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Investimenti della Chiesa in fabbriche di armi e tv porno. Papa Francesco sa, Venuto dall'altro mondo, dove la Chiesa investe nella "seria e onesta banca" che al 60% finanzia le armi

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view post Posted on 5/11/2015, 05:52
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Venuto dall'altro mondo, dove la Chiesa investe nella "seria e onesta banca" che al 60% finanzia le armi

Vescovo-cattolico-con-fucile2
Il cardinale polacco Józef Glemp con un fucile Dragunov SVD

www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/04...i-armi/2187514/

Via Crucis, l’inchiesta di Nuzzi sul Vaticano segreto. “Il Papa sa di investimenti della Chiesa usati per fabbricare armi”
Cronaca
"Santo Padre, c'è una totale assenza di trasparenza nella contabilità sia della Santa Sede, sia del Governatorato". Inizia così il documento più importante del libro del giornalista di Mediaset. L'intervento del Pontefice sulla gestione finanziaria, i suoi rapporti con la Curia e con il cardinale Bertone
di Francesco Antonio Grana | 4 novembre 2015
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Più informazioni su: Papa Francesco, Vatileaks
Investimenti della Chiesa cattolica in aziende per la fabbricazione di armi e società proprietarie di televisioni porno. È quanto emerge dal nuovo libro di Gianluigi Nuzzi Via Crucis (Chiarelettere) che svela la difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa. Il giornalista di Mediaset racconta che il 3 luglio 2013, a pochi mesi dal suo insediamento, Bergoglio incontra i cardinali della Curia dicendo che i costi sono fuori controllo e che bisogna stare attenti perché gli è stato riferito che in Svizzera la Santa Sede aveva perso 10 milioni di euro per un investimento sbagliato. Il Papa ricorda con dolore cosa gli confidò l’economo generale della diocesi di Buenos Aires quando era ancora provinciale dei gesuiti in merito ad alcuni investimenti fatti “in una banca seria e onesta. Poi, col cambiamento dell’economo, quello nuovo è andato alla banca per fare un controllo. Aveva chiesto come erano stati scelti gli investimenti: venne a sapere che più del 60 per cento erano andati per la fabbricazione di armi!”.


In 314 pagine Nuzzi pubblica anche le trascrizioni di registrazioni audio di Bergoglio in riunioni riservate e documenti inediti principalmente usciti dalla Commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede. Organismo creato ad hoc da Francesco subito dopo l’elezione al pontificato di cui facevamo parte monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, arrestati dalla Gendarmeria vaticana con l’accusa di essere loro i corvi di Bergoglio. Nel volume di Nuzzi monsignor Vallejo Balda viene citato 27 volte, mentre il nome della Chaouqui ricorre solo 3 volte.

“Santo Padre, c’è una totale assenza di trasparenza nella contabilità sia della Santa Sede, sia del Governatorato”. Inizia così il documento più importante del libro del giornalista di Mediaset. Si tratta di una lettera riservata indirizzata al Papa scritta dai revisori finanziari di Bergoglio. “Questa mancanza di trasparenza – si legge nel documento – rende impossibile fornire una chiara stima dell’attuale stato finanziario del Vaticano nel suo complesso e delle singole entità che la compongono. Questo significa anche che nessuna persona può essere considerata effettivamente responsabile per la gestione finanziaria. Sappiamo soltanto che i dati esaminati mostrano una tendenza al ribasso e davvero sospettiamo fortemente che il Vaticano nel suo complesso ha un grave deficit strutturale. Il management finanziario generale all’interno del Vaticano può essere definito, nel migliore dei casi, come inadeguato”.


