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Il convegno arcobaleno della Diocesi di Molfetta, Il Vescovo si sfila dopo aver capito che non era omofobo

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view post Posted on 28/9/2016, 16:02
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Il Vescovo si sfila dopo aver capito che non era omofobo

Dal sito antigay della Bussola Quotidiana



Caleidoscopio di Missoni, l'immagine scelta per il corso gender

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-stereo...olica-17528.htm
Stereotipi, omofobia e attacchi al Family Day Il corso gender lo offrono Diocesi e Azione Cattolica
di Luca Paci
28-09-2016

Corsi di formazione all’educazione di genere rivolti a insegnanti di ogni ordine e grado per sensibilizzare gli studenti alla lotta alle discriminazioni, all’omofobia e agli stereotipi. Non è l’iniziativa di qualche zelante direzione didattica territoriale che anticipa le linee guida del Ministero dell’Istruzione in uscita ad ottobre, ma il progetto condotto dall’Azione Cattolica pugliese e dall’Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Molfetta – Ruvo di Puglia – Giovinazzo – Terlizzi in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale Scolastica.

L’evento è stato segnalato alla Nuova BQ da Generazione famiglia, una delle associazioni protagoniste del Familiy Day che ha seguito la vicenda denunciando più volte tutti i rischi connessi ad una proposta di questo tipo.

Concretamente il corso dal titolo ‘L’Educazione di genere come contributo alla costruzione dell’Identità’ si articolerà come segue: venerdì prossimo ci sarà un incontro pubblico di presentazione. Poi, seguiranno 5 incontri (nel secondo e nel terzo ci saranno una serie di laboratori) della durata di tre ore l’uno, tenuti da diversi professionisti, alcuni dei quali molto noti nell’ambito degli studi di genere e già convolti in eventi e progetti sostenuti dall’attivismo del mondo lgbt.

Basta dare un’occhiata alla locandina dell’evento di presentazione per farsi un’idea dell’impostazione ideologica che sottenderà il percorso di formazione offerto a 120 professori. Anzitutto salta agli occhi la foto al centro del manifesto (tratta dalla mostra Caleidoscopio di Missoni a Gorizia ndr) che ritrae manichini arcobaleno senza volto, dalle sembianze disarticolate e dai tratti indefiniti, con arti e protuberanze che escono dalla testa e altre parti del corpo. In altre parole una massa informe che può essere modellata a piacimento.

La sfortunata scelta stilistica colpisce meno però dei nomi che appaiono nel parterre dei relatori. Se si esclude il vescovo di Molfetta, mons. Domenico Cornacchia (che però nella serata di ieri con la Nuova BQ ha annunciato che non ci sarà ndr) e il dirigente scolastico provinciale, Vincenzo Melilli; è possibile ascrivere gli altri oratori nell’alveo delle correnti ideologiche che hanno una visione dell’antropologia umana e della famiglia agli antipodi rispetto a quella promossa dalla Dottrina sociale della Chiesa. Esperti di segno opposto per dare vita ad un contradditorio equilibrato non sono infatti al momento segnalati.

La giornata di apertura di venerdì prossimo vedrà seduti al fianco al presule Rosangela (detta Rosy) Paparella, Garante Regionale Diritti dei Minori della Puglia e Vanda Vitone, vicepresidente dell’Ordine degli psicologi della Puglia. Per quanto riguarda la prima non sono un mistero il suo impegno in favore dei diritti lgbt e le sue posizioni sull’omogenitorialità: la Paparella ha infatti partecipato come relatrice al ‘Bari Pride Week’ e al ‘Festival delle donne e dei saperi di genere’.

Altrettanto note sono le argomentazioni psico-pedagogiche della Vitone: nel giorno dell’adesione della Puglia alla rete Ready l’ordine degli psicologi della regione pubblicò una nota in cui si affermava che “il sesso è determinato alla nascita, il genere è invece un costrutto socio-culturale che varia a seconda dell’epoca e della cultura in cui viviamo e delle regole sociali. L’identità di genere è la percezione che l’individuo ha di sé come uomo o donna; a volte non coincide con il sesso”.

In un video che è possibile rintracciare su Youtube la Vitone arriva perfino ad affermare che essere cresciti da una coppia di genitori omosessuali non ha alcuna differenza con l’essere figli di una mamma e di un papa. La psicologa sostiene che eventuali criticità sono dovute solo al contesto e all’ambiente di vita, “ovvero ai pregiudizi o a un’omofobia interiorizzata”. Insomma stiamo parlando di tesi assolutamente relativiste, che annullano il dato biologico e ogni diritto del bambino ad avere un padre e da una madre. Ragionamenti che forniscono pericolose giustificazioni ad aberranti pratiche come l’utero in affitto, recentemente condannate anche dal Consiglio d’Europa.

Nelle tavole rotonde che accompagneranno i cinque incontri formativi si legge anche il nome di Rita Torti, formatrice nel campo degli studi di genere e autrice del libro ‘Mamma perché Dio è maschio?’, testo in cui dice che essere maschi e femmine dipende più dai ruoli che ci sono stati assegnati fin dalla nascita che dalle differenze biologiche.

