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Il chierichetto di 8 anni urlava: "Lasciami stare, sono un bimbo". E don Caramia lo violentava, Condanna definitiva a 8 anni. Il parroco legge in chiesa la lettera del collega "buono e bravo" pedofilo.

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view post Posted on 15/12/2015, 04:49
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Condannato a 8 anni e scarcerato. Il parroco legge in chiesa la lettera del "buono e bravo" pedofilo.

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www.brindisireport.it/cronaca/brind...-di-salute.html

Abusi sessuali su minori, indagato parroco dopo denuncia di un pediatra

I carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Brindisi hanno avviato un’inchiesta, su delega del pubblico ministero Giuseppe De Nozza, per abusi sessuali su minori a carico di don Francesco Caramia, parroco della chiesa San Giustino de Jacobis, al quartiere Bozzano a Brindisi

Paola Bari 14 Dicembre 2015

Abusi sessuali su minori, indagato parroco dopo denuncia di un pediatra

Venerdì scorso sono stati prelevati computer e altro materiale a disposizione del prete ed eseguite perquisizioni nella sacrestia della parrocchia e nella sua abitazione.

Tutto il materiale sequestrato tranne un computer è stato restituito al sacerdote poche ore dopo la perquisizione. Secondo quanto si apprende le indagini sarebbero partite in seguito alla denuncia di un pediatra, i fatti su cui si sta cercando di fare chiarezza si sarebbero verificati cinque anni fa. Il sacerdote si è dimesso dall’incarico rivestito, ufficialmente per motivi di salute, questo è quanto ha annunciato un altro prete in chiesa.

Da quanto spiega il legale del sacerdote, l'avvocato Giancarlo Camassa, don Francesco Caramia si ritiene completamente estraneo ai fatti di cui è accusato. Ha dimostrato piena collaborazione mettendosi a disposizione degli investigatori. Dalla perquisizione eseguita presso la sua abitazione e negli uffici della parrocchia non sarebbe emerso, al momento, materiale compromettente per questo gran parte di quanto prelevato è stato restituito dopo poche ore.

In tarda serata è giunta una nota della diocesi con le dichiarazioni di monsignor Domenico Caliandro: "L’Arcivescovo di Brindisi ha appreso con dolore la notizia che un sacerdote della città è indagato per reati molto gravi. L’interessato respinge con fermezza l’accusa e ritiene di potersi adeguatamente difendere. Per farlo con maggiore libertà e anche per ragioni di salute, ha subito lasciato la parrocchia in cui svolgeva il suo ministero", si legge nel comunicato

"Mons. Caliandro dichiara la sua fiducia nella magistratura e attende l’esito delle indagini. L’Autorità diocesana, se ha certezza dei delitti, intende agire sempre con determinazione, con la massima considerazione per le vittime, seguendo la linea dettata da papa Francesco e dai suoi immediati predecessori. Intanto la Chiesa locale di Brindisi-Ostuni, nella sofferenza di questo periodo, continui umilmente a lavorare e a pregare, sostenendo il ministero di tanti sacerdoti fedeli, che si spendono generosamente ogni giorno secondo la loro vocazione".

Articolo aggiornato alle ore 21.53

www.senzacolonnenews.it/cronaca/ite...-di-salute.html

Lunedì, 14 Dicembre 2015 19:02
Abusi sessuali su minori, indagato il parroco di Bozzano: i carabinieri gli sequestrano il pc. Lui si dimette "per motivi di salute"
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Abusi sessuali su minori, indagato il parroco di Bozzano: i carabinieri gli sequestrano il pc. Lui si dimette "per motivi di salute"
Il parroco della chiesa di Bozzano, don Francesco Caramia, risulta indagato a piede libero per abusi sessuali su minori. Il sacerdote sarebbe coinvolto in uno stralcio dell'inchiesta che avevo visto l'arresto di don Giampiero Peschiulli per reati di pedofilia. I militari dell'Arma giovedì scorso si sono recati negli uffici della parrocchia di Bozzano e hanno posto sotto sequestro i computer del sacerdote e altro materiale, in particolare nella sacristia.
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, sarebbe suffragata da alcuni riscontri tecnici.
Il parroco di San Giustino de Jacobis ha immediatamente dato le sue dimissioni che sono state annunciate in chiesa da un altro sacerdote, ufficialmente per motivi di salute.
Il nome di don Caramia era emerso nel corso delle intercettazioni effettuate a carico di don Peschiulli.

www.laprimapagina.it/2015/12/14/bri...i-su-minorenni/

PUGLIA
Brindisi, don Francesco Caramia indagato per abusi sessuali su minorenni
Di Redazione • 14 dicembre 2015

Il sacerdote si è dimesso dall’incarico ufficialmente per motivi di salute. Nel frattempo perquisizioni e sequestri sono stati eseguiti dai Carabinieri nella sacrestia della chiesa San Giustino de Jacobis del quartiere Bozzano a Brindisi, a carico del parroco don Francesco Caramia, indagato per abusi sessuali su minorenni.

I militari, su delega del pm Giuseppe De Nozza, hanno prelevato computer e altro materiale a disposizione del religioso.

www.brindisioggi.it/prete-indagato-...papa-francesco/
Prete indagato per abusi, il vescovo: “Se c’è certezza dei delitti si agirà con determinazione seguendo la linea di Papa Francesco”

in 14 dicembre 2015 | 0 commenti Cronaca
Monsignor-Domenico-Caliandro
BRINDISI- “Abbiamo fiducia nella magistratura ed attendiamo l’esito delle indagini. L’Autorità diocesana, se ha certezza dei delitti, intende agire sempre con determinazione, con la massima considerazione per le vittime, seguendo la linea dettata da papa Francesco” così monsignor Domenico Caliandro commenta l’iscrizione nel registro degli indagati di Don Francesco Caramia. Il parroco della chiesa San Giustino De Iacobis al quartiere Bozzano di Brindisi è accusato di violenza sessuale su minore.

L’Arcidiocesi appresa la notizia ha diramato un comunicato stampa che pubblichiamo di seguito.

