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Acireale. Don Carlo Chiarenza è un prete pedofilo, ma scatta la prescrizione, Finta sospensione a divinis. Dice ancora messa nonostante l'allontanamento

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view post Posted on 23/2/2012, 12:30
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Finta sospensione a divinis. Dice ancora messa nonostante l'allontanamento

Chiarenza1


www.cataniaoggi.com/cronache/in-pro...a-catanese.html

23 Febbraio 2012 ore 10:33
"Scandalo pedofilia" nella Chiesa catanese

"Scandalo pedofilia" nella Chiesa catanese

Abusa sessualmente dei bambini della parrocchia per "liberarli" e col tempo "ha fatto carriera ". Con la telecamera nascosta nella sagrestia del potente prete pedofilo. Al momento non sappiamo se si tratta di un Monsignore o di un Arcivescovo. E' certo invece che sul prossimo numero del mensile "S", in edicola dal 25 febbraio, verranno pubblicate tutte le registrazioni del porporato catanese mentre tenta di giustificarsi degli abusi commessi parlando con un suo fedele. Esattamente si tratta di un pilastro della diocesi di Acireale, la più importante della Sicilia orientale.

CLICCA QUI PER IL VIDEO


Il video di Antonio Condorelli, giornalista catanese di "S" che ha lavorato con Andrea Cottone al servizio, mostra alcune parti delle registrazioni e si sente il prete affermare che abusava sessualmente di un bambino per "liberarlo". Secondo quanto riferito dal portale Livesicilia, Condorelli con le telecamere nascoste ha documentato che questo potente prelato "canta ancora messa circondato da bambini".

Una delle vittime, per dodici anni, ha dovuto affrontare la psicoterapia. Anni e anni di colloqui su un lettino per lavarsi di dosso l'orrore. Poi, dopo aver letto su un giornale di un'associazione, "La Caramella Buona onlus", che si occupa di denunciare le storie di abusi sui bambini, ha deciso di raccontare la sua storia: le molestie subite da un prete quando era minorenne. Infine, un giorno dell'anno scorso, ha preso il coraggio a due mani e ha affrontato il suo carnefice registrando una conversazione nella quale il sacerdote ammette i rapporti sessuali (VIDEO). È la storia raccontata in un servizio di Andrea Cottone nel prossimo numero di "S", in edicola da sabato: la storia di Salvo (il nome è di fantasia) e del prete della diocesi di Acireale che ha abusato di lui quando era ancora minorenne. Un caso non isolato.

Già, perché l'associazione "La Caramella Buona" ha raccolto un'altra storia, proveniente dalla stessa parrocchia. A denunciare gli abusi, in questo caso, è una ragazza, che all'associazione ha detto di aver avuto rapporti sessuali completi con lo stesso sacerdote. "Diceva di amarmi - racconta la ragazza -, che quello che aveva provato e provava per me era un sentimento unico, che quello che aveva fatto con me non lo aveva fatto con nessuno, che non poteva fare a meno di vivere senza il mio amore".

Sullo sfondo il muro di "non ricordo" della Chiesa. Alla quale i ragazzi sostengono di essersi rivolti, e alla quale anche la stessa associazione ha scritto: "La Caramella Buona", infatti, si è prima rivolta alla Congregazione per la dottrina della fede, che ha risposto invitando l'organizzazione a scrivere al vescovo. Così è partita una seconda lettera, questa volta indirizzata alla diocesi: la missiva, però, è rimasta senza risposta.

E mentre a Roma si discute, il prete resta fra i bambini. Il sacerdote, infatti, continua a celebrare messa. Antonio Condorelli è andato per "S" nella chiesa del prelato accusato dai due ragazzi: la sua attività prosegue senza cambiamenti, e il prete è spesso circondato dai ragazzini. Nel silenzio generale.

Edited by GalileoGalilei - 5/11/2015, 11:39
 
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http://www.livesicilia.it/2012/02/23/abusi...e-ancora-messa/

LiveSicilia >> Cronaca > "Quel prete abusò di me" La testimonianza choc
“Quel prete abusò di me”
La testimonianza choc
di Redazione
14 commenti
giovedì 23 febbraio 2012
07:32
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Catania, S, sacerdote

Prima, per dodici anni, ha dovuto affrontare la psicoterapia. Anni e anni di colloqui su un lettino per lavarsi di dosso l’orrore. Poi, dopo aver letto su un giornale di un’associazione, “La Caramella Buona onlus”, che si occupa di denunciare le storie di abusi sui bambini, ha deciso di raccontare la sua storia: le molestie subite da un prete quando era minorenne. Infine, un giorno dell’anno scorso, ha preso il coraggio a due mani e ha affrontato il suo carnefice registrando una conversazione nella quale il sacerdote ammette i rapporti sessuali (VIDEO). È la storia raccontata in un servizio di Andrea Cottone nel prossimo numero di “S”, in edicola da sabato: la storia di Salvo (il nome è di fantasia) e del prete della diocesi di Acireale che ha abusato di lui quando era ancora minorenne. Un caso non isolato.

Già, perché l’associazione “La Caramella Buona” ha raccolto un’altra storia, proveniente dalla stessa parrocchia. A denunciare gli abusi, in questo caso, è una ragazza, che all’associazione ha detto di aver avuto rapporti sessuali completi con lo stesso sacerdote. “Diceva di amarmi – racconta la ragazza -, che quello che aveva provato e provava per me era un sentimento unico, che quello che aveva fatto con me non lo aveva fatto con nessuno, che non poteva fare a meno di vivere senza il mio amore”.

Sullo sfondo il muro di “non ricordo” della Chiesa. Alla quale i ragazzi sostengono di essersi rivolti, e alla quale anche la stessa associazione ha scritto: “La Caramella Buona”, infatti, si è prima rivolta alla Congregazione per la dottrina della fede, che ha risposto invitando l’organizzazione a scrivere al vescovo. Così è partita una seconda lettera, questa volta indirizzata alla diocesi: la missiva, però, è rimasta senza risposta.

E mentre a Roma si discute, il prete resta fra i bambini. Il sacerdote, infatti, continua a celebrare messa. Antonio Condorelli è andato per “S” nella chiesa del prelato accusato dai due ragazzi: la sua attività prosegue senza cambiamenti, e il prete è spesso circondato dai ragazzini. Nel silenzio generale.
 
