Laici Libertari Anticlericali Forum

Catanzaro 11/3/1895. Don Francesco Dalmazzo, salesiano,rettore del seminario, ucciso da seminarista, "infermo di mente". O forse ci furono altre ragioni?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/9/2014, 06:01
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,961

Status:


"infermo di mente". O forse ci furono altre ragioni?

www.diocesicatanzarosquillace.it/al...ile_liceale.htm

Zelante fu anche l'opera del vescovo Bernardino De Riso, grazie all'opera del quale si elevò il livello degli studi. Durante l'episcopato di questo illustre pastore (1883-1900) si registra un fatto gravissimo: dopo tre anni di ottimo rettorato il sacerdote torinese Cocchi, ormai vecchio, aveva dovuto ritirarsi nella città natale. Era stato sostituito dal salesiano Dalmazzo che con i suoi compagni di congregazione si era fortemente adoperato per l'incremento dell'istituzione, sostenuta anche da nuove spese del vescovo. Dopo cinque mesi la vita serena dell'istituto fu turbata dall'uccisione del rettore da parte di un giovane salesiano infermo di mente

http://books.google.it/books?id=z-JPa6d5ub...%201894&f=false

Per dirigere il suo Seminario, chiamò a Catanzaro i Salesiani, ma l'uccisione del rettore da parte di un chierico siciliano gli fece abbandonare il progetto. Lo stesso De Riso rischiò di perdere la vita nell'incidente.

http://biesseonline.sdb.org/1895/189504.htm

Il Sac. FRANCESCO DALMAZZO

Il giorno 27 dello scorso febbraio, una gravissima disgrazia veniva a piombare nella desolazione e nel lutto più profondo l'intiera Società Salesiana con un gran numero di amici , Cooperatori e Cooperatrici. Il telegrafo ci arrecava il ferale annunzio che il nostro carissimo confratello D. Francesco Dalmazzo , ultimamente Rettore del Seminario Vescovile di Catanzaro nelle Calabrie, vittima del proprio dovere, quella sera cadeva mortalmente ferito con un colpo di rivoltella sparatogli contro da mano assassina. Indicibile è lo schianto prodotto da tale annunzio in tutti i suoi confratelli, ne' suoi congiunti ed in quanti avevano il bene di conoscerlo ! Pareva rimanesse un raggio di speranza per salvarlo : ci affrettammo tutti ad innalzare a Dio ed a Maria Ausiliatrice fervide suppliche, perchè si degnassero risparmiarci un'esistenza così preziosa. Ma la ferita era fatale, ed in seguito ad una violenta emorragia il povero D. Dalmazzo rendeva a Dio lo spirito suo alle ore 13,30 del 10 marzo u. s. Le sue prime parole, dopo ricevuto il fatal colpo, furono di perdono per il suo assassino: è questo un segno che Iddio l'abbia accolto nella sua misericordia.

D. Francesco Dalmazzo era nato a Cavour in Piemonte il 18 luglio 1845. Giovanetto venne accolto nell'Oratorio di Torino per frequentare l' ultimo anno di ginnasio, nel qual frattempo, testimone delle meraviglie che andavano operandosi intorno a D. Bosco, s'invogliò di fermarsi con lui per apportare anch'egli il suo sassolino alla grande opera che l'uomo di Dio aveva ideato. E la sua cooperazione non fu certo di poco momento. Giacchè, aperto d'ingegno come era, fin da quando studiava filosofia e teologia, egli sosteneva con onore le cariche di Maestro elementare e di Professore di Ginnasio inferiore e superiore e si preparava agli esami di Magistero e di Professore, di modo che nel 1868, quando venne ordinato Sacerdote, già aveva conseguite parecchie patenti e diplomi che gli davano diritto all'insegnamento, e di poi ottenne splendidamente la laurea in belle lettere. Nel 1872 venne designato Direttore del Collegio Convitto di Valsalice, dove stette fino al 1880; dall'80 all'87 fu mandato a far da Direttore e Parroco del S. Cuore di Gesù e Procuratore Generale della Pia Società Salesiana in Roma; sulla fine dell' 87 inviato speciale a Londra per la fondazione di quella Casa Salesiana; dall' 88 al 94 Rettore della Chiesa di San Giovanni Evangelista in Torino, e dovunque riscuoteva ammirazione e simpatia per parte di quanti lo avvicinavano. Durante tutto questo tempo, sia lungo l'anno scolastico , come nelle vacanze autunnali egli dava, or nei Collegi Salesiani ed or nelle Parrocchie dov' era chiamato , Missioni ed Esercizi Spirituali con gran frutto delle anime. Ultimamente poi per accondiscendere ai desiderii dell'Eccellentissimo Vescovo di Catanzaro, con altri Salesiani era stato colà mandato a prendere la direzione di quel Venerando Seminario, a cui in pochi mesi era riuscito ad aggiungere un piccolo Convitto Ginnasio, e dove lo aspettava una tragica fine.