“L’Arcivescovo di Brindisi ha appreso con dolore la notizia che un sacerdote della città è indagato per reati molto gravi. L’interessato respinge con fermezza l’accusa e ritiene di potersi adeguatamente difendere. Per farlo con maggiore libertà e anche per ragioni di salute, ha subito lasciato la parrocchia in cui svolgeva il suo ministero. Mons. Caliandro dichiara la sua fiducia nella magistratura e attende l’esito delle indagini. L’Autorità diocesana, se ha certezza dei delitti, intende agire sempre con determinazione, con la massima considerazione per le vittime, seguendo la linea dettata da papa Francesco e dai suoi immediati predecessori. Intanto la Chiesa locale di Brindisi-Ostuni, nella sofferenza di questo periodo, continui umilmente a lavorare e a pregare, sostenendo il ministero di tanti sacerdoti fedeli, che si spendono generosamente ogni giorno secondo la loro vocazione”.

BrindisiOggi

www.pugliapress.org/2015/12/14/brin...uali-su-minori/


Brindisi- Parroco indagato per abusi sessuali su minori.
Nascono dalla costola dell’inchiesta che ha portato all’arresto per abusi sessuali su minori dell’ex parroco della chiesa di Santa Lucia di Brindisi, don Giampiero Peschiulli, le indagini parallele dell’Arma tese al contrasto del reato di pedofilia e che questa volta hanno condotto a un altro parroco della chiesa di Bozzano, don Francesco Caramia, e che risulterebbe indagato a piede libero sempre per abusi sessuali su minori.

Sembrerebbe che il nome del religioso sia emerso durante alcune intercettazioni effettuate per il caso di don Peschiulli. I militari, giovedì scorso, hanno fatto visita al prelato, presso gli uffici della chiesa, sequestrando il computer e altro materiale.

Lo stesso parroco della chiesa di San Giustino de Jacobis si è poi subito dimesso per motivi di salute.

http://brindisi.wpglauco01.glauco.it/arcid...amia-francesco/

CARAMIA FRANCESCO

parroco San Giustino de Jacobis – Brindisi

Nato 05.05.1974

Ordinato 23.11.2002

Via Copernico, 8 – 72023 Mesagne – Br

e-mail: [email protected]

Edited by pincopallino1 - 9/6/2023, 05:35
 
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http://www.brindisireport.it/cronaca/abusi...-inchiesta.html

Abusi su minori: vicinanza del consiglio pastorale al parroco sotto inchiesta
Il consiglio pastorale e gli operatori pastorali della comunità parrocchiale di San Giustino de Jacobis, al rione Bozzano, esprimono “vicinanza” nei confronti di don Francesco Caramia, al centro di un’indagine per abusi su minori aperta dalla Procura della Repubblica di Brindisi. I fedeli hanno accolto con “incredulità e costernazione” la notizia dell’inchiesta

Gia.Gre. 15 Dicembre 2015
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11

BRINDISI – Il consiglio pastorale e gli operatori pastorali della comunità parrocchiale di San Giustino de Jacobis, al rione Bozzano, esprimono “vicinanza” nei confronti don Francesco Caramia, al centro di un’indagine per abusi su minori aperta dalla Procura della Repubblica di Brindisi. I fedeli hanno accolto con “incredulità e costernazione” la notizia dell’inchiesta, che vede impegnati i carabinieri della compagnia di Brindisi, coordinati dal pm Milto De Nozza.

“Restiamo in attesa fiduciosa che, al più presto – si legge in un comunicato della comunità - il lavoro della magistratura palesi la verità dei fatti nel rispetto dovuto a tutte le persone coinvolte”.

Nel manifestare vicinanza a don Francesco, quindi, si rimarca come mai il prelato “negli anni di ministero vissuti al servizio della comunità Il parroco don Francesco Caramiaparrocchiale, ha evidenziato comportamenti che destassero sospetti tra gli operatori pastorali che quotidianamente frequentano la realtà parrocchiale”. Messaggi di solidarietà sono arrivati anche sulla pagina Facebook di don Francesco.

“Impossibile. ...non ci credo”, scrive un utente. E poi, fra i vari post pubblicati nella giornata odierna: “Ti aspettiamo quanto prima e a braccia aperte ...... con le nostre preghiere ti siamo vicini e ti diamo forza”; “Don Francesco,sono certo della tua innocenza”; “In questo momento più che mai ti sono e ti siamo vicini”; “Ti mandiamo un abbraccio fortissimo nella speranza che come un raggio di sole ti possa scaldare il cuore e farti sentire tutto il nostro affetto”.

C’è anche chi scrive frasi di incoraggiamento riguardanti il suo stato di salute. Giorni fa, infatti, don Franceco ha annunciato in chiesa che avrebbe dovuto rinunciare all’incarico per problemi di salute.

Venerdì scorso, 11 dicembre, i carabinieri si sono presentati presso la sua abitazione, in parrocchia e in sagrestia per sequestrare computer e materiale informatico. Il tutto, ad eccezione di un pc, restituito al parroco nel giro di poche ore.

Le indagini sono partite da un esposto di un pediatra. I fatti sui cui si sta focalizzando l’attenzione degli inquirenti risalgono a 5 anni fa. Don Francesco, difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa, si dice del tutto estraneo ai fatti di cui è accusato e si è messo a disposizione degli investigatori mostrando un atteggiamento collaborativo.

Brindisi don Francesco Caramia
 
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www.quotidianodipuglia.it/index.php?p=articolo&id=1798439

Gli abusi del prete: sarà ascoltata la presunta vittima
+ PER APPROFONDIRE: Brindisi , abusi del prete

di Roberta Grassi



La procura vuole "congelare" la testimonianza della presunta vittima minorenne degli abusi sessuali e testare inoltre la sua attendibilità in vista di un eventuale processo. È così che è stato richiesto l'incidente probatorio per l'audizione del ragazzo che, secondo quanto riportato nella denuncia, nel 2010, sarebbe stato costretto a compiere atti sessuali da parte di don Francesco Caramia, l'ormai ex parroco della chiesa di Bozzano che si dimise dall'incarico dopo che lo scorso mese di dicembre i carabinieri effettuarono perquisizioni in chiesa e presso la sua abitazione. Fu allora che il prete apprese di essere indagato per violenza sessuale su un minore di 14 anni.