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http://www.agi.it/palermo/notizie/20120224..._apre_fascicolo

PEDOFILIA: DENUNCIA CONTRO PRETE, PROCURA CATANIA APRE FASCICOLO

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18:59 24 FEB 2012

(AGI) - Catania, 24 feb. - La Procura della Repubblica di Catania ha aperto un fascicolo di indagine su presunti atti di pedofilia da parte di un sacerdote, adesso appartenente alla diocesi di Acireale. Gli episodi risalirebbero agli anni Ottanta e ne sarebbe stato vittima un giovane che adesso e' maggirenne e ha deciso di denunciare. L'indagine e' stata disposta dopo che i magistrati di Catania sono stati informati da un cronista catanese che ha raccolto il racconto del giovane e ne ha ricavato un articolo domani in edicola domani su un settimanale. "Ho ricevuto da parte di un giornalista -ha detto il procuratore di Catania, Giovanni Salvi- delle indicazioni sulle quali staiamo lavorando. Si tratta di una denuncia e dunque ho deciso di aprire un fascicolo per approfondire il caso". Titolare del fascicolo e' il procuratore aggiunto Marisa Scavo che coordina il pool di investigatori per il contrasto della pedofilia. (AGI) Ct1/Rap
 
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http://www.livesicilia.it/2012/02/25/pedof...o-il-sacerdote/

Pedofilia nella Chiesa
Rimosso il sacerdote
di Antonio Condorelli
nessun commento
sabato 25 febbraio 2012
18:32
testo Aumenta testo Riduci testo
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chiesa, pedofilia, S, sacerdote

Il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, ha invitato il sacerdote della sua diocesi accusato di pedofilia ad “allontanarsi dalla sua sede”. La richiesta di Raspanti, che ha chiesto al prete di “riflettere e ritirarsi in meditazione”, segue le inchieste di “S”, che nel numero in edicola oggi ha raccolto le testimonianze affidate da due fedeli all’associazione “La Caramella Buona onlus”. Ieri la procura aveva annunciato l’apertura di un’inchiesta, che oggi ha mosso i primi passi.

Raspanti, del resto, si era già detto pronto a “prendere gli opportuni provvedimenti”. E lo ha fatto. Poco più che cinquantenne, con un piglio giovanile, Raspanti, incontrato da “S” e LiveSicilia.it nel palazzo storico della diocesi di Acireale, ha un solo pensiero in testa: “Recuperare le pecorelle che sono state tradite dal pastore che seguivano”. Poco clamore e molta concretezza, mentre ad Acireale prosegue la festa del carnevale, il vescovo – il cui pugno duro è noto per come ha contrastato la mafia nei Comuni di Matteo Messina Denaro – prende da subito le distanze dal prete accusato di pedofilia, che nelle ore di registrazione che “S” ha consegnato ai magistrati è spesso accompagnato da bambini e chierichetti.

Adesso, Raspanti conta di portare la vicenda in Vaticano. Il vescovo di Acireale aveva programmato un appuntamento presso la Santa Sede per la seconda metà di marzo, ma a questo punto, dopo la pubblicazione del servizio giornalistico di “S”, i tempi potrebbero accorciarsi e Raspanti potrebbe completare in un paio di giorni la stesura di una relazione documentata sugli abusi del sacerdote. “Mai prima di adesso – continua Raspanti – ho avuto in mano elementi concreti su abusi sessuali nei confronti di minori nel territorio della diocesi”. Il vescovo, che guida la diocesi di Acireale da 6 mesi, confida di aver sentito “molte dicerie”, ma nulla di concreto.

Chiusa nel massimo riserbo, intanto, la squadra investigativa sulla pedofilia coordinata dal procuratore capo Giovanni Salvi e dall’aggiunto Marisa Scavo, ha acquisito il filmato pubblicato da Livesicilia con le confessioni del sacerdote. Nell’articolo di “S” venivano raccolte le denunce di due fedeli e la conversazione registrata da uno di loro, che ha affrontato il sacerdote e ha inciso su un nastro le ammissioni del prelato. Una parte di quelle ammissioni è disponibile su LiveSicilia, mentre una trascrizione molto più ampia è stata pubblicata sul mensile “S”.
 
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www.lasicilia.it/index.php?id=72487&template=lasiciliait


"Sveleremo il nome del sacerdote pedofilo"



ACIREALE (CATANIA) - La vittima del sacerdote di Acireale, all'epoca dei fatti minorenne e ora un affermato ricercatore scientifico che lavora in un prestigioso istituto di ricerca americano, sarà presto in Italia nella sede dell'associazione "La caramella buona". Il 36enne siciliano racconterà a viso scoperto gli abusi sessuali che avrebbe subito e sui quali la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta. L'associazione annuncia anche che durante l'incontro sarà svelata anche l'identità del sacerdote.

"Apprezziamo molto le parole del vescovo di Acireale e la sua decisione di allontanare il sacerdote, ma soprattutto il riguardo anticipato rivolto alle vittime finalmente un intervento che lascia sperare", dice il presidente de 'La caramella buona', Roberto Mirabile, commentando le dichiarazioni di mons. Antonio Raspanti che è si è detto anche "fiducioso nell'operato della magistratura".
 
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view post Posted on 27/2/2012, 09:05
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http://www.livesicilia.it/2012/02/27/acire...evale-e-omerta/

Domenica ad Acireale fra carnevale e omertà
di Antonio Condorelli

lunedì 27 febbraio 2012
08:07

Negare l’evidenza, fingere di non sapere, e bisbigliare col giornale sotto braccio mentre i carri del carnevale accendono la festa. Ecco la domenica di Acireale dopo la rimozione per pedofilia del principale sacerdote locale. “Il prete pedofilo è stato rimosso do viscuvu”. Non si parla d’altro, ma più che parlare, i cittadini di Acireale bisbigliano. Nella domenica del villaggio, quando i carri del carnevale stanno per iniziare la sfilata, al bar, in piazza e al Comune si parla soltanto del fatto che a cantare messa, in una determinata chiesa, un determinato prete non c’è più.

“L’ho invitato ad andare a meditare e riflettere”, ha detto Sua Eccellenza Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, dopo la pubblicazione del video di Livesicilia ed “S” che contiene soltanto una piccola parte delle dichiarazioni del noto sacerdote registrato da una vittima dei suoi abusi sessuali. Proprio ieri mattina, la registrazione integrale del sacerdote pedofilo, della durata di quasi cinquanta minuti, è stata consegnata da “S” al Vescovo Raspanti, il giorno prima era stata acquisita dalla Procura di Catania che ha aperto un fascicolo sotto il coordinamento del pm Marisa Scavo esperta nel contrasto della pedofilia.

