Law at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome, told Crux that Rome has a “moral obligation to ask, demand, for something to be done, for the priest to be removed from ministry,” when accusations of abuse surface.
“But it has no legal power, because the SSPX doesn’t recognize the Vatican’s authority,” Baura said.
The 37-year-old survivor spoke with Crux over the phone, using the pseudonym “Andre,” the name which the makers of the program Uppdrag Granskning, produced by Sveriges Television, also employed.
Andre said that although he has little faith in the CDF, he also has no reason to believe Francis knows about the cases of sexual abuse within the society.
Producers divided their research into two episodes, one of which will air tonight (Wednesday), the second one next week. The second episode deals with the case of the former seminarian, Kevin Gerard Sloniker, who is today in prison.
Producers decided to omit the names of the priests, since they have not been found guilty by any civil court, identifying them as Father P, Father S and Father M. Two of those priests, P and S, reportedly have left the SSPX to join a splinter group led by British Bishop Richard Williamson, who, in 2009, gave an interview to the same Swedish program in which he cast doubt on the Holocaust.
Williamson was later expelled from the Society and founded his own group, popularly referred to as “the Resistance.”
P is identified as a French cleric, first accused of sexually abusing a minor in the 1980s. Uppdrag Granskning spoke to Andre about him, the abuse he says he endured at his hands, and efforts made by the SSPX to cover-up for the cleric.
In the program, Andre shares a secretly recorded conversation between him and a man identified as Fr. Niklaus Pfluger, today First Assistant to Swiss Bishop Bernard Fellay, who heads the SSPX. Pfluger’s position is considered the second most important within the society.
The recording reveals that the society knew P abused at least two other minors from 1987-1990, and that he was transferred from one parish to another.
Andre said his family did not report his own abuse to civil authorities.
“I think they should have done so, however … They did not, no,” Andre said. “I think it was because of the fear of going against the SSPX.”
That decision not to report the abuse is a pattern found in all three cases.
“[I decided to talk] to shake things up. [I’ve began doing so] back in 2005.” he told Crux. “I first complained about that priest just a few years after the abuse, in 1991, and then didn’t hear back about him for many, many years.”
In the recordings, Pfluger reads fragments from letters showing that P had been found guilty of sexual abuse and banned from ministry, particularly with children. Yet that sentence, he conceded, was never enforced.
“The major error on our part is rather why we did not implement it,” Pfluger says on the tape. “That’s precisely the problem. Father [Franz] Schmidberger changed his mind. That’s the problem.”
Schmidberger was the first successor of Lefebvre as head of the SSPX, and is currently the rector of the SSPX seminary in Germany. It was to him that Andre first wrote denouncing the abuses. In response, both he and his family were promised P would no longer be allowed to work with children.
Later in the tape, Pfluger is heard saying that his superiors repeatedly told P he was no longer allowed to minister to children, but “he did not believe it and continued.”
Twelve years ago, Fellay reportedly allowed P to organize camping trips for children, and it was a flyer about those trips that alerted Andre of the fact that he was still in contact with minors, despite the assurances given to his family.
When Andre wrote to Fellay expressing outrage, the bishop sent Pfluger to talk to Andre. It was that conversation he recorded, which allowed for the events to be reconstructed.
Letter from the Vatican's Congregation of the Doctrine of the Faith obtained by Uppdrag Granskning, regarding the case of the man being identified as Father P. (Credit: Courtesy of Uppdrag Granskning.)
Letter from the Vatican’s Congregation of the Doctrine of the Faith obtained by Uppdrag Granskning, regarding the case of the man being identified as Father P. (Credit: Courtesy of Uppdrag Granskning.)
Documentation from the CDF, and revealed by the Swedish TV program, shows that the Vatican knew about the case and instructed Fellay to subject the accused priest to a canonical trial.
That decision, Andre said, is one reason he doesn’t “feel good about the Vatican.” He told Crux that it “makes no sense to me” that they would entrust the trial to the SSPX.
“They gave a mandate to Bishop Fellay to judge the man he’d covered up for,” he said.
P eventually was found guilty by the SSPX trial and transferred to the Maison Notre-Dame de Montgardin in the French Alps. It’s allegedly a retreat home, but critics say it doubles as a “golden jail,” where the priests found guilty of sexually abusing minors are sent to lead a life of “penitence and prayer.”
P refused to go, and, according to officials of the SSPX, he joined Williamson’s Resistance in 2014. Yet the Uppdrag Granskning program obtained pictures from as recently as 2015 that prove P took part in priestly ordinations of the Society held in Econe, Switzerland.
A second priest featured in the investigation, called M, was found by producers in Paris, where he’s stationed now, and Montgardin in the French Alps, where he’d been sent by the society when it was determined that he had engaged in what the SSPX described as “immature conduct” around children while stationed in Australia.
Before being sent to Montgardin, M had also served in Ireland, and the Swedish program presents a letter from a mother of one the children under his care there. She wrote that she didn’t know about actual abuses, but only “grooming” of at least one boy and one girl.
“I heard this from a priest who wished to warn me to keep my children away from the camps” under M’s care, the mother said.
In the letter, the mother also wrote about a rumor as to why the priest was hastily moved to Montgardin.
“He had been moved for molesting young boys,” she wrote. “This last information actually came from Germany.”
M is currently ministering in Paris. The SSPX reportedly denies that the case involves sexual abuse, yet they have declined to explain what was meant by the reference to “immature conduct,” or why he spent two years in the society’s retreat house in the Alps.
S, an Englishman, was accused of sexually abusing at least one boy in 2006 while stationed in Mulhouse in France. Reportedly, he was tried by the SSPX, found guilty, and barred from ministry. That same year he was transferred to a residence owned by the society in Bristol, and then to London in 2012.
S reportedly underwent years of therapy and counseling, until, in 2014, he left the SSPX to join the Resistance. He currently lives with Williamson in the coastal town of Broadstairs, some 80 miles from London. He’s once again in active ministry, and there are pictures of him celebrating Mass for this splinter group in Ireland and England.
The program airing tonight shows footage of Jean-Michel Faure, who was ordained a bishop by Williamson in 2015. In it, he’s asked about S.
“Of course, you must have no endangerment, you must not put anyone, any soul in danger,” Faure says. “If these precautions are taken, then you may try to save the soul of this priest.”
Among other questions raised by the Swedish TV report, the revelations may suggest yet another stumbling block to reconciliation between the Vatican and the SSPX, beyond well-known magisterial matters.
Observers may also wonder if the society will be willing to accept, and implement, the “zero tolerance” protocols now considered mandatory by the Catholic Church in the fight against child sexual abuse.
Editor’s Note: This article is one of two on the report by Uppdrag Granskning. A second, exploring Pope Francis’s attempts to bring the Society of Pius X into full communion with Rome, will be published tomorrow.

