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Il Rolex da 35.000 € di Kirill, patriarca del genocidio, "Covid punizione sui gay; a chi muore in guerra tolti tutti i peccati; guerra giusta per combattere Anticristo e lobby gay"

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view post Posted on 4/11/2016, 14:27
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Il metropolita Varsonofij sfoggia il meglio dell'orologeria nel pellegrinaggio al Monte Athos

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L'arcivescovo e l'orologio

https://ndnews.it/it/cultura/2414.html

Pubblicazioni del 11/03/16

Un orologio da 35.000 euro al polso del metropolita di San Pietroburgo (FOTO)
11/03/16
San Pietroburgo, 3 Novembre (New Day – Italia, Zoja Oskolkova) – Al polso del metropolita di San Pietroburgo e del Ladoga Varsonofij è stato trovato per puro caso un orologio somigliante a uno dei modelli della Rolex. L'accessorio di lusso è stato notato in una fotografia che l'ufficio stampa del metropolita di San Pietroburgo ha allegato al resoconto del pellegrinaggio del sacerdote al monte Athos in Grecia. Il costo del presunto orologio del capo della diocesi è di 35 mila euro.

Il metropolita Varsonofij ha compiuto un pellegrinaggio al sacro monte Athos la settimana scorsa. Nel corso del viaggio il prelato altolocato ha visitato monasteri, eremi, e ha anche celebrato le funzioni di rito.

New Day: Un orologio da 35.000 euro al polso del metropolita di San Pietroburgo (FOTO)

Al laconico resoconto del viaggio sono allegate 15 fotografie, in una delle quali il metropolita sta in piedi a bordo di una nave e guarda lontano. Nell'immagine si vede distintamente che il sacerdote accanto al rosario porta al polso un orologio.

I giornalisti della testata russa «Fontanka» hanno supposto che l'accessorio per il suo aspetto ricordasse il modello Rolex Daytona 116509. Sul sito dell'azienda svizzera si dice che il cronografo è stato pensato appositamente per i piloti professionisti di auto da corsa e presentato nel 1963.

L'orologio al polso del metropolita Varsonofij assomiglia al Rolex Daytona in oro bianco da 18 carati con la lancetta dei secondi rossa e il quadrante nero, sul quale vi sono tre piccoli contatori. Sul sito di un negozio on line si comunica che il modello originale nuovo costa più di 35 mila euro.

New Day: Un orologio da 35.000 euro al polso del metropolita di San Pietroburgo (FOTO)

Gli esperti hanno però precisato che sul mercato nero cittadino il Rolex Daytona lo si può trovare a 25 mila euro. Sono diffuse anche le imitazioni dei Rolex, il cui prezzo non supera i 20 euro.

All'ufficio stampa della diocesi hanno fatto sapere che il metropolita Varsonofij si trova ancora sul monte Athos. Alle domande dei giornalisti su quale orologio porti il prelato sono pronti a rispondere in seguito.

In precedenza per la tendenza ad acquistare oggetti di lusso è stato più di una volta smascherato il patriarca Kirill. I giornalisti già da alcuni anni notano il capo della Chiesa ortodossa russa su uno yacht, presupponendo che l'imbarcazione appartenga al leader spirituale. Nel 2012 si era venuto a sapere che il patriarca Kirill aveva comprato in Italia mobili d'extralusso fatti fare su commissione. Come poi si è chiarito, i mobili di lusso erano destinati alla sala di ricevimento del capo della Chiesa ortodossa russa. È altresì noto che il patriarca Kirill ha un debole per gli orologi costosi. Inoltre, l'abitazione di sua eminenza ha un valore di circa 700 mila euro.

© 2016, «New Day – Italia»

Edited by pincopallino2 - 17/5/2023, 11:16
 
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view post Posted on 7/3/2022, 10:02

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Il capo vescovo di tutte le Russie si vendica dello scisma degli Ortodossi di Ucraina

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www.ilmessaggero.it/vaticano/patri...na-6546411.html

Città del Vaticano – In Ucraina è in corso una guerra giusta – dal punto di vista morale - che serve per proteggere la regione del Donbass che da anni è

Per il Patriarca Kirill la guerra è moralmente giusta e utile a fermare la lobby gay occidentale
Kirill descrive un mondo marcato dal consumo eccessivo e da una apparente libertà
di Franca Giansoldati

Domenica 6 Marzo 2022, 19:23

Città del Vaticano – In Ucraina è in corso una guerra giusta – dal punto di vista morale - che serve per proteggere la regione del Donbass che da anni è attaccata dalle forze del male, da una specie di Anticristo che avanza e oscura i valori tradizionali cristiani. Dietro le quinte di tutto questo si muove potente la lobby gay. Il Patriarca di Mosca, Kirill ha manifestato oggi - in un discorso pubblico apparso sul sito ufficiale- questa visione apocalittica. Da una parte le forze del male, e dall'altra le forze del bene. Egli ha rilevato di come nel Donbass la gente (a maggioranza russofona) rifiuti «i cosiddetti valori di chi rivendica il potere mondiale».