Per i revisori di Bergoglio “il bilancio e il processo decisionale sia della Santa Sede che del Governatorato sono senza senso, nonostante l’esistenza di chiari orientamenti definiti dal regolamento corrente. Questa realtà sembra suggerire che, come minimo, l’atteggiamento prevalente del Vaticano è meglio catturato dall’espressione ‘le regole non si applicano a noi’. I costi sono fuori controllo. Ciò vale in particolare per i costi del personale, ma si estende anche altrove. Ci sono vari casi di attività duplicate, dove il consolidamento dovrebbe invece garantire risparmi significativi e migliorare la gestione dei problemi. Non siamo stati in grado di identificare chiare linee guida da seguire per investimenti di capitale finanziario. Questo è un limite grave e lascia troppa discrezionalità ai gestori e aumenta il livello complessivo di rischio. La situazione – si legge ancora nel rapporto riservato al Papa – che è applicabile per gli investimenti della Santa Sede, del Governatorato, del Fondo Pensioni, del Fondo di assistenza sanitaria, e di altri fondi gestiti da enti autonomi dovrebbe essere immediatamente migliorata. I dirigenti dovrebbero assumersi chiaramente le loro responsabilità per preparare i budget e realizzarli in un modo più realistico ed efficace. Noi siamo consapevoli che abbiamo presentato forti e talvolta gravi consigli e suggerimenti. Ci auguriamo vivamente che Vostra Santità comprenda che le nostre azioni sono ispirate dal nostro amore per la Chiesa e al nostro sincero desiderio di aiutare e migliorare l’aspetto temporale del Vaticano”.

Parole che suonano come un macigno sul pontificato di Papa Francesco e sulla sua difficile opera di affermare finalmente la trasparenza finanziaria e contrastare definitivamente il riciclaggio di denaro sporco all’interno dello Ior. L’immagine che esce dal libro di Nuzzi è di una Santa Sede afflitta da una cattiva gestione economica, dall’avidità, dal clientelismo e dalla corruzione, dove Bergoglio deve ancora lottare contro una dura resistenza della vecchia guardia curiale per le sue riforme. Il giornalista racconta anche di irregolarità nel finanziamento delle cause dei santi e sottolinea che la gestione dell’Obolo di San Pietro, un fondo per la carità del Papa, “è un enigma ammantato nel segreto più impenetrabile”. Nuzzi scrive di contratti di manutenzione e restauro con prezzi gonfiati; immobili del Vaticano che valgono sette volte quello che sono quotati nei libri contabili. Il giornalista si sofferma anche sul lusso dei cardinali. Mentre Francesco vive in un appartamento di 50 metri quadri, nella suite 201 di Casa Santa Marta, Nuzzi riporta le metrature delle residenze più fastose dei porporati della Curia romana. L’appartamento più grande nei sacri palazzi è quello del cardinale Velasio de Paolis: 445 metri quadrati. Seguono i porporati Sergio Sebastini con 424 mq, Raymond Leo Burke con 417 mq, Franc Rodé con 409 mq e Zenon Grocholewski con 405 mq.

Nuzzi, per la prima volta nella storia, fa perfino ascoltare la voce del Papa in una trascrizione di una registrazione audio di una riunione riservata: “Bisogna chiarire meglio le finanze della Santa sede e renderle più trasparenti. Quello che io dirò adesso è per aiutare, vorrei individuare alcuni elementi che sicuramente vi aiuteranno nella vostra riflessione. Primo. È stato universalmente accertato nelle congregazioni generali che in Vaticano si è allargato troppo il numero dei dipendenti. Questo fatto crea un forte dispendio di soldi che può essere evitato. Il cardinal Calcagno mi ha detto che negli ultimi cinque anni c’è stato il 30 per cento di aumento nelle spese per i dipendenti. Lì qualcosa non va! Dobbiamo prendere in mano questo problema”.

