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L'Uruguay legalizza la marijuana di Stato. Farmacie prese d'assalto, Permessa vendita e coltivazione. 1 dollaro al grammo

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view post Posted on 1/8/2013, 04:42
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Permessa vendita e coltivazione

L'Uruguay legalizza la marijuana di Stato. Farmacie prese d'assalto

marijuana+420

http://droghe.aduc.it/notizia/legalizzazio...alla_127795.php

URUGUAY - Legalizzazione marijuana. Parte il dibattito alla Camera
31 luglio 2013 18:39

Il dibattito sul progetto di legge per la legalizzazione della cannabis in Uruguay, che farebbe di questo piccolo Paese sud-americano il primo dove lo Stato controllerebbe la vendita di marijuana, e' cominciato oggi alla Camera. Il progetto di legge -che in caso di adozione dovra' poi passare il vaglio del Senato- intende autorizzare la produzione e la vendita di cannabis sotto controllo pubblico. Il consumo attualmente non e' penalizzato in Uruguay, a differenza del commercio. Il testo prevede che lo Stato “assuma il controllo e la regolamentazione dell'importazione, dell'esportazione, della coltivazione, della coltura, della raccolta, della produzione, dell'acquisto, dell'immagazzinamento, della commercializzazione e della distribuzione della cannabis e dei suoi derivati”.
Obiettivo della proposta di legge, depositata durante l'estate del 2012 dalla Presidenza ma elaborato dal Parlamento, dove e' maggioritario il Frente amplio (sinistra, al potere), e' di “minimizzare i rischi e ridurre i danni dell'uso di cannabis”. Lo scopo “non e' promuovere il consumo, perche' questo esiste gia'” ha detto all'inizio della seduta il deputato Sebastian Sabini presentando questa legge voluta dal presidente Jose Mujica. Secondo cui, il testo mira essenzialmente a lottare contro il traffico di droga che “finanzia il crimine organizzato e attivita' illecite come la tratta di persone, la vendita di armi o il riciclaggio di denaro”. Il governo intende anche combattere il consumo della “pasta base”, un derivato a buon mercato della cocaina che provoca molti danni ai consumatori e contribuisce all'aumento della delinquenza in un Paese famoso per la sua trnquillita'. Se il testo sara' approvato, sara' creato un organismo -l'Istituto nazionale della cannabis (INCA)- per gestire la produzione e la distribuzione, e vigilare sull'applicazione della legge. I consumatori che avranno una autorizzazione, potranno acquistare fino ad un massimo di 40 grammi al mese nelle farmacie autorizzate. La legge prevede anche la coltivazione ad uso personale per un massimo di sei piante. La creazione di club di consumatori tra 15 e 45 membri sara' ugualmente autorizzata. La sinistra ha una piccola maggioranza in Parlamento e non e' detto che tutti i suoi appartenenti votino per questa legge, nonostante le molte trattative che ci sono state. Da parte sua, invece, la destra e' unita contro questa legge.

www.activistpost.com/2013/07/urugua...n-approved.html

Wednesday, July 31, 2013
Uruguay Marijuana Legalization Approved in House of Representatives
Activist Post

According to the El Observador, Uruguay's Lower House of Representatives voted to approve a marijuana legalization bill to include regulation for its sale in pharmacies and personal cultivation of the plant.

The House of Representatives approved the regulation of the marijuana market, which can enable its sale in pharmacies and legalize self-cultivation...

...Today, with the bars of the House of Representatives filled with activists for the legalization of marijuana, the government will seek to turn a page.

The reporting member, Sebastian Sabini (MPP), said the bill "seeks to solve the problem of access and insurance mechanisms for users."


"Countries that tested regulations show no increase in consumption and we raised it is one of the most common arguments," said the legislator as a group of schoolchildren watching from the bars. He added that Uruguay "will not freely sell cannabis" but will "establish limitations on their purchase."

Opinion polls seem to show a majority of the population oppose the measure fearing that it will not reduce drug related problems. If the Upper House approves the measure, Uruguay will become the first nation to legalize marijuana use nationwide. Uruguay's president José Mujica has long supported the legalization effort.

