Laici Libertari Anticlericali Forum

da cosa dipende la differenza tra noi e gli islamici

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pippo777
view post Posted on 8/2/2007, 18:29




e i popoli di altre culture e altre religioni ???
io credo dipenda dal fatto che dopo l'illuminismo e il comuinismo abbiamo avuto scuole statali e laiche aperte anche ai meno abienti e sino ai più alti gradi dell'ìistruzione.
........ se avessimo continuato ad avere scuole gestite dai preti e aperte solo ai ceti più ricchi saremmo ancora accendendo i roghi per le streghe.
 
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M7317
view post Posted on 8/2/2007, 18:59




Io non vedo la differenza tra tot caproni che si strappano i capelli in una chiesa urlando "Santa Rosalia!" e altrettanti tot caproni che stesi su un tappeto si inchinano ad allah...se non per il fatto che i primi sono nati e cresciuti nella loro terra, i secondi invece lo fanno a casa altrui.
Forse anche che i primi sono solo degli ignoranti, i secondi invece usano la religione come elemento di coesione e raduno per tramare contro chi li ospita, ma di questo non ne sono sicuro, potrebbe anche essere una favola mediatica.
In ogni caso mi fanno schifo entrambi.
Di più chi ha la faccia tosta di trasferirsi in patrie altrui e dettare leggi medievali.
 
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denty
view post Posted on 14/2/2007, 16:39




non è a mio parere una questione di credo religioso ma di cultura...evidentemente il nostro vissuto ci ha trainato in una cultura liberale e democratica...loro no...basta vedere che una donna viene lapidata per aver tradito il marito...quello che manca all'Islam sono i diritti civili e la democrazia...e per questo è incompatibile con la nostra cultura...non certo per la religione...da anticlericale sarebbe la mia ultima preoccupazione
 
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Scarpia
view post Posted on 14/2/2007, 17:16




Non vedo grossa differenza tra i tre monoteisti, come vedo continuità con riti e culti arcaici e pagani (i flagellanti da dove derivano? E le edicole ornate di fiori che talvolta vediamo in strada non erano 2000 anni, assieme alle statuette col cero in alcune case, i Lari e i Penati? e Allah non era il nome del dio venerato dalle tribù pre-maometto?)

Semplicemente le altre culture sottoposte alle religioni acristiane non hanno avuto quel benefico motore che furono la ricerca, la sperimentazione e l'innovazione. Furono poi le loro applicazioni pratiche a far nascere quei moti cultural-sociali che hanno porta l'Europa dove è oggi.

La società europea venne bloccata per mille anni e, a mio parere, due eventi furono il fiocco di neve che avviarono la valanga:
la pubblicazione di "Repubblica" nel Rinascimento (libro che i preti avevano occultato)
la scoperta della stampa (quindi il saper leggere da semplice -sebbene utile- vezzo diventava uno strumento per poter apprendere informazioni che, grazie all'invenzione di Gutenberg, veniva velocemente riprodotta e fatta circolare. Altro che gli amanuensi!)
E di la è iniziato tutto, ed era irreversibile che influenzasse le menti e le portasse ad elaborare conclusioni e soluzioni.

Ma come pretende Ratzy di imporre un unico pensiero? Anche volendo non ci riuscirebbe, sarebbe come se io facessi un golpe e proponessi il ritorno alla società come era nel XVI secolo!).
Anche in materia religiosa oggi -a differenza di ieri- esiste la possibilità di scegliersi una fede. Grazie a letture (un tempo proibite), viaggi (oggi economicamente e logisticamente accessibili), e quant'altro gli europei visitano e conoscono, e alcuni si fanno sedurre da dottrine lontane dalla cosidetta tradizione e giungono a farle proprie.

E anche se scegliessimo tutti di aderire alla reazione Ratzingeriana, questa durerebbe pochissimo e avrebbe esistenza travagliata.