www.independent.co.uk/news/uk/crime...n-a7670591.html
Splinter Catholic group based in Kent 'welcomed priests accused of child abuse'
SSPX Resistance have controversial leader, Richard Williamson, who was once convicted of denying the holocaust

Will Worley @willrworley Friday 7 April 2017 15:47 BST




42

Click to follow
richard-williamson.jpg
Convicted holocaust denier Richard Williamson, who leads the SSPX Resistance group, which is alleged to have sheltered child abusers LEON NEAL/AFP/Getty Images
An ultra-conservative Catholic splinter group based in Kent has been accused of welcoming priests accused of child abuse.

The Society of St Pius X (SSPX) Resistance order is led by convicted holocaust denier ‘Bishop’ Richard Williamson, who heads the organisation from a property in Broadstairs, South England.

He has allowed two priests accused of molesting children to become part of his group, a Swedish documentary alleged.

SSPX Resistance is not officially associated with the Catholic Church but there is speculation the Vatican may welcome the group back into the faith.


0:00
/
0:53

Catholic bishop heckled by opponents of child sex abuse
The priests, identified only as Father S, an Englishman, and Father P, a Frenchman, were members of the original SSPX order, who internally investigated the men over abuse allegations but did not inform the authorities. The Vatican reportedly approved of the internal investigations.

Father S was moved by the SSPX to Bristol and underwent years of therapy before fleeing the group before the investigation was concluded. He joined the SSPX Resistance, also known as Respice Stellam, the documentary alleged. His case was apparently closed by the authorities.

He reportedly went to live in Broadstairs and continued to practice.

READ MORE
Catholic school teacher 'had sex with student and then deleted photos'
Pope Francis 'may be backsliding' on paedophile priest crackdown
Church blames 'consumerism' after priest 'rapes 15-year-old girl'
Australian Catholic Church abused thousands of children, inquiry finds
The SSPX found Father P guilty of child abuse, committed in the 1980s, and banned him from working with children. He also joined the SSPX Resistance and is also practicing again, the documentary said. His alleged victim’s families said they did not wish to press charges.

He was reportedly filmed celebrating mass in Bordeaux in November 2016.

The film, named The Golden Jail and made by investigative reporter Ali Fegan, alleged over 100 former SSPX priests have joined Mr Williamson’s group.

Mr Williamson was excommunicated from his faith on two occasions by different popes. In 1988, he was ordained as a priest by the SSPX – of which he was once a member – against the wishes of the Vatican. This led to his excommunication by Pope John Paul II but it was later reversed by Pope Benedict XVI in 2009.

In 2015, Mr Williamson ordained another man, Jean-Michel Faure, as a bishop and was again excommunicated.

World news in pictures
65
show all
Mr Faure was quoted in the documentary as saying of Father S: “Of course, you must have no endangerment, you must not put anyone, any soul in danger. If these precautions are taken, then you may try to save the soul of this priest.”

The SSPX Resistance describes itself as “a group of traditional Catholics who wish to practise their Faith without compromise to Liberalism or Modernism”.

It celebrates mass in London, Liverpool and Bingley, West Yorkshire.

The Independent has contacted the SSPX Resistance for comment.

https://laicismo.org/2017/el-obispo-bernar...derastia/160666
El obispo Bernard Fellay encubrió a varios sacerdotes lefebvrianos acusados de pederastia
LAICISMO.ORG · FUENTE: PERIODISTAL DIGITAL · 7 ABRIL, 2017

el-superior-general-de-los-lefebvrianos-bernard-fellay


Un informe acusa a cuatro religiosos de abusar de 12 niños: tres de ellos siguen en el ministerio activo.

La Fraternidad de San Pío X encubrió los abusos de menores cometidos por tres de sus sacerdotes y otro voluntario de la congregación. Y en un caso, al menos, con la colaboración de Doctrina de la Fe. Son los detalles explosivos de un reportaje emitido este miércoles en una televisión sueca, un día después de que el Papa Francisco autorizara a los sacerdotes lefebvrianos a confesar y a celebrar los matrimonios de sus feligreses.