Edited by pincopallino2 - 23/7/2017, 07:56
 
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view post Posted on 11/12/2013, 14:33
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/11...-grammo/809172/

Marijuana di Stato in Uruguay, sarà venduta a un dollaro al grammo
Il Senato ha approvato in via definitiva il progetto di legge dopo 12 ore di dibattito. Il presidente José Mujica ha ribadito che l’obiettivo della riforma non è "diventare un Paese del fumo libero", ma piuttosto tentare un "esperimento al di fuori del proibizionismo, che è fallito" per riuscire a "strappare un mercato importante ai trafficanti di droga"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 dicembre 2013Commenti (707)
Marijuana di Stato in Uruguay, sarà venduta a un dollaro al grammo
Più informazioni su: Droga, Jose Mujica, Legalizzazione Droghe Leggere, Marijuana, Uruguay.

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Marijuana di Stato. Il Senato dell’Uruguay ha approvato in via definitiva il progetto di legge che prevede che sarà lo Stato a farsi carico della produzione, distribuzione e vendita della marijuana, dopo una lunga giornata di dibattito, durata oltre mezza giornata.

La norma è stata approvata con i soli voti del Fronte Ampio – la coalizione di sinistra al governo a Montevideo – mentre i partiti dell’opposizione si sono opposti alla storica riforma, con un risultato di 16 voti a favore e 13 contrari, su un totale di 30 seggi (uno dei senatori dell’opposizione era assente). La legge prevede la creazione di un Istituto di regolamentazione della cannabis (Inc), che concederà licenze ai privati per la coltivazione delle piante da parte di singoli (massimo sei piante a testa), associazioni di consumatori (massimo 45 soci e 99 piante) e produttori più importanti, che venderanno la marijuana attraverso una rete di farmacie autorizzate, per un massimo di 40 grammi mensili a persona. Non sarà possibile la vendita agli stranieri.

Per rendere possibile il controllo del mercato della marijuana sarà creato anche un registro di consumatori, la cui privacy sarà garantita dalle norme già esistenti in materia di protezione dei dati. Il presidente José Mujica ha ribadito che l’obiettivo della riforma non è “diventare un Paese del fumo libero”, ma piuttosto tentare un “esperimento al di fuori del proibizionismo, che è fallito” per riuscire a “strappare un mercato importante ai trafficanti di droga”.

Lo stesso Mujica ha anche ammesso che “forse l’Uruguay non è pronto per questa esperienza”, come dimostrano i sondaggi, secondo i quali oltre il 60% dei cittadini si oppone alla riforma, e gli argomenti dell’opposizione, che denuncia il rischio di aumento del consumo di cannabis e la possibilità che il piccolo paese diventi una meta del “turismo della canna”. A queste obiezioni di fondo se ne aggiungono altre di tipo formale, che potrebbero motivare una dichiarazione di inconstituzionalità della legge. Passato l’iter parlamentare, l’anno prossimo si passerà alla prova dei fatti. Responsabili del governo hanno detto che la produzione e la vendita della marijuana di Stato sarà pronta verso giugno o luglio, e hanno garantito un prezzo competitivo con quello del mercato illegale: un dollaro al grammo.

I senatori del Fronte Ampio hanno argomentato, durante le dodici ore che è durato il dibattito, che la riforma rappresenta un punto di equilibrio fra la proibizione e la legalizzazione del cannabis, attraverso la regolamentazione e il monitoraggio del ciclo produttivo della marijuana in ognuna delle sue fasi.

L’opposizione, da parte sua, ha sostenuto che la legge approvata rappresenta una chiara violazione dei trattati internazionali in materia di droghe, presenta grosse difficoltà di implementazione e potrebbe risultare incostituzionale, perché prevede la creazione di un organismo statale, l’Inc, meno di un anno prima delle elezioni politiche e presidenziali previste per novembre del 2014, il che è proibito dalla carta magna uruguayana.
 
