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L’inverno della Chiesa, Pio IX, Pio XII e Giovanni Paolo II

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Alessandro Baoli
view post Posted on 1/6/2011, 13:48




L’inverno della Chiesa

Stefano Marullo*

Ci sono tre papi, Pio IX, Pio XII e Giovanni Paolo II, che rischiamo di vedere canonizzati durante l’attuale pontificato. Vissuti in epoche diversissime, un filo lega tutti e tre: un insostenibile disagio verso la modernità, causa principe dell’allontanamento dell’umanità da Dio e radice della secolarizzazione, contro la quale non hanno mancato di lanciare i loro strali. Non è un caso che tutti e tre siano dei punti di riferimento per Benedetto XVI, che non ha mancato di tesserne le lodi. In particolare in Wojtyla , di cui è stato il braccio destro, Ratzinger vede il suo alter ego. Beatificandolo, in qualche modo, egli ha voluto onorare se stesso, la sua Weltanschauung. Non è vero, o almeno lo è in minima parte, che Ratzinger sia un papa timido, intellettuale, poco televisivo. Egli è, in linea coi suoi illustri predecessori testé nominati, profondamente anacronistico, rinchiuso nel suo bunker ideologico e non riesce ad immaginare un gregge non obbediente al vicario di Cristo. Sente il peso di dovere prendere su di sé le sorti di una Chiesa universale che continua a perdere pezzi in termini di credibilità e popolarità e il popolo medesimo, anche il più cattolico, appare sempre più sacramentalizzato e poco evangelizzato, sempre più bisognoso di ‘effetti speciali’ o saldi di fine stagione, per dirla con l’ultimo libro di Bruno Ballardini**.
Fondamentalmente Joseph Ratzinger non è altro che la tragica sineddoche della Chiesa che guida. Una Chiesa giunta alla fine di un ciclo costantiniano destinato ad essere spazzato via dal vento della storia. Il conclave ha scelto lui nel segno della continuità e della paura di svolte epocali. Come ha scritto efficacemente José Comblin, finanche i testi conciliari del Vaticano II – considerato, a torto, da molti rivoluzionario – come la Gaudium et Spes, riflettono una concezione del mondo ingenua e ha parlato ad un mondo che oggi non esiste più. Forse per questo negli ultimi anni i teologi più progressisti parlano della necessità di un nuovo Concilio per risollevare le sorti di una Chiesa Cattolica arroccata che ha finito per affidare unicamente al potere le sorti dell’evangelizzazione. Qualcuno ha scritto che la maggioranza dei battezzati non sa più neanche il Padre Nostro a memoria, non ha mai letto nulla del Nuovo Catechismo, ignora che esiste un Codice di Diritto Canonico. Le parrocchie, eccezion fatta per quelle ‘rivitalizzate’ da movimenti sempre più somiglianti a sette dove la virtù primigenia è la fedeltà alla linea, sono ormai avamposti vetusti di una pastorale prigioniera di vecchi schemi, primo fra tutti quello della famiglia tradizionale e della centralità del ‘tempio’.
Molte istituzioni sono passate fisiologicamente dalla forche caudine di restaurazioni e rivoluzioni, la Chiesa Cattolica è sempre uguale a se stessa e aborre la democrazia come diabolica rinnegando le sue stesse radici ecclesiologiche. La sua attuale governance di stampo medievalista, segna tangibilmente la sua intrinseca difficoltà a riforme strutturali che la traghettino nella modernità. La mentalità del suo timoniere, Benedetto XVI non è molto diversa da quella di Gregorio VII. Non sarà un caso che tra i suoi primissimi atti vi fu una riforma liturgica che riporta la Chiesa Cattolica indietro al messale romano del 1962 – che risale invero a Pio V, il papa di Lepanto – e tre giorni dopo un documento contenente ‘Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa’ con l’intento di dissipare alcune ‘interpretazioni equivoche’ della costituzione conciliare Lumen Gentium sulla Chiesa, riaffermando, in discontinuità con il Concilio, che la Chiesa Cattolica è l’unica vera erede della Chiesa di Cristo e depositaria della sua verità negando Comunità Protestanti la dignità di ‘Chiese’. Per la gioia dei cattolici lepantisti, sillabiani, anticonciliaristi, sempre più drammaticamente pesanti tra le milizie scelte per l’ultima crociata della restaurazione neocentralista romana, destinata al fallimento contro un nemico inesorabile: la Storia.
* Laureato in Storia, ha compiuto studi di teologia e filosofia. Redattore della rivista “Non Credo”, è socio attivo del Circolo UAAR di Padova.

** http://www.uaar.it/ateismo/opere/bruno-bal...i-fine-stagione

www.uaar.it/news/2011/05/31/inverno-della-chiesa/
 
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Rinascimento
view post Posted on 1/6/2011, 17:27




Gli storici delle religioni sanno bene che ad ogni modello di società (economia, strutture sociali, politiche ecc.) è corrisposto un dato modello di struttura religiosa. I popoli cacciatori avevano culti fondati sul rapporto con gli animali, il dio celeste, il signore degli animali ecc., lo sciamanesimo estatico ecc, i primi popoli agricoli invece sulla fertilità e la fecondità, poi seguirono le religioni dei sovrani-dèi, delle città stato ecc., per poi segnare il passo a culti "universali" come lo zoroastrismo, il cristianesimo, l'islam ecc.
Oggigiorno, il mondo è enormemente cambiato rispetto al passato, sotto ogni aspetto. E' quindi inevitabile che religioni come quella cristiana, legate ad un mondo passato, siano anacronistiche. La ricerca del sacro proseguirà, perché è nella natura umana: ma le sue vecchie forme, gradualmente, declineranno.
 
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ulisse62
view post Posted on 4/6/2011, 13:06




La chiesa cattolica è in affanno mentre il buddismo è in aumento. E' vero che il buddismo non è una religione ma una filosofia, c'è però bisogno nella gente di tornare alle origini. Gli sfarzi, le dimostrazioni di potere, le continue intereferenze nella politica, l'arroganza di voler ordinare con chi andare a letto, come farlo e quando farlo, il voler impicciarsi di ogni aspetto della vita compreso quello patrimoniale. La gente comincia ad averne abbastanza. Il sentimento religioso rimane e rimarrà per molto tempo ma l'insofferenza verso questa chiesa sta aumentando sempre più. Se la chiesa prosegue su questo cammino di chiusura e di potere vedo all'orizzonte un altro scisma che partirà ancora dalla Germania, dove la maggioranza dei vescovi criticano senza mezzi termini questo papato. In Italia non ci si è ancora arrivati anche se una certa insofferenza si nota, a partire dalla base ecclesiale. La chiesa ha bisogno di una vera riforma che può andare in un unico senso: il ritorno alle origini, quando la chiesa era collegiale, rifiutava il potere temporale e non c'era il Papa Re.
 
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2 replies since 1/6/2011, 13:48   132 views
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