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Boom della pillola dei 5 giorni dopo. Drastico calo degli aborti, Dal 2014 vendute 15 volte di più: "ma in farmacia mi hanno trattata con disprezzo"

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view post Posted on 27/3/2017, 17:03
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Dal 2014 vendute 15 volte di più: "ma in farmacia mi hanno trattata con disprezzo"

Ellaone
Scatola di EllaOne

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/...09ed8307d.shtml
I DATI DALLE FARMACIE
Seicento acquisti ogni 24 ore
Boom della pillola dei 5 giorni dopo

I dati sulle vendite nel 2016: «Sono cresciute del 96% in 10 mesi». Rispetto al 2014 sono aumentate di 15 volte. Dopo che l’Italia ha tolto l’obbligo di ricetta si compra una compressa ogni 2 minuti. In parallelo è diminuito il numero di aborti
di Simona Ravizza


L’impennata di vendite che arriva a quota 200.507 in dieci mesi, 660 al giorno, è il segnale di un’Italia in cui la prevenzione della gravidanza indesiderata incespica. Soprattutto tra le ventenni. Perché troppo spesso si corre ai ripari solo dopo avere fatto l’amore. Duecentomilacinquecentosette sono le pillole dei cinque giorni dopo vendute in farmacia da gennaio a ottobre 2016, nel 2014 erano 13.401. Nel giro di due anni, sempre nello stesso periodo, l’aumento è di 15 volte. Tra il 2014 e il 2015 la crescita è del 664,2%, tra il 2015 e il 2016 del 95,8%. La loro funzione è mettere al riparo da una possibile gravidanza dopo un rapporto non protetto (o in cui il metodo contraccettivo ha fallito).
Come funziona la pillola dei 5 giorni dopo


Qual è la funzione della pillola dei cinque giorni dopo?
La pillola dei cinque giorni dopo è un contraccettivo, ma d’emergenza. Eppure oggi in Italia viene acquistata una ellaOne, nome commerciale della compressa, ogni due minuti. Notti comprese. Ventisei euro e 90 a pillola, non rimborsabili dal servizio sanitario. Il record di vendite è raggiunto dopo la tormentata liberalizzazione del farmaco. Dal 9 maggio 2015 chi vuole avere la pillola non deve più presentare nessuna ricetta, tantomeno un test medico che accerti uno stato di non gravidanza, come avveniva fino ad allora. L’obbligo resta solo per le minorenni.

GUARDA IL GRAFICO
PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO: LE STATISTICHE



È la decisione dell’Agenzia del farmaco (Aifa) presa per allineare l’Italia al resto d’Europa. Già nel gennaio 2015, infatti, la Commissione europea dà indicazione di distribuire in farmacia senza prescrizione medica la ellaOne perché ritenuta sicura e più efficace se usata durante le 24 ore successive al rapporto sessuale a rischio. L’Aifa liberalizza il farmaco in rottura con il Consiglio superiore di sanità, emanazione del ministero guidato da Beatrice Lorenzin (Ncd).
La scelta mette fine all’odissea delle donne, spesso rimbalzate da un Pronto soccorso a un consultorio per ottenere il farmaco, tra mille imbarazzi, giustificazioni inutili e perdite di tempo. E porta a una crescita esponenziale delle vendite. Dati che si prestano a numerose riflessioni. Li ha raccolti Federfarma su richiesta del Pd lombardo, che nei prossimi giorni presenterà il report annuale sulla situazione delle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) e la prevenzione. Sara Valmaggi, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia per il Pd, sottolinea: «Rendere libero l’acquisto di questo metodo contraccettivo d’emergenza senza l’obbligatorietà di prescrizione è stata una scelta giusta e di civiltà. Finalmente l’Italia si è allineata agli altri Paesi europei nel prevenire eventuali interruzioni di gravidanza evitando alle donne le sofferenze legate a un evento così traumatico. La relazione stessa dello scorso dicembre del ministero della Salute mette in relazione la riduzione del numero degli aborti con l’aumento delle vendite di questo farmaco (meno 9,3% rispetto al 2014 ndr). Il progresso della farmacologia e le prese di posizione chiare delle istituzioni sanitarie possono tutelare la salute oltre che ridurre inutili costi sociali ed economici».
La vicepresidente del Consiglio superiore di Sanità Eleonora Porcu, ginecologa e docente all’università di Bologna, commenta: «Il record di vendite dimostra che in Italia non c’è una cultura consapevole della procreazione. Ci si affida alla contraccezione d’emergenza e non a una vera programmazione o meno delle gravidanze. Io lo sento come un mio fallimento perché, insieme ai colleghi medici, non sono riuscita a vincere la battaglia di un’informazione corretta. Le donne hanno sempre ragione, loro se la cavano come possono. Ma perché noi non riusciamo a fare passare il messaggio di come si fa vera prevenzione di una gravidanza indesiderata, senza ricorrere a metodi d’emergenza?».
27 marzo 2017 | 07:18