Accanto alla cultura dei libri esiste la cultura pratica.
Quando qualche secolo fa un oscuro contadino si trasformò in artigiano o in operaio, involontariamente iniziò a trasformare la propria coscienza.

Questo è nato in Europa, quindi lo abbiamo nelle nostre radici (ahahahah), il battesimo lo abbiamo fatto con la Rivoluzione Francese, con la Rivoluzione Industriale abbiamo fatto la prima comunione, con il repubblicanesimo, il socialismo, il liberalismo ecc. abbiamo fatto la cresima.
Vero, esistono zone dell'Europa dove questo non è stato assimilato o non è stato ben assimilato.

Per esempio, la fascia balcanica è stata estranea a questo processo, poichè esclusa dal contatto e dal rapporto con i paesi più avanzati e, per via del dominio ottomano, più vicini al Cairo che a Parigi.
Come pure l'Europa slava-orientale, dove l'illuminismo restò relegato in ambienti elitari anchè perchè non trovò una borghesia in grado di impossessarsene e farli conoscere ai ceti ancora più bassi.

Il mondo islamico non ha avuto questa esperienza, e quelle che erano spontaneamente sorte si sono esaurite per moltissimi motivi.
QUesto non vuol dire chi siano irrimediabilmente scemi o destinati a restare sotto il tallone clericale. Del resto, fino agli anni 70 molti paesi arabi erano laici, divisi in filooccidentali o filosocialisti.

Forse il problema è che per loro rappresenta una cultura di importazione, e ancora legati a tradizioni locali e nazionalismi vari non la guardano come un possibile strumento di cui impossessarsi, ma come una imposizione che, qelle volte che decidono di servirsene, debbono comunque adattarla (snaturandola) al sentimento comune .
Ma anche questo è un già visto.
RIcordiamoci che quando le armate napoleoniche portarono per l'Europa i principi dell'89 (seppure adattati al bonapartismo, cioè il recupero parziale di un sistema prerivoluzionario) si ritrovarono contro i popoli, e gli stessi francesi esultarono al ritorno di Luigi XVIII.
Ma pochi anni dopo la fine dell'esperienza napoleonica (e rivoluzionaria), proprio in quei paesi che avevano violentemnete rigettato i principi dell'89 sorsero reazioni di popolo che proprio a quei principi, nel frattempo assimilati e fatti propri, si richiamavano.

Secondo me questo accadrà anche in quei paesi.
E nel fanatismo esasperato verso cui vengono spinte quelle masse ci vedo proprio il timore delle oligarchie e dei mullah di dover affrontare qualcosa che non potranno evitare.
Sono anche dell'opinione che non dovremo aspettare tanti anni.
In Iran esiste una parte della società che è "democraticamente ispirata" e che prima o poi riuscirà a ridimensionare quei quattro zozzoni con le barbaccie, in Arabia Saudita una feroce repressione impedisce ogni azione politica (anche non violenta) a chi mette in discussione quell'assetto sociale.
E lo stesso vale anche per gli altri.
 
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Sinopia
view post Posted on 15/2/2007, 18:53




Dal momento in cui dal punto di vita teologico e dogmatico i tre monoteismi abramici sono molto simili, per una persona poco colta quasi identici e interscambiabili, è ovvio che le differenze possono solo nascere da differenze relative alla cultura che si sviluppa attorno ad un popolo che pofessa una religione.
Per me uno dei primi punti di differenzazione, poco conosciuto a più, accadde al VIII Concilio di Nicea del 798, in cui fu permesso agli ortodossi e ai cristiani il raffigurare Gesù e i Santi, cosa che crea una profonda differenza culturale (pensate all'arte occidentale cosa sarebbe se questo divieto fosse continuato).
Da questo periodo in poi si assiste alla fioritura della cultura arabo-islamica, nelle scienze, nella medicina, nelle infrastrutture igieniche, l'astronomia, con l'apice nel '300.