Povero D. Dalmazzo! Quanti hanno conosciute le tue belle doti di mente e di cuore, piangono ora inconsolabilmente la tua perdita. Ti piangono migliaia di allievi che da te appresero le fonti del sapere; ti piangono un infinito numero di amici e di anime pie che in te trovavano il buon amico, il saggio consigliere, l'esperto direttore, il padre amantissimo; ma piucchè tutti ti piangono i tuoi congiunti, i tuoi Confratelli, la Pia Società Salesiana, che in te ravvisavano un fratello carissimo, un zelante Ministro di Dio, un Superiore amantissimo.

Oh! deh ! dal Cielo dove noi ti crediamo, rivolgi uno sguardo quaggiù per consolarci della perdita che di te abbiam fatto !

A lenire un poco il nostro cordoglio per questa gravissima perdita giunsero al nostro Superiore parecchie lettere d'insigni personaggi, ai quali tutti porgiamo vivissimi ringraziamenti. Tra le tante vogliamo qui riportare quella dell'Arcivescovo di Rossano, come quella che maggior conforto ci ha arrecato in questa dolorosissima occasione.

Rev.m° D. Rua,

Il sacrilego attentato compiuto contro uno dei suoi più cari figli, e che finiva in dolorosa sfatale catastrofe, mi commuove profondamente l' animo , sicchè la penna non si presta ad esprimerle i sentimenti. Adorabili giudizii di Dio ! Ci voleva un battesimo di sangue, perchè la Calabria imparasse a conoscere la Famiglia Salesiana. Ma quanto è crudele questo colpo, quanto deve essere stato amaro al cuore della S. V.!

Il buon Don Dalmazzo, giova sperarlo, è in Cielo, martire del suo dovere e della sua carità. La sua rassegnazione nella morte, il perdono dato al suo uccisore, gli avranno aperte le porte del Paradiso. Ma, ahimè! quanto più grande brilla la sua virtù nel sacrificio, tanto più orrenda apparisce l' iniquità di colui, che ha osato recidere il filo della sua vita, e tanto è più profondo il nostro dolore di averlo perduto. - Dio usi la sua misericordia all'infelice omicida, e conforti la S. V., i desolati Confratelli dell' Estinto, e quanti con loro lo piangono.

Accolga, Rev.mo Padre, l'espressione del mio cordoglio come un segno di quell'ammirabile affetto che da gran tempo mi lega alla S. V., a tutta la Famiglia Salesiana, ed in ispecie al carissimo D. Dalmazzo ora volato al Cielo, e la cui memoria eternamente è impressa nell'animo mio.

Rossano, 14 Marzo 1895.

Devotissimo nel Signore +. DONATO M. DELL'OLIO

ARCIVESCOVO.

Ci riuscirono pure di grande conforto i solenni suffragi a Dio innalzati in molti luoghi per l'anima di questo nostro carissimo confratello.

