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Gerusalemme. Restaurato il mitologico sepolcro di Cristo: 4 mln di dollari, Ma ne serviranno altri 6 per la pavimentazione. Deve rendere bene l'affare delle false reliquie

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view post Posted on 3/4/2017, 12:56
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Ma ne serviranno altri 6 per la pavimentazione. Deve rendere bene l'affare delle false reliquie

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http://www.nationalgeographic.it/wallpaper...auro-3287376/1/

La resurrezione del Santo Sepolcro
VIDEO Nella basilica di Gerusalemme sono in corso lavori di restauro attesi da decenni: per la prima volta è stato riportato alla luce il letto di roccia su cui sarebbe stato deposto il corpo di Gesù
di Kristin Romey - fotografie di Oded Balilty/AP
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L'"Edicola", il tempietto che custodisce il letto di roccia su cui, secondo la tradizione, fu adagiato il corpo di Gesù dopo la crocifissione, all'interno della basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Per la prima volta da secoli, la superficie originale di quella che è tradizionalmente considerata la tomba di Gesù è stata riportata alla luce. Situata nella Basilica del Santo Sepolcro, nella Città Vecchia di Gerusalemme, la tomba era stata ricoperta con una lastra di marmo al più tardi nel 1555, ma probabilmente parecchi secoli prima.

"Una volta rimossa la lastra di marmo, siamo rimasti sorpresi trovando al di sotto una grande quantità di materiale di riempimento", racconta Fredrik Hiebert, archeologo residente della National Geographic Society, che partecipa al progetto di restauro del sepolcro. "Occorrerà del tempo per portare a termine tutte le analisi scientifiche, ma alla fine saremo in grado di vedere la superficie originale di roccia su cui, secondo la tradizione, fu deposto il corpo del Cristo morto".



I restauratori sollevano la lastra che copriva il letto di roccia su cui secondo la tradizione venne deposto il corpo di Gesù, all'interno della basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Secondo i Vangeli e la tradizione, dopo essere stato crocifisso dai Romani (in una data compresa tra il 30 e il 33 d.C.) Gesù Cristo fu deposto su un banco di roccia calcarea all'interno di una grotta già scelta come tomba da un fedele, Giuseppe d'Arimatea. I cristiani credono che all'alba del terzo giorno Gesù sia risorto; le donne che andarono a visitare il Sepolcro trovarono la tomba vuota.

Il banco dove fu deposto il corpo è ora contenuto in una piccola struttura all'interno della basilica, detta l'Edicola (dal latino aedicula, "piccola casa"), che fu ricostruita per l'ultima volta nel 1808-10 dopo essere stata distrutta da un incendio. Oggi l'Edicola e la tomba sono oggetto di un restauro curato da un'équipe dell'Università Tecnica Nazionale di Atene, sotto la direzione di Antonia Moropoulou, principale supervisore scientifico.

Riportando alla luce e studiando il letto di roccia, i ricercatori puntano a chiarire meglio la forma originaria del sepolcro, ma anche ad analizzare le vicissitudini storiche del sito, diventato oggetto di venerazione da parte dei fedeli da quando, nel 326 d.C. Elena, madre dell'imperatore romano Costantino, lo identificò come luogo di sepoltura di Cristo. "Siamo in un momento cruciale per il restauro dell'Edicola", dice Moropoulou said. "Le tecniche che stiamo usando per analizzare questo monumento unico al mondo permetteranno al mondo intero di seguire le nostre scoperte come se ciascuno di noi fosse lì, davanti alla tomba di Cristo".


Una veduta della basilica. Fotografia di Tirtsa Liefting, National Geographic Your shot

Il momento della rivelazione

Le porte della chiesa erano state chiuse molto in anticipo rispetto all'orario normale, lasciando fuori masse deluse di pellegrini e turisti. All'interno, un'eterogenea folla di restauratori in casco giallo, francescani in saio marrone, sacerdoti ortodossi con i loro alti copricapi neri e copti con i cappucci ricamati circondava l'entrata dell'Edicola, cercando di sbirciare all'intero. Su tutti torreggiava la facciata della cappella, con le elaborate decorazioni oscurate da tubi di ferro e fettucce di sicurezza arancioni.