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view post Posted on 23/7/2017, 06:54

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http://www.repubblica.it/esteri/2017/07/22...tato-171361321/

Marijuana scontata in farmacia. Uruguay, a ruba l'erba di StatoMarijuana scontata in farmacia. Uruguay, a ruba l'erba di Stato
Marijuana in vendita libera in Uruguay (ap)
In vigore legge voluta da Mujica. La droga libera costa un euro a grammo

di DANIELE MASTROGIACOMO
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22 luglio 2017
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RIO DE JANEIRO. Da tre giorni la marijuana è libera in Uruguay. Si vende nelle farmacie e costa pochissimo: poco più di un euro al grammo. Si può produrre in casa, si può fumare alla luce del sole. Tranne nei luoghi pubblici dove è proibito anche per tabacco e derivati. Naturalmente non lo possono fare tutti. Il piccolo paese sudamericano non è il paradiso dei consumatori. Non ha alcuna intenzione di diventare l'Olanda del Sudamerica. Ha le sue regole, limiti, divieti e controlli. Ma l'entrata in vigore della seconda parte della legge promossa nel 2011 da Sebastián Sabini, deputato del Frente Amplio, il blocco della sinistra da 15 anni al potere e appoggiata dall'ex presidente José "Pepe" Mujica, ha trasformato l'Uruguay nel primo paese al mondo che detiene il monopolio completo delle foglie della pianta. Lo Stato controllerà la qualità del prodotto e la sua distribuzione. Una garanzia, nelle intenzioni dei promotori, nei confronti dei "tagli" spesso tossici e del mercato illegale che alimenta la criminalità.

Non mancano tuttavia le critiche da parte dei proibizionisti. Pedro Martínez, proprietario di una farmacia di Montevideo che non ha aderito al programma, spiega così i suoi timori: "Con l'erba libera si aprono le porte alle altre droghe. Chi non ci dice che dopo si arriverà a vendere anche la coca, l'ecstasy, la metanfetamina? ".

La maggioranza dei 3,4 milioni di uruguayani resta comunque convinta che si tratti di una scelta positiva. Sono almeno dieci anni che il paese discute sul tema. Fino agli albori del nuovo secolo, l'Uruguay era percorso dal traffico di stupefacenti come il resto dei paesi del Continente sudamericano. Ma essendo piccolo e fuori dalle rotte tradizionali, finiva per essere inondato da merce di pessima qualità. Soprattutto di pasta base della coca. Costava poco, arrivava dalla Bolivia, veniva fumata per stordirsi negli anfratti di Montevideo.

José Mujica decise di troncare questa piaga e suggerì ai parlamentari del suo partito di liberalizzare la marijuana. I dati sul consumo, gli dicevano che almeno 120 mila suoi concittadini si concedevano uno spinello di tanto in tanto. Che un giovane su 3, a Montevideo, fumava erba nel fine settimana. Che il 90 per cento della droga richiesta dal mercato interno era la marijuana. Che il suo business si aggirava su 30 milioni di dollari l'anno.

Il dibattito fu ampio e anche contrastato. Nel dicembre del 2013 si decise così di approvare una legge che andasse per gradi. Nella prima fase venne depenalizzato il suo uso. Si evitò di continuare a riempire le carceri di consumatori e piccoli spacciatori e si iniziò a prosciugare l'acquario in cui sguazzavano narcos e sicari. Solo due anni fa si decise di procedere alla fase due: la piena legalizzazione. Anche per scopo ricreativo.
La nuova legge è chiara: l'erba si compra in farmacia, lo può fare un cittadino uruguayano o un residente abituale e tutti devono registrarsi in un apposito libro. Per dimostrare la propria identità si usa l'impronta digitale. Si possono comprare fino a 40 grammi al mese per 45 dollari: un quinto del prezzo sul mercato clandestino. La qualità è garantita dallo Stato. Chi vuole coltivarla a casa ha diritto a sei piante per uso personale. Ma devi essere iscritto nel registro. Oggi sono già settemila.

