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Arriva in Parlamento la legge sul testamento biologico. Cattolici contrari, Ma gli italiani vorrebbero anche eutanasia e suicidio assistito

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view post Posted on 13/3/2017, 14:09
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Ma gli italiani vorrebbero anche eutanasia e suicidio assistito

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"Oggi decido io". Manifestante con cartello

www.ilpost.it/2017/03/13/oggi-comin...ento-biologico/

Oggi comincia la discussione della legge sul testamento biologico
Il testo prevede, con alcuni limiti, la possibilità di decidere in anticipo a quali cure rinunciare, ma non include suicidio assistito, eutanasia o sedazione palliativa profonda

Testamento biologico
(©Roberto Monaldo / LaPresse)
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Lunedì 13 marzo inizierà alla Camera dei Deputati la discussione sulle linee generali del progetto di legge sul cosiddetto testamento biologico. Il testo è il risultato dell’unione di più proposte presentate dai vari partiti, che è stato approvato dalla commissione Affari sociali e che ha ricevuto i pareri favorevoli della commissione Bilancio e della commissione Giustizia (che hanno però chiesto che vengano chiariti alcuni passaggi). La relatrice, cioè la persona che illustra i contenuti del disegno di legge e ne segue l’iter fino all’approvazione, è la deputata Donata Lenzi del Partito Democratico.
La discussione parlamentare comincia a due settimane dalla morte di Fabo Antoniani grazie a una procedura di suicidio assistito in Svizzera, a più di un anno dall’inizio della discussione in Commissione e dopo quattro rinvii. Il testo base prevede la possibilità di predisporre un testamento biologico che sia vincolante per il medico e che includa la possibilità di rinunciare a nutrizione e idratazione artificiale. La proposta ha dunque a che fare con le volontà in materia di cure mediche che un paziente dichiara quando è cosciente, ipotizzando di trovarsi in futuro in una condizione che non gli permetterà di scegliere: poiché le cure mediche in questione comprendono anche nutrimento e idratazione, le procedure di rinuncia vengono anche definite “eutanasia passiva”. Nel testo non sono invece previste richieste come l’obbligo di fornire la sedazione continua profonda al paziente che la chiede, cioè quelle cure palliative che permettono al paziente che lo sceglie di lasciarsi morire senza soffrire, il suicidio assistito o la depenalizzazione dell’assistenza medica alla morte volontaria, cioè l’eutanasia attiva.
Per questi motivi la proposta è considerata da chi si occupa di testamento biologico – come l’associazione Luca Coscioni – un primo passo ancora incompleto. Dall’altra parte, la legge è molto criticata dal centrodestra e dai parlamentari di più forte ispirazione religiosa, secondo cui bisogna dare al medico la possibilità di non applicare la volontà del paziente e bisogna considerare l’idratazione e la nutrizione artificiale come trattamenti vitali e non come una terapia.
Il disegno di legge si intitola “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari” ed è composto da 6 articoli. Inizia citando l’articolo 32 della Costituzione che prevede, al primo comma, la tutela della salute « come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» e dispone, al secondo comma, che « nessuno
può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Il testo, poi, prevede in sintesi che «nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge», e che «ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso». Il consenso può comportare «l’interruzione del trattamento, ivi incluse la nutrizione e l’idratazione artificiali», ma non può comportare «l’abbandono terapeutico». Il medico «è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale». Il testo stabilisce anche che il paziente «non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge e alla deontologia professionale».
All’articolo 3 la legge prevede che ogni persona maggiorenne capace di intendere e di volere possa quindi esprimere le proprie volontà compilando – «in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi» – una Disposizione Anticipata di Trattamento (DAT). Il paziente può quindi esprimere consenso o rifiuto in merito a «scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali» e indicare una persona di sua fiducia che eventualmente ne faccia le veci. Le DAT possono essere disattese dal medico, in accordo con la persona fiduciaria, «qualora sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita»; devono essere autenticate da un notaio o da un pubblico ufficiale o da un medico; ovviamente sono rinnovabili, modificabili e revocabili in ogni momento.
I passaggi più criticati da chi chiede una legge più avanzata sono i commi 7 e 8 dell’articolo 1: nel primo si dice allo stesso tempo che il medico deve rispettare la volontà espressa dal paziente, ma anche che il paziente non può esigere trattamenti sanitari «contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinicoassistenziali»; nel secondo si dice che «nelle situazioni di emergenza o di urgenza il medico assicura l’assistenza sanitaria indispensabile, ove possibile nel rispetto della volontà del paziente». Al comma 3 dell’articolo 4 si dice poi che le DAT possono essere in parte o del tutto disattese dal medico in accordo con il fiduciario, se all’atto della sottoscrizione esistevano terapie non prevedibili. Questi passaggi sono stati considerati contraddittori perché mentre sembrano concedere una libertà di scelta sul proprio corpo, limitando allo stesso tempo la libertà del paziente.

www.paginemediche.it/benessere/cor...paesi-e-ammessa


Eutanasia, come funziona e in quali paesi è ammessa
eutanasia come funziona in quali paesi e ammessa
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massimo canorroMassimo Canorro Giornalista & web content editor
Si definisce “attiva” e consiste nella somministrazione di un’iniezione letale da parte del medico su richiesta del paziente. Il riferimento è all’eutanasia, che ha lo stesso obiettivo finale della Dichiarazione anticipata di trattamento (dichiarazione che il soggetto decide di fare quando è in grado di intendere, in proiezione di una futura situazione in cui si trovasse in condizioni gravissime e non fosse più in grado di disporre di sé) e del suicidio assistito (in questa fattispecie il paziente chiede al medico di prescrivere il mix di farmaci letali, solitamente una bevanda. Il medico non agisce in modo diretto ma collabora col malato, che ingerisce autonomamente il mix letale): quello di garantire il rispetto della volontà del soggetto in merito alle scelte sul fine vita.

A favore o contro l'eutanasia
Chi è a favore dell’eutanasia sostiene che è un modo per garantire la libertà umana, ma soprattutto la dignità di ognuno. A volte ci sono patologie talmente devastanti da rendere la vita un martirio non solo per il malato, ma anche per chi gli sta intorno. Se lo si decide, si deve poter essere liberi di porre termine ad una sofferenza che non conosce guarigione.
Si scagliano contro l’eutanasia, invece, coloro che sostengono che la vita umana deve essere tutelata fino al suo termine naturale, e che nessuno, nemmeno la persona direttamente interessata, può arrogarsi il diritto di porle fine.

La vicenda di Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, morto in Svizzera lo scorso 27 febbraio attraverso una forma di suicidio assistito, ha riportato in primo piano la discussione su un tema ampio e delicato. Un argomento che ha interessato in questi anni l’Europa e il resto del mondo, tracciando una linea tra paesi che hanno legalizzato differenti procedure di accompagnamento alla morte e di interruzione della vita e paesi che, invece, hanno proseguito a bandirla etichettandola come omicidio.

La situazione in Europa tra divieti, eutanasia e suicidio assistito
In Olanda, nell’aprile del 2001, è stata approvata la prima legge al mondo che permette eutanasia e suicidio assistito. L’eutanasia - ovvero procurare la morte di una persona consenziente, malata oppure menomata in maniera irreversibile - è applicabile a malati terminali, persone affette da patologie incurabili oppure sofferenze psicologiche gravi. L’interruzione di vita è concessa dai 12 anni in su, ma fino ai 16 è indispensabile il consenso genitoriale.

In Belgio il ricorso all’eutanasia è legale dal 2002 mentre dal 2014, unico paese al mondo, è permessa anche sui minori senza limiti di età. In Lussemburgo, la normativa - entrata in vigore nel marzo 2009 - prevede che non venga sanzionato penalmente e non possa dar luogo ad un’azione civile per danni “il fatto che un medico risponda ad una richiesta di eutanasia”.

In Svizzera, il paese nel quale ha scelto di morire Antoniani, la legge permette il suicidio assistito se prestato senza motivi “egoistici”: il medico aiuta il paziente a morire dandogli i mezzi per porre fine alla propria vita senza intervenire direttamente. Questa opportunità è garantita anche ai cittadini stranieri e la procedura costa circa 10-13 mila euro.

In Spagna sono ammessi eutanasia passiva e suicidio assistito (ma non l’eutanasia attiva); anche in Francia è vietata l’eutanasia attiva, mentre è parzialmente ammessa quella passiva. Nell’aprile 2010, in Svezia l’autorità nazionale ha dato il via libera all'eutanasia passiva (con interruzione - omissione di trattamenti medici), mentre l’eutanasia attiva è proibita. Nel giugno dello stesso anno, in Germania, la Corte di giustizia tedesca si è espressa a favore dell’eutanasia passiva: pur non essendoci una normativa specifica anche l’eutanasia attiva è ammessa se è limpida la volontà del paziente.
In Danimarca è riconosciuta solo la Dichiarazione anticipata di trattamento, mentre in Gran Bretagna anche l’aiuto al suicidio è perseguito per legge - al pari di ogni forma di eutanasia - ma un giudice può autorizzarlo in casi estremi.

Che cosa dice la legge nel resto del mondo
Negli Stati Uniti, dal 1997, il suicidio assistito è legale nello stato dell’Oregon. Da allora legislazioni analoghe sono state adottate in California, Montana, Vermont, Washington e nel Distretto di Columbia. Dallo stesso anno anche in Colombia, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale, l’eutanasia è legale per i malati terminali. Legale è anche il suicidio assistito, che dal 2016 lo è anche in Canada (in questo caso, però, in forma più restrittiva).

Il Giappone non ha ancora approvato una legge sull’eutanasia, ma due sentenze (del 1962 e del 1995) hanno gettato le fondamenta per la pratica legale dell’eutanasia attiva e passiva. L’Australia non ammette l’eutanasia, ma consente la Dichiarazione anticipata di trattamento.

www.ipsos.it/news-eventi/gli-italia...%80%99eutanasia
Gli italiani favorevoli al suicidio assistito e all’eutanasia
10 Mar 2017
testamento biologico
Nel giorno della preghiera per di Fabiano Antoniano, per tutti DJ Fabo il 40enne cieco e tetraplegico che il 27 febbraio scorso ha deciso di morire in Svizzera, Ipsos ha raccolto l’opinione degli italiani sul delicato tema del fine vita.

I risultati del sondaggio restituiscono un quadro chiaro: per gli italiani il suicidio assistito dovrebbe essere consentito anche nel nostro paese. Infatti, la maggioranza assoluta degli intervistati (il 74%) si dichiara favorevole al suicidio tramite la pratica di somministrazione di una dose di farmaci letali in una struttura dedicata.

Un elevato consenso viene espresso anche per l’introduzione di una legge che preveda l’eutanasia per i malati terminali, cioè la possibilità che il medico causi volontariamente la morte del paziente su richiesta del paziente stesso. Anche in questo caso la percentuale di coloro che si dichiara favorevole è molto elevata, parliamo infatti del 70% del campione.


www.bsnews.it/2017/02/28/leutanasia...ornale-brescia/


L’eutanasia? A favore otto lettori su dieci… del Giornale di Brescia
Di Redazione BsNews.it - febbraio 28, 20170
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Dj Fabo
Dj Fabo

L’eutanasia? Per il sì è schierato l’81 per cento dei lettori. Ma stavolta non parliamo di quelli di BsNews.it. A lanciare il sondaggio è stato, infatti, il principale quotidiano bresciano, il Giornale di Brescia, che nella versione on line ha chiesto al proprio pubblico cosa ne pensasse della decisione di dj Fabo di togliersi la vita in Svizzera.

Ben 425 persone (l’81 per cento del totale, appunto) hanno scelto l’opzione “Ognuno ha diritto a una libera scelta”. Mentre il 6 per cento ha cliccato su “Un’opportunità, quella di andare all’estero, che ha solo chi se lo può permettere”. Solo il 2 ha indicato che “Non si può sapere quali passi avanti faranno medicina e ricerca”, mentre il residuale 11 è schierato su una posizione più vicina a quella ufficile del mondo cattolico: “La vita è sacra e bisogna tutelarla (anche con la legge)”. Insomma: i contrari sono soltanto uno su dieci.

Risultati significativi, per quanto basati su un campione numericamente ridotto e con tutti i limiti delle modalità di voto on line. A far pensare è comunque il fatto che ad esprimersi sono stati i lettori (probabilmente la fascia d’età più giovane) di un quotidiano di impronta popolare, ma notoriamente di area cattolica.



www.sondaitalia.com/2017/03/sondagg...i-italiani.html

Sondaggio SWG: il 74% degli italiani a favore dell'eutanasia

~Primo 12:08:00 cattolici , eutanasia , il messaggero , suicidio assistito , SWG


Secondo l'ultimo sondaggio SWG per Il Messaggero il 74% degli italiani è a favore del suicidio assistito. Soltanto il 10% è contrario. Il No arriva al 20% soltanto tra i cattolici.
Il No a una legge pro-eutanasia è passato dal 42% di 20 anni fa al 19% di 10 anni fa, per arrivare al 12% di oggi.
 
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