Kirill descrive un mondo marcato dal consumo eccessivo e da una apparente libertà. «La prova è molto semplice e allo stesso tempo terrificante: si tratta di una sfilata dell'orgoglio gay. La richiesta di organizzare una sfilata dell'orgoglio gay è una prova di fedeltà a quel mondo molto potente; e sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, non fanno parte di quel mondo, ne diventano alieni».

Il Patriarca di Mosca rincara poi la dose e afferma che «per entrare nel club di quei paesi bisogna fare una parata dell'orgoglio gay (…) Si tratta quindi di imporre con la forza il peccato che è condannato dalla legge di Dio, il che significa imporre con la forza la negazione di Dio e della sua verità alle persone».

La visione manichea del Patriarcato di Mosca è racchiusa in un programma ben preciso e teso a salvare un popolo dallo smarrimento morale. «Si tratta della salvezza umana, di dove l'umanità si troverà alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come giudice e creatore. Molti oggi, per debolezza, stoltezza, ignoranza, e più spesso perché non vogliono resistere, vanno al lato sinistro. E tutto ciò che ha a che fare con la giustificazione del peccato condannato nella Bibbia è la prova della nostra fedeltà al Signore, della nostra capacità di confessare la fede nel nostro Salvatore».

Per il patriarca tradizionalmente legato a doppio filo con Putin, si tratta di una lotta ultraterrena. «Se vediamo violazioni della legge morale è chiaro che non sopporteremo mai coloro che la distruggono, cancellando la linea tra santità e peccato, e soprattutto coloro che sostengono il peccato come modello o modello di comportamento umano». Infine, nel discorso, un breve passaggio è riservato alla pace: «Allo stesso tempo dobbiamo pregare che la pace arrivi il più presto possibile, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle cessi di scorrere, che il Signore dia la sua grazia alla terra di Donbas, che da otto anni porta l'impronta dolorosa del peccato e dell'odio umano».

Per ironia della sorte le parole di Kirill arrivano nello stesso giorno in cui il Papa all'Angelus - misurando tutto il suo senso di impotenza – ha lanciato un appello per fare tutto il possibile e riportare la pace tra ucraini e russi, probabilmente ormai consapevole che gli spazi di manovra del Vaticano come facilitatore tra le parti si sono praticamente ridotti a niente, stritolati dagli eventi che si sono intrecciati rapidi in questi giorni. Del resto con Israele in campo, la Cina in parallelo e per giunta il rapporto ingombrante con il patriarca russo Kirill, notoriamente legato al Cremlino che continua a ripetere che bisogna sostenere i soldati russi impegnati a difendere l’Occidente dalle degenerazioni maligne, c'è ormai da chiedere che tipo di 'facilitazione' potrebbe esercitare Francesco.

Così mentre il Papa ieri all’Angelus urlava: «basta guerra e’ una pazzia», Il Patriarca russo Kirill aveva appena concluso il suo discorso apocalittico. All’Angelus il Papa ha anche annunciato di avere già mandato in Ucraina due cardinali, l’elemosiniere polacco Konrad Kraiewski e il gesuita canadese Czerny. Al momento però pare che ad oggi nessuno dei due sia ancora partito come ha fatto notare il sito para vaticano Il Sismografo.

Edited by pincopallino2 - 7/3/2022, 12:04
 
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view post Posted on 7/3/2022, 12:04

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https://riforma.it/it/articolo/2022/02/25/...6EnZVXz7pkNtDlM

Russia-Ucraina, un conflitto (anche) religioso
di Claudio Geymonat
25 febbraio 2022

Dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica si sono moltiplicate le tensioni fra le chiese ortodosse di Mosca e Kiev. Ma oggi tutti chiedono la pace



Rivolgendosi ai fedeli giovedì 24 febbraio i prelati associati al cristianesimo ortodosso legato a Mosca hanno rilasciato dichiarazioni che lamentano le sofferenze causate dall'attacco in corso contro l'Ucraina da parte delle forze russe e chiedono la pace.