L'interno della tomba, che di solito è illuminato solo dalla fioca luce delle candele, stavolta risplendeva sotto potenti riflettori, che svelavano dettagli di solito trascurati. Sotto la copertura - una lastra di marmo che misura circa un metro per un metro e mezzo - è comparsa una superficie di pietra di color grigio-beige. "Non sappiamo ancora cosa sia", ha detto una ricercatrice. "Dobbiamo cominciare a usare gli strumenti di monitoraggio scientifico".


Gli operai al lavoro per rimuovere la lastra di marmo

La custodia della basilica del Santo Sepolcro (o della Resurrezione) è ripartita tra sei chiese cristiane: greco-ortodossa, cattolica romana, armena, copta, etiope, siriaca. Ciascuna di esse ha il controllo su una parte dell'edificio, e le modalità di accesso agli spazi e di celebrazione delle funzioni sono regolate da un meticoloso accordo - lo Statu Quo - redatto nel 1852, quando Gerusalemme era sotto la sovranità dell'Impero Ottomano. Qualsiasi modifica allo Statu Quo richiede il consenso di tutte le parti: è significativo notare che le chiavi della basilica, e quindi il compito di aprirla e chiuderla per sacerdoti e visitatori, sono invece affidate fin dal Medio Evo a due famiglie musulmane della città.

Fuori dall'edicola, Teofilo III, patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, assisteva ai lavori con un sorriso sereno. "Sono contento che ci sia un'atmosfera speciale, di gioia nascosta", ha detto. "Qui ci sono francescani, armeni, greci, guardie musulmane e poliziotti ebrei. Speriamo e preghiamo affinché questa scena mandi un messaggio al mondo: l'impossibile può diventare possibile. Abbiamo tutti bisogno di pace e rispetto reciproco.


Una suora si inginocchia a pregare davanti al letto di roccia su cui fu deposto Gesù, all'interno dell'Edicola della basilica.


Un restauro atteso a lungo

La tenuta strutturale dell'Edicola è oggetto di preoccupazione da decenni: già nel 1927 un terremoto l'aveva danneggiata, e vent'anni dopo le autorità britanniche provvidero a puntellarla con antiestetiche travi esterne visibili ancor oggi. Le tensioni tra i rappresentanti delle comunità custodi e la mancanza di fondi avevano finora impedito la ristrutturazione.

Nel 2015 il Patriarcato greco-ortodosso di Atene, con l'accordo della comunità latina e di quella armena, ha affidato uno studio sull'Edicola all'Università Tecnica Nazionale, già in passato responsabile dei restauri dell'Acropoli di Atene e della basilica di Santa Sofia a Istanbul. A marzo di quest'anno le comunità si sono accordate per procedere con il restauro della struttura, che si prevede terminerà nella prossima primavera. Il costo complessivo, oltre quattro milioni di dollari, sarà finanziata grazie a una serie di donazioni, tra cui oltre un milione offerto dal re di Giordania Abdullah II e 1,3 milioni di dollari messi a disposizione da Mica Ertegun, arredatrice d'interni e vedova del magnate dell'industria musicale Ahmet. La National Geographic Society contribuisce al progetto in accordo con le comunità del Santo Sepolcro, e sta preparando un documentario che verrà trasmesso su National Geographic Channel.

http://www.nationalgeographic.it/popoli-cu...crollo-3467340/

l Santo Sepolcro a rischio crollo
ESCLUSIVA I lavori di restauro sul sito di Gerusalemme hanno rivelato l'estrema precarietà delle fondamenta del tempio più venerato della cristianità
di Kristin Romey
religioni,notizie,archeologia
L'Edicola nella rotonda della Basilica del Santo Sepolcro. Fotografia di Oded Balilty, Ap per National Geographic
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Il sito più sacro della cristianità è in serio pericolo e potrebbe letteralmente collassare se non si procederà al più presto al puntellamento delle sue fondamenta instabili.
E' quanto emerge da una ricerca affidata ad un team scientifico del Politecnico di Atene (NTUA) che ha appena completato la ricognizione e il restauro di quella che è tradizionalmente ritenuta la tomba di Cristo. Il team di ricercatori avverte che sono necessari lavori supplementari per evitare che il santuario e il complesso della Basilica del Santo Sepolcro possano sperimentare "un significativo cedimento strutturale". "Se dovesse accadere - dice Antonia Moropoulou, supervisore scientifico della NTUA - non sarebbe un processo lento ma catastrofico".