Guardandola oggigiorno la più lampante differenza tra i popoli a maggioranza cristiana e quelli a maggioranza islamica (mi limito a questi per ignoranza nei confronti degli altri) è che se la nostra cultura, ora mi riferisco a quella europea considera nelle sue basi sia S. Agostino che Galeno, S. Franceso e Giotto,Kant, Hegel e S. Teresa, Montessori e Don Milani (per non parlare di Palladio, Pasteur, Darwin, Diderot e D'Alambert, Voltaire, etc), la cultura islamica ha accantonato l'importanza che ha avuto la sua produzione culturale, scientifica e artistica, che eppure è vastissima -e personalmente molto bella- e ha posto come unica base identitaria la religione. Probabilmente oggigiorno un ateo che vive in un paese a maggioranza islamica (sempre che ne esistano) si sentirà meno appartenente alla sua comunità per questa mancanza.
Mentre un europeo ateo potrà sempre sentire la propria appartenenza al proprio continente e alla propria nazione, perché oltre alla religione ha la possibilità di rispecchiarsi in molti altri elementi identitari (appunto, scienza, cultura, politica, arte, etc).
Per questo mi fa molta paura la possibilità di una revisione della Costituzione Europea e la possibilità che in questa sia aggiunta la postilla sul cristianesimo come base della cultura europea, perchè se è innegabile che questa abbia un suo ruolo importante, non è certo il nostro unico elemento di identità.
 
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Arammigu
view post Posted on 17/2/2007, 18:58




CITAZIONE (Scarpia @ 14/2/2007, 17:16)
Non vedo grossa differenza tra i tre monoteisti, come vedo continuità con riti e culti arcaici e pagani (i flagellanti da dove derivano? E le edicole ornate di fiori che talvolta vediamo in strada non erano 2000 anni, assieme alle statuette col cero in alcune case, i Lari e i Penati? e Allah non era il nome del dio venerato dalle tribù pre-maometto?)

Semplicemente le altre culture sottoposte alle religioni acristiane non hanno avuto quel benefico motore che furono la ricerca, la sperimentazione e l'innovazione. Furono poi le loro applicazioni pratiche a far nascere quei moti cultural-sociali che hanno porta l'Europa dove è oggi.

La società europea venne bloccata per mille anni e, a mio parere, due eventi furono il fiocco di neve che avviarono la valanga:
la pubblicazione di "Repubblica" nel Rinascimento (libro che i preti avevano occultato)
la scoperta della stampa (quindi il saper leggere da semplice -sebbene utile- vezzo diventava uno strumento per poter apprendere informazioni che, grazie all'invenzione di Gutenberg, veniva velocemente riprodotta e fatta circolare. Altro che gli amanuensi!)
E di la è iniziato tutto, ed era irreversibile che influenzasse le menti e le portasse ad elaborare conclusioni e soluzioni.

Ma come pretende Ratzy di imporre un unico pensiero? Anche volendo non ci riuscirebbe, sarebbe come se io facessi un golpe e proponessi il ritorno alla società come era nel XVI secolo!).
Anche in materia religiosa oggi -a differenza di ieri- esiste la possibilità di scegliersi una fede. Grazie a letture (un tempo proibite), viaggi (oggi economicamente e logisticamente accessibili), e quant'altro gli europei visitano e conoscono, e alcuni si fanno sedurre da dottrine lontane dalla cosidetta tradizione e giungono a farle proprie.

E anche se scegliessimo tutti di aderire alla reazione Ratzingeriana, questa durerebbe pochissimo e avrebbe esistenza travagliata.

Accanto alla cultura dei libri esiste la cultura pratica.
Quando qualche secolo fa un oscuro contadino si trasformò in artigiano o in operaio, involontariamente iniziò a trasformare la propria coscienza.