Il laboratorio uruguayano stimola molti paesi del Continente. Dopo aver chiesto all'Onu di rivedere la sua politica sulla droga e aver ottenuto solo vaghe risposte, molti Stati hanno deciso di agire in modo autonomo. Così, il Messico ha legalizzato la coltivazione personale in piccole quantità; la Colombia ha avviato la produzione per scopi medici; Il Canada ha in programma di liberalizzarla nel 2018.
 
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view post Posted on 7/11/2018, 09:36

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www.repubblica.it/esteri/2018/04/2...uana-194894118/

Uruguay, caos per la marijuana legale: poca produzione e troppa richiesta, lunghe code e aziende in tilt
Prezzo basso e sostanze "adatte a tutti", lo Stato non riesce a far fronte all'aumento dell'80% degli iscritti alle liste che consentono di accedere alle farmacie autorizzate alla vendita. Ma il mercato nero continua a prosperare

di DANIELE MASTROGIACOMO

26 aprile 2018

Uruguay, caos per la marijuana legale: poca produzione e troppa richiesta, lunghe code e aziende in tilt
RIO DE JANEIRO – Poca produzione, troppa richiesta. A meno di nove mesi dall’entrata in vigore della legge che liberalizza la marijuana, l’Uruguay si accorge di essere in difficoltà. È aumentato dell’80 per cento il numero degli iscritti alle liste speciali che consentono di accedere alle 12 farmacie (5 a Montevideo) che hanno accettato di vendere l’erba prodotta, gestita e distribuita direttamente dallo Stato. Si calcola che ogni 100 abitanti del piccolo paese sudamericano 1 faccia uso di marijuana anche per scopi terapeutici. Stando ai registri ufficiali il numero degli iscritti avrebbe superato i 23.000 autorizzati all’acquisto.

Da settimane si vedono lunghe file davanti alle farmacie formate da uomini e donne, di ogni età, comunque maggiorenni, che attendono il proprio turno per comprare i 5 grammi stabiliti dalla legge. L’attesa è dovuta alla penuria delle produzioni previste (4 tonnellate l’anno per soddisfare 8.333 clienti) che si esauriscono troppo presto. Capita spesso che chi arriva al bancone si sente rispondere che l’erba è finita. Si è così cominciato a distribuire dei numeretti con i quali si prenota la propria bustina e si salta la fila il giorno stabilito. I turni di distribuzione sono saliti a due: alle 9 del mattino e alle 4 del pomeriggio. In quegli orari si assistono alle lunghe file che possono snodarsi fino a quattro palazzi.

Una delle grandi preoccupazioni, quando è stata varata la legge, era legata alla sicurezza. Si temevano assalti o rappresaglie dei narcos spiazzati dalla liberalizzazione. In realtà, confessano molti titolari delle farmacie, il problema è il mancato rifornimento. La domanda ha superato quasi del doppio l’offerta e la produzione delle piccole industrie non regge il ritmo.

Unico paese al mondo in cui lo Stato gestisce la vendita dell’erba e dove i telegiornali indicano, tra i valori borsistici, anche le variazioni del prezzo della marijuana, l’Uruguay sembra aver superato indenne una delle prove più difficili. Studi del settore, come le inchieste di Monitor Cannabis, dell’Università Cattolica, dell’Otr dell’Uruguay e della California o dell’impresa Factum, sostengono che cala anche la sfiducia verso la liberalizzazione: nel 2002, quando si iniziò a parlare del progetto, il 70 per cento era contrario; oggi un 44 per cento è favorevole e un 41 resta critico.

Il successo è dovuto anche ai paletti disposti dalla legge. Gli stranieri non residenti non possono accedere all’erba legale; si è evitato così di trasformare Montevideo nella Amsterdam del Sudamerica con i coffee shop invasi ogni weekend da migliaia di turisti alla ricerca dello sballo. Ma ad influire è anche il tasso di THC, la sostanza psicoattiva della cannabis, che nelle farmacie non supera il 9 per cento. Un’erba dolce, non violenta, adatta a tutti e in ogni circostanza, dicono gli assuntori in fila.