L'Edicola (dal latino aedicula, tempietto), una piccola struttura all'interno della Basilica del Santo Sepolcro, racchiude i resti di una grotta che è venerata almeno dal IV secolo come la tomba di Gesù Cristo. Il recente restauro ha messo in luce come il tempio di culto del XIX secolo, con la sua struttura rotonda a doppia cupola, che accoglie milioni di visitatori ogni anno, sembra essere in gran parte costruito su una base instabile di resti malfermi di strutture precedenti, un sottosuolo "crivellato" da ampie gallerie e canali. Mentre, proprio oggi, si celebra un anno di restauri con una cerimonia nella chiesa del Santo Sepolcro, gli scienziati e le autorità religiose devono ora affrontare i rischi sulla statica messi in luce dalle indagini fatte da ingegneri e architetti.

Strati di storia, un rischio per il futuro

La relazione più recente fornita da NTUA a National Geographic rivela che gran parte del rischio per il Santo Sepolcro è legato proprio alla ricca storia di questo luogo venerato. Gli archeologi ritengono che circa 2.000 anni fa, il sito fosse la porzione di una cava di calcare in disuso riutilizzata per ospitare le tombe della classe benestante ebraica. Almeno una mezza dozzina di tali tombe sono state individuate all'interno del perimetro della chiesa, oltre alla tomba tradizionalmente ritenuta il luogo di sepoltura di Gesù.

Un tempio romano costruito sul sito nel II secolo, inoltre, fu raso al suolo da Costantino, il primo imperatore cristiano di Roma, che nel 324 circa 324, tentò una prima ricognizione per cercare in loco quella che si riteneva la tomba di Cristo.

Il santuario costruito da Costantino intorno alla tomba fu a sua volta parzialmente distrutto dagli invasori persiani nel VII secolo, e distrutto nuovamente dai Fatimidi nel 1009. La chiesa fu ricostruita alla metà dell'XI secolo. L'edicola fu poi modificata dai crociati e restaurata di nuovo nei primi del XVI e XIX secolo. La sua forma attuale racchiude quindi varie fasi delle costruzione precedenti. Si pensa che la rotonda dell'Anastasi che circonda l'Edicola, sotto la più grande delle due cupole della Basilica, segua l'impronta dell'originale chiesa costantiniana e, forse, anche del tempio romano che l'ha preceduta.


Impalcature intorno all'Edicola durante i restauri del 2016. Fotografia di Oded Balilty, Ap for National Geographic

Quei tunnel sotto la tomba di Cristo

Le recenti indagini sotto il pavimento dell'Edicola e della rotonda, condotte durante il progetto di restauro, hanno confermato i sospetti degli scienziati e rivelato i rischi per la stabilità di tutta l'area sottoposta a indagine: circa 280 metri quadrati.
Il georadar, le telecamere robotizzate, e altri strumenti, hanno mostrato che alcune porzioni di fondazione dell'Edicola poggiano sulle macerie di edifici precedenti. Altre strutture poggiano direttamente su un substrato roccioso e cavo, molto molto compromesso. La malta delle fondamenta si è sbriciolata a causa di decenni di esposizione all'umidità dei canali di drenaggio che corrono sotto il pavimento della rotonda.

Altre gallerie e cavità di incerta spiegazione passano direttamente sotto e intorno all'Edicola. Un saggio di scavo effettuato negli anni '60 nella zona sud del santuario ha evidenziato la mancanza di un supporto saldo per lastra di cemento dove stazionano i visitatori in fila per entrare nella tomba. Molti dei pilastri da 22 tonnellate che reggono la cupola sulla rotonda poggiano su un metro e venti di macerie non consolidate. Un quadro preoccupante.


Visitatori in fila per accedere al Santo Sepolcro. Fotografia di Oded Balilty, Ap for National Geographic

L'Edicola, un restauro di successo

L'integrità strutturale dell'Edicola ha destato preoccupazione per quasi un secolo, ma la mancanza di accordo fra le diverse confessioni cristiane che si occupano della custodia della chiesa, così come la mancanza di risorse finanziarie, hanno a lungo ostacolato i lavori di consolidamento. A seguito di una breve chiusura dell'Edicola disposta dalle autorità israeliane nel 2015 per problemi di sicurezza, i tre principali gruppi cristiani che mantengono il controllo sul sito - Il Patriarcato greco-ortodosso, quello armeno e il custode francescano di Terra Santa - hanno firmato nel marzo del 2016 un accordo per restaurare il santuario e la tomba che racchiude.