Il pm, Milto Stefano De Nozza ha chiesto quindi che l'adolescente venga ascoltato in forma protetta e che venga anche sottoposto a perizia psicologica per valutare le sue capacità di ricostruire i fatti. Si attende ora soltanto che il gip fissi la relativa data.
Il giovane non è il solo per cui la procura ritiene necessaria una anticipazione dell'acquisizione della prova. C'è anche una sua amica, coetanea, alla quale avrebbe raccontato nei particolari quanto si sarebbe verificato e che pure sarà sentita. Per entrambi non vi sarebbero le condizioni per aspettare un eventuale dibattimento, essendo concreto secondo l'accusa il rischio che il loro racconto possa essere in futuro intaccato da vuoti di memoria, o da altre mutazioni.

La denuncia nei confronti di don Caramia, difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa, è stata formulata nei primi mesi del 2015. Le indagini sono delegate ai carabinieri della compagnia di Brindisi al comando del capitano Luca Morrone. Proprio i militari che agli inizi di dicembre si recarono in chiesa, presso la parrocchia di San Giustino de Jacobis a Bozzano con un decreto di perquisizione e sequestro da eseguire.

Prelevarono un discreto quantitativo di materiale, per buona parte restituito al proprietario. Hanno tenuto un pc il cui contenuto sarà visionato probabilmente in contradditorio, con la possibilità che all'ispezione partecipi anche un consulente di parte. La comunità ecclesiastica di Bozzano rimase profondamente scossa dalla notizia. Don Caramia, la cui responsabilità in merito alle accuse è tutta da provare, è un sacerdote di 42 anni che aveva saputo calamitare un certo interesse e movimento attorno alla San Giustino de Jacobis.

Dopo un colloquio con l'arcivescovo Domenico Caliandro fu proprio don Caramia, mesagnese, a decidere di lasciare l'incarico per attendere gli sviluppi dell'inchiesta e per poter avere a disposizione tutto il tempo e la lucidità necessari per difendersi. Poco meno di un mese dopo che l'esistenza di un'inchiesta è venuta alla luce il sostituto procuratore titolare del fascicolo ha deciso di procedere con la richiesta di incidente probatorio. Sarà ascoltato il giovanissimo parrocchiano e anche la sua confidente, coetanea, che avrebbe ascoltato la narrazione dei fatti e che quindi sarebbe in grado di ribadirla, dinanzi al pm, alla difesa e al giudice.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mercoledì 20 Gennaio 2016 alle 10:33
 
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http://www.senzacolonnenews.it/cronaca/ite...a-bruzzone.html

Martedì, 16 Febbraio 2016 19:50
"Abusi sessuali da don Francesco per poter fare il chierichetto": il ragazzino conferma le accuse. Il sacerdote si affida alla Bruzzone
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"Abusi sessuali da don Francesco per poter fare il chierichetto": il ragazzino conferma le accuse. Il sacerdote si affida alla Bruzzone
Don Francesco Caramia, ex parroco della chiesa di Bozzano, ha arruolato la criminologa Roberta Bruzzone per tentare di smontare le accuse del ragazzino che voleva fare il chierichetto e che il sacerdote avrebbe costretto a subire atti sessuali, persino picchiandolo.
E ieri mattina, al primo piano del palazzo della Procura, in un'aula blindatissima e con le porte sbarrate, il ragazzino è stato chiamato a confermare le confidenze fatte a un'amichetta e da questa fatte giungere sino al pediatra che ha poi presentato la denuncia. Nel corso dell'incidente probatorio, al quale ha partecipato lo stesso sacerdote mesagnese, la presunta vittima ha confermato le accuse, raccontando di atti sessuali subiti e successive minacce, schiaffi e spintoni subiti dal prete affinché non rivelasse l'accaduto. Don Caramia avrebbe promesso al ragazzino che se si fosse confidato con qualcuno egli si sarebbe adoperato per far perdere il lavoro al padre o la casa.
Le circostanze sono state confermate, pur se con qualche imprecisione relativa ai tempi, anche dall'amichetta del ragazzino. In aula la pubblica accusa era rappresentata dal pm inquirente, Milto De Nozza, mentre il gip era Maurizio Saso. L'incidente probatorio farà parte integrante dell'udienza preliminare che si svolgerà nel prossimo mese di marzo.
Il ragazzino all'epoca dei fatti (avvenuti tra il 2007 e il 2008) aveva nove anni e desiderava diventare chierichetto. Don Francesco avrebbe imposto al ragazzino una sorta di "pedaggio". Questa è la tesi sostenuta dal ragazzino, che oggi ha 16 anni, e che la difesa (avvocato Giancarlo Camassa) ha tentato di smontare con l'ausilio della più nota criminologa italiana.
 
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“Atti sessuali in sacrestia”: arrestato a Brindisi l’ex parroco di Bozzano
Ordinanza di custodia cautelare per don Francesco Caramia, sotto inchiesta dopo la denuncia di un pediatra al quale si rivolse la madre di un minore. Fatti sarebbero avvenuti tra il 2007 e il 2008. Determinante l'incidente probatorio del 16 febbraio scorso. Il prete respinge l'accusa e conferma incarico alla criminologa Roberta Bruzzone

Stefania De Cristofaro
15 giugno 2016 10:03
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BRINDISI – Atti sessuali in sacrestia con un ragazzino minorenne che voleva fare il chierichetto, nella chiesta San Giustino de’ Jacobis del rione Bozzano, a Brindisi: l’accusa mossa inizialmente nei confronti dell’ex parroco, don Francesco Caramia, oggi ha portato il prete agli arresti, in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare che ha scosso l’intera comunità religiosa del quartiere.

Don Francesco Caramia risulta sotto inchiesta dopo la denuncia di un pediatra del capoluogo al quale si è rivolta la madre di un bambino di Brindisi che all'epoca aveva nove anni, dopo essere venuta a conoscenza del disagio del figlio da un’amica di quest’ultimo. Fatti che sarebbero avvenuti tra il 2007 e il 2008. Sul caso hanno indagato i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Brindisi, con il capitano Luca Morrone e il tenente Luca Colombari, che hanno anche eseguito il provvedimento restrittivo.

Brindisi, il palazzo della procura e quello del tribunale

Don Francesco che ha sempre respinto l’accusa professandosi assolutamente estraneo ai fatti. E’ difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa che ha voluto come proprio consulente la criminologa Roberta Bruzzone, volto noto non solo delle più importanti inchieste giudiziarie italiane, ma anche dei salotti televisivi dedicati all’approfondimenti di delitti eclatanti.