Questo è nato in Europa, quindi lo abbiamo nelle nostre radici (ahahahah), il battesimo lo abbiamo fatto con la Rivoluzione Francese, con la Rivoluzione Industriale abbiamo fatto la prima comunione, con il repubblicanesimo, il socialismo, il liberalismo ecc. abbiamo fatto la cresima.
Vero, esistono zone dell'Europa dove questo non è stato assimilato o non è stato ben assimilato.

Per esempio, la fascia balcanica è stata estranea a questo processo, poichè esclusa dal contatto e dal rapporto con i paesi più avanzati e, per via del dominio ottomano, più vicini al Cairo che a Parigi.
Come pure l'Europa slava-orientale, dove l'illuminismo restò relegato in ambienti elitari anchè perchè non trovò una borghesia in grado di impossessarsene e farli conoscere ai ceti ancora più bassi.

Il mondo islamico non ha avuto questa esperienza, e quelle che erano spontaneamente sorte si sono esaurite per moltissimi motivi.
QUesto non vuol dire chi siano irrimediabilmente scemi o destinati a restare sotto il tallone clericale. Del resto, fino agli anni 70 molti paesi arabi erano laici, divisi in filooccidentali o filosocialisti.

Forse il problema è che per loro rappresenta una cultura di importazione, e ancora legati a tradizioni locali e nazionalismi vari non la guardano come un possibile strumento di cui impossessarsi, ma come una imposizione che, qelle volte che decidono di servirsene, debbono comunque adattarla (snaturandola) al sentimento comune .
Ma anche questo è un già visto.
RIcordiamoci che quando le armate napoleoniche portarono per l'Europa i principi dell'89 (seppure adattati al bonapartismo, cioè il recupero parziale di un sistema prerivoluzionario) si ritrovarono contro i popoli, e gli stessi francesi esultarono al ritorno di Luigi XVIII.
Ma pochi anni dopo la fine dell'esperienza napoleonica (e rivoluzionaria), proprio in quei paesi che avevano violentemnete rigettato i principi dell'89 sorsero reazioni di popolo che proprio a quei principi, nel frattempo assimilati e fatti propri, si richiamavano.

Secondo me questo accadrà anche in quei paesi.
E nel fanatismo esasperato verso cui vengono spinte quelle masse ci vedo proprio il timore delle oligarchie e dei mullah di dover affrontare qualcosa che non potranno evitare.
Sono anche dell'opinione che non dovremo aspettare tanti anni.
In Iran esiste una parte della società che è "democraticamente ispirata" e che prima o poi riuscirà a ridimensionare quei quattro zozzoni con le barbaccie, in Arabia Saudita una feroce repressione impedisce ogni azione politica (anche non violenta) a chi mette in discussione quell'assetto sociale.
E lo stesso vale anche per gli altri.

ottima analisi,complimenti!
 
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Morghen
view post Posted on 18/2/2007, 17:28




Il futuro di una civiltà libera, progredita e felice consiste anche e soprattutto nel concetto di laicità, ovvero nella piena separazione delle questioni metafisiche spirituali (che sono personali e soggettive) da quelle della politica (che riguardano di fatto tutta la collettività).

Il cristianesimo non è altro che una forma più moderata di islamismo. E' solo più "laiicizzato", ma non ha nessuna qualità in sè e per sè... anch'ìesso si arroga il diritto di mettere la fede (e quindi il fanatismo) al di sopra della Ragione.
Chi dice che l'etica può venire solo dalla religione è un'idiota. Spesso accade il contrario.

 
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Ashmael
view post Posted on 18/2/2007, 17:53




Scusami, ma il critianesimo, rettamente inteso, non ha NULLA a che vedere con quella religione da beduini fanatici che è l'Islam. Il messaggio di Gesù è un messaggio altamente umanitario e laico ("il sabato è fatto per l'Uomo, non l'Uomo
per il Sabato" "Date a Cesare quel che èdi Cesare e a Dio quel che è di Dio"), mentre le menzogne propinate da quel magliaro assassino e pedofilo di Maometto ai suoi barbari seguaci sono solo incitamenti allaconquista, alla razzia e allo sterminio del "nemico" che non si vuol sottomettere. Gesù è com Gandhi e Martin Luther King. Maometto è come Torquemada, Pol Pot e Hitler.
 