D’altra parte gli scopi del corso sono ben evidenziati in un recente articolo del giornalino diocesano ‘Luce e vita’, in cui si spiega che “manifestazioni di piazza e minacciosi tam-tam sono solo slogan mistificatori”, con chiaro riferimenti ai Family Day, “nell’assoluta mancanza di conoscenza degli studi di genere”. Per questo motivo – riferisce l’articolo della testata diocesana – il corso farà chiarezza su temi quali l’identità di genere, i diritti delle persone omosessuali, il disagio in quanti non si riconoscono nella propria identità sessuale, la questione femminile e il “diritto al figlio”.

Insomma con la solita nobile scusa della lotta ad ogni forma di violenza, discriminazione e pregiudizio si rischia di mettere tutto nel calderone facendo emergere teorie che mostrano anche la famiglia naturale e la procreazione che necessita di due persone di sesso opposto come stereotipi e vincoli culturali da abbattere per arrivare alla piena uguaglianza.

Visti i presupposti sarà quindi necessario che il vescovo faccia subito chiarezza circa le tematiche che saranno trattate e i contenuti che saranno veicolati in questo corso di formazione. Papa Francesco, che ha fondato tutto il suo magistero sulla misericordia divina e l’accoglienza delle “famiglie ferite”, sul gender non ha mai lasciato alcuno spiraglio a fraintendimenti e aperture di ogni sorta: è una nuova forma di “colonizzazione ideologica” ha sempre affermato il Pontefice in numerose occasioni sia pubbliche che private. Il monito contro le ideologie tese a destrutturare l’identità sessuata dei bambini e la stessa antropologia umana è stato ribadito da Francesco appena due mesi fa a Cracovia, nell’incontro in cattedrale del 27 luglio con i vescovi polacchi.

Non esiste quindi un educazione di genere buona e una cattiva, una radicale e una moderata, come potrebbe lasciare intendere il titolo dell’evento (‘L’Educazione di genere come contributo alla costruzione dell’Identità’).

Insomma anche nella Chiesa di Francesco immaginata come “un grande ospedale da campo dopo una battaglia” non c’è spazio alcuno per chi vuole promuove teorie tese alle rieducazione dei bambini con metodi che lo stesso Papa ha definito da “Gioventù Hitleriana” durante la conferenza stampa di ritorno al viaggio nelle Filippine nel gennaio 2015.

A giudicare dal tenore dell’evento organizzato dalla Chiesa pugliese viene da chiedersi se il vescovo di Molfetta non sia effettivamente consapevole dell’identità professionale dei relatori e della loro chiara impostazione ideologica. “Siamo abituati a fronteggiare la colonizzazione ideologica del gender ma che sia sponsorizzata anche da alcuni ambienti della Chiesa questo ci riempie di amarezza”, commenta il portavoce di Generazione Famiglia, Filippo Savarese, che assicura la presenza di delegati del movimento alla giornata di venerdì e il monitoraggio costante dell’iniziativa per i prossimi appuntamenti.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-corso-...razzi-17532.htm
Corso gender, il vescovo si sfila tra silenzi e imbarazzi
di Andrea Zambrano
28-09-2016 AA+A++
Monsignor Cornacchia
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“Il vescovo non sarà presente all’incontro sull’educazione gender”. La curia di Molfetta, dopo che la Nuova BQ ha insistentemente cercato monsignor Domenico Cornacchia, sceglie la via dell’understatement e alle richieste di replica preferisce opporre un secco no comment.

Di sicuro il prelato era informato dell’incontro che si svolgerà venerdì prossimo e che lo vedeva protagonista con due relatrici di chiaro orientamento gender friendly, ma la risposta ufficiale, dopo un pomeriggio trascorso a rincorrere il pastore è questa. “Non ci sarà, ha degli altri impegni”, taglia corto un membro dell’entourage del vescovo che ha potuto parlare con la Nuova BQ.

E la scelta dei relatori? Chiediamo: “Di sicuro se si tratta di un dibattito ci sarà anche qualche sostenitore della Dottrina cattolica, perché noi la conosciamo, ci sarà qualcuno contrario alle tesi Lgbt...no?”, si chiede un monsignore molto vicino a mons. Cornacchia. Facciamo presente che si tratta di un corso e non di un dibattito e che da un veloce sguardo ai relatori, non sembra di intravedere qualcuno portatore delle istanze del mondo cattolico e forse la presenza del vescovo avrebbe potuto garantire una linea più consona a quella che è la dottrina sociale della Chiesa in materia.

Ma il vescovo non ci sarà, quindi venerdì a parlare di gender, la Diocesi e Azione Cattolica regaleranno la platea degli insegnanti a chi è portatore di una visione antropologica in netto contrasto con il magistero. Si parlerà di diritti gay e di figli educati da coppie omosessuali sentendo una sola campana. Quella degli altri.

Ma il vescovo ha visto il programma? Insistiamo. Ha avvalorato la scelta dei relatori per un evento organizzato proprio dai suoi uffici? “Non so, ma sa: il vescovo non può fare tutto, ci sono degli uffici appositi. Deve rivolgersi a loro”.
 
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