La svolta nell’inchiesta, con la decisione del pubblico ministero Milto Stefano De Nozza di chiedere l’arresto del parroco, poi firmato dal gip Maurizio Saso, sarebbe legata all’esito dell’incidente probatorio disposto lo scorso 16 febbraio, quando in forma protetta venne ascoltato il ragazzino minorenne ritenuto parte offesa, vittima cioè degli abusi a sfondo sessuale.

“Quel parroco, il prete della chiesa di Bozzano, mi obbligava a fare atti sessuali: succedeva anche in sacrestia, qualche volta mi ha dato spintoni e mi ha minacciato dicendo che se avessi parlato avrebbe fatto licenziare mio padre o fatto vendere la casa”. Sarebbe stata questa la verità riferita dal minore, evidentemente ritenuto credibile. E sarebbe questo uno dei gravi indizi a carico del parroco, circostanza che assieme al pericolo di reiterazione del reato benché Caramia si sia dimesso dall’incarico, hanno portato alla misura cautelare.

Il ragazzino, a quanto si apprende, avrebbe confermato quanto sostenuto dal pm e contestato al prete che, nel frattempo, si è dimesso dall’incarico per non essere in alcun modo di intralcio alle indagini e continua a ricevere attestati di stima e solidarietà dai ragazzi e dalle famiglie che frequentavano la parrocchia. Su Facebook, infatti, ci sono diversi messaggi con foto ricordo dei viaggi realizzati con il parroco.

images-4Rispondendo alle domande del gip, Maurizio Saso, avrebbe aggiunto riferimenti sui luoghi in cui sarebbero avvenuti gli atti sessuali e affermato che in alcune occasioni il parroco lo avrebbe anche minacciato, mentre in altre gli avrebbe promesso che lo avrebbe chiamato per la celebrazione della messa come chierichetto. Per il ragazzo era presente l’avvocato Angela Roma.

Sempre nel corso dell’incidente probatorio e sempre con la formula dell’incidente probatorio, è stata sentita l’amica del ragazzino: la giovane, anche lei non ancora diciottenne, avrebbe per prima raccolto del confidenze del chierichetto e sarebbe stata lei a riferire tutto alla madre. Su Facebook, sulla pagina del parroco, ci sono già i primi messaggi di solidarietà.
 
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Abusi sessuali su un bimbo di 9 anni che voleva fare il chierichetto: in carcere l'ex parroco di Bozzano
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Abusi sessuali su un bimbo di 9 anni che voleva fare il chierichetto: in carcere l'ex parroco di Bozzano
Abusi sessuali nei confronti di un bimbo che all'epoca aveva nove anni e che voleva fare il chierichetto: con questa accusa, stamattina, i carabinieri di Brindisi hanno tratto in arresto e condotto nel carcere di via Appia l'ex parroco del rione Bozzano, don Francesco Caramia, originario di Mesagne.
Caramia era indagato dal mese di novembre dello scorso anno quando si dimise dalla parrocchia di San Giustino de Jacobis dopo la notifica di un atto di perquisizione e il sequestro dei suoi computer.
Nello scorso mese di febbraio don Francesco arruolò la criminologa Roberta Bruzzone per tentare di smontare le accuse del ragazzino che voleva fare il chierichetto e che il sacerdote avrebbe costretto a subire atti sessuali, persino picchiandolo.
E il minore era stato chiamato a confermare le confidenze fatte a un'amichetta e da questa fatte giungere sino al pediatra che aveva poi presentato la denuncia.
Nel corso dell'incidente probatorio, al quale aveva partecipato lo stesso sacerdote mesagnese, la presunta vittima aveva confermato le accuse, raccontando di atti sessuali subiti e successive minacce, schiaffi e spintoni subiti dal prete affinché non rivelasse l'accaduto. Don Caramia avrebbe promesso al ragazzino che se si fosse confidato con qualcuno egli si sarebbe adoperato per far perdere il lavoro al padre o la casa.
Le circostanze erano state confermate, pur se con qualche imprecisione relativa ai tempi, anche dall'amichetta del ragazzino.
Il pm inquirente, Milto De Nozza, ha chiesto un'ordinanza diu custodia cautelare in carcere nei confronti del sacerdote che è stata poi firmata da gip era Maurizio Saso.
Il ragazzino all'epoca dei fatti (avvenuti tra il 2007 e il 2008) aveva nove anni e desiderava diventare chierichetto. Don Francesco avrebbe imposto al ragazzino una sorta di "pedaggio". Questa è la tesi sostenuta dal ragazzino, che oggi ha 16 anni, e che ha convinto la procura a chiedere la misura cautelare più severa nei confronti del sacerdote.
 
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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/las...ui-1272047.html
"Lasciami stare sono piccolo". Ma il parroco abusava di lui
Bufera nel brindisino. In manette un parroco. La testimonianza choc della vittima: "Io capivo che non era una cosa per bambini"


Giovanni Neve - Mer, 15/06/2016 - 13:54
commenta
"Io capivo che non era una cosa per bambini, mi immaginavo che non era una cosa per bambini, gli dicevo sei grande, per favore, lasciami stare, sono un bimbo.


Qualche volta piangevo". Un bambino di 10 anni racconta agli inquirenti quello che ha subito da Francesco Caramia, ex parroco arrestato e condotto in carcere questa mattina dai carabinieri. Alcuni stralci delle dichiarazioni sono contenute nell'ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Milto Stefano De Nozza e disposta dal gip Maurizio Saso.

L'arresto del pedofilo
Caramia, 42enne nato a Mesagne (Brindisi), è stato arrestato e condotto in carcere con l'accusa di atti sessuali continuati e pluriaggravati su un bambino di 10 anni. I fatti risalgono agli anni 2009 e 2010. Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dal pm Milto Stefano De Nozza e disposto dal gip Maurizio Saso. Nello scorso dicembre i carabinieri avevano fatto perquisizioni e sequestri nella chiesa in cui prestava la sua opera, la San Giustino de Jacobis del rione Bozzano, notificandogli contestualmente una informazione di garanzia. Una volta appreso di essere indagato, don Caramia si era dimesso dall'incarico. Di recente l'arcivescovo di Brindisi, monsignor Domenico Caliandro, ha nominato un suo sostituto.

