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Cecenia. Campo di concentramento per omosessuali, L'amico Putin da un esempio del livello dei diritti civili da esportare in Europa

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view post Posted on 11/4/2017, 16:12
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L'amico Putin da un esempio del livello dei diritti civili da esportare in Europa


Vittima torturata

http://www.corriere.it/esteri/17_aprile_11...d4941c19e.shtml
LA DENUNCIA
«In Cecenia i gay rinchiusi
in un campo di concentramento»
Centinaia di uomini sono detenuti illegalmente nella repubblica Cecena:
tre sono morti nella prigione illegale di Argun, vicino alla capitale Groznyj.
La «smentita» del capo del governo: «Nel nostro Paese non ci sono gay»
di Elena Tebano
Le foto dei lividi di una delle vittime pubblicata da Novaya Gazeta shadow

In Cecenia almeno un centinaio di uomini gay sono detenuti illegalmente in un centro di prigionia ad Argun, una cittadina a circa 15 chilometri ad est della capitale Groznyj, dove secondo vari testimoni vengono sistematicamente torturati. Almeno tre persone sarebbero morte.Lo scrive il quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta, che riporta le testimonianze di due sopravvissuti. «Ci hanno fatto l’elettroshock. Era molto doloroso. Ho resistito finché non ho perso i sensi e sono caduto a terra — ha raccontato al giornale uno di loro —. Ci picchiavano con dei tubi. Sempre sotto la vita. Ci dicevano che siamo “cani che non meritano di vivere”». Altre denunce sono state raccolte da Ilga (la più importante associazione europea lesbica gay e transgender) e dalla Rete Lgbt Russa, che ha istituito un numero riservato per vittime e testimoni. È il primo campo di concentramento per omosessuali in Europa dalla caduta di Hitler. Le autorità cecene ne hanno smentito l’esistenza in termini che — denuncia Ilga — «sono un chiaro incitamento all’odio»: «Non si possono detenere e perseguire persone che semplicemente non esistono nella Repubblica Cecena» ha dichiarato il capo della repubblica cecena Ramzan Kadyrov, 40 anni. «Se ci fosse gente simile in Cecenia — ha aggiunto — le forze dell’ordine non avrebbero bisogno di avere a che fare con loro, perché i loro parenti li manderebbero in un luogo da cui non c’è più ritorno». Altrettanto preoccupanti le parole di Kheda Saratova, membro di quello che dovrebbe essere il Consiglio per i diritti umani ceceno: «Nella nostra società cecena, chiunque rispetti le nostre tradizioni e cultura darà la caccia a questo tipo di persone senza bisogno di aiuto da parte delle autorità, e farà di tutto perché questo tipo di persone non esista nella nostra società», ha detto durante una trasmissione radio.