Il giornalista racconta, inoltre, che, in un incontro con i vertici della Curia romana, il Papa si rivolge a quei cardinali che presiedono dicasteri che negli anni non hanno gestito il denaro della Chiesa con oculatezza, a tutti i responsabili che non hanno controllato come dovevano. Per Nuzzi si tratta di “un palese atto di accusa, durissimo, diretto e senza sconti, persino umiliante per i porporati: sottolinea aspetti che qualunque amministratore che opera anche nelle più modeste realtà imprenditoriali conosce e capisce benissimo. Francesco – aggiunge ancora il giornalista – fissa negli occhi Tarcisio Bertone. Uno scambio di sguardi intenso. Chi è seduto vicino al Papa non vi scorge certo l’amicizia e l’indulgenza che legavano Ratzinger al cardinale italiano, tanto da portarlo con sé fino al vertice del potere in Vaticano. Quello sguardo – conclude Nuzzi – esprime il monito glaciale del gesuita arrivato a Roma dalla ‘fine del mondo’”.

Twitter: @FrancescoGrana

Edited by GalileoGalilei - 4/6/2019, 06:12
 
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view post Posted on 10/5/2017, 14:47
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Gli investimenti in Tv porno sono della Conferenza episcopale slovena

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Sloven...andalo-T2-39866
Pornografia e chiesa cattolica: lo scandalo T2
aree Slovenia ita


TV via cavo, internet e telefonia. La società T-2 sta sbaragliando la concorrenza. Anche grazie all'offerta di canali dal contenuto pornografico. Niente di strano, se non che proprietaria della T-2 è la chiesa cattolica slovena
11/01/2008 - Franco Juri
Mentre la Slovenia, in qualità di presidente di turno dell'UE, inaugura alla grande il suo semestre ospitando a Lubiana la Commissione europea e tanti accademici europei per parlare di »Dialogo interculturale«, dietro alle quinte della composita realtà slovena e dei suoi poteri forti, quelli che in questo momento di più condizionano le scelte a lunga gittata del governo in carica, si consuma una paradossale storia di ipocrisia e „doppia morale".

Protagonista è questa volta il vertice stesso della Chiesa cattolico-romana slovena, in particolare la Conferenza episcopale di Maribor.

Lo scandalo si chiama T-2, attualmente forse la più popolare società di servizi di telecomunicazione (TV via cavo, internet e telefonia) in Slovenia. La popolarità di T-2, che da più di due anni sta facendo incetta di utenti anche per i suoi prezzi concorrenziali e sin dal 2005 per un'offerta innovativa in internet (sistema VDSL) , è dovuta anche alle proposte particolarmente »liberali« dei suoi pacchetti TV.


Una vignetta di Franco Juri

Tra i programmi cui hanno accesso i clienti di T-2 ce ne sono vari di contenuto decisamente pornografico. Pornografia? Niente di strano, niente di particolare; un optional, messo a disposizione dei telespettatori da vari servizi di telecomunicazione. T-2 è semplicemente quello che in Slovenia offre più pornografia. E allora?

Non ci sarebbe nulla da obiettare se la triple play T-2 non fosse di proprietà della Conferenza episcopale di Maribor. Proprio così; con una quota di azioni di maggioranza assoluta che la Chiesa cattolica detiene mediante la società finanziaria Zvon Ena, fondatrice e proprietaria di T-2.

L'holding Zvon Ena, che ha importanti quote di capitale in diverse e importanti imprese slovene ( Sava Kranj, Helios, Lesnina, Hoteli Bernardin, la Banca di Celje, l'holding Inford, la Krekova družba, l'industria di zinco di Celje ecc.) è per il 52%, con azioni acquistate alla fine del 2005 per un valore di 50 milioni di euro, ma oggi notevolmente lievitate, di proprietà della società »Gospodarstvo Rast« fondata direttamente dalla Conferenza episcopale di Maribor e affidata a Mirko Krašovec, un influente uomo d'affari al servizio del vertice ecclesiastico per promuovere gli interessi economici e finanziari della potente chiesa slovena.

