http://www.uaar.it/news/2006/06/02/polonia...omi-preti-spia/Polonia: no del cardinale Dziwisz ai nomi dei 28 preti-spia
Il cardinale Stanislao Dziwisz, l’ex segretario particolare di papa Wojtyla, ha imposto il silenzio all’ex capellano di Solidarnosc, padre Tadeusz Isakowicz Zalewski, che voleva rendere pubblici i nomi dei 28 preti spie del regime comunista. Tutti sacerdoti che operavano nella diocesi di Cracovia negli anni 80. In una conferenza stampa Zalewski ha informato che ieri mattina gli è stata consegnata una lettera firmata dal cardinale Dziwisz, con la quale, in riferimento al codice del diritto canonico, gli è stato vietato di prendere la parola sulla vicenda dei preti spie e di continuare la ricerca negli archivi del regime comunista, ora in possesso del Istituto della memoria nazionale (Ipn). […]
Fonte: il Manifesto
Che gli scheletri rimangano negli armadi.
http://www.radiovaticana.org/radiogiornale...no/06_06_16.htmCHIESA E SOCIETA’
16 giugno 2006
IL CARDINALE DZIWISZ, ARCIVESCOVO DI CRACOVIA,
CHIEDE PERDONO A QUANTI HANNO SOFFERTO A CAUSA DEI PRETI
CHE HANNO COLLABORATO
CON I SERVIZI SEGRETI DEL PASSATO REGIME COMUNISTA IN POLONIA
CRACOVIA. = “A nome della Chiesa di Cracovia, a tutti coloro che ritengono di aver sofferto ingiustamente a causa del comportamento di alcuni sacerdoti, io chiedo perdono”. E’ quanto ha detto ieri il cardinale Stanisław Dzwisz, durante la celebrazione del Corpus Domini in Piazza Rynek, a Cracovia, riferendosi allo scandalo dei sacerdoti accusati di aver collaborato con i Servizi di Sicurezza del passato regime comunista. L’arcivescovo di Cracovia, il cui discorso è stato spesso interrotto dagli applausi delle migliaia di fedeli presenti, ha sottolineato il fatto che “chiedere perdono include anche la ferma volontà di accertare la verità”, al di là del linciaggio mediatico messo in atto da alcuni giornali che hanno speculato su diversi nomi di “preti collaborazionisti” senza avere nessuna conferma dall’Istituto della Memoria Nazionale (IPN) che custodisce documenti appartenenti anche ai Servizi Segreti del regime comunista.
Recentemente l’ex cappellano di Solidarność, padre Tadeusz Isakowicz – Zalewski, perseguitato dal regime comunista, voleva rendere pubblici 28 nomi di preti collaborazionisti, ma il cardinale Dzwisz, che ha inviato una lettera al sacerdote, si è detto decisamente contrario affermando che la ricerca della verità si deve basare su una accurata ricerca storica. “Questo – ha detto - vuol dire che bisogna parlare sempre di più di quelle persone che hanno diretto questo sistema e non solo delle sue vittime. Questo vuol dire che bisogna chiarire tutte le circostanze che hanno condotto qualcuno a collaborare. Questo vuol dire che bisogna parlare della eroica condotta dei sacerdoti, che hanno sofferto persecuzioni perché non si sono piegati al regime e non hanno voluto collaborare con i Servizi Segreti”. Il porporato ha quindi istituito una Commissione specifica, “Memoria e cura”, che sta analizzando i casi dei sacerdoti diocesani che hanno collaborato col regime comunista. La Commissione dovrebbe pubblicare a breve un “Memoriale”. Il cardinale Dziwisz ha sottolineato che prima bisogna scoprire tutta la verità e solamente dopo, chiedere ai colpevoli un sincero pentimento e una riparazione del male da loro compiuto. Secondo l’arcivescovo di Cracovia la volontà di ricercare tutta la verità non significa - come dicono alcuni - voler fuggire da scomode verità del passato, ma “è una premura per non farsi vincere da semiverità”, perché “le mezze verità non sono mai in grado di liberare l’uomo. Lo possono solamente distruggere”.