Le dichiarazioni della vittima
Secondo quanto raccontato dal bambino, che faceva il chierichetto, le violenze avvenivano al termine degli incontri di catechismo "almeno due volte alla settimana". Il parroco, stando sempre al racconto del ragazzino che all'epoca dei fatti aveva 8 anni, acquisito nella forma dell'incidente probatorio, gli diceva che doveva "stare tranquillo" perché tutto ciò che faceva con lui "era per opera di Dio e che quello era solamente amore che voleva ricevere". Gli accertamenti sono partiti dalla denuncia di un pediatra, formulata nel luglio del 2015: il minorenne aveva raccontato al professionista di aver subito abusi e aveva riferito anche alcuni dettagli.
 
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Arrestato dopo l'incidente probatorio mente su facebook continua la solidarietà al prete

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http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cron...si-1798813.html

Prete abusava del chierichetto, il piccolo urlava: «Lasciami stare, sono un bimbo»
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Don Francesco Caramia, arrestato Don Francesco Caramia, arrestato (Brindisi Sette News)
Don Francesco Caramia, arrestato
«Per favore lasciami stare, sono un bambino. Perché?». È il grido disperato di un chierichetto che anni dopo i fatti, ha raccontato le presunte molestie sessuali subite dal suo parroco. Stamattina, all'incirca un anno dopo la denuncia formulata dal pediatra del ragazzino che all'epoca dei fatti aveva 8 anni, il sacerdote, Francesco Caramia, 42enne di Brindisi, è stato portato in carcere con l'accusa di violenza sessuale continuata e pluriaggravata. I fatti risalgono al 2008 e al 2009, e a portarli alla luce denunciando tutto in procura, è stato il pediatra che per primo ha raccolto le timide confidenze del bambino. Le indagini sono state condotte dai carabinieri coordinati dal pm Milto Stefano De Nozza che ha chiesto la misura cautelare, poi disposta dal gip Maurizio Saso.

Don Francesco, però, a quanto emerge dall'inchiesta, non aveva obbedito: facendosi sorprendere dai carabinieri a Mesagne (Brindisi), la sera del giovedì santo, mentre diceva messa. A quanto emerso poi dalle intercettazioni ambientali, avrebbe anche tentato di gettare discredito sul ragazzino che avrebbe subito le violenze. Rendendo così, a parere dei magistrati, concrete e attuali le esigenze cautelari. Le violenze, secondo il racconto consegnato dall'ex chierichetto al gip nel corso di un incidente probatorio, avvenivano anche due volte a settimana, dopo il catechismo. Il parroco, stando sempre alla ricostruzione della presunta vittima, cercava di tranquillizzare il bambino che voleva sottrarsi alle sue attenzioni, dicendo che tutto ciò che avveniva «era per opera di Dio e che quello era solamente amore che voleva ricevere». Il piccolo ha raccontato il dettaglio degli abusi commentando: «Io capivo che non era una cosa per bambini, mi immaginavo che non era una cosa per bambini, gli dicevo sei grande, lasciamo stare. Qualche volta piangevo». Il racconto del piccolo è stato giudicato credibile da un perito. Caramia si è affidato alla difesa all'avvocato Giancarlo Camassa e alla criminologa Roberta Bruzzone.


http://www.senzacolonnenews.it/cronaca/ite...di-talucci.html

Mercoledì, 16 Dicembre 2015 07:31
Don Caramia, le esperienze mistiche e la stima di Talucci
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Don Caramia, le esperienze mistiche e la stima di Talucci
di Gianmarco Di Napoli

Il 23 agosto 1988 la comunità mesagnese è al centro di una breve ma intensa esperienza mistica. Nella casa della famiglia di Pino "il pollaro", venditore al mercato del paese, si verificano eventi inspiegabili. Una statuetta della Madonna, che si trova accanto a quella di un Gesù coronato, inizia a lacrimare sangue (nella foto un momento di quella lacrimazione). La gente, come accade spesso in questi casi, grida al miracolo e si comincia a radunare e a pregare chiedendo grazia alla Madonna. Il fenomeno si esaurisce in pochi giorni e qualcuno lo collega con la contrastata vocazione sacerdotale del quattordicenne Francesco Caramia, che papà Pino vorrebbe proseguisse gli studi e magari trovasse un lavoro meno faticoso di quello del commerciante. Ma lui vuole a tutti i costi diventare sacerdote. La madonnina non lacrimerà più ma tornerà spesso nella vita di quel ragazzino, determinato a diventare Don.
Il sacerdote, indagato da alcuni giorni per abusi sessuali su minori e dimessosi da parroco di Bozzano, è nato nel 1974 da mamma Rosaria, casalinga, e papà Pino, è il secondo di cinque figli. Consegue la maturità al Magistrale di Brindisi e subito dopo, nel 1996, entra nel seminario di Molfetta.
Il 10 febbraio del 2001, nella cattedrale di Brindisi, monsignor Rocco Talucci lo ordina diacono e collaboratore parrocchiale a San Pancrazio Salentino. Sarà, quella con Talucci, una collaborazione che durerà a lungo. L'arcivescovo lo prende sotto la sua ala protettrice individuando in lui un possibile, valido collaboratore. Nel 2002, a Mesagne, lo ordina presbitero e gli assegna il primo incarico ufficiale, quello di vicario parrocchiale nella chiesa di San Giustino de Jacobis, al rione Bozzano. Nel 2005 Talucci lo chiama a sè come segretario particolare.
Tre anni di attività intensa al seguito della chiesa brindisina, poi l'incarico di parroco in quella stessa chiesa di Bozzano dove Talucci decide di "pensionare" don Francesco De Benedictis, uno dei sacerdoti più fidati del suo predecessore, l'arcivescovo Settimio Todisco.
Poco tempo dopo la storia di don Francesco torna a incrociarsi con quella mistica. Occorre fare un passo indietro. Nel 1992 un ragazzo brindisino di 17 anni, Paolo Catanzaro, sostiene di "vedere" la Madonna in una chiesetta rupestre di contrada Uggio, alla periferia della città. Il fenomeno, amplificato dal passa parola e dai media, coinvolge migliaia di fedeli che iniziano a frequentare la chiesetta e a seguire il ragazzo come un santone. Nel 1994 però l'arcivescovo Todisco lo sconfessa ufficialmente e interdice dai sacramenti tutti coloro che avessero a fare con lui.
Malgrado quella decisione, comunicata a tutti i parroci e ai sacerdoti dell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni in data 30 agosto 1994, il suo successore Rocco Talucci permette a Catanzaro, senza mai abrogare il provvedimento di Todisco, di fondare un gruppo musicale, i "Signum", che organizza "concerti di beneficenza" allo scopo di ristrutturare la chiesetta di Uggio che nel frattempo era stata chiusa. A dare sostegno ai Signum di Paolo Catanzaro è don Francesco Caramia che gli mette a disposizione la parrocchia. Nel 2012, quando nella chiesa di Bozzano arriva il quadro della Madonna del Rosario di Pompei sono i Signum a eseguire il concerto-preghiera di musiche sacre. E quando nel 2012 il gruppo pubblica il suo secondo cd, intitolato "Il volo", è lo stesso Caramia a diffondere una lunga recensione al gruppo che è ormai stabilmente collocato nella parrocchia San Giustino de Jacobis dove offre - così spiega Caramia - servizio nel canto con adulti, giovani e bambini. "Questi ragazzi hanno il merito di aver fatto qualcosa di grande non solo per se stessi, ma anche per tutti coloro ai quali ascoltandolo tornerà il sorriso. Le note e le voci, come i colori, si differenziano l’una dall’altra, ma unite in armonia creano atmosfere meravigliose, suoni perfetti, un’opera d’arte come il mondo creato dal Signore”.
Negli ultimi anni Paolo Catanzaro ha deciso un radicale cambiamento di vita, mettendosi alle spalle il gruppo e le apparizioni di Uggio. Nel 2014 si è sottoposto a intervento chirurgico e ora non si chiama più Paolo ma Sveva, si è sposata con Francesco e vive a Roma dove sta girando un film che racconta la sua storia. Nel frattempo è andata anche alla "Vita in diretta" per raccontare una parte della sua esistenza e ha spiegato di aver trovato finalmente la sua giusta dimensione.
Per don Francesco Caramia invece sono giorni meno felici. Dopo la denuncia presentata da un pediatra, è indagato dal pm Milto De Nozza per abusi sessuali commessi su un ragazzino di 11 anni. Il parroco si è dimesso provocando reazioni opposte, ma i suoi ex fedeli (o almeno una parte di loro) sono convinti della sua innocenza. Ha nominato un legale, l'avvocato Giancarlo Camassa, lo stesso che accompagnò monsignor Talucci in procura quando l'ex arcivescovo di Brindisi venne interrogato sulle accuse di pedofilia a un altro sacerdote, don Giampiero Peschiulli. Il legame con l'anziano prelato non si è mai sciolto.