Prima dell' offerta di Krašovec la Zvon Ena era di proprietà della Krekova Banka, un'istituzione originariamente legata anch'essa alla chiesa cattolica di Maribor ( Krašovec ne è stato il principale ispiratore). Più tardi la Krekova Banka è stata acquistata dall'austriaca Raiffeisen Zentralbank, ma Mirko Krašovec ha mantenuto il posto di membro del comitato di controllo nella nuova Raiffeisen Krekova, gestendo con particolare destrezza gli interessi della Conferenza episcopale che rappresenta.

Dopo due anni di ottimi affari la T-2 e la Zvon Ena sono ora al centro dello scandalo forse più
dolente per i vertici della chiesa slovena. L'opinione pubblica è venuta pian piano a sapere che il servizio di telecomunicazioni più popolare e »pornografico« della Slovenia è in mano alla Chiesa cattolica, quella stessa Chiesa che nel paese rimane il principale baluardo della morale cristiana e della famiglia; un baluardo che dai suoi pulpiti lancia strali e anatemi contro decadenza, immoralità e costumi lascivi. Una chiesa decisamente schierata con il conservatorismo di Papa Ratzinger.

Ostentando sorpresa - dopo che la prorietà di T-2 era ormai un segreto di Pulcinella - è corso a Maribor persino il cardinale Franc Rode, l'uomo del Papa, il primo cardinale sloveno nella storia, vicinissimo all'Opus Dei, e protagonista tempo fa di una storia di raccomandazioni a favore della società italiana di costruzioni Grassetto in un contenzioso di questa con lo stato sloveno. Il favore glielo chiese allora il cardinale Tarcisio Bertone, oggi Segretario di Stato del Vaticano.

Rode è volato a Maribor per raccomandare ai suoi vescovi una soluzione che tolga la chiesa dal pasticcio, magari salvando capra e cavoli. Evidente l' imbarazzo dei prelati sloveni che in due anni »non si erano accorti« che il proprio servizio di telecomunicazioni offriva ai fedeli sei programmi pornografici. E Rode esige che i vescovi si tirino fuori dall'affare e ripuliscano l'immagine della chiesa immacolata. La curia prende qualche giorno di tempo e poi decide di uscire da T-2, ma cercando di salvare per vie traverse i suoi affari, magari pensando a prestanomi e società by-pass che riducano la visibilità del legame tra il vertice cattolico e i programmi pornografici della famosa »triple play«. Insomma, niente più benedizioni dirette al sesso sfrenato in TV.

http://blog.libero.it/EstracheAomofobi/110...ssonc=545443509

PONTIFEX? NO, POP PORNO? LA CHIESA COMPRA IL DOMINIO VATICANXXX
Post n°9 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da EscracheAOmofobi

Tag: chiesa, germania, osservatorio, pornografia, ratzinger, scandalo, slovenia, soldi, vesovi

La Chiesa compra il dominio VATICANXXX


Si effettivamente la chiesa compra il sito Vaticanxxx, ma non è un sito pornografico, come il dominio lascerebbe supporre. E' solamente una pagina web vuota, comprata da oltretevere proprio per evitare che potesse nascere un sito con contenuti pornografici con tale indirizzo.

Il dominio. Per evitare che il nome della "Santa Sede" venisse direttamente associato tramite un indirizzo internet a contenuti pornografici, la Chiesa cattolica ha acquistato il dominio Vatican.xxx.

I precedenti. Come prima avevano già fatto colossi dell'industria del calibro di Coca-Cola o Sony, ma anche il Louvre di Parigi, il Vaticano ha deciso di
proteggersi in questo modo dalla speculazione pornografica. Nel mondo del web le tre x sono usate per indicare materiale per adulti.

L'acquisto di Vatican.xxx era diventato oggi necessario dopo che la società statunitense che gestisce gli indirizzi internet (Icann) aveva deciso di aprire la vendita dei domini con la tripla x, a disposizione dallo scorso sei dicembre.