Anzitutto oltremodo solenni ed imponenti furono gli onori resigli in Catanzaro. Deposta la salma nella Cappella del Seminario, venne suffragata da continue preghiere anche la notte. La mattina del giorno 11 v'intervenne il Capitolo della Cattedrale coi Parroci della città a cantare la Messa, presente cadavere, dopo la quale vi fu il trasporto funebre. Vi presero parte spontaneamente il Sindaco con alcuni Assessori, il Preside del Liceo, il Direttore delle Scuole tecniche, varii Professori ed un gran numero di alunni, essendosi per la circostanza chiuse le scuole. Tenevano i cordoni della bara due Parroci, due Professori del Seminario e due Sacerdoti Salesiani. Dopo, secondo l'uso di quei paesi, veniva un'urna dorata, di cui tenevano i cordoni il Preside del liceo ed altri signori. Una folla faceva ala lungo il prolungatissimo percorso fino alla porta della città, ove il corteo si sciolse e la bara fu posta in un carro funebre e condotta al Camposanto, seguita da gran numero di carrozze. La salma venne posta in apposita nicchia fatta preparare per ordine di S. Ecc. Rev.ma Mons. Bernardo Maria De Riso, Vescovo di Catanzaro. Questa insigne città non poteva in modo più cordiale e solenne onorare il nostro caro estinto.

Al giorno di settima, 16 marzo, si celebrarono solenni suffragi in Torino per l'anima del povero D. Dalmazzo. La chiesa di S. Giovanni Evangelista, di cui egli è stato Rettore per molti anni, parata a lutto con drappi neri a frange dorato ed inargentate, metteva nell'anima mestizia somma, la quale a mille doppi accresceva il cordoglio che già provavamo per una tanta perdita. Nel mezzo sorgeva un magnifico catafalco, ricco di ceri e di motti scritturali, sormontati dal vessillo di nostra S. Religione. Sopra la porta d'entrata leggevasi l'epigrafe seguente : Profondamente addolorati - per l'immatura perdita - del dotto e pio SacerdoteProf. D. Francesco Dalmazzo - già Rettore zelante di questa Chiesa - morto a Catanzaro - Martire del proprio dovere - i Salesiani - con questi solenni suffragi gli pregano la pace eterna. R.I.P. Numerosissimo fu il concorso del clero, della nobiltà e del popolo torinese intervenuto a pregare la pace dei giusti per chi avevano sì bene conosciuto e tanto amato. Vi era un'eletta rappresentanza de' suoi compagni, nè mancava quella degli antichi suoi discepoli. Alle 8 vi fu Messa con Comunione generale, ed alle 10 Messa pontificale. Intorno al catafalco, nei posti riservati eranvi i parenti del defunto, le rappresentanze de' nostri Superiori, de' varii Collegi Salesiani di Torino e del Circolo di S. Luigi Gonzaga con il proprio vessillo abbrunato. I cantori dell'Oratorio eseguirono la grandiosa Messa funebre del Maestro romano Pietro Terziani.

Anche al S. Cuore di Gesù in Roma si fecero pubbliche preci per colui che ne era stato il primo Parroco. I Salesiani ed i varii Circoli e Compagnie parrocchiali vollero rendergli una solenne testimonianza d'affetto e di riconoscenza, mentre ricordavano quanto D. Dalmazzo si era adoperato per migliorare le condizioni di quel rione, e per dirigere a bene i lavori di quella maestosa chiesa.

Gli amici ed i parenti fecero pur celebrare altri solenni funerali: accenniamo solo quello di Testona (Moncalieri) e l'altro della Chiesa di S. Carlo in Torino. Accolga Iddio tutti i suffragi che da ogni parte s'innalzano per questo nostro amatissimo confratello e superiore, e faccia sì che, adorando noi ora e sempre i suoi imperscrutabili disegni, possiamo un giorno unirci con D. Dalmazzo e con D. Bosco a baciare quella sacra mano che ora abbatte ed ora consola.

Edited by GalileoGalilei - 3/2/2017, 10:49
 
Web  Top
0 replies since 25/9/2014, 06:01   288 views
  Share