C’è infine il prezzo che fa la sua parte: 200 pesos, 6 euro, per cinque grammi. Tutto questo, secondo la polizia, non ha disarmato il mercato nero. Restano attive le “bocche da fumo” dove si può comprare l’erba illegale, con un tetraidrocannabinolo che raggiunge il 30 per cento. Arriva dal Paraguay. Costa anche tre volte meno ma è cattiva.

https://it.euronews.com/2018/01/10/uruguay...-primo-bilancio
In Uruguay la legalizzazione della cannabis ha già dimezzato il mercato nero
in Cannabis / High times — 26 luglio 2018
Era il 19 luglio 2017 quando in Uruguay entrava in vigore la vendita al dettaglio di cannabis nelle farmacie. Un anno dopo il governo annuncia che il 55% dei consumi di droghe leggere è gestito dal mercato legale, sottraendo così oltre la metà degli introiti alle organizzazioni criminali.

L’Istituto per la regolamentazione e il controllo della cannabis ha pubblicato un rapporto che fa il punto sui risultati raggiunti dal primo stato al mondo ad aver messo fine al proibizionismo per volere dell’ex presidente Jose Mujica. Secondo l’ente statale 24.324 persone si sono registrate per poter acquistare la cannabis in farmacia. A queste vanno aggiunte le 8.583 che praticano l’autoproduzione (anch’essa ammessa con l’iscrizione a un albo) e i 2.339 membri dei 91 cannabis social club presenti nel paese.

La legalizzazione uruguayana è fortemente controllata dalla Stato che si fa garante attraverso dei concessionari della produzione della cannabis con cui rifornire le farmacie, per la coltivazione ad uso personale invece basta un’autodichiarazione, così come per i cannabis social club che hanno alcune regole semplici da rispettare oltre che l’obbligo di sottoporsi a verifiche ogni volta le forze dell’ordine lo richiedano.

La cannabis nelle farmacie viene venduta a poco più di un euro al grammo, un prezzo di costo che ha l’unico obiettivo di sottrare terreno al mercato criminale. Le differenze con le legalizzazione capitalistica di stampo Usa sono evidenti ma i risultati dal punto di vista della riduzione dei reati legati alla droga molto simili.

Lo stato uruguaiano sta anche monitorando attentamente gli effetti della legalizzazione sui consumi e sulla salute pubblica. I primi risultati – diffusi durante l’Expocannabis Uruguay svoltosi lo scorso mese di dicembre – hanno testimoniato che nessun aumento dei consumi di cannabis è stato rilevato, così come non si sono verificati problemi per la sicurezza e la salute pubblica, mentre il moltiplicarsi delle informazioni e di dibattiti pubblici sul tema delle droghe in generale, ha aumentando la consapevolezza dei cittadini sull’argomento.



www.lastampa.it/2018/09/17/esteri/...aN/premium.html

l’Uruguay ha battuto i narcos
Emiliano Guanella
MONTEVIDEO | 17 Settembre 2018
AP
Due ragazze si fanno un selfie in uno stand della fiera della cannabis a Montevideo

Cinque anni fa entrava in vigore la legge sul consumo di cannabis. Lo Stato controlla la distribuzione e i prezzi, ridotta la vendita illegale
REPORTAGE


Il giorno più affollato della settimana nella farmacia Camano, nel tranquillo quartiere di Pocitos, è il giovedì, subito dopo mezzogiorno. La "marijuana di Stato" arriva la notte prima, uno stock di trecento bustine che vanno a ruba in poche ore.

Il primo a comprare è un ragazzo con lo skate, poi una giovane che viene con borse della spesa e la figlia in braccio, l'impiegato di banca che esce in pausa pranzo e così via. Per tutti vale lo stesso procedimento; si mette l'indice su una macchina che riconosce l'utente autorizzato a comprare fino a due buste di 5 grammi ciascuna di marijuana, di tipo normale o "indica". Costano 240 pesos uruguaiani, poco più di 6 euro, l'anonimato è garantito.