La squadra greca della NTUA incaricata dei lavori di conservazione e tutela è la stessa che ha curato i recenti restauri dell'Acropoli e della Basilica di Santa Sofia a Istanbul. La squadra scientifica ha lavorato al consolidamento delle pareti incurvate dell'Edicola, al ri-ancoraggio delle colonne con barre di titanio e al rinforzo di strati di muratura che hanno più di mille anni.
E' stato installato un sistema di ventilazione per aspirare la fuliggine dovuta all'accensione di migliaia di candele, e sono state tagliate via con una sega al plasma delle incongrue travi esterne, erette dalle autorità britanniche nel 1947. La tomba stessa è stata aperta per la prima volta dopo secoli. Nel complesso il lavoro sull'Edicola è stato completato con successo ad un costo di quasi 3,5 milioni di euro.

Ancora restauri e archeologia

Per far fronte al rischio di collasso strutturale del sito, il politecnico di Atene propone ora un progetto da sei milioni di euro, per dieci mesi di lavoro, che prevede la rimozione della pavimentazione in pietra, fratturata, che circonda l'Edicola, il consolidamento delle fondamenta e della malta degradata, e il riassetto di una zona di circa 100 mq sotto il piano pavimentale per il corretto drenaggio delle acque meteoriche lungo il perimetro della rotonda.
Il lavoro è stato pianificato in modo da garantire il minimo disturbo per i circa quattro milioni di visitatori e pellegrini che ogni anno si recano al Santo Sepolcro. La possibilità che il sito sia nuovamente "indagato" per svolgere questi lavori apre anche spiragli per nuove potenziali ricerche archeologiche.

"Questo è in assoluto uno dei siti più complessi per l'archeologia in uno dei luoghi più sacri del mondo", afferma l'archeologo e accademico britannico Martin Biddle, che ha compiuto studi sull'Edicola per quasi un decennio e ha pubblicato sul tema un volume fondamentale nel 1999. "Si contano quattro o cinque fasi archeologiche principali sotto l'Edicola", dice Biddle, e l'eventuale apertura di un cantiere sotto la quota del pavimento moderno richiederebbe senza dubbio un'indagine scientifica supplementare. Un restauro senza uno scavo archeologico di supporto, aggiunge Biddle, "sarebbe uno scandalo intellettuale, e di solito scelgo con molta attenzione le mie parole."(22 marzo 2017) © RIPRODUZIONE RISERVATAreligioni, notizie, archeologia


http://agensir.it/chiesa/2017/03/21/santo-...ione-ecumenica/
RESTAURI
Santo Sepolcro restaurato: il 22 marzo a Gerusalemme inaugurazione “ecumenica”

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21 marzo 2017
Daniele RocchiDaniele Rocchi
Riapre il Santo Sepolcro dopo il restauro durato dieci mesi e finanziato, in gran parte, dalle tre Chiese firmatarie dell'accordo che ha consentito l’avvio dei lavori: greco-ortodossa, cattolica, attraverso la Custodia di Terra Santa, e armena. Attesa la presenza di Bartolomeo I. Presto l'annuncio dell'accordo per una seconda fase di lavori, cui contribuirà anche la Santa Sede con 500mila dollari
Gerusalemme, restauro del Santo Sepolcro
Completati i lavori di restauro nel Santo Sepolcro. Pellegrini, fedeli e visitatori potranno ammirare la bellezza della tomba di Cristo, priva delle travi di ferro, da domani (22 marzo): nella basilica è prevista, infatti, alle ore 10, una cerimonia ecumenica per celebrare l’inaugurazione, dopo 10 mesi di lavori. Tra i celebranti i rappresentanti delle tre Chiese firmatarie dell’accordo che ha consentito l’avvio dei lavori: Theophilos III, patriarca greco-ortodosso, padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, Nourhan Manougian, patriarca armeno apostolico. Significativa la presenza di monsignor Perbattista Pizzaballa, oggi amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, che firmò l’accordo mentre era ancora custode di Terra Santa.