Tutelare l'immagine. Il Vaticano ha scelto di tutelare la propria immagine da sfruttamenti indebiti nella prima fase di vendita, in cui i titolari di marchi noti hanno un diritto di prelazione sui propri nomi. Gli indirizzi vengono venduti dall'Icann a un prezzo compreso tra i 99 e i 300 dollari. Ricomprare un indirizzo con un nome noto da un privato potrebbe poi, invece, essere molto più oneroso.
Pensate che qualcun malizioso potrebbe pensare che la Chiesa vorrebbe il monopolio?

La Chiesa cattolica tedesca vende la sua casa editrice porno

Vi ricordate l'articolo del 29 Ottobre "La Chiesa fa soldi coi romanzi porno? L’accusa di un giornale tedesco" ? Sembrava inverosimile, invece le notizie che arrivano dalla Germania sembrano confermare questa storia…

Dopo settimane di polemiche la Chiesa cattolica tedesca ha venduto la sua casa editrice hard. La Weltbild, controllata interamente dai vescovi tedeschi, con il suo catalogo di libri come “Il nuovo Kamasutra”, “Sesso per intenditori”, “La puttana dell’avvocato” o ”Attratti dal peccato”, cerca ora un acquirente. La decisione è stata presa dall’assemblea generale della diocesi della Germania.




La casa editrice, una delle maggiori in Germania, e la sua posizione nelle mani dei vescovi aveva già fatto scrive al Welt, quotidiano conservatore: “La Chiesa cattolica guadagna un capitale grazie al porno”.

Sul catalogo online si possono trovare oltre duemila volumi sull’erotismo e il doppio dedicato all’esoterismo. Tanto che lo stesso papa (tedesco) Benedetto XVI era intervenuto sull’argomento: “È giunto il momento di arginare in maniera energica la prostituzione, nonché l’ampia diffusione di materiale dal contenuto erotico o pornografico, anche su internet”, ha detto in un richiamo alla Chiesa tedesca”.

E fin qui…comprendiamo in epoca di indignados, l’indignazione di Ratzinger, quello che pero pochi sanno o è sulla tv Slovena;si altro scandalo altri provvedimenti ...?