Tal y como recoge Crux, las alegaciones aireadas en el programa Uppdrag Granskning (“Misión: Investigar”) involucran a tres curas que siguen en el ministerio activo en la Fraternidad y otro ex-seminarista condenada a cadena perpetua en EEUU por agresiones sexuales a menores. A los cuatro se les acusa de haber abusado a doce niños a lo largo de tres décadas, hechos que fueron posibles gracias a que la Fraternidad los movía entre Francia, Alemania, Australia, Irlanda, EEUU y Reino Unido.

Una presunta víctima de uno de estos sacerdotes habló con Crux y detalló no solo el encubrimiento de su caso que mandó la propia Fraternidad sino también la complicidad de Doctrina de la Fe.

“Andre”, de 37 años, revela a la televisión sueca que sufrió abusos a manos del padre “P”. Seudónimos ambos que usa el programa, para proteger tanto la identidad de la víctima como la del cura, quien no ha sido condenado por ningún tribunal civil.

La primera prueba que aporta Andre del calvario que experimentó cuando intentó denunciar su caso a las autoridades lefebvrianas es una grabación secreta con Niklaus Pfluger, el primer asistente del actual superior general de la Congregación, el obispo Bernard Fellay y como tal el “número dos” de la Fraternidad.

En ese audio, se escucha a Pfluger reconocer que, aunque el padre P había sido hallado culpable de abusos sexuales en juicios internos, su sentencia -la prohibición de volver al ministerio activo- nunca había sido ejecutada.

“El error más grande de nuestra parte es… por qué no la implementamos”, dice Pfluger en la grabación. “Ese es precisamente el problema”, continúa, antes de señalar, como responsable de esta decisión, a Franz Schmidberger, el entonces superior general de la Fraternidad y actual rector de su seminario en Zaitzkofen, Alemania, quien habría “cambiado de parecer”.

Después de escuchar su caso, Schmidberger prometió a Andre que el padre P jamás volvería a trabajar con niños, pero durante la conversación grabada entre Andre y Pfluger se revela que éste habría descubierto que el superior de la Fraternidad, Bernard Fellay, continuaba permitiendo que el presunto pederasta organizara campamentos para niños, años después de haberle denunciado.




Esto ocurrió hace doce años. Paralelamente, como ha descubierto Uppdrag Granskning, Doctrina de la Fe fue informada del caso del padre P y dispuso que Fellay sometiera al padre P a un juicio canónico. Decisión que no sentó bien a Andre, como cuenta a Crux, ya que Fellay habría ocultado, o ignorado, las conclusiones a las que había llegado Schmidberger. “Para mí, no tiene sentido”, reconoce la víctima. “Dieron un mandato al obispo Fellay a juzgar a un hombre al que había encubierto”.

Aunque al final el juicio canónico al padre P le valió una sentencia de “penitencia y oración” en aislamiento en una casa de la Fraternidad en los alpes franceses, en Montgardin, el sacerdote se negó a acatarla, y a su vez se juntó a la llamada “Resistencia”, el ala cismática de la Fraternidad fundada por el controvertido ex-obispo de la Fraternidad Richard Williamson. No obstante esa huida del padre P, el programa sueco obtuvo fotos que demuestran su participación en las ordenaciones llevadas a cabo por la Fraternidad en Écône, Suiza, en 2015.

En el caso del segundo sacerdote lefebvriano, el padre “M”, sobre cuyos presuntos crímenes arroja luz la televisión sueca, se remontan a sus tiempos en Australia, país en el que la Fraternidad acabó reconciendo que había participado en “conducto inmaduro” con niños.

Posteriormente, sin embargo, M fue trasladado a Alemania y luego a Irlanda, desde donde una madre de un niño a cargo de M denunció al programa televisivo que le habían advertido que la reubicación del cura había sido motivada por “haber abusado de niños”. Crux precisa que el padre M sigue actualmente en ministerio activo en París, pese a que la Fraternidad nunca ha explicado en qué ha quedado las alegaciones de “conducto inmaduro” contra él ni por qué tuvo que pasar dos años en aislamiento en Montgardin.

El tercer caso de encubrimientos que ha sacudido a la Fraternidad se refiere a un cura inglés, el padre “S”, que sigue celebrando misa en las parroquias de la “Resistencia” de Williamson en Irlanda y Inglaterra. Y eso pese a que fue hallado culpable en un juicio interno de la Fraternidad en 2006 por haber abusado de un niño en Mulhouse, Francia, e inhabilitado permanentemente para el ministerio.

A la luz de todos estos casos, a Andre, la víctima del padre P -y en cierta medida también de Doctrina de la Fe- el acercamiento de los febvrianos a Roma no le sienta especialmente bien. En este dicasterio -del que depende la comisión encargada con las relaciones con la Fraternidad, la “Ecclesia Dei”- solo se ha encontrado con actitudes “irresponsable y hipócritas, en el sentido en que conocían bien todas estas historias”.