 
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Il prete chiede la libertà, per la Procura deve restare in carcere
BRINDISI - Per la procura l’unica misura cautelare idonea è la custodia in carcere. La difesa invece sostiene l’innocenza, affermata personalmente nell’interrogatorio di garanzia, dell’ex parroco di Bozzano, Francesco Caramia. È per questo che ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza o in subordine la concessione dei domiciliari. Ieri mattina si è discusso il ricorso formulato dall’avvocato del sacerdote, Giancarlo Camassa. Il Tribunale del Riesame si è riservato di decidere: il verdetto sarà noto nelle prossime ore.
 
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Giudizio immediato per il prete accusato di aver abusato di un minorenne

La parrocchia del quartiere Bozzano a Brindisi




BRINDISI - Il gip di Brindisi, Maurizio Saso, ha disposto il giudizio immediato per don Francesco Caramia, il prete 42enne di Mesagne (Brindisi) arrestato e posto in carcere nel giugno scorso per abusi sessuali su minorenni e ora ai domiciliari presso una comunità religiosa in un'altra regione. Il processo che si svolgerà con rito ordinario inizierà l’11 ottobre prossimo dinanzi al Tribunale di Brindisi in composizione collegiale.
Caramia, assistito dagli avvocati Giancarlo Camassa e Rosanna Saracino, non ha chiesto l’ammissione a riti alternativi.

I fatti che gli vengono attribuiti risalgono agli anni 2008 e 2009, quando avrebbe abusato – secondo quanto denunciato da un pediatra e poi confermato dalla presunta vittima – di un chierichetto che all’epoca dei fatti aveva 8 anni. Il ragazzino è stato già ascoltato nel corso di un incidente probatorio celebratosi a porte chiuse, davanti al gip. Le indagini sono state condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Milto Stefano De Nozza: don Caramia nel dicembre del 2015 aveva ricevuto un decreto di perquisizione e sequestro in seguito al quale si era dimesso dall’incarico di parroco della chiesa San Giustino de Jacobis. E’ stato poi sospeso dalle proprie funzioni dall’arcivescovo di Brindisi Domenico Caliandro.
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Venerdì 9 Settembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 20:45
 
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Atti sessuali in chiesa, imputato l’ex parroco di Bozzano: chierichetto parte civile
Oggi prima udienza del processo a carico di don Francesco Caramia, arrestato il 15 giugno: è ai domiciliari in un convento del Lazio, respinge l'accusa e chiede l'ascolto di 55 testimoni, tra sacerdoti ed ex vescovi. L'inchiesta scaturita dalla denuncia del pediatra del minore che nel 2008 aveva nove anni

Stefania De Cristofaro
11 ottobre 2016 13:34

BRINDISI – Prima udienza del processo, a porte chiuse, in cui è imputato don Francesco Caramia, l’ex parroco del rione Bozzano di Brindisi, accusato di atti sessuali su un chierichetto che nel 2009, anno della denuncia, aveva nove anni: il prete, arrestato il 15 giugno scorso, è ai domiciliari in un convento del Lazio e tramite i suoi legali ha chiesto l’ascolto di 55 testimoni per dimostrare la sua innocenza.

Il parroco don Francesco CaramiaStamattina il sacerdote non era presente in aula davanti al collegio presieduto da Gienantonio Chiarelli. C’erano i suoi avvocati, Giancarlo Camassa e Rosanna Saracino, i quali hanno anticipato la volontà del prete di partecipare al dibattimento: oggi c’è stata rinuncia trattandosi di udienza per la sola costituzione delle parti.

Come persona offesa si è costituito il minore che nel processo è rappresentato dall’avvocato Carmela Roma: la penalista ha chiesto la citazione del responsabile civile, indicando la Curia, il Tribunale ha rigettato l’istanza a cui si sono opposti i difensori del parroco.