Ma ad Acireale, soprattutto nella zona circostante all’ex chiesa del sacerdote pedofilo, sui tavoli del bar si legge “di nascosto” il quotidiano locale che parla della rimozione del sacerdote. Intervistati, due cinquantenni negano anche l’evidenza: “Noi possiamo sapere quello che dicono i giornali”. Domanda: “E cosa dicono i giornali?”. “Non lo sappiamo, prima c’è la politica, poi il pallone e poi vediamo se c’è qualcosa su Acireale…”. Peggio ancora nella chiesa del sacerdote rimosso. Uno dei fedelissimi sostiene che l’assenza del parroco sia dovuta “a un convegno programmato da tempo”. In sagrestia, uno dei fedeli, “amico di vecchia data del sacerdote”, è convinto che il prete sott’accusa “potrebbe uscirsene dicendo che è stato uno scherzo di carnevale…”. Numerose le insinuazioni e le accuse di alcuni fedelissimi del parroco rimosso contro la vittima degli abusi sessuali che ha registrato la conversazione e, dopo anni di sofferenze, denunciato i fatti con l’associazione antipedofilia Caramella Buona: gliene dicono di tutti i colori.

Stranamente, il principale edicolante spiega che tutti i numeri del mensile “S” “sono stati acquistati alle 6 del mattino da un gruppo di persone”. Il giornale è introvabile, è stato fotocopiato, ma sempre di nascosto. Silenzio. Tutti sanno, tutti fingono di non sapere.
 
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www.livesicilia.it/2012/02/28/si-mu...eale-ci-riceva/

Si muove l’associazione antipedofilia:
”Il vescovo di Acireale ci riceva”
di Redazione

martedì 28 febbraio 2012
12:41


Dopo la denuncia di “S” scende in campo la vittima. Il ragazzo che ha registrato la voce del sacerdote accusato di pedofilia sarà in Italia fra qualche settimana per una conferenza stampa che si terrà nella sede dell’associazione “La Caramella Buona“, che ha raccolto le sue denunce. “Il 36enne siciliano – si legge in una nota dell’associazione – racconterà personalmente, a viso scoperto, la terribile vicenda di abusi sessuali che lo ha visto vittima per anni nei locali di una chiesa della diocesi di Acireale. In occasione di questa importante testimonianza che verrà rilasciata alla stampa italiana ed estera, La Caramella Buona Onlus renderà nota l’identità del sacerdote accusato di pedofilia, invitando altre presumibili vittime a prendere coraggio e a parlare, aiutando il lavoro della magistratura”.

Il presidente dell’associazione, Roberto Mirabile, ha inoltre inviato una lettera aperta al vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, per chiedergli un appuntamento: “Apprezziamo molto le parole del vescovo, la decisione di allontanare il don ma soprattutto il riguardo anticipato rivolto alle vittime – dichiara Mirabile – Finalmente un intervento che lascia sperare. Ora l’obiettivo è superare l’ostacolo della prescrizione attraverso la testimonianza di vicende più recenti”. Per questo l’associazione, che può essere contattata tramite il numero verde 800.311960 e la mail [email protected], lancia un appello ai fedeli catanesi perché denuncino eventuali altri casi nella stessa zona.
 
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www.livesicilia.it/2012/02/29/pedof...rla-la-vittima/

Pedofilia nella Chiesa
Parla la vittima

di Andrea Cottone

mercoledì 29 febbraio 2012
07:46


“Noi non siamo i colpevoli, siamo le vittime e non dobbiamo avere paura. Non c’è nulla da temere, non c’è niente di cui vergognarsi. Per questo lancio un appello a venir fuori perché ci sono tante altre vittime. Rivolgetevi alla Caramella buona, agli investigatori, agli inquirenti”. Salvo ha appena passato il suo primo “week end di liberazione” da quando “S” ha raccontato la sua denuncia sugli abusi subiti dal prete del suo paese. “Mi sento bene, veramente bene” dice e racconta come per lui questo sia stato un atto liberatorio. “Sono venuti fuori i miei pensieri e la mia sofferenza, è come se il mio dolore fosse sceso in piazza. Adesso la verità è fuori e forse ci sarà giustizia. Una gioia che non si può spiegare a parole”. Salvo vive in una sorta di metaforico purgatorio. L’inferno è ormai alle spalle, e il paradiso è lì davanti, condito dalla “consapevolezza che qualcuno si batta per me”.

“Vorrei essere a casa in questo momento – spiega Salvo - dalla mia famiglia dalla quale ho avuto un grande supporto. Sono stati al mio fianco e, quando parlo di famiglia, parlo di quella allargata, i tanti amici che si sono fatti sentire. Nei forum, su Facebook, in tanti commenti lasciati in diversi siti. Li ringrazio, per l’amore e il supporto che mi stanno dando. Gente che non vedo da anni e che oggi mi infonde coraggio. È un grande regalo quello che mi stanno facendo”. E, raccontandolo, mostra una pagina di giornale simulata pubblicata su Facebook in cui campeggia la scritta “Scoppia la città”, con in coda messaggi di solidarietà nei suoi confronti.

Ma, nella giostra dei commenti, c’è anche chi parla di invenzioni, chi difende a spada tratta il prete. Salvo dice che si tratta di “cecità, o meglio, cecità voluta. Ho riconosciuto alcuni dei commentatori, gente che parla così perché ha paura delle indagini e di rimanerci coinvolto. Gente che sa e che non ha mai parlato. Per questo getta fango su di me – continua Salvo – ma io sono pronto a tutto, non ho paura di niente e di nessuno”. Lui ha già deciso di venire allo scoperto, metterci la faccia, tenere una conferenza stampa per raccontare a tutti ciò che ha subito ma, soprattutto, ciò che ancora altri subirebbero. “Perché non sono l’unico, che si sappia. Per questo lancio un appello affinché vengano fuori le altre vittime. Io ho voluto fermare quest’uomo che continuano a vedere portare i ragazzini a mare, in montagna, a cena. Quante ancora ne deve fare?”.