Las conocieran o no en el dicasterio del cardenal Müller, o hasta qué punto, el escándalo descubierto por Uppdrag Granskning revela una incógnita clave: la de que si el compromiso de “tolerancia cero” del Papa Francisco con los abusos del clero le va a quedar grande para la Fraternidad de San Pío X. Especialmente mientras siga sin aceptar la autoridad plena de la Iglesia de Roma.

www.clarin.com/mundo/denuncias-ped..._S15URxYCg.html

22/04/2017 - 18:04Clarin.com Mundo
Un grave escándalo

Denuncias de pedofilia traban la reconciliación con los lefebrianos
El Papa busca acabar con el cisma. Y había avances, pero ahora se supo que miembros de esa línea conservadora abusaron de niños durante años.

Pedofilia
Esta vez sería la buena. Tras varios anuncios en los cuatro años de pontificado de Francisco de negociaciones, expectativas de que el cisma más importante que han vivido los últimos Papas se encamina a concluir en un acuerdo, puntualmente desmentidos después por repentinos rechazos de los líderes de la Fraternidad Pío X, llamados los lefebvrianos, ultraconservadores y ultratradicionlistas, la tratativa con el Vaticano está llegando a buen fin, según monseñor Guido Pozzo, secretario de la comisión Ecclesia Dei, a la que el Papa Francisco ha encargado negociar la absorción del cisma que en 2018 cumplirá 30 años si la reconciliación no se alcanza.

“Faltan las firmas del acuerdo”, afirman los más entusiastas, pero otras fuentes internas del Vaticano se muestran mucho más prudentes. La clave de la fractura sigue siendo el rechazo de los documentos y el espíritu renovador del Concilio Vaticano II (1962-65), por parte de los seguidores del obispo francés Marcel Lefebvre, que en 1970 fundó la Fraternidad, cuyo centro está en Econne, Suiza.

Los lefebvrianos cuentan con 750 iglesias, capillas y centro de misa, dos universidades, un centenar de escuelas, tres obispos, 622 sacerdotes y 215 seminaristas, además de unas 200 monjas y un número indeterminado de fieles, que se cuentan por miles.

Para la Iglesia, el cisma que llegó después de muchas vueltas en 1988, cuando Juan Pablo II debió excomulgar a Lefebvre, a un obispo brasileño y cuatro obispos consagrados por el líder tradicionalista, es una herida abierta y sangrante que el Papa argentino quiere cerrar. Muchos progresistas que lo apoyan no están de acuerdo con su voluntad insistente, que se remonta a la época en que era arzobispo de Buenos Aires y ayudó a los lefebvrianos en más de una ocasión. A su vez la mayoría de los conservadores que pueblan el Vaticano y las manijas del poder de la Iglesia en el mundo, creen que la absorción del cisma con los ultratradicionalistas demuestra que Francisco quiere reasegurar a todos de que la unidad de la Iglesia es una prioridad que constituye una garantía de que no habrá reformas desgarradoras en el tejido doctrinal ni mucho menos.

Pero el debate sobre la recuperación de la escisión lefebvriana ha dado una vuelta de tuerca inesperada que complica las cosas. Monseñor Bernard Fellay, el suizo que es actualmente el sucesor de monseñor Lefebvre en la comunidad (muerto en 1991), aparece envuelto en un escándalo de protección de curas pedófilos, según una amplia investigación de la televisión sueca que se conoció este mes.

El informe sueco acusa a cuatro religiosos lefebvrianos de abusar sexualmente de doce niños. Tres curas siguen ejercitando el ministerio activo. Según la investigación de la TV escandinava, en uno de los casos, las cumbres lefebvrianas contaron con la complicidad de la “Congregación Suprema” del Vaticano, la de la Doctrina de la Fe encargada de velar por la pureza doctrinaria católica y con jurisdicción disciplinaria por los casos de miembros del clero sospechosos de abusos sexuales.


Los detalles son explosivos y se amplifican con las decisiones del Papa Francisco de autorizar a los sacerdotes cismáticos a confesar y a celebrar los matrimonios de sus fieles, gestos evidentes del camino de la reconciliación auspiciado por el pontífice argentino.

A los cuatro religiosos (tres curas y un voluntario de la Fraternidad lefebvriana) se los acusa de haber prolongado durante treinta años su actividad de pederastas. La comunidad lefebvriana hizo posible su impunidad trasladando entre Francia, Alemania, Australia, Irlanda, EEUU y Gran Bretaña a los culpables.

El testimonio de víctimas a la televisión sueca, reconstruye los abusos de los sacerdotes imputados. Hay que destacar que el líder de la Fraternidad, monseñor Fellay, es uno de los cuatro obispos consagrados por Marcel Lefebvre que determinó el cisma de 1988. Siempre se supo que el entonces cardenal Joseph Ratzinger era favorable a evitar las sanciones extremas. Cuando Ratzinger se convirtió en el Papa Benedicto XVI, las negociaciones con los cismáticos avanzaron y en enero de 2009 el pontífice alemán les levantó a los cuatro obispos la excomunión.

En la Iglesia, sobre todo en Europa, la medida escandalizó y de allí se pasó a la indignación cuando uno de los cuatro,el obispo británico Joseph Williamson, director del seminario lefebvriano en la Argentina, negó en una entrevista televisiva la existencia de las cámaras de gas nazis en los campos de exterminio y el genocidio de los judíos.

El caso Williamson puso en crisis del pontificado de Ratzinger, que atinó a suspender “a divinis” al ingles. Menos mal que el extremismo enloquecido de este obispo terminó obligando a la misma Fraternidad a expulsarlo cuando consagró por su cuenta a un obispo, o sea haciendo realidad el cisma en el cisma.