Pornografia e chiesa cattolica: Lo scandalo T2

TV via cavo, internet e telefonia. La società T-2 sta sbaragliando la concorrenza. Anche grazie all'offerta di canali dal contenuto pornografico. Niente di strano, se non che proprietaria della T-2 è la chiesa cattolica slovena " TV via cavo, internet e telefonia. La società T-2 sta sbaragliando la concorrenza. Anche grazie all'offerta di canali dal contenuto pornografico. Niente di strano, se non che proprietaria della T-2 è la chiesa cattolica slovena Mentre la Slovenia, in qualità di presidente di turno dell'UE, inaugura alla grande il suo semestre ospitando a Lubiana la Commissione europea e tanti accademici europei per parlare di »Dialogo interculturale«, dietro alle quinte della composita realtà slovena e dei suoi poteri forti, quelli che in questo momento di più condizionano le scelte a lunga gittata del governo in carica, si consuma una paradossale storia di ipocrisia e „doppia morale“. Protagonista è questa volta il vertice stesso della Chiesa cattolico-romana slovena, in particolare la Conferenza episcopale di Maribor. Lo scandalo si chiama T-2, attualmente forse la più popolare società di servizi di telecomunicazione (TV via cavo, internet e telefonia) in Slovenia. La popolarità di T-2, che da più di due anni sta facendo incetta di utenti anche per i suoi prezzi concorrenziali e sin dal 2005 per un'offerta innovativa in internet (sistema VDSL) , è dovuta anche alle sue proposte particolarmente »liberali« dei suoi pacchetti TV. Tra i programmi cui hanno accesso i clienti di T-2 ce ne sono vari di contenuto decisamente pornografico. Pornografia? Niente di strano, niente di particolare; un optional, messo a disposizione dei telespettatori da vari servizi di telecomunicazione. T-2 è semplicemente quello che in Slovenia offre più pornografia. E allora? Non ci sarebbe nulla da obiettare se la triple play T-2 non fosse di proprietà della Conferenza episcopale di Maribor. Proprio così; con una quota di azioni di maggioranza assoluta che la Chiesa cattolica detiene mediante la società finanziaria Zvon Ena, fondatrice e proprietaria di T-2. L'holding Zvon Ena, che ha importanti quote di capitale in diverse e importanti imprese slovene ( Sava Kranj, Helios, Lesnina, Hoteli Bernardin, la Banca di Celje, l'holding Inford, la Krekova družba, l'industria di zinco di Celje ecc.) è per il 52%, con azioni acquistate alla fine del 2005 per un valore di 50 milioni di euro, ma oggi notevolmente lievitate, di proprietà della società »Gospodarstvo Rast« fondata direttamente dalla Conferenza episcopale di Maribor e affidata a Mirko Krašovec, un influente uomo d'affari al servizio del vertice ecclesiastico per promuovere gli interessi economici e finanziari della potente chiesa slovena. Prima dell' offerta di Krašovec la Zvon Ena era di proprietà della Krekova Banka, un'istituzione originariamente legata anch'essa alla chiesa cattolica di Maribor ( Krašovec ne è stato il principale ispiratore). Più tardi la Krekova Banka è stata acquistata dall'austriaca Raiffeisen Zentralbank, ma Mirko Krašovec ha mantenuto il posto di membro del comitato di controllo nella nuova Raiffeisen Krekova, gestendo con particolare destrezza gli interessi della Conferenza episcopale che rappresenta. Dopo due anni di ottimi affari la T-2 e la Zvon Ena sono ora al centro dello scandalo forse più dolente per i vertici della chiesa slovena. L'opinione pubblica è venuta pian piano a sapere che il servizio di telecomunicazioni più popolare e »pornografico« della Slovenia è in mano alla Chiesa cattolica, quella stessa Chiesa che nel paese rimane il principale baluardo della morale cristiana e della famiglia; un baluardo che dai suoi pulpiti lancia strali e anatemi contro decadenza, immoralità e costumi lascivi. Una chiesa decisamente schierata con il conservatorismo di Papa Ratzinger. Ostentando sorpresa – dopo che la prorietà di T-2 era ormai un segreto di Pulcinella – è corso a Maribor persino il cardinale Franc Rode, l'uomo del Papa, il primo cardinale sloveno nella storia, vicinissimo all'Opus Dei, e protagonista tempo fa di una storia di raccomandazioni a favore della società italiana di costruzioni Grassetto in un contenzioso di questa con lo stato sloveno. Il favore glielo chiese allora il cardinale Tarcisio Bertone, oggi Segretario di Stato del Vaticano. Rode è volato a Maribor per raccomandare ai suoi vescovi una soluzione che tolga la chiesa dal pasticcio, magari salvando capra e cavoli. Evidente l' imbarazzo dei prelati sloveni che in due anni »non si erano accorti« che il proprio servizio di telecomunicazioni offriva ai fedeli sei programmi pornografici. E Rode esige che i vescovi si tirino fuori dall'affare e ripuliscano l'immagine della chiesa immacolata. La curia prende qualche giorno di tempo e poi decide di uscire da T-2, ma cercando di salvare per vie traverse i suoi affari, magari pensando a prestanomi e società by-pass che riducano la visibilità del legame tra il vertice cattolico e i programmi pornografici della famosa »triple play«. Insomma, niente più benedizioni dirette al sesso sfrenato in TV.

Eh già, il diavolo si è introdotto dentro la chiesa, per deviarla dal giusto sentiero...peccato che lo si scopre soltanto dopo gli scandali pubblici.


Gianni Sebastian

Fonti
www.osservatoriobalcani.org
Espresso
Corriere
 
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