Salvo è convinto che, in paese, tutti sappiano. “Sanno chi sono io, chi è lui. Chi sa, parli. L’omertà della nostra terra deve finire – prosegue – e qualcosa sta cambiando in Sicilia”. E il suo è un caso lampante che spera faccia da apripista. “I giovani sono cambiati – dice – adesso so che è un mondo diverso, che si può lottare per la giustizia. Se fossi a casa, in questo momento, scenderei in piazza con la gente che lotta per la mia causa. Sono orgoglioso di loro. Altri lottano con me e questo mi fa un enorme piacere”. Perché c’è stato chi ha fatto il giro delle edicole per comprare quante più copie di “S” possibile, per toglierle dalla circolazione. Ma c’è stato anche chi ha comprato 20-30 copie e le ha distribuite nei bar intorno alla parrocchia.

E qualcosa, poi, è già successa. Il prete in questione è stato allontanato su iniziativa del vescovo della diocesi di Acireale, monsignor Antonino Raspanti. “È una prima soddisfazione – risponde Salvo – la gente inventa scuse per giustificare la sua assenza, ma ho visto un primo segnale con la Curia che si muove. Loro hanno in mano tutto, oltre le nostre denunce, ci sono molte lettere vecchie. Il vescovo non credo abbia altro potere. Spero che il Vaticano – conclude – si muova coerentemente con quanto postulato dal Papa”.
 
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view post Posted on 29/2/2012, 19:05
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Indagano sul prete pedofilo
e vengono minacciati dai fedeli


CATANIA - Salvo Cutuli e Rosario Nicolosi, giornalista e cameraman dell'emittente televisiva catanese Rei tv, sono stati minacciati e aggrediti verbalmente ieri sera mentre stavano realizzando un servizio davanti al vescovado di Acireale.

Erano andati a parlare con un gruppo di una cinquantina di parrocchiani che da lì a breve avrebbero incontrato il vescovo della diocesi, Antonino Raspanti, per parlare della vicenda del presunto prete pedofilo invitato dal pastore della chiesa acese a lasciare la sua sede dopo la pubblicazione sulla rivista "S" del racconto di un giovane che sarebbe stato molestato dal sacerdote negli anni 80.

Il cronista e il cameraman sono stati circondati da 5 persone e minacciati e oltraggiati: "Questa telecamera te la rompiamo in testa", "Ti veniamo a cercare sino in televisione". Frasi e attimi concitati sono stati registrati dalla telecamera. Il video è stato consegnato al commissariato di polizia dove il giornalista ha presentato la denuncia.

Nei giorni scorsi l'associazione "La caramella buona" ha anticipato che la presunta vittima degli abusi sessuali, all'epoca dei fatti minorenne e ora un affermato ricercatore scientifico che lavora in un prestigioso istituto di ricerca americano, sarà presto in Italia e racconterà a viso scoperto le molestie che avrebbe subìto e sui quali la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta. L'associazione ha fatto anche sapere che durante l'incontro sarà svelata anche l'identità del sacerdote
 
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Identificato il èprete. Si chiama mons Carlo Chiarenza. Lo scopriamo su facebook

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=28...er¬if_t=like

Prima viene chiamato "Padre Carlo"


Michele Alì Che non si parli di pedofilia è un grosso problema, che parte del popolo sia in difesa di Padre Carlo è anche comprensibile. La sua condanna imporrebbe uno scardinamento di fondamenta e non è facile da accettare....credo...
29 febbraio alle ore 7.41 · 8


Poi si dice che faceva il prete era alla chiesa di San Paolo e poi trasferito a quella di san Sebastiano

Rita Napoli
A s.paolo, anticonformismo cos è in una comunità cristiana l anticonformismo? Escalation sociale immaggine quello che si palesava a s. Paolo era questo, interesse personale lo definirei. In quanti sn rimasti a curare la chiesa di quartiere quando fu assegnato a s. Sebastiano ? Beh allora di che targhet si parla? È ovvio che ci sarà poca obbiettività nel pensiero di certi adepti... cm è ovvio che altri cavalcheranno l onda...non ci resta che pregare affinchè chi sa parli!
29 febbraio alle ore 10.01


Poi scopriamo dal sito della diocesi di Acireale che mons carlo Chiarenza è stato prima a san Paolo e poi alla Basilica san Sebastiano, confermando che era stato trasferito nella principale chiesa di Acireale

www.diocesiacireale.it/news.php?idn=108




acireale - Basilica San Sebastiano - 30/09/2010
Presentazione del nuovo libro di Mons. Carlo Chiarenza
Chiarenza1

In Un sogno possibile. Stupore e racconto, recente volume di Mons. Carlo Chiarenza, la narrazione autobiografica si mescola a lettere ed appunti che riguardano alcuni dei problemi più attuali della società e soprattutto della chiesa del nostro tempo. Una presentazione molto partecipata tenutasi presso la Basilica S. Sebastiano lo scorso 30 settembre e che ha visto relazionare sul tema il dott. Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale con un’indicazione puntuale delle linee guida del libro e il prof. Rino La Delfa, preside della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo con una ricca puntualizzazione dei richiami spirituali che l’opera contempla tra le righe di esperienze personali di Don Chiarenza. All’importante evento culturale è intervenuto anche S.E. Mons. Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito di Siracusa, che ha definito l’importanza dell’esperienza della vita parrocchiale vissuta intensamente da Don Carlo nella Comunità Parrocchiale di San Paolo in Acireale “Io direi che questo libro serva a far pensare, a stimolare la gente a riflettere, a non dare per scontate alcune cose, a far capire che la persona del prete nella comunità è una persona che ha particolari responsabilità e quindi deve anche arrivare in una comunità con una maturità umana, spirituale, pastorale. Quindi a me sembra un libro che veramente merita apprezzamento, sia per lo stile ma soprattutto per i problemi che pone, problemi che ogni cristiano pensoso, ogni credente maturo, non può non porsi”. Il libro è una grande professione verso il sacerdozio, di cui don Carlo risulta fortemente innamorato e profondamente motivato “Questo scritto è un piccolo servizio che ho voluto rendere dopo tanti anni di ministero alla comunità cristiana. Io credo che il cambiamento è possibile, che è un sogno che può diventare storia, e che rifugiarsi nel passato non cambia niente, e invece Gesù ha bisogno di attraversare le strade degli uomini ha bisogno di abitare tutte le realtà cosi come sono, noi non abbiamo pregiudizi in quanto credenti da noi tutti sono fratelli con cui condividere qualcosa”. Il libro rivela i sentimenti che albergano da sempre in Don Carlo e che egli comunica con una sincerità disarmante senza mezze misure o quel senso di nascondimento che è tipico di ogni uomo; ma, soprattutto, parla del Suo amore totale alla vita, al Signore Gesù, alla Chiesa, alla “Sua” comunità che ha visto nascere, crescere e maturare, come madre verso il proprio figlio.