Las concesiones para ablandar la rigidez de los lefebvrianos por parte del Papa son bastante amplias. Al parecer los ultramontanos de Econne ya dijeron que sí a la propuesta de constituir para ellos una Preladura Personal, figura jurídica de una especie de diócesis sin territorio creado por el Concilio Vaticano II, que en la Iglesia tiene un solo ejemplo: el Opus Dei.

Monseñor Fellay debe firmar un documento que “es la condición necesaria para el reconocimiento canónico”, explica monseñor Pozzo. Alli se establecen las lineas básicas de reconocimiento de los principios católicas, del magisterio de los Papas, sobre todo los últimos seis a partir de Juan XXIII y del Concilio Vaticano II.

El Papa habría decidido que en este aspecto no es necesaria una adhesión detallada y que el Concilio que renovó a la Iglesia sea “comprendido y leído en el contexto de la tradición de la iglesia y se su constante magisterio”. Monseñor Fellay asegura que la aceptación completa del Vaticano II, “es una línea roja que no estamos dispuestos a atravesar”.

Quedan entonces para después, cuando los espíritus terminen de calmarse en la reconciliación plena, “las reservas sobre cuestiones que no son propias de la materia de la fe, sino de temas que se refieren a la aplicación pastoral de orientaciones y enseñanzas conciliares”.

¿Cuales?. Monseñor Guido Pozzo, el secretario de la comisión pontificia que negocia en nombre del Vaticano con los cismáticos, las resume: la relación entre la Iglesia y el Estado, el ecumenismo, el diálogo interreligioso y “algunos aspectos de la reforma litúrgica y su aplicación”. A muchos les parece que no se trata de “detalles”, que las concesiones son demasiadas.

Pero hay mucho espacio ambiguo para negociar. El Vaticano aclara que es un falso problema si un católico puede aceptar o no el Concilio Vaticano II: “un buen católico no puede rechazarlo”.

Monseñor Fellay advierte que “la condición para la comunidad plena con la Iglesia Católica es que el Vaticano nos acepte tal y como somos”.

Si las negociaciones avanzan en forma tan positiva como dicen los allegados al Papa en el Vaticano, es cierto que la Fraternidad está buscando casa en Roma, para trasladar desde la suiza Ecónne a la sede apostólica la central de los tradicionalistas. Favorito es el complejo de las Hermanas Inmaculadas de vía Monza, una ex escuela con amplios espacios y una iglesia que da a la calle. Otro inmueble majestuoso, propiedad del Vicariato de Roma, es el de Santa María Inmaculada, en el barrio del Esquilino, cercano a la sede del Papa obispo de Roma en San Juan de Letrán, y del “palazzo” de la embajada argentina ante el gobierno italiano.

Edited by pincopallino2 - 25/1/2019, 05:11
 
Web  Top
view post Posted on 10/5/2017, 21:24
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


https://gloria.tv/article/QuH7EEa3TrnF44ERkfpc1PG7K

Mons. Bernard Fellay, Superiore di SSPX, già sotto la pressione del Vaticano?
Il giornale cattolico francese “La Croix” ha accusato la Fraternità Sacerdotale di San Pio X (SSPX) di aver mal gestito un caso di abuso sessuale per il quale un prete della SSPX ha ricevuto una pena di 16 anni di prigione il 5 maggio in Francia.

Il articolo cita la Commisione vaticana Ecclesia Dei, responsabile dei cattolici del Antico Rito, affermando che, in caso di riconciliazione, il Superiore della Fraternità, mons. Bernard Fellay, sarebbe "ovviamente" soggetto a quei regolamenti vaticani che prevedono la "Revocazione" di un ordinario se lui ha "mancato di agire con diligenza" nei casi di abuso sessuale.

In passato il Vaticano è venuto sotto il sospetto di aver usato tali regolamenti come pretesto per sbarazzarsi dei vescovi dell'ala cattolica, come l'arcivescovo John C. Nienstedt, di San Paolo, Minnesota o il vescovo Robert Finn, di Kansas City , Missouri.

Edited by pincopallino2 - 25/1/2019, 05:04
 
Web  Top
Idiecisegretidipaolobrosio
view post Posted on 16/5/2017, 13:59




Questi tizi fanno una messa di riparazione per il gay Pride a Reggio Emilia... Ho letto poi sul loro sito illuminanti considerazioni sull'inferno... La chiesa imbarca tutti come la balena bianca
 
Top
view post Posted on 8/6/2017, 09:06

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


www.gloria.tv/article/ofrP6rsaGGEo1NpZnWwWRkZyu
Jun 8, 2017

Prete della FSSPX accusato in Belgio
Un prete svizzero della Fraternità Sacerdotale di San Pio X (SSPX) è attualmente processato in corte appello a Bruxelles, per un presunto abuso di tre giovani al di sotto dei 16 anni.
I fatti avrebbero avuto luogo nel 2010 e nel 2011 nella scuola Notre-Dame de la Sainte-Espérance a Ixelles (Belgio).
I media francesi e belgi accusano la Fraternità di aver cercato di gestire la questione internamente, senza coinvolgere la giustizia.


www.cath.ch/newsf/pretre-de-fsspx-accuse-de-pedophilie/

Un prêtre de la FSSPX accusé de pédophilie
19.01.2017 par Raphaël Zbinden
Un prêtre valaisan de la Fraternité sacerdotale Saint Pie X (FSSPX) est jugé en seconde instance à Bruxelles, dans le cadre d’une accusation de pédophilie en Belgique. Il avait déjà été soupçonné pour de tels actes en Valais.