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Scarpia
view post Posted on 19/2/2007, 00:28




Se la mettiamo sul piano teorico e dei bei sentimenti, allora anche molte brutture del passato andrebbero salvate.

Peccato che alcuni uomini sono soggetti storici e che la gran massa e oggetto nelle mani di questi soggetti.

In ogni periodo storico le masse e i popoli hanno seguito coloro che fornivano loro un'ideologia grazie alla quale avere una identità (o credere di averla).

Maometto non è come Hitler, Maometto è come Cristo.

Entrambi (ipotizzando che anche Cristo sia esistito, ovviamente come persona) hanno elaborato una teoria perversa, funzionale al potere politico e sociale, utile per il mantenimento dell'armonia tra gruppi sociali con interessi contrapposti.

In Cristo si riconobbero tranquillamente gli inquisitori, coloro che accendevano materialmente i roghi, dittatori feroci, ec.
E le loro vittime spesso rivolgevano l'ultimo pensiero a quel Cristo in nome del quale venivano imolate.

Ancora, in Cristo si riconobbero pensatori indubbiamente illuminati, democratici e persino socialisteggianti.

Lo stesso vale per l'Islam.
Per l'Islam combatteva Saladino, in nome dell'Islam i sultani trucidarono curdi e armeni, in nome dell'Islam addirittura si fecero riforme di vago sapore anticlericale.

Se teniamo l'attenzione sui fondatori di quelle sette cadremo in un giro vizioso che non ci porterà mai a prendere la matassa dalla parte del bandolo.
Il nazismo finì non perchè morì Hitler, ma perchè la Germania venne -anche a calci in culo- denazificata e democratizzata.

Ricordiamoci, che con le bibbie e i corani si giustifica tutto e il contrario di tutto, ci si può permettere di condannare le stragi ma di salvare ed esaltare gli autori.

O si rompe questo giro vizioso, oppure non se ne verrà mai a capo.
E il giorno in cui la laicità si scorderà di limare le unghie e smussare le zanne della religione, questa filamnete potrà tentare di riprendere quel posto e quel ruolo che le spetterebbe in quanto depositaria dell'unica verità assoluta e immodificabile.
 
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view post Posted on 20/2/2007, 14:49
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Condivido gran parte dele osservazioni di Scarpia sugli anticorpi laici e secolari che ha sviluppato la nostra società.

Aggiungo che la riscoperta della tradizione laica e pragmatica della cultura greca e latina hanno contribuito non poco.

Credo che sia stato il progresso scintifico, elaborato dalla nostra civiltà, il vero motore di libertà, perché non solo ha introdotto nuovi strumenti di conoscenza, ma anche un rigorroso metodo ddi indgine e sviluppo del pensiero. Inoltre la ricchezza apportata dalla rivoluzione scientifica rende meno necessario il conforo della superstizione e della religione.
 
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ienapiangens
view post Posted on 31/7/2007, 12:59




La differenza fra cattolici ed islamici è solo quantitativa ma non qualitativa: entrambe le religioni sono integraliste (vogliono che siano sottomessi anche quanti non credono nella loro religone), entrambe sono misogine, sessuofobiche, oscurantiste, antiscientifiche, antievoluzioniste, l'unica differenza è che in occidente non ti ammazzano se dici di non credere in dio o gesù e se non vai in chiesa. Ma ricordate che fino a poco tempo fa ti ammazzavano e come e che continuano ancora oggi ad osteggiare, censurare, schedare chi non la pensa come loro.
Basta ricordare il caso del comico Rivera!
 
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Nutmeg
view post Posted on 7/8/2007, 12:21




teorizzare, sperimentare e cercare di dimostrare.
 
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11 replies since 8/2/2007, 18:29   292 views
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