Monica Trovato – La Voce dello Jonio



 
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Basilica San Sebastiano Martire - Collegiata

C.A.P. 95024
Indirizzo Piazza S. Sebastiano
Comune Acireale
Telefono 095.601313
Note Decorata del titolo da Giovanni Paolo II con le Lettere Apostoliche "In Sicilae vetustissima" del 4 dicembre 1990
Rettore Decano Carlo Alberto Chiarenza

 
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http://www.dehon.it/index.php?option=com_k...id=8&Itemid=138

Pubblicato il: sab, mar 17th, 2012
Brevi / Cronaca | di staff
PRETE PEDOFILO: GIOVEDI’ A ROMA CONFERENZA STAMPA DELLA VITTIMA
35

Conferenza stampa: ” Io, vittima di un sacerdote pedofilo: ora non ho più paura “.
Testimonianza shock di una vittima di pedofilia clericale nella diocesi di Acireale. Durante l’incontro la vittima racconterà gli abusi subìti e, in esclusiva, comunicherà il nome del suo aguzzino a tutt’oggi ancora sacerdote della parrocchia. Sarà inoltre trasmessa una registrazione audio in cui il prete ammette le violenze perpetrate sul giovane.
Giovedì 22 marzo 2012 – ore 11,30 – Sede Stampa Estera
Via dell’Umiltà 83/C – Onlus La Caramella Buona
 
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http://www.livesicilia.it/2012/03/22/abusi...-mio-carnefice/

Abusi da un sacerdote:
“E’ don Carlo Chiarenza”
di DAL NOSTRO INVIATO CLAUDIO REALE
un commento
giovedì 22 marzo 2012
10:49
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acireale, chiesa, pedofilia

Quando nella sala conferenza dell’Associazione della Stampa Estera di Roma parte il nastro con la voce del prete accusato di molestie, la vittima scoppia in un pianto dirotto. Da quel momento Teodoro Pulvirenti, il ragazzo di Acireale che quella voce l’ha registrata, non smetterà più di parlare fra le lacrime. Ma non importa: sono le parole quelle che contano: “Questo amico di famiglia, don Carlo Chiarenza, si comportava come un padre per me”. È contenuta in questa frase, pronunciata da Teodoro, la prima menzione del nome del sacerdote accusato di pedofilia, una storia che “S” ha rivelato nel numero in edicola e alla quale il mensile dedicherà ampio spazio anche nel prossimo numero, in edicola da sabato ma già acquistabile in pdf da domani: si chiama don Carlo Chiarenza, è un monsignore e prima di essere rimosso dal vescovo di Acireale Antonino Raspanti officiava nella Basilica di San Sebastiano, proprio ad Acireale.

Teodoro, “Teo” come lo chiamano gli amici, non è un siciliano qualunque. La sua storia è straordinaria non solo per il caso di pedofilia che ha denunciato: Teo lavora al Memorial Sloa-Kettering Cancer Center di New York, si occupa di ricerca contro il cancro in una delle strutture più avanzate al mondo. Ma a 14 anni Teo era un ragazzo qualunque. “Nella sua stanza don Carlo mi infilò le mani sotto la maglietta”, esordisce prima di descrivere i suoi rapporti intimi con il sacerdote raccontati da “S”. Il resto è uno stato d’animo, l’impossibilità di rivelare il nome del sacerdote: “Avevo 14 anni e avevo fatto cose sporche col prete – dice – Nessuno mi avrebbe creduto. Avrebbero creduto a don Carlo, il grande ammaliatore”. Tanto più che la minaccia del prete, stando ai suoi racconti, era esplicita: “Una volta – ricorda – mi sono rifiutato. Lui mi ha detto: ‘Vai, dillo in giro. Vediamo chi ti crede’”.

Poi la liberazione. “Con me – spiega Teodoro – porto un dolore che non si può descrivere a parole, perché le vittime di abusi hanno una pietra sullo stomaco”. Una pietra fatta rotolare via prima con la confessione a un altro prete, poi parlando con uno psicologo, infine con gli amici, con i genitori e con l’associazione “La Caramella Buona onlus”, che ha raccolto la sua testimonianza. Infine, la pubblicazione su “S”: “Il 25 febbraio 2012 – prosegue Teodoro – è una data memorabile nella mia vita. La rivista ‘S’, coraggiosamente, ha raccontato la mia storia e io, per la prima volta, mi sono sentito libero”. Libero, tanto da poter dire adesso quelle due parole, “Carlo Chiarenza”, davanti a una folla di giornalisti. Un nome.

Cosa c’è in un nome? Per Teodoro in quel nome c’è la libertà, c’è però anche una selva di ricordi terribili. “Non avevo mai fatto sesso, non sapevo neanche cosa fosse un orgasmo”. Il sesso, la vergogna. Poi il tentativo di allontanarsi dal sacerdote, una ragazza. Che, ironia della sorte, si chiamava Carla. “Carla – racconta Teodoro – aveva questo profumo di fragole sulle labbra. Sembrava finalmente una cosa pulita”. La pulizia. Il riscatto. Quello che Teo chiede ai suoi compaesani: “Conosco almeno altre dieci persone, ragazzi e ragazze, che hanno la stessa situazione. Chiedo a tutti loro di parlare”.