Le prêtre de la Fraternité traditionaliste séparée de Rome depuis 1988 est accusé d’avoir commis des attentats à la pudeur avec violences et menaces sur des enfants et jeunes adolescents, rapporte le 19 janvier 2017 le quotidien valaisan Le Nouvelliste. Après un premier procès en Belgique, il avait été acquitté au bénéfice du doute en mai 2015. Le parquet et une partie civile ont toutefois interjeté un appel. Le second procès s’est ouvert le 17 janvier dans la capitale belge.

Enregistrement secret

En 2011, deux frères hébergés à l’internat d’une école de la Fraternité ont rapporté à leurs parents des comportements pédophiles de la part du prêtre. Les actes auraient été commis dans le dortoir de l’établissement. Un troisième garçon a ensuite affirmé avoir été victime de ses agissements, assurant que les deux frères avaient également été approchés. Les deux frères disent aujourd’hui ne se souvenir de rien, contrairement au troisième garçon. C’est la famille de ce dernier qui a fait appel de l’acquittement.

Le prêtre, issu d’une famille de longue date engagée au sein de la FSSPX, a toujours nié, devant le tribunal, les accusations. Il a juré devant Dieu son innocence.

Lors des premiers jours du procès en seconde instance, son supérieur a révélé avoir enregistré secrètement une conversation avec l’accusé, à l’époque des faits. On y entendrait le prêtre nier les accusations, tout en reconnaissant des phantasmes et des tentations.

Surveillant de dortoir

Dans cet enregistrement, l’accusé évoquait également une autre affaire, qui s’est déroulée en Valais. Lors d’un camp d’été en 2005, le prêtre a été accusé de gestes déplacés par la famille d’un garçon. Le cas n’a pas été porté devant la justice. Mais selon Laurent Kennes, l’avocat du prêtre, une enquête interne a été menée par la FSSPX. L’accusé avait été acquitté par manque de preuve. Suite à cela, il a été transféré en Belgique, avec la consigne de ne plus avoir de contact avec des enfants.

A Bruxelles, le prêtre n’aurait eu dans un premier temps que des tâches administratives. Il aurait cependant fini par s’occuper de la surveillance de nuit d’un dortoir. Un manquement que le tribunal a reproché à la Fraternité. Selon le journal belge La Capitale, le supérieur de l’accusé aurait expliqué que ce dernier avait entrepris “dans son dos” de s’approcher des enfants. Contacté par cath.ch, la Fraternité Saint Pie X n’a pas encore répondu à la demande d’information. L’audience doit reprendre en mai. (cath.ch/nouv/rz)

Edited by pincopallino2 - 25/1/2019, 05:05
 
Top
view post Posted on 17/6/2020, 17:18

Group:
Administrator
Posts:
2,290

Status:


www.catt.ch/newsi/vallese-arrestat...abusi-sessuali/

Vallese: arrestato un prete condannato in Belgio per abusi sessuali
La polizia vallesana ha arrestato un sacerdote lefebvriano condannato nel 2017 in Belgio per abusi su minori. L’uomo, che non aveva mai scontato la sua pena di tre anni, viveva libero in Vallese. La giustizia belga non aveva seguito attivamente il suo caso, come spiega il quotidiano Le Nouvelliste.

Un articolo datato il 12 giugno all’interno del quotidiano Le Nouvelliste rivela che un prete della Fraternità sacerdotale San Pio X (del vescovo scismatico Lefebvre), condannato nel 2017 in Belgio a cinque anni di carcere per abusi sessuali su minori, due dei quali sono sospesi, vive libero in Vallese.

Il prete è stato rapidamente ritovato ed è stato arrestato venerdì scorso, a seguito delle rivelazioni del quotidiano vallese. A seguito del suo arresto, l’uomo è stato preso in custodia in attesa di una richiesta dal Belgio. Bruxelles potrebbe rapidamente richiedere l’applicazione della pena inflitta nel 2017.

Qualche giorno fa un magistrato di Bruxelles ha parlato di «un problema amministrativo dell’esecuzione della pena in relazione alla richiesta della persona condannata di poter scontare la pena in Svizzera». Secondo una fonte, dopo il processo, la giustizia belga ha emesso un semplice mandato di arresto invece di un avviso ricercato a livello internazionale. Poiché il prete era già in Svizzera, questa ricerca non ebbe successo in Belgio.

Il consigliere di stato Frédéric Favre, responsabile della sicurezza nel Vallese, ignaro della vicenda fino a prima della rivelazione del quotidiano, ha dichiarato di essere molto sorpreso: «Sembra quasi impossibile. Una persona condannata deve scontare la pena».

Il sacerdote è stato processato due volte in Belgio. Assolto dal primo da un primo tribunale, fu condannato a seguito di un nuovo processo in cui era stata presentata una registrazione audio in cui l’imputato parlava delle sue «tentazioni». Questo secondo verdetto non può più essere contestato.