L’inizio delle purghe
Le persecuzioni sono iniziate, secondo quanto ha ricostruito da Novaya Gazeta, alla fine di febbraio, dopo che un uomo sotto effetto di droga è stato arrestato e nel suo cellulare sono stati trovate immagini «a contenuto omosessuale » e i contatti di decine di altri gay. Da qui sarebbe iniziata un’ondata di arresti e torture: secondo testimoni anonimi le forze di sicurezza hanno sistematicamente lasciato accesi i cellulari delle persone fermate per poi prelevare chiunque li chiamasse o venisse semplicemente percepito come gay. Il quotidiano russo cita fonti riservate secondo le quali alle persecuzioni avrebbero partecipato anche il portavoce del parlamento Magomed Daudov e il ministro dell’Interno Aub Kataev.
Le foto dei lividi di un’altra vittima (foto da Novaya Gazeta)
Il testimone
«Mi hanno portato in un posto che sembra abbandonato ma invece è una prigione segreta su cui non ci sono informazioni ufficiali — ha raccontato uno dei sopravvissuti a Novaya Gazeta —. Nella stanza accanto a noi c’erano prigionieri sospettati di aver combattuto in Siria e i loro parenti, probabilmente sono lì da anni». Nel campo di concentramento ci sarebbero fino a cento persone. «Più volte al giorno ci portavano fuori per picchiarci. Lo chiamavano “interrogatorio” — prosegue il testimone —. L’obiettivo era raccogliere più contatti di uomini gay». E ancora: «Alcuni venivano picchiati con maggiore durezza. C’era un ragazzo che veniva torturato in modo più intenso. Era lì da più tempo di noi ed era a pezzi. Aveva ferite aperte sul corpo. Lo hanno consegnato ai suoi parenti e in seguito abbiamo scoperto che è morto».
Le vittime
«I detenuti venivano interrogati, costretti a sedersi su delle bottiglie, picchiati. Alcuni venivano percossi fino a un attimo prima che morissero e poi riconsegnati ai famigliari. Personalmente sono venuto a conoscenza di tre morti — ha riferito a Novaya Gazeta un altro testimone oculare —. C’erano solo tre modi per uscire da lì: pagare una somma enorme di denaro, dare i contatti di altri, o essere dati in mano a dei parenti perché fossero loro a finire il lavoro». Il quotidiano russo è venuto a conoscenza di almeno tre morti. Secondo la rete Lgbt Russa agenti con l’uniforme del «Terek» (le forze speciali) avrebbero portato via almeno una persona. L’associazione ha anche raccolto le foto di una vittima delle torture con gli ematomi e i segni dei colpi sul corpo. «Stiamo lavorando per far uscire le persone del campo, altri hanno già lasciato la regione — ha confermato al Daily Mail Svetlana Zakharova, della Rete Russa Lgbt —. Chi è riuscito a fuggire ha raccontato che i prigionieri sono tenuti nelle stesse stanze e le persone sono raggruppate a gruppi di 30 o 40. Vengono torturate con l’elettricità e picchiate pesantemente, in alcuni casi anche a morte».



@elenatebano
11 aprile 2017 (modifica il 11 aprile 2017 | 16:48)

http://www.repubblica.it/esteri/2017/04/11..._gay-162727272/

"In Cecenia campi di rieducazione per gay". Radicali, Pd e Sinistra italiana: "Mogherini e Alfano intervengano"
Alcune ex caserme militari trasformate per "correggere uomini dall'orientamento sessuale non tradizionale o sospetto". Il gruppo di attivisti russo basato a San Pietroburgo 'Rete LGBT' a fine marzo ha attivato un numero di emergenza. Il ministero degli Interni ceceno liquinda come "un pesce d'aprile mal riuscito" l'inchiesta di Novaya Gazeta sulla prima ondata di fermi


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11 aprile 2017
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"In Cecenia campi di rieducazione per gay". Radicali, Pd e Sinistra italiana: "Mogherini e Alfano intervengano"
Arresti a Mosca durante il Gay Pride 2015
E' in atto in Cecenia una persecuzione contro i gay con arresti e torture, una campagna considerata senza precedenti in una regione, dove pure l'omofobia è particolarmente grave, che avrebbe provocato la morte di almeno tre persone, come rivelato di recente dal settimanale Novaya Gazeta, citando testimonianze di diverse vittime, alcune delle quali rilasciate solo dopo il pagamento di un riscatto elevato da parte dei familiari. Il mese scorso, decine di persone sono state fermate e detenute in una "prigione segreta" nella località non lontana da Grozny di Argun, dove sarebbero avvenute le torture.

Lo schema seguito dalle autorità è sempre lo stesso: viene fermata una persona, le sequestrano il telefonino dove fotografie e contatti vengono usate per perseguirne altre così come le informazioni estorte durante la detenzione. La campagna sembra aver preso il via dopo l'arresto di una persona per consumo di stupefacenti con materiale pornografico nel telefono.

Una seconda ondata di arresti è avvenuta dopo che l'ong GayRussia.ru aveva inoltrato richieste per il Gay Pride alle autorità di diverse località del Caucaso, un modo, accusano i ceceni, per costruire un caso contro Mosca alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Il gruppo di attivisti russo basato a San Pietroburgo 'Rete LGBT' a fine marzo ha attivato un numero di emergenza in cui ha raccolto la richiesta di aiuto di oltre dieci persone che chiedono di poter lasciare la regione. Il ministero degli Interni ceceno, da parte sua, ha liquidato come "un pesce di aprile mal riuscito" l'inchiesta di Novaya Gazeta sulla prima ondata di fermi.

Ma la direttrice di Human Rights Watch per la Russia Tanya Lokshina ha denunciato l'assenza di qualsiasi reazione da parte del Cremlino per la situazione critica della regione, "in cui l'omofobia è comunque intensa e dilagante": il portavoce Dmitry Peskov si è limitato a invitare le vittime a usare i canali ufficiali per denunciare le autorità. Il portavoce del presidente ceceno Ramzan Kadyrov ha sottolineato che in Cecenia non ci sono omosessuali. Se ci fossero, non sarebbe necessario arrestarli dato "che i loro stessi familiari li invierebbero in posti da cui non potrebbero fare ritorno".

Nel frattempo, in Russia il ministero della giustizia russo ha inserito nell'elenco dei materiali banditi perché estremisti anche le immagini con la caricatura del presidente Putin truccato da drag queen.

Ora comincia a muoversi la comunità internazionale. L'associazione radicale "Certi diritti" ha inviato una lettera urgente a Federica Mogherini e Angelino Alfano, sollecitandoli a fare in modo che la diplomazia europea non resti silente. "Non accennano a fermarsi le notizie che provengono dai media russi di opposizione che sono riusciti ormai a localizzare vere e propri campi di prigionia destinati agli omosessuali, dove uomini e ragazzi sequestrati dai corpi paramilitari subiscono sevizie di ogni tipo. Si parla di oltre 100 persone deportate dalla fine di febbraio e di almeno 3 morti. La necessità di preservare gli equilibri geopolitici con la Russia non insabbi il ricorso storico messo in atto dalle autorità cecene. Chiediamo che siano attivate tutte le iniziative urgenti e necessarie per l'invio di osservatori internazionali nella regione e concedendo immediatamente asilo ai sopravvissuti e alle vittime potenziali di questa follia", così scrivono Leonardo Monaco e Yuri Guaiana, rispettivamente segretario e responsabile questioni transnazionali dell'associazione radicale Certi Diritti.

Incalza Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra Italiana-Possibile e vicepresidente della commissione Esteri di Montecitorio: "Notizie di stampa trapelate dall'estero hanno rivelato che in Cecenia alcune ex caserme militari sono state trasformate per "correggere uomini dall'orientamento sessuale non tradizionale o sospetto", veri e propri campi di concentramento per gay. Un orrore che si ripete a distanza di 70 anni. L'Italia e l'Europa, prosegue Palazzotto, non possono restare in silenzio davanti a questo livello di violazione dei diritti umani. Il presidente Mattarella in visita a Mosca non può ignorare ciò che sta accadendo in Cecenia".

"Abbiamo predisposto un'interrogazione al ministero degli Esteri per chiedere una posizione forte del nostro paese davanti a questa vergogna. Vanno messe in campo tutte le iniziative necessarie per chiarire i fatti e intraprendere azioni adeguate, a partire dalla richiesta al governo russo di avviare un'inchiesta e dall'invio di osservatori internazionali in Cecenia. La repubblica autonoma cecena fa parte della federazione russa e applica anch'essa le tristemente famose leggi contro la 'propaganda omosessuale tra i minori' approvate dalla Duma tre anni fa. Una escalation di questo tipo mette in serio pericolo la condizione dello stato di diritto nella Russia di Putin", così i senatori del Partito Democratico Sergio Lo Giudice e Monica Cirinnà e Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani.
 
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