Mentre parla, Teo stringe un rosario. “Io ero un chierichetto – ricorda – Ero molto religioso. Adesso credo in Dio, ma per ovvi motivi non nella Chiesa”. Quella Chiesa che, secondo il presidente de “La Caramella Buona”, Roberto Mirabile, l’ha deluso fino a qualche giorno fa: “Lunedì sera – racconta Mirabile – Teodoro ha ricevuto la telefonata di monsignor Raspanti. Ha detto che non sarebbe venuto qui a Roma, perché dice di avere altre priorità”. Ma la fede, quella non si perde: “Noi – prosegue Mirabile – non siamo contro la Chiesa. Io stesso sono cresciuto dai frati di Sant’Antonio. Ma la Chiesa non è cambiata, nonostante le parole del Santo Padre. A quella Chiesa, oggi, bisogna chiedere uno sforzo”. Fra le lacrime e con un rosario in mano. Come chi non smette di affidarsi a Dio.


www.lasiciliaweb.it/index.php?id=74037

"Mi sembrava di farti del bene"
Testimonianza choc contro il prete
Acireale: il dialogo con l'ex sacerdote della chiesa di San Paolo, accusato di abusi sessuali, è stato registrato e acquisito dalla polizia postale di Catania. All'epoca dei fatti la vittima aveva 14 anni, oggi ne ha 37 e vive negli Usa: "Conosco un'altra decina di casi"
22/03/2012
ROMA - "Io ti inseguivo, e qui forse è stato l'errore, inseguivo il tuo desiderio di essere voluto bene. E questo lo facevo non ponendomi limiti. Tu forse non ricordi, ma io quasi mai prendevo l'iniziativa: cioè io avvertivo che tu avevi bisogno di essere abbracciato. Ma è stato una volta?".

"Si... un paio di volte". "Io avevo solo il ricordo di una volta.. così.. non perchè ci fosse un piano, nè perchè io avessi desideri: c'è stato un momento che mi sembrava di compiacerti, mi sembrava addirittura di farti del bene, come se tu avessi bisogno di liberarti, di esprimerti. E' stato un modo di dirti che ti volevo bene".

È uno dei passaggi centrali di una conversazione tra un sacerdote e un uomo che da ragazzino, ad Acireale, afferma di essere stato vittima di abusi da parte del religioso, una conversazione registrata all'insaputa del prete, fatta ascoltare oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa e soprattutto acquisita proprio oggi dalla polizia postale di Catania, che da un mese a questa parte, su disposizione del pm Marisa Scavo, sta raccogliendo testimonianze su questo e altri casi di pedofilia.

A denunciare l'intera vicenda, attivando così anche gli inquirenti che hanno aperto un fascicolo, è stata l'associazione La Caramella Buona. Il protagonista del caso è Teodoro Pulvirenti, nato a Catania nel 1975, oggi ricercatore negli Usa, che con una testimonianza-choc, estremamente toccante, ha raccontato la sua storia in conferenza stampa, accusando don Carlo Chiarenza, all' epoca parroco di San Paolo ad Acireale, di aver abusato di lui quando aveva 14-15 anni tra il 1989 e il 1990. Il caso di Teodoro di fatto è caduto in prescrizione per la giustizia italiana.

"Ma sono a conoscenza almeno di una decina di casi di abusi - ha dichiarato - per i quali è ancora possibile intervenire: è soprattutto per loro che ho deciso di parlare, perchè trovino il coraggio di farsi avanti. Io credo in Dio, ma non posso più credere nella Chiesa".

http://www.meridianamagazine.org/20120322/...e/#.T2tOpbLRV6M

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Pubblicato il: gio, mar 22nd, 2012
Cronaca / Primo Piano | di staff
TEO PULVIRENTI E’ UN UOMO CORAGGIOSO, LA CHIESA HA IL DOVERE DI REAGIRE
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di Redazione – La conferenza stampa è finita, abbiamo ancora le lacrime di Teo negli occhi, l’amarezza di un uomo, uno stimato professionista per quella giovinezza marchiata a fuoco. Sporcata da un parroco, Carlo Chiarenza allora sacerdote presso la parrocchia San Paolo di Acireale che di lui ha abusato sessualmente una, due, tre volte e poi ancora ed ancora fino a costringerlo a fuggire, ad andare via. E’ stata una giornata dura, difficile da dimenticare per chi come noi conosce i protagonisti e per chi invece s’è trovato li per scopi professionali.

Non ha smesso mai di piangere, ma è stato lucido e freddo nel racconto di una storia agghiacciante. Ma Carlo Chiarenza non è la Chiesa, è un uomo, un delinquente, un pedofilo, una persona che ha rubato l’innocenza a tanti bambini. Teo crede ancora in Dio e non nella chiesa e come potremmo dargli torto? Ma esistono tanti uomini di chiesa che lavorano quotidianamente per il bene delle comunità, per divulgare l’amore in Cristo e questo non va dimenticato. Tanti sacerdoti impegnati in missioni nel Terzo Mondo ed in ogni altro luogo in cui serva la loro missione. Uomini che siamo certi metteranno alla porta personaggi come Carlo Chiarenza evitando di fare male ad altri ragazzini, evitare altre vittime come Teo Pulvirenti.

La Caramella Buona, che ha seguito tutta la storia ed organizzato la conferenza stampa, ha precisato di non essere anticlericale, ma una ferma e decisa nemica dei pedofili, che siano preti o altro. Una prima mossa è arrivata subito dal Vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, che ha allontanato subito Carlo Chiarenza dalla Diocesi acese, ma non basta bisogna fare di più. La gente si aspetta una risposta reale e siamo certi che arriverà. Ma attenzione ai sentimenti anticlericali, non hanno senso, sono inutili e dannosi come l’odio sa esserlo. Carlo Chiarenza non è la Chiesa, è solo un uomo sporco.
 
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Dall'edizione cartacea de l'Avvenire di oggi 23 marzo 2013, pag. 12

Abusi ad Acireale

Sospeso dal vescovo il prete indagato

CATANIA. È stata acquisita dalla Polizia postale di Catania la registrazione della conferenza stampa, tenuta ieri mattina a Roma, dal giovane che ha denunciato di essere stato vittima, oltre venti anni fa, di abusi sessuali da parte di un sacerdote della diocesi di Acireale.

Titolare dell’inchiesta è il pm Marisa Scavo. Il prete accusato di pedofilia (in una registrazione lo si sente ammettere i fatti) è stato immediatamente sollevato dall’incarico e allontanato dal vescovo di Acireale, Nino Raspanti che non ha voluto commentare gli sviluppi della vicenda, riservandosi di farlo a giorni. (G.V.)
 