A seguito di questa vicenda, il sacerdote è stato licenziato dalla Fraternità FSSPX ed è anche stato oggetto di un processo canonico, il cui giudizio non è stato ancora approvato da Roma.

cath.ch/red

www.lenouvelliste.ch/articles/vala...n-valais-945275
12.06.2020, 05:30
Deux ans après sa condamnation en Belgique, un prêtre pédophile vit toujours libre en Valais

C’est dans le dortoir de l’internat d’une école de la Fraternité Saint-Pie X, dans cette rue de Bruxelles, que les abus auraient eu lieu.
Par Gilles Berreau

SCANDALE Condamné fin 2017 en Belgique à trois ans de prison ferme pour abus sexuel sur mineur, un prêtre valaisan de la Fraternité Saint-Pie X n’a toujours pas purgé sa peine. Le dossier s’est enlisé à Bruxelles et le religieux vit depuis en Valais. Libre.

Condamné en décembre 2017 en Belgique à cinq ans de prison, dont deux avec sursis pour abus sexuel sur mineur, un prêtre valaisan de la Fraternité sacerdotale Saint-Pie X (FSSPX) n’a toujours pas commencé à purger sa peine de prison selon la justice belge. Deux ans et demi après le verdict, il vit en Valais, libre.

En 2010 et 2011, ce religieux traditionaliste avait abusé sexuellement d’un garçon âgé de 9 ans, dans un internat de la fraternité...

Edited by pincopallino2 - 21/1/2024, 14:22
 
Top
view post Posted on 21/1/2024, 14:21

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


vescovi-lefebvriani

www.settimananews.it/chiesa/galass...-vescovi-abusi/

Galassia lefebvriani: vescovi e abusi25 gennaio 2023/ 12 commenti
di: Lorenzo Prezzi
ordinazione

Disinvolte ordinazioni episcopali e crescenti denunce di abusi sessuali interessano l’area del tradizionalismo cattolico di mons. Lefebvre che, oltre alla Fraternità sacerdotale San Pio X fondata dal vescovo anticonciliare francese (1905-1991), è ornata da molti «satelliti» di minor consistenza con reciproche trasmigrazioni di preti e religiosi.

Proliferazione di ordinazioni
Uno dei quattro vescovi ordinati da mons. Lefebvre nel 1988, il britannico Richard Williamson, espulso dalla Fraternità nel 2012 per la sua opposizione ad ogni apertura verso la curia vaticana e il papa, ha provveduto a ordinare, per iniziativa propria, un quarto vescovo a garanzia del futuro della sua Comunità sacerdotale Marcel Lefebvre (una sessantina di preti). Ne ha dato notizia su Eleison Comment del 31 dicembre 2022.

Si tratta dell’italiano Giacomo Ballini, consacrato vescovo in segreto due anni fa (gennaio 2021) e ordinato prete nella Fraternità San Pio X nel 2011. Prima di consacrare Ballini, Williamson ha ordinato vescovi Jean-Michel Faure (2015), Miguel Ferreira da Costa (2016) e Gerardo Zendejas (2017).

La scelta, che colloca gli interessati nella situazione di scomunica, viene giustificata da Williamson in ragione della “sopravvivenza” della Chiesa e per la necessità della pastorale. La questione della «sopravvivenza» è una citazione diretta della giustificazione esibita da Lefebvre nel momento in cui decise di procedere alla consacrazione episcopale del 1988.

Così scrive su Eleison Comment: «Quello è stato il momento decisivo per l’arcivescovo per capire che la “verità cattolica” non sarebbe mai stata adeguatamente difesa dai modernisti al potere a Roma, e così ha proceduto a consacrare quattro dei suoi sacerdoti per garantire “l’operazione sopravvivenza”, la sopravvivenza stessa della tradizione cattolica».

Un preteso stato di necessità che si sta moltiplicando nei satelliti viciniori. Per esempio nella Fraternità San Pio V sorta nel 1983 negli USA che ha visto l’ordinazione di quattro vescovi: Clarence Kelly, Donald J. Sanborn, Daniel L. Dolan e Rodrigo Henrique da Silva. Così, nell’istituto «Mater boni consilii» dopo il fondatore, Michel Guérard des Lauriers, sono stati consacrati vescovi Franco Munari, Gunter Storck e Robert McKenna.

Un insensato scialo di ordinazioni che trova resistenza nella stessa Fraternità San Pio X e che richiama il caso grottesco del vescovo vietnamita P.-M. Ngô-Dinh Thuc (1897-1984) che ordinò vescovi oltre un centinaio di preti in ogni latitudine, per poi pentirsi e morire in comunione con Roma.

La necessità pastorale è la seconda giustificazione e risponde alla convinzione di «fortino assediato» di queste comunità marginali, spaventate dalla modernità, lontane dalla pratica della Scrittura e della teologia, politicamente orientate a destra (monarchica e autoritaria), spesso antisemite e travolte dall’ideologia complottista.

Dopo aver accusato le élites occidentali della pandemia (Covid) e annunciato il «collasso della civiltà», Williamson imputa loro la guerra russo-ucraina: «I leader occidentali hanno praticamente dichiarato guerra alla Russia… Le sanzioni erano progettate per ferire il popolo russo e per rovesciare il governo del Cremlino». L’eroica resistenza di Putin, a suo avviso, metterà in ginocchio l’Occidente.

Gli abusi
Il secondo capitolo è quello degli abusi. Coperti in ogni modo dai tradizionalisti cominciano, ad esplodere (cf. qui su SettimanaNews). Molte testimonianze hanno inchiodato Patrick Greche, della Fraternità San Pio X per violenze sessuali su bambini e adolescenti in Gabon, una delle loro missioni. Abusi in cui è coinvolto anche Damian C. sia in Gabon e in Nuova Zelanda.