La vendita di cannabis in farmacia è stata l'ultima tappa d'attuazione della legge promulgata nel 2013 sotto il governo di Pepe Mujica, che ha trasformato il piccolo Uruguay nell'unico Paese al mondo dove lo Stato assume il controllo del commercio di marijuana. Qualsiasi maggiorenne ha tre forme di procurarsi l'erba; in farmacia, associandosi ad un club di amanti della cannabis o coltivandola in casa, fino a sei piante. Solo una trentina delle mille farmacie uruguaiane hanno accettato di vendere il nuovo prodotto.

Martin, della Camano, ammette di aver perso vecchi clienti scandalizzati nel vedere le cartine per gli spinelli a fianco di aspirine e antibiotici. "Ho voluto provare a vedere cosa succedeva e dopo un anno non mi posso lamentare. All'inizio ci sono stati dei problemi, la domanda superava l'offerta, ma adesso il sistema funziona". Anche i consumatori sono soddisfatti. "Oggi - spiega uno di loro - è molto più sicuro di prima, quando dovevi rivolgerti ad uno spacciatore; lui poteva essere armato o poteva arrivare la polizia e finivi nei guai".

All'Ircca, l'Istituto statale creato ad hoc per regolare la vendita e distribuzione mantengono aggiornati i numeri degli utenti: oggi oltre 26.000 persone comprano in farmacia, quasi 7.000 coltivano in casa, i club di aficionados sono 104, con una media di trenta soci ciascuno. "Precisiamo - spiega il direttore Martin Rodriguez - che non è lo Stato a produrre, ma delle imprese private che hanno ottenuto la licenza per farlo. Noi controlliamo la qualità, la distribuzione e puniamo eventuali abusi".

Due mesi fa è stato chiuso un club a Punta dell'Este che offriva degustazioni a estranei, come se fosse un coffe shop. La legge è nata per spezzare la catena del narcotraffico. Secondo il governo almeno il 30% del totale della vendita di marijuana è stato assorbito dalla via legale. "Il nostro obbiettivo - spiega il Segretario nazionale sulla droga Diego Olivera - è arrivare al 100%, non lasciare più spazio alla vendita illegale".

Ci sono, però, degli effetti collaterali che iniziano a preoccupare la popolazione. Nel primo semestre di quest'anno gli omicidi sono aumentati del 66%, quasi la metà sono da attribuire a conflitti fra gang di delinquenti per il controllo del territorio di fronte alla diminuzione della richiesta. Su questo l'opposizione di destra attacca il presidente socialista Tabaré Vasquez, che si rifiuta di adottare misure straordinarie come l'impiego delle Forze Armate.

Sulla marijuana, comunque, non si torna indietro. L'opinione pubblica, all'inizio scettica sulla legge è oggi sostanzialmente favorevole ed esiste anche un discreto indotto fatto di negozi specializzati per i cultori della materia, corsi per la coltivazione fai da te e così via. La consegna a domicilio Uno dei club più rinomati di Montevideo è il "Golden Leaf".

La loro sede è in uno scantinato davanti al palazzo del Municipio, i soci pagano 120 euro al mese per avere un prodotto che, assicurano i due fondatori poco più che ventenni, è di primissima qualità. "Molti di loro sono avvocati, medici, liberi professionisti che non hanno tempo di coltivare né voglia di andare in farmacia; gli portiamo l'erba a casa, 40 grammi al mese, e ci teniamo alla loro opinione, soddisfatti o rimborsati".

A fine giornata, i fiori secchi tenuti in fiaschetti di vetro vengono pesati e poi rinchiusi in una gabbia di ferro con un sistema d'allarme per evitare furti. Un caveau pieno d'erba nel paese-laboratorio di quello che potrebbe essere, se la marijuana fosse legalizzata a livello globale, uno dei grandi business del futuro.

Edited by pincopallino2 - 7/11/2018, 09:58
 
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