Per l’imputato gli avvocati Camassa e Saracino hanno chiesto l’ascolto di persone che hanno avuto modo di conoscere il parroco anche prima che fosse destinato alla parrocchia San Giustino de Jacobis del quartiere Bozzano, tra catechisti, sacerdoti e vescovi della diocesi di Brindisi-Ostuni. La citazione dei vescovi che hanno guidato la chiesa negli ultimi anni, coincidenti con il sacerdozio di don Francesco Caramia, è stata chiesta anche dall’avvocato della parte civile.

Il pubblico ministero punta su otto testimoni, a partire dalla mamma del ragazzo, per sostenere l’accusa. Le dichiarazioni del minore sono state già acquisite in sede di incidente probatorio. Non è stato chiesto l’ascolto del pediatra che con la sua denuncia fece partire l’inchiesta.

Don Francesco Caramia deve difendersi dall’accusa di atti sessuali compiuti tra il 2007 e il 2008 su un chierichetto di nove anni. Nel fascicolo delle indagini, sono confluite anche diverse intercettazioni ambientali e telefoniche oltre al verbale dell’interrogatorio reso dal minore ritenuto vittima degli abusi davanti al gip del Tribunale di Brindisi il 16 febbraio scorso. All’incidente probatorio ha assistito come consulente della difesa, la criminologa Roberta Bruzzone, volto noto su scala nazionale, anche per una serie di partecipazioni a programmi televisivi.

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TRIBUNALE DI BRINDISIPrete accusato di pedofilia
«Curia non risarcirà danno»Rigettata la proposta di un difensore di parte civile di un chierichetto molestatoFacebookTwitterGoogleInstagramYoutube

11 Ottobre 2016

Prete accusato di pedofilia«Curia non risarcirà danno»

Non sarà la diocesi di Brindisi-Ostuni, in caso di condanna, a dover pagare un risarcimento del danno per le condotte di un parroco imputato di pedofilia: il Tribunale di Brindisi ha infatti rigettato la proposta del difensore della parte civile, un chierichetto che avrebbe subito abusi sessuali quando aveva otto anni nella sacrestia di una chiesa di Brindisi, di citare come responsabile civile l’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. La questione è stata discussa oggi, nel corso della prima udienza del processo a carico di don Francesco Caramia, il parroco originario di Mesagne (Brindisi) imputato di abusi sessuali su minori. Il processo si svolgerà a porte chiuse. Caramia si trova agli arresti domiciliari in una comunità.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Milto Stefano De Nozza. Gli accertamenti presero avvio dalla denuncia di un pediatra. Secondo l’accusa, nel 2008 e nel 2009, per almeno «due volte a settimana», il piccolo sarebbe stato costretto a compiere atti sessuali; rapporti sessuali non completi dopo il catechismo, della durata di dieci o quindici minuti. Il ragazzino è stato già ascoltato nel corso di un incidente probatorio celebratosi davanti al gip Maurizio Saso.
 
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"Un'amica di mio figlio mi confidò degli atti sessuali e del parroco"

Ascoltata come teste dell'accusa, la mamma del chierichetto ritenuto vittima delle condotte contestate a don Francesco Caramia, quando era sacerdote del rione Bozzano di Brindisi. Il prete presente in udienza respinge le accuse: la difesa chiama i vescovi Caliandro, Talucci e Todisco

di Stefania De Cristofaro
18 novembre 2016 18:58

"Un'amica di mio figlio mi confidò degli atti sessuali e del parroco"

BRINDISI – Don Francesco Caramia, ex parroco della chiesa San Giustino de’ Jacobis del quartiere Bozzano, era presente in udienza: ha voluto esserci oggi per ascoltare i primi cinque testimoni citati dal pm nel processo in cui è imputato con l’accusa di atti sessuali su un chierichetto di nove anni, tra il 2007 e il 2008.

L’inchiesta che portò il sacerdote agli arresti in carcere lo scorso 15 giugno, con attenuazione della misura ai domiciliari in un convento del Lazio, è partita dalla denuncia di un medico pediatra di Brindisi dopo aver parlato con la mamma del ragazzino, a sua volta venuta a conoscenza dei fatti poi contestati nel capo di imputazione, da un’amica del figlio che le aveva fatto una confidenza.Il parroco don Francesco Caramia

Il contenuto di quel segreto è stato consegnato questa mattina al Tribunale presieduto da Gienantonio Chiarelli, nel corso dell’udienza a porte chiuse: lo ha riferito la mamma del chierichetto, parte lesa che si è costituto in giudizio con l’avvocato Carmela Roma, lo ha ricordato il pediatra che sporse denuncia sentendosi in dovere di informare l’autorità giudiziaria e ne ha parlato anche un’amica del ragazzino. I tre testi hanno confermato quanto risulta dagli atti dell’indagine posti a base prima dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri, poi della richiesta di processo. Processo che il parroco ha voluto affrontare per dimostrare la propria innocenza.

Nel corso dell’udienza, sempre in qualità di testimoni citati dal pm, sono stati sentiti la perpetua della chiesa del rione Bozzano e il segretario particolare di don Francesco Caramia. Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la trascrizione di diverse intercettazioni telefoniche e ambientali, prima di proseguire con il dibattimento che riprenderà il prossimo anno.

La difesa del parroco, affidata agli avvocati Rosanna Saracino e a Giancarlo Camassa, ha chiesto l’ascolto di 55 testimoni: nella lista figurano i nomi dell’attuale vescovo Caliandro e di quelli precedenti, Talucci e Todisco.

Il minore venne ascoltato in incidente probatorio lo scorso 16 febbraio scorso, alla presenza del consulente della difesa, la criminologa Roberta Bruzzone, volto noto su scala nazionale, anche per una serie di partecipazioni a programmi televisivi.
 
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Processo a don Caramia, teste ex parroco condannato per abusi
Don Giampiero Peschiulli, riconosciuto colpevole di atti sessuali su chierichetto, è stato citato dall'avvocato della parte civile nel dibattimento in cui è imputato l'ex sacerdote della chiesa di Bozzano

di Stefania De Cristofaro
07 aprile 2017 18:59
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BRINDISI – Nel processo in cui è imputato l’ex parroco del quartiere Bozzano di Brindisi, don Francesco Caramia, accusato di atti sessuali su un chierichetto, sarà ascoltato un sacerdote condannato con la stessa accusa: nella lista di testi, figura don Giampiero Peschiulli, per anni guida spirituale della chiesa di Santa Lucia, al quale anche in Appello sono stati inflitti tre anni e otto mesi.

