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"Padre, lei mente". Pedofilia: vittima di don Rassello lo accusa e poi diventa prete, Napoli, l'ex parroco del Rione Sanità condannato a 2 anni e 1 mesi e spedito a fare il prete a Procida

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GalileoGalilei
view post Posted on 19/6/2018, 05:27 by: GalileoGalilei
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rassello accuse o complotto?
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Pubblicato da +blogger / 19.1.09 /
Il 22 Gennaio le ceneri di don Giuseppe Rassello saranno portate da Procida alla Sanità. Centinaia di persone accompagneranno i resti del parroco che per circa 20 anni è vissuto nel rione combattendo la droga, le camorra, le ingiustizie. Attualmente il nome del prete è associato a quello di reato infimo e vergognoso: la pedofilia. Infatti don Rassello fu accusato e condannato per aver “violentato” un minorenne. Le virgolette sono state messe apposta non per accusare o assolvere ma per argomentare ulteriormente una sentenza che, per chi lo ha conosciuto, è assurda e inverosimile. Dalle interviste girate per un documentario che sarà proiettato nei giorni della commemorazione, gli interrogati tracciano un profilo di un uomo e di un prete integerrimo, colto, amante di Dante, dell’Arte e del quartiere. Niente di nuovo per una corretta analisi della sua vicenda giudiziaria. Tutti però nel rione ricordano che il Parroco cacciava via dalla chiesa i camorristi, i venditori di droga, i politici corrotti e tutti quelli che cercavano le “bustarelle”. Ricordano che non volle ricevere un importante uomo politico, non voleva parlare con i consiglieri di quartiere né con i commercianti truffaldini. Tutti ricordano che negli anni Ottanta e Novanta il rione Sanità era al c'entro di una disputa Chiesa – Politica. Nella Basilica di San Severo, quando Padre Giuseppe era viceparroco e il cugino, Don Michele Del Prete, era invece Parroco, entrambi vennero minacciati e accusati di essere i “disturbatori del quartiere”. Il coraggio di don Rassello, sfumato invece quello di Del Prete chiusosi in un silenzio tombale anche in relazione alla vicenda giudiziaria del cugino, sfiorò l’apice quando Michele Santoro con la sua troupe televisiva dedicò un’intera puntata al quartiere Sanità e ad un uomo che dissacrava le ingiustizie in nome di un Dio trafitto da un potere manipolatore. In quegli anni il rione (come oggi d’altronde) era un crocevia di intrecci di voti circoscrizionali e comunali, provinciali e regionali. Il caso volle che subito dopo quella trasmissione di denuncia il Parroco, che da San Severo era stato trasferito alla Basilica di S. M. della Sanità, venne accusato da un quattordicenne, Antonio B.: “ogni tanto faccio i pompini al Parroco”. Inverosimile per centinaia di ragazzi che avevano frequentato don Giuseppe e la sua parrocchia, per quei ragazzi che avevano dormito e passato interi giorni e settimane con lui; assurdo per chi aveva dialogato con un uomo che aveva un’intelligenza al di sopra della media. Ma allora perché fu condannato? E per di più, su quali prove visto che, Antonio B. non aveva subìto violenza fisica? E ancora, perché il ragazzo che accusava Don Rassello dopo poco l’accaduto diventò prete? Certo la difesa fu un po’ scialba visto che un testimone del parroco dimenticò di dire all’avvocato difensore che in passato aveva avuto problemi con la giustizia. Dopo la sentenza don Giuseppe Rassello venne affiancato da don Bruno Forte (oggi vescovo di Vasto, Chieti), uno dei teologi più illustri e importanti d’Italia. Perché un teologo che aspirava alla carica di vescovo di Napoli celebrava la santa messa alla Sanità? Don Bruno Forte non era viceparroco, né frequentava stabilmente il quartiere, ma allora perché affiancò padre Giuseppe? Se da una parte è vero che le sentenze non si commentano (le condanne si basano tutte su prove certe!) altrimenti un potere fondamentale della Costituzione verrebbe meno ai principi cardini, dall’altra parte è altrettanto vero che non sarà stato difficile accusare un uomo di pedofilia in un quartiere ghetto dove l’ignoranza della gente è la causa ultima di centinaia di giornalisti. Non la morte, per chi rompe certi schemi clientelari, ma il marchio mette fine alle illusioni. Se le illusioni di Don Giuseppe Rassello erano di impronta politica, una politica genuina fatta di vangelo e di “allucchi” (grida), di processioni e di indignazione verso chi sfruttava la gente del rione, di dialogo con la persone oneste e di anatemi contro gli ignavi, per dirla in un solo termine, di Teologia della Liberazione, allora era pur vero che il fastidioso prete prendeva le distanze dai piani alti denunciando le ingiustizie attraverso la sua povertà. Un esempio per il purgatorio Sanità ma che non doveva arrivare a vedere la luce bensì doveva fare marcia indietro e riscendere nell’Inferno. E in effetti all’inferno è arrivato, è arrivato perché dopo poco Antonio B. prese i voti di castità, povertà e obbedienza. Questo, cosa avrebbe potuto significare? Che in parte la chiesa era contro di lui? E se sì, perché? Forse perché alcuni religiosi sapevano che il parroco del rione sanità era pedofilo? Forse perché il parroco non faceva distribuire volantini elettorali in basilica? Forse perché dal pulpito Don Rassello faceva nomi e cognomi? [+Blogger]
 
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