http://www.vanityfair.it/news/cronache/17/...rni-dopo-storie

27.03.2017
Pillola dei 5 giorni dopo: «In farmacia mi hanno trattata con disprezzo»
In Italia chiedere e acquistare la pillola dei cinque giorni dopo, è spesso ancora un tabù. Dal 2015 non è più obbligatoria la prescrizione medica ma non tutti i farmacisti la vendono

di Alessia Arcolaci

Una scelta oculata del contraccettivo orale può anzi favorire l’erotismo: una sessualità 'libera', senza le preoccupazioni legate al rischio di una gravidanza indesiderata, può essere vissuta in maniera più soddisfacente e appagante. Foto: Getty Images
In Italia, ogni due minuti, viene acquistata una EllaOne, la pillola dei cinque giorni dopo, che è un contraccettivo d'urgenza e non un medicinale abortivo, come nel caso della pillola RU-486.

Da maggio 2015, come già accadeva in tutti gli altri paesi europei, anche in Italia non è più obbligatoria la prescrizione medica, rimasta in vigore per le ragazze minorenni. Le farmacie hanno registrato un significativo aumento delle richieste. Da ottobre 2016 ne sono state vendute duecentomilacinquecentosette (dati FederFarma), seicento ogni 24 ore. Un incremento del 96 per cento in dieci mesi.

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A farne uso sono soprattutto le più giovani. Come Elisa (nome di fantasia) che ha 19 anni e chiede, all'interno di un forum: «Ho avuto un coito interrotto con il mio ragazzo nei giorni fertili e 4 giorni dopo ho preso la pillola dei 5 giorni dopo. Il mio ciclo è in ritardo di 6 giorni.. È possibile che io sia incinta?».

La pillola dei cinque giorni dopo agisce inibendo l'azione del progesterone e ritardando così l'ovulazione. Diminuisce in questo modo il rischio che si verifichi la fecondazione. «Ho usato la pillola dei cinque giorni dopo un rapporto con il mio fidanzato. Il preservativo si è rotto e ho deciso di chiedere al medico di prescrivermela. Ma, siccome ho 17 anni - scrive Elena - voleva che mi presentassi con i miei genitori».

Anche se la legge italiana non lo richiede. Secondo le norme previste (194/78 e 405/75) i medicinali e i dispositivi per la contraccezione possono essere liberamente prescritti e dati ai minorenni senza l'obbligo di comunicazione a chi esercita la potestà genitoriale.

«Mi sono così rivolta a un consultorio - continua Elena - e dopo due giorni di richieste e porte chiuse in faccia, sono riuscita a comprare la pillola in farmacia. Anche se chi me l'ha consegnata mi ha guardata malissimo».

Sono diversi i farmacisti che si oppongono, pur non potendo, alla vendita della pillola dei ciqnue giorni dopo. Com'è accaduto a Stefania, 31 anni.

«Ho avuto un rapporto a rischio, era il mio quinto giorno di ciclo. Sono andata in giro, di corsa, in cerca di questa benedetta pillola. La prima farmacista mi ha trattato come se fossi la peggiore persona del mondo e, di fronte alla mia richiesta, ha iniziato a gridare, guardandomi con disprezzo, che loro non vendono pillole abortive e sono contro l'aborto. Nella seconda farmacia ho trovato una farmacista molto più dolce che mi ha spiegato che c'è una guerra tra alcuni farmacisti e questa pillola, sia perché alcuni sostengono che abbia proprietà abortive, sia perché molte ragazze (in particolare le più giovani) la utilizzano in maniera sconsiderata».

Il boom delle vendite ha aperto le porte al dibattito sulla mancanza di una vera cultura della prevenzione, soprattutto tra gli adolescenti. «Io lo sento come un mio fallimento perché - ha spiegato la vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità, Elena Perru - insieme ai colleghi medici, non sono riuscita a vincere la battaglia di un'informazione corretta. Le donne hanno sempre ragione, loro se la cavano come possono. Ma perché noi non riusciamo a fare passare il messaggio di come si fa vera prevenzione di una gravidanza indesiderata, senza ricorrere a metodi d'emergenza?».

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