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http://www.cataniatoday.it/cronaca/pedofil...-chiarenza.html

Prete pedofilo: in conferenza stampa gli abusi di don Carlo Chiarenza

Prete pedofilo: in conferenza stampa gli abusi di don Carlo Chiarenza
Il protagonista del caso è T.P., nato a Catania nel 1975, oggi ricercatore negli Usa, che con una testimonianza-choc, estremamente toccante, ha raccontato la sua storia in conferenza stampa, accusando don Carlo Chiarenza
di Redazione 22/03/2012
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PersonaDon Carlo Chiarenza
LuogoAcireale

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"Io ti inseguivo, e qui forse è stato l'errore, inseguivo il tuo desiderio di essere voluto bene. E questo lo facevo non ponendomi limiti. Tu forse non ricordi, ma io quasi mai prendevo l'iniziativa: cioé io avvertivo che tu avevi bisogno di essere abbracciato. Ma è stato una volta?". "Si... un paio di volte". "Io avevo solo il ricordo di una volta.. così.. non perché ci fosse un piano, né perché io avessi desideri: c'é stato un momento che mi sembrava di compiacerti, mi sembrava addirittura di farti del bene, come se tu avessi bisogno di liberarti, di esprimerti. è stato un modo di dirti che ti volevo bene".

E' uno dei passaggi centrali di una conversazione tra il sacerdote e l'uomo che da ragazzino, ad Acireale, afferma di essere stato vittima di abusi da parte del religioso. Questa conversazione -registrata all'insaputa del prete - è stata fatta ascoltare oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa. Oggi anche la polizia postale di Catania ha acquisito la registrazione. Da un mese a questa parte, su disposizione del pm Marisa Scavo, sta raccogliendo testimonianze su questo e altri casi di pedofilia.

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A denunciare l'intera vicenda, attivando così anche gli inquirenti che hanno aperto un fascicolo, è stata l'associazione La Caramella Buona. Il protagonista del caso è T.P., nato a Catania nel 1975, oggi ricercatore negli Usa, che con una testimonianza-choc, estremamente toccante, ha raccontato la sua storia, accusando don Carlo Chiarenza, all'epoca parroco di San Paolo ad Acireale, di aver abusato di lui quando aveva 14-15 anni tra il 1989 e il 1990. Il caso di Teodoro di fatto è caduto in prescrizione per la giustizia italiana. "Ma sono a conoscenza almeno di una decina di casi di abusi - ha dichiarato - per i quali è ancora possibile intervenire".

Oltre a una registrazione in cui il religioso si esprime con frasi che suonano come un'ammissione di colpa, sono state presentate le copie di una lettera e di una cartolina, firmate da don Carlo. In una si legge "un bacio 'mangereccio' ciao". Nell'altra si allude alla frequentazione di una ragazza da parte del giovane: "Nonostante i tuoi furiosi e ripetuti tradimenti tedeschi ti voglio un mare di bene! Non lo fare più potrei mangiarti tutto. Un bacio furioso".



http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubr...&ID_sezione=524

22/3/2012
Testimonianza-choc
VITTIMA DI ABUSI SESSUALI ACCUSA PRETE IN CONFERENZA STAMPA
VATICANISTA DE LA STAMPA
Ha scelto la sala stampa estera a Roma per portare alla luce una vicenda intima e dolorosa rimasta nascosta per un ventennio in una parrocchia di Aci Reale. Teodoro Pulvirenti oggi ha 35 anni e vive a New York come ricercatore medico. Quando aveva 14 anni fu ripetutamente abusato sessualmente dal suo parroco. Oggi è stato il protagonista di una conferenza stampa organizzata dall'associazione anti-pedofili Caramella buona per raccontare la sua vicenda e denunciare un sacerdote che - rimosso dal vescovo attuale solo il mese scorso - nel frattempo avrebbe abusato indisturbato numerosi altri minori. E sul quale ormai indaga la Procura di Catania e la Polizia postale. Una testimonianza-choc, rotta dai singhiozzi, rilasciata davanti alle telecamere, in conferenza stampa: quando il coraggio di parlare arriva, non si ferma. Teodoro Pulvireti, catanese, 37 anni, oggi ricercatore negli Stati Uniti, ha voluto denunciare pubblicamente gli abusi subiti a 14-15 anni, accusando un sacerdote, don Carlo Chiarenza, allora parroco di S.Paolo ad Acireale, successivamente decano della Basilica di S. Sebastiano. E ha fatto ascoltare l'audio di una conversazione fatta qualche tempo fa col religioso, captata a sua insaputa, e altrettanto scioccante: «Mi sentivo sporco», gli dice Pulvireti. «Io - risponde il prete - inseguivo il tuo desiderio di essere voluto bene. E lo facevo non ponendomi limiti. Mi sembrava addirittura di farti del bene, come se tu avessi bisogno di liberarti. È stato un modo di dirti che ti volevo bene». Denunciato, a febbraio, Chiarenza è stato allontanato dal vescovo di Acireale, mons. Raspanti e trasferito in un centro di raccolta spirituale lontano dalla Sicilia. Ora questa registrazione è stata acquisita dalla polizia postale di Catania, che da un mese, su disposizione del pm Marisa Scavo, sta raccogliendo materiale e testimonianze da soggetti sentiti come persone informate sui fatti su questa e altre vicende. «Il mio caso è caduto in prescrizione - afferma Pulvireti - ma ce n'è una decina per cui la giustizia può fare il suo corso. E anche per questo che ho deciso di parlare». L'azione della magistratura si deve anche all'associazione antipedofilia La Caramella Buona, che ha seguito Pulvireti e ha organizzato l'incontro con la stampa; e al mensile di inchiesta siciliano SMagazine, che per primo ha sollevato il caso. Nel maggio scorso il presidente dell'associazione, Roberto Mirabile - che non esita a parlare di «protezioni» e «scaricabarile tra vescovi», definendo «più virtuale che concreto» l'impegno della Chiesa contro la pedofilia - ha scritto in Vaticano a mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede, segnalando i presunti abusi di don Chiarenza. Scicluna ha risposto invitando a «trasmettere tutte le informazioni utili al vescovo» della diocesi di Acireale, mons. Pio Vittorio Vigo. Ma il vero pugno nello stomaco è il racconto di Teodoro: «Avevo quasi 13 anni quando mi sono avvicinato alla parrocchia: don Carlo si comportava come una padre, per me era come un secondo padre ed era anche un amico di papà. C'era un gruppo di giovani più vicino a lui: andavamo insieme in montagna, al mare. A volte ci chiamavano: gli eletti. A circa 14 anni, mentre stavo guardando la tv in sagrestia, per la prima volta mi fece sedere sulle sue ginocchia, mi abbracciò, cominciò a baciarmi e infilare le mani sotto la maglietta. Avvertiva che ero teso: non avevo mai avuto rapporti, nè una ragazza. Quella volta smise. Un giorno, dopo un litigio con mio fratello, sentivo la necessità di sfogarmi: da adolescente ero molto insicuro. Andai da don Carlo e scoppiai a piangere. Lui mise la mia testa sulla sua spalla, iniziò a dirmi 'ti voglio benè, a baciarmi, mise le mani sotto la maglietta e poi più in basso. Capivo che c'era qualcosa di sbagliato, ma non capivo cosa stesse succedendo. Ancora oggi mi condanno per non aver avuto il coraggio di reagire». Dalle sue parole - che hanno commosso il sindaco di Acireale, Nino Garozzo, che gli ha manifestato la sua solidarietà - traspare una situazione di sudditanza psicologica vissuta per anni. «Successe altre volte: mi ero come rassegnato. Quando cercavo di tirarmi indietro, mi tagliava fuori da tutto. E mi diceva: vuoi raccontare tutto? vediamo chi ti crede. Mi sentivo una nullità». In mano Teodoro stringe un rosario: «È quello di mia madre, mi dà forza. Io credo in Dio, ma non posso più credere nella Chiesa».


