La richiesta dei Pm: «Minzolini a processo per spese irregolari»
D.Lu.Cronologia articolo15 ottobre 2011
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Argomenti: Giustizia | Augusto Minzolini | RAI | Antonio Di Pietro | DEL TG1 | PDL | Sergio Zavoli | Mauro Masi | Idv
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ROMA
Rischia di essere processato per peculato il direttore del Tg1, Augusto Minzolini. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del giornalista per l'inchiesta sulle spese non autorizzate effettuate con la carta di credito aziendale della Rai. Si tratta di circa 65mila euro addebitati nell'arco di 14 mesi sui conti di viale Mazzini. Senza alcuna giustificazione, secondo il procuratore aggiunto di Roma, Alberto Caperna, che ieri ha formalizzato al gip la richiesta di incriminazione del giornalista. «Tenendo conto di come vanno le cose in questo Paese e che l'esposto da cui nasce la vicenda porta la firma dell'ex pm Antonio Di Pietro – ha commentato Minzolini – me lo aspettavo. Io sono tranquillo e ho la coscienza a posto su una vicenda che ho già chiarito con l'azienda». Il direttore del Tg1 ha infatti già provveduto a restituire alla Rai la somma oggetto dell'indagine. Fatto del tutto irrilevante per i pm: ai fini della configurazione del peculato quello che conta è che le spese di denaro pubblico effettuate da Minzolini non erano giustificate.
L'indagine era partita lo scorso marzo, su denuncia di alcune associazioni dei consumatori e dell'Idv. Negli esposti si sosteneva che la carta di credito aziendale consegnata a Minzolini sarebbe stata abilitata per una spesa massima di 5.200 euro al mese. Tra luglio 2009 e ottobre 2010 il direttore del Tg1 avrebbe invece utilizzato la carta per spese extra pari a 86mila euro, circa 65mila euro in più rispetto al tetto massimo (circa 18mila euro) che il direttore del Tg1 sarebbe stato autorizzato a sforare dall'ex direttore generale della Rai, Mauro Masi. Interrogato a luglio dai magistrati, Minzolini si era difeso dicendo di avere utilizzato la carta di credito aziendale per spese di rappresentanza, di non avere mai avuto contestazioni al riguardo dai vertici della Rai e di avere restituito le somme in questione. Ascoltato come teste, Masi aveva invece sostenuto di non avere mai autorizzato le spese.
In attesa della decisione del gip, il Pdl fa quadrato intorno al direttore del Tg1. «È evidente – ha commentato il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto – che Minzolini è stato messo nel mirino per le sue idee politiche e che contro di lui è in atto un'offensiva anche di qualche pm». Difende Minzolini pure il consigliere di maggioranza della Rai, Antonio Verro, per il quale la vicenda nasce da un disguido amministrativo già chiarito con la restituzione dei soldi all'azienda. «La richiesta dei pm – afferma Verro – è un atto dovuto nei confronti del quale la Rai deve fare quadrato attorno al direttore del Tg1. Chi chiede che Minzolini venga sospeso ignora il fatto che prima lo si deve sottoporre ad un provvedimento disciplinare tempestivo e che i fatti che gli si addebitano risalgono quasi ad un anno fa». Di diverso avviso il consigliere di area Pd della Rai, Nino Rizzo Nervo: «Sono allibito dalle dichiarazioni di Verro. Di fronte ad una richiesta di rinvio a giudizio per peculato è sorprendente che si pongano problemi tecnico-procedurali sull'eventuale sospensione cautelare del direttore del Tg1. Credo che Minzolini dovrebbe avere la sensibilità di fare un passo indietro». Nel frattempo il direttore del Tg1 entra anche nel mirino della Vigilanza Rai. Ieri il presidente Sergio Zavoli ha ribadito che la Commissione si occuperà della richiesta di dimissioni di Minzolini avanzata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, per un servizio trasmesso nell'edizione di giovedì sera sul suo ruolo istituzionale. Ieri il direttore del Tg1 ha replicato: «Fini ha dimostrato di avere una visione particolare del concetto di imparzialità».
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