Particolarmente attesa, secondo quanto riferiscono dalla Custodia di Terra Santa, la presenza del patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, che torna a Gerusalemme dopo il suo incontro, nel 2014, con Papa Francesco, sulle orme del suo predecessore Atenagora.

Presenti anche tutti gli ausiliari patriarcali delle Chiese del Santo Sepolcro, Copti, Siriaci ed Etiopi oltre ai rappresentanti delle altre Confessioni cristiane di Terra Santa.

Dieci mesi di restauro. Il restauro ha avuto inizio a maggio dello scorso anno e in questi giorni si stanno ultimando alcuni lavori nella parte non visibile del Sepolcro, procedendo al suo consolidamento per prevenire danni in caso di terremoti.



Il ricordo dei danni provocati dal sisma del 1927 è infatti ancora vivo. Gli ultimi lavori sul Sepolcro risalgono al 1947, ad opera degli inglesi, che tuttavia non riuscirono a terminarli a causa del mancato accordo tra le tre comunità religiose che gestiscono la basilica, armeni, ortodossi e francescani. Furono gli inglesi, infatti, ad avvolgere con travi di ferro l’edificio per impedirne il crollo. Accordo che è stato raggiunto nel 2016 e salutato dalla custodia di Terra Santa come

“un momento storico per la basilica del Santo Sepolcro”.
L’auspicio è che altri progetti necessari possano trovare accoglimento dalle tre comunità, per il bene della basilica.

Verso un accordo per la seconda fase di lavori. A tale riguardo si attende conferma di un accordo che le Chiese stanno definendo per avviare la seconda fase di lavori necessari per assicurare la continuità di quelli svolti finora. L’Edicola della tomba di Cristo, è stata “consolidata, riparata, stabilizzata, ripulita, ma le cause della sua fragilità non sono state del tutto eliminate, in particolare, la questione dell’umidità cronica”, si legge sul sito della Custodia.

I lavori sono stati conclusi sulla base di un preventivo di 3,5 milioni di dollari. Tre i finanziatori, ovvero le tre principali Confessioni cristiane del Santo Sepolcro: i greci ortodossi, i francescani e gli armeni. Con loro anche il Governo greco, il Fondo mondiale per i monumenti (Wmf), il re Abdallah II di Giordania e l’Autorità palestinese.



Il 18 marzo scorso la Custodia di Terra Santa ha annunciato che la Santa Sede contribuirà al restauro del Santo Sepolcro stanziando 500mila dollari per la nuova fase di lavori che interesseranno l’area attorno all’Edicola. Contributo erogato “dopo che le comunità titolari dello Status Quo avranno costituito di comune accordo un apposito Comitato”.

La stima per questa seconda fase è di 6 milioni di dollari che serviranno a togliere “tutta la pavimentazione attorno all’edicola, rifare tutte le canalizzazioni, restaurare tutte le pietre del pavimento, o sostituirle con altre di identico stile, consolidare le fondazioni dell’Edicola, garantendo la stabilità sismica dell’insieme”.

Verosimilmente questo lavoro dovrebbe essere anche “l’occasione per nuovi scavi archeologici, in continuità con quelli realizzati dal padre francescano Virgilio Corbo negli anni Sessanta”.


FRANCESCO PATTON

PIERBATTISTA PIZZABALLA
Luoghi
GERUSALEMME
21 marzo 2017

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/dopo...sto-gerusalemme
Gerusalemme. Restaurata l'Edicola del Santo Sepolcro, custodisce la tomba di Gesù
Redazione Internet mercoledì 22 marzo 2017
L'antico edificio all'interno della Basilica era ridotto in pessime condizioni. Scoperte interessanti. Per coprire i costi hanno contribuito palestinesi, israeliani, giordani, Vaticano, privati
Restaurata l'Edicola del Santo Sepolcro, custodisce la tomba di Gesù
Dopo meno di un anno di lavori di restauro, da domani pellegrini, fedeli e turisti possono tornare ad ammirare l'edicola che custodisce la Tomba di Cristo all'interno del Santo Sepolcro nella città vecchia di Gerusalemme. Cominciate nel maggio 2016, le opere, il cui costo ai aggira attorno a poco più di 3 milioni di dollari, hanno permesso di dare una nuova solidità alla struttura che da tempo non conosceva interventi.