http://www.lettera43.it/attualita/44574/pr...volevo-bene.htm

ABUSI SESSUALI
Prete pedofilo: «Era perché ti volevo bene»
Catania, dopo 20 anni don Carlo denunciato.
Teodoro Pulvireti mentre racconta degli abusi sessuali subiti da adolescente

(© Ansa) Teodoro Pulvireti mentre racconta degli abusi sessuali subiti da adolescente

Ha denunciato pubblicamente gli abusi sessuali che ha subito all'età di 14-15 anni a opera di un prete: Teodoro Pulvireti, ora 37 enne, si è sfogato nel corso di una conferenza stampa il 21 marzo, dopo anni di dolore nascosto.
L'uomo, di origine catanese, è ricercatore negli Stati Uniti e lo scorso febbraio ha deciso di denunciare don Carlo Chiarenza, il parroco che ha abusato di Pulvireti tempo fa, quando era d'ufficio a S. Paolo di Acireale.
DOPO ANNI, LA DENUNCIA AL PRETE. Il sacerdote è stato poi decano della Basilica di S. Lorenzo e dopo la denuncia è stato allontanato e trasferito in un centro di raccolta spirituale lontano dalla Sicilia.
Nel corso della propria testimonianza choc, Pulvireti ha fatto anche ascoltare l'audio di una conversazione che ha avuto qualche tempo fa con il religioso: «Mi sentivo sporco», gli ha detto l'allora ragazzino. «E io» ha risposto il prete, «inseguivo il tuo desiderio di essere voluto bene. E lo facevo non ponendomi limiti. Mi sembrava addirittura di farti del bene, come se tu avessi bisogno di liberarti. È stato un modo di dirti che ti volevo bene».
La terribile registrazione è diventata una delle prove a disposizione della polizia postale di Catania che sta raccogliendo materiale e testimonianze di vari soggetti informati sui fatti, non solo della triste storia di Pulvireti ma anche di altri episodi.
ALTRI CASI DI ABUSO SU CUI INDAGARE. Gli abusi che ha subito il 37 enne, infatti, sono ormai caduti in prescrizione: «Ma ce n'é una decina per cui la giustizia può fare il suo corso. E anche per questo che ho deciso di parlare» ha affermato.
L'azione della magistratura si deve anche all'associazione antipedofilia La caramella buona, che ha seguito Pulvireti e ha organizzato l'incontro con la stampa; e al mensile di inchiesta siciliano SMagazine che per primo ha sollevato il caso.
Nel maggio 2011 infatti il presidente dell'associazione, Roberto Mirabile, il quale ha definito «più virtuale che concreto» l'impegno della Chiesa contro la pedofilia, ha scritto in Vaticano a monsignor Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede, segnalando i presunti abusi di don Chiarenza.
Scicluna ha risposto però invitando a «trasmettere tutte le informazioni utili al vescovo» della diocesi di Acireale, monsignor Pio Vittorio Vigo.
Il racconto di Pulvireti: «Se mi rifiutavo, lui mi tirava fuori dalle attività»

Mentre i religiosi si passano di mano in mano la rovente questione, il racconto di Teodoro alla stampa ha lasciato senza parole: «Avevo quasi 13 anni quando mi sono avvicinato alla parrocchia: don Carlo si comportava come una padre, per me era come un secondo padre ed era anche un amico di papà» ha affermato, continuando: «C'era un gruppo di giovani più vicino a lui: andavamo insieme in montagna, al mare. A volte ci chiamavano: gli eletti».
LA VIOLENZA ALL'INTERNO DELLA PARROCCHIA. Ma per far parte di questi eletti, si doveva pagare pegno: «A circa 14 anni, mentre stavo guardando la tv in sagrestia, per la prima volta mi fece sedere sulle sue ginocchia, mi abbracciò, cominciò a baciarmi e infilare le mani sotto la maglietta. Avvertiva che ero teso: non avevo mai avuto rapporti, né una ragazza» ha raccontato Pulvireti, «Quella volta smise. Un giorno, dopo un litigio con mio fratello, sentivo la necessità di sfogarmi: da adolescente ero molto insicuro. Andai da don Carlo e scoppiai a piangere».
E proprio sfruttando il momento di bisogno del ragazzino, il sacerdote ne aproffitò: «Lui mise la mia testa sulla sua spalla, iniziò a dirmi 'ti voglio bene', a baciarmi, mise le mani sotto la maglietta e poi più in basso. Capivo che c'era qualcosa di sbagliato, ma non capivo cosa stesse succedendo. Ancora oggi mi condanno per non aver avuto il coraggio di reagire».
DON CHIARENZA: «CHI VUOI CHE TI CREDA?». Quella fu solo la prima di una lunga catena di abusi: «Successe altre volte: mi ero come rassegnato. Quando cercavo di tirarmi indietro, mi tagliava fuori da tutto. E mi diceva: vuoi raccontare tutto? Vediamo chi ti crede. Mi sentivo una nullità».
Pulvireti ha raccontato la propria esperienza scioccante stringendo un rosario fra le mani: «È quello di mia madre, mi dà forza. Io credo in Dio, ma non posso più credere nella Chiesa» ha concluso.
Commozione da parte sua e dei presenti alla conferenza stampa, in particolare del sindaco di Acireale, Nino Garozzo, che gli ha manifestato la sua solidarietà.

Giovedì, 22 Marzo 2012
 
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