In Francia è nata un’associazione delle vittime all’interno del mondo tradizionalista. Philippe Peignot è stato accusato di violenza su bambini e rilasciato per la prescrizione dei reati. 19 anni di reclusione per Christophe Roisnel per violenza su ragazzi all’interno di una scuola. Incarcerato anche Pierre de Maillard nell’ottobre del 2020. F. Abbet è stato condannato il Belgio a cinque anni di carcere e l’ex seminarista K. Sloniker ha subìto una condanna a vita per violenze su minori.

Scandali sono esplosi nelle Filippine e in diversi paesi dell’America Latina. Ripetuti scandali anche negli USA. Recentemente in Kansas. La Fraternità San Pio X si è rifiutata di aprire i propri archivi all’indagine della Commissione francese guidata da Jean-Marc Sauvé (CIASE).

La rigidità della dottrina e il rigore del tradizionalismo formativo non sono garanzie sufficienti di buona condotta.

www.settimananews.it/informazione-...ni-e-abusatori/
Lefebvriani e abusatori21 gennaio 2024/ Nessun commento
di: Lorenzo Prezzi
lefebvriani1

Un’indagine giornalistica durata alcuni mesi del quotidiano ginevrino Le Temps porta a identificare una sessantina di preti della Fraternità Sacerdotale San Pio X (lefebvriani) come «sacerdoti problematici» e potenziali abusatori.Se la stima si rivelasse giusta, si arriverebbe alla conclusione che 8-9% dei 700 preti della Fraternità costituirebbero un rischio per i minori. Una percentuale doppia o tripla rispetto a quella registrata fra il clero cattolico nelle varie indagini nazionali finora concluse.

Lavorando su dieci casi accertati di abuso e avvicinando genitori, studenti, documenti interni e giudiziari, i giornalisti del quotidiano hanno denunciato l’inadeguatezza della gestione dei casi di abuso, sia sul versante delle vittime che degli abusatori (cf. SettimanaNews, qui).

I predatori subiscono censure lievi (temporanee sospensioni dal ministero, esercizi spirituali, spostamenti ecc.), non vengono in nessun caso denunciati all’autorità civile né vengono seguiti con terapie adeguate.

Le vittime sono abbandonate a sé stesse, vengono espulse dalle comunità dei fedeli e non possono accedere ai risarcimenti se non imposti dai tribunali.

«La nostra analisi – scrive Le Temps – mostra che gli abusi descritti hanno avuto luogo in tutta Europa e nel mondo, sin dalla fondazione della Fraternità e fino al 2020».

Nel Livre noir de la Fraternité Sacerdotale Saint-Pio X se ne segnalano una decina, in parte già conclusi con condanne civili come quello relativo a p. F. Abbet, condannato da un tribunale belga a cinque anni di carcere, o di p. C. Roisnel condannato a 19 anni di reclusione, o dell’ex seminarista K. Sloniker con una condanna a vita per violenza sui minori.

Nel giugno scorso, un altro membro della Fraternità ha subìto una dura condanna per violenze su 27 giovani.

Philippe Peignot, accusato di abusi su cinque ragazzi, è stato condannato dal Dicastero per la dottrina della fede – talora la Fraternità si avvale delle competenze romane – nel 2014, ma l’anno successivo ha abbandonato la Fraternità e si è trovato libero.

Il prete non si tocca
Le Temps ha dato parola ad un uomo che, negli anni ’80, a otto anni, era stato sottoposto a sevizie nella scuola elementare gestita dalla Fraternità ad Ecône, sua sede storica. Le autorità scolastiche del cantone Vallese hanno disposto un’immediata visita di controllo all’istituzione.

Nel 2022 è nata in Francia un’associazione delle vittime nelle istituzioni tradizionaliste della Fraternità. Il suo portavoce, Beniamin Effa, denuncia le resistenze che incontra: «La Fraternità esercita una forte influenza sui fedeli» e deplora l’omertà ispirata dalla convinzione che «accusare un prete è più grave dell’aggressione commessa dal prete».

L’associazione ha chiesto alla Santa Sede di tener presente l’esigenza di trasparenza sugli abusi richiesta dalle vittime nei colloqui di riconciliazione con i lefebvriani.

La Fraternità afferma di aver fatto proprio l’indirizzo di “tolleranza zero” al suo interno e di piena collaborazione con le autorità civili sui casi sollevati nei tribunali. Essa si è, però, sottratta a tutte le indagini indipendenti come quella francese della Ciase o quella sostenuta dai vescovi svizzeri o altre avviate negli USA e altrove.

Per il superiore del distretto di Francia, Benoit de Jorna, i gesti denunciati «sono catastrofici, ma essi riguardano una proporzione infima dei preti. Un’insistenza eccessiva può far credere che il numero sia enorme e questo non è il caso. Non bisogna gonfiare le cose. Sono atti innominabili, ma non è necessario farci sopra delle conferenze». Per questo non hanno aperto i loro archivi alla commissione Ciase.

La Chiesa come societas perfecta non può ricorrere ad altre autorità, alla pura ragione naturale, incapace di cogliere il grande miracolo dell’indefettibilità della Chiesa. Alla fine, «il prete è un alter Christus e la deferenza riguardo a lui è giusta».
 
Top
7 replies since 13/1/2013, 01:24   2172 views
  Share