"È la fine di una fase e l'inizio di una nuova", ha detto monsignor Pierbattista Pizzaballa, arcivescovo amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme. Oggi, mercoledì 22 marzo, nel luogo sacro si è svolta una cerimonia religiosa pubblica per la fine dei lavori a cui sono stati invitati tutti quelli che hanno contribuito al restauro, autorità israeliane comprese. "Una funzione semplice ed ecumenica - ha spiegato Pizzaballa- con canti e preghiere". Il restauro ha interessato l'intera edicola e tutto è stato fatto - ha spiegato Pizzaballa - "con un restauro conservativo che ha permesso di dare nuova solidità alla struttura".

Nelle foto, della Custodia della Terra Santa, il lavori di restauro dell'edicola che protegge la tomba di Gesù
Nelle foto, della Custodia della Terra Santa, il lavori di restauro dell'edicola che protegge la tomba di Gesù


Durante la cerimonia per la prima volta l'edicola è stata svelata senza la struttura metallica che ne ha nascosto al vista a lungo. "Non è solo un regalo fatto alla Terra Santa, è un regalo al mondo intero", ha detto il patriarca greco ortodosso Teofilo III di Gerusalemme davanti alla platea di invitati, tra cui il premier greco Alexis Tsipras.
"Prima il monumento era tutto nero", le mura sporche della fuliggine dei ceri dei pellegrini, ha detto all'Afp la responsabile del restauri Antonia Moropoulou. Oggi "ha ripreso il suo vero colore, il colore della speranza". La Grecia è stata in prima fila in questo restauro, che è stato portato a termine da un team tecnico dell'Università di Atene che ha lavorato sulle pietre dell'edicola, messe a rischio dalla plurisecolare esposizione all'inquinamento ambientale come acqua, umidità e anche il fumo delle candele.

Il cantiere a ottobre ha vissuto un "momento storico": la lastra di marmo che copre la tomba è stata spostata per tre giorni. L'ultima volta che accadde fu nel 1810, durante un restauro a seguito di un incendio. Nel corso dell'intervento sono state fatte alcune scoperte: un lastrone di pietra in marmo rosa bianco sopra il sepolcro vero e proprio che il team di ricercatori ha datato al periodo Crociato e, sotto questo, uno più vecchio in marmo grigio risalente al periodo di Costantino che ordinò la costruzione della Basilica.


Gli ultimi lavori di consolidamento dell'Anastasis risalivano a quelli progettati dagli inglesi nel 1947, i quali non furono in grado di portarli a termine per il mancato accordo tra le tre comunità cristiane che detengono la Basilica: ortodossa, armena e francescana. L'anno scorso invece è stata trovata l'intesa per dare il via al restauro. Un intervento impellente che, come ha sottolineato Bonnie Burnham del Fondo Mondiale dei monumenti, ha evitato "un grande rischio di collasso dell'edicola. Con i lavori c'è stata una completa trasformazione del monumento". In nove mesi, e con una spesa di 3,4 milioni di euro, la struttura è stata completamente smantellata, pulita e restaurata, comprese le colonne e la cupola sopra e all'interno della struttura. È stata aperta una finestrella che permette ai pellegrini di vedere per la prima volta la pietra nuda dell'antica cripta.




Per coprire il costo complessivo dell'opera hanno contributo in molti: il fondo ha dato un contributo iniziale di 1.4 milioni di dollari, ma sono intervenuti anche il re di Giordania Abdallah e il presidente palestinese Abu Mazen, insieme a donazioni di privati e di chiese. È in corso una nuova ricerca di fondi per dare il via ad una seconda fase di restauro del luogo e a questo proposito il Vaticano ha già deciso di contribuire con una donazione di 500mila dollari.



Secondo la tradizione il corpo di Gesù fu posto in un letto funerario scolpito nella roccia a seguito della crocifissione a opera dei romani nell'anno 30 o 33. I cristiani credettero fin da subito nella resurrezione di Cristo, dopo che le donne venute a ungere il suo corpo tre giorni dopo la sua sepoltura non lo trovarono più. Alcuni ritengono che Gesù sia stato sepolto nel Giardino della Tomba, fuori dalle vecchie mura di Gerusalemme. Ma secondo Moropoulou, ciò che è stato trovato durante i restauri dimostra che la tomba di Cristo si trova davvero nell'edicola.
 
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