Il parroco don Francesco CaramiaDon Gianpiero PeschiulliPeschiulli, arrestato il 20 maggio 2015 e nel frattempo ai domiciliari in una comunità religiosa, è stato citato in qualità di teste dall’avvocato della parte civile nel processo incardinato divanzi al Tribunale di Brindisi, presieduto da Gienantonio Chiarelli. Il suo ascolto è stato ritenuto necessario dall’avvocato Carmela Roma che in giudizio rappresenta La mamma del chierichetto.

All’epoca dei fatti oggetto del capo di imputazione, il bambino aveva nove anni. E’ stato ascoltato in sede di incidente probatorio alla presenza della criminologa Roberta Bruzzone, nominata come consulente dai difensori dell’imputato, gli avvocati Rosanna Saracino e Giancarlo Camassa.

Sono stati già sentiti in qualità di testi dell’accusa, sostenuta dal pm Milto Stefano De Nozza, la mamma del ragazzino, la perpetua di don Francesco Caramia, al servizio della parrocchia San Giustino de’ Jacobis e il pediatra che per primo raccolse i dubbi del genitore e spose denuncia. La donna, a sua volta, apprese tutto parlando con un’amica del figlio.

Per quale motivo la parte civile intende ascoltare don Giampiero Peschiulli? La finalità della testimonianza sarà evidente in udienza, ma pare che siano considerate pertinenti alcune delle intercettazioni telefoniche confluite nell’ordinanza di arresto a carico dell’ex parroco di Santa Lucia: in alcuni stralci, il prete sosteneva che nel caso in cui avesse parlato lui, sarebbero state scoperte situazioni particolari interne alla chiesa brindisina, con riferimento ad alcuni casi di cui sosteneva di essere a conoscenza.

Peschiulli, difeso dall’avvocato Roberto Cavalera, è stato giudicato con rito abbreviato e condannato a tre anni e otto mesi, pena confermata nel secondo grado di giudizio. Il parroco ha sempre respinto le accuse, anche davanti alle immagini registrate dalle telecamere de Le Iene, la trasmissione di Mediaset che diede avvio all’inchiesta. Il servizio venne firmato dall’inviato Giulio Golia che a Brindisi arrivò con alcuni attori per incontrare il sacerdote dopo aver ricevuto una mail tra aprile e maggio 2014, nella quale una “persona residente in città riferiva di essere stata vittima di avance sessuali di Peschiulli”. Le Iene lo chiamarono il prete “pomicione”. Quando tornarono per chiedere spiegazioni lui si chiuse in sacrestia e chiamò il 112, mentre su Facebook si registrò una valanga di commenti.

Don Francesco Caramia è finito sotto processo con accusa identica, dopo essere stato arrestato il 15 giugno 2016: ha scelto il processo ordinario, nel frattempo ha ottenuto anche lui i domiciliari in una comunità religiosa, e da quando è iniziato il dibattimento è sempre stato presente in udienza. Ai suoi difensori ha confermato la volontà di sottoporsi all’esame per difendersi: rivendica la propria innocenza così come ha fatto in sede di interrogatorio di garanzia. I penalisti Saracino e Camassa hanno chiesto l’ascolto dell’attuale vescovo, monsignor Domenico Caliandro, e dei precedenti, Talucci e Todisco.
 
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Don Francesco Caramia: “Sono innocente. Non ho mai sfiorato i miei chierichetti”
Scritto da: Giuseppe Messe 19 aprile 2017 Inserisci un commento

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Don Francesco Caramia (nella foto), 42 anni, mesagnese, ex parroco della chiesa di San Giustino de’ Jacobis di Brindisi, arrestato dai carabinieri il 15 giugno 2016 e attualmente ai domiciliari in una comunità religiosa, nell’ultima udienza del processo (che si svolge a porte chiuse), ha
Chiesa di San Giustino de’ Jacobis di Brindis
Chiesa di San Giustino de’ Jacobis di Brindis
parlato per oltre un’ora. “Non ho mai sfiorato i ragazzini che venivano in chiesa, non ho fatto del male a nessuno dei miei chierichetti: sono innocente”. Don Francesco è accusato di atti sessuali compiuti su un chierichetto di 9 anni tra il 2007 e il 2008. La mamma del ragazzino ne parlò al pediatra di famiglia che denunciò l’accaduto. I difensori di don Francesco, gli avvocati Giancarlo Camassa e Rosanna Saracino, avevano chiesto di ascoltare ben 55 persone, tra cui il vescovo Domenico Caliandro ed i predecessori, Rocco Talucci e Settimio Todisco. L’avvocato di parte civile, Carmela Renna, che rappresenta la madre del chierichetto, invece aveva chiesto di ascoltare don Giampiero Peschiulli, l’ex parroco della Chiesa della Pietà di Brindisi, anche lui arrestato e condannato in Appello a 3 anni e 8 mesi (ma intende ricorrere in Cassazione) con accusa identica a quella mossa contro don Francesco Caramia. Il Tribunale (collegio presieduto da Gienantonio Chiarelli) ha rigettato la richiesta di ascoltare i vescovi, ha ridotto i testi richiesti dalla difesa e, inoltre, ha ritenuto non necessario ascoltare don Peschiulli, colto da malore in occasione dell’ultima udienza. Nel fascicolo del processo sono state depositate le conversazioni ambientali intercettate nell’inchiesta sull’ex parroco don Peschiulli nelle quali si faceva riferimento a situazioni particolari all’interno di alcune chiese e si faceva espresso riferimento alla parrocchia del rione Bozzano. Il pm Milto Stefano De Nozza, in vista della prossima udienza, ha depositato le conclusioni di una nuova perizia sul computer di don Francesco nel quale sono state trovati file contenenti foto che, per l’accusa, costituiscono un’ulteriore fonte di prova di colpevolezza, in aggiunta alle conversazioni intercettate nel periodo dell’inchiesta, quando don Caramia era indagato a piede libero essendoci stato il sequestro del computer, del tablet e dei telefonini, e ai messaggi scambiati in chat. Su tutto questo materiale il Tribunale ha già disposto una perizia.
 
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