Parlando ai membri della Chiesa ortodossa ucraina che rispondono al Patriarcato di Mosca, il metropolita Onuphry di Kiev ha chiamato l'invasione dell'Ucraina «un disastro».

Nelle sue osservazioni si è rivolto direttamente al presidente russo Vladimir Putin. «Difendendo la sovranità e l'integrità dell'Ucraina, ci appelliamo al presidente della Russia e gli chiediamo di fermare immediatamente la guerra fratricida», ha detto. «I popoli ucraino e russo sono usciti dalla fonte battesimale del Dniepr, e la guerra tra questi popoli è una ripetizione del peccato di Caino, che ha ucciso il proprio fratello per invidia. Una tale guerra non ha alcuna giustificazione né da parte di Dio né da parte degli uomini».

La frattura religiosa si sovrappone al conflitto politico in Ucraina. Alla fine del 2018 e all'inizio del 2019, una parte della chiesa ortodossa in Ucraina ha dichiarato l'indipendenza dal Patriarcato ortodosso in Russia cui era legata. La Chiesa ortodossa di Costantinopoli ha rapidamente riconosciuto la neonata Chiesa ortodossa ucraina indipendente, ma gli ortodossi russi hanno reagito negativamente e continuano a rifiutare di riconoscerla.

Eppure di fronte al dramma in corso la dichiarazione di Onuphry, fedele alla Chiesa di Mosca, ha mostrato una relativa unità con il metropolita Epifanio I di Ucraina, del Patriarcato di Kiev, che all'inizio di questa settimana ha invitato i leader della comunità ortodossa legata a Mosca a parlare a favore della pace immediatamente.

«L'aggressore deve sentire e vedere che voi non lo state aspettando, non avete bisogno delle sue truppe e del suo potere. È il dovere civico e cristiano di ognuno di voi personalmente».

Anche il patriarca ortodosso di Mosca Kirill si è rivolto ai fedeli russi ieri, facendo appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto in Ucraina «per evitare vittime civili» e sottolineando la necessità di «superare le divisioni» tra i popoli russo e ucraino.

«Con profondo e sentito dolore, percepisco la sofferenza delle persone causata dagli eventi in corso», ha detto Kirill al clero ortodosso e ai fedeli. «Sono profondamente in empatia con tutti coloro che sono stati toccati dalla disgrazia» in Ucraina, Russia e altrove, ha aggiunto.

«Invito tutte le parti in conflitto a fare tutto il possibile per evitare vittime civili», ha aggiunto.

Kirill ha fatto appello a una versione della storia che lega i popoli russo e ucraino, in particolare il battesimo del principe Vladimir I di Kiev, noto come San Vladimir, che si convertì dal paganesimo nel 10° secolo. Dopo aver conquistato la Crimea, Vladimir fu battezzato come cristiano insieme a molti del suo popolo, dando inizio al lento processo di cristianizzazione dell'Europa orientale.

«Credo che questa comunità data da Dio aiuterà a superare le divisioni e le contraddizioni che sono sorte e che hanno portato all'attuale conflitto», ha concluso.

Nel 2018 il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, primus inter pares del mondo ortodosso, ha concesso l’autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina, revocando la validità della lettera sinodale del 1686 che concedeva al patriarca di Mosca la nomina del metropolita di Kiev e attirandosi di conseguenza le ire di Mosca.

Una scelta che è parsa da subito politica più che dettata da motivazioni religiose. Il conflitto in corso fra Ucraina e Russia, ultimo e al momento più doloroso tassello del processo di disgregazione post sovietico, ha accentuato tensioni e rivendicazioni già in essere. Se Mosca e Kiev sono in guerra, per i vertici politici ucraini diventa insopportabile un controllo russo sulle chiese; da qui la richiesta di autonomia più volte espressa negli anni. Ma l’Ucraina è per il patriarcato di Mosca un grande serbatoio di sacerdoti, di chiese e di fedeli. L’occupazione russa della Crimea e delle regioni orientali ucraine, le migliaia di vittime, gli sfollati interni, con una popolazione stretta fra incudine e martello non hanno fatto che accentuare un processo in corso. La Russia non vuole perdere un grammo del suo peso, e la chiesa ortodossa è la longa manus del Cremlino in terra oggi nemica.

Sono anche i confini del potere del patriarca di Costantinopoli ad essere oggetti di liti. A lui spetta presiedere ogni concilio di vescovi ed è in pratica il portavoce della intera comunione ortodossa.

Ma il peso carismatico di tale carica è messo in discussione dai numeri: il patriarcato di Costantinopoli conta oggi meno di cinquemila fedeli in Turchia e tre milioni nella diaspora, mentre il patriarcato di Mosca annovera almeno cento milioni di fedeli, poco meno della metà dell’intera popolazione ortodossa mondiale, e finanzia a piene mani le varie chiese ortodosse nel mondo, dalla Francia alla Bulgaria agli Stati Uniti e ultimamente è intervenuta in forza in Africa.

Le tensioni covano sotto la cenere da tempo: da chi far dipendere le varie diaspore e a chi spettano decisioni sulle autocefalie sono ovviamente questioni rilevanti negli equilibri del mondo ortodosso.

Bartolomeo è accusato da Mosca di eccessivo accentramento di potere, ma i russi oggi forse rimpiangono di non aver preso parte al concilio panortodosso del 2016, il primo dopo quasi 1200 anni. Era quello il luogo in cui tentare di districare varie matasse, e forse di pesare le varie forze in campo, ponendo in questione eventualmente il tema delle prerogative dell’autocefalia (che dopo l’anno 1000 la chiesa ortodossa tende a attribuire ad ogni propria chiesa nata in seno ad una nazione, per cui quella ucraina è una scelta che si inserisce in un filone esistente).

La Russia, allora Rus’, divenne ortodossa quando il principe Vladimir nel 988 comprese che per gestire l’ampio regno che si estendeva dall’Ucraina e la Polonia fino agli Urali, e la cui capitale era Kiev, fosse necessario imporre una sola religione in sostituzione delle varie credenze politeiste e animiste presenti al momento.

La leggenda narra che Vladimir inviò degli emissari a prendere informazioni riguardo le principali religioni: l’islam, l’ebraismo e il cristianesimo. Il primo venne scartato, racconta il mito, perché il Corano vieta il consumo di alcolici, mentre «il bere è il più grande piacere dei russi» secondo il principe, che passerà alla storia come Vladimir il Santo. Anche l’ebraismo non passò il vaglio perché la questione del popolo disperso nella diaspora parve a Vladimir un segnale della cattiva predisposizione di Dio nei confronti del popolo ebraico. I delegati parlarono assai male di Roma, data la fredda accoglienza dimostrata dal papa, mentre raccontarono meraviglie di Costantinopoli e della fede ortodossa. La scelta fu quindi logica. In realtà le motivazioni furono certamente di natura politica, dal momento che Kiev, collocata in posizione geografia strategica, da tempo intratteneva relazioni con l’Impero bizantino. La città divenne una provincia ecclesiastica sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli.

Saranno le razzie delle popolazioni tartaro-mongole e le guerre interne per le successioni a portare al tracollo della Rus’ attorno alla metà del XIII secolo. Kiev è devastata. I vertici religiosi ortodossi fuggono e cercano rifugio in varie città, fino a stabilirsi a Mosca, che era stata fondata solo nel 1147 e il cui Granducato si stava rivelando l’unico in grado di contrastare le scorribande delle stirpi asiatiche. L’influenza dell’attuale capitale russa cresce nei secoli e con la caduta di Costantinopoli nel 1453 ad opera degli ottomani Mosca si propone come la “Terza Roma”, dopo la prima, papista, e la seconda, sul Bosforo, finita in mano islamica.

La chiesa ortodossa russa assume lo stato di autocefalia, cioè di autonomia, nel 1448, e nel 1589 diventa Patriarcato, con l’influenza su tutta l’area, compresa l’Ucraina. I cui vescovi però, fra Mosca e Roma in buona parte scelgono la seconda: sono gli “uniati”, le chiese di rito orientale in comunione con la chiesa cattolica, e oggi ferventi supporter del nazionalismo ucraino.

La situazione rimane sostanzialmente immutata fino agli anni dell’impero sovietico: la chiesa ortodossa Ucraina è un esarcato legato al Patriarcato di Mosca. Autonoma quindi, ma non troppo. Con la caduta dell’Urss emergono tutte le tensioni geopolitiche dell’area, con varie nazioni che ottengono l’indipendenza e al contempo richiedono un’autonomia anche nelle istituzioni religiose.
 
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view post Posted on 25/9/2022, 17:46

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https://www.ilsole24ore.com/art/ucraina-ul...2B?refresh_ce=1

18:16
Kirill, per chi muore in Ucraina lavati tutti i peccati
Il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha annunciato oggi nel suo sermone che ai soldati che muoiono in Ucraina saranno lavati tutti i peccati. «Siamo consapevoli che chi muore adempiendo al proprio dovere militare si sacrifica per gli altri - ha detto Kirill, secondo quanto si vede in un video pubblicato da Disclose tv su Twitter -. Questo sacrificio lava via tutti i peccati commessi». Nei giorni scorsi Kirill aveva esortato i fedeli ad arruolarsi con queste parole: «Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare. E ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno».

18:31
Proteste nel Daghestan contro mobilitazione russa, scontri e arresti
Continuano le proteste nella Repubblica russa del Daghestan contro la mobilitazione parziale annunciata dal presidente Vladimir Putin per l’Ucraina. La capitale del Daghestan, Makhachkala, è al centro delle proteste, con alcune strade bloccate e scontri tra manifestanti e forze della sicurezza. Nell’area, che confina a sud con l’Azerbaigian e la Georgia, gli agenti hanno anche effettuato numerosi arresti.
 
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view post Posted on 30/9/2022, 13:56

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Salta la partecipazione alla pagliacciata di Putin al Cremlino



www.lastampa.it/esteri/2022/09/30/...1868/?ref=twhpv

Positivo al Covid il patriarca russo Kirill
Il capo della Chiesa ortodossa a Mosca manifesta «gravi sintomi» e ha dovuto annullare i prossimi appuntamenti in pubblico

30 Settembre 2022 alle 13:59

Il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, è risultato positivo al Covid-19. Per lui è previsto un periodo di riposo e isolamento, come riporta Ria Novosti. «Nei prossimi giorni, tutti gli incontri e i viaggi programmati di Sua Santità il Patriarca Kirill saranno cancellati a causa della positività al Covid che comporta la necessità di riposo a letto e isolamento», cita il testo del messaggio del sito web del Patriarcato.

L’uomo, 75 anni di età, ha manifestato sintomi gravi della malattia, motivo per cui, afferma il Cremlino, non parteciperà alla cerimonia di questo pomeriggio per la firma degli accordi di adesione alla Federazione russa delle quattro regioni ucraine occupate. Per partecipare all’evento a cui sarà presente Putin, si ricorda, è necessario superare tre test anticovid.

Nei giorni scorsi il patriarca aveva parlato pubblicamente del conflitto in Ucraina e della mobilitazione parziale nell’esercito russo, affermando: «Ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno, gloria e vita eterna».

www.huffingtonpost.it/entry/afferm...b62874bc162dcc/


Affermò “Covid è punizione di Dio per i gay”, ora è positivo il patriarca ortodosso Filaret
di HuffPost
NurPhoto via Getty Images
Il 91enne è ricoverato in condizioni stabili. Nel mese di marzo disse in tv: "La pandemia è una punizione divina per i matrimoni tra persone dello stesso sesso"
09 Settembre 2020


Disse “la pandemia è punizione di Dio per i gay”, ora il patriarca ortodosso Filaret è risultato positivo al Covid-19. A darne notizia il sito ufficiale della Chiesa ortodossa dell’Ucraina, spiegando che il religioso, 91 anni, è ricoverato in condizioni stabili.

″Vi informiamo che sua Santità il patriarca Filaret di Kiec è risultato positivo al test per il Covid-19″, recita la nota diffusa dalla Chiesa, spiegando che ″il patriarca è ora ricoverato e le sue condizioni di salute sono giudicate soddisfacenti″.

Nel mese di marzo Filaret fece notizia quando, intervistato da una tv ucraina, disse che il coronavirus era ″una punizione di Dio per i matrimoni tra persone dello stesso sesso″.

Le parole di Filaret erano state definite “pericolose” da diverse associazioni. “Tali dichiarazioni sono molto dannose perché potrebbero portare a un aumento di aggressioni, discriminazioni e violenze contro alcuni gruppi in un Paese dove sono già molto diffusi attacchi omofobici e dove le unioni tra persone dello stesso sesso non sono legalmente riconosciute”, erano state le parole citate da Newsweek di Maria Guryeva, portavoce di Amnesty International Ucraina.
 
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view post Posted on 7/11/2022, 09:56
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Krill è un burattino di Putin.
Vai tu a fare il soldato! Tranquillo, qualcuno perdonerà i